martedì 24 agosto 2021

Eckhart Tolle - La Presenza

 Eckhart Tolle  (pseudonimo di Ulrich Leonard Tolle) è uno scrittore e oratore tedesco (1948 - ). È l'autore dei bestseller Il potere di adesso e Un nuovo mondo; In questi testi introduce  il concetto di Presenza nel dibattito spirituale.

La presenza, è una consapevolezza oltre il pensiero, uno stato di coscienza che trascende le cose. Uno spazio della coscienza da cui puoi osservare la tua mente. E' un importante un passo avanti nell'evoluzione dell'umanità. Poche persone sono state capaci di sperimentare questo privilegiato stato di coscienza.  

Secondo il Buddha la normale coscienza provoca sofferenza, molte persone si auto torturano attraverso la mente ed attraverso un condizionamento mentale.

Oggi molte persone, secondo Tolle, sono pronte ad entrare in questo nuovo stato di coscienza. Un nuovo stadio, in cui attraverso la presenza, si potranno osservare i nostri pensieri, cambiare il modo in cui reagiamo agli eventi della vita. Diventare consapevoli delle esperienze interiori, osservando le situazioni in cui diventiamo infelici o irritati, o ci autocommiseriamo.  La frustrazione e l'infelicità di fronte ad una situazione, non dipende dalla situazione, ma dal modo in cui reagiamo a questa situazione. 

Quando non giudicheremo più le persone, non rimarremo schiavi del condizionamento della nostra mente e diventeremo liberi. Il che significa essersi liberati dalla nostra mente, non identificarsi con il flusso incessante dei pensieri e diventare abili ad usare la mente solo per scopi effettivi e pratici.  

La connessione tra amore e presenza. L'amore è un'emozione, una forte attrazione verso una persona. Spesso questo sentimento dopo tre mesi si trasforma nel suo opposto. Un sentimento molto più profondo, si prova quando riconosci nell'altro qualcosa che non è separato da quello che tu sei,  ti senti profondamento connesso a quella persona, e questo stato di coscienza è chiamato Presenza.  In questo stato, non sei intrappolato dai giudizi della mente, non metti etichette sulla persona, c'è il riconoscimento di se stessi nell'altro, il riconoscimento dell'essenza dell'altro.

Quando si avverte questa presenza, è un percepire se stessi nell'altro, un sentire se stessi, un amare l'altro come se stessi. E' un incontro tra due esseri umani, una manifestazione di vero amore ed è fondamentale in una  relazione spirituale. Non bisogna necessariamente essere in relazione con quella persona, perchè questo momento si manifesti. 

Essere capaci di estraniarsi dai giudizi della mente, capaci di relazionarsi senza pregiudizi è un chiaro segnale della presenza e della consapevolezza. Questo è fondamentale per lo sviluppo di una relazione profonda con un altro essere umano, e finchè questo non accade,  le relazioni sono molto frustranti. Le relazioni sono una delle principali cause di sofferenza o insoddisfazione.

Si può imparare ad essere presenti?  Nella quotidianità, il momento presente è importante, non bisogna vivere nel passato o nel futuro. Dovremo apprendere ad essere completamente presenti e consapevoli in ogni nostra attività quotidiana. Cerchiamo di scoprire le manifestazioni della vita intorno a noi, cercando di essere consapevoli anche delle sensazioni sensoriali associate; L'attività stessa deve diventare uno scopo, non un mezzo per arrivare a qualcosa.

Siamo vivi, respiriamo, vivi nel nostro corpo, osservando intorno a noi, diventiamo consapevoli di noi stessi nel momento presente. Consapevoli della nostra stessa consapevolezza. Nei momenti privi di pensieri, sperimentiamo la manifestazione della pura presenza.  È possibile esercitare la presenza anche durante attività di routine come quando sei fermo aspettando qualcosa, qualcuno o sei in fila concentrandoti ad esempio sul respiro. Esercitare la presenza vuol dire mantenere lo stato di coscienza, i pensieri, le emozioni e tutto il resto nel qui ed ora. Questo potrebbe rallentare i tuoi processi del pensiero al punto da cominciare a notare degli spazi vuoti (gap) tra i pensieri.  L’obiettivo finale è usare delle condizioni esterne per sviluppare uno spazio interiore che promuova il sorgere della presenza. 

E' più importante conoscere chi siamo nell'essenza, piuttosto che la nostra vita personale alla quale ci attacchiamo per il nostro senso d'identità. L'ego usa le altre persone per costruire un'identità e sentirsi superiore, esaltare il senso di sé, o a volte farci sentire vittima. Se riuciamo ad essere liberi dalle mura della concettualizzazione, cambieremo la nostra coscienza. La concettualizzazione, rovina i rapporti, intrappolandoci nella nostra mente che, ci separa dagli esseri umani e ci impedisce di avere delle vere relazioni. Il più delle volte, la negatività che proviamo è il risultato del condizionamento mentale. Questo condizionamento comprende rimpianto, senso di colpa, fallimento e altri concetti mentali che limitano le relazioni personali. 

Essere nel presente vuol dire scavalcare questi condizionamenti e reagire alle situazioni in modo funzionale. La tua identità a quel punto arriverà da uno spazio più profondo di coscienza che permette di avere relazioni personali armoniose e soddisfacenti.

Il risveglio di Eckhart Tolle https://www.youtube.com/watch?v=9yFKEFCcLTU

Il potere di adesso. https://www.youtube.com/watch?v=tubWaE_8po0


Il Votre cerveau (Il vostro cervello) di Michel Cymes

  "Abbiamo due vite. E la seconda comincia quando prendiamo consapevolezza che ne abbiamo solo una".  Confucio.

Quando la tua testa funziona, tutto funziona!  E per assicurarsi che tutto vada bene, sta a voi, senza sconvolgere la vostra vita, prendere in considerazione i molti consigli di questo libro Votre cerveau (Il vostro cervello) di Michel Cymes. Questa consapevolezza può essere acquisita proprio ora, qualunque sia la vostra età o il vostro stato di salute. Nessuna rivoluzione, solo piccoli aggiustamenti. Agite sulla vostra dieta, rivedete alcune delle vostre abitudini, prendetevi il tempo per lavorare sulla vostra memoria! In questo modo potrete coccolare il vostro cervello. 

Michel Cymes (1957 - ) è un medico chirurgo e conduttore televisivo. Il suo umorismo e il suo buon umore hanno contribuito al successo dei suoi spettacoli, come "Le Magazine de la Santé".


Nel primo capitolo di questo libro, vengono riportati una serie di consigli da seguire, che vi riassumo sotto, per seguire una dieta adatta a mantenere efficiente il cervello, che insieme al corpo è fondamentale per il benessere della persona.
Per avere il normale apporto in omega 3 dobbiamo mangiare insalata, olio di noci, noci, semi di chia, olio di lino, colza, uova e se non siamo completamente vegetariani,  gamberetti, sardine, sgombro, pesce fresco non surgelato.  E dovremmo ridurre il consumo di omega 6.
Un bicchiere di vino rosso o l'uva sono antiossidanti ed aiutano a combattere i radicali liberi prodotti dalle cellule. L'autore consiglia di consumare anche avocado e amaranto (possibilmente biologico).
Un altro elemento fondamentale per il funzionamento del cervello è il ferro, infatti il sangue trasporta ossigeno nel cervello, e per fissare l'ossigeno e trasportarlo c'è bisogno di ferro.  
Dove possiamo trovarlo? Nei cereali non raffinati, fagioli bianchi, fagioli di soia, sesamo, tofu e se non siamo vegetariano stretti possiamo mangiare delle vongole.
Se siamo vegetariani stretti mancheremo sicuramente di vitamina B12, chiamata cobalamina, che si trova solo nella carne, ed in questo caso dovremo assumerla tramite integratori. Altra vitamina importante è la B9, che ha un ruolo essenziale nel sistema nervoso, che troviamo nelle rape rosse, finocchio, spinaci, uova, insalata.
La buona salute del cervello passa per gli antiossidanti e in questa famiglia sono importanti i cavoli: verde, bianco, broccoli, broccoletti, e le bacche (more, mirtilli, lamponi, goji dell'himalaya).
Le alghe contengono enzimi particolari che favoriscono lo sviluppo del cervello, tra queste la spirulina è particolarmente ricca di proteine e micronutrimenti. Possiamo anche mangiare l'alga klamat, la salicornia (l'asparago di mare) e la chlorella. E' consigliato anche il consumo moderato di cacao (minimo 70%) insieme a banane e nocciole.
Sono indispensabili per il cervello e per il sistema immunitario i glucidi complessi che troviamo nei fiocchi di avena, riso, pane e pasta integrali e completi, fave, fagioli secchi, piselli.
Bisogna bere moltissimo, il cervello ha sete e l'acqua è vita. Se bevete acqua in bottiglia cambiate spesso marca e cercate di consumare poco sale. 
Tra gli alimenti ricchi in acqua troviamo: radicchio, pomodoro, melone, cocomero, peperone, fragole, broccoli, cetriolo.
Il tè verde è molto importante per l'idratazione del cervello e per prevenire molte malattie, come i problemi alla prostata e le malattie cardiovascolari. I migliori tè verde sono i tè giapponesi in foglie come sencha, macha e gyokuro. Deve essere consumato lontano dai pasti perché con lo stomaco pieno diminuisce l'assorbimento del ferro.
Gli alimenti per ritrovare il buonumore sono: gli asparagi, il peperone, il pomodoro, la mozzarella, il parmigiano, le lenticchie, la quinoa, la mela, e se non siete vegetariani il tacchino.
L'autore sottolinea che gli alimenti dovrebbero essere prodotti in prossimità e consumati freschi.
Consiglia di riscoprire le spezie per ridare sapori nuovi ed esotici al cibo, e usare la creatività in cucina inventando nuovi piatti, come ad esempio il seguente:  mescolare carote, cetrioli in una salsa a base di yogurt da sostituire alle patatine per l'aperitivo.  

Il gioco degli scacchi

 Sembra che il primo a definire gli scacchi un gioco violento, sia stato l'artista Marcel Duchamp, poi il campione del mondo Garry Kasparov ha confermato questa tesi affermando “Gli scacchi sono il gioco più violento che esista”. 

Per Roberto Saviano gli scacchi sono un modo di stare al mondo. "Si può vivere con gli scacchi e si può vivere senza gli scacchi: sono due distinte categorie di persone, non ce n'è una terza.“  Vedi link

Gli scacchi sono una delle mie attività preferite, dopo lo yoga e la meditazione, i viaggi in Oriente, il Jazz. 
Gli scacchi sono un'attività molto interessante per tenere in salute il nostro cervello, si può giocare contro un avversario, in presenza o a distanza, o contro un programma installato su un telefonino o un computer. Temprano il carattere e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi e a ragionare in modo strategico. Questo gioco è dalla parte delle femministe, visto che il pezzo più potente è la regina, che ha molte più possibilità di mossa del re.  Siti consigliati per giocare con un avversario on line:    

Se qualcuno volesse sfidarmi a scacchi, si registri sul primo sito e mi invii il suo nick name, così potremo incontrarci per una partita on line.  

Non c'è un'età per mettersi a giocare a scacchi, si può iniziare molto giovani o anche quando si va in pensione, in pratica da 7 a 80 anni. Importante è giocare con un avversario più o meno allo stesso livello per non accumulare troppa frustrazione. E' un gioco universale, che va oltre le barriere linguistiche e geografiche, un italiano può giocare con un russo, un cinese, un africano. Una partita prevede la sfida tra due avversari che vengono chiamati Bianco e Nero, in base al colore dei pezzi che hanno a disposizione.

Le origini del gioco degli scacchi. Secondo alcuni studi, il gioco risale al 600 dopo Cristo e a quanto pare di origine indiana, visto che i primi accenni sono stati fatti in un romanzo sanscrito, il Vasavadatta. Questo smentisce l’ipotesi, per lo più leggendaria, che il gioco degli scacchi sia nato in Persia. Di persiano, quindi, abbiamo solo l’etimologia del nome, infatti la parola scacchi deriva dalla parola Shah che significa Re e dalla parola con cui si conclude la partita, Shah Mat che significa Il Re è Morto. Nell’anno mille, il gioco degli scacchi, arrivò, grazie agli arabi, in Europa, diffondendosi successivamente in tutto il vecchio continente. Questo gioco da tavolo raggiunse la sua accezione più moderna intorno al XV secolo, in Italia e in Spagna. L’aggiornamento al regolamento attuale è stato fatto nel XIX secolo. E’ tra i giochi più popolari al mondo e non si gioca solo a livello creativo ma anche a livello agonistico.

Gli scacchi sono uno sport riconosciuto a livello agonistico dal Comitato Olimpico Internazionale. La Federazione Internazionale degli Scacchi (la FIDE) organizza dei tornei che vengono disputati seguendo le regole nel Manuale FIDE. Il gioco degli scacchi è molto facile da apprendere, non ci sono regole complesse, basta conoscere il modo in cui i pezzi si muovono sulla tastiera composta da 64 caselle bianche e nere. E' utilissimo per apprendere la concentrazione, ossia individuare le intenzioni dell'avversario, costruire la propria strategia per cercare di mettere il re avversario in scacco matto. E' molto utile, anche per lo sviluppo del pensiero logico e della creatività. Il gioco di scacchi con i suoi 32 pezzi e 64 caselle bianche e nere offre un numero incalcolabile di combinazioni.  Sarà difficilissimo trovarsi di fronte a due partite uguali, dopo alcune mosse, il numero di combinazioni possibili diventa infinito. E' utilissimo per la riflessione, infatti prima di muovere un pezzo bisogna pensarci due volte, perché una cattiva mossa comprometterà in modo definitivo l'esito di una partita.

Il giocatore di scacchi è solo di fronte al suo avversario, non può contare che su se stesso, la sua memoria e la sua creatività, e di conseguenza il gioco aiuta a prendere le proprie responsabilità e a non addossare su nessuno l'eventuale esito negativo della partita. Il giocatore di scacchi non pensa che ad una cosa. "Vincere".  Ci sono poche attività o giochi dove si parte ad armi pari per affrontare l'avversario, senza l'incidenza della fortuna e di conseguenza non c'è nessuna giustificazione all'eventuale sconfitta. Di fronte ad una scacchiera si apprende la pazienza, la volontà e il controllo dei nervi, e piano piano l'impulsività sarà messa da parte. Gli eventuali successi nutriranno l'autostima.

Il russo Vladimir Kramnik, campione del mondo di scacchi, si sta impegnando perché il gioco degli scacchi entri nelle scuole elementari del pianeta per potenziare nei bambini la logica e il cervello.  Molte scuole nel mondo, in Venezuela, Islanda, Russia, ecc.  hanno già adottato questa misura. Da molti studi emerge, che gli allievi  giocando a scacchi migliorano il rendimento in matematica e scienze.

"La regina degli scacchi", la serie TV Netflix ha dato scacco matto alla concorrenza sul fronte dello streaming.  Stando quanto riportato dal colosso dello streaming, lo show con protagonista Anya Taylor-Joy nei panni della scacchista prodigio Beth Harmon, solo nel primo mese di “programmazione” ha raggiunto il numero di 62 milioni di visualizzazioni, diventando la miniserie più guardata di sempre su Netflix.  vedi Post:  https://maramici.blogspot.com/2021/03/la-regina-degli-scacchi.html

venerdì 20 agosto 2021

Matthieu Ricard. Il benessere autentico e la meditazione

Matthieu Ricard: il Il benessere autentico e la differenza tra benessere e piacere.

Il piacere è caratterizzato da sensazioni labili, temporanee come stare sotto la doccia calda o ascoltare un brano di musica classica. Non è caratterizzato da sensazioni durature, se rimanessimo sotto la doccia calda per ore o ascoltassimo un bel brano di musica per tutto il giorno, diventerebbe una tortura.

Il benessere, invece, è caratterizzato da sensazioni durature, è un modo di essere, una forza interiore, un'espressione di benevolenza, un sentimento di pienezza nel tempo. Il benessere può anche convivere con una tristezza temporanea dovuta, per esempio, dal fatto di aver avuto notizia di un massacro. Gli aspetti importanti del benessere da coltivare con la meditazione sono: benevolenza, forza d'animo (non essere vulnerabile agli eventi), equilibrio emozionale, altruismo. Non bisogna richiudersi nella sfera dell'Ego in quanto non siamo entità separate, ma siamo entità fondamentalmente interdipendenti.

Perché dedicare sforzi e tempo alla meditazione? È veramente necessario meditare?

Se siamo capaci di coltivare una pace interiore, un equilibrio emozionale, gestire gli alti e bassi della nostra esistenza, non è poi così male. Dovremmo cercare di trasformare gli elementi caratterizzanti il nostro "Io",  per vivere meglio con se stessi e con gli altri.

La parola tibetana "gom" significa meditazione e familiarizzare con, quindi meditare significa familiarizzare con un nuovo modo di vedere le cose, di vedere gli eventi esterni che possiamo difficilmente controllare. E' un modo di familiarizzare con la natura profonda del nostro essere, per arrivare ad avere una migliore comprensione della nostra mente, per trasformarci, per meglio rapportarci con gli altri e dare il nostro contributo alla società. Abbiamo tante qualità latenti, che senza allenamento, restano purtroppo nascoste. Con la meditazione dovremmo cercare di risvegliarle e cambiare il nostro approccio al mondo; ma ciò è possibile solo con un lungo allenamento.  Ci vogliono mesi per apprendere una capacità nuova come ad esempio giocare a scacchi, suonare il piano, o scrivere.  

Che cosa NON è la meditazione?  Fare il vuoto e rilassarsi. Rilassarsi ed essere più calmi non è male in se stesso, ma non è la meditazione, è un'oasi temporanea. D'altronde  è impossibile fare il vuoto della mente, i pensieri sorgono continuamente, importante è impedire la proliferazione dei pensieri, non dobbiamo far si che la nostra mente sia riempita completamente da pensieri. Bisogna calmare la mente e non essere schiavi dei nostri pensieri. 

La meditazione NON è qualcosa di egoista. Infatti, coltivare le qualità fondamentali dell'essere umano attraverso la meditazione e metterle al servizio della società, non è un'operazione egoistica, come non è egoista, il cercare di trasformarsi per meglio servire il prossimo.

La meditazione NON è un disconnettersi dalla realtà, creando una piccola oasi, sbarazzandosi di tutti i problemi del mondo. Infatti, spesso facciamo delle distorsioni della realtà, il modo in cui percepiamo le cose permanenti o impermanenti; la meditazione riempie il fossato tra il modo in cui noi percepiamo le cose e come sono veramente; In questo modo ci riavvicina alla realtà.

Come meditare.  Occorrono dei preliminari, e stabilire delle condizioni favorevoli se siamo debuttanti. Se vogliamo apprendere a condurre una barca, non inizieremo in un giorno di tempesta. Dobbiamo quindi trovare un luogo calmo, per consacrare del tempo alla seduta di meditazione. Nel processo meditativo possiamo evidenziare i seguenti punti:

  • Una postura fisica appropriata ed equilibrata. Se la colonna è dritta, la vostra mente è chiara ed equilibrata. Assumere la posizione del loto se possibile, in cui c'è un equilibrio tra destra e sinistra, oppure sedersi su una sedia,
  • Le mani posate sulle ginocchia, in grembo, mano sinistra sotto, i pollici si toccano, equilibrio tra destra e sinistra, tra caldo e freddo,
  • La colonna vertebrale ben dritta,
  • Il mento leggermente all'indietro,
  • Le spalle equilibrate, né avanti, né indietro,
  • La lingua deve toccare il palato,
  • Gli occhi chiusi portano al torpore, quindi occorre cercare di tenere gli occhi aperti o semi-aperti, guardare nella prolungazione del naso. I tibetani meditano con gli occhi aperti.
  • Se si tende al torpore, occorre raddrizzare la postura, se si è  agitati, occorre  rilasciare un po' la posizione e tendere a guardare in basso.
Lo scopo della meditazione è applicare la benevolenza verso se stesso e  gli altri. Un modo per alleviare la sofferenza è andare verso l'altro, trovare l'equilibrio tra la cura di se stesso e l'altruismo. L'apertura verso l'altro apre lo spirito ottenendo un miglioramento della qualità del benessere Questa tesi è  confermata da numerose ricerche sull'altruismo.

giovedì 19 agosto 2021

Servizio di video streaming bhutanese chiamato Samuh

BBS Samuh, è un servizio esclusivo di video streaming bhutanese lanciato ufficialmente nel luglio 2021. 
La piattaforma è simile al popolare servizio di streaming Netflix  e sarà reso accessibile anche alle persone nelle zone rurali del paese. Del personale, che si troverà nei 205 gewog del Paese,  è stato formato per assistere i  clienti rurali ed aiutarli a scaricare l'app, navigare nell'app e usare l'app. Lo gewog è il risultato della decentralizzazione dei poteri e della divisione amministrativa del Bhutan. I gewog sono gruppi di villaggi, con una superficie media di 200 km². 
La piattaforma trasmetterà contenuti originali e su licenza tra cui film, serie, animazione e documentari. 

"Quello che ho visto è che le industrie creative hanno un grande potenziale, ma non avevano una piattaforma per raggiungere la scala di produzione o in termini di portare una varietà di contenuti e in termini di rendere i contenuti accessibili alle persone. Quindi, questo è il motivo per cui ho sentito che qualcosa come Netflix funzionerà per il Bhutan", ha detto Nyema Zam, il fondatore e CEO di Samuh.

Samuh ha prodotto più di 26 produzioni originali e ha coinvolto più di 400 professionisti dell'industria creativa e cinematografica fino ad oggi. È accessibile in 60 paesi in tutto il mondo.

Qualche sito utile per conoscere il Bhutan:

martedì 17 agosto 2021

AnatomYoga

Volevo ricordarvi il sito di Gianfranco Bertagni   "in quiete"   http://www.gianfrancobertagni.it/  che vi avevo già segnalato precedentemente. Un sito dove potrete trovare molti testi di yoga,  spiritualità e meditazione.

In modo particolare i testi di yoga e meditazione si trovano in questi tre link:

 http://www.gianfrancobertagni.it/Discipline/vedanta.htm

http://www.gianfrancobertagni.it/Discipline/tantrismo.htm

http://www.gianfrancobertagni.it/Discipline/meditazione.htm


E segnalarvi la sua scuola di yoga 

lunedì 16 agosto 2021

La meditazione secondo Christophe André

 Introduzione alla meditazione di Christophe André.     Vedi video (2)   Vedi video (1) 

La meditazione non è fenomeno nuovo anche se attualmente è oggetto di una moda, sono più di 2500 anni che meditiamo, e sono trent'anni che la ricerca scientifica ha confermato tutte le virtù della meditazione e i suoi benefici sulla nostra salute. Come al solito, vi faccio il riassunto del video mettendo in evidenza gli aspetti che più mi hanno colpito.


Per la meditazione ci sono 1000 definizioni, ma il più usato è un "allenamento della mente". Meditare ci permette di sviluppare una serie di capacità: attenzione, distacco, non coinvolgimento emotivo. La sola volontà non è sufficiente per cambiare. La meditazione è un atto di umiltà, un atto di creatività, ci permette di cambiare e di liberarci dalle prigioni delle nostre abitudini.
Per la parola "meditazione" ci sono 1000 definizioni, ma la più usata è "un allenamento della mente". Meditare ci permette di sviluppare una serie di capacità: Attenzione, distacco, non coinvolgimento emotivo. Spesso la sola volontà non è sufficiente per cambiare, la meditazione è un atto di umiltà, un atto di creatività; Sì, noi possiamo cambiare, liberarci dalle prigioni delle nostre abitudini.  

Jon Kabat Zin, un biologo e professore di medicina americano, capisce che togliendo i riferimenti buddhisti alla pratica meditativa, questa potrebbe essere utilizzata anche dagli occidentali e diventare in questo modo laica. La meditazione mindfulness ha tre caratteristiche:

  •  è un metodo laico, 
  •  è facile iniziare a praticare questo tipo di meditazione,
  •  i benefici di questo tipo di meditazione sono validati dalla ricerca scientifica.
Se ci lasciamo andare al mondo esterno, diventeremo schiavi e saremo manipolati da una società iper-consumatrice. Meditare ci permette di prendere coscienza di chi siamo e quali siano le nostre vere priorità. Quando è l'ultima volta che avete preso il tempo, nella calma, di fare il punto su ciò che conta veramente nella vostra vita? La meditazione ci apprende la virtù della pazienza e dell'attesa, del lasciare venire, piuttosto che dell'andare a cercare. La meditazione ha due dimensioni: Samatha, dimorare nella calma  e Vipasana, avere una visione profonda.

Dovremmo cominciare a meditare per meditare senza alcuno scopo. Senza nessuna aspettativa nell'immediato. Una cosa difficilissima per gli occidentali, che cercano di monetizzare qualsiasi pratica intraprendano. La meditazione ci apprende la virtù della pazienza e dell'attesa, del lasciare venire, piuttosto che l'andare a cercare.  Un proverbio zen dice: “Quello che arriva al suo obiettivo ha mancato tutto il resto”.  Buddha in sanscrito significa "risvegliato". Infatti, Il cervello durante la pratica meditativa si attiva e molte zone diventano attive. Occorre prendere regolarmente il tempo di meditare, di restare  nella calma, di fare il punto su ciò che conta veramente nella vostra vita.

La meditazione e listante presente.  Se esaminiamo i nostri pensieri vedremo che siamo proiettati in continuazione sul passato o sullavvenire. La nostra mente é predisposta per fare bilanci e progetti. Mentre l'obiettivo della meditazione è quello di portare tutta lattenzione e la coscienza su quello che viviamo. 

Vivere listante presente significa assaporare la vita e non annegare nelle difficoltà, quando siamo nella dimensione del presente si ha la sensazione che il tempo rallenti. Siamo sempre coinvolti in battaglie con la vita, piccole o grandi e non guardiamo nemmeno più il cielo blù, invece dovremmo prendere labitudine e il tempo di fermarci e approfittarne.  Listante presente dovrebbe rappresentare una boa nei confronti delle avversità, mentre di solito siamo immersi nel virtuale delle nostre paure. In questo istante presente noi siamo vivi.  Cerchiamo di aprire una parentesi di piena coscienza durante la giornata per recuperare la consapevolezza dell'stante presente, che  è altrettanto importante dellistante futuro e passato. Non dobbiamo vivere solo nellistante presente ma ritornarci regolarmente. Dobbiamo evitare di anticipare inquietudini e apprensioni; evitare di vivere fuori dal reale e dentro il virtuale che abbiamo costruito con i nostri pensieri.   Listante presente ingloba il passato e il futuro.

Meditazione e legami.  Un maestro zen riceve la visita di un giovane che vuole diventare suo allievo, il maestro lo invita a prendere un thè, il giovane comincia a parlare di se stesso, delle cose che ha fatto, come un fiume in piena per cercare di impressioare il Maestro. Il Maestro comincia a versare lentamente il thè, mentre il giovane continua a parlare, la tazza del thè essendo piena comincia a debordare, Maestro perchè continuate a versare del thè, la tazza è piena. Il Maestro ripone la teiera e dice La tua mente è come questa teiera, la tua mente è piena di convinzioni e di certezze, e nessun mio insegnamento troverà posto.

Per fare meditazione dobbiamo cominciare a disapprendere, a vuotare. La meditazione ci aiuta a liberarci della parte spiacevole della nostra personalità, dellEgo. LEgo in Occidente si manifesta come un eccesso di attaccamento ai nostri privilegi e alle nostre convinzioni. Meditando si comincia a comprendere che le nostre convinzioni sono degli aggregati e quindi cè la possibilità di dissolverli. Immagine e possesso si basano su paure e illusioni.  Decostruire le nostre convinzioni, le nostre paure, le nostre certezze porterà ad un alleggerimento di sè, ci si sbarazzerà del superfluo per favorire la conoscenza e il rispetto di sè.

Durante la pratica della piena coscienza non dobbiamo criticarci, dobbiamo solo sperimentare ed osservare. Importante è evitare di farsi del male da soli, cercando di eliminare lautoaggressività e affrontare con positività le difficoltà della vita. Bisogna trattarsi con generosità e usare la benevolenza  verso noi stessi, anche in situazione di fallimento e difficoltà. Nella fase di inspirazione cercate di fare entrare benevolenza, espirando fate uscire violenza inutile, tensioni. Con la mano destra sul cuore sentite un sentimento di espansione.

Riducendo lo stress dobbiamo cercare di arrivare alla liberazione di sè, per meglio rapportarci con gli altri, per essere proattivi verso gli altri, più predisposti all'incontroLa meditazione è anche un atto damore benevolente. La sopravvivenza dell'essere umano è garantita dalla collaborazione e non dalla competizione. Occorre riattivare le nostre qualità positive profonde, privilegiando la pace piuttosto che i conflitti, cercando di estendere queste pianure di pace dentro di noi e allesterno.

Quando vediamo qualcuno in meditazione, si pensa a qualcuno tagliato dal mondo, ma in effetti è il contrario, il meditare aiuta a scoprire i legami che lo legano con gli altri e con il mondo. Si scopre di essere un umano come tutti gli altri. La meditazione è una sorgente di apertura e non una chiusura in una bolla. Più ci si apre al corpo, ai suoni, al mondo e più la differenza tra noi e il mondo si indebolisce.

Meditazione e emozioni. Sua Santità il Dalai Lama non predilige la Zen attitudine, che è quella di essere sempre sorridenti, col sorriso stampato sul volto, all'opposto partecipa, si emoziona, cerca di imporre il suo punto di vista durante le riunioni.

Lemozione è una reazione e una risposta ad un cambiamento in noi o nellambiente, in psicologia sono risposte adattative, reazione improvvise, come cavalcare il dragone. Ebbene, durante la meditazione dobbiamo esaminare perchè cè una certa reazione durante la giornata. Con la meditazione, inconsapevolmente, otteniamo notevoli benefici emozionali,  diminuendo le nostre emozioni dolorose. 

Ogni essere umano prova sofferenza e spera di alleggerire tale sofferenza. Occorre accogliere le emozioni che ci fanno soffrire per poterle trattare e decostruire; Lemozione dolorosa ci porta a considerare solo quello che non va, esaminarla ci porta ad aprire anche agli aspetti positivi. Il cuore della pratica meditativa è il rispondere con intelligenza agli eventi,  non reagire seguendo riflessi ed automatismi. Nella meditazione non cè niente da fare ma tutto da disfare. Un blocco emozionale è solido e compatto, finché restera compatto ci farà soffrire. Dobbiamo imparare a decomporre queste emozioni che diventeranno più facili da trattare, come il calore sulla cera della candela.

Le emozioni sono basate su certezze rigide, su sconfitte, dolore, ingiustizie, eventi irreparabili, ecc. e attraverso la meditazione deve solo diventare una informazione su una esperienza dolorosa della nostra vita. Importante è cercare di trovare l'aspetto positivo di ogni esperienza.  Per Rilke, anche la tristezza, ha un aspetto positivo, "ti permette di attaversare in profondità lessere per prenderne coscienza".

Occorre cercare di prendere coscienza dei momenti gradevoli e piacevoli della nostra vita quando si presenteranno, in quanto sono lessenza del nostro benessere. Mangiare al sole, con persone che amo, osservare un tramonto, vedere una farfalla che si posa su un fiore,   un messaggio di un amico, una lettura, lascolto di un disco, ecc.sono sensazioni di benessere che ben presto spariranno. In questo istante è fondamentale prenderne coscienza, approfittarne e assaporare, e stamparli nella nostra memoria. Questi momenti di gioia, che nessuno potrà toglierci, ci aiuteranno nei momenti di difficoltà.

Meditazione: Azione e Non azione. I legami tra meditazione ed azione sono stretti. La meditazione insegna ad agire meglio o a non agire, il che non significa non fare niente. Nello zen, in cui alla base della meditazione cé limmobilità, molti atti durante la giornata possono essere di supporto alla meditazione, compiuti in piena coscienza con la mente allineata al corpo. Tutto quello che facciamo senza coscienza è destinato alloblio. La coscienza nellazione riguarda il prima, il durante e il dopo dellazione. Ad esempio mangiare con coscienza, in silenzio, assaporando il cibo, pensare che abbiamo un corpo, ecc.

Meditazione prima dell'azione. Dobbiamo chiarificare le nostre intenzioni prima di compiere un atto. Eliminare il nostro ego ed analizzare i nostri propositi.

Meditazione nellazione. Dobbiamo cercare di portare tutta la nostra attenzione su quello che stiamo facendo, allineando il corpo alla mente. Questo è utile per ascoltare e comprendere gli altri. Il multitasking non fa altro che contribuire a stressarci di più. Per vivere bene bisogna vivere qui e adesso trovando  il piacere di agire, di esistere, di funzionare.

La meditazione dopo lazione. la meditazione in piena coscienza raccomanda di non passare immediatamente allazione successiva ma di prendere del tempo a riflettere sullazione appena compiuta,  restando consapevoli di quello che abbiamo vissuto, in quale stato ci trovavamo, quale emozioni abbiamo vissuto, ecc.   Essere consapevoli di quello che abbiamo vissuto ci permette di aumentare la nostra saggezza.

Come conclusione occorre fare di meno ma in modo più consapevole, meglio impegnati nellazione. Meditazione e azione si arricchiscono a vicenda;la meditazione ci apre gli occhi sul mondo e ci aiuta a trovare la forma migliore di impegno. Ci aiuta ad approfondire la nostra vita passando dal modo "fare" al modo "essere".  Meditare è un lottare contro la dispersione e la dissociazione corpo – mente. C’e il tempo per agire e il tempo per riflettere. Prima di agire riflettiamo: "Si tratta veramente di una urgenza o di una pseudo urgenza?".

La NON azione é un mezzo per restare degli esseri umani non alienati, e un mezzo per arricchirci interiormente. Durante i ritiri di meditazione non si può fare niente: leggere, vedere la tv, usare il telefono, si può fare solo meditazione e parlare di meditazione, mantenendo il silenzio durante i pasti e la sera. La persona viene così allontanata da ogni forma di distrazione e riportata allessenziale, ossia Sé stessi,  e si presenta l'opportunità  di approfittare della forma di serenità che emerge. Le persone sono di solito dipendenti dellazione. Molti  esperimenti  in psicologia, fatti con dei volontari, hanno dimostrato che le persone sono incapaci di restare venti minuti senza fare niente e incapaci di restare senza usare apparecchi elettronici. Cristophe Andrè riporta delle belle citazioni: Di Pascal:  “Se penso, alle guerre, le atrocità del mondo, penso che il malessere degli uomini deriva dal fatto che non son capaci di restare senza far niente in una camera  Di Nietzsche “Abbiamo vergogna del riposo, la meditazione prolungata provoca dei rimorsi, come se ci fossimo lasciati sfuggire qualcosa

La Terza via, ossia l'arricchire la propria vita coltivando uno stato intermedio tra azione e non azione, in piena coscienza di sè e del mondo. E' un modo per superare le forme di schiavitù moderna, che sono quelle dell'agire, andare veloci, riempire la giornata. San Francois de Sal amava ripetere:  Trenta minuti di meditazione sono necessari nella giornata, tranne per le persone molto occupate, in questo caso occore almeno un'ora.

Meditazione e pensieri. Quello che portiamo nella nostra testa è molto più pesante di quello che portiamo con il nostro corpo. E qui Cristophe André cita la storia dei due monaci zen: il più anziano aiuta una donna ad attraversare un guado, il più giovane ci pensa durante tutto il percorso e quando arrivano al monastero gli dice I monaci non possono toccare una donnaL’altro risponde Io lho portata per un minuto, tu lhai portata per tutto il viaggio.

La Meditazione è uno strumento che ci porta una libertà interiore e ci aiuta a prendere le distanze dai nostri pensieri. I pensieri sono un  fenomeno mentale, sono solo un'interpretazione o lettura della realtà, o arricchente o deformante. Respirare e pensare sono azioni inarrestabili, dobbiamo quindi imparare a vivere in un flusso inarrestabile di pensieri. Arnauld de Jardin ripeteva: Cè più rumore dentro di me che in una strada di città.   I pensieri sono un fenomeno complesso, dobbiamo per questo apprendere ad osservare i nostri pensieri, prendere tempo a scriverli su un foglio per chiarirci. La prima tappa è lasciar andare i pensieri, la seconda tappa è applicare una riflessione e un discernimento e scegliere tra i nostri pensieri. Per vedere più chiaro bisogna fermarci ed evitare di agitarsi.

Meditare è andare verso i nostri pensieri per esaminarli, e cercare di reagire ad essi in modo adeguato, razionale e non secondo i nostri impulsi e abitudini.. Spesso esistono dei pensieri persistenti che ci impediscono di vivere felicemente, in questo caso dovremmo identificarli e smorazare il loro potenziale. La meditazione ci spinge verso lumiltà, visto che non siamo padroni del nostro corpo e delle nostre emozioni, nè dei nostri pensieriMeditare puo aiutarci a pensare meglio e ad arricchire il nostro modo di pensare: volontario e deliberato,

Meditazione, corpo e salute.  La meditazione è l’Arte di coltivare la mente mobile in un corpo immobile ma pienamente attivo. Corpo e mente sono interdipendenti e non possono fare altro che rispettarsi reciprocamente.  Dobbiamo prenderci cura del nostro corpo (abbiamo un solo corpo e una sola vita) il più possibile, durante la meditazione dobbiamo rilassare tutte le tensioni ed aggiustare la nostra postura fino ad arrivare ad una postura stabile e dignitosa. C'è una stretta relazione tra corpo e mente. Limmobilità del corpo è una conseguenza della stabilità mentale e il rilassamento è un atto damore verso il nostro corpo. Per gli yogi il corpo è un tempio su cui cost  ruire il percorso spirituale.

Differenza tra dolore e sofferenza. Il dolore è inevitabile, la sofferenza è un prodotto della nostra mente, ossia dipende da come reagiamo di fornte all'evento avverso. La meditazione, oltre che ridurre la sofferenza, giunge ad agire fino al livello cellulare, rafforzando il sistema immunitario, ecc. ed è nata recentemente la NeuroPsicoImmuneTerapia (PNEI). La Psiconeuroendocrinoimmunologia è una disciplina scientifica che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici (in questa disciplina convergono endocrinologia, immunologia e neuroscienze).

Meditazione e attenzione. L'attenzione spesso va dove vuole, e si registra una dispersione e una focalizzazione involontaria. Durante la meditazione si cerca di mettere in atto unattenzione focalizzata, ovvero una concentrazione sul respiro in quanto la nostra attenzione é attirata naturalmente dal movimento.

Biografia di Christophe André

 Biografia di Christophe Andrè. vedi:  https://www.franceinter.fr/personnes/christophe-andre

E' uno psichiatra e psicoterapeuta francese nato a Montpellier nel 1956. Figlio di un militante comunista, ha superato la sua tesi di medicina a Toulose nel 1980, poi quella di psichiatria nel 1982. 


 Dal 1992, esercita nel Servizio Ospedaliero Universitario dell'Ospedale Sainte-Anne di Parigi, in un'unità di psicoterapia comportamentale e cognitiva, specializzata nel trattamento e nella prevenzione dei disturbi emotivi, d'ansia e depressivi.  Christophe André è uno dei leader delle terapie comportamentali e cognitive in Francia, ed è stato uno dei primi a introdurre l'uso della meditazione nella psicoterapia.

È docente all'Università di Parigi X, e i suoi libri di psicologia per il grande pubblico hanno avuto un grande successo in Francia e all'estero. Nel 1999, L'estime de soi (La stima di se stessi) è stato tradotto in 25 lingue.  È sposato e ha tre figlie.

Bibliografia selettiva:

  • L'Estime de soi, (La stima di se stessi), Odile Jacob, 1999
  • Vivre heureux. (Vivere felice Psicologia della felicità), Odile Jacob, 2003
  • Psicologia della paura. Paure, ansie e fobie, Odile Jacob, 2004
  • Imparfaits, libres et heureux. Pratiques de l'estime de soi, (Imperfetti, liberi e felici, Pratiche per la stima di se stessi),Odile Jacob, 2006
  • De l'art du bonheur, (L'arte della felicità), L'Iconoclaste, 2006
  • Les États d'âme. Un apprentissage de la sérénité, (Gli stati d'animo, Un apprendimento della felicità), Odile Jacob, 2009
  • Je résiste aux personnalités toxiques (et autres casse-pieds...),  (Resisto alle personalità tossiche e a chi vuole crearti problemi), Editions Points, 2011
  • Meditare, giorno dopo giorno, L'iconoclasta, 2011
  • La chronique de Christophe André - France Inter, durante questa emissione, Christophe André condivide la sua esperienza di meditazione mindfulness ogni settimana. vedi link: https://www.franceinter.fr/emissions/la-chronique-de-christophe-andre

domenica 15 agosto 2021

Christophe Andrè - Spiritualità, religione e meditazione

Il testo che segue è stato tratto dagli interventi di  Christophe Andrè durante i seguenti programmi radiofonici di France Inter : 

La spiritualità, la religione.  La spiritualità laica ha il suo focus sull'importanza alla vita della mente, alle sue frontiere. Avere una vita spirituale vuol dire sentirsi coivolti dalla natura, dalla vita, dalla morte. E qualcosa più grande di noi, che va oltre i nostri limiti.

La religione si appoggia sulla spiritualità, cerca di organizzarla, di inquadrarla in dogmi, strutturandola con ritualità e indicazioni di vita quotidiana.

La spiritualità si può vivere in maniera più solitaria, più contemplativa, più spontanea; per vivere la religione invece occorre appartenere ad una comunità, la religione propone delle norme più codificate, una cultura, una teologia ricca e complessa. La spiritualità è più naturale, la religione più culturale.

Sua Santità il Dalai Lama per distinguere le due cose propone queste belle immagini: la spiritualità corrisponde all’acqua, la religione ad un thè, una maniera specifica ed elaborata di bere acqua, ma entrambe rispondono allo stesso bisogno. 

La spiritualità è accessibile alla maggior parte delle persone, non si spiega, si vive, durante il percorso spirituale si cerca di fare a meno delle parole, le esperienze meditative si presentano come spontanee, come sentimenti di pace inspiegabili e a volte, si avverte una comunione con la natura circostante.

Tra la meditazione e la preghiera ci sono delle differenze, per André Compte-Sponville "La preghiera è costituita di parole che si indirizzano a qualcuno, una domanda";  La meditazione è un allenamento della mente, la meditazione fa a meno delle parole, non si rivolge a nessuno, è una orazione di tranquillità, ma liberata dalla fede, dai dogmi, dalla religione.

Le pratiche meditative permettono la modificazione della nostra attenzione, prima in modo analitico, mi concentro sul respiro, poi settimana dopo settimana, l'attenzione emerge, si  diventa svegli e attenti, immersi nel presente, in una condizione simile a stati contemplativi.  Questa nuova forma di attenzione assomiglia ad una presenza ed è come se  “entrassimo nella seconda innocenza”, è come un risveglio, è la contemplazione, l’attitudine della coscienza che si accontenta di essere ciò che è.

La spiritualità è necessaria alla vita umana per vivere e morire bene? Senza spiritualità saremo presi da una sensazione di vuoto e di mancanza ad un certo momento della nostra vita. Soprattutto in quei momenti di avversità, di lutto, di malattia in cui cè uno shock esperienziale.

Come scoprire la fortuna di vivere, semplicemente vivere? Nell’esistenza umana ci sono due sole certezze: morirò un giorno, per il momento sono vivo. La piena coscienza ci aiuta a guardare queste due certezze senza paura.  Ci aiuta ad accettare la prima e a assaggiare la seconda, a farci percepire cosa significa essere vivi collegandoci al nostro respiro e al nostro corpo.  Christophe André cita due belle frasi, una di Albert Camus: Ho la fortuna di esistere piuttosto che di non esistere” -  l'altra di Christian Bobin: La morte è al nostro fianco, come una candela vicino ad un mucchio di paglia” -  Occorre accettare la prossimità della morte e della vita. Possiamo arrivare ad accettare che moriremo un giorno, che i nostri cari moriranno, possiamo avvicinarci all’idea della morte senza cercare spiegazioni, né giustificazioni, in uno spazio di coscienza neutra ed aperta. L’idea della morte non fa male, una volte accettata l’idea, è più facile vivere.

Le pratiche meditative permettono di ridurre la nostra paura della morte.  Si può ridurre la paura della morte con la pratica che i psicoterapeutici definiscono "Abituazione", ossia rimanere volontariamente e in maniera prolungata e ripetuta a contatto di una paura per ridurne il potere e l’impatto su di noi.   Più siamo aperti e legati al mondo, meno abbiamo paura della morte. Qui Christophe Andrè cita ancora Albert Camus: Quando mi separo dal mondo ho paura della morte “. 

Chi ha meditato per lungo tempo nella natura, ha fatto l’esperienza di questo sentimento di legame intenso con l’ambiente circostante, della dissoluzione di sé, senza apprensione. L’unione con il mondo circostante prende il sopravvento su quello che ci separa, dalla nostra esperienza, dalla nostra personalità. E’ un sentimento di pace e sicurezza, dove anche la paura della nostra dissoluzione è sparita e il sentimento del nostro ego è sparito. Après l’extase, la lessive” dopo l’estasi il ritorno al banale, dopo il sublime il triviale.  L’esperienza meditativa ci riporta al quotidiano con una dolcezza e un sapore sempre più forte.  Non auspico di essere felice, ma di essere cosciente” - Albert Camus.

La meditazione Mindfulness ci permette di ri-guardare la vita in faccia, accogliere i momenti di felicità e dolore, la meditazione di piena coscienza permette di accogliere tutto, i momenti piacevoli e le avversità. La meditazione è una forma di saggezza, sana e senza parole: Sono appagato prima di desiderare” - Albert Camus.

L’eternità è là, quando viviamo il presente con tutte le nostre forze noi siamo completamente soddisfatti. La meditazione ci aiuta a comprendere e ad abitare la vita con saggezza, lucidità e gioia immensa di essere là, viventi e presenti. Ogni istante merita la nostra attenzione. Ogni minuto che noi dedichiamo all’attenzione al presente tutto cambia, annulliamo il nulla ed entriamo nella vita. E qui Christophe André cita delle bellissime frasi :

  • E’ nella distrazione che non entriamo nel paradiso vivente, unicamente per distrazione”.
  • Ogni istante che ci rimane è molto più importante dell’intero passato” - Tolstoj
  • Un mondo alla volta, un istante dopo l’altro” -    Henry David  Thoreau sul suo letto di morte.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...