martedì 25 maggio 2021

Yog Album

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri, Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro.  Se il prana e il bindu sono fermi quella persona che parla di yoga dice solo falsità.                  Colui che sa non parla, colui che parla, non sa. Lao-Tzu.   

Yog Album - il libro scritto dal Maestro Gyanander e pubblicato nel 2001, è un bellissimo manuale di yoga illustrato e scritto a mano, il numero di copie è limitato, ed è una fonte veramente eccezionale di notizie sulla pratica yoga. Vengono presentate anche tecniche esoteriche come  khechari mudra. Un testo imprescindibile per chi vuole veramente conoscere lo yoga.

https://www.unilibro.it/libro/gyanander/yog-album/9788890087202

Il Maestro Gyanander usa la parola Yog in questo libro, che è stata trasformata in Yoga dagli occidentali. Nell'articolo le parole sanscrite riportate sono riprese dal libro.
Il maestro di Gyanander è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar e costituisce l'essenza del percorso fatto da Gyanander.  Per conoscere il Maestro Gyanander vedi i link riportati di seguito.
Per praticare yoga occorre staccare la mente dal mondo. L’uomo è di fronte a due vie:

  • indagare il mondo esterno, attraverso la scienza, karya;
  • indagare sulla propria interiorità, attraverso lo yog, gyan.

I due aspetti sono inscindibili (scienza e vita spirituale), sono le due ali che permettono all’uccello di volare.  Lo yogi conosce anche le leggi fisiche.

Il nostro sé è simile ad una brocca piena d'acqua immersa nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mescola all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro, "Sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato ed è un buon karam (insieme di energie pure ed equilibrate) e senza diksha (l'iniziazione da parte del maestro) non si può iniziare un percorso ed ottenere la liberazione. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede.

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente,  il mantra è il filo che controlla l’aquilone che è la mente e senza filo la mente perde stabilità,. Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit). Il sub inconscio è una zona oscura, e rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Solo quando renderemo limpido il chit (la zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.  Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).

________________Il testo è strutturato in questo modo:

Parte I. 

Preghiera.

Capitolo I. Cosa è lo Yog.
Capitolo II.  Shat Karam.
Capitolo III. Asan - Posture.
Capitolo IV. Pranayam.
Capitolo V. Pratyahar.
Capitolo VI. Dharana.
Capitolo VII. Dhyan.
Capitolo VIII. Samadhi.  
Capitolo IX. Tantar, kundalini, mudra.
Capitolo X. Sanskar, yantar e la morte.
Capitolo XI. Come curare le malattie con lo yog

Parte II.
Il nettare dello yog.

All'inizio viene riportato il Gayatri mantra, uno dei mantra più potenti che recita così: Om bhur, bhuvan, svaha, tat, savithu, devasya, vareniyam, bhargo, tat dhimahi, ya, nah, dhiyo, pachodayat                        e che viene pronunciato in questo modo:          Om bhur, bhuvan, svaha tat savitur vareniyam bhargo devasya dhimahi dhiyo yo nah prachodayat.

La traduzione è la seguente:  

  • Om: E’ questo il nome di Dio, in esso sono contenuti tutti i nomi dell’universo
  • Bhur: Il pran del pran
  • Bhuvah: Ciò che distrugge l’oscurità e il dolore
  • Svaha: Egli è beatitudine e chi pronuncia il suo nome partecipa alla sua essenza
  • Tat: Noi
  • Savithu: Colui che crea tutto l’universo, colui che è la luce della luce del sole
  • Devasya: Desiderabile
  • Vareniyam: La cosa migliore su cui meditare
  • Bhargo: Che distrugge tutto il male,  che è puro
  • Tat: Noi
  • Dhimahi: Guardiamo al nostro interno
  • Ya: Signore
  • Nah: Nostro
  • Dhiya: La direzione che va verso il bene
  • Prashodayat: Che ci porta verso

_________________________________

Cosa è lo Yog. Yog è l’unione di pran e apan (il prana è l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo). Yog è l’unione di raj (l'energia maschile) e viriya (l'energia femminile). Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta a due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).   La medicina allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e tutte le difese naturali, la malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili. L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della degenerazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo. Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico.

Patanjal Yog Darshan  (Yoga sutra ) dà una completa definizione di asan: l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione. Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, dove viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione; l’ossigenazione aiuta la digestione e i processi vitali. Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).  Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri. Ancora una volta si sottolinea l'importanza del maestro, il maestro è un buon Karam (energie pure ed equilibrate). Nelle Upanishad si racconta: sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato a i piedi del maestro. Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato e senza diksha (iniziazione) non si può ottenere la liberazione. 

Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog delle otto membra) occorre:

  • trovare il posto adatto, 
  • seguire yam che sono le regole di condotta sociali e secondo il testo yog pradipika sono dieci, 
  • seguire niyam che sono le regole di condotta personali. Viene specificato che il termine brahmciaria non significa astinenza, ma percorso verso Dio. 
  • seguire la pratica del jap (rotazione) di un mala in tulsi (albero sacro) con ripetizione di un suono, la mala è un rosario di 108 grani. Il numero 108 ha un alto valore simbolico: 1 è la verità ultima, 0 è il samadhi, 8 la natura creativa. Ajapa jap è la ripetizione di un suono sincronizzandolo con il respiro. Ad esempio inspirare ripetendo So ed espirare ripetendo Ham. Oppure Om  inspirando e Ram espirando.
  • ripetere il mantar o mantra che significa suono rivelato (man significa riflessione, tar liberazione). Il mantar è un suono associato alla divinità che si ripercuote nel subconscio. Il mantra evita i pensieri, il 99% dei quali sono nocivi. La scienza del mantar (suono) viene chiamata wah secondo i Veda. Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo il quale potrà usare solo quello, accettare un mantra è quindi un importante atto di fede. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit), il sub inconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto.  Le nostre esperienze vengono immagazzinate in una zona profonda del nostro io sotto forma di un semplice ricordo (esperienza mnemonica), poi con una sottile metamorfosi si trasforma in un simbolo (archetipo, forme geometriche), il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).  Solo quando si riuscirà a rendere limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.
  • prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama. Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. 
Shat Karam. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Shat Karam (pag. 60) sono le tecniche di purificazione,  prima di iniziare la pratica yoga occorre fare il Kriya yoga ( le tecniche di purificazione), senza queste purificazioni non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Occorre purificare i nove orifizi (bocca, naso, occhi, orecchie, retto, organi genitali). Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (Vyadhi) e malattia della mente (Adhi),  desideri, ecc.  Le tecniche di purificazione sono: Neti, Dhauti, Basti, Kunjal, Tratak, Laukinki, Kapalabhati, Dhocahi, Baghi, Jahnkhpakhal (pag. 84, riporta anche la frequenza delle pratiche). Bisogna anche espellere il cibo rapidamente per evitare la fermentazione che porta tossine nel sangue, sudore e alito cattivo.

Posture o asan.  Il testo Patanjal Yog Darshan (Gli yoga sutra) dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche.   Colui che ha perfezionato le asan può attraversare i tre mondi (loka). Prima occorre fare le asana e alla fine il rilassamento altrimenti non ci sono benefici. Nel capitolo sono illustrate le più importanti asan.

L’invecchiamento è dovuto alla rigidità del corpo, sulla base della generazione delle cellule e con la mancanza di energia il corpo tende a piegarsi in avanti. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione e sono completamente diverse dallo sport.  Tra gli 84 milioni di asan ne sono state scelte 84.  Durante la meditazione è consigliabile alternare  spesso la gamba che sta sopra con quella che sta sotto.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Molto importanti sono gli esercizi preparatori. Nelle Upanishad i sensi discutevano tra di loro quale era il più importante, Penso che non ci sia dubbio, su chi abbia vinto: vinse il respiro. Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.

Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e il pran viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).

Ogni volta che si vuole attivare una narice bisogna lavorare sulla parte opposta del corpo, dormire supino e girarsi sul fianco sinistro, ad esempio per curare il raffreddore basterebbe chiudere la narice sinistra per tre giorni.

Nello yoga occorre saper usare il giusto respiro ( sawar), ed è stata sviluppata una vera e propria Scienza del respiro (savrodya gyan).  Anche alla base della  parola Hath Yog c'è l'energia: Ha (hakar energia solare) e Thakar (energia lunare).

Le Nadi sono i canali nei quali circola l'energia, la radice delle 72864 nadi  è il kand che si trova quattro dita sotto l’ombelico. Le 10 più importanti nadi sono le seguenti: Sahnknani nadi si trova nell’ano, Kirkal nei genitali, Pusha  nell'orecchio destro, Giashi nell'orecchio sinistro, Gandhari nell'occhio destro, Hastini nell'occhio sinistro, Lambka nella lingua, Pingala la nadi a destra della colonna vertebrale che rappresenta il sole, Ida  la nadi a sinistra della colonna vertebrale e rappresenta la luna, Sushunna la nadi più importante che passa al centro della colonna vertebrale. 

Sushunna nasce in muladhar ciakar e arriva al sahastrar ciakar che è un complesso di tre nadi: vajra, citra, brahmnadi (la più interna). Le tre nadi si incontrano in più punti che sono dei centri di grande energia (ciakar), ogni ciakar è collegato ad una zona del cervello. I ciakar sono dormienti, quando sono attivati si attiva la relativa parte del cervello. I più importanti ciakar sono:

  • Muladhar, perineo collo dell’utero, funzioni del cervello più grossolane,
  • Swadhistan, coccige, coda,
  • Manipur, ombelico,
  • Anahat, cuore,
  • Vishuddhi,   gola,
  • Agya,  punto tra le sopracciglia (ancora lungo al spina dorsale),
  • Sahasrar, sulla testa, fontanella, è la porta di Brahma, dove risiedono le funzioni del cervello più elevate.

Con il respiro si può addirittura influire sul concepimento e sul sesso del nascituro: dal tipo di respirazione che hanno i genitori all’atto del concepimento dipende il sesso del figlio.

La stagione (kal) per iniziare a fare pranayam è primavera o fine autunno.  Per praticare occorre anche adottare una dieta appropriata (mityahar) ad esempio mangiare lenticchie verdi (mung). 

Nel pranayam ci sono tre fasi purak (inspirazione), kumbkak (trattenere il respiro), reciak (espirazione).  Occorre fare spesso nadi shodan (purificazione delle nadi). Esistono otto tipi di ritenzioni del respiro Con la ritenzione del pran si purificano le nadi (canali energetici) e i ciakar (centri energetici). Col risveglio dei ciakar lo yogi acquisisce dei poteri (siddhi).

Le differenze degli individui dipendono dal risveglio dei ciakar (centri energetici). Ogni ciakar è collegato ad un suono, lettere, colore. Il bija mantra di agya ciakar è OM. Il bindu è una piccola cavità nella bocca che viene usata per la pratica di kechari mudra.

Ci sono 84 tipi di soffio, i più importanti sono dieci tra cui pran e apan. L’unione di pran a apan è Yog (sikho upanishad), quando si uniscono la kundalini si sveglia. Il pranayam si pratica in questo modo: un tempo per inspirare (purak), quattro tempi per trattenere (kumbhak) e due tempi per espirare (reciak).

Ci sono tre tipi di banda (gruppo muscolari che servono a veicolare, trattenere il prana):  jalandharbandh,    uddyanbandh,  mulabandh.

Il primo esercizio di pranayam è nadhi sodhan (pulizia delle nadi). Si inizia ad inspirare dalla sinistra, trattenere e espirare dalla destra, contrarre il perineo, inspirare da destra , trattenere, espirare da sinistra, si termina sempre dalla destra. Durante il kumbak (trattenimento del respiro si cerca di tenere la lingua all’indietro in alto. Solo dopo un lungo periodo e dopo aver visto qualche beneficio si passa ad altri esercizi  di pranayam. 

Tipi di pranayam:  ujjayi (vittoria), sitkari (sibilo), shitali , kewali kunbhak che è una tecnica speciale.

Pratyahar.  I sensi sono ritirati dall’esperienza del mondo, sono ritirati all’interno, in questo modo lo yogi cercherà l’indipendenza e la liberazione dei legami terreni. Fermando i sensi, anche la mente si ferma.

Dharana (concentrazione). Fissare la mente su un oggetto, è il sesto scalino dell’ashtanga yog, osservare i pensieri, adottare la tecnica del testimone, soffermarsi su ogni figura lo stesso tempo, dall’elemento più grossolano al più sottile, rappresenta il percorso evolutivo verso l’assoluto. Si devono visualizzazione dei simboli durante Kumbak (la ritenzione del respiro).

Dhyan  (meditazione). Dhyan significa un solo pensiero, l’anima individuale si scioglie nel puro eterno spirito assoluto, la meditazione non è una fuga dalla vita e da se stessi, al contrario è la comunione con l’io profondo, con gli stati inconsci e profondi e risolvendo i nostri conflitti interiori ci permette di agire in modo più efficace e appagante del mondo,

Nel Gherand Samhita sono riportati tre tipi di meditazione: su una forma divina, sulla kundalini, su forme di luce.  Nella Bakti Sagar sono riportate 4 tipi di meditazione:

  • Una grossolana, sulle varie del corpo, dai piedi alla testa e viceversa,
  • Sui chakar, da muladhara a sahasrar,
  • Più sottile, sul punto tra le sovracciglie,
  • Abbandona il piano dell’esistenza materiale.

La mente divisa in 7 parti, e nell'individuo normale ne funziona una soltanto. Le malattie non vengono dall’esterno ma esistono nella mente, quando il seme viene a maturazione si manifesta nel corpo. Per la meditazione occorre: 

  • il tempo, è preferibile fare meditazione la sera
  • un posto adatto, un posto piccolo e bianco, con una piccola luce e bastoncini di incenso
  • una tecnica, ci sono due tipi di meditazione, dipende dalla personalità del praticante: con forma – Saguna; senza forma - Nirguna. 

Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.  Durante la pratica nirguna, quando le nadi sono purificate si ode il suono nad, per udire i suoni nad nella meditazione occorre chiudere le orecchie con cera di api, tenere la lingua sul palato - nabho mudra, e fare mulabandh, mani in cin mudra, e si cerca di arrivare al decimo nad (suono).

Pratica nirguna (senza forma) sul respiro:

  • Ripetere il japa ham mentre espiro,   So mentre inspiro ( si può fare anche nella quotidianità);
  • Rimanere consapevoli delle fasi della respirazione, 5 minuti;
  • Ripetere il mantra ham so per almeno 5 minuti;
  • Visualizzare l’energia, una luce bianca che sale dalla colonna toccando i più importanti chakar;
  • Allungare il tempo dell’inspirazione e dell’espirazione;
  • Poi percorso inverso a ritroso ripercorrendo le tappe esposte però utilizzando minor tempo: 2 minuti.

Pratica Saguna (con forma )

  • Recitare Sita Ram -  non c’è differenza tra Ram e OM;
  • Mala nella mano destra, a livello del cuore o sulle ginocchia;
  • Ripetere il mantra;
  • Dopo qualche giro, socchiudere gli occhi, guardare in basso, sussurrare il mantra;
  • Dopo qualche giro, chiudere gli occhi, ripetere il mantra mentalmente;
  • Aggiungere mulabandh e nabho mudra;
  • Aggiungere consapevolezza sul respiro;
  • Visualizzare il respiro che sale dalla colonna che scende.

Facendo la meditazione possono affiorare numerosi pensieri sono i frutti del karma, È importante restare testimoni.

Kirtan e mantar sono pratiche di Nad Yog, ed aiutano a liberare il lato emozionale della persona: il kirtan è una pratica di meditazione, aiuta a lasciarsi andare alle emozioni, liberandosi da blocchi mentali ed inibizioni.

Samadhi (Sam equilibrio e Dhi intelletto) è lo stato in cui la mente perde la sua individualità, in samadhi la meditazione, il meditante e l’oggetto di meditazione si fondono l’uno nell’altro. Ci sono sei metodi per entrare in samadhi, ma senza maestro è impossibile:

  • Dhyan
  • Nad
  • Rasanad
  • Lay
  • Bhakti
  • Raj

Il samadhi porta alla beatitudine, questa è la perfezione nello yog. Una volta entrato in samadhi non rimane nessuna altra pratica da fare. Per entrare in samadhi è indispensabile fare padmasan per 3 ore e 48 minuti senza sforzo, conoscere le tecniche segrete di mulabanda, acquisire la capacità di fare kaciari mudra, kewali kumbak.  Quando si giunge in samadhi le azioni (karam) e gli archetipi del subconscio (sanskar) si estinguono e al loro posto resta solo purezza, si resterà in stato di Turiya, la persona in samadhi è sveglia per Dio e dorme per il mondo.

Tantar, kundalini, mudra; lo yoga tantrico.

Lo yoga è una disciplina scientifica che ha una stretta attinenza con la vita stessa. Il fine del tantar è portare l’uomo all’autorealizzazione, l'atto sessuale è un'opportunità di realizzazione spirituale per l’uomo.  In sanscrito tan significa espansione e tar liberazione, quindi espansione delle possibilità della mente, della consapevolezza e liberazione dell’energia (shakti e kundalini). Kundalini è una sostanza biologica esistente nell’organismo verificabile anche scientificamente. La forza kundalini risalendo la colonna agisce sui ciakar e risveglia il potenziale energetico, i ciakar si aprono ed aumenta la consapevolezza e l’autocoscienza. Una persona può trascendere dalla realtà oggettiva abbattendo il muro ingannevole (il velo di maya).

Nella via sinistra del tantar le pratiche da effettuare sono strettamente connesse con la sessualità. Non è possibile praticare il tantar senza essersi purificati per anni nel corpo e nella mente. Le dottrine yogiche asseriscono la presenza di due principi: shiv è l’uomo, shakti è la donna, il temp è shiv, lo spazio shakti. Shiv è la mente, la coscienza ed è associata alla nadi Pingala, Shakti è prana, forza vitale ed è associata alla nadi Ida.

Quando la shakti si manifesta esteriormente si crea la materia (concepimento). Quando si manifesta all'interno aumenta l’energia e l’autoconsapevolezza; con la ritenzione del bindu, l'energia viene controllata ed inizia l'ascesa verso i centri superiori.

Nel tantra c'è la  piena accettazione della vita in tutte le sue manifestazioni incluso il sesso, in questo caso il sesso viene nobilitato e reso pratica di meditazione. Tantra è la strada della conoscenza per superare il desiderio, per gli yogi la donna è importantissima. Le tecniche che comportano una interazione sessuale costituiscono il vam marg (la via della mano sinistra).

Più forte di tutto è il desiderio che devi distruggere con la spada della consapevolezza (Baghvad  Gita). 

L’espansione (tan) della mente può avvenire in molti modi, con la recitazione dei mantra, del pranayam, della meditazione, con il risveglio della kundalini senza interazione sessuale, queste tecniche sono comprese nella via detta dakshin marg (Tantra vedico o la via della mano destra).

Kundalini si trova quattro dita e mezzo sopra muladhar ciakar sotto forma di serpente femminile coricato in tre cerchi e mezzo dormendo con la coda in bocca. Lo yogi unisce pran (polarità positiva) con apan (polarità negativa) a due dita sotto l’ombelico (kand), questa scossa sveglia kundalini, di colore rosso mille volte più sottile di un capello, che comincia a salire fino allo sahasrar ciakar.

Nello yoga il rapporto di coppia può essere usato per raggiungere il samadhi, le energie di entrambi si uniscono, si crea un solo circuito, tempo e spazio scompaiono, l’intera vita non può essere sufficiente per arrivare a questo, occorre portare il rapporto di coppia sul piano della dimensione spirituale eliminando il desiderio carnale, legame fisico e mentale.

Khechari mudra  è un mudra che stimola la ghiandola pineale e ci permette di regolare il nostro ritmo sonno-veglia e mantenerci giovani. Si pratica portando la lingua all’indietro verso la parte superiore della cavità neo-faringea con gli occhi rivolti verso l’alto, nel punto di mezzo delle sopracciglia, e chi conosce questa tecnica non è soggetto alla malattia, la vecchiaia, acquisisce immortalità e gli otto siddhi (poteri).

Dove la religione finisce, lì inizia lo yoga. Esso non interferisce affatto con e religioni, ma viceversa, ne conferma i principi universali tramite l'esperienza. Come uno scienziato nel suo laboratorio sperimenta e scopre le leggi della natura, così lo yoghi compie i suoi esperimenti nel laboratorio del proprio corpo. L'arte di conoscere se stessi è chiamata yoga. Yog dunque è la scienza del sé.

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