lunedì 16 settembre 2024

C'è del marcio in Occidente - Piergiorgio Odifreddi

C'è del marcio in Occidente. I peccati che pesano sulla coscienza di un bianco italiano, europeo e occidentale è un libro scritto da Piegiorgio Odifreddi e pubblicato nell'aprile 2024.  

Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista italiano. Oltre che di matematica, nelle sue pubblicazioni si occupa di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia. Odifreddi, come molti italiani nati nel dopoguerra, è cresciuto nel mito degli Stati Uniti e dei soldati americani “liberatori”: sono stati loro, d’altra parte, ad aver salvato suo padre e suo nonno, entrambi deportati dai nazi-fascisti. Eppure, a partire dalla guerra del Vietnam, il suo rapporto con gli Stati Uniti inizia a cambiare. Ci studia per due anni, e ci insegna per venti. Viaggia in tutto il mondo, ed esplora in lungo e in largo il continente americano. Scopre come gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di gendarme del mondo: sfruttamento economico, embargo commerciale, occupazione militare…

In questo libro Odifreddi riflette sull’arroganza dell’Occidente. Riporta famosi interventi critici verso l'Occidente di Josè Saramago, romanziere portoghese, di Edward Said, intellettuale palestinese, di Al Gore, vice presidente degli U.S.A. e ambientalista, di Julian Assange, il giornalista australiano, di Pepe Mujica, presidente dell'Uruguay, di Wole Soyinka, il drammaturco nigeriano, di Subrahmanyam Jaishankar, diplomatico indiano.   Riporta anche gli ultimi interventi di Putin e Xi Jinping prima della guerra in Ucraina, di Papa Bergoglio subito dopo l'invasione; e la lettera diffusa da Osam Bin Laden dopo l'attentato alle torri gemelle a New York nel 2001.  Nonostante le ampie divergenze geografiche, culturali e politiche fra gli autori citati, che spaziano dagli europei agli asiatici, dai letterati agli scienziati, dai pacifisti ai terroristi, dagli uomini di stato ai papi, tutti esprimono critiche convergenti nei confronti dell’Occidente, anche e soprattutto nel nuovo millennio.

Il libro analizza, inoltre, le dieci categorie che caratterizzano la civiltà occidentale che corrispondo ai nostri dieci peccati capitali: occidentalismo, cristianesimo, colonialismo, militarismo, razzismo, classicismo, idealismo, capitalismo, populismo, mediaticità. E ci invita a non farci alleviare la coscienza dall’illusione che, forse, gli altri possono persino essere peggio di noi.

Sono stati gli scritti di Russell e Einstein, e gli insegnamenti di Rotblat e Atiyah, a introdurre Odifreddi all’utopia matura di un mondo senza chiese, senza stati, senza possessi e senza armi […].

Alcune frasi contenute nell'ultimo capitolo: "Le recenti guerre in Ucraina e in Palestina non hanno invece influito sulla mia visione, e si sono limitate a confermare una posizione che avevo già maturato negli anni. Una posizione di avversione per il modello autoreferenziale, giudaico-cristiano, colonialista, militarista, razzista, classicista, idealista, capitalista, antidemocratico e illiberale di un Occidente che mi appare sempre più come un insopportabile bambino capriccioso ed egoista, o uno scostante adolescente immaturo e presuntuoso".

"Oggi, gli occidentali infantili o adolescenziali credono che un mondo senza dèi, senza frontiere, senza multinazionali e senza atomiche sia solo una pia o un’empia illusione. Forse un giorno gli occidentali maturi si accorgeranno che altrettanto illusorie apparivano le nazioni ai tempi delle città-stato, le confederazioni o gli imperi ai tempi degli stati nazionali, e le superpotenze prima della Guerra Fredda".

"Purtroppo, come le nazioni si sono costituite con guerriglie fra le città, le confederazioni e gli imperi con guerre fra le nazioni, e le superpotenze con la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, anche il nuovo ordine mondiale si costituirà con una Terza Guerra Mondiale, combattuta tra l’Occidente e il resto del pianeta. La Quarta, come disse Einstein, si combatterà poi tra bande armate di pietre e bastoni. […] ".

"In realtà, ci sarebbe anche una soluzione alternativa: che l’Occidente ammettesse le proprie secolari malefatte, compensasse gli enormi danni provocati, rinunciasse a dominare l’intero pianeta, e concordasse insieme al resto dell’umanità un governo mondiale democratico. Sarebbe la soluzione razionalmente più sensata, eticamente più equilibrata, moralmente più giusta e politicamente più pacifica, ma non rientra nel carattere aggressivo, arrogante e prevaricatore dell’Occidente, come questo libro ha cercato di dimostrare. E dunque, non verrà scelta spontaneamente".

"Comunque chi sopravviverà, vedrà. Ma scommetto che non sarà una bella visione, comunque andrà".

domenica 15 settembre 2024

La civiltà occidentale

 "Cosa penso della civiltà occidentale?  Penso che sarebbe una bella cosa".  Mahatma Gandhi   

Molti grandi pensatori, non erano molto convinti dei benefici che apporta la cosiddetta civiltà occidentale all'individuo.

Dostoevskij, dopo dieci anni di Siberia, aveva finalmente ottenuto la libertà, e nel 1862 fece il primo viaggio all'estero. Passò per vari Paesi europei (Austria, Inghilterra, Germania, Svizzera, Italia e Francia) ricevendo dovunque un'impressione altrettando negativa del modo di vita occidentale. "All'occidentale piace enormemente commerciare, ammassare una fortuna, avere quanta più roba si può: questo è diventato il massimo codice di moralità, il catechismo dell'occidentale (...)  l'identica libertà per tutti di fare quel che si vuole, nei limiti della legge. E quando si può fare tutto quello che si vuole? Quando si diventa ricchi e si ha un milione..."

Gandhi riporta alcune frasi prese dal libro Civiltà: causa e cura (1889) del grande scrittore Edward Carpentier "Un uomo che vive sotto il flagello della civiltà è come un sognatore: crede al suo sogno, ed esce dall'ingannos solo quando si sveglia. (...)   Una volta si veniva schiavizzati fisicamente, oggi mentalmente".

Schopenhauer scriveva: "Le mete banali verso le quali l'umanità indirizza i suoi sforzi (il possesso materiale, il successo esteriore, il lusso) mi sono sempre apparse spregevoli".  (...) La guerra mi sembra ignobile e spregevole. Preferirei lasciarmi fare a pezzi, piuttosto che partecipare a un'azione così miserabile".  La mia considerazione dell'umanità è così alta, da farmi credere che questo flagello sarebbe da tempo scomparso, se il buon senso delle popolazioni non fosse stato sistematicamente corrotto dagli interessi politici e commerciali, per mezzo della scuola e della stampa".

Albert Einstein nel suo contributo al libro Filosofie viventi pubblicato nel 1931 evidenziava: "Ogni giorno mi accorgo del fatto che la mia vita si basa sul lavoro altrui, e che troppo spesso io lo sfrutto ingiustamente. Considero tutte le defferenze di classe ingiuste, e in ultima analisi basate sulla violenza".  In economia era favorevole al socialismo e contrario al consumismo; in politica auspicava il disarmo nucleare e l'avvento di un governo mondiale. Nel 1955 tre giorni prima di morire firmò il Manifesto Russel-Einstein sul pericolo delle arme nucleari. Questo ultimo atto ispirò la nascita del movimento Pugwash degli scienziati contro l'atomica, che nel 1995 vinse il premio Nobel per la pace. 

Martin Luther King in uno dei suo ultimi discorsi disse: il primo male che afflige la nostra civiltà e società è il razzismo, il secondo è il materialismo, il terzo è il militarismo. "Fino a quando le macchine e i computer, il profitto e le proprietà continueranno a essere considerati più importanti delle persone, questa triade non sarà sconfitta"   "Qualunque cosa abbiate, ne volete di più. dovunque siate, volete andare altrove. Le vostre macchine non vi permettono di salvare né il tempo, né l'anima".

Konrad Lorenz sottolineava i peccati della nostra civiltà tra cui la sovrappopolazione, la devastazione dello spazio vitale naturale, la competizione fra gli uomini.

Aleksandr Solzenicyn, il più famoso critico vivente del comunismo, fu sottoposto a censura in Unione Sovietica, e durante una conferenza disse: "Una persistenze cecità, che nasce da un illusorio senso di superiorità, induce l'Occidente a credere che tutte le vaste zone in cui è diviso il nostro pianeta debbano seguire uno sviluppo che le porterà a sistemi analoghi al suo.  (...) Se mi chiedessero di proporre al mio Paese l'Occidente come modello, dovrei rifiutare con franchezza. Il sistema occidentale, nel suo attuale stato di esaurimento spirituale, non presenta per noi alcuna attrattiva.   (...) Un'anima umana aspira a qualcosa di più elevato della nauseante pressione della pubblicità, dell'abbrutimento della televisione e dei clamori di una musica insopportabile.   (...) La prossima guerra, non necessariamente nucleare, può seppellire definitivamente la società occidentale.  In Occidente non viene riconosciuto all'uomo nessun compito più elevato dell'acquisizione della felicità terrena. E di porre alla base della civiltà occidentale la pericolosa tendenza a prosternarsi davanti all'uomo e ai suoi bisogni materiali".  Nel 1990 mise in guardia il mondo dai problemi derivanti da un'eventuale separazione dell'Ucraina dalla Russia. Una affermazione veramente indovinata visto il conflitto attuale tra Ucraina e Russia.

Occidentalismo.  Il modello occidentale si diffonde, non perchè meriti di difforndersi, ma perchè è il più adatto a farlo.  Gli occidentali hanno stilato un decalogo:

  • occidentalismo: gli occidentali pensano che sono il meglio del mondo, e gli unici degni di considerazione,
  • cristianesimo : solo la religione cristiana è vera,
  • colonialismo; il mondo è a nostra completa disposizione,
  • militarismo: siamo i più armati e comandiamo noi,
  • razzismo: bianco è bello,
  • classicismo: deriviamo dai Greci che erano i migliori,
  • idealismo: solo noi siamo capaci di pensare,
  • capitalismo: solo l'economia capitalista funziona,
  • democrazia: solo noi siamo veramente democratici,
  • libertà di parola: solo noi siamo veramente liberi di esprimere le nostre opinioni.

Il modello economico-politico dell'Occidente è basato sulla combinazione di mercato e democrazia, e visto che ci piace e crediamo che sia il migliore possibile, pensiamo di esportarlo dovunque. D'altronde, oggi, qualunque scrittore o attore di successo, per non parlare di qualunque calciatore o cantante di successo, riceve più esposizione e attenzione di "qualunque" premio Nobel. E la virtualità prende il sopravvento sulla realtà.

Questo modello però non può essere buono per tutti, perchè qualcuno ci guadagna e gli altri ci perdono. Infatti la distribuzione della ricchezza nel mondo è completamente squilibrata a favore dell'Occidente. E' un modello difficilmente esportabile.  Con l'istituzione del G7, il 10% del mondo controlla il 90% della ricchezza.  La Russia fece parte del G7 dal 1998 fino al 2014, in questa data fu esplulsa per aver invaso la Crimea. Invasione, evidentemente, considerata dagli occidentali più disdicevole delle invasioni dell'Afganistan e dell'Iraq (invasione coordinata da una coalizione guidata da USA e Regno Unito). Altro organismo, la NATO, nata nel 1949, si attribuisce il ruolo di poliziotto globale, effettuando una serie di interventi armati in Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Libia e Siria. E la sua espansione ad Est è stato il casus belli che ha provocato nel 2022 l'intervento russo in Ucraina. 

La corte Penale internazionale dell'Aia è stata fondata nel 2003 e riconosciuta da 123 Paesi, tra i quali non ci sono gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, Israele, l'Ucraina. Fino ad ora ha applicato i famosi due pesi e due misure arrestando e condannando solo leader di Paesi africani.

Cristianesimo.  Nel momento che un popolo inizia a pensare che c'è un unico vero Dio, ed è il suo, diventa una mina vagante pronta a detonare, non appena incontra ed entra in collisione con un altro popolo che la pensa alla stessa maniera, ma riguarda un Dio diverso. Il cristianesimo si sarebbe potuto interpretare come una versione non violenta del giudaismo, una sorta di religione dell'amore, se non fosse incorso in un grave errore, ossia incitare gli apostoli ad "andare a predicare a tutte le creature", e minacciare che "chi non crederà sarà dannato". Il cristianesimo è diventata una religione proselitista, come del resto l'Islam e sono presenti nell'intero globo. Per la conquista del mondo, il cristianesimo doveva essere non solo violento e proselitista, ma anche armato.... E sono state portate avanti nel tempo una serie di guerre di religioni al grido di "Dio lo vuole", vedi tutte le crociate.  In questo modo l'eredità cristiana, ha spianato la via al colonialismo, al militarismo, e al razzismo dell'Occidente moderno. Lo stesso Bush quando ha bombardato l'Iraq ha usato letteralmente il termine "crociata" per la sua guerra al terrorismo. Negli Stati Uniti si fece strada l'idea del "destino manifesto" di diffondere la democrazia nel continente americano e nel mondo. Fu così che noi occidentali, bianchi e cristiani, arrivammo a credere di essere i migliori, solo perchè gli altri Non avevano tutti quei difetti che noi consideriamo pregi caratteriali e segni di intelligenza: l'intraprendenza, l'arroganza, la prevaricazione, la volontà di potenza e l'abuso della forza.

Alcune date significative per capire il mondo di oggi:  Nel 1914 l'Europa controllava l'85% delle terre emerse, sotto forma di colonie e protettorati. Decolonizzazione 1945-1991,  globalizzazione 1991-2022, L'8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmarono a Belaveža l'accordo che sanciva la dissoluzione dello Stato sovietico. In seguito l'Unione Sovietica venne sciolta formalmente dal Soviet delle Repubbliche il 26 dicembre 1991, mantenimento della NATO, nel 1996 Clinton decise di allargarla, intervista a Putin di Oliver Stone nel 2017,  L'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 segna un nuovo periodo buio nelle relazioni tra l'Occidente e il resto del mondo. è stata una tragedia annunciata.  Nel 1948 si assiste alla procreazione, assistita dalle grandi potenze, dello Stato di Israele. La strategia israeliana si basa sulla cosiddetta dottrina Dahiya, che prevede una guerra asimmetrica basata su un uso sproporzionato della forza, in contrasto con il diritto internazionale moderno. Il consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite fondato nel 2006, ha emesso una serie di risoluzioni che condannano Israele, e ogni anno viene approvata una risoluzione per La pacifica composizione della questione Palestinese, con i voti contrari di Israele e Stati Uniti,  ma queste risoluzioni non sono state ancora applicate.

I dati dell'Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma attestano che fino al 2022 nel mondo si spendevano 2.000 miliardi di dollari in armamenti. Di questi l'80% lo spendevano i soli Stati Uniti, e del resto il 16% veniva speso dalle nazioni europee. L'idea di una guerra giusta dovrebbe essere un ossimoro almeno per chi professa il comandamento "non uccidere". Gli Stati Uniti nel trentennio della caduta dell'impero sovietico hanno effettuato 251 interventi militari, senza lasciare un singolo anno scoperto dal 1980. Spesso la guerra è il terrorismo dei potenti    e      il terrorismo la guerra dei deboli. 

In Occidente piano piano si sta affermando una nuova ideologia in cui la natura viene sistematicamente distrutta, viene promossa la pseudo cultura, la virtualità sta prendendo il sopravvento sulla realtà, l'oggettività e i fatti storici sono messi da parte a favore della soggettività e l'interpretazione personale,  prevalgono le opinioni e la rabbia, il diritto internazionale viene sistematicamente calpestato.  Il non distinguere la vecchia realtà dalla nuova virtualità delle rete porta ad eventi drammatici, come il suicidio in diretta su Tik Tok di Vincent Plicchi. L'avvento dell'intelligenza artificiale e di ChatGpt annulla tutti i vecchi reati di plagio.   Anche il mito del liberismo economico e la crescita all'infinito dovrebbe essere rivisto.  Anche la percolazione, ossia l'idea che se i ricchi si arricchiscono, anche i poveri stanno meglio, perchè raccolgono le briciole che cadono dal tavolo è falsa. Dai rapporti dell'OXFAM risulta che l'1% della popolazione mondiale posssiede il 60% delle ricchezze, e il 10 % ne possiede il 90 %.  Un mito dell'Occidente è l'idea della crescita infinita che diventa di anno in anno sempre più insostenibile, soprattutto con la sovrappopolazione attuale. Non a caso in Occidente, il benessere ha cominciato a influenzare e limitare le nascite. Per mantenere la crescita costante del 2% annuo si dovrebbero raddoppiare o triplicare entro il 2050 il livello di consumo delle risorse del 2000, che è invece considerato l'insuperabile livello di guardia (dal rapportoValutare l'uso delle risorse globali dell'UNEP nel 2017).  Un altro mito è il Prodotto Interno Lordo (PIL) che indica il valore complessivo di beni e servizi finali prodotti da un paese in un anno.  Un indicatore che non indica la qualità di vità, che è stato a volte sostituito dal IPG (Indicatore Prodotto Genuino) che tiene conto dei costi ambientali nel produrre beni e servizi dal FIL (la felicità interna lorda) in quanto la felicità è uno dei diritti inalienabili insieme alla vita e la libertà.  Questo indicatore è stato considerato più rilevante del PIL nel Bhutan del re Jigme Singye Wangchuck, nel Sud-Africa di Nelson Mandela e nell'Uruguay di Pepe Mujica.  In Italia il debito pubblico è arrivato nel 2024 a 2.900 miliardi a fronte di una ricchezza finanziaria privata (derivante da depositi, azioni, obbligazioni, investimenti, assicurazioni) di quasi il doppio, 5.300 miliardi. L'evasione fiscale è calcolata ogni anno a 100 miliarid di euro l'anno. Una buona parte di questa ricchezza privata è appunto derivata dal debito pubblico, basterebbe imporre una patrimoniale del 50% per azzerare il debito pubblico che ci costa sotto forma di interessi circa 100 miliardi l'anno.

Anche la democrazia reale in Occidente è ben lungi dall'essere ideale. Il premio Nobel per l'economia Kenenth Arrow ha dimostrato matematicamente l'impossibilità della democrazia ideale, che è dunque irrealizzabile. Lo slogan "un uomo, un voto" ha nel tempo perso la sua validità, in quanto si affermano sistemi maggioritari   e  con la scarsa affluenza alle urne di questi ultini anni, si passa ad una dittaura della minoranza.

Libertà di parola.  Oggi nelle società moderne, ai tre poteri tradizionali (legislativo, esecutivo, giudiziario) che dovrebbero tendere all'equilibrio ( a volte c'è il parlamentarismo, o il governismo o giustizialismo a seconda di quale dei tre prevale)   si aggiunge il Quarto Potere (termine preso dal film di Orson Welles del 1941, il primo che usò questo termine fu Edmun Burke nel 1771) che comprende tutti i mezzi di comunicazione di massa attraverso i quali si diffondono i fatti e i valori, le notizie pubbliche e oggettive, e le opinioni private e soggettive.   I giornalisti, occupano l'intero campo dell'informazione: social media, Internet, televisioni, radio, giornali e sono diventati la cassa di risonanza di quello che si potrebbe definire il Quinto Potere: costituito dal sistema economico, l'industria e la finanza.   Inoltre, è sempre più diffuso questo legame tra politica e giornalismo, molti giornalisti ricoprono e hanno ricoperto incarichi politici e istituzionali (Gianni Letta, Giovanni Spadolini, David sassoli, ecc). Per fortuna ci sono anche grandi giornalisti che hanno rifiutato incarichi come Indro Montanelli. 

Da un paio di decenni ( con lo sviluppo di Internet) è in atto una grande campagna di indottrinamento,  avente per obiettivo di affermare il paradigma dominante, in cui vengono usati i mezzi della disinformazione, delle verità parziali, delle affermazioni mezze vere e mezze false, delle leggende metropolitane e delle pure e semplici verità. La più eclatante menzogna fu la presentazione nel 2003 delle prove di inesistenti "armi di distruzione di massa" da parte degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Ciò permise a Bush di giustificare l'inizio della guerra in Iraq.  Anche molti classici letterari e film sono stati ri-eleaborati storicamente per fornire un'immagine edulcurata del periodo coloniale. I premi Oscar per i film e i premi Nobel per la Pace e la Letteratura sono stati assegnati solo a bianchi o ai non-occidentali dissidenti.  Molti hanno rifiutato i Nobel: Marlon Brando (miglior attore) nel 1973 motivando questa scelta "per il trattamento degli indiani americani da parte dell'industria cinematografica", nel 1973 Le Duc Tho ha rifiutato il Nobel per la Pace "perchè in Vietnam gli accordi non erano stati rispettati, le armi non tacciono e la pace non è stabilita";  Sartre rifiutò il Nobel per la letteratura con questa motivazione " La sola lotta possibile sul fronte della cultura è quella per la coesistenza pacifica delle due culture dell'Est e dell'Ovest, oggi rifiuto il Nobel come domani rifiuterei il premio Lenin".

Oggi, purtroppo molti giornalisti costituiscono il MainStream, o la Voce del Padrone, e sono facilmente individuabili dal linguaggio che usano, slogan e parole d'ordine per semplificare la trattazione come "c'è un aggressore e un aggredito" per stare dalla parte dell'aggredito come nel caso della guerra in Ucraina,  peccato che lo stesso slogan non è stato usato quando gli USA invadevano l'Iraq, e l'Afghanistan, e non è usato nel caso dell'occupazione israeliana della Palestina (basterebbe vedere una cartina dal 1948 al 2020 per vedere la perdita del territorio palestinese, la risoluzione dell'ONU prevedeva la costituzione di due stati. Lo Stato di Palestina è uno Stato situato nel Vicino Oriente, osservatore permanente presso le Nazioni Unite, de facto illegalmente occupato in gran parte da Israele); o vedere una cartina sull'allargamento ad est della NATO dal 1999 al 2024).

Nei Paesi occidentali si possono instaurare, quando servono, periodi di sospensione della legalità e di leggi speciali. Vedi in America il Maccartismo e la caccia alle streghe contro i presunti intellettuali comunisti, o la lotta al terrorismo dopo l'11 settembre 2001. In Italia si può prendere l'esempio degli anni di piombo contro i vari gruppi (di destra o sinistra) che praticavano la lotta armata.  Poi ci sono i casi eclatanti del giornalista Julien Assange,  dell'ex-militare Bradley/Chelsea Manning e dell'informatico Edward Snowen, perseguiti e perseguitati per aver divulgato segreti di Stato riguardanti attività illecite dell'esercito e dei servizi di sicurezza americani.

Siamo nel mondo preconizzato da Huxley  nel Mondo Nuovo (1932) che prevedeva che nessuno avrebbe più letto libri, avremmo avuto così tanta informazione da rintontirci, la verità sarebbe annegata in un mare di irrilevanza, la cultura sarebbe morta nella banalità.  Oggi viviamo, infatti, in un rintontimento collettivo in cui non contano più i fatti ma le fantasie. Ciò che caratterizza la quotidianità sono i giochi di ruolo, i talk show, le serie televisive, programmi spazzatura. I nostri occhi sono perennemente incollati allo schermo e fra poco il virtuale sostituirà il reale...   Gli obiettivi dell'informazione non sono la rilevanza dei fatti e la veridicità della descrizione, ma l'irrilevanza delle opinioni e la verosimiglianza dei racconti.  Preparare il terreno per le idee alla moda che dovranno essere propagate in tutti i canali possibili, sommergere le altre idee, se non bastasse entra in gioco la censura sui media e sui social (basta ascoltare le ultime dichiarazioni di Mark Zuckerberg  agosto 2024 sulle “Pressioni dalla Casa Bianca sui contenuti Covid”).

Personaggi famosi che parlano dell'Occidente

Molti personaggi famosi, nonostante le ampie divergenze geografiche, culturali e politiche hanno espresso un giudizio non troppo positivo nei confronti dell'Occidente. Di seguito vengono riportati alcuni interventi (Dal libro C'è del Marcio in Occidente ).

Il romanziere portoghese José Saramago (1922-2010), vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1995; il riconoscimento internazionale arrivò un po' tardi con tre libri: Storia dell'assedio di Lisbona, Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Cecità Fu un intellettuale politicamente e socialmente impegnato, dichiarò che la nostra democrazia che cerchiamo di portare come una religione al resto del mondo è ben lontana dalla democrazia dei Greci, saggi e ingenui.  Asseriva: "abbiamo sperimentato che le vaste aree di potere a livello nazionale e internazionale si trovano nelle mani di criminali di vario tipo.  Ci servirebbe a poco una democrazia, per quanto equilibrata nelle sue strutture interne e al suo funzionamento, se essa non costituisse la radice e la ragione di un'effettiva e concreta democrazia economica e culturale".    Il mercato è lo strumento per eccellenza del vero indiscutibile potere che è la finanza mondiale. Per parlare il linguaggio del mercato, prima di esportare la nostra democrazia al resto del mondo dovremmo trovare il modo di produrla e ditribuirla meglio a casa nostra. Il mondo ha bisogno di molto di più di quell'illusione democratica a cui spesso si riduce.  Nel Saggio sulla lucidità  José Saramago si chiede: "Cosa succederebbe a un paese se alle elezioni i cittadini decidono in massa di votare scheda bianca? Quali ingranaggi vengono sollecitati fino alla rottura, quali contromisure andranno messe in atto?"  Il saggio è un viaggio alla scoperta delle radici oscure del potere, uno sguardo nuovo e spietato sui meccanismi del mondo nel quale esercitiamo (o crediamo di esercitare) ogni giorno la nostra libertà.

Edward Said (1935-2003) è il più noto e discusso intellettuale palestinese del Novecento. Nato a Gerusalemme, insegnò alla Columbia University di New York;  ha potuto osservare da entrambe le parti  il rapporto tra Oriente e Occidente.  Dal punto di vista politico ha analizzato la questione palestinese definendola "la tragedia di essere vittima delle vittime". E' diventato famoso con il famoso libro Orientalismo (1978) in cui ha messo in evidenze le stereotipate ed eurocentriche rappresentazioni dell'Oriente, In Cultura e imperialismo ha sottolineato che tutta la produzione artistica letteraria dell'Occidente è stata usata come copertura e giustificazione intellettuale del colonialismo globale, dall'Africa alle Americhe. Le popolazioni barbare e primitive capiscono solo la forza e la violenza, e meritano di essere dominati...

Il terrorista saudita Osama bin Laden (1957-2011) coordinò l'attacco alle torri gemelle nel 2001 nel quale morirono  2977 persone. Gli Stati Uniti, con una coalizione della NATO invasero l'Afghanistan e poi l'Iraq, Siria, Libia, Yemen, Somalia facendo tra uno e due milioni di vittime. Obama fu ucciso dai servizi segreti americani nel 2011 in Pakistan.    Scrisse e pubblicò nel 2002 una ampia e articolata Lettera all'America per spiegare il suo gesto e perchè combatteva contro gli americani.  In quella lettera scriveva: "La nostra religione e la nostra ragione ci dicono che gli aggrediti hanno il diritto di rispondere alle aggressioni. (...) Ci dispiace dirlo, ma la vostra è la peggiore civiltà della storia umana,  avete invaso e distrutto più paesi di chiunque altro, E siete gli unici ad aver usato la bomba atomica per ben due volte.  (...)  Pretendete il rispetto delle leggi internazionali da parte degli altri, ma insieme ad Israele, avete disatteso per mezzo secolo le risoluzioni delle Nazioni Unite, (...) gli americani hanno liberamente eletto i loro governi e spalleggiato le loro politiche e finanziato gli armamenti, pertanto gli americani non sono innocenti".

L'ambientalista e vice-presidente degli Stati Uniti, Al Gore (1948- ) sottolineò insostenibilità della crescita all'infinito, sottolineando l'aumento della popolazione da 2 miliardi nel 1945 ai 7 miliardi di oggi,  e propose un piano per salvare la Terra dal riscaldamento globale nel 1997  a Kyoto. Piano che non fu mai ratficato dagli USA.  Dichiarava: "Il problema è serio, ma è risolubile, e abbiamo i mezzi per risolverlo. Ci mancano solo la volontà politica e la determinzione sociale di farlo". Il suo documentario Una scomoda verità vinse nel 2006 due premi Oscar.  Vinse il premio per la pace nel 2007 condividendolo con il panel intergovernativo sul cambiamento climatico. 

Il dissidente australiano Julian Assange (1971- ) nel 2010 ha pubblicato, con la sua associazione WikiLeaks un gran numero di documenti sui crimini di guerra compiuti dagli USA in Iraq, trafugati dal militare Bradley Manning, che fu condannato a 35 anni di prigione e che poi ottenne la grazia dal Presidente degli USA Obama. Assange è stato perseguitato e accusato di vari reati, e ha passato sette anni nell'ambasciata dell'Ecuador e cinque anni nelle prigioni inglesi con la minaccia di estradizione in America dove è stato accusato di spionaggio.  Nel 2024, dopo essersi dichiarato colpevole e aver patteggiato con gli Usa, il fondatore di WikiLeaks è un uomo libero. Nel suo caso si è trattato di censura allo stato puro, e gli USA hanno dimostrato la loro ipocrisia nel confronti della libertà di parola e il tradimento dei valori della Rivoluzione Americana. Nell'Occidente democratico non si perseguono le persone che compiono i crimini di guerra, ma si perseguitano i coraggiosi che li denunciano.

Pepe Mujica (1935- ) è stato presidente dell'Uruguay dal 2010 al 2015. Durante il  suo mandato fu amatissimo in patria e popolarissimo all'estero, grazie al suo stile di vita sobrio, le parole semplici, e le sue riforme. Nel suo discorso sullo Sviluppo Sostenibile si chiedeva: "il mondo ha risorse sufficienti per permettere a otto miliardi di persone di consumare e sprecare al ritmo dell'opulento Occidente? La nostra civiltà è figlia del mercato e della competizione. non si può sviluipapre la solidarietà in una economia basata sulla competizione. La società è caratterizzata dal consumo estremo e il mercato ci fa lavorare continuamente per sostenere la civiltà dell'usa e getta. (...) Epicuro e Seneca dicevano che il povero non è chi ha poco, ma chi ha bisogno di tanto, e desidera sempre di più. (...) La crisi idrica e la crisi ambientale, non sono cause, ma effetti. La causa è il nostro tipo di civiltà, e dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere.  (...) Molte persone passano il loro tempo a lavorare per accumulare sempre di più e arriva il momento, che si accorgono che la vita gli è passata davanti. Lo sviluppo deve essere a favore della felicità umana, dell'amore su questa terra, delle relazioni umane, dell'attenzione ai figli, all'amicizia, alla giustizia, alle cose elementari.  E' la felicità, il tesoro più importante che abbiamo".

Il drammaturgo nigeriamo Wole Soyinka (1934 - )  è l'unico africano nero ad aver vinto un premio Nobel nel 1986 ed ha sperimentato sulla sua pelle i danni del colonialismo. Ha passato due anni in detenzione, e dovette rimanere in esilio per quattro anni. Non stupisce che, con queste premesse, Wole Soyinka sia diventato il protavoce di un intero continente e di un'intera cultura, e il suo libro Africa del 2012 offre una visione fondamentalmente critica del colonialismo militare, politico, religioso e culturale inflitto dall'Occidente al Continente Nero. In particolare, critica la modalità con la quale i cartografi europei dettero vita ai nuovi Stati Africani, usciti dalla fine del colonialismo tracciando confini fittizi e tracciando stati inesistenti, modalità che non teneva conto delle culture, etnie, ecc..

Il segretario generale del Ministero degli esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar  (1955- )  nel 2023 all'assemblea delle Nazioni Unite è intervenuto dando voce ai sentimenti dell'India e dell'intero terzo mondo chiedendo l'allargamento e la modernizzazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU  e dichiarando: " Le misure per il clima non possono sancire l'evasione dalle responsabilità storiche di alcuni stati. (...) I mercati non possono essere utilizzati per incanalare cibo e energie dai poveri ai ricchi. (...) Non si deve permettere che le risposte al terrorismo, all'estremismo e alla violenza siano determinati dalla convenienza politica. E il rispetto dell'integrità territoriale e la non interferenza negli affari interni delle nazioni non si possono esercitare a capocchia. Il Sud Globale sente fortemente che senza una genuina solidarietà non ci può essere fiducia reciproca". 

Anche il papa argentino Jorge Bergoglio (1936- ) ha criticato diverse volte l'operato dell'Occidente. Ha spesso ricordato che il suo Paese ha sofferto a lungo a causa delle angherie delle quattro dittature imposte dagli Stati Uniti 1966-1973 e 1976-1983, e delle misure di austerità imposte dal Fondo Internazionale nel 2001 e 2018.   Ha ricordato a proposito della guerra Russia-Ucraina che "Forse l'abbaiare della NATO alle porte della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un'ira che non so dire se sia stata provocata, ma forse facilitata si".  Con l'enciclica Luadato sì del 2015 e con quella del 2023 critica il paradigma tecnocratico che è alla base dell'attuale degradazione ambientale e la crescita infinita. L'immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell'essere umano. La decadenza etica del potere reale è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l'opinione pubblica attraverso di essi. Non sarà più utile sostenere istitutzioni che preservano i diritti dei più forti, senza occuparsi dei diritti di tutti. Cita poi l'ironia di Soloviev sul secolo in cui stiamo vivendo:  "Un secolo così progredito che gli è perfino toccato in sorte di essere l'ultimo".  

sabato 31 agosto 2024

I testi fondamentali sullo Yoga: Bhagavad Gita, Yoga Sutra, Hatha Yoga Pradipika

Lo Yoga non presenta un’unica forma ed un’unica tradizione. Le tradizioni yogiche sono parecchie e tendono a moltiplicarsi, ma tre tradizioni fondamentali si sono affermate nel tempo e da esse le altre tradizioni hanno tratto la loro origine.  Esse sono, in successione, il Kriya Yoga, il Raja Yoga e lo Hatha Yoga.

Si passa dall’esperienza spontanea dell’estasi mistica del Kriya Yoga, all'induzione scientifica della trance estatica del Raja Yoga e da questo alla sua variante “corporea" dello Hatha Yoga.  

I testi fondamentali di queste tre tradizioni sono:

  • La Bhagavad Gita, è la prima testimonianza riguardante il Kriya Yoga, databile al V-I sec. a.C. 
  • Lo Yoga Sutra, è il primo trattato sistematico del Raja Yoga, e risale tra il II sec. a.C. e V sec. d. C.
  • La Goraksa Sataka, la prima esposizione dello Hatha Yoga, è probabilmente dell’XI secolo d.C. La sua esposizione più compiuta, lo Hatha Yoga Pradipika, è datata 1629
Riporto di seguito il link ai testi completi in Pdf presi dal ricchisssimo sito di Gianfranco Bertagni ( http://www.gianfrancobertagni.it/ ).   Gianfranco Bertagni insegna presso la Scuola di Filosofia Orientale (www.scuoladifilosofiaorientale.it) ed è docente all'interno della cattedra di Storia delle Religioni.

Testo completo della Bhagavad Gita: 

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/bhagavad.htm

 https://www.yogawaytrieste.org/files/Download/BHAGAV_GITA.pdf                 

Testo completo degli Yoga sutra

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/yogasu.pdf 

http://www.yogawaytrieste.org/files/Download/Patanjali_Claudio_Biagi.pdf

Testo completo dello Hatha Yoga Pradipika: 

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/tantra/donnini.pdf

 http://www.yogawaytrieste.org/files/Download/hatayoga_pradipika.pdf

La definizione di Yoga

Quella che segue è l'interpretazione di Giulio Cesare Giacobbe degli Yoga Sutra che si basa sulla traduzione letterale del testo originale riportata da I.K. Taimni. I.K. Taimni (1898-1978) è stato professore di chimica presso l’Allahabad University (India), studioso di yoga, di filosofia indiana e figura di spicco della Società Teosofica. Il libro che l’ha reso celebre in Occidente è stato La scienza dello yoga.   Giulio Cesare Giacobbe ( 1941- ) è uno scrittore e psicologo italiano, autore di numerosi libri di psicologia.     

Gli Yoga Sutra di Patanjali, il testo base dello yoga,  è un manuale tecnico.  I sutra o aforismi,  descrivono la tecnica psicofisica dello Yoga e descrivono dettagliatamente il Kaivalya, la trance estatica che è il vero obiettivo dello Yoga. La trance estatica è uno stato alterato di coscienza in cui si realizza il Sat-Chit-Ananda, la coscienza di pura esistenza. Uno stato di beatitudine.
La descrizione della tecnica psicofisica rientra nella trattazione psicologica. Gli Yoga Sutra di Patanjali  (datazione tra II sec. a.C.  - V sec. d.C.) sono un trattato di psicologia (uno dei primi nella storia umana), comprendente anche considerazioni sulla psicologia generale umana.

La trance estatica è caratterizzata dalla perdita delle percezioni fondamentali (della realtà ambientale, della particolarità oggettuale, dell’Io, del tempo e dello spazio) normalmente presenti nella percezione ordinaria. E’ uno stato estremamente gratificatorio per il praticante e si ha quindi una percezione di cosmicità e di onniscienza. L’assenza della percezione dello spazio dà luogo ad una percezione di omnipresenza.  L’assenza della percezione del tempo dà luogo ad una percezione di eternità. L’assenza della percezione dell’Io, dà luogo ad una totale assenza di tensione e quindi ad una percezione di beatitudine.

La cultura indiana ha elaborato una tecnica psicologica capace di generare la trance estatica: essa è stata chiamata Yoga. 
Nella seconda metà del primo millennio a.C. sono apparsi i primi documenti letterarî esplicitamente riferiti ad una tradizione yogica: la Bhagavad Gita (V-I sec. a.C.) e gli Yoga Sutra (II sec. a.C.?).

La tradizione letteraria dello Yoga è stata costituita nel seguito, fino ai nostri giorni, sostanzialmente da commenti a quelle prime due opere capitali.  Essi sono commenti di natura filosofica, avendo assunto la figura metafisica del Purusha (dalla filosofia Sankhya)  o  Atman ( dalla filosofia Vedanta) un’importanza preponderante sul piano della speculazione teorica rispetto all’approfondimento della tecnica di induzione della trance estatica. Al punto da passare da una dimensione personale ad una dimensione impersonale con il ricorso, in ultimo, alla filosofia Advaita Vedanta che con Vivekananda ed Aurobindo ha assunto un aspetto dichiaratamente teologico.

Anche la dimensione metafisica è importante per lo Yoga. La trance estatica,  in assenza della percezione dell’Io, si configura idealmente come identificazione del soggetto con un’entità cosmica assoluta. La dimensione metafisica ha nello Yoga una funzione puramente strumentale a livello psicologico, ma non coincide con la sua essenza.  Lo Yoga non è una filosofia,  è in sé una tecnica psicologica. Questo fatto non è mai stato perduto di vista nella tradizione pratica dello Yoga, quasi esclusivamente orale. Nessuno ha mai sperimentato lo stato di trance estatica in seguito alla lettura dei commenti filosofici della tradizione teorica dello Yoga. Chi ci è riuscito, lo ha fatto in seguito all’applicazione della tecnica psicologica tramandata dalla sua tradizione pratica.

Lo Yoga viene praticato, in tutte le sue tradizioni, negli Ashram (specie di conventi) sotto la direzione di un Guru, o maestro, che è nello stesso tempo istruttore tecnico e maestro spirituale. L’accesso allo Yoga  è  una via iniziatica, gli insegnamenti impartiti sono vincolati dal giuramento del segreto per due ragioni: la p rima è l'esigenza di protezione del patrimonio di sapere del maestro;  La seconda è basata sulla consapevolezza che non tutti possono fare questo percorso soprattuto persone con psicosi o nevrosi avanzata.

Lo Yoga non presenta un’unica forma ed un’unica tradizione. Le tradizioni yogiche sono parecchie e tendono a moltiplicarsi, ma tre tradizioni fondamentali si sono affermate nel tempo e da esse le altre tradizioni hanno tratto la loro origine.  Esse sono, in successione, il Kriya Yoga, il Raja Yoga e lo Hatha Yoga:

  • La Bhagavad Gita, la prima testimonianza che riguarda il Kriya Yoga, è databile al V-I sec. a.C. 
  • Lo Yoga Sutra, il primo trattato sistematico del Raja Yoga, risale tra il II sec. a.C. e V sec. d. C.
  • La Goraksa Sataka, la prima esposizione dello Hatha Yoga, è probabilmente dell’XI secolo d.C. La sua esposizione più compiuta, lo Hatha Yoga Pradipika, è datata 1629.

Ad una successione temporale delle tre tradizioni fondamentali corrisponde una loro successione esperenziale: dall’esperienza spontanea dell’estasi mistica del Kriya Yoga si passa all’induzione scientifica della trance estatica del Raja Yoga e da questo alla sua variante “corporea” dello Hatha Yoga.                                                                                                                                        

Nel Kriya Yoga l'obiettivo è il cosiddetto stato di illuminazione, in cui è assente, fra le percezioni fondamentali, la sola percezione dell’Io. Nel Raja Yoga, ci sono la concentrazione della percezione su un oggetto (Dharana) e l’iterazione della percezione di un medesimo oggetto (Dhyana), ad innescare il processo dell’autoipnosi (Samadhi) che sfocia nella trance estatica (Kaivalya). 

Lo yoga ha distinto tre tipi psicologici fondamentali, e per ciascuno di essi ha elaborato una metodica psicologica particolare: il Bhakti Yoga, il Karma Yoga, il Jnana Yoga.

  • Bhakti significa devozione. Il Bhakti Yoga è la via del mistico.
  • Karma significa azione. Il Karma Yoga è la via dell’uomo d’azione. Il comportamento viene caratterizzato quindi da un completo ed assoluto altruismo, ove l’attenzione è rivolta all’esterno e l’Io è quindi ignorato
  • Jnana significa conoscenza. Il Jnana Yoga è la via del filosofo. L’identificazione dell’Io con la coscienza cosmica impersonale viene conseguita nel Jnana Yoga attraverso l’attività del pensiero razionale.

Aurobindo ha proposto la fusione delle tre metodiche del Kriya Yoga in un unico Yoga comportamentale integrale che facendo leva contemporaneamente sulle tre componenti fondamentali della psichicità umana conduce ad un coinvolgimento totale della personalità nell’esperienza mistica ed ha affermato non senza fondamento che tale Yoga integrale era precisamente la forma originaria di Kriya Yoga.

Raja Yoga significa “Yoga regale”: esso è considerato la tradizione principale, più compiuta, dello Yoga, la sua forma classica. E' di fatto la tradizione in cui le metodiche psicologiche presentano il maggiore sviluppo ed una forma propriamente scientifica. Il Raja Yoga è probabilmente derivato da un’analisi e da una rielaborazione scientifica dei processi indotti dal Kriya Yoga, le quali hanno condotto all’eliminazione del ricorso alla religiosità e, attraverso un percorso nettamente laico, alla costruzione di un itinerario percettivo culminante in una trance estatica ancora più profonda ed estraniante.
Lo Hatha Yoga costituisce uno sviluppo in direzione corporea del Raja Yoga. Lo Hatha Yoga comprende sette metodiche: una comportamentale, Satkarman (atti purificatorî); tre corporee, Asana (positure), Mudra (movimenti), Pranayama (sospensione dell’atto respiratorio); tre psichiche, Pratyahara (inibizione delle percezioni sensoriali), Dhyana (presenza percettiva di un unico oggetto), Samadhi (processo della trance estatica). Il Pranayama porta nello Hatha Yoga ai limiti fisiologici la metodica di sospensione del respiro già presente nel Raja Yoga.
E` proprio lo Hatha Yoga, la forma di Yoga che viene normalmente insegnata nelle palestre occidentali, peraltro limitata all’Asana. Una forma particolare di Hatha Yoga è il cosiddetto Kundalini Yoga.
La distinzione fra psichico e corporeo è nello Yoga come in qualsiasi tecnica riguardante l’essere umano difficilmente praticabile ad oltranza. In effetti tale distinzione è assente nella cultura orientale.  Nella realtà non esiste alcuna distinzione fattuale fra psichico e corporeo. Non vi è infatti alcuno stato psichico che non abbia per corrispondente uno stato corporeo e viceversa. Psichico e corporeo sono due aspetti logici, o, se si preferisce, fenomenici, di una stessa struttura biofisica fatta di cellule e stati elettrochimici.
Patanjali, il più autorevole esponente della tradizione teorica dello Yoga, ha dato di esso una definizione generale essenzialmente psicologica: «La tecnica dello Yoga consiste nell’inibizione della percezione ordinaria».
La definizione scientifica di Yoga come tecnica psicofisica ad orientamento prevalentemente psicologico è tuttavia estranea alla cultura occidentale, sia nella sua componente popolare che considera lo Yoga come disciplina ad intervento quasi esclusivamente corporeo, sia nella sua componente dotta, che considera lo Yoga come disciplina filosofica.

La teoria dello Yoga è esposta sistematicamente in una raccolta di centonovantasei sutra o enunciati tramandata con il titolo Yoga Sutra, attribuita dalla tradizione a Patanjali, la cui identità è controversa, per cui a seconda della sua soluzione essa risale al II sec. a. C. o al V sec. d. C.   Gli Yoga Sutra costituiscono la trattazione più sistematica che noi possediamo delle metodiche psicologiche dello Yoga nonché l’esposizione più completa dell’intera disciplina yogica in tutte le sue componenti tradizionali. Gli Yoga Sutra appartengono formalmente alla tradizione Raja Yoga. I commenti filosofici degli Yoga Sutra, hanno dato vita ad una lettura in senso metafisico delle descrizioni di Patanjali e quindi allo stravolgimento del loro autentico significato psico-logico. Essi hanno fondato la tradizione teorica dello Yoga ed hanno ingenerato l’errata convinzione che lo Yoga sia una filosofia (la filosofia di riferimento è comunque il Sankhya e non lo Yoga).  Lo Yoga è dunque fondamentalmente una tecnica psicologica atta a  procurare la trance estatica. Da ciò deriva la necessità di una lettura specificamente e sistematicamente psicologica degli Yoga Sutra. Comunque fino ad oggi gli psicologi occidentali non si sono interessati  a quest'opera.
Ecco alcuni sutra della sua versione degli Yoga Sutra:

  • (I,1) Adesso vi spiegherò cosa è lo Yoga.
  • (I, 2) La tecnica dello Yoga consiste nell’inibizione della percezione ordinaria.                                   Il termine “inibizione” pone in evidenza l’aspetto attivo delle tecniche yogiche (mantras, kriyas, drishtis, ecc.). Percezione ordinaria: la lezione originale “modificazioni della mente” pone in evidenza l’aspetto dinamico della percezione ordinaria, costituita da sequenze di percezioni diverse, in contrapposizione all’aspetto statico della percezione straordinaria del Kaivalya o percezione estatica.
  • (I, 3) In seguito all’inibizione della percezione ordinaria, la percezione assume la sua modalità essenziale.                                                                                                                                                     La definizione di essenzialità della percezione estatica è riferita evidentemente al fatto che essa costituisce la modalità in cui la percezione è ridotta all’essenziale, cioè a se stessa, senz’alcun oggetto esterno.
  • (I, 4) Diversamente, la percezione si presenta nella modalità di percezione ordinaria.
  • (I, 12) L’inibizione della percezione ordinaria si attua con l’esercizio costante e il non attaccamento.
  • (I, 13) L’esercizio costante consiste nella persistenza dello sforzo.
  • (I, 14) L’esercizio costante produce un sicuro effetto quando lo si persegue per lungo tempo, senza interruzione e con zelo.
  • (I, 15) Il non attaccamento è il dominio consapevole del distacco dagli oggetti percepiti.
  • (I, 16) Il non attaccamento definitivo si ha nell'autopercezione, in cui non vi è più la tendenza della percezione ad assumere le sue tre forme ordinarie.
  • (I, 41) In seguito all’inibizione della percezione ordinaria, la percezione assume la sua modalità essenziale e come in un cristallo trasparente non vi è più in essa distinzione fra soggetto percipiente, oggetto percepito e percezione.

Per il testo completo vedi:  http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/giacobbeyogasutra.pdf
Testo completo degli Yoga sutra  http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/yogasu.pdf

mercoledì 28 agosto 2024

Aprirsi all'istante presente - Meditazione con Christophe André

Christophe André (1956 - ) è stato uno dei primi psichiatri a introdurre l’uso della meditazione in psicoterapia.

Testo della meditazione guidata:  Mi porto seduto;  trovo una posizione comoda e confortevole. Durante questo esercizio cercherò di essere qui, presente a tutto quello che accade;   Prendo consapevolezza della posizione del mio corpo, permetto alla mia colonna di essere più dritta possibile, senza irrigidimento, lascio i miei reni inarcarsi un po', le mie spalle aprirsi, la mia testa  in linea con la colonna. Prendo dolcemente coscienza del mio respiro, del movimento della respirazione che va e viene in tutto il mio corpo, o come il mio torace si apre e si chiude, il mio addome che va e viene al ritmo del mio respiro, osservo il movimento dell'aria che entra e esce dal mio corpo, sento il passaggio dell'aria nel naso, nella gola, nei bronchi, l'aria arriva ai polmoni e si espande in tutto il corpo, la respirazione va e viene in tutto il mio corpo, realizzo che tutto il mio corpo respira. Ora dolcemente, per un momento, porto tutta la mia consapevolezza sui suoni che ho intorno a me, prendo consapevolezza dell'ambiente sonoro, di questo bagno sonoro che arriva alle mie orecchie, alcuni suoni sono gradevoli, altri sgradevoli, sono li e arrivano alla mia coscienza, allora li accoglio senza irrigidirmi o gioirne, li accolgo perchè sono già là, indipendentemente dal mio giudizio su di loro.

Prendo coscienza della mia respirazione, coscienza del mio corpo, coscienza dei suoni, e ad un certo momento realizzo che non sono piu nell'esercizio e sono partito nei miei pensieri, mi rendo che mi sono focalizzato su qualcosa, la mia attenzione si è racchiusa su un oggetto preciso, su un pensiero, un'emozione, un'immagine. Forse sui dolori dovuti alla mia posizione, e ogni volta che la mia mente si richiude in questo modo, ne prendo consapevolezza, non cerco di scacciare questo oggetto, questo pensiero che ha catturato la mia attenzione...  

No!!! Vado di nuovo ad allargare la mia coscienza e a riconnettermi al respiro, al corpo, ai suoni e a tutto questo nello stesso tempo, in una coscienza accogliente e aperta. Dolcemente, regolarmente, instancabilmente, ingrandisco, amplio le frontiere della mia mente, accolgo tutto, e se quello che mi da fastido è già qui, accolgo tutto il resto, non cerco niente altro che essere qui: "Sono vivo, presente, cosciente".  

Istante dopo istante, respirazione dopo respirazione, non ricerco niente altro, assolutamente niente altro che aprire e allargare la coscienza ancora ed ancora,  fino ad arrivare ad essere una pura presenza,  un soffio leggero, un ricettacolo del mondo.  Resto semplicemente qui, senza aspettative, senza giudizio, a prendere consapevolezza, a percepire, a sperimentare la vita qui e adesso...

Lasciando l'esercizio, non lasceremo l'istante presente che ritornerà dolcemente, regolarmente durante tutta la giornata, nell'ambito di tutte le mie attività e ritorneremo all'esperienza dell'istante presente che sarà come un rifugio, una base di osservazione e ri-pacificazione, di riunione con me stesso e con il mondo che mi circonda.

Per ascoltare la meditazione guidata in francese:  https://www.youtube.com/watch?v=cZWlfDUq-hk  

Sito ufficiale di Christophe André:  https://www.christopheandre.com/

martedì 27 agosto 2024

Oltre la rabbia e l’orgoglio: Il sultano e San Francesco - La risposta di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci

In seguito agli attacchi alle Torri Gemelle, Oriana Fallaci ruppe un silenzio durato dieci anni. Il 29 settembre 2001, la giornalista fiorentina lanciò la sua invettiva contro il fondamentalismo islamico e l’Occidente troppo tollerante dalle colonne del Corriere della Sera. Seguì una trilogia: La rabbia e l’orgoglio (2001), La forza della ragione (2004), Oriana Fallaci intervista sé stessa (2004).


La giornalista, “arrabbiata d’una rabbia fredda, lucida, razionale”, si lasciò andare a pensieri dirompenti, che divisero l’opinione pubblica italiana. Si scagliò contro il multiculturalismo, mettendo in guardia di fronte alla “fandonia dell’Islam moderato”. Descrisse i musulmani come una civiltà “che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate”. Bollò il Corano come un libro in cui, in qualunque edizione lo si legga, rimangono “la poligamia, la sottomissione, anzi, la schiavizzazione della donna.    

Oggi, purtroppo, dopo l'invasione di Putin dell'Ucraina il 7 febbraio 2022 e dopo la vendetta di Israele, in seguito alla strage di civili perpetrata il 7 ottobre 2023 da combattenti di Hamas, la RABBIA e la GUERRA sono di nuovo di estrema attualità.  

Tuttavia, prese di posizione come “Rabbia e orgoglio” non ci aiuteranno a sconfiggere il terrorismo, nè a trovare soluzioni di problemi ancestrali come in Ucraina e Palestina. Solo con il dialogo e la comprensione dell'altro punto di vista si può cercare di arrivare a una soluzione accettabile, vedi il caso del SUD AFRICA. Dopo decenni di violenza e repressione, morti e vendette, la situazione venne affrontata dal presidente Frederik Willem De Klerk, leader afrikan del National Party, che il 2 febbraio 1990 riabilitò tutti i gruppi politici di opposizione al regime, compreso l'ANC. Nelson Mandela venne liberato l'11 febbraio 1990 e si arrivò ad una riconciliazione nazionale.

Questo era anche il pensiero di Tiziano Terzani in “Il Sultano e San Francesco”, una lunga lettera aperta indirizzata alla Fallaci nell’ottobre 2001 (l’8 ottobre venne pubblicata sul Corriere della Sera).  Terzani usò espressioni dure nei confronti di Oriana, scrivendo: “Nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana – la ragione; il meglio del cuore – la compassione”.

A detta del giornalista e scrittore, la collega si era comportata in maniera irresponsabile: grazie alla sua notorietà, la sua “brillante lezione di intolleranza” era arrivata dritta nelle scuole, influenzando tanti giovani e servendo a “risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto”.

Terzani chiese inoltre alla giornalista fiorentina se non le sembrasse di esagerare indicando “le comunità di immigrati musulmani da noi come incubatrici di terroristi”. E le rimproverò: “Le tue argomentazioni verranno ora usate nelle scuole contro quelle buoniste, da libro Cuore, ma tu credi che gli italiani di domani, educati a questo semplicismo intollerante, saranno migliori? Non sarebbe invece meglio se imparassero a lezione di religione anche cosa è l’Islam?”

Terzani criticò poi la Fallaci perché completamente disinteressata a capire le ragioni dei terroristi. “A te, Oriana, i kamikaze non interessano. A me tanto invece… I kamikaze mi interessano perché vorrei capire che cosa li rende così disposti a quell’innaturale atto che è il suicidio e cosa potrebbe fermarli”, scrisse Terzani.

Scrisse: “Non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire. Capire; perché io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi ma eliminando le ragioni che li rendono tali”. Come il richiamo alla guerra della Fallaci, anche il messaggio di pace e tolleranza di Terzani provocò profonde divisioni nell’opinione pubblica. Tuttavia, le misure che verranno prese per arginare la minaccia terroristica non potranno non seguire il suo invito a “rifiutare il semplicismo intollerante”. Altrimenti, le tensioni non si assopiranno e la violenza terroristica tornerà a esplodere.

Gandhi diceva: "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficle che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me".  Ci vorrebbe un San Francesco ai tempi delle crociate. Il suo interesse era per gli "altri" per quelli contro i quali combattevano i crociati. Durante la quinta crociata, amareggiato dal comportamento dei crociati, sconvolto dalla vista dei morti sul campo di battaglia attraversò le linee del fronte. Fu catturato, torturato e portato al cospetto del sultano, era il 1219, peccato che non ci fosse ancora la CNN, perchè sarebbe interessantissimo rivedere quell'incontro. Dopo una chiacchierata che durò tutta la notte, al mattino il sultano lasciò che Francesco tornasse, incolume, all'accampamento dei crociati. San Francesco parlò di Cristo, il sultano lesse parti del Corano e alla fine si trovarono d'accordo sul messaggio "Ama il prossimo tuo come te stesso".  Mi diverte immaginare, che si lasciarono di buon umore sapendo che comunque non potevano fermare la storia.   Ma non possiamo rinunciare alla speranza. Anche Einstein divenne sempre più convinto della necessità del pacifismo. 

Chalmers Johnson, un vecchio accademico della Berkeley University, un uomo certo non sospetto di anti-americanismo o di simpatie sinistrorse, dà di questa storia una interpretazione completamente diversa: «Gli assassini suicidi dell’ 11 settembre non hanno attaccato l’America: hanno attaccato la politica estera americana» ( scrisse  nel numero di The Nation uscito in ottobre 2001).

«Noi abbiamo tutte le prove contro Warren Anderson, presidente della Union Carbide. Aspettiamo che ce lo estradiate», scriveva in quei giorni dall’India agli americani, ovviamente a mo’ di provocazione, Arundhati Roy, la scrittrice di Il Dio delle piccole cose: una come te, Oriana, famosa e contestata, amata e odiata. Come te, sempre pronta a cominciare una rissa, la Roy ha usato la discussione mondiale su Osama bin Laden per chiedere che venga portato dinanzi a un tribunale indiano il presidente americano della Union Carbide, responsabile dell’esplosione che nel 1984, nella fabbrica chimica di Bhopal, in India, fece 16.000 morti. Un terrorista anche lui? Dal punto di vista di quei morti forse sì. Il terrorista che ora ci viene additato come il «nemico» da abbattere è il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell’Afghanistan, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’ingegnere-pilota, islamico fanatico, che in nome di Allah uccide sé stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo a una folla.
Dobbiamo però accettare che per altri il «terrorista» possa essere l’uomo d’affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione e inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci più i campi per far crescere il riso la gente muore di fame? Questo non è relativismo. Voglio solo dire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, può esprimersi in varie forme, a volte anche economiche, e che sarà difficile arrivare a una definizione comune del nemico da debellare.

Per il momento non ci sono state in Europa dimostrazioni di massa per la pace; ma il senso del disagio è diffuso, così come è diffusa la confusione su quel che si debba volere al posto della guerra. «Dateci qualcosa di più carino del capitalismo», diceva il cartello di un dimostrante in Germania. «Un mondo giusto non è mai NATO», c’era scritto sullo striscione di alcuni giovani che marciavano giorni fa a Bologna. Già. Un mondo «più giusto» è forse quel che noi tutti, ora più che mai, potremmo pretendere.
Un mondo in cui chi ha tanto si preoccupa di chi non ha nulla; un mondo retto da principi di legalità e ispirato ad un po’ più di moralità.
La vastissima, composita alleanza che Washington sta mettendo in piedi, rovesciando vecchi schieramenti e riavvicinando paesi e personaggi che erano stati messi alla gogna, solo perché ora tornano comodi, è solo l’ennesimo esempio di quel cinismo politico che oggi alimenta il terrorismo in certe aree del mondo e scoraggia tanta brava gente nei nostri paesi.
Gli Stati Uniti, per avere la maggiore copertura possibile e per dare alla guerra contro il terrorismo un crisma di legalità internazionale, hanno coinvolto le Nazioni Unite, eppure gli Stati Uniti stessi rimangono il paese più reticente a pagare le proprie quote al Palazzo di Vetro, sono il paese che non ha ancora ratificato né il trattato costitutivo della Corte Internazionale di Giustizia, né il trattato per la messa al bando delle mine anti-uomo, e tanto meno quello di Kyoto sulle mutazioni climatiche.

Eppure un giorno la politica dovrà ricongiungersi con l’etica se vorremo vivere in un mondo migliore: migliore in Asia come in Africa, a Timbuctu come a Firenze. Firenze era bella quando era più piccola e più povera. Ora è un obbrobrio, ma non perché i musulmani si attendano in piazza del Duomo, perché i filippini si riuniscono il giovedì in piazza Santa Maria Novella e gli albanesi ogni giorno attorno alla stazione. È così perché anche Firenze s’è «globalizzata», perché non ha resistito all’assalto di quella forza che, fino a ieri, pareva irresistibile: la forza del mercato.

Per questo sto, anch’io ritirato, in una sorta di baita nell’Himalaya indiana dinanzi alle più divine montagne del mondo. Passo ore, da solo, a guardarle, lì maestose ed immobili, simbolo della più grande stabilità, eppure anche loro, col passare delle ore, continuamente diverse e impermanenti come tutto nell’universo. La natura è una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto più grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono più. Guarda un filo d’erba al vento e sentiti come lui. Ti passerà anche la rabbia. 

Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di Trovare pace. Perché se quella non è dentro di noi non sarà mai da nessuna parte.

lunedì 26 agosto 2024

Frasi prese dal libro I mille volti della meditazione

Nel mondo di oggi caratterizzato da un liberismo sfrenato, da un consumismo insaziabile, dall'impoverimento del pianeta, dalla crescita sfrenata a scapito dei diritti umani e dell'ambiente, da disparità sociale, avidità, attaccamento, competizione e conflitto,  abbiamo bisogno di riscoprire il piacere di una vita semplice, in armonia con noi stessi, con gli altri esseri senzienti e con il pianeta. 

La pratica spirituale incoraggia la semplificazione dei bisogni, la continua riduzione dell'avere, per poter finalmente essere. L'obiettivo è vivere la vita in modo semplice, facendo ciò che deve essere fatto senza cercare riconoscimento e successo, superando la paura del fallimento. La ricchezza interiore, lo spirito di servizio e l'altruismo sono beni inestimabili. Condividere i nostri talenti, il nostro lavoro e l'energia che mettiamo nel vivere bene la nostra vita è la sola forza che può veramente salvare l'umanità.  
 
Spesso siamo affetti da un malessere esistenziale che ha origine dentro di noi. Fintanto che andiamo da un luogo all'altro, da una relazione all'altra, non risolveremo la causa della nostra agitazione. Dobbiamo iniziare un viaggio interiore, con la pratica della meditazione, possiamo riconoscere le radici del nostro malessere.
 
La mancanza di accettazione di sé e di autostima è molto diffusa ed è solo quando saremo coscienti della necessità di una trasformazione, potremo veramente voltare pagina. Spesso, per compensare le nostre mancanze interiori abbracciamo un credo religioso che non protegge però dalla rigidità e dalla chiusura verso gli altri. 

Bisogna aver raggiunto un certo grado di saggezza per riconoscere che siamo abbastanza maturi per aiutare davvero gli altri. Dobbiamo cercare sinceramente di diventare persone migliori: "Cambiare se stessi per cambiare il mondo".
 
Bisogna distinguere la compassione dall'empatia: La compassione è la capacità di accogliere la sofferenza degli altri in modo costruttivo, che è diversa dall'empatia, che può portare a una forma di angoscia o di esaurimento. La compassione rafforza la nostra forza ed equilibrio interiore, e la nostra coraggiosa determinazione ad aiutare chi soffre".       

Nel buddismo  si parla di amici spirituali e di sangha (la comunità). Le relazioni interpersonali in particolare con la famiglia, sono una parte fondamentale della pratica. Essere presenti nelle relazioni è difficile, ma allo stesso tempo nutriente, sia per noi stessi che per gli altri. Spesso, manchiamo di coerenza nelle nostre relazioni, al punto che finiamo per finire per sviluppare la sindrome "molte relazioni, nessuna relazione".

Avere molte relazioni può sembrare una grande apertura interpersonale, ma in realtà è una fuga da una vera relazione. relazione.  Le relazioni sono un potente mezzo di purificazione mentale, e come dice Krishnamurti: "La relazione è un processo di auto-rivelazione, ci rivela a noi stessi". Dovremmo scegliere a chi dedicare la nostra attenzione e farlo profondamente.

Siamo esseri di connessione e di amore. Senza nutrimento emotivo siamo in pericolo, non cresciamo. Senza amore, viviamo male.
 
Queste pratiche meditative, a partire dalla concentrazione sul respiro, contribuiscono a modificare la nostra attenzione e, settimana dopo settimana, iniziano a far emergere un particolare stato di attenzione, simile alla presenza, uno stato contemplativo che ci porta a essere completamente immersi nel presente.  Quando viviamo pienamente il momento presente, sentiamo l'eternità.  
Come se, dopo un certo risveglio, "entriamo in una seconda innocenza", cioè una fase in cui la coscienza si accontenta di essere semplicemente ciò che è. 

Il mistico è colui che vede la realtà faccia a faccia. Non è più separato dalla realtà, né dalle parole, né dal tempo, né dalla mancanza, né da se stesso. Sperimenta l'assoluto qui e ora. 
L'estasi è un'uscita da se stessi e una fusione con qualcosa di più grande: una rivelazione divina, l'accesso a un altro mondo, in uno stato di coscienza diverso da quello ordinario. Una caduta in se stessi e una sorta di autocompiacimento. In quel momento, la separazione scompare, il sé e il mondo diventano uno, e si sperimenta il Tutto. Nell'esistenza, la vera realtà esplode, si entra in  un abisso di meraviglia, senza tempo.
 
Spesso si tende a ridurre o abbandonare la pratica della meditazione proprio nei momenti di difficoltà. È proprio in questi momenti che la pace interiore e la calma sono importanti, e non sono semplicemente un'aggiunta dopo una giornata faticosa.  

La meditazione ha dimostrato di essere il modo più diretto per equilibrare corpo e mente in una società in cui la corsa frenetica è diventata la norma.
 
Per un occidentale che voglia intraprendere un percorso spirituale, il Dalai Lama raccomanda uno studio comparato dei diversi sentieri per scegliere quello più adatto alle proprie caratteristiche e predisposizioni mentali. Raccomanda anche di vivere in società, di essere onesti e sinceri. Ma per qualche settimana o qualche mese, dovremmo ritirarci in un luogo appartato, dimenticare le questioni mondane e concentrarci unicamente sulla pratica spirituale. 

Un mantra è uno strumento di meditazione che, attraverso la sua frequenza o vibrazione, apporta determinati benefici, come la pace interiore, la saggezza e la prosperità, I mantra aiutano la mente a stabilizzarsi nello stato di consapevolezza silenziosa. 
 
I principi fondamentali del Buddismo sono : - l'impermanenza, - la vacuità e - l'inconsistenza del Sé. Il buddismo offre una via alternativa al nichilismo e al realismo ingenuo, riconoscendo la produzione interdipendente del Sé e dei fenomeni, dichiarando che i fenomeni non hanno un'esistenza propria.

Frasi prese dal libro Thich Nhat Hanh, un sentiero tra le stelle

Se una persona non riesce a cambiare se stessa, è difficile che riesca ad aiutare gli altri. Solo comprendendo le nostre sofferenze possiamo comprendere quelle degli altri e aiutarli a soffrire meno. E’ questo che gli educatori dovrebbero insegnare alla nuove generazioni con l’obiettivo di trasformare, quindi, l’ambiente scolastico in una vera “comunità” attraverso delle sessioni di condivisione. 

Lascia andare ciò che non ti serve e sarai felice. Liberati di tutto ciò che è superfluo e ti causa inutili preoccupazioni: questo è uno dei primi passi verso la felicità.  

Siamo chiamati a trasformare il momento presente nel “momento più meraviglioso” e possiamo riuscirci a condizione di imparare a fermare la nostra sciocca corsa verso il futuro e smettendo di torturarci per il passato. 

Se hai problemi con i tuoi amici e parenti, non dare la colpa a loro. Se impari a prenderti cura di loro come di una pianta, farai crescere rapporti sani.  

Non dare la colpa agli altri: se hai capito e dimostri di aver capito, la situazione cambierà”.

Secondo Thich Nhat Hanh, il Buddhismo è in grado di offrirci “l’unico antidoto alla violenza, all’odio e alla rabbia” grazie alla pratica della compassione e della gentilezza amorevole, le quali “non possono nascere così per caso”, ma soltanto in seguito alla pratica del “guardare in profondità”, ovvero con la pratica denominata “dell’espansione del cuore”.  

Dobbiamo ricercare la felicità non nell’ambito del consumo, bensì nell’esercizio della comprensione, della compassione e dell’armonia e imparare a vivere in modo semplice, in maniera da avere più tempo per vivere la nostra vita quotidiana in profondità e libertà.

Il dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Soffrire è una scelta, noi scegliamo se soffrire o meno. Nascita, vecchiaia e malattia sono naturali. È possibile non soffrire a causa loro, ma soltanto se siamo in grado di accettarle come parte della vita

Noi stiamo già morendo, noi moriamo di continuo, come ogni cosa muore e si rinnova di continuo, e, di conseguenza, non ci sono né vera nascita né vera morte. E il morire non è affatto quella cosa terribile che ci rappresentiamo. In realtà, anzi, “è molto piacevole morire: vuol dire anche vivere”.

Thay non parlava mai di morte, ma di continuazione, perché “al posto della nascita e della morte c’è soltanto una continua trasformazione” 

Quando una persona ti fa soffrire è perché soffre profondamente con se stessa. Le cattiverie nei nostri confronti ci fanno male, ma quando le subiamo dovremmo sempre comprendere che solo chi soffre vuol far soffrire gli altri. L’uomo in pace con se stesso non ha alcuna intenzione di creare dolore. 

La meditazione camminata (da praticare non soltanto nei parchi e in luoghi isolati, ma anche nel trambusto delle grandi città, in casa, al lavoro, ecc.) è proposta come una vera forma di “resistenza” nei confronti di un intero sistema di vita collettiva imperniato sul correre frenetico e alienante in vista di innumerevoli obiettivi fuori e lontani da noi.  Come un modo per “recuperare la nostra sovranità su noi stessi, rivendicare la nostra libertà e camminare sulla Terra da persone libere".

“Respirare in piena consapevolezza è un modo miracoloso per liberarci dal rimpianto e dall’ansia, e per entrare in contatto con la vita nel momento presente. Quando seguiamo il respiro ci sentiamo subito a nostro agio, non più dominati da ansia e desideri. Nella respirazione cosciente il respiro si fa più regolare, pace e gioia sorgono, e diventano più stabili a ogni momento.

domenica 25 agosto 2024

TikTok non è l’unico social network che dovrebbe preoccuparci

Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin. Solo in Francia, TikTok ha più di venti milioni di iscritti, mentre negli Stati Uniti sono 170 milioni.
Nel 2024 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge plebiscitaria (352 favorevoli e 65 contrari) che impone all'azienda cinese ByteDance di vendere il social network TikTok, poiché in caso contrario sarà vietato in tutto il territorio degli Stati Uniti. 

Il problema da cui nasce la decisione di bloccare TikTok negli Usa è la proprietà di ByteDance, una società cinese che - come tutte le società cinesi - dovrebbe essere sottoposta alle leggi di Pechino, che prevedono di cedere i dati conservati nei propri server qualora venga richiesto. I probabili ricorsi legali che ByteDance e TikTok America porteranno avanti (come la compagnia ha già confermato), fa sì che sia decisamente prematuro parlare di blocco di TikTok negli Stati Uniti, almeno sino al 2025.

L’India, con il suo miliardo e mezzo di abitanti, ha vietato TikTok nel 2020, due settimane dopo uno scontro tra  truppe indiane e cinesi alla frontiera dove hanno perso la vita 20 soldati. Secondo New Delhi la piattaforma rappresentava un rischio per la sicurezza.  Tik Tok è stato vietato nel Regno Unito, sulla base di preoccupazioni per la sicurezza delle informazioni segrete statali. In Australia, è vietato l'uso da aprile 2023 da qualunque dispositivo governativo, su consiglio di agenzie di intelligence. Dal 2022 è vietato in Nuova Zelanda e a Taiwan, e anche in Afganistan e Iran.

In apparenza i detrattori di TikTok puntano sulla sicurezza, a cominciare dai dati personali di 170 milioni di statunitensi che potrebbero finire in Cina malgrado gli impegni presi dal social network. Per non parlare della possibilità che TikTok utilizzi il suo potente algoritmo per influenzare le scelte politiche degli americani, come già successo con Facebook nel 2016 in occasione dell’elezione di Donald Trump. A tutto questo alcuni aggiungono la dipendenza che TikTok provoca nei ragazzi e nelle ragazze, che a volte trascorrono ore ipnotizzati dai video brevi della piattaforma.

I parlamentari statunitensi avrebbero gli stessi dubbi se TikTok non fosse cinese? Evidentemente c’è un sapore di guerra fredda in questa caccia a TikTok, con un meccanismo che ricorda il maccartismo. Il capo di TikTok, il singaporiano Shou Zi Chew, è stato interrogato dal congresso americano.Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: “Ci faremo detestare da un’intera generazione”.

E in Europa? Già l’anno scorso una commissione d’inchiesta composta da senatori francesi ha espresso la propria preoccupazione per la mancanza di trasparenza della piattaforma, proponendo il divieto d’installare l’app nei telefoni delle persone chiamate a intervenire in caso di crisi e raccomandando “di sospendere TikTok per i minorenni dopo sessanta minuti di utilizzo”. L'applicazione del social network cinese Tik Tok è all'attenzione anche del governo italiano, dopo che dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Ue è arrivata la richiesta di disinstallarla a tutti i dipendenti, entro marzo 2024.

Ma torniamo alla questione principale: vietare o limitare TikTok, evitando di occuparsi degli altri social network solo perché sono statunitensi sembra poco corretto. È il modello economico di queste piattaforme che le rende pericolose, per gli adolescenti ma anche per la democrazia in generale. Dietro TikTok, insomma, si nascondono problemi che riguardano tutti i social network. Il pericolo è mondiale, non solo cinese.  Comunque bisogna precisare che nel 2024, Whats App, il servizio di messaggistica istantanea, risulta bloccato in Corea del Nord, Siria e Cina.

Dall'Articolo di Pierre Haski, 28 marzo 2024

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...