Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query Thich Nhat Hanh. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query Thich Nhat Hanh. Ordina per data Mostra tutti i post

venerdì 3 maggio 2024

Tipi di meditazione

La meditazione come pratica spirituale è una pratica millenaria, di origini induista - buddhista, cristiana, mussulmana, ebraica. Prima era praticata in ambienti segreti come monasteri, poi a partire dagli anni 60,  la meditazione trascendentale ha cominciato a diffondersi presso il largo pubblico, praticata anche dai Beatles presso l'ashram indiano di Maharishi Mahesh Yogi.


Nel 1975, Thich Nhat Hanh pubblica il libro Il miracolo della presenza mentale. Come ebbe a dire Jon Kabat-Zinn (biologo e scrittore statunitense, professore emerito di medicina, e appassionato di yoga, zen e pratiche meditative), è stato “il primo libro che abbia portato all’attenzione di un ampio pubblico di lettori l’argomento della consapevolezza. Ha aperto nuovi orizzonti nella scena della meditazione della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta, portando la pratica fuori dalla sala di meditazione e mostrando in che modo la consapevolezza potesse trovare applicazione nella vita di tutti i giorni”.

Alla fine degli anni '90 Jon-Kabat-Zinn,  facendo riferimento alla meditazione di consapevolezza di Thich Nhat Hanh, introduce un modo di meditare che poteva essere praticato senza convertirsi, senza fare una cerimonia di iniziazione o diventare discepolo di un guru.  Il programma MBSR creato e messo a punto da Jon Kabat-Zinn ha lo scopo di aiutare le persone a ridurre il dolore e lo stress attraverso un percorso strutturato, in cui si uniscono la tecnica mindfulness ad aspetti scientifici e psicoeducativi. Lo stesso ha fatto il psichiatra Christophe André in Francia.

La pratica meditativa continua e intensa trasforma il nostro corpo e la nostra mente, questo è stato dimostrato dagli esperimenti condotti da Matthieu Ricard (un monaco buddhista e grande meditante) e Richard Davidson, uno dei massimi specialisti nelle neuroscienze. Insieme hanno sperimentato e documentato come cambia la struttura del cervello quando siamo in meditazione e in contemplazione. 

 La meditazione regolare modifica la neuroplasticità del cervello, alcune parti del cervello aumentano di volume, si attivano, si restringono, come ad esempio l'amigdala. E' stato scientificamente provato anche l’effetto positivo della meditazione sui telomeri, che sono tappi di protezione alle estremità dei cromosomi che diventano più brevi ad ogni divisione cellulare.

Definizione di meditazione.  

Per i buddhisti:  La parola sanscrita per meditazione, “bhavana”, significa “coltivare” e la parola tibetana “gom” significa “familiarizzare”. Così, in un certo senso, la meditazione si riferisce all’allenamento della mente, coltivando qualità salutari, come la presenza attenta e l’amore altruistico, e in un altro modo si riferisce al diventare più familiare con il funzionamento della nostra mente e, infine, con la vera natura della mente, che è sia consapevole che priva di esistenza intrinseca. Si possono anche distinguere due tipi principali di meditazione: analitica e contemplativa. La prima si usa per esempio quando si de-costruisce la nozione di un “sé” indipendente, unitario e duraturo o quando si medita sull’impermanenza e l’interdipendenza di tutti i fenomeni (interessere di Thay) ; la seconda è quella di riposare nella natura ultima della mente, nell’unione di apparenza e vuoto.
Gli insegnamenti buddhisti e la meditazione buddhista hanno come obiettivo di dimostrare l'impermanenza, il non sé (o l’inconsistenza del sè) e arrivare al nirvana (eliminazione della sofferenza o dukkha). Qualsiasi insegnamento che non rechi questi tre sigilli non può essere considerato un insegnamento buddhista. Nulla ha un'esistenza separata o un sé separato. Ogni cosa deve interagire con tutte le altre.

Nirvana significa estinzione, soprattutto estinzione delle idee - le idee di nascita e morte, esistenza e non esistenza, andare e venire, sé e altro, uno e molti. Tutte queste idee ci fanno soffrire. La meditazione buddhista, (vedi Thich Nhat Hanh) è comunque sempre socialmente impegnata, cerca di ridurre la sofferenza e le diseguaglianze nella società.

Nel buddhismo ci sono due tappe: quella del rilassamento o calma mentale (samatha), attraverso la quale si può accedere ad uno stato di visione profonda (vipassanā),  per entrare così in contatto con la vera realtà, senza mediazioni, e dunque comprenderla e accettarla per quello che è. Entrambe si basano sull’attenzione e sul controllo del respiro. All’inizio la mente osserva la respirazione o i movimenti del corpo, poi  diviene un tutt’uno con questi.

Per la Mindfulness:   La meditazione non è pensare con gli occhi chiusi o schiarirsi le idee. La meditazione è un allenamento per coltivare una visione calma e lucida del mondo e di se stessi. È un allenamento della mente per andare verso questo. La meditazione mindfulness segue un percorso che passa attraverso il momento presente: ci centriamo sulla nostra esperienza del momento, che osserviamo con distacco (respiro, corpo, suoni, pensieri); poi, da questo punto di ancoraggio nel presente e nella realtà, osserviamo il funzionamento della nostra mente, del nostro corpo e la nostra connessione con il mondo.   La mindfulness viene utilizzata negli ospedali per affrontare lo stress, la depressione, per affrontare meglio il dolore. Uno degli obiettivi della Mindfulness è riuscire a stare meglio con se stessi.

I tre punti che spiegano il successo della meditazione di piena coscienza (o mindfulness) sono:   le tecniche sono state laicizzate, (propongono un modo diverso di quello di essere in un monastero, con la relativa visione del mondo filosofica o religiosa);  le tecniche sono state semplificate e codificate, (eliminati gli aspetti esoterici, iniziazione, ecc,);  sono state validate dalla ricerca scientifica con l'obiettivo di integrarle nella nostra società Occidentale.
Cotituiscono una porta di entrata alla meditazione che potrà poi essere approfondita. Oggi, nella società occidentale, la meditazione è stata integrata alle cure mediche, introdotta nelle scuole, nelle carceri, nelle aziende.  La  pratica della meditazione porta ad una stabilizzazione emozionale,  ed ha un impatto favorevole sulla salute.

Per lo Yoga :  La meditazione è, tra l’altro, l’importante opportunità di incontrare la propria realtà non fisica, il proprio Sé, e non è, quello che a volte si pensa, una forma di suggestione. La meditazione porta con sé grandi possibilità di trasformazione ed opera sul piano dell’intuizione, della percezione, della presenza.   Ci permette di entrare in contatto con la nostra parte non fisica e di tornare a vedere che i nostri strumenti non sono solo i sensi, ma anche la coscienza. Ci aiuta a conoscere e quindi imparare a gestire la realtà senziente della nostra costituzione; gestire le molteplici impressioni immagazzinate a vari livelli nel conscio, subconscio e inconscio, durante tutta la nostra esistenza, a volte causa di problemi e instabilità mentale; favorisce, altresì, la salute psicofisica aiutandoci a mantenere un costante contatto con il nostro Sé; ci insegna ad essere spettatori dis-identificati della nostra esistenza e come pratica conseguenza ad essere riflessivi, calmi e positivi.
 Ciò che l’orientale intende conseguire con le sue pratiche interiori è sicuramente volto in altre direzioni: sperimentare il mentale nel tentativo di superarlo e giungere a stadi “sovraordinari” di contemplazione che coincidano con stati di coscienza diversi da quelli comuni, nei quali l’uomo si identifica con il contenuto della sua mente.
"La parola meditare è spesso usata impropriamente; per l'occidentale meditare si riferisce a mens, al mentale e alla sua attività. Invece, per l'orientale, la pratica è rivolta in altre dimensioni, per superare il mentale, per arrivare a stati superiori di coscienza e contemplazione, degli stati di coscienza diversi dal comune per entrare in contatto con la parte più spirituale dell'essere, al nostro vero Sé. L'uomo vive identificato con i contenuti della mente, creati soprattutto dalle emozioni, è un'esperienza ricolorata dal mentale, si producono così immagini distorte scambiate per realtà e ci si allontana dalla visione oggettiva".        Per prima cosa occorre suddividere le meditazione in due tipi: di suggestione e di conoscenza, sono di suggestione la maggior parte delle meditazioni praticate in Occidente e non sono il linea con la meditazione orientale. Queste meditazioni guidate e accompagnate da suoni sono considerate propedeutiche, favoriscono le condizioni, per eventualmente andare oltre e possono aiutare a far sorgere le qualità necessarie per la meditazione di conoscenza. In questa meditazione il meditante è solo, nemmeno con un maestro. I sensi sono totalmente annichiliti, e si utilizza l'unico strumento idoneo che è la coscienza, per andare a conoscere quella realtà che il nostro vero Sè.  Occorre diventare spettatori del corpo, del respiro, delle emozioni,  e acquisire consapevolezza dei pensieri e del contenuto della mente.
Lo yoga è anche cercare un contatto con il Divino, è Isvara (o Ishvara) pranidhana, abbandonarsi al Divino, sentirsi parte di un Tutto, di qualcosa di più grande.  Isvara Pranidhana è l'ultimo dei Niyama descritti da Patanjali e significa abbandono, resa al divino. Si deve riconoscere la nostra parte divina e applicare questo principio nella vita.

sabato 1 aprile 2023

Ricordo di Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh o Thay, come amavano chiamarlo i suoi discepoli, è stato l'interprete amatissimo di una spiritualità non dogmatica capace di rivolgersi a tutti, buddhisti e non, che ha saputo coniugare gentilezza, consapevolezza e compassione quali elementi di uno stile di vita buddhista. La sua interpretazione del monachesimo si è spinta molto avanti, diventando un modello di condotta nella vita, etica e fortemente radicata nella spiritualità buddhista per la comunità umana in senso lato. Il suo insegnamento si è tradotto in una prospttiva di salvezza accessibile a tutti gli uomini di buona volontà, grazie alla costante coltivazione di quelli che lui chiamava "i semi di consapevolezza, nati dall'aspirazione - alla liberazione per gli altri e per noi, e capaci di fornire l'energia della compassione, della comprensione, della gioia e della pace" (Plum village, insegnamenti 22 dicembre 1994).  Puntava a sviluppare una nuova fratellanza che attraversi tutti e cinque i continenti, i confini politici e religiosi e culturali e che accomuni uomini e donne di tutti i Paesi in qualcosa che sia più concreto di un ideale e più vivo di un programma.

Importanti sono stati per Thay gli incontri con il monaco trappista Thomas Merton e Martin Luther King che lo avrebbero, poi, candidato al Nobel per la pace nel '66 e nel '67. Thomas Merton, Martin Luther King e Thich Nhat Hanh sono stati grandi leaders spirituali e migliore espressione di due Paesi che si  erano fronteggiati in una sanguinosissima guerra, e uniti nell'affermare il valore di ahimsa, la non violenza e della pace.  La loro amicizia, inspirata ad un sincero spirito di fratellanza, resta uno degli esempi concreti di un reale dialogo interreligioso ma non confessionale. Thay ha sempre sottolineato l'importanza del Sangha, ossia della comunità per il praticante, e la comunità è stata il fulcro del suo insegnamento, tanto da portarlo a pronunciare la frase seguente: "Il prossimo Buddha assumerà più che altro la forma della comunità, una comunità che pratica la comprensione e la gentilezza amorosa, una comunità che pratica un modo di vivere cosciente. Questa può essere la cosa più importante per la sopravvivenza della terra". E la Terra ritorna spesso nella sua visione di buddhismo impegnato. Oggi, a fronte di una tendenza sempre più volta all'auto-referenzialità ed alla prospettiva buddhista orientata ad un benessere personale, il buddhismo impegnato è un forte richiamo ad abbracciare gli insegnamenti del Buddha come via di trasformazione della sofferenza attraverso la messa in atto di ogni mezzo abile per guarire noi stessi e gli altri, affinché questo nostro passaggio sulla terra sia volto al bene-benessere e alla felicità di tutti. 

Dalla rivista Buddhism Magazine, numero 2-202, pagg. 54-57. Vedi: https://unionebuddhistaitaliana.it/magazine-marzo-2023/

venerdì 12 gennaio 2024

Insegnanti felici cambiano il mondo. - Thich Nhat Hanh

Se noi insegnanti non siamo felici, se non lo sono i nostri colleghi, come possiamo aspettarci che lo siano i nostri studenti?”. 

Come praticare la consapevolezza a scuola?  In un bellissimo libro del 2017,  Insegnanti felici cambiano il mondo. Una guida per coltivare la consapevolezza nell’educazione, insieme a Katherine Weare,  Thich Nhat Hanh ha raccolto un’ampia rosa di possibili insegnamenti su come praticare la consapevolezza a scuola, a tutti i livelli di istruzione, e nel processo educativo in generale.


Per poter insegnare e aiutare i propri studenti ad affrontare la vita, un insegnante dovrebbe essere felice, essere in sintonia con se stesso e con gli altri. Tesi centrale dell’opera, pertanto, è che essere felici è qualcosa che si può apprendere. Le pratiche di consapevolezza, infatti, possono aiutare gli educatori e i loro studenti ad acquisire capacità di ridurre le proprie tensioni e a sviluppare fiducia, compassione, concentrazione e gioia, sul piano sia personale che collettivo, comprendendo che la gioia della vita si può trovare solo nel momento presente.
Per Thay, il primo passo di questo percorso di consapevolezza è quello di entrare in se stessi in profondità, entrare in contatto con le nostre percezioni e sofferenze, riconciliarsi con noi stessi, e produrre quell’energia capace di farci entrare in contatto con la vita, il mondo, il vivere qui e adesso.  
Se una persona non riesce a cambiare se stessa, è difficile che riesca ad aiutare gli altri. Solo comprendendo le nostre sofferenze possiamo comprendere quelle degli altri e aiutarli a soffrire meno. E’ questo che gli educatori dovrebbero insegnare alla nuove generazioni con l’obiettivo di trasformare, quindi, l’ambiente scolastico in una vera “comunità” attraverso delle sessioni di condivisione.
Se il giovane sente qualcuno che comprende la sua sofferenza, soffrirà meno”.
Anche in questo approccio pedagogico, il monaco zen   mette sempre al centro la comunità e l’”interessere”, nella convinzione che solo l’interagire con tutti gli elementi che costituiscono un determinato ambiente potrà portare alla felicità e a una trasformazione profonda: “Nulla può esistere indipendentemente dal resto. Ogni cosa deve fare affidamento su ogni cosa per esistere. La visione profonda dell’interessere ci aiuta a sbarazzarci dall’idea di un sé separato, e questo ci aiuta a eliminare i complessi che stanno alla base della sofferenza”.  
Ogni docente dovrebbe essere un costruttore di comunità, contribuendo a creare un ambiente idoneo a coltivare la presenza mentale nei rapporti con  colleghi e studenti, a crescere e ad esprimersi pienamente. La vita in comunità è il primo tassello per ottenere un’istituzione e un’intera società più etiche e più giuste.
Nel 2008, Thay ha avviato un vasto programma di formazione internazionale per insegnanti in Europa, Nord America e Asia al fine di diffondere la pratica della presenza mentale nell’ambito della formazione scolastica e universitaria. Insieme alla sua comunità di Plum Village, ha messo a punto una serie di pratiche creative di consapevolezza destinate a educatori e giovani studenti, con l’obiettivo di offrire una solida base morale per l’insegnamento.
Nel 2008, la comunità buddhista ha offerto al Presidente francese Sarkozy, sulla base delle esperienze fatte a Plum village, un modello di ‘etica applicata’ da introdurre nelle scuole per contrastare le rivolte urbane che scuotevano la Francia in quel periodo.
Nel 2011, queste pratiche, prive di connotazioni religiose  o confessionali, sono state ulteriormente migliorate e denominate Wake Up Schools e diffuse in tutto il mondo dagli allievi di Thich Nhat Hanh.
Il libro Insegnanti Felici contiene una raccolta di pratiche da proporre ad allievi e insegnanti, ed  esperienze reali, sul campo, vissute da insegnanti frequentanti il Plum village che avevano sperimentato la presenza mentale a scuola.
La strategia pedagogica proposta è quella del portare avanti pratiche di consapevolezza che possano permettere di coltivare appieno il nostro potenziale umano positivo (i semi buoni)  e di arrivare così a condurre una vita immensamente più appagante.  La felicità va coltivata e le pratiche di consapevolezza vanno messe al centro dell’insegnamento.  Tali “pratiche di consapevolezza” sono state poi riprese dalla Mindfulness,  diventando un fenomeno popolare.
Ricerche scientifiche hanno attestato l’efficacia  della meditazione di consapevolezza se praticata con costanza e gradualità, nel ridurre negli insegnanti stress, depressione e rabbia.
Altre ricerche hanno confermato la neuroplasticità del cervello, ossia la capacità di cambiare configurazione durante la vita a seguito di pratiche meditative. 

Qui trovi una sintesi del libro: https://books.google.it/books/about/Insegnanti_felici_cambiano_il_mondo.html?hl=it&id=YP_YDwAAQBAJ&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false

mercoledì 17 agosto 2022

Meditazione proposta da Thich Nhat Hanh

 Meditazione guidata da Thich Nhat Hanh 

  •  Inspirando so che sto inspirando.                   Espirando so che sto espirando.
  • Inspirando il mio respiro diventa profondo.    Espirando il mio respiro diventa lento. 
  • Inspirando sono consapevole del mio corpo.   Espirando calmo il mio corpo. 
  • Inspirando sorrido.                                           Espirando lascio andare.
  • Inspirando dimoro nel momento presente.      Espirando assaporo il momento presente. 

 

  •  Inspirando sono consapevole dell'aria.                  Espirando godo del respirare l'aria. 
  •  Inspirando sono consapevole del sole.                  Espirando sorrido al sole. 
  •  Inspirando sono consapevole degli alberi.            Espirando sorrido agli alberi.
  •  Inspirando sono consapevole dell'aria dei campi. Espirando sorrido all'aria dei campi.
 
  •  Inspiro e sono consapevole del mio respiro che entra --  Espiro e sono consapevole del mio respiro che esce. 
  • Inspirando, gioisco dell'inspirare   -- Espirando, gioisco dell'espirare. 
  • Inspirando, mi sento così pieno di vita -- Espirando, sorrido alla vita in me e intorno a me. 
  • Inspirando, sono consapevole di tutto il mio corpo -- Espirando, sorrido a tutto il mio corpo. 
  • Inspirando, sono consapevole di tutto il mio corpo -- Espirando, lascio andare tutte le tensioni dal mio corpo. 
  • Inspirando, so che è arrivata la primavera -- Espirando, vedo sbocciare i fiori. 
  • Inspirando, vedo il mio cuore come un fiore -- Espirando, lascio che il mio cuore si apra come un fiore. 
  • Inspirando, vedo mio padre in ogni cellula del mio corpo -- Espirando, sorrido a mio padre in ogni cellula del mio corpo. 
  • Inspirando, invito mio padre a gioire con me del respiro che entra -- Espirando, invito mio padre a gioire con me del respiro che esce. 
  • Inspirando, mi sento così leggero. Senti la stessa cosa, papà? --  Espirando, mi sento così libero. Papà, ti senti libero come me? 
  • Inspirando, noto la presenza di mia madre in ogni cellula del mio corpo -- Espirando, sorrido a mia madre in me. 
  • Inspirando, invito mia madre che è in me a gioire con me del respiro che entra -- Espirando, invito mia madre che è in me a gioire con me del respiro che esce. 
  • Inspirando, mi sento così leggero, Mamma, ti senti anche tu leggera come me? -- Inspirando, mi sento così libero, Mamma, ti senti anche tu libera come me? 
  • Io e mia madre gioiamo dell'inspirare insieme -- Io e mia madre gioiamo dell'espirare insieme. 
  • Io e mia padre gioiamo dell'inspirare insieme -- Io e mia padre gioiamo dell'espirare insieme. 
  • Inspirando, vedo il mio cuore come un fiore -- Espirando, lascio che il mio cuore si apra come un fiore.

________________________

lunedì 30 ottobre 2023

Frasi scelte

In compassione e amore, chino la testa e trasferisco le mie energie a coloro che mi amano, e in compassione e comprensione chino la testa e mi riconcilio con coloro che mi hanno ferito. -- Thich Nhat Hanh          


L'unico modo per non farsi consumare dal consumismo è digiunare, digiunare da qualsiasi cosa non sia assolutamente indispensabile, digiunare da comprare il superfluo.
Basta rinunciare a una cosa oggi, a un'altra domani. Basta ridurre i cosiddetti bisogni di cui presto ci si accorge di non avere affatto bisogno.
Questa è la vera libertà: non la libertà di scegliere, ma la libertà di essere.
La libertà che conosceva bene Diogene che andava in giro per il mercato di Atene
borbottando fra sé e sé: "Guarda, guarda... quante cose di cui non ho bisogno!
✏Tiziano Terzani
 
Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri potranno acquistare lavorando anch'essi a ritmi spaventosi.
E se imparassimo a vivere di piccole cose, nell'essenziale, del cibo semplice, magari imparando anche l'arte del riciclo, del baratto, acquistando anche cose usate, non ci sarebbe povertà, soprattutto ci sarebbe più ricchezza di animo, e di tempo, che è il bene più prezioso che abbiamo, per viverci le persone amate, per vivere la natura.   ✏Tiziano Terzani
 
🙏 « 𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗵𝗮𝗶 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗮𝘁𝗼, 𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮𝗶 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼. » ─ Tiziano Terzani     • il testo completo in italiano: http://goo.gl/Pp3JaQ
 
Il tuo silenzio interiore ti rende sereno.
Pratica l'arte di non parlare. Progressivamente si svilupperà l'arte di parlare senza parlare e la vostra vera natura interiore sostituirà il germoglio lasciando la luce del vostro cuore e il potere della saggezza "nobile silenzio".
Rispetta la vita degli altri e tutto ciò che esiste nel mondo. Non cercare di forzare, manipolare e controllare gli altri. Diventa il tuo insegnante e lascia che gli altri siano ciò che sono o ciò che hanno la capacità di essere.  
Mettiti nel silenzio e nell'armonia dell'intero universo. -- Thich Nhat Hanh 🙏
 
Se c'è pace nella tua mente, troverai pace con tutti. Se la tua mente è agitata, troverai agitazione ovunque. Quindi prima trova la pace interiore e vedrai questa pace interiore riflessa ovunque. Tu sei questa pace. La pace è come una sorgente che scaturisce dall'interno, non si può ottenerla dal mondo esteriore.🙏
Dove altro troverai la pace se non dentro di te?  --  Sri Hariwansh Lal Poonja, chiamato "Papaji
 
Ormai nessuno ha più tempo per nulla.
Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi.
Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle. ✏Tiziano Terzani

Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia o dell’amore, poichè nessuno è più sensibile nelle relazioni, di un solitario. C. G. Jung
 
Leggere nel letto, nel silenzio, nella pace, al caldo,  con la luce adeguata, è uno dei più grandi piaceri sulla terra.  Jean Giono.

giovedì 29 febbraio 2024

Diventare la versione migliore di noi stessi - 10 guru e 10 utili applicazioni per migliorare la propria vita

Negli ultimi 25 anni il settore del self-help, letteralmente auto aiuto, ha attirato un forte interesse e adattato la propria offerta al sentire contemporaneo. Oggi siamo portati a vedere noi stessi in relazione a chi viene da un paese diverso dal nostro, a chi è meno fortunato di noi e al nostro pianeta in pericolo. Questa consapevolezza collettiva offre vantaggi personali che cambiano radicalmente la nostra vita. Basta leggere un libro, provare una nuova app, ascoltare una conferenza TED oppure partecipare a un workshop sul benessere per convincersi che il cambiamento è possibile, un passo alla volta. 

Mentre proviamo a diventare la versione migliore di noi stessi, scopriamo concetti come mindfulness, gratitudine, salute, creatività, disseminati in un percorso che sembra portare a un futuro migliore. La speranza è quella di vivere, in un mondo più connesso e compassionevole, che abbia superato gli ostacoli geopolitici di oggi.  Abbiamo selezionato 10 guru e 10 utili app per migliorare la propria vita.

I guru.  Ecco 10 nomi da tenere a mente:

-Thich Nhat Hanh. Stimato maestro zen e pacifista, il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh ha viaggiato per il mondo, organizzando conferenze e ritiri. “A volte la felicità porta il sorriso, ma a volte è il sorriso a portare la felicità.”

- Matthieu Ricard. Soprannominato “l'uomo più felice del mondo”, questo brillante ex biologo molecolare è un monaco buddista francese che insegna come controllare il proprio mondo interiore per essere felici e realizzarsi. “La felicità è l'obiettivo primario delle nostre aspirazioni e può avere diversi nomi: realizzazione, profonda soddisfazione, serenità, appagamento, saggezza, fortuna, gioia o pace interiore; e diversi mezzi: creatività, giustizia, altruismo, lotta, conclusione di un progetto o di un'opera.”

- Eckhart Tolle. Oprah Winfrey dice di avere sul comodino il libro del maestro spirituale tedesco Eckhart Tolle. La sua opera si concentra sulla trasformazione della consapevolezza. “Che sollievo rendersi conto che il “discorso interno” non rappresenta chi sono veramente. E allora chi sono? Sono colui che riesce a rendersene conto.”

-Don Miguel Ruiz. Dopo un grave incidente d'auto, Don Miguel abbandona la carriera medica per trovare il senso più profondo dell'umanità, unendo mitologia messicana a concetti moderni.  “Ogni uomo è un artista. Il sogno della vita di ognuno è creare arte meravigliosa.”

-Brené Brown. Sociologa americana, Brené Brown ha pubblicato cinque bestseller ispirati ai suoi studi sui temi del coraggio, della vulnerabilità, della vergogna e dell'empatia arrivati al primo posto della classifica del New York Times.  “Essere orgogliosi della propria storia e al contempo volersi bene è la decisione più coraggiosa da prendere.”

- Tim Ferriss. Guru della produttività made in Silicon Valley, protagonista di un podcast e autore del bestseller 4 ore alla settimana, Tim Ferriss mette al primo posto la calma anziché il lavoro frenetico. Per gestire al meglio il tempo, Ferriss consiglia di eliminare il sovraccarico di informazioni semplicemente bloccandole.  “Se si lavora solo quando si è più efficienti, la vita diventa più produttiva e al tempo stesso più piacevole.”

- Marie Kondo. Regina delle cleanfluencer, Marie Kondo ha sviluppato il metodo KonMari, che suggerisce di valutare ogni oggetto in base alla “scintilla di felicità” che suscita. Se manca la scintilla, meglio eliminare l'oggetto. Il metodo promette una mente più libera e lucida. “Riordinare lo spazio fisico è un modo per prendersi cura del proprio spazio mentale.”

- Charles Duhigg. È importante capire come nascono le abitudini, afferma l'autore di Il potere delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle. Solo dopo è possibile modificarle, alterare la propria routine e le proprie ricompense e raccogliere i frutti del cambiamento. “Quando ci si rende conto che è possibile cambiare le proprie abitudini, si è liberi – e responsabili – di crearne di nuove. Quando ci si rende conto che è possibile ricostruire le proprie abitudini, diventa semplice mettersi a lavoro per modificarle.”

- Karen Armstrong. Se la chiave di un pianeta più solidale e un futuro migliore è volersi bene, basta imparare a essere più compassionevoli. Con la Carta della compassione, Karen Armstrong, saggista ed ex suora cattolica, ci spiega come raggiungere l'obiettivo. “La compassione è una competenza pratica che si impara, come la danza. Bisogna esercitarla con diligenza, giorno dopo giorno.”

- Marianne Williamson. Tra i saggi di Marianne Williamson sulla ricerca spirituale, quattro bestseller arrivati al primo posto della classifica del New York Times. Attivista – si batte, ad esempio, per i pazienti sieropositivi e malati di AIDS –, l'autrice è anche uno dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. “Nasciamo con la capacità di amare. Il mondo ci insegna la paura.”

____________   Migliorarsi diventa più facile grazie alla tecnologia digitale e ai consigli quotidiani delle app dedicate. Eccone 10: dall'analisi del sonno alle lezioni di storia dell'arte.

- Headspace. Attraverso la meditazione guidata, Headspace inizia l'utente al mondo della mindfulness e dei suoi benefici con argomenti specifici come il sonno e la gestione della rabbia. 

- Happify. Con Happify è possibile esercitarsi al pensiero positivo attraverso brevi giochi e attività.

- Habitica. Raggiungere gli obiettivi si trasforma in un'avventura: la lista delle cose da fare diventa un gioco e ogni impegno completato permette di sviluppare il proprio avatar. 

- Sleep Cycle. Sveglia intelligente che monitora il sonno e permette di svegliarsi all'orario perfetto per una giornata produttiva.

- Skillshare.  Ben sette milioni di utenti hanno già scaricato Skillshare per imparare nuove abilità – disegno, grafica, fotografia – attraverso un catalogo di 28.000 lezioni online.

- Forest. Più si resta concentrati sul lavoro, più l'albero virtuale cresce, aiutando l'utente a sfruttare ogni momento della giornata senza la distrazione del telefono.

-Charity Miles. Corsa o camminata, ogni miglio percorso serve a sostenere un'associazione benefica, motivando l'utente con un obiettivo che va oltre il tenersi in forma.

- DailyArt. DailyArt mostra ogni giorno un capolavoro e relative curiosità sul mondo dell'arte.

- Daylio. Con Daylio è possibile osservare e registrare il proprio stato d'animo in modo facile e senza scrivere nemmeno una parola.

-You Need A Budget. Con YNAB l'utente impara a risparmiare grazie a funzionalità di sincronizzazione con la banca, gestione del budget e assistenza personale.

venerdì 14 maggio 2021

Il Sutra del cuore

Brevissimo (soli 14 versi nella versione in sanscrito) ma di estrema densità concettuale, il Sutra del cuore della perfezione della saggezza, o Sutra del Cuore, è parte della Prajnaparamita Sutra, insieme di testi fondamentali per il buddismo Mahayana. Tema centrale è la fondamentale dottrina del vacuità, sunyata. Sutra di grande fascino e straordinaria profondità, ha conosciuto e conosce ampissima diffusione in Cina, Giappone, Vietnam, India. 

Il maestro zen Thich Nhat Hanh ha completato questa traduzione in inglese del Sutra del Cuore nel 2014,  poche settimane prima di essere ricoverato in ospedale.  Il testo, di non facile comprensione,  è destinato a essere utilizzato sotto forma di canto nella pratica e nelle cerimonie del Plum Village,  che si trova in Francia nel Perigord,  e dove risiede la comunità dei monaci della tradizione di Thich Nhat Hanh che ho visitato varie volte.

La comprensione profonda che ci conduce all’altra riva.

Avalokiteshvara, essendosi immerso nella pratica della comprensione profonda che ci conduce all’altra riva, all’improvviso scoprì che i cinque skandha ( Essi sono aggregati che compongono la personalità e precisamente forma, sensazioni percezioni, formazioni karmiche, coscienza ed è attraverso loro si  conoscono i fenomeni e si ha esperienza del mondo)  sono tutti ugualmente vuoti, e con questa realizzazione superò ogni sofferenza.

“Ascolta, Shariputra: questo stesso corpo è il vuoto e il vuoto stesso è questo corpo. Questo corpo non è altro che il vuoto e il vuoto non è altro che questo corpo. Lo stesso vale per le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza.

 Ascolta, Shariputra: tutti i fenomeni portano il marchio del vuoto; la loro vera natura e’ la natura della non-nascita e non-morte, del non-essere e del non non-essere, della non-impurita’ e della non-purezza, della non-crescita e della non-decrescita. Questo è il motivo per cui nel vuoto il corpo, le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza non sono entità con un sé separato.

I diciotto regni dei fenomeni – ovvero i sei organi di senso, i sei oggetti dei sensi, e le sei coscienze – a loro volta non sono entità con un sé separato. 

I dodici anelli della genesi interdipendente e la loro estinzione, a loro volta non sono entità con un sé separato.

La sofferenza, le cause della sofferenza, la fine della sofferenza, il sentiero, la comprensione profonda e la realizzazione, a loro volta non sono entità con un sé separato, Chiunque sia in grado di vederlo, non ha più bisogno di realizzare nulla.

I Bodhisattva che praticano la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva non vedono più alcun ostacolo nella loro mente,  e poiché non esiste più alcun ostacolo nella loro mente, possono superare ogni paura, distruggere ogni percezione erronea e realizzare il Perfetto Nirvana.

Tutti i Buddha del passato, del presente e del futuro, praticando la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva, sono in grado di realizzare l’Illuminazione autentica e perfetta.

Quindi, Shariputra, si sappia che la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva è un grande mantra, è il mantra che più illumina, il mantra supremo, il mantra incomparabile, la vera Saggezza che ha il potere di porre fine ad ogni tipo di sofferenza.

Proclamiamo quindi un mantra per lodare la comprensione profonda che ci conduce all’altra riva: Gate gate paragate parasamgate bodhi svaha!  ("Andata, andata, andata al di là, completamente andata al di là, Risveglio! Svāhā!")    

mercoledì 17 agosto 2022

The Heart of Buddha's Teaching - Thich Nhat Hanh

"Anche oggi, voi e io possiamo tornare al nostro paradiso ogni volta che inspiriamo ed espiriamo con attenzione. La nostra vera casa non è solo nel passato. È presente adesso. La consapevolezza è l'energia che possiamo produrre nella nostra vita quotidiana per riportare il nostro paradiso".

 Questo testo The Heart of Buddha's teaching, Transforming Suffering into Peace, Joy, and Liberation di Thich Nhat Hanh , pubblicato nel 1999, è il perfetto manuale d’introduzione al buddhismo. Spiega in modo semplice e completo cosa è il buddhismo, utilizzando metafore e storielle, un testo da consigliare a chi si avvicina per la prima volta al buddhismo. Ci sono dei riferimenti ad una sostanziale rivoluzione nell’educazione e nell’atteggiamento da seguire di fronte alle ingiustizie nel mondo. Il Maestro Zen Thich Nhat Hanh è un leader spirituale globale, poeta e attivista per la pace, venerato in tutto il mondo per i suoi insegnamenti pionieristici sulla consapevolezza, l'etica globale e la pace.                              Per avere il testo completo in Pdf:   vedi link

Nel Il cuore dell'insegnamento del Buddha, Thich Nhat Hanh ci introduce agli insegnamenti fondamentali del Buddismo e ci mostra che gli insegnamenti del Buddha sono accessibili e applicabili alla nostra vita quotidiana. Con poesia e chiarezza, Nhat Hanh ci trasmette una confortante saggezza sulla natura della sofferenza e sul suo ruolo nel creare compassione, amore e gioia, tutte qualità dell'illuminazione. Coprendo insegnamenti significativi come le Quattro Nobili Verità, il Nobile Ottuplice Sentiero, le Tre Porte della Liberazione, i Tre Sigilli del Dharma e i Sette Fattori del Risveglio, Il Cuore dell'Insegnamento del Buddha è un faro luminoso sul pensiero buddista per gli iniziati e i non iniziati.

Thay è cresciuto in tempo di guerra, con distruzione e morte intorno a lui, da giovane ha sofferto molto, e le ferite della guerra non si sono mai completamente rimarginate; la notte si svegliava per abbracciare il suo popolo. Senza abbracciare la sofferenza non si può ottenere la pace e la gioia. Il Buddha ha detto che la nostra sofferenza ha il potere di mostrarci la via della liberazione. Occorre trasformare la sofferenza in compassione, piena coscienza, pace e liberazione.  
Non si deve scappare dalla vita, occorre trovare il modo per relazionarsi con noi stessi, gli altri, ed impegnarci nel mondo. “Se noi leggiamo o ascoltiamo con una mente aperta e un cuore aperto, la pioggia del Dharma penetrerà il suolo della nostra coscienza”. "Un maestro non può darvi la verità, la verità è già in voi".  La trasmissione degli insegnamenti del Buddha può essere suddivisa in tre correnti: Buddhismo delle fonti, Buddhismo delle molte scuole e Buddismo Mahayana. Il Buddismo delle fonti comprende tutti gli insegnamenti impartiti dal Buddha durante la sua vita. Centoquaranta anni dopo la morte del Buddha, il Sangha si divise in due gruppi: il gruppo dei Mahasanghika (letteralmente "maggioranza", riferendosi a coloro che volevano cambiamenti) e Sthaviravada (letteralmente "Scuola degli anziani", riferendosi a coloro che si opponevano ai cambiamenti)."
Cento anni dopo, lo Sthaviravada si divise in due rami: il Sarvastivada ("Scuola degli anziani", "la Scuola che proclama che tutto è") e Vibhajyavada ("la scuola che discrimina").
I Vibhajyavadin, sostenuti dal re Ashoka, fiorirono nella valle del Gange, mentre i Sarvastivadin si spinsero a nord, nel Kashmir.
Per quattrocento anni, durante e dopo la vita del Buddha, i suoi insegnamenti furono trasmessi solo
oralmente. In seguito, i monaci della scuola Tamrashatiya ("coloro che indossano vesti color rame") in Sri Lanka, un derivato della scuola Vibhajyavada, iniziarono a scrivere i discorsi del Buddha su foglie di palma.
Molti discorsi del Buddha furono trascritti in modo incorretto, a Sri Lanka i discorsi erano scritti in Pali e sono conosciuti come la Southern transmission o l’insegnamento degli anziani (Theravada), gli insegnamenti della Northern transmission erano un po’ più frammentati e erano scritti in Sanskrit o prakrit. La terza corrente degli insegnamenti del Buddha è il buddhismo Mahayana (primo e secondo secolo avanti Cristo) che introduce l’ideale del Boddhisatva per aiutare gli esseri viventi. Il Buddha ha detto molte volte: "Il mio insegnamento è come un dito che indica la luna. Non scambiate il dito per la luna". I sutra sono delle guide, delle indicazioni da mettere in pratica. Non bisogna essere presi però dalle nozioni o parole.
I tre tipi di sofferenza: La sofferenza di soffrire, la sofferenza della cose composite, la sofferenza associata al cambiamento.
I tre sigilli: impermanenza, non sé, sofferenza o nirvana. In molti sutra il Buddha insegnò che il nirvana, la gioia di estinguere completamente le nostre idee e concetti è uno dei tre sigilli piuttosto che la sofferenza. Anche Nagarjuna considerava il nirvana uno dei tre sigilli al posto della sofferenza.
Il desiderio improvviso è la prima delle afflizioni. E dire che è la causa di tutte le nostre sofferenze è troppo semplicistico.
Il buddhismo riporta Sei organi di senso: occhi, orecchie, naso, lingua, corpo e mente e I Cinque Aggregati (skanda) che sono gli elementi che costituiscono la persona: forma, sentimenti, percezioni, formazioni mentali e coscienza.
La meditazione buddista ha due aspetti: shamatha e vipashyana. Tendiamo a sottolineare l'importanza di vipashyana ("guardare in profondità") perché può portarci all'intuizione e liberarci dalle sofferenza e dalle afflizioni. Ma la pratica di shamatha ("fermarsi") è fondamentale. Se non riusciamo a fermarci, non possiamo avere l'intuizione.
Quando siamo consapevoli, toccando profondamente il momento presente, avremo come i frutti la comprensione, l'accettazione, l'amore, e il desiderio di alleviare la sofferenza e portare gioia.
La dimenticanza è l'opposto. Beviamo una tazza di tè, ma non sappiamo che stiamo bevendo una tazza di tè. Ci sediamo con la persona che amiamo, ma non sappiamo che è lì. Camminiamo, ma non camminiamo veramente. La prima funzione della meditazione shamatha - è fermarsi, calmarsi e riposare che sono i prerequisiti per la guarigione.
Se non riusciamo a fermarci, il corso della nostra auto-distruzione continuerà. Il mondo ha bisogno di guarigione. Gli individui, le comunità e le nazioni hanno bisogno di di guarigione.
Il Buddha ha insegnato molte tecniche per aiutarci a calmare il corpo e la mente e a guardarli in profondità. Possono essere riassunte in cinque fasi:
(1) Riconoscimento - Se siamo arrabbiati, diciamo: "So che la rabbia è in me".
(2) Accettazione - Quando siamo arrabbiati, non lo neghiamo. Accettiamo ciò che è presente.
(3) Accogliere - Teniamo la nostra rabbia tra le nostre due braccia come una madre che tiene il suo bambino che piange.
(4) Guardare in profondità - Quando siamo sufficientemente calmi, possiamo guardare in profondità per capire che cosa ha portato a questa rabbia,
(5) Intuizione - Il frutto del guardare in profondità è comprendere le numerose cause e condizioni
primarie e secondarie, che hanno generato la nostra rabbia.
La ruota del Dharma è stata messa in moto dodici volte, tre per ciascuna delle Quattro Nobili Verità.
La sofferenza.  Riconoscimento: Questa è sofferenza. Incoraggiamento: La sofferenza deve essere compresa. Realizzazione: La sofferenza è compresa.
Il Sorgere della sofferenza.  Riconoscimento: C'è un modo ignobile che ha portato alla sofferenza. Incoraggiamento: Questa via ignobile deve essere compresa. Realizzazione: Quella via ignobile è stata compresa.
La Cessazione della sofferenza (benessere).  Riconoscimento: Il benessere è possibile. Incoraggiamento: Il benessere deve essere ottenuto.  Realizzazione: Il benessere si ottiene.
Come nasce il benessere.  Riconoscimento: Esiste un nobile sentiero che conduce al benessere. Incoraggiamento: Questo nobile sentiero deve essere vissuto. Realizzazione: Questo nobile sentiero viene vissuto.
Noi ci nutriamo di cibo, di impressioni, pensieri, ecc. Siamo esposti a invasioni di ogni tipo - immagini, suoni, odori, tatto, idee - e molti di queste alimentano il desiderio, la violenza, la paura e la disperazione in noi.
Cerchiamo di accumulare sempre di più, e pensiamo che queste "mucche" siano essenziali per la nostra esistenza. A causa del cibo che la nostra coscienza consuma, noi siamo il nostro ambiente ed è quello che è.
Quando si agisce con consapevolezza, ci si rende conto che camminare sulla Terra è un miracolo, lavare i piatti è un miracolo e praticare con una comunità di amici è un miracolo. Il più grande miracolo è essere vivi. Possiamo porre fine alla nostra sofferenza solo rendendoci conto che non vale la pena di soffrire!
Quante persone si uccidono per rabbia o disperazione? In quel in quel momento non vedono l'immensa felicità che è disponibile.
Nel Sutra Ratnakuta "Allo stesso modo, una persona comune intrappolata in concezioni dualistiche pensa che i Cinque Aggregati siano la causa della sua sofferenza, ma in realtà la radice della sua sofferenza è la sua mancanza di comprensione della natura impermanente, non egoistica e interdipendente dei Cinque Aggregati". Quando non comprendiamo correttamente, ci attacchiamo alle cose e ne rimaniamo intrappolati. Nel Sutra Ratnakuta si usano i termini "aggregato" (skandha) e "aggregato dell'aggrapparsi" (upadana skandha). Gli skandha sono i Cinque Aggregati che danno origine alla vita. Gli upadana skandha sono gli stessi Cinque Aggregati che costituiscono gli oggetti del nostro afferrare. La radice della nostra sofferenza non è costituita dagli aggregati, ma dal nostro afferrare.
Poi parla dell’ottuplice sentiero. Secondo il Buddismo, esistono due tipi di verità: la verità relativa o mondana (samvriti satya) e la verità assoluta (paramartha satya). Entriamo nella porta della pratica attraverso la verità relativa. Riconosciamo la presenza della felicità e della sofferenza e cerchiamo di andare nella direzione di una maggiore felicità. Ogni giorno ci spingiamo un po' più avanti in quella direzione e un giorno ci rendiamo conto che la sofferenza e la felicità non sono "due". Nel Discorso sul giro della ruota del Dharma, il Buddha ha insegnato le Quattro Nobili Verità sulla sofferenza, la causa della sofferenza, la cessazione della sofferenza e il sentiero per arrivare ad estinguere la sofferenza. Ma nel Sutra del Cuore, il Bodhisattva Avalokiteshvara ci dice che non c'è sofferenza, né causa di sofferenza, né cessazione della sofferenza, né sentiero. È una contraddizione? No. Il Buddha parla in termini di verità relativa, mentre Avalokiteshvara insegna in termini di verità assoluta.
Il Buddha raccomanda di vivere la nostra vita quotidiana in questo modo, vedendo tutto alla luce dell'inter-essere. In questo modo non rimarremo intrappolati nel nostro piccolo io.
Nirvana significa estinzione: prima di tutto, l'estinzione di tutti i concetti e le nozioni. I nostri concetti sulle cose ci impediscono di toccarle davvero.

I tre sigilli del Dharma (Dharma mudra) sono l'impermanenza (anitya), il non sé (anatman) e il nirvana. Qualsiasi insegnamento che non rechi questi tre sigilli non può essere considerato un insegnamento del Buddha. Nella Trasmissione meridionale, i Tre Sigilli del Dharma sono spesso indicati come impermanenza, sofferenza {dukkha) e non sé. Ma nel Samyukta Agama, il Buddha insegnò l'impermanenza, il non sé e il nirvana come i Tre Sigilli del Dharma. Il secondo sigillo del Dharma è il non sé. Nulla ha un'esistenza separata o un sé separato. Ogni cosa deve interagire con tutte le altre. Non sé significa che siete fatti di elementi che non sono voi.
Nirvana significa estinzione, soprattutto estinzione delle idee - le idee di nascita e morte, esistenza e non esistenza, andare e venire, sé e altro, uno e molti. Tutte queste idee ci fanno soffrire.
Nel Buddismo si parla degli Otto Concetti: nascita, morte, permanenza, dissoluzione, andare e venire, uno e molti.
Qualsiasi insegnamento che non porti il marchio dei Tre Sigilli del Dharma, delle Quattro Sacre Verità e del Nobile Ottuplice Sentiero non è autenticamente buddista. Ma a volte vengono insegnati solo due sigilli del Dharma: la sofferenza e il nirvana. A volte vengono insegnati quattro sigilli del Dharma: impermanenza, non sé, nirvana e sofferenza. Ma la sofferenza non è un elemento fondamentale dell'esistenza. È una sensazione. Quando insistiamo sul fatto che qualcosa che è impermanente e senza sé sia permanente e abbia un sé, soffriamo. Il Buddha ha insegnato che quando la sofferenza è presente, dobbiamo identificarla e fare i passi necessari per trasformarla. Non ha insegnato che la sofferenza è sempre presente.
I Tre Sigilli del Dharma sono le chiavi che possiamo usare per entrare nelle Tre Porte della Liberazione: il vuoto (shunyata), l'assenza di significato (animitta) e l'assenza di scopo (apranihita). Tutte le scuole di buddismo accettano l'insegnamento delle Tre Porte della Liberazione. Queste Tre Porte sono talvolta chiamate le Tre Concentrazioni. Quando entriamo in queste porte, dimoriamo nella concentrazione e ci liberiamo dalla paura, dalla confusione e dalla tristezza.
Il Buddha è stato rappresentato come dotato di "tre corpi": Dharmakaya, la fonte dell'illuminazione e della felicità; Sambhogakaya, il corpo della beatitudine o del godimento; e Nirmanakaya, l'incarnazione storica del Buddha.
I Tre Gioielli: Prendo rifugio nel Buddha, colui che mi mostra la via in questa vita. Prendo rifugio nel Dharma, la via della comprensione e dell'amore. Prendo rifugio nel Sangha, la comunità che vive in armonia e consapevolezza. "Torno indietro e mi affido al Buddha in me stesso". L'aggiunta di "in me stesso" chiarisce che noi stessi siamo il Buddha. Il Buddha del XXI secolo - Maitreya, il Buddha dell'Amore - potrebbe essere una comunità piuttosto che un individuo. I sangha che praticano la gentilezza amorevole e la compassione sono il Buddha di cui abbiamo bisogno.

Devi praticare le 'Dimore di Brahma' (Brahmaviharas) o Quattro Menti incommensurabili - amore, compassione, gioia ed equanimità. L'amore in sanscrito è maitri; in pali è metta. La compassione è karuna in entrambe le lingue. La gioia è mudita. L'equanimità è upeksha in sanscrito e upekkha in pali. Un vihara è una dimora o un luogo di abitazione. I Quattro Brahmavihara sono le dimore del vero amore.
I Quattro Brahmavihara sono chiamati "incommensurabili", perché se li praticate, cresceranno in voi ogni giorno fino ad abbracciare il mondo intero. Diventerete più felici e lo saranno anche tutti coloro che vi circondano.
Il Buddha rispettava il desiderio delle persone di praticare la propria fede, ma di preservare le proprie radici ebraiche, cristiane o musulmane. Questo è il modo migliore per realizzare lo spirito del Buddha. Se si è tagliati fuori dalle proprie radici, non si può essere felici.
Buddha disse loro: "Chiunque pratichi le Quattro Menti Immensurabili insieme ai Sette Fattori del Risveglio, alle Quattro Nobili Verità e al Nobile Ottuplice Sentiero arriverà profondamente all'illuminazione".
Secondo il Buddismo, l'essere umano è composto da cinque aggregati (skandhas): forma (rupa), sentimenti (vedana), percezioni (samjña), formazioni mentali (samskara) e coscienza (vijñana). I cinque aggregati contengono tutto, sia dentro di noi che fuori di noi, nella natura e nella società. Così come ci sono cinquantuno categorie di formazioni mentali, ci sono cinquantuno tipi di semi sepolti in profondità nella nostra coscienza. La coscienza è, allo stesso tempo, collettiva e individuale. Il collettivo è fatto dall'individuo e l'individuo è fatto dal collettivo.
Anche oggi, voi e io possiamo tornare al nostro paradiso ogni volta che inspiriamo ed espiriamo con attenzione. La nostra vera casa non è solo nel passato. È presente adesso. La consapevolezza è l'energia che possiamo produrre nella nostra vita quotidiana per riportare il nostro paradiso.
Le Cinque Facoltà, o Basi (indriyani), sono le centrali elettriche che possono aiutarci a generare questa energia in noi stessi. I Cinque Poteri (balani) sono quell'energia in azione.
Le Cinque Facoltà e i Poteri sono: la fede (shaddha), l'energia (virva), la consapevolezza (smriti), la concentrazione (samadhi) e l'intuizione, o saggezza (prajña), la capacità di guardare in profondità e vedere chiaramente. Se praticate come basi, sono come fabbriche che producono elettricità. Se praticati come poteri, hanno la capacità di generare tutti gli elementi dell'Ottuplice Sentiero, proprio come l'elettricità si manifesta come luce o calore.
Il Sutra del Loto dice: "Tutti gli esseri senzienti hanno la natura di Buddha (Buddhata)". Con le giuste condizioni, il seme della natura di Buddha in noi crescerà. Potremmo anche chiamare questo seme il seme della retta consapevolezza o il seme dell'intuizione, della saggezza o della retta fede. In realtà si tratta di un unico seme.
Praticare significa aiutare quel meraviglioso seme a manifestarsi.
L'appellativo "Buddha" deriva dalla radice del verbo budh, che significa risvegliarsi, comprendere, sapere cosa sta accadendo in modo molto profondo. Nella conoscenza, nella comprensione e nel risveglio della realtà c'è la mindfulness, perché la mindfulness significa vedere e conoscere ciò che sta accadendo. Se il nostro vedere è profondo o superficiale dipende dal nostro grado di risveglio. In ognuno di noi, il seme di Buddha, la capacità di risvegliarsi e di comprendere, è chiamato natura di Buddha.
Come possiamo aiutare una persona che sente di non potersi amare? Come possiamo aiutarla a entrare in contatto con il seme dell'amore che è già in lei, affinché si manifesti come un fiore e possa sorridere? Come buoni amici, dobbiamo imparare a guardare in profondità nella nostra coscienza e in quella degli altri. Possiamo aiutare la nostra amica a coltivare quel seme e a realizzare la sua capacità di amare. Esiste un sesto potere chiamato "capacità" o "inclusività" (kshanti). La capacità di essere felici è molto preziosa. Chi riesce a essere felice anche di fronte alle difficoltà, ha la capacità di offrire luce e senso di gioia a se stesso e a chi lo circonda.
C'è un bodhisattva chiamato Kshitigarbha la cui pratica consiste nell'andare nei luoghi di sofferenza più profonda e portare luce e risate agli altri. Se il vostro Sangha ha una persona così, che sa sorridere, essere felice e avere fede in ogni circostanza, è un buon Sangha.
I tre tipi di orgoglio nel buddhismo sono: (1) pensare di essere migliore degli altri; (2) pensare di essere peggiore degli altri; e (3) pensare di essere altrettanto buono degli altri. Tutte le condizioni per la felicità sono qui. Dovete solo toccare i semi della felicità che sono già in voi. Non aveva più bisogno di correre. Il piacere di stare seduti nel momento presente si chiama "stare semplicemente seduti" o "non agire". 

Le Sei Paramita sono un insegnamento del Buddismo Mahayana. Paramita può essere tradotto come "perfezione" o "realizzazione perfetta".
(1) dana paramita - donazione, offerta, generosità. (2) shila paramita - precetti o allenamenti di consapevolezza. (3) kshanti paramita - l'inclusività, la capacità di ricevere, sopportare e trasformare il dolore inflittovi dai vostri nemici e anche da coloro che vi amano. (4) virya paramita - diligenza, energia, perseveranza. (5) dhyana paramita - meditazione. (6) prajña paramita - saggezza, intuizione, comprensione. La pratica delle Sei Paramita ci aiuta a raggiungere l'altra riva, quella della libertà, dell'armonia e delle buone relazioni.
I sette fattori del risveglio (saptabodhyanga) sono: la consapevolezza, l'indagine dei fenomeni, la diligenza, la gioia, la facilità, la concentrazione e il lasciar andare. Un Buddha è "colui che è risvegliato". Anga significa arto. Le potenzialità dei Sette Fattori del Risveglio sono già in noi, ma non lo sappiamo.       

Nel testo parla anche della Ruota della vita o Bhavacakra. La Ruota della vita o anche Ruota del divenire è la rappresentazione iconografica Buddista Tibetana del Samsara, ciclo delle esistenze, (nascita, vita, morte, rinascita) condizionato dal karma.  Usualmente viene dipinta sui muri esterni dei templi e serve come supporto visivo all'insegnamento di base. Si compone di vari anelli e raggi, in cui si esemplificano i meccanismi del Saṃsāra, che possono essere interpretati sia sul piano psicologico che fisico. I principî esposti sono quelli dei tre veleni (cupidigia - gallo, odio -  serpente, ignoranza - cinghiale), dei sei mondi (Deva o dei, Asura o demoni, Umani, Animali,  Preta o essere sensienti, Naraka o gli abitanti dei mondi sotterranei ) e dei dodici elementi della coproduzione condizionata 

  • ignoranza: una vecchia cieca con bastone che esce di casa e si dirige verso un burrone.
  • coefficienti karmici: un vasaio all'opera.
  • coscienza: una scimmia che salta da una casa all'altra.
  • nome e forma: rappresentati come due uomini su una barca in balia delle onde.
  • sei basi dei sensi: una casa con sei finestre, che mettono in contatto col mondo esterno.
  • contatto: una coppia che copula.
  • sensazione: un uomo che corre con una freccia infilata in un occhio.
  • brama: un uomo a tavola che alza un bicchiere di alcolico.
  • attaccamento: una scimmia che coglie frutta da un albero.
  • essere, divenire: una donna stesa che invita all'accoppiamento.
  • nascita: una partoriente.
  • vecchiaia e morte: un uomo porta sulle spalle un cadavere avvolto in un lenzuolo in un cimitero all'aperto tra cadaveri e animali.

Il termine Bhavacakra può essere anche tradotto come "ciclo degli stati mentali" e quindi letto come un diagramma di sintesi della psicologia buddhista, specificamente del buddhismo vajrayana.

Non presentiamo l'insegnamento del Buddha come un tentativo di fuggire dalla vita e di andare verso il nulla o il non essere. Sono modi di agire. Iniziamo la pratica cercando un significato per la nostra vita. Sappiamo che non vogliamo correre dietro alla fama, al denaro o al piacere sensuale, e così impariamo l'arte di vivere con consapevolezza. Col tempo, sviluppiamo comprensione e compassione e scopriamo che queste sono le energie che possiamo usare per alleviare la nostra sofferenza e quella degli altri. Questo dà già un senso alla nostra vita. Continuiamo la pratica, guardando in profondità i Cinque Aggregati che compongono il sé, e tocchiamo la realtà di non nascita e non morte che è in noi e in ogni cosa. Questo contatto ci dà il massimo sollievo. Elimina tutte le nostre paure, ci offre la vera libertà e dà un vero significato alla nostra vita.

INGIUSTIZIA nel mondo. Come possiamo lavare via questo tipo di ingiustizia? Come possiamo trasformare l'ingiustizia ricevuta da intere nazioni? Cambogiani, bosniaci, palestinesi, israeliani, tibetani, tutti noi soffriamo di ingiustizia e intolleranza. Invece di essere fratelli e sorelle gli uni degli altri, ci puntiamo le armi addosso. Quando siamo sopraffatti dalla rabbia, pensiamo che l'unica risposta sia punire l'altra persona. Il fuoco della rabbia continua a bruciare in noi e continua a bruciare i nostri fratelli e sorelle. Questa è la situazione del mondo ed è per questo che è necessario uno sguardo e un cambiamento profondo.
EDUCAZIONE. Quando guardiamo gli altri, vediamo come la loro felicità e la loro sofferenza siano legate alla nostra felicità e alla nostra sofferenza. "La pace inizia con me".
Mettiamo molti giovani in prigione. Ma se cominciamo a meditare scopriremo da dove viene la loro violenza. Com'è la nostra società? Come sono organizzate le nostre famiglie? Cosa viene insegnato nelle nostre scuole? Perché dobbiamo dare tutta la colpa ai giovani? Perché non possiamo riconoscere la nostra corresponsabilità? I giovani fanno del male a se stessi e agli altri perché la vita non ha senso per loro. Se continuiamo a vivere come facciamo e a organizzare la società come facciamo, continueremo a produrre migliaia di giovani che dovranno essere imprigionati.
A scuola i nostri figli imparano a leggere, a scrivere, a fare i conti, a studiare le scienze e altre materie che possono aiutarli a guadagnarsi da vivere. Ma pochissimi programmi scolastici insegnano ai giovani come vivere: come gestire la rabbia, come riconciliare i conflitti, come respirare, sorridere e trasformare le formazioni interne. C'è bisogno di una rivoluzione nell'educazione.
C'è tanta violenza nelle nostre scuole. Genitori, insegnanti e studenti devono lavorare insieme per trasformare la violenza. Le scuole non sono solo luoghi di trasmissione di conoscenze tecniche. Devono essere anche luoghi in cui i bambini possono imparare a essere felici, amorevoli e comprensivi, dove gli insegnanti nutrono i loro studenti con le loro intuizioni e la loro felicità. Anche negli ospedali abbiamo bisogno di luoghi in cui familiari, operatori sanitari, pazienti e altri possano sedersi, respirare e calmarsi. Abbiamo bisogno di municipi in cui le persone responsabili possano esaminare a fondo i problemi locali. Abbiamo bisogno che il Congresso sia un luogo in cui i nostri veri problemi vengano veramente affrontati. Se siete educatori, genitori, insegnanti, architetti, operatori sanitari, politici o scrittori, aiutateci a creare le istituzioni di cui abbiamo bisogno per il nostro risveglio collettivo. I nostri legislatori devono sapersi calmare e comunicare bene. Devono saper ascoltare e guardare in profondità e usare un linguaggio amorevole. Se eleggiamo persone infelici che non hanno la capacità di rendere felice la propria famiglia, come possiamo aspettarci che rendano felice la nostra città o la nostra nazione? Non votate per qualcuno solo perché è bello o ha una bella voce. Stiamo affidando il destino della nostra città, della nostra nazione e delle nostre vite a queste persone. Dobbiamo agire in modo responsabile. Dobbiamo creare comunità con uno sguardo profondo, una condivisione profonda e una vera armonia. Dobbiamo essere in grado di prendere insieme le decisioni migliori. Abbiamo bisogno di pace, dentro e fuori di noi. 

L' ultima parte del testo riporta anche i più importanti sutra o discorsi del Buddha:

  • Discorso sul girare la ruota del Dharma - Turning the Wheel of the Dharma - Dhamma Cakka Pavattana Sutta. Parla della via di mezzo.
  • Discourse on the Great Forty - Mahacattarisaka Sutta. Parla della nobile giusta concentrazione costituita da retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retta condotta di vita, retta diligenza e retta consapevolezza.
  • Discorso sulla giusta visione – on the Right View - Sammaditthi Sutta.  Il Venerable Sariputta spiega quando un discepolo ha la retta visione.

venerdì 2 giugno 2023

Buddhismo e buddhismi

Gli insegnamenti del Buddha, hanno segnato il destino intellettuale e spirituale dell’Asia. Molte scuole si sono formate differenziandosi sia nella dottrina sia nella prassi sotto numerosissimi aspetti.

Sri Lankha. Molti dotti occidentali come Elena Petrovna Blavatskij (1831-1891) e Henry Steel Olcott (1832-1907), aderirono formalmente al buddhismo e in particolare al Sangha di Sri Lanka 1880. Olcott cercò di ridare respiro alla cultura tradizionale a Colombo e Kandy. David Hewavitarne (1864-1933), divenne monaco con il nome di Dharmapāla e cercò di far affermare il buddhismo al di là dei suoi confini. Nel 1950, veniva fondata a Colombo, sotto gli auspici governativi, la World fellowship of buddhists (WFB), con una decisione sottoscritta dai delegati di 27 nazioni. Il primo presidente fu George Pieris Malalasekera (1899-1973. Dal 1963 la sede della WFB si è trasferita a Bangkok. Nel 1998, venne creata la World buddhist university (WBU). La WFB presenta una struttura imponente, che conta 15 vicepresidenti, con diversi plessi radicati in tutto il mondo (è recente l’istituzione in Tanzania d’un centro regionale per la diffusione del buddhismo in Africa). 

Sempre a Colombo viene fondato nel maggio 1966 il World buddhist sangha council (WBSC), destinato ad affiancare la WFB specialmente nei rapporti e scambi fra le diverse comunità monastiche. Nel 1967, a coronamento del suo primo Congresso, il WBSC promulgava una dichiarazione sui Basic points unifying the Thēravāda and the Mahāyāna, ricorrendo significativamente al lessico sanscrito proprio del Mahāyāna nella recensione in lingua occidentale. I principi sono di seguito elencati:

  • «Il Buddha è il nostro primo Maestro. 
  • Prendiamo rifugio nel Buddha, nel Dharma (il complesso delle dottrine da lui insegnate) e nel Sangha (la comunità dei monaci).
  • Se Dio abbia creato e/o governi il mondo è questione che non tende all’edificazione.
  • Consideriamo fine della vita lo sviluppare la compassione per tutti i viventi senza distinzione e l’operare per il loro bene, felicità e pace, nonché lo sviluppare la saggezza che conduce alla realizzazione della Verità ultima.
  • Siamo guidati dalle quattro nobili verità – la verità sul Duḥkha (il disagio esistenziale), la verità sul sorgere del Duḥkha, la verità sulla cessazione del Duḥkha, la verità sul sentiero che mena alla cessazione del Duḥkha – e dalla legge di causa ed effetto, il Pratītyasamutpāda (il con-sorgere dei fenomeni in presenza di cause e condizioni).
  • Asseriamo che tutti i saṃskāra (le cose condizionate) sono anitya (impermanenti) e duḥkha e che tutti i dharma (le cose condizionate e incondizionate, incluso il Nirvāna) sono anātman (senza sé o non sé).
  • Accettiamo i trentasette bodhipakṣadharma (le qualità che conducono all’Illuminazione) come aspetti diversi della via insegnata dal Buddha che mena all’Illuminazione.
  • Vi sono tre modi d’attingere la Bodhi (l’Illuminazione): come śravaka (uditore, discepolo che l’attinge grazie all’insegnamento altrui), come pratyekabuddha (Buddha per uno che l’attinge per sé stesso e non la insegna ad altri) e come Saṃyaksambuddha (Buddha perfettamente e totalmente illuminato, che l’attinge per sé stesso e la insegna ad altri). Accettiamo come ideale più elevato, più nobile ed eroico il seguire la carriera d’un Bodhisattva (dalla mente tesa all’Illuminazione, un futuro Buddha) e divenire un Saṃyaksambuddha al fine di salvare gli altri.
  • Ammettiamo l’esistenza di differenze in credenze e pratiche buddhistiche in diversi Paesi. Tali forme ed espressioni esteriori non vanno confuse con gli insegnamenti essenziali del Buddha».

Queste iniziative mirano a identificare un minimo comune denominatore tra i diversi ‘buddhismi’ – qui rappresentato dai capisaldi più significativi del Thēravāda, ultima sopravvissuta delle diciotto scuole buddhistiche antiche. I risvolti politici del WBSC appaiono anche dal fatto che alla sua presidenza onoraria sia stato posto un prestigioso esponente dell’establishment buddhistico della diaspora cinese, il venerabile maestro del Dharma Wu Ming.

Negli Stati Uniti gli immigrati dalle diverse zone dell’Asia, che formano la massa dei buddhisti statunitensi (l’80% dei circa sei milioni di persone che si riconoscono tali nei censimenti effettuati sui gruppi religiosi americani), non sembrano sentirne il bisogno di fare riferimento ad una organizzazione internazionale e s’accontentano di far capo a strutture confessionali interne alle rispettive tradizioni delle loro comunità, come l’imponente organizzazione nazionale delle Buddhist churches of America (BCA) che raccoglie i seguaci della scuola della Vera pura terra di Amitābha (Jōdo Shinshū). Le BCA aderiscono direttamente alla WFB; ma ve ne sono, moltissime che l’ignorano.

In Europa è stata fondata nel 1975 la European buddhist union (EBU), che abbraccia comunità e istituzioni buddhistiche d’ogni appartenenza. In origine destinata a raccogliere soltanto l’adesione di confederazioni nazionali – come la Deutsche buddhistische Union E.V. (DBU, fondata nel 1955), la Österreichische buddhistische Union (fondata nel 1976) e l’Unione buddhista italiana (UBI, fondata nel 1985) e riconosciuta dallo Stato italiano con intesa stipulata nel 2007.

Il Friends of the western buddhist order (FWBO) è stato fondato nel 1967-68 a Londra da Dennis Lingwood. Dopo il suo rientro in patria dall’India dopo una serie di iniziazioni al Thēravāda e al Mahāyāna tibetano, ha tentato una sintesi(un sincretismo) tra le diverse esperienze proponendo una versione occidentale del buddhismo.  Un altro alfiere di questa tendenza è lo scozzese Stephen Batchelor, ordinato monaco nella tradizione dei Gelugpa tibetani nel 1978 dopo un duro noviziato – durato otto anni a Dharamshala e in Svizzera. Traduttore dal tibetano e dal coreano e autore del brillante pamphlet che porta il significativo titolo di Buddhism without beliefs. A contemporary guide to awakening (1997), questo ‘buddhista agnostico’, come si autodefinisce, relativizza la maggior parte delle concezioni su cui poggia la visione del mondo delle diverse scuole che si rifanno al Buddha.

I membri effettivi del FWBO ricevono un’iniziazione e s’impegnano a uno stile di vita a metà tra quello tradizionale dei bhikkhu e quello dei laici. Si noterà che, anziché presentarsi come upāsaka (così normalmente nel lessico buddhistico vengono detti i laici), questi ‘buddhisti occidentali’ preferiscono essere chiamati dharmacārin (praticante del Dharma).

La branca indiana del FWBO ha rilevante importanza tra quelle, sempre più numerose, che si sono formate via via in Occidente, in Oceania e nell’Asia meridionale.  Lingwood durante il suo soggiorno indiano aveva incontrato Bhimrao Ramji, poi Babasaheb Ambedkar (1891-1956), uno dei padri della Costituzione dell’India, fondatore dell’Independent labour party e fiero nemico della società tradizionale basata sulle caste – essendo egli stesso un appartenente alla stirpe degli ‘intoccabili’ mahar. Ambedkar ha fondato la Buddhist society of India nel 1955 e  si è fatto iniziare al Thēravāda il 14 ottobre 1956, portando con sé un seguito di quasi mezzo milione di seguaci.  The Buddha and his Dhamma (1957) è il suo testamento spirituale. I seguaci del Navayāna (nuovo veicolo) sarebbero circa cinquanta milioni secondo le stime dei portavoce del movimento, meno di dieci secondo i suoi avversari; il censimento è reso difficile dal fatto che perlopiù continuano a essere registrati all’anagrafe come hindu. Accanto a un esplicito rifiuto dei tradizionali culti indiani e della fede nelle ‘incarnazioni’ di Dio , coloro che pronunciano i ventidue voti dettati da Ambedkar si impegnano a credere nell’eguaglianza tra tutti gli esseri umani e a lottare per stabilirla, oltre ad adottare il Dhamma del Buddha (il termine è in lingua pāli e sottolinea l’appartenenza al Thēravāda) come sola vera religione. Non mancano incidenti con esplosioni di violenza popolare; l’ultima risale al 2006. Chi contesta la figura e gli scritti di Ambedkar talora è minacciato di morte dagli estremisti che si fanno chiamare buddhist panters. Vi sono organizzazioni buddhistiche indiane, che si rifanno espressamente ad Ambedkar, le quali aderiscono alla WBF.

Nel 2007 vi sono state nel Regno Unito interrogazioni parlamentari che hanno espresso preoccupazioni sul presunto carattere settario del FWBO, così come di altri movimenti buddhistici, quali la Soka Gakkai international (UK) e la New Kadampa tradition, che reclutano con successo i loro adepti fra i sudditi britannici, tutti coordinati dal Network of buddhist organisations (UK) (NBO), fondato nel 1993. Il NBO è stato accolto come membro dalla European buddhist union apparentemente sullo stesso piano del FWBO: il che fa pensare che quest’ultimo abbia conservato una certa indipendenza nei confronti del primo.

Il Dalai Lama ricopre un ruolo rilevante nel coordinare e unificare il frammentatissimo panorama delle scuole buddhistiche. Le tappe della vita e delle vicissitudini di tale carismatica figura sono ben note: Lhamo Dondup venne riconosciuto all’età di tre anni come quattordicesimo tülku del Bodhisattva Avalokiteśvara nel ruolo di Dalai Lama. Fu educato nel palazzo-monastero di Potala a Lhasa, venendo da allora in poi designato con gli epiteti onorifici di Jetsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzing Gyatso. Il suo insediamento ufficiale ebbe luogo il 17 nov. 1950, un mese dopo l’ingresso in Tibet di un corpo di spedizione cinese di 80.000 uomini. Il nuovo capo di Stato convisse faticosamente con il dominio cinese fino a che fuggì in India (marzo 1958) con un piccolo seguito che, negli anni successivi, venne ingrossandosi fino a contare 85.000 persone. 

Javaharlal Nehru, mentre garantiva a Pechino che l’esule non si sarebbe più occupato di politica, lo sostenne nella formazione di un governo tibetano in esilio. Nel giugno 1959 il Dalai Lama faceva appello all’ONU, in cui invitava a rispettare, così come a non pregiudicare, i diritti umani della sua popolazione. La risoluzione  del 1961 esprimeva allarme per l’esodo dei tibetani e tornava a invitare con forza al rispetto dei loro diritti umani, incluso quello di autodeterminazione. Dopo che la Repubblica popolare cinese all’ONU ha preso il posto della Repubblica di Cina, ridotta a Taiwan, nel 1971 non vi sono state altre prese di posizione da parte dell’Assemblea. L’India, ammise nel 1954 che il Tibet fosse «una regione della Cina», riconoscendone implicitamente la sovranità. Il Dalai Lama, allocato dal governo dell’India a Dharamshala, stilava nel 1955 una Charter of Tibetans in exile. Fino a oggi il Dalai Lama ha compiuto circa 90 viaggi ufficiali, ricevendo lauree honoris causa e onorificenze in numerosi Paesi, conferendo a decine di migliaia di occidentali iniziazioni – segnatamente connesse alla pratica della Mahāmudrā e alla scuola tibetana del Kālacakra – e sovrintendendo alla diffusione delle diverse scuole tibetane, cominciando da quelle della tradizione dei Gelugpa.

Negli Stati Uniti, ha fondato la Foundation for the preservation of the Mahayana tradition (FPMT). Nel 1987 il Dalai Lama ha stilato un Five point peace plan for Tibet, chiedendo: a) la trasformazione dell’intera regione in zona demilitarizzata; b) la cessazione dell’immigrazione massiccia dalla Cina di popolazione Han, mirante a trasformare i tibetani in una minoranza sotto tutela; c) il rispetto dei diritti umani dei tibetani e delle loro libertà democratiche; d) la cessazione dell’uso cinese del Tibet come pattumiera nucleare; e) l’inizio di negoziati con la Cina per arrivare ad una autonomia del Tibet.

Nel 1989 gli venne conferito il premio Nobel per la Pace. Nella documentazione relativa a questa onorificenza gli veniva riconosciuto il ruolo di «capo spirituale e temporale del popolo tibetano», e veniva menzionato per i suoi ripetuti contatti con le autorità religiose di tutto il mondo, sottolineando in particolare i suoi colloqui con Paolo VI, nel 1963, e con Giovanni Paolo II.  Il Dalai Lama tracciava così le linee di un umanesimo universale in cui il retaggio del Buddha è importante, ma tutt’altro che esclusivo. La visibilità internazionale del Dalai Lama si è accresciuta nel tempo soprattutto in Italia, Inghilterra, Francia e Belgio. Nel 2009 è stato insignito della cittadinanza onoraria di Roma e di Venezia. Ha partecipato a sedute plenarie del Parlamento europeo.

Nel Sud-Est asiaticoè presente il buddhismo Thēravāda. Solo nella Thailandia, dove la società si è evoluta senza drammatiche fratture, lo status del Sangha conserva gran parte dell’antico prestigio: la monarchia continua a sostenerlo e a esserne sostenuta. I bhikkhu – possono ritornare allo stato laicale – godono di privilegi come, per es., il trasporto gratuito sui mezzi pubblici, ma vige per essi il divieto di votare e candidarsi a ricoprire ruoli politici. Si registra la presenza di leader monacali con un certo peso nell’opinione popolare come Mongkol Rakpong. Nella sua autobiografia, Truths about my life (1993), egli si presenta come un Bodhisattva con una certa carica di sincretismo.  Il buddhismo thailandese ha avuto molti rapporti con il potere politico in varie occasioni. Il movimento, impegnato nell’istruire i contadini nell’agricoltura alternativa e nel predicare un’ideologia basata sul ‘meritismo’ opposto al capitalismo, ha avuto parte attiva nel Phalang Tham (Partito ‘della Forza del Dhamma’) fondato nel 1988 dall’ex generale Chamlong Srimuang. Una importante scuola è quella della Tradizione della selva. Si tratta di un movimento ascetico originariamente promosso dal monaco Sao Kantasila (1861-1941) e dal suo allievo Mun Bhūridatta (1870-1949).  La disseminazione in Occidente degli insegnamenti di questa scuola si deve a un discepolo di Bhūridatta, Bodhiñāna, più noto come Chah (1918-1992). Dopo avere accolto nel 1966 tra i suoi allievi l’americano Robert Jackman, divenuto bhikkhu con il nome di Luang Por Sumedho, l’anno seguente, il maestro Chah, coadiuvato da costui, cominciò a insegnare a un numero crescente di occidentali, fino a fondare, nel 1975, per accoglierli il Wat Pah Nanachat (Pagoda internazionale della selva). Gli anni successivi li videro viaggiare in Europa, in America e in Oceania, dove sono stati fondati diversi monasteri.

Il buddhismo in Birmania. Esponente del Thēravāda birmano è il famoso maestro Sobhana Mahāthēra (1904-1982), ha creato la scuola della Vipassanā; i centri di meditazione che ne prolungano l’insegnamento sono presenti in tutto il territorio birmano, con più di mezzo milione di praticanti, e all’estero. E' considerata una ‘via birmana al Socialismo’ ed anche Aung San Suu Kyi ha seguito queste pratiche.  Anche qui il buddhismo è legato alla politica; nel settembre-ottobre del 2007 la cosiddetta rivoluzione (in abito color) zafferano (saffron revolution) ha visto i bhikkhu partecipare, sovente nel ruolo di coprotagonisti con laici. Il governo ha listituito nel 1990  uno State Sangga maha nayaka committee che permette di condannare senza esitazioni i bhikkhu sospetti di simpatie antigovernative, dopo averli ridotti allo stato laicale.

La Repubblica popolare cinese fin dalla sua nascita (1949) ha in larga misura osteggiato, in nome dell’ateismo di Stato, le diverse scuole buddhistiche presenti da secoli nel Paese. Fra il 1966 e il 1967 la rivoluzione culturale lanciata da Mao Zedong si accanì tra l’altro contro quel che restava delle strutture buddhistiche cinesi, producendo guasti irreparabili a templi e santuari. Nel solo Tibet i monasteri distrutti furono più di duemila. Ciò era in armonia con la condanna di tutte le forme di religione, accusate di aver causato pregiudizio alla Cina, e il divieto d’ogni pratica a esse relativa. Morto Mao Zedong, nel 1976, ed esauritasi la rivoluzione culturale, la trentennale politica di lotta al buddhismo è stata ufficialmente abbandonata. La nuova Costituzione della Repubblica popolare cinese, con successivi aggiornamenti ed emendamenti) dichiara che «lo Stato tutela i legittimi interessi e diritti delle minoranze nazionali» (art. 4) e sancisce la libertà di credenze religiose». L’eventuale egemonia straniera su organizzazioni e affari di natura religiosa in Cina è formalmente esclusa (art.36). Le statistiche ufficiali parlano dell’8% della popolazione è buddhsita, mentre i simpatizzanti sono in numero assai maggiore. A fini di promozione d’immagine presso gli stranieri molti monasteri sono stati ricostruiti o eretti ex novo, come quello di Nanshan sull’isola di Hainan, terminato nel 1998, e sono divenuti mete turistiche.

A partire dal 1953 tutte le attività buddhistiche dei gruppi di monaci e laici sono state assoggettate al coordinamento della China buddhist association, impegnandone gli aderenti al perseguimento della lotta di classe sotto la guida del Partito comunista cinese. A partire dal 1983, la sua parola d’ordine è stata «coniugare il Ch’an con i lavori agricoli», ponendo sotto questa etichetta qualsiasi attività produttiva rivolta al bene della società: accanto all’esercizio della coltivazione vera e propria, i monasteri sono invitati a creare fabbriche, cliniche e a praticare il commercio.  Ci sono stati molti episodi di repressioni verso i monaci che non erano allineati con la politica governativa (come ad esempio Xu Zhiqiang, il maestro Jiequan, il maestro Shengguan).

A Formosa (Taiwan), dove il governo del Kuo Min Tang si era rifugiato nel 1949, la Buddhist association of the Republic of China è sopravvissuta come unico punto di riferimento dei buddhisti emigrati dal continente. POi cìè stato una ripresa dello sviluppo del buddhismo dal basso. Oggi sono circa 8 milioni (le statistiche ufficiali parlano del 34% della popolazione), di cui 30.000 hanno abbracciato lo stato monacale. Una figura importante in questo processo è stata un esponente della Scuola della pura terra e del Ch’an: il maestro del Dharma Yin Shun (1906-2005) ed autore del testo The Buddha in this world. Tra i suoi discepoli la venerabile maestra Cheng Yenha posto le basi della Buddhist compassion relief (Tzu Chi) foundation, le cui monache rifiutano di ricevere donazioni nel modo tradizionale, tramite la questua e la recitazione dei sūtra, e lavorano per guadagnare risorse destinate all’aiuto delle famiglie non abbienti.  Il movimento conta più di 5 milioni di sostenitori, centocinquanta monache e 30.000 ‘commissari’ laici (solo il 30% maschi) sparsi per il mondo: attività caritatevoli; contributi alla medicina; sviluppo dell’educazione; umanitarismo; assistenza nelle calamità naturali; donazione di midollo; volontariato e riciclaggio. Cheng Yen ha anche dato alle stampe alcuni saggi, tra i quali Still thoughts (1996); The thirty-seven principles of enlightenment (1999) e Three ways to the pure land (2001).   Le tecniche di ‘Ch’an in moto’ insegnate in tali istituzioni affiancano alla meditazione in posizione assisa elementi tratti dal Qigong.

Il Vietnam. Considerato da molti la voce più importante del buddhismo contemporaneo dopo il Dalai Lama: il maestro vietnamita Thich Nhat Hanh (1926-2021) è uno dei massimi esponenti del buddhismo in Vietnam. Fattosi monaco nel 1949 divenne direttore dell’organo ufficiale della General association of Vietnamese buddhists (GAVB) costituita nel 1951 che poi fù chiusa. Veniva istitutita l'Association of unified Vietnamese buddhists, creata sul modello cinese, che garantiva il controllo del Partito comunista su strutture e istituzioni buddhistiche nella neonata Repubblica del Vietnam. Una sua discepola Cao Ngoc Phuong, ritornata allora in patria crea, con un gruppo di professori e studenti, la School of youth for social service, un corpo di 10.000 volontari operante nelle aree arretrate e martoriate dalla guerra del Paese, per la riedificazione di villaggi distrutti, per la costruzione di scuole e ospedali e per l’insegnamento delle tecniche agricole progredite ai contadini. Una tale attività appariva filocomunista agli occhi del governo e non mancarono arresti ed esecuzioni sommarie di attivisti. 

Thich Nhat Hanh prima andò negli Stati Uniti, si incontrò con Martin Luther King, denunciò i terribili effetti della guerra, contro la quale si era battuto per anni attirandosi odi e diffidenze nei due campi avversi. Nel 1967 fù candidato al premio Nobel per la pace, che non gli fu conferito in quanto quell’anno non fu scelto alcun candidato. Costitui la Communauté des patates douces, situata in una fattoria non lontano da Parigi dove teneva corsi di meditazione.  In Vietnam La Unified buddhist church of Vietnam, fu fatta oggetto di dure repressioni e contemporaneamente veniva creata, nel 1981, la Vietnam buddhist Sangha, organo del Fronte patriottico del Partito comunista del Vietnam e sola voce ufficiale dei buddhisti vietnamiti in patria e all’estero. A partire dal 1982, Thich Nhat Hanh ha trasferito la sua organizzazione al Village des pruniers in Dordogna. Accanto ai programmi di insegnamento estivi in Francia, seguiti da 2000 persone all’anno, ha fondato 230 centri di meditazione in America. Dopo trentanove anni d’esilio, nel 2005 a Nhat Hanh è stato concesso di ritornare in Vietnam.

Riferimento: https://www.treccani.it/enciclopedia/buddhismo-e-buddhismi_%28XXI-Secolo%29/

BuddhaNet’s eBook library, http://www.buddhanet.net/

Buddhist publication society, http://www.accesstoinsight.org/lib/

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...