giovedì 8 dicembre 2022

Lo yoga e le altre cinque darshana indiane

Per capire la vera natura dello Yoga, come un percorso di realizzazione spirituale, è necessario avere una piccola comprensione delle sei scuole o sistemi classici della filosofia indiana, o induista, di cui lo Yoga fa parte. Lo yoga è infatti una delle sei darshana (letteralmente "visioni" o scuole filosofiche) e incorpora al suo interno componenti degli altri sistemi. Spesso i grandi maestri di yoga sono esperti di tutti questi sistemi. E' noto che il maestro Krisnamacharya, fosse ad esempio "laureato" in tutti e sei gli insegnamenti.  A questi  sistemi filosofici che cercano di rispondere alle eterne domande dell’uomo: Cosa è la realtà, qual’è il senso della vita? potremmo aggiungere gli insegnamenti di Buddha come settimo sistema o scuola di filosofia.  Alcune scuole induiste hanno inglobato il buddismo nel proprio orizzonte conoscitivo e considerano il Buddha un avatar di Visnu (bisogna precisare che oggi il buddhismo è scomparso dall'India).  Le date per la formalizzazione di questi sistemi variano da circa 2000-5000 anni fa.

Le sei Darshana sono le seguenti:

1- Nyaya letteralmente significa “metodo”, “regole” o “giudizio, è un sistema di indagine sistematico basato sulla logica, è una scuola di speculazione filosofica, divenuto solo in seguito un sistema metafisico. Si basa su testi conosciuti come Nyaya Sutra, che furono scritti da Aksapada Gautama, nel II secolo a.C. Il contributo più rilevante apportato dal Nyaya all’Induismo moderno consiste nella metodologia; quest’ultima è basata su un sistema logico che in seguito fu adottato dalla maggior parte delle altre scuole induiste (ortodosse o non), similmente al modo in cui scienza, religione e filosofia occidentali possono considerarsi basate sulla logica aristotelica. Nyaya differisce dalla logica aristotelica, in quanto non è semplicemente una logica fine a sé stessa, ma si spinge oltre, mettendo in relazione diretta la logica con lo sviluppo spirituale. Secondo questa scuola di pensiero, ottenere una valida conoscenza è l’unico modo per ottenere la liberazione dalla sofferenza; l’unica conoscenza autentica è quella che non potrà mai essere soggetta a dubbio o contraddizione, quella che riproduce l’oggetto per ciò che realmente è, e che pertanto permette di percepire la realtà in maniera veritiera e fedele. Solamente questa può considerarsi vera conoscenza, ed è contrapposta al ricordo e al dubbio, così come al ragionamento puramente ipotetico e, quindi, incerto. Nyaya è probabilmente il più vicino equivalente indiano della filosofia analitica. La scuola di Nyaya condivide alcune delle sue metodologie, e l’idea del fondamento della sofferenza umana, con il buddismo; tuttavia, una differenza fondamentale tra i due è che il buddismo ritiene che non ci sia né un'anima, né un sé nel modo immaginato dalla scuola di Nyaya, che, come le altre scuole dell'induismo, crede che ci sia un'anima e un sé, e che la liberazione (moksha) sia uno stato di rimozione dell'ignoranza, della conoscenza sbagliata, l'acquisizione della conoscenza corretta e della continuazione senza impedimenti del sé.
La verità viene contrapposta all’ignoranza causa della sofferenza umana. La liberazione dello spirito del sè, sono temi cari anche allo yoga. Le opere classiche dello yoga, a partire dagli Yoga sutra, applicano in una certa maniera, nell’esposizione, la logica della scuola nyaya.

Samkhya è un termine sanscrito che indica la "numerazione", il "numero".  Secondo alcuni è la più antica filosofia sistematica apparsa fra le tradizioni hindu, e ha influito considerevolmente sulle altre scuole filosofiche. Nella letteratura esistono due versioni del Sāṃkhya, una ritenuta teista e l'altra non teista. Secondo Vivekananda, il fondatore del razionalismo indiano è stato il mitico Kapila, il fondatore del pensiero Sāṃkhya. D'altronde è lo stesso Īśvarakṛṣṇa che, nella sua Sāṃkhyakārikā, scrive d'essere il depositario di una scuola il cui iniziatore è Kapila.
E’ importante sottolineare che, nei suoi sviluppi iniziali, il Sāṃkhya è connesso con lo Yoga classico. Così l'orientalista Giuseppe Tucci si esprime nella sua “Storia della filosofia indiana”: «Di questi due sistemi quasi sempre si discorre insieme perché entrambi hanno uno sfondo dottrinale comune. […] Le idee che i due sistemi esprimono hanno origini antiche.» Infatti lo Yoga classico, così come esposto da Patañjali nel suo Yoga Sūtra, si appropria della metafisica dualista del Sāṃkhya, con qualche variante, differenziandosene non tanto nella dottrina quanto soprattutto nel metodo: lo Yoga ritiene insufficiente la conoscenza metafisica ai fini della liberazione, sostenendo invece la pratica di discipline psichiche e fisiche le cui origini sembrano essere ancora più remote. C’e’ una sostanziale convergenza tra i sutra di Patanjali e la scuola Samkhya riguardo ai concetti di spirito individuale e spirito universale.
Nella  kārikā di 70 versi è adoperato il termine tantra per indicare la dottrina che Īśvarakṛṣṇa sostiene di aver ereditato da Kapila. L'indologo indiano Chandra Bagchi identifica da questo il Sāmkhya come una forma di Tantra.  Anche Śankara usa il termine Kapilasya-tantra per denotare il sistema esposto da Kapila (la filosofia Sāmkhya) e il termine Vaināśikā-tantra per denotare la filosofia buddista dell'esistenza momentanea.  Secondo il sistema filosofico esposto da Kapila, l'intera realtà scaturisce dalla relazione fra due princìpi onnipervadenti ed eterni: il puruṣa e la prakṛti, la materia. I puruṣa sono gli spiriti delle individualità umane, le monadi spirituali, che sono di numero infinito. Tali puri spiriti, i puruṣa, sono spettatori passivi e testimoni silenziosi delle evoluzioni della prakṛti (la "materia" o "natura") che è completamente pervasa da tre qualità costitutive, i guṇa: sattva, rajas e tamas. Queste entrano nella composizione di qualsiasi manifestazione della natura e corrispondono, rispettivamente, alla "leggerezza, luminosità", al dinamismo" e alla "pesantezza, oscurità". Quando la quiete della prakṛti, cioè l'equilibrio fra i tre guṇa, viene alterata, si ha l'inizio di un nuovo universo e, quindi, l'avvio evolutivo del mondo manifesto. Questa alterazione dello stato originario di quiete è dovuta alla stretta vicinanza tra puruṣa e prakṛti e causata dalla relazione intercorrente fra questi due princìpi. Il Puruṣa va infatti considerato come il perenne ispiratore che, con la sua sola presenza, dona coscienza e vitalità all'intero creato e che, all'interno della singola manifestazione e quindi dell'uomo, diviene anima e assume l'aspetto di colui che conosce e non agisce. La prakṛti, invece, con l'imperfezione che la contraddistingue, è un ente agente e non cosciente. Lo stato di assoluto isolamento (kaivalya) del sé (puruṣa) rispetto ai tre mondi - terreno, intermedio e divino - consiste nel riconoscere la diversità fra questi due enti attraverso la conoscenza dei 25 princìpi che strutturano il sistema Sāṃkhya.
La filosofia Sāṃkhya è un dualismo fondamentalmente ateo, che esclude qualsiasi concetto di divinità o Īśvara e si limita a considerare le individualità umane (i puruṣa) e la materia (la prakṛti). Tali due principi sono considerati equivalenti, per quanto i puruṣa umani, rappresentanti la spiritualità, siano gli attori di un'ascesi spirituale e morale. Da questo l'ipotesi che il Buddhismo possa avervi fatto riferimento. L'onnipervadenza della prakṛti è lo scenario in cui i puruṣa fluttuano alla ricerca di una perfezione individuale. Come nel Buddhismo, il fine più immediato è quello del superamento della sofferenza per mezzo della "conoscenza".     La scuola del Sāṃkhya è la prima a proclamare l'indipendenza della ragione umana dalla rivelazione tipica della cultura vedica tradizionale, come avviene, ad esempio, nelle Upaniṣad. I puri spiriti, le anime individuali, debbono liberarsi dai vincoli karmici, dal susseguirsi delle reincarnazioni. Benché ciò evochi la possibilità di un'"anima generale" originaria sparpagliata nelle anime individuali, di questo concetto non v'è alcuna traccia nel Sāṃkhya, mentre è tipico del Vedānta panteistico e anche di alcune scuole yoga. L'anima individuale, il "corpo sottile", che, in quanto essenza già presente nella quiete originaria della prakṛti, ha la possibilità di evolvere fino al conclusivo "isolamento dalla materia", svincolandosi definitivamente dal saṃsāra ed ottenendo così la liberazione dalla sofferenza (duḥkha).  Secondo una teoria cosmologica comune a molte dottrine dell'induismo, e del buddhismo anche, l'universo ha evoluzione periodica: il tempo è circolare e non lineare. Ogni qual volta il tempo riprende, una nuova evoluzione dell'universo ha origine, un ulteriore ciclo cosmico (kalpa). Prima che il tempo riprenda, il cosmo è immanifesto, la prakṛti giace cioè in uno stato di quiete, ed è soltanto in questo stato che le sue tre componenti, le tre guṇa (rajas, sattva, tamas), si trovano in equilibrio fra loro. A causa del karma, ossia delle azioni compiute nei cicli precedenti dagli esseri che non ebbero raggiunto la liberazione (mokṣa), e destinati quindi a reincarnarsi, lo stato di equilibrio viene alterato: la prakṛti si mette, per così dire, in movimento e un nuovo ciclo prende inizio. Questo passaggio di stato che dà luogo a una nuova manifestazione del cosmo avviene dunque per cause etiche, e l'intero susseguirsi dei cicli avrà termine soltanto quando tutti gli esseri avranno conseguito la liberazione.

Vaisheshika è la terza delle sei scuole ortodosse della filosofia indù. Nei suoi primi stadi, il Vaiśeṣika era una filosofia indipendente, un sistema completo. Nel corso del tempo, il sistema Vaiśeṣika divenne simile nelle sue conclusioni etiche alla scuola Nyāya, che abbiamo già visto, ma mantenne la sua differenza nell'epistemologia, ovvero lo studio della natura e delle strutture logiche, e nella metafisica. La scuola di Vaisheshika è conosciuta e famosa per le sue intuizioni nel naturalismo. La modernità delle sue intuizioni lascia davvero stupefatti: Ha postulato che tutti gli oggetti nell'universo fisico sono riducibili a atomi (paramāṇu), e le esperienze derivano dall'interazione della sostanza (la funzione degli atomi, il loro numero e le loro disposizioni spaziali), la qualità, l'attività, la comunanza, la particolarità e l'inerenza. Secondo la scuola Vaiśeṣika, la conoscenza e la liberazione erano realizzabili attraverso una completa comprensione del mondo dell'esperienza. Questo particolare aspetto l’avvicina allo yoga classico. Lo studio delle categorie di conoscenza della scuola dell'induismo Vaiśeṣika, come il buddismo, accettava solo due mezzi affidabili per la conoscenza: la percezione e l'inferenza. La scuola Vaiśeṣika e il Buddhismo considerano entrambe le rispettive Scritture come mezzi incontestabili e validi per la conoscenza, con la differenza che le Scritture ritenute una fonte valida e affidabile fossero per Vaiśeṣika i Veda.  La forma di atomismo del Vaisheshika, postula che la realtà sia composta da cinque sostanze ( terra, acqua, aria, fuoco e spazio). Ognuno di questi cinque elementi è di due tipi, paramāṇu e composito. Un Paramanu (Para significa oltre e Anu significa Atomo o particella molto piccola ma divisibile mentre il parmanu è indivisibile) è ciò che è indistruttibile, indivisibile e ha un tipo speciale di dimensione, chiamata "piccolo" (aṇu). Un composito è ciò che è divisibile in paramanu. Qualunque cosa percepisca l'essere umano è composita, e anche la più piccola cosa percettibile, cioè una macchia di polvere, ha parti, che sono quindi invisibili. Ogni diade ha due parti, ognuna delle quali è un atomo. Le dimensioni, la forma, le verità e tutto ciò che gli esseri umani sperimentano nel loro complesso sono una funzione del paramanu, del loro numero e delle loro disposizioni spaziali. Come dicevamo, lascia molto sorpresi l’analogia con la fisica e la chimica moderni in un sistema filosofico tanto antico.
Il sistema Vaiśeṣika fu fondata da Kaṇāda Kashyapa intorno al VI-II secolo AC. La scuola Vaishesika differiva dal Nyaya in un aspetto cruciale: dove Nyaya accettava quattro fonti di conoscenza valida, i Vaishesika, come detto, ne accettavano solo due, percezione e inferenza. Infine, può essere interessante indagare come, mentre l'induismo identifica sei Pramāṇa come mezzi affidabili per la conoscenza accurata e le verità. Vaiśeṣika considera solo pratyakṣa (percezione) e anumāna (inferenza) come mezzi affidabili di conoscenza valida e in questo ha dei punti di contatto con il sistema dello yoga. 
Pratyakṣa significa percezione. È di due tipi: esterna e interna. La percezione esterna è descritta come quella derivante dall'interazione di cinque sensi con gli oggetti mondani, mentre la percezione interna è descritta da questa scuola come quella del senso interiore, la menteAnumāna significa inferenza. Il processo di inferenza è descritto come il raggiungere una nuova conclusione e verità da una o più osservazioni e verità precedenti applicando la ragione. Osservare il fumo e inferire il fuoco è un esempio di Anumana. Anche gli altri sistemi filosofici sposano questo processo conscitivo.

Vedanta significa letteralmente "il fine dei Veda". Riflette idee emerse dalle speculazioni e dalle filosofie contenute nel Prasthanatrayi (che include le principali Upanishad, i Bhrama Sutra e la Baghavad Gita intesi come commentari a questi testi sacri).  Tutte le scuole Vedanta, nelle loro deliberazioni, si occupano delle seguenti tre categorie, ma differiscono nelle loro opinioni riguardo al concetto e alle relazioni tra loro: Brahman - la realtà metafisica finale, Ātman / Jivātman - l'anima o il sé individuale e Prakriti - il mondo empirico, universo fisico in continua evoluzione, corpo e materia.

L’aspetto fondamentale è che, nel tempo, il Vedanta adottò idee dallo Yoga e Nyaya e, attraverso questo sincretismo, divenne la scuola più importante dell'induismo. Molte forme esistenti di Visnuismo, Shivaismo e Shaktismo sono state significativamente modellate e influenzate dalle dottrine delle diverse scuole di Vedanta. La scuola Vedanta ha avuto un'influenza storica centrale sull'induismo. 
Il vedanta si è storicamente articolato secondo alcune grandi scuole, nessuna interpretazione dei testi (Veda) è prevalsa sulle altre, queste sotto-tradizioni spaziano dal monismo o non-dualismo (Advaita) del filosofo Adi Shankara (VIII secolo), al dualismo qualificato o teismo (Vishi-stadvaita) del XI-XII secolo di Ramanuja, al dualismo (Dvaita) del XIII secolo di Madhva. La maggior parte delle altre sub-tradizioni vedantiche sono riassunte sotto il termine all'Acintya-Bheda-Abheda ("simultanea e inconcepibile differenza ed unità") di Caitanya Mahaprabhu.    Tutte le scuole Vedānta, tuttavia, mantengono in comune un certo numero di principi:

  • -la trasmigrazione del Sé (Saṃsāra) e l'opportunità della liberazione dal ciclo delle rinascite (moksha);
  • -l'autorità dei Veda sulle modalità di liberazione;
  • -che il Brahman sia la causa materiale (upadana) e strumentale (nimitta) del mondo;
  • -che il Sé (Ātman) è l'agente dei propri atti (karma) e quindi il destinatario dei frutti o delle conseguenze delle azioni (phala).

L'influenza del Vedānta sul pensiero indiano è stata profonda. A causa della preponderanza di testi Advaita, in Occidente si ha spesso l'errata convinzione che Vedānta significhi Advaita, mentre questa corrente non-dualistica è solo una delle molte sotto-tradizioni, benché forse la più importante.
(Per vedere il contenuto delle principali Upanishad e della Baghavad Gita vedi articoli del blog). Di seguito sarà illustrato il contenuto dei Brahma Sutra, proprio per la loro natura di riassunto delle Upanishad.
Badarayana riassunse e interpretò infatti gli insegnamenti delle Upanishad nei Brahma Sutra, chiamati anche il Vedanta Sutra che sono le basi per lo sviluppo della filosofia Vedanta. Sebbene attribuiti a Badarayana, i Brahma Sutra furono probabilmente composti da più autori tra il 500 AC al 200 DC circa. Questi sutra tentano di sintetizzare i diversi insegnamenti delle Upanishad, tuttavia, la natura criptica degli aforismi ha richiesto molti commenti interpretativi che sono stati scritti tra il 700 e il 1200 DC. Questi commenti hanno portato alla formazione di numerose scuole Vedanta, ognuna interpretando i testi a modo suo. Non è insomma facile orientarsi, comunque le diverse scuole all’interno della tradizione Vedanta, hanno prodotto contesti coerenti ed organici. 
I sutra di Brahma consistono in 555 aforismi in quattro capitoli. Questi versetti riguardano principalmente la natura dell'esistenza umana e dell'universo e le idee sul concetto metafisico della Realtà Ultima chiamata Brahman. Il primo capitolo discute la metafisica della Realtà Assoluta, il secondo capitolo esamina e affronta le obiezioni sollevate dalle idee delle scuole ortodosse concorrenti delle filosofie indù così come delle scuole eterodosse come il Buddismo e il Giainismo, il terzo capitolo discute le categorie conoscitive e il percorso per acquisire le conoscenze spirituali liberatrici e l'ultimo capitolo afferma perché tale conoscenza è un importante bisogno umano.

Mimamsa  è una parola sanscrita che significa "riflessione" o "indagine critica" e quindi si riferisce a una tradizione di esecuzione dei rituali. Questa tradizione è anche conosciuta come Pūrva-Mīmāṃsā per la sua attenzione ai primi (pūrva) testi vedici che trattano le azioni rituali, in modo simile al Karma-Mīmāṃsā, a causa della sua concentrazione sull'azione rituale (karma). Questa particolare scuola è nota per le sue teorie filosofiche sulla natura del dharma. La scuola Mīmāṃsā fu fondamentale e molto influente per tutte le scuole vediche, che erano anche conosciute come Uttara-Mīmāṃsā per la loro attenzione alle parti "superiore” dei Veda.  La tradizione Mīmāṃsā investiga anche sullo scopo dell'azione umana.  Mīmāṃsā ha diverse sotto-scuole, ciascuna definita dalla sua interpretazione della realtà. La sotto-scuola Prābhākara, che prende il nome dal filosofo Prabhākara del settimo secolo, descrisse i cinque mezzi affidabili per acquisire conoscenza: pratyakṣa o percezione; anumāna o inferenza; upamāṇa, per confronto e analogia; arthāpatti, l'uso della postulazione e la derivazione dalle circostanze; e śabda, la parola o la testimonianza di esperti affidabili passati o presenti. La sotto-scuola di Bhāṭṭa, dal filosofo Kumārila Bhaṭṭa, ha aggiunto un sesto mezzo al suo canone: anupalabdhi, non percezione, o prova dell'assenza di cognizione (ad es., la mancanza di polvere da sparo sulla mano di un sospetto). La scuola di Mīmāṃsā consiste sia di dottrine ateistiche che teistiche, ma la scuola ha comunque mostrato scarso interesse nell'esame sistematico dell'esistenza degli dei. Piuttosto, sosteneva che l'anima è un'essenza spirituale eterna, onnipresente, intrinsecamente attiva, e focalizzata sulla conoscenza e la metafisica del dharma. Per la scuola Mīmāṃsā, il dharma significava rituali e doveri sociali, non deva, o dei, perché gli dei esistevano solo di nome. I Mīmāṃsakas sostenevano anche che i Veda sono "eterni, senza autore, infallibili", inoltre i vidhi vedici, ovvero le ingiunzioni e i mantra dei rituali, sono “krya” ovvero azioni prescrittive, e i rituali sono quindi di primaria importanza e merito. Hanno considerato le Upaniṣad e gli altri testi relativi alla conoscenza del sè e alla spiritualità come sussidiari, una visione filosofica in cui la scuola Vedānta non era ovviamente d'accordo. Mīmāṃsā diede origine allo studio della filologia, la ricostruzione e la corretta interpretazione dei documenti letterari,  e della filosofia del linguaggio. Mentre la loro profonda analisi della lingua e della linguistica influenzava le altre scuole dell'induismo, le loro opinioni non erano condivise. Mīmāṃsaka considerava che lo scopo e il potere del linguaggio fosse quello di prescrivere chiaramente il giusto, ovvero ciò che era corretto era giusto. Al contrario, la scuola vedanta ha esteso la portata e il valore del linguaggio come strumento per descrivere, sviluppare e derivare. Mīmāṃsaka considerava la vita procedurale ordinata, guidata dalla legge, come scopo centrale e la nobile necessità del dharma e della società, e il sostentamento divino (teistico) era in funzione di tale fine. La scuola Mīmāṃsā è una forma di realismo filosofico. Un testo chiave della scuola Mīmāṃsā è il Mīmāṃsā Sūtra di Jaimini.  Nell’India vedica, ma anche moderna, l’importanza del ritualismo è estrema: solo l’espletazione regolare del sacrificio garantisce la persistenza dell’armonia cosmica (dharma) e del buon ordine sociale. La scuola Mīmāṃsā  ha una filosofia dettagliata relativa al rituale, al culto e alla condotta etica, che si è sviluppata nella filosofia del karma.  Generalmente non si ritiene che questa scuola influenzi più di tanto le altre, compreso lo yoga. Si potrebbe vedere un legame tra il porre l’accento su di un ritualismo codificato, sulla perfezione e ripetizione delle stesse azioni giornaliere e periodiche, proprio della scuola Mimamsa, e la pratica quotidiana dello yoga secondo alcune sue scuole. L’azione, la parola, il mantra, acquisiscono potere nella loro perfezione e corretta esecuzione.

Yoga. In India, lo yoga è uno dei sei sistemi per raggiungere la conoscenza, per indagare la realtà, sistemi che si permeano a vicenda, ma che hanno anche una loro assoluta autonomia.

 Dal sito:  http://www.yogamagazine.it/2019/01/lo-yoga-e-le-altre-5-darsana-indiane.html

sabato 26 novembre 2022

Lo Yoga Tibetano e le dottrine segrete - W.Y. Evans Wentz

 Yoga ha due radici sanscrite, due possibili significati. Uno è meditare oppure andare in trance (come nel samadhi yoga), l'altro è congiungere. Congiungere la natura umana non illuminata alla natura divina illuminata in maniera tale da permettere che la più alta guidi e trasformi la più bassa. Patanjali nei suoi Aforismi Yoga che risalgono al secondo, terzo secolo a.C. asserisce che lo yoga consiste nel limitare le fluttuazioni della mente. Quando vengono meno il controllo e la disciplina, l'IO si identifica con le interminabili fluttuazioni della mente, e di conseguenza prende il sopravvento una condizione di oscuramento mentale chiamato Ignoranza (avidya).   Lo scopo dello yoga è dissipare questa ignoranza e guidare lo yogin verso ciò che i buddhisti chiamano la Giusta conoscenza. Ed è a causa della passione che l'uomo rimane karmicamente schiavo dell'incessante ciclo delle morti e delle nascite. Lo yoga è la via più breve che porta al più alto grado evolutivo dell'uomo.  I Lama tibetani riconoscono quattro classi principali di Tantra yoga:   

  • i tantra che commentano la Verità ultima, (ebbero origine nel Bengala),
  • i tantra sulle scienze occulte o mistiche, (sorsero attraverso Nagarjuna e i suoi seguaci),
  • i tantra sulla Shakti, (si riferiscono ad un dotto maestro chiamato Lawaba che visse in Afghanistan, fu Guru Rimpoche il prezioso guru che rese nota questa classe in Tibet e diede vita ai Berretti rossi che costituirono la prima scuola Ningmapa),
  • i Kalachakra tantra (nacquero al Nord, ed furono introdotti in India nel 600 d.C.). .
I contenuti del libro Il sentiero della conoscenza: lo yoga delle sei dottrine fanno riferimento alla scuola Kargyutpa che costituì un movimento riformistico iniziato da Marpa e dal suo discepolo Milarepa nel dodicesimo secolo.
Le sei dottrine sono: 1- la dottrina del calore fisico (il tummo), 2- la dottrina del corpo illusorio, 3- la dottrina dello stato di sogno, 4- la dottrina della luce chiara, 5- la dottrina dello stato post mortem, 6- la dottrina della trasferenza del principio cosciente.
1- Tummo, significa calore corporeo, ovvero calore di carattere psico-fisico, prodotto con mezzi yogici. E' un metodo per ricavare prana, dalla inesauribile riserva della natura, immagazzinarlo nel corpo umano, ed adoperarlo per trasmutare il liquido seminale in energia e calore-psico-fisico per poi farla circolare attraverso il sistema psico-nervoso. In tibetano il canale centrale è Um-tsa, il canale destro si chiama Roma-tsa e il canale sinistro Kyangma-tsa (questo sistema è anche descritto nel libro The Tibetan Book of Dead).  Per arrivare a controllare questo calore lo yogin deve utilizzare visualizzazioni, meditazioni, posizioni, respirazioni, direzione dei pensieri, allenamento del sistema psico-nervoso, ed esercizi fisici. Deve essere iniziato e seguito da un maestro di quest'arte. I neofiti non indossano mai pellicce e abiti di lana e devono osservare la più rigorosa continenza sessuale. Per provare il loro controllo di energia, i neofiti si siedono a gambe incrociate e nudi in una notte d'inverno, vicino ad un fiume o lago ghiacciato. Dei teli vengono immersi nell'acqua ghiacciata che poi vengono fatti asciugare al calore del corpo del neofita, questa operazione si svolge fino all'alba. Per essere dichiarato esperto di tummo, il neofita deve asciugere almeno tre teli. Anche Alexandra David Neel, la grande esploratrice,  assistette a questa cerimonia e la descrisse in dettaglio nei suoi libri.  Questa caratteristica del controllo dell'energia è nota anche in India, qui gli asceti attraversano i ghiacciai in perizoma o tuniche di cotone. Ci sono stati molti testimoni che hanno assistito al controllo e l'immunità al calore da parte di yogi che camminavano sul fuoco a Rishikesh e a Sri Lanka. 
2- La dottrina del corpo illusorio (la Maya  nell'Hinduismo) asserisce che tutto il mondo intero è illusorio, i fenomeni sono illusori, e che la nostra mente è la sola realtà. Solo per mezzo dello yoga che il Velo può essere squarciato e l'uomo può essere condotto verso l'auto coscienza e liberato dalla schiavitù delle apparenze. La dottrina della Maya è rintracciabile nel Brahmana e nelle Upanishad, ed è intesa come creazione e come apparenza. La mente microcosmica non è differente dalla mente macrocosmica, e grazie allo yoga, vede se stessa come Uno, emancipata da tutti i concetti di dualità e plurarismo.
3- La Dottrina dei sogni asserisce che, come tutte le esperienze sensoriali nello stato di veglia sono illusorie, ugualmente illusorie sono tutte le esperienze sensoriali dello stato di sogno (che sono i due poli della coscienza umana). In questo mondo tutte le esperienze karmiche condizionate non sono altro che sogni.  Il mondo e la natura sono il sogno dell'Unica Mente. Nella cosmologia Hindù, Brahma nel sogno crea la creazione cosmica. Quando veglia, il suo Sogno termina. Lo yogin deve destarsi dal Sonno della Delusione, dall'Incubo della Esistenza, a spezzare le catene di Maya e raggiungere la pace spirituale.
4- La Luce chiara simbolizza la Coscienza non-condizionata, puramente Nirvanica. Tutti gli esseri umani sperimentano questa luce chiara in momento di morte.  Sperimentata mentre si è ancora incarnati è sinonimo di buddhità. Difficile è arrivare a possedere la Conoscenza di Ciò che E' senza forma. Ugualmente difficile è acquisire l'emancipazione dal karma e dalla reincarnazione, e raggiungere la Luce Chiara.
5- La Dottrina dello stato post-mortem, ovvero la dottrina del Bardo: lo stadio intermedio conseguente alla morte e precedente la nascita.  Se la persona durante la vita ha praticato con successo lo yoga, con uno sforzo supremo di volontà, una volta sul punto di morire, entra nella più alta trance samadhica, in trascendente comunione con la Luce Chiara, e la sua morte avviene senza che si verifichi soluzione di continuità, del principio cosciente.  Esce dal ciclo delle rinascite.   Il boddhisatva, con assoluta consapevolezza, si ri-immette nel sentiero della re-incarnazione nel momento di buon auspicio e diventa maestro di vita e di morte, 
6- L'arte di trasferire il principio cosciente, in tibetano Pho-wa, è una delle pratiche yogiche più gelosamente custodite in Tibet.  E grazie alla padronanza del Pho-wa il grande yogin trascende i processi normali con l'abbandonare volontariamente il vecchio, logoro corpo, per prenderne uno nuovo, senza accusare interruzione alcuna nella continuità della sua coscienza. Il successo della trasferenza del principio cosciente dipende dal grado di preparazione raggiunto nel kundalini yoga. 
La dottrina del calore psichico (tummo) consta di tre parti: 1- i preliminari costituiti da una serie di visualizzazioni, 2- le pratiche fondamentali e 3- l'applicazione pratica.
Le pratiche fondamentali sono tre: 1- Produrre calore psichico, 2- esperienze di calore fisico, e 3- il calore psichico trascendente.
Nella produzione di calore psichico sono comprese l'arte di far assumere al corpo svariate posizioni, l'arte della respirazione calma e violenta (o forzata) e l'arte delle immagini mentali di meditazione.
Tra le esperienze di calore fisico c'è il trattenere la forza vitale e la produzione di calore.  Nella ritenzione includiamo la ritenzione del movimento, della durata, della forza, del colore, del potere.  La mente e la forza vitale saranno rese tranquille e si produce calore e la forza vitale entra nel nervo mediano. Il beneficio del calore si ottiene mediante d'arte della respirazione.  La parte finale, gli esercizi fisici, viene chiamata Esercizi di Naropa che sciolgono tutte le parti del corpo: rotazione della vita e della regione dell'ombelico, il collo, la parte superiore del corpo, gli arti superiori e inferiori. 
Il libro IV. E' un trattato della scuola Kargyupta. Lo yoga della trasferenza del principio cosciente o Pho-wa costituisce una parte integrante del ciclo di dottrine del Bardo-Thodol.  I lama praticano i riti del letto di morte a beneficio della persona morente,  gli yogi che conoscono il Pho-wa sono in grado di causare in qualunque momento, quel processo che in condizioni normali viene chiamato morte. Questa divina scienza segreta viene chiamata dai tibetani Trongiug che vuol dire "Trasferenza e Ispirazione" e con l'uso di questa tecnica due esseri umani possono reciprocamente scambiare la coscienza, o uno yogi è capace di attuare la revulsione del proprio corpo ed assumere il corpo di un altro essere umano sia con il suo consenso, sia contro la sua volontà con un atto di magia nera. A causa di abusi, il Trongiug arrivò ad essere mantenuto segreto ed insegnato ad un solo discepolo. Marpa fu scelto per questa iniziazione dal suo guru Naropa. Tra le pratiche troviamo la visualizzazione di Vajra-yogini e dei guru, seduti uno sulla testa dell'altro  lungo una retta perpendicolare. Al di sopra del proprio guru radice si deve visualizzare Milarepa, sopra di lui Marpa, sopra di lui Naropa, sopra di lui Tilopa avvolto in una pelle di tigre, sopra di lui Vajra Dhara, il conquistatore.  Altre pratiche sono le preghiere rivolte ai guru e la meditazione sul proprio guru.
Il libro V.  E' un trattato della scuola Ningmapa di Padma Sambhava rappresentativo della fede Bon pre-buddhsita. Il sentiero del mistico sacrificio: lo yoga per reperire il basso sé chiamato Chod.  Chod o Gchod significa tagliare via l'egoismo rappresentato nella forma umana con tutte le passioni e le propensioni karmicamente ereditate che costituiscono la personalità.  Questo sistema viene insegnato e commentato solo da iniziati autorizzati, di cui Long-Chen fù uno dei più grandi. Spesso il chod viene celebrato in ambienti psichicamenti favorevoli come luoghi isolati del Tibet, Bhutan, ecc.  Questo viene considerato il sentiero breve (che utilizzò il grande yogi tibetano Milarepa)  per arrivare al nirvana,  alla  liberazione di ogni necessità karmica di rinascita. In virtù del sacrificio mistico del proprio corpo, lo yogin vittorioso spezza una dopo l'altra, le catene della personalità, della passione, della separazione, dell'intera maya (illusione) trascendendo l'ignoranza. Lo yogin raggiunge la chiarezza interiore e vede la molteplicità come Uno, e l'Uno come tutti e riconosce la sola realtà che è la mente. Il sogno di Bhrama cessa e il Nirvana e il sangsara costituiscono una realtà inseparabile. Le pratiche usate in questo sentiero sono la danza, la recitazione dei mantra accampagnata da strumenti musicali come il piccolo tamburo (il damaru), la tromba ricavata da un femore umano (il kangling) che evoca gli spiriti, il campanellino (il dorje).  
I lama ritengono che esistono tre tipi di malattie: assenza di armonia nel funzionamento del sistema nervoso, nel flusso della bile, nella circolazione del flemma o arie che sono le forze vitali che determinano i vari temperamenti.  Utilizzano l'arte dell'esorcismo per neutralizzare la disarmonia in natura e nel corpo e nella mente dell'uomo, che influssi ostili, di varia natura hanno provocato.

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In un brevissimo sutra Il sentiero della saggezza trascendente è riassunta la dottrina yogica della vacuità, in tibetano Stong-pa-nid e in sanscrito Shunyata, su questo sutra si basa la vasta letteratura della Prajna-Paramita, ovvero la Saggezza trascendente. L'opera è composta 21 libri e da 125000 shloka o versi. I più importanti sono i primi dodici libri, gli altri sono dei riassunti di quanto enunciato prima. Dalla scuola Madhyamika, che considera il Mahayana come un tutto, è ritenuta la più preziosa delle raccolte canoniche scritte.  La Prajna-Paramita contiene i discorsi del Buddha pronunciati al Picco dell'avvoltoio sulla Realtà quando aveva 51 anni (16 anni dopo l'illuminazione), questi discorsi furono trascritti da Mahakashypa, il suo discepolo più dotto.  Sembrerebbe che Nagarjuna sia stato uno dei primi ad enunciare pubblicamente gli insegnamenti sulla vacuità (custoditi dai Naga, le deità serpenti).  Le sei Paramita o perfezioni sono le seguenti: 1. Generosità,  2. Autodisciplina etica, 3. Pazienza, 4. Perseveranza, 5. Stabilità mentale (concentrazione),  6. Consapevolezza discriminante o Saggezza Trascendente.
L'interpretazione di questo testo dai buddhisti del Nord evita i due punti di vista estremi rigurdanti il Nirvana e per questo viene conosciuta come il Cammino di Mezzo (la Madhyamika).  
La Prajna-Paramita chiamata popolarmente Boom, e in sanscrito Shata-Sahasrika, che significa i Centomila (Sloka della Saggezza Trascendente). Ecco di seguito alcuni estratti:
I sei principi di coscienza sono: la coscienza-visiva, la coscienza uditiva, la coscienza olfattiva, la coscienza guastativa, la coscienza corporea, e la coscienza mentale. I sei elementi sono: terra, acqua, fuoco, aria, etere, e coscienza.  I dodici nidana sono: ignoranza, strutture mentali, coscienza di nascita, sei facoltà sensoriali di elementi psico-fisici, contatto, sensazione, brama, cupidigia, esistenza, nascita, età e morte. 
Dal punto di vista storico, la dottrina della vacuità e una rienunciazione della dottrina della maya da parte degli illustri fondatori del Mahayana, tra cui Ashvaghosha del 1 secolo d.C. e continuata con Nagarjuna che dette un assetto ben definito al buddismo Mahayana. Alla base c'è questa affermazione: il mondo è volonta e rappresentazione (vedi Schopenauer), difatti la dottrina della Shunyata implica che la vera conoscenza è realizzabile soltanto dalla mente completamente illuminata, liberata da ogni ignoranza, ogni illusione e che trascende la rappresentazione, ovvero le apparenze fenomeniche, nata dalla volontà della mente.  Sulla superficie di questa vacuità in cui l'occhio si immerge abbagliato, il miraggio delle cose si offre in colori cangianti, sebbene queste cose, come sappiamo esistono soltanto come tali - Tathatà - e, pertanto, sono come se non fossero.  La sola realtà è la mente e la mente è il cosmo. La materia non è altro che la cristallizzazione del pensiero, ovvero, in altri termini, l'universo non è altro che la materializzazione di forme di pensiero, l'Idea che illusoriamente appare sotto l'aspetto di oggetti della Natura. Dal momento che il pensiero fissa se stesso a sè, esso si sviluppa sotto forma di cose esteriori. Codesto visibile non esiste, c'è solamente il pensiero. - Hsuan-Tsang uno dei più illustri rappresentanti dell'università del budhhismo Mahayana di Nalanda. 
L'anima o ego, viene concepita, da un punto di vista filosofico come il percettore dei fenomeni, l'aspetto microcosmico che la coscienza macrocosmica assume ai suoi occhi, il gioco di una illusione sulla superficie dell'Oceano della mente.  Viene, inoltre, concepito l'assoluto inerente nei fenomeni, e poichè l'Assoluto è la fonte e il supporto dei fenomeni, e per mezzo della mente illuminata dalla Bodhi, liberata dall'ignoranza, la dualità scompare, e non rimane altro che l'Uno in Tutto, il Tutto in Uno. Pertanto la dualità è presente in apparenza, ma non in realtà.  Fino a quando l'uomo non si sveglia dall'illusione dell'io e del mondo, non può arrivare a comprendere che il nirvana è qui e adesso e ovunque, inerente a tutte le cose - come perfetta quiescenza, senza qualità, non-nato, non creato. Nella trance estatica del più alto samadhi il grande yogi raggiunge questa Conscenza Non-differenziata, la saggezza trascendente. Pertanto la Prajna Paramita è la madre dei bodhisattva, dal momento che li porta alla buddhità. Considerata così, come personificazione della perfetta saggezza dello Yoga, è considerata la divina Shakti, conosciuta dai tibetani come Dolma, e in sanscrito come Tara.  L'illuminazione si raggiunge solo con l'aiuto delle Sei Paramita combinate con pratiche di yoga perfezionate.  La Prajna-Paramita è considerata la principale perfezione , per mezzo della quale l'uomo, come in una barca, raggiunge la Saggezza dell'Altra sponda.
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Alcune frasi del sutra:
I cinque aggregati vanno compresi come se fossero naturalmente e interamente vacuità.
Forme sono vacuità e vacuità è forme; non sono forme e vacuità separabili, ovvero forme altro da vacuità.
Allo stesso modo, percezione, sentimento, volizione - questi fenomeni manifesti incontestabilmente evidenti  e coscienza sono vacuità.
Pertanto tutte le cose sono vacuità, senza caratteristiche, non -nate, non-impedite, non macchiate, non-macchiabili, non-intaccate, non-piene. 
Qualora un Boddhisattva  mettesse in pratica incessantemente tutte le cinque Paramita e fallisse nella pratica della sesta (la saggezza trascendente), non sarebbe in grado di raggiungere lo stato della completa-conoscenza.
Ci sono tre tipi di prajna, vale a dire saggezza terrena, saggezza trascendente inferiore, e saggezza trascendente superiore. Comprendere il fatto che tutte le cose partecipano della natura  della vacuità, e che non hanno in realtà nascita alcuna, fondamento alcuno, e che sono prive di radici.
Il termine ego personale è applicato a Chit o Buddhi e nasce nelle catene successive di forme fisiche.  Credere che l'ego sia permanente e singolo (ovvero separato) porta come conseguenza l'attaccamento ad esso. E' ciò che viene chiamato atman, ovvero ego, dell'essere egoistico, ovvero individuale.Ciò porta a delle contaminazioni, le contaminazioni alimentano karma negativo, il karma negativo alimenta le sofferennze, e la fonte di queste cose indesiderabili è l'ego (o Sè).
Per cui la convinzione che gli oggetti esterni e mente interna sono reali viene chiamata l'ego del dharma, Questi due tipi di convinzione, in un io individualizzato e nella realtà universale di materia e mente mondana, vengono designati i due ego.
Una delle argomentazioni che esistono questi due Ego è data dalla esistenza o non esistenza di atomi materiali, argomento molto dibattuto in India.
Qualora ci si ponesse la domanda "ma allora che cosa è questo che esiste intorno a noi - questi fenomeni manifesti, incontestabilmente evidenti alle nostre facoltà percettive? La risposta sarebeb: Essi non sono altro che riflesso esteriore della nostra mente. Ovvero non sono altro che allucinazioni della mente riflesse esteriormente come tali.
Il grande yogin analizza la realtà, e per mezzo del sentiero breve, arriva alal illimitata saggezza e raggiunge l'Altra Sponda..

La vie après la mort, les secrets de la conscience - Dialogue avec Christophe Fauré

Fabrice Midal ospita lo psichiatra Christophe Fauré per il suo ultimo libro "Questa vita... e oltre - Un'indagine sulla continuità della coscienza dopo la morte".  Vedi link:   https://www.youtube.com/watch?v=pnLwiq6-CNE

Fabrice Midal, filosofo e autore di una trentina di opere, è un insegnante di meditazione laica in Francia. È il fondatore dell'École occidentale de méditation e lavora assiduamente per portare la meditazione negli ospedali e nelle scuole. Sito: https://www.fabricemidal.com/    
Christophe Fauré è psichiatra e psicoterapeuta da oltre 25 anni (Università René Descartes - Parigi). Dal 1989 al 2010 si è occupato di Cure Palliative (sostegno alle persone alla fine della vita - sostegno al lutto) presso l'Unità di Cure Palliative dell'Ospedale Paul Brousse di Villejuif e presso il Centro Medico Jeanne Garnier nel 15° arrondissement di Parigi - ( https://www.jeanne-garnier.org/ ) e inoltre, dal 1990 al 1996, presso il reparto di malattie infettive (AIDS) del Professor Gentilini all'Ospedale Salpétrière.
È riconosciuto in Francia come un punto di riferimento nel campo del supporto al lutto e delle interruzioni di vita.  Sito: https://christophefaure.com/

-----  Le parole chiave dell'incontro e del libro sono state: Esperienza di pre-morte (NDE), Esperienza di fine vita (ELE), Esperienza soggettiva di contatto con i morti (SOCD)... Alcuni fenomeni umani sembrano contraddire l'affermazione quasi unanime della comunità scientifica secondo cui la coscienza è una mera produzione del nostro cervello.

Nutrito da tradizioni spirituali (buddista, induista), il cui discorso sulla natura della coscienza riecheggia gli insegnamenti della fisica quantistica, Christophe Fauré è uno di quei medici che si interessano e si interrogano su questo. Nelle unità di cure palliative, dove abbondano i racconti di questi fenomeni, ha notato il conforto e il rasserenamento che queste esperienze hanno portato alla maggior parte delle persone che le hanno subite. Si impegnò quindi a studiare tutti i lavori scientifici sull'argomento.

Questo libro è il frutto delle sue ricerche, un'indagine tanto inquietante quanto affascinante, che fornisce risposte a domande universali: cosa succede dopo la morte? La nostra coscienza persiste dopo la morte fisica? Qual è la natura della nostra coscienza?          Altri incontri: https://shows.acast.com/dialogues

Altro libro consigliato:  Psy, chamanes, voyance : enquête sur l'extraordinaire - Stéphane Allix      il link al dialogo è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=d9IDRyQnXiU

Gurudev Sri Sri Ravi Shankar

Gurudev Sri Sri Ravi Shankar è un leader umanitario, un maestro spirituale e un ambasciatore di pace. La sua visione di una società senza stress e senza violenza ha unito milioni di persone in tutto il mondo attraverso i progetti di servizio e i programmi offerti da The Art of Living.


Nato nel 1956 nel sud dell'India, Gurudev Sri Sri Ravi Shankar era un bambino dotato. All'età di quattro anni era in grado di recitare parti della Bhagavad Gita, un'antica scrittura sanscrita, e si trovava spesso in profonda meditazione. Il primo insegnante di Gurudev, Sudhakar Chaturvedi, ebbe una lunga collaborazione con il Mahatma Gandhi. All'età di diciassette anni, nel 1973, Gurudev si era laureato in letteratura vedica e in fisica.
Noto leader umanitario, i programmi di Gurudev hanno fornito assistenza a persone provenienti da un'ampia gamma di contesti: vittime di disastri naturali, sopravvissuti ad attacchi terroristici e guerre, bambini di popolazioni emarginate e comunità in conflitto. La forza del suo messaggio ha ispirato migliaia di volontari, che stanno portando avanti progetti in aree critiche in tutto il mondo.
Come insegnante spirituale, Gurudev ha ravvivato le tradizioni dello yoga e della meditazione, proponendole in una forma adattata per il XXI secolo. Oltre a far rivivere l'antica saggezza, Gurudev ha creato nuove tecniche per la trasformazione personale e sociale. Tra queste, il Sudarshan Kriya, che ha aiutato milioni di persone a trovare sollievo dallo stress e a scoprire riserve interiori di energia e silenzio da utilizzare nella vita quotidiana.
In qualità di ambasciatore di pace, Gurudev ha svolto un ruolo fondamentale nella ricerca di una risoluzione dei conflitti in tutto il mondo, condividendo la sua visione della non violenza in occasione di forum e incontri pubblici in tutto il mondo.  Gli è stato riconosciuto il merito di aver portato le parti in conflitto al tavolo dei negoziati in Colombia, Iraq, Costa d'Avorio, Kashmir e Bihar. Attraverso le sue iniziative e i suoi discorsi, Gurudev ha sempre sottolineato la necessità di rafforzare i valori umani e di riconoscere che apparteniamo a un'unica famiglia mondiale. Promuovere l'armonia interreligiosa e chiedere un'educazione multiculturale come rimedio al fanatismo sono parti significative dei suoi sforzi per raggiungere una pace sostenibile.
Andando oltre l'etnia, la nazionalità e la religione, Gurudev ha rilanciato il messaggio di un'unica famiglia mondiale, libera dallo stress e dalla violenza.

  • https://www.facebook.com/TheArtOfLivingGlobal/videos/764872667416714/
  • https://www.youtube.com/results?search_query=the+art+of+living+The+power+of+breath!
  • https://www.youtube.com/watch?v=MXeiHMc-DAU

venerdì 18 novembre 2022

Il risveglio di kundalini, l'energia evolutiva dell'uomo - Gopi Krishna

 In questo testo del 1970, Kundalini, l'energia evolutiva dell'uomo di  Gopi Krishna e con commenti psicologici di James Hillman, abbiamo per la prima volta il racconto dell'esperienza vera di uno stato psichico ritenuto quasi irrealizzabile: il risveglio di kundalini.

L'impiego di kundalini non resta ancorata soltanto a termini fisiologici, secondo la visione indiana del mondo, esso deve mirare all'apertura di tutti i centri, di cui dispone l'uomo, per arrivare ad un contatto universale, cioè realizzare il ripristino dell'Uno senza secondo, come si esprime l'Advaita Vedanta di Shankara. Al risveglio della kundalini si associa spesso l'energia sessuale, Si tratta però di un Eros cosmico, un'unione sacrale e perfetta, portata a dimensioni del tutto disinteressate e trascendentali. Io sono Te  e attraverso Te sono l'universo. Quando si raggiunge il livello dell'Uno ogni dualismo tra materia e spirito svanisce e appare solo il vuoto cosmico.

 Non c'è una legge che associa l'energia sessuale alla saggezza e alla creatività. Molti grandi saggi come Ramakrishna, Aurobindo, Gandhi furono liberi dal condizionamento sessuale, mentre molti astinenti, anche contemporanei, hanno spesso facoltà creatrici inferiori agli uomini comuni. La castità in India è solo un'ossessione contemporanea (vedi il libro Continent of Circe di Nirad C. Chauduri) e non si deve dimenticare che l'essenza di Shiva è il lingam.

In questo testo l'autore Gopi Krishna ha cercato di riportare la sua esperienza del risveglio della kundalini che è avvenuta casualmente senza il controllo di un Maestro, il suo sbalordimento e nello stesso tempo la sua disperazione per non poter controllare questo fenomeno (Il controllo del prana è spesso associato al controllo dell'utilizzo del seme e della sessualità).  Il risveglio improvviso della kundalini è avvenuto a 46 anni, dopo un lungo periodo di pratica meditativa, mentre era in meditazione, perse il contatto con il corpo e quanto lo circondava, sentendo contemporaneamente una sensazione alla base della colonna, un flusso di luce liquida entrare nel cervello attraverso il midollo spinale, il corpo era immerso nella luce ed era in uno stato di esaltazione. Da lì iniziò un periodo di stanchezza e spossatezza che durò diversi mesi prima di ritrovare un normale stato percettivo. Durante quel periodo si manifestarono incubi, perse appetito, come se una una forza nuova avesse preso il sopravvento sul suo sistema mentale e biologico. La memoria si indebolì, un filo lo separava dalla follia. L'anormalità fisica e psichica era dovuta all'alterazione nervosa del corpo. Era in condizioni tremende, bruciava interamente dalla testa ai piedi e le sferzate di calore diventavano insopportabili.

Cercò di contattare psichici, medium e yogi che avevano avuto l'esperienza del risveglio della kundalini per cercare di gestire questo strano fenomeno che si stava sviluppando in lui. Qualcuno accennò al fatto che forse per errore la kundalini (l'energia annidata alla base della colonna vertebrale) si fosse destata attraverso un'altra nadi (canale) che non fosse shushumna (il canale centrale all'interno del midollo spinale). Forse il risveglio avveniva attraverso pingala, il canale solare sulla parte destra della colonna. In questo caso si creavano vari disturbi fisici e psichici, che porterebbero alla pazzia e alla morte.  Gopi Krishna cercò quindi di fare dei disperati tentativi di risvegliare anche Ida il canale lunare sul lato sinistro per cercare di neutralizzare o ammortizzare questo terribile fenomeno che stava vivendo.  Poi avvenne il miracolo, si udì un suono simile ad un nervo che si spezza, un lampo argenteo attraversò il midollo spinale e passò attraverso tutti i suoi nervi, e improvvisamente l'angoscia e il dolore cessarono. Torturato ed esaurito cadde in un sonno ristoratore. Dopo qualche tempo accompagnato anche da una dieta molto attenta, Gopi Krishan racconta di essersi ritrovarsi in uno stato straordinario; un medium luminoso e sensibile, brillante notte e giorno, permeava l'intero sistema, sfrecciando in ogni parte del corpo, perfettamente a suo agio e certissimo del cammino da percorrere. 

Una sostanza tonificante veniva riversata nei nervi, nei tessuti e nelle cellule di tutti gli organi ed aveva l'impressione di essere sottoposto ad un processo di purificazione. Anche la mente non funzionava più come prima, c'era stato un preciso e inconfondibile mutamento. Aveva l'impressione che in quei momenti la sua coscienza estesa fosse in contatto con il mondo del prana, la vitale energia cosmica, la sottile sostanza immateriale che non è percebibile dall'uomo comune.  Il Prana ricominciò a circolare regolarmente nel suo corpo. Il prana è una super-intelligente energia vitale cosmica e un sottile conduttore biologico nel corpo, ossia sia una forza vitale universale che una realtà fisiologica. Un'energia materiale ed immateriale nello stesso tempo.

Il culto di kundalini è un sistema di disciplina mentale e fisica per raggiungere l'accostamento al trascendente. E' stato eclissato dal sorgere delle grandi religioni nel mondo. Nell'organismo c'è la presenza di un meccanismo estremamente complicato e di difficile individuazione, che gli antichi sapienti indiani chiamavano kundalini. Il suo controllo è un efficace strumento per il raggiungimento di un più alto stato di coscienza.  L'evoluzione dell'uomo, significa null'altro che l'evoluzione della coscienza, del principio vitale che dimora nel corpo, solo mediante il quale l'io personificato può venire a conoscenza del proprio stato immortale. Non significa solamente lo sviluppo dell'intelletto e della ragione, ma dell'intera personalità, sia delle parti conscie che delle parti inconsce. Uno sviluppo che coinvolge anche l'organico per rendere il corpo dimora più appropriata ad un'intelligenza più alta.

La kundalini è attiva in milioni di uomini intelligenti, creando nella maggior parte dei casi disturbi fisici e psichici che la moderna medicina non è in grado di prevenire o di curare per via della sua totale ignoranza in materia. Il sistema di complicati esercizi fisici e mentali che riguardano il controllo di kundalini, è conosciuto come hatha yoga.  Si basa sulla supposizione che i corpi viventi devono la loro esistenza all'azione di una sostanza estremamente sottile, che pervade l'universo e che è designata come prana, causa di tutti i fenomeni organici; essa controlla gli organismi per mezzo del sistema nervoso e del cervello, manifestandosi come energia vitale. Vi sono due principali correnti nel corpo, che hanno un effetto rinfrescante o riscaldante sul sistema che sono prana e apana che coesistono in ogni tessuto e in ogni cellula, scorrendo nei nervi principali. Per via della natura estremamente sottile, l'energia vitale è stata paragonata al respiro e si afferma che l'aria che respiriamo è permeta di prana e apana (come ossigeno e azoto, l'ossigeno brucia le impurità e l'azoto esercita una funzione moderatrice del suo ardore).  L'energia vitale cosmica, o prana shakti utilizza l'ossigeno come veicolo per la propria attività. La terra ha la sua riserva di prana che permea ogni atomo e ogni molecola di tutti gli elementi e di tutti i componenti che costituiscono montagne, mari; il sole grande riserva di energia vitale deposita il prana sulla superficie terrestre. L'intera struttura dello yoga si basa sulla validità di prana come materia superfisica conoscibile e principale agente che conduce alla condizione superconscia, conosciuta come samadhi. Anche la scienza attuale, in termini diversi asserisce che l'energia è la base del mondo fisico.   L'energia cosmica o Shakti si manifesta come forza nella materia e come vitalità negli organismi viventi; è il medium attraverso il quale l'intelligenza cosmica conduce le vaste attività di questo mondo. il termine Prana shakti è applicato all'energia che si applica alla sfera organica, mentre il termine shakti è applicato ad ogni forma di energia: animata e inanimata. 

Quando si medita, e si arriva a stati profondi di meditazione, la richiesta di maggior energia per via dello stato di concentrazione della mente, si riflette sul corpo che diventa freddo e il respiro impercettibile, il cervello diventa intensamente attivo mentre gli altri organi funzionano al rallentatore. La coscienza superficiale si innalza oltre le sensazioni corporali, e la sua  facoltà di percezione si allarga di molto rendendo possibile la cognizione di esistenze superfisiche. In queste condizioni, il primo oggetto della percezione è il prana.  Esiste un universo più vasto e bello del cosmo che percepiamo. Non ci rendiamo conto di quale meravigliosa materia animi le cellule e gli organismi, causando meravigliose reazioni chimiche e fisiche: Non sappiamo nulla di quale intelligenza regola la macchina del corpo, lo costruisce, lo preserva dalle malattie, lo cura.  La sperimentazione portata avanti da generazioni di saggi permise di scoprire che era possibile raggiungere il controllo volontario del sistema nervoso fino a dirigere un più grande flusso di prana nel cervello ed intensificarne l'attività fino ad arrivare a stati profondi di concentrazione e meditazione. Questi stati di meditazione permettevano di visitare regioni inesplorate, mai sperimentate nel mondo dei sensi.  Quando kundalini si risveglia, l'energia crea nuovi canali nel sistema nervoso e nel cervello, dotando il fortunato individuo di incredibili poteri mentali e spirituali. 

Il famoso Gayatri mantra è un'invocazione a kundalini affinchè conceda la trascendenza. Il sacro filo indossato dagli indù, che è fatto generalmente di tre o sei fili separati e tenuti insieme da un nodo, è il simbolo dei tre canali energetici, il ciuffo di capelli annodati che gli uomini portano sulla cima della testa, indica la sede del centro conscio inoperante del cervello che funge da sede della percezione supersensibile. L'adoratore di Kali, Durga, Shiva o Vishnù quando è prostrato dinnanzi l'immagine della propria deità chiede grazie non solo mondane ma anche gli attributi superfisici che gli permetteranno di guardare oltre il velo delle apparenze illusorie. La mente e il corpo sono talmente interconnessi e interdipendenti, quasi tutti i metodi per raggiugere questa particolare visione o esperienza sensoriale - la concentrazione, gli esercizi respiratori, le posizioni, la preghiera, il digiuno, l'ascetismo ed altri - modificano sia la cornice organica del corpo e della mente.  E' chiaro che tutti gli esercizi sono diretti alla manipolazione di un definito sistema di controllo organico del corpo.

L'autore continua il suo racconto dicendo, che dopo che l'energia si era regolarizzata e stabilizzata nel suo corpo, il passaggio della corrente nei suoi filamenti nervosi divenne meno percettibile, la sua mente si inondava di felicità e una indescrivibile pace si manifestava in ogni fibra del suo essere.  Guardava ora l'universo mediante una superfice mentale ingrandita e l'area della coscienza periferica era senza dubbio aumentata.

Con il risveglio dell'energia si ha un'alterazione della qualità e del comportamento delle correnti nervose che regolano le funzioni degli organi e portano ad una alterazione nella qualità delle impressioni sensorie e della loro interpretazione da parte della mente osservante. La coscienza e l'ego non sono più identificati, l'ego non è più un'unità definita, ma viene circondato da un luminoso globo cosciente di vaste dimensioni.  Un centro cosciente di grande potere fatto di tessuto cerebrale particolarmente sensibile si sviluppa nel cervello umano, vicino alla corona della testa. Se inizia a funzionare prematuramente, ossia prima che i collegamenti e i nervi siano stabiliti, e le cellule cerebrali siano abituate al flusso della potente energia, si possono manifestare problemi fisici e mentali.  Per questa ragione, sulla base di esperienze millenarie, i maestri Yoga consigliavano di destare la Shakti solo agli yogin che avessero una costituzione robusta, il dominio dei desideri, il controllo delle funzioni degli organi vitali e un'inflessibile forza di volontà. Questi yogin, grazie al risveglio di kundalini, venivano sospinti in un nuovo stato di esistenza. Venivano chiamati Vira che vuol dire eroe, il risveglio di kundalini era definita vira sadhana che significa impresa eroica: l'energia saliva fino alla testa passando per i centri di energia, distinti da spessi gruppi di nervi collocati lungo il midollo spinale. La linea di demarcazione tra naturale e soprannaturale non poteva essere superata da tutti. Questo meccanismo conosciuto come kundalini è la reale causa di tutti i fenomeni psichici e degli autentici stati spirituali, della trasformazione del sistema nervoso e del cervello in una qualità superiore di coscienza, dell'evoluzione e dello sviluppo della personalità, è l'unica chiave ai misteri insoluti della creazione.  

L'idea di portare in attività una forza vitale dormiente nel corpo, vista alla luce della moderna conoscenza, può solo significare lo sviluppo o la generazione di un nuovo tipo di vitalità che implica la ricomposizione del sistema nervoso, ricomposizione che non è possibile senza un'evoluzione biologica. E questo in Gopi Krishna ha provocato tutta una serie di grossi problemi fisici: mancanza di sonno, febbre, voracità, nausea, disgusto, ecc.  Per questo è importante la presenza di un Maestro nei momenti critici e questo spiega anche perchè gli yogin, per premunirsi contro alcuni fenomeni,  apprendono a svuotare volontariamente intestino e stomaco.  Secondo il racconto di Gopi Krishna, la manifestazione della kundalini, era accompagnata da strane manifestazioni psichiche come all'improvviso l'apparizione di una luce brillante dalla quale sgorgavano versi di poesia in persiano, e in altre lingue;  contemporaneamente si sviluppava in lui una capacità di una conoscenza supersensoriale per la percezione della sottile realtà al di là della percezione dei sensi.

L'autore, nel suo libro, riporta l'alternarsi di questo stato di coscienza nel corso degli anni, specialemente nella perdita e la riconquista di una gioia celestiale. Si sono succeduti momenti in cui si è acceduto all'apice e momenti di ricadute, a tratti vivendo immerso nella quotidianità, a tratti identificandosi con l'immagine del santone pronto a dedicarsi ai soli problemi dello spirito. La scrittura del libro è stata per l'autore, un modo per far conoscere la grande verità che aveva scoperto e rendere così servizio all'umanità.  Secondo l'autore: "Questa esperienza è la manifestazione di un processo evolutivo attivo nell'essere umano teso a trascendere i confini della mente e l'acquisizione di uno stato di coscienza superiore. Chi oggi prova piacere nei limiti ristretti dell'ego della creatura umana condizionata, questi, e solo questi, è il visionario". 

Il risveglio di kundalini è l'opera più alta e la conquista più meravigliosa che ci sia per l'essere umano. Internamente sboccerà in un visionario, veicolo di espressione di una più elevata coscienza, dotato di un sesto senso; esternamente sarà un genio religioso, un profeta, un gigante intellettuale con stupefacente versatilità ed intuito, completamente diverso nella mente da come era prima dell'esperienza. Per una straordinaria legge biologica non ancora conosciuta dalla scienza, l'organismo umano potrebbe completare, nel giro di pochi anni, il suo ciclo evolutivo.

Le sei perfezioni o le sei paramita nel buddhismo

Nel buddhismo le sei perfezioni o paramita sono:      1. Generosità     2. Autodisciplina etica     3. Pazienza  4. Perseveranza     5. Stabilità mentale (concentrazione)      6. Consapevolezza discriminante (saggezza).

 I sei atteggiamenti di vasta portata sono stati della mente che conducono alla liberazione e all’illuminazione. Come antidoti per alcuni dei nostri più grandi ostacoli mentali (la rabbia, l’avarizia, la gelosia, la pigrizia e così via), i sei atteggiamenti lavorano insieme, consentendoci di affrontare ogni cosa che la vita abbia in serbo per noi. Sviluppando questi atteggiamenti noi possiamo, lentamente ma certamente, realizzare tutto il nostro potenziale, offrendo il più grande beneficio a noi stessi e agli altri.

Il Buddha indicò sei importanti stati mentali che abbiamo bisogno di sviluppare se vogliamo conseguire uno qualunque dei nostri obiettivi positivi nella vita. Sono solitamente tradotti come “perfezioni”, poiché perfezionandoli completamente come hanno fatto i Buddha, pure noi possiamo ottenere la liberazione e l’illuminazione. Possiamo anche chiamarli “atteggiamenti di vasta portata”, in linea con il loro nome sanscrito, paramita, poiché con loro possiamo raggiungere la riva lontana dell’oceano dei nostri problemi. Non conserviamo semplicemente questi sei stati mentali come una bella lista da guardare. Piuttosto, sono stati della mente che abbiamo bisogno di miscelare insieme e utilizzare mentre affrontiamo la nostra vita quotidiana. In linea con i tre livelli di motivazione che si trovano nel lam-rim (il sentiero graduale), svilupparli nelle nostre vite ci dà benefici enormi:

  •     Ci consentono di evitare e risolvere problemi.
  •     Ci aiutano ad eliminare emozioni e stati mentali disturbanti.
  •     Ci danno il potere di offrire il più grande aiuto agli altri.

Quando ci stiamo formando per sviluppare questi atteggiamenti positivi, abbiamo bisogno di tenere a mente uno o più di questi obiettivi. Questo ci dà un grande incentivo per continuare a lavorare per rafforzarli sempre di più.

1. Generosità. La generosità è la disponibilità di dare agli altri qualunque cosa sia necessaria. I suoi benefici sono:    

  •  Ci offre un senso di autostima che abbiamo qualcosa da contribuire agli altri, aiutandoci ad evitare o liberarsi dei problemi della bassa autostima e della depressione.
  •     Aiuta a superare l’attaccamento, l’avarizia e la grettezza, che sono stati infelici della mente i quali creano problemi ricorrenti.
  •     Aiuta gli altri che hanno bisogno.

2. Autodisciplina etica. L’autodisciplina etica avviene quando ci asteniamo dal comportamento distruttivo. I suoi benefici sono:

  •     Ci consente di evitare tutti i problemi che sorgono dall’agire, dal parlare, e dal pensare in maniera nociva. Essa crea un fondamento di fiducia con gli altri, che è la base per un’amicizia vera.
  •     Ci aiuta a superare il nostro comportamento negativo impulsivo e a sviluppare l’autocontrollo, portandoci ad avere una mente più stabile, più calma.
  •     Ci impedisce di fare del male agli altri.

3. Pazienza. La pazienza è la capacità di sopportare le difficoltà senza arrabbiarsi o turbarsi. I suoi benefici sono:

  •     Ci permette di evitare scenate quando le cose vanno male, o quando noi o gli altri fanno errori.
  •     Ci aiuta a superare la rabbia, l’impazienza e l’intolleranza, che sono stati mentali disturbanti. Siamo in grado di rimanere calmi di fronte alle difficoltà.
  •     Ci consente di aiutare meglio gli altri, perché non ci arrabbiamo con loro quando non seguono i nostri consigli, fanno errori, agiscono o parlano in modo irrazionale, o ci creano problemi.

4. Perseveranza. La perseveranza è il coraggio eroico di non mollare quando le cose si mettono male, ma di continuare l’impegno costantemente fino alla fine. I suoi benefici sono:

  •     Ci dà la forza di finire quello che abbiamo iniziato, senza diventare scoraggiati.
  •     Ci aiuta a superare i sentimenti di inadeguatezza e la pigrizia della procrastinazione, in cui ci distraiamo con cose insignificanti.
  •     Ci permette di avere successo nel conseguire i compiti più difficili, e ci impedisce di abbandonare gli individui più difficili da aiutare.

5. Stabilità mentale (concentrazione). La stabilità mentale (la concentrazione) è uno stato della mente totalmente privo di divagazione mentale, torpore, e turbamenti emotivi. I suoi benefici sono:

  •     Ci consente di rimanere concentrati su qualunque cosa stiamo facendo, così possiamo evitare errori e incidenti.
  •     Ci aiuta a superare lo stress e l’ansia, e l’essere troppo eccitati, assenti, o emotivamente agitati.
  •     Ci consente di concentrarci su quello che gli altri stanno dicendo e come si stanno comportando, in modo tale da poter sapere come aiutarli meglio.

6. Consapevolezza discriminante (saggezza). La consapevolezza discriminante (la saggezza) è lo stato della mente che distingue correttamente e con certezza tra ciò che è appropriato e inappropriato, e ciò che è corretto e incorretto. I suoi benefici sono:

  •     Ci consente di vedere chiaramente e correttamente cosa fare e come comportarsi in qualunque situazione particolare, impedendoci di fare qualcosa di cui ci pentiremo in seguito.
  •     Ci aiuta a superare l’indecisione e la confusione.
  •     Ci consente di valutare le situazioni degli altri in modo accurato, così sappiamo cosa dire e fare in modo tale da fornire il migliore aiuto possibile.

Dal sito  https://studybuddhism.com/  articolo del Dr. Alexander Berzin

 https://studybuddhism.com/it/buddhismo-tibetano/il-sentiero-per-l-illuminazione/amore-e-compassione/una-panoramica-delle-sei-perfezioni-le-sei-paramita

Il divertente dialogo tra Fedez e Umberto Galimberti sulla società contemporanea

Il divertente dialogo tra Fedez e Umberto Galimberti. Vedi Muschio selvaggio Podcast    https://www.youtube.com/watch?v=arVmczOyLpU   

E' un Podcast dedicato a temi di cultura e società con ospiti diversi ad ogni puntata. È caratterizzato da momenti di approfondimento, serietà, gioco e imprevedibilità. E' gestito da Fedez & Luis Sal che sono  degli YouTuber italiani tra i più seguiti dagli adolescenti e  influencer di successo.

Umberto Galimberti presenta la sua visione della società contemporanea. Parla dello sfrenato consumismo caratterizzante oggi la nostra società: Via del corso si  riempe di gente,  gente che viene a comprare qualsiasi cosa, per avere una piccola soddisfazione temporanea.   Per i depressi è una forma di auto-cura di comprare qualcosa per essere contenti.  Per Galimberti  "Chi è felice non consuma".

Eric From sottolinea che siamo passati da "Chi sono a che cosa ho!"  "dall'essere all'avere!"

L'umanità è sempre più debole dal punto di vista psicologico; prima con la psicanalisi si affrontavano problemi problemi affettivi, sessuali, ecc , oggi il problema ricorrente è  "che senso ha la mia vita?" Trovare un senso all'esistenza.  Oggi l'umanità è da buttar via,  sono odiose le buone maniere.
L'uomo ha bisogno di trovare un senso. Il colpo di genio dei cristiani è quello di aver inventato che la vita ha un futuro...
Oggi il vecchio muore perchè nessuno l'accarezza più, è ignorato da tutti.  Da quando è morta mia moglie non ho più un testimone che mi guarda ...

La pubblicità è la forma più nichilista che esiste oggi, induce a portare al nulla in breve tempo un oggetto e cambiarlo.

Il Guru indiano Baba Ramdev incontra SadhGuru alla Isha Fondation

Baba Ramdev è leader spirituale indiano e un rinomato insegnante di yoga e sostenitore dell'ayurveda. È famoso per aver reso popolare lo yoga tra gli indiani attraverso la televisione e i suoi raduni di yoga di massa frequentati da migliaia di persone. Jaggi Vasudev, comunemente conosciuto come Sadhguru, (1957 - ) è un mistico e yogi indiano e autore di vari best seller sulla spiritualità. Ha fondato la Isha Foundation, un'organizzazione  a-politica, non religiosa, no-profit che offre programmi yoga in varie parti del mondo..

 Baba Ramdev è nato nello stato di Haryana, in India, con il nome di Ramkrishna Yadav, si interessò presto allo yoga. Da giovane ha capito di non essere destinato alla vita mondana ed è entrato nel Sanyas (vita monastica), assumendo il nome di Baba Ramdev.
Si è poi trasferito ad Haridwar, nell'Uttarakhand, dove ha studiato le antiche scritture indiane presso il Gurukul Kangri Vishwavidyalaya. Ha anche praticato un'intensa autodisciplina e meditazione.

Nel 1995 Baba Ramdev ha fondato il Divya Yoga Mandir Trust per promuovere lo yoga. In questo impegno è stato accompagnato da Acharya Karamveer e Acharya Balkrishna. Acharya Karmaveer è un esperto di yoga e Veda, mentre Acharya Balkrishna è un medico laureato in ayurveda. La sede del trust è presso l'Ashram Kripalu Bagh di Haridwar. Baba Ramdev insegna yoga principalmente in questo ashram.
Baba Ramdev insegna principalmente la forma di yoga Pranayama. Il programma consiste in sei esercizi di respirazione in una sequenza specifica. La maggior parte degli altri insegnanti di yoga pone l'accento sulla pratica delle asana (posizioni yoga), mentre Baba Ramdev si concentra maggiormente sugli esercizi di respirazione.
Ha fondato il Patanjali Yogpeeth ad Haridwar, per la promozione e la pratica dello yoga e dell'ayurveda. Il Patanjali Yogpeeth ha due campus in India e diversi altri nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Nepal, in Canada e alle Mauritius.

La critica a Baba Ramdev.  Viene criticato per essere diventato un uomo d'affari e ambasciatore del marchio di Patanjali Ayurved. La società è stata fondata nel 2007 e in poco più di dieci anni i suoi ricavi sono saliti di oltre venti volte: da 69 milioni a 1,6 miliardi di dollari.  Il marchio Patanjali come la sua immagine è onnipresente in India.  Ramdev oggi dice che il suo obiettivo è vendere agli indiani tutti i suoi prodotti ayurvedici, basati sulla medicina tradizionale e alla cultura indiana, per ogni necessità legata alla cura della casa, alla pulizia e al benessere della persona. Un imprenditore santone, quasi venerato che è diventato un riferimento del partito nazionalista indiano.

  • La Visita nel 2010:  https://www.youtube.com/watch?v=tadjYpS6uF8
  • https://youtu.be/j4IaxNUubYo     
  • https://www.youtube.com/watch?v=COypcqi1XAg     -     
  • https://www.youtube.com/watch?v=yMyNqVf9VqY

India's spiritual trinity on Yoga day   https://www.youtube.com/watch?v=3k3XxA_b6HU

 

mercoledì 16 novembre 2022

Il buddhismo è una religione? - Il monaco e il filosofo

Per rispondere alla domanda se il buddhismo è una religione, utilizzerò le parole di Matthieu Ricard, il monaco francese più conosciuto in Europa, ed interprete di Sua Santità il Dalai Lama, che terminata la sua tesi sull'ingegneria molecolare parte per l'Himalaya  e diventa buddhista.

In questo periodo mi sono rimesso a leggere i libri che mi avevano colpito e avevano influenzato il mio pensiero e tra questi c'è Il monaco e il filosofo, che riporta il dialogo tra Jean-François Revel e Matthieu Ricard, un confronto tra laicità e buddhismo, e c'è un capitolo in questo libro in cui si pone la domanda: "Il buddhismo è una religione? E' una saggezza, una metafisica? E' una domanda posta spesso al Dalai Lama a cui risponde spesso con allegria:  "povero buddhismo, rifiutato dalle religioni, che asseriscono che è una filosofia atea, una scienza della mente, e dai filosofi che non definiscono il buddhismo una filosofia ma lo avvicinano alle religioni.  Questo diventa  un vantaggio perché permette al buddhismo di gettare un ponte tra religioni e filosofie".

In questo testo un padre e un figlio discutono appassionatamente sul buddhismo e sui punti di contatto con il pensiero occidentale, con  forza, chiarezza  ed  l'incisività. Il padre è Jean-François Revel, pseudonimo di Jean-François Ricard, filosofo, saggista e personalità di spicco del panorama intellettuale francese; mentre il figlio è Matthieu Ricard, brillante neurobiologo che a ventisei anni, nel 1972, si è trasferito in Oriente per farsi monaco buddhista, intraprendendo un cammino che l'ha reso uno dei più importanti esponenti in Occidente di questa disciplina spirituale. In questo dialogo scambiano le loro idee sul rapporto tra la ricerca scientifica e il percorso spirituale, tra la spiritualità e la religione, tra filosofia orientale ed occidentale, tra spiritualità religiosa e laica,  sull'impatto del buddhismo in Occidente. 

Per Emil M. Cioran (1911-1995) un filosofo, saggista e aforista rumeno, tra i più influenti del XX secolo, la conoscenza è sofferenza, o in ogni caso non può acquisirsi che attraverso la sofferenza. Ed è con l'accettazione di questo presupposto che si misura il valore di uno spirito (e aggiungerei io di una persona). L'inizio della ricerca spirituale è austero, bisogna fare uno sforzo su se stessi, affrontare la sofferenza della conoscenza, o ancora "Il rigore dell'ascesi".
La conoscenza per il buddhismo è la delucidazione della natura del mondo fenomenico, della natura della mente. L'ignoranza è dovuta all'attaccamento all'IO. Quando la ricerca spirituale si traduce in una vera trasformazione interiore, è una ricerca prettamente vivente. Il buddhismo considera la scienza una visione importante ma parziale della conoscenza. Una delle caratteristiche di una pratica spirituale stabile è l'invulnerabilità alle condizioni esterne, favorevoli o sfavorevoli.

Il buddhismo è una tradizione metafisica che emana una saggezza applicabile a tutti gli istanti dell'esistenza e in tutte le circostanze. Il buddhismo, in effetti, non è una religione se si intende per religione un'adesione ad un dogma che bisogna accettare per fede.   Se si considera una delle etimologie della parola religione, "quello che collega", il buddihsmo ci collega alle più alte verità metafisiche. Il buddhismo comunque non esclude la fede, se la si intende come una convinzione intima e forte che nasce dalla scoperta di una verità interiore. La fede è anche la meraviglia di fronte a questa trasformazione interiore.  Infine, il buddhismo non è un dogma, in quanto il Buddha ha sempre detto che si dovevano esaminare i suoi insegnamenti, meditarci sopra, che non dovevano essere semplicemente accettati, ma sperimentati.  Bisogna esaminarli, dice il Buddha, come si esamina una pepita d'oro. Per sapere se è pura, si sfrega su una pietra piatta, la si martella, la si fa fondere sul fuoco.

Il Buddha non è venerato come un Dio o come un santo, ma come il saggio, il realizzato, colui che si è svegliato dalla notte dell'ignoranza e che ha sviluppato tutte le qualità spirituali e umane.

L'unico aspetto un po' controverso è la presenza di un ordine monastico nel buddhismo. Alcuni lama sono laici e possono avere delle relazioni sessuali e sposarsi. Altri sono dei monaci con voto di castità.  La comunità monastica buddhista, il Sangha, è stata fondata dal Buddha per coloro che vogliono dedicare completamente la loro vita alla realizzazione dell’illuminazione. La vita monastica permette di lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e le complicazioni della vita laica, dedicando quasi tutto il proprio tempo ed energia al raggiungimento della liberazione. Offre anche la possibilità di vivere in solitudine, fattore molto importante per poter sviluppare stati meditativi profondi e saggezza. Il Buddha ha inoltre istituito un codice di condotta e di disciplina molto dettagliato ed elaborato per aiutare i monaci a coltivare la virtù.  Tra il sangha monastico e i laici buddhisti c’è una relazione di interdipendenza. Il sangha dipende dai laici per i bisogni materiali, e in cambio i monaci e le monache forniscono una guida spirituale e un sostegno morale alla comunità laica. 

Il testo è stato pubblicato nel 1997 ed ha avuto un enorme successo mondiale, e Matthieu Ricard ha utilizzato i diritti di autore per creare l'associazione Karuna-Shechen nel 2000. L'associazione porta avanti progetti umanitari nel campo dell'educazione, della sanità per le persone svantaggiate dell'India, Nepal e Tibet.  Vedi sito https://karuna-shechen.org

Uno dei motivi che hanno spinto Matthieu verso l'Oriente è stato il seguente: spesso il genio che manifestano le grandi personalità in Occidente, non è accompagnato da perfezioni umane anche le più semplici come ad esempio l'altruismo, la bontà, la sincerità. Invece, il modo di esistere dei maestri tibetani sembrava il riflesso di quello che insegnavano.  Matthieu ha incontato per la prima volta la cultura tibetana e i lama nel film Himalaya, Terre de Sérénité: Le Lac des Yogis di Arnaud Desjardins.

domenica 13 novembre 2022

Julian Assange finalista del Premio Sakharov

 Il giornalista Julian assange è stato uno dei finalisti del premio Sakharov 2022 per la libertà di pensiero, che viene assegnato all'Euro camera dal 1988. I finalisti, oltre  Assange, sono stati il popolo dell'Ucraina con i suoi rappresentanti e la Commissione per la verità in Colombia. Gli eurodeputati hanno selezionato i finalisti da un lungo elenco di candidature presentate da gruppi politici o da gruppi di eurodeputati.  La candidatura di Assange era stato proposta dalla eurodeputata Sabrina Pignedoli del movimento 5 stelle.

Il 19 ottobre è stato decretato dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola e dai leader dei gruppi politici il vincitore: il "coraggioso popolo ucraino" che continua a resistere all'avanzata russa.   

Dal 1988 il Premio Sacharov per la libertà di pensiero viene assegnato annualmente a singoli individui, gruppi e organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali. Il Premio è intitolato al fisico sovietico e dissidente politico Andrei Sacharov e il premio in denaro è di € 50.000. Nel 2021 il Premio Sacharov del Parlamento europeo è stato conferito ad Alexei Navalny, politico dell'opposizione russa e attivista anti-corruzione.

Il premio sarà assegnato a Strasburgo il prossimo 14 dicembre e si spera con l'occasione che il giornalista possa uscire dalla prigione di massima sicurezza britannica, almeno per un breve periodo, e poter presenziare all'evento e avere così la testimonianza della solidarietà di molte persone alla sua causa. Ciò potrebbe aiutarlo molto anche a livello psicologico. Assange è relegato da tre anni e mezzo in una minuscola cella di sicurezza, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti dove potrebbe essere condannato a 175 anni di prigione per violazione del segreto militare, solo per aver mostrato dei video in cui l'esercito americano in Afganistan sparava su civili. 

Si spera che il governo Britannico non si comporti come Putin che vietò  a Alexei Navalny di presiedere alla cerimonia.  

Il premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel ha lanciato un'altra campagna internazionale che si chiama "La mia voce" per cercare di salvare il fondatore di WikiLeaks dall'estradizione e l'appello è il seguente: "La trasparenza è condizione irrinunciabile per la democrazia".

venerdì 11 novembre 2022

NeoConnessi - Per un uso consapevole della rete

 La scuola e la famiglia hanno un ruolo chiave per garantire l’educazione dei più giovani a un uso consapevole e responsabile della tecnologia e della reteNeoConnessi è il progetto di WINDTRE – sviluppato con il supporto di esperti in ambito psicologico, pedagogico, tecnologico e didattico e con la collaborazione della Polizia di Stato – nato per accompagnare scuole e famiglie nel momento delicato in cui i bambini si trovano per la prima volta a possedere uno smartphone o un tablet e a navigare in autonomia. Secondo i dati dell’EU Kids online 2020 in Italia accade intorno ai 10 anni di età.

Per affrontare insieme il cambiamento, NeoConnessi offre numerose risorse: un kit didattico per le scuole, un corso di formazione per i docenti, un magazine e un gruppo Facebook per i genitori ricco di articoli, approfondimenti, indicazioni tecniche di prevenzione e sicurezza, modelli di comportamento che tengono conto della relazione tra controllo e fiducia, iniziative online e offline e il nuovo NeoConnessi Silver dedicato ai nonni, per spiegare in modo semplice e accessibile a tutti come imparare a utilizzare lo smartphone, la Rete e le tecnologie digitali in sicurezza.

Vedi sito:   https://www.neoconnessi.it/esperti/

martedì 8 novembre 2022

Oggi in Italia i cittadini in povertà assoluta sono il 9,4% della popolazione

 I neoliberisti amano a tal punto i poveri che quando vanno al governo li aumentano di numero - Indro Montanelli (1909-2001).

E' in corso una vera guerra di classe. Ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra. E la stiamo vincendo. -  il miliardario   Warren Buffet (1930 - ) - dal New York Times.  

Bisogna affrontare la disuguaglianza economica come una questione politica e morale. Per una società piú prospera e giusta. -  Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia nel 2001.

Grazie ai governi tecnici e neoliberisti in Italia, dopo oltre 15 anni di cure dei migliori, dal 2007 ad oggi 2022, i poveri sono triplicati. Nel 2007 l'ISTAT contava poco meno di 1,8 milioni di cittadini in povertà assoluta, pari al 3,1% della popolazione italiana; oggi i cittadini in povertà assoluta risultano triplicati: sono 5,6 milioni pari al 9,4% della popolazione (vedi anche il XXI rapporto dell'INPS 2022).  Ciò significa che un cittadino su dieci fatica a permettersi persino i beni essenziali. I bambini poveri sono triplicati raggiungendo 1,3 milioni. Se si sommano le persone in povertà assoluta a quelle in povertà relativa si arriva a 14 milioni di persone. Su 18 milioni di lavoratori dipendenti 3 milioni sono rimasti in cassa integrazione.  

 L'Italia comunque è un Paese ricco, il suo PIL è di 2.004 miliardi di dollari ed è l'ottavo Paese più ricco tra i 196 Paesi nel mondo. Il PIL (prodotto interno lordo) pro-capite medio annuo è di 33.228 dollari e se tutti guadagnassero questa cifra l'Italia sarebbe il Paese più felice del mondo.  Purtroppo se si guarda la realtà ci si rende conto come l'ingiustizia regni nel nostro Paese.  Nel 2007 le 10 famiglie più opulente avevano una ricchezza pari a quella di 3,5 milioni di poveri, addesso sono in possesso di una ricchezza pari a quella di 6 milioni di poveri. In questi anni il patrimonio dei ricchi è aumentato del 72%   e contemporaneamente si constata che il 5% dei contribuenti più ricchi paga meno in tasse che il 95% del resto della popolazione italiana. Questo fenomeno dei ricchi che pagano meno tasse è un fenomeno mondiale. Vedi alcuni esempi: il miliardario Warren Buffet  dichiara candidamente in una intervista: "io verso solo il 17% del mio imponibile, i miei dipendenti fino al 41%". La Apple ha pagato solo lo 0,05% sui propri utili. I super ricchi fanno un uso spregiudicato del potere e il ricorso alle lobby per finanziare le loro campagne elettorali. 

Ancora più drammatico è il fatto che oggi la democrazia accetti l'idea che ci sia una parte di cittadini in povertà assoluta (prima c'erano solo disoccupati). Dopo essere passati dalla crisi finanziaria del 2011, la crisi pandemica del 2020, stiamo per entrare nella terza crisi del 2022: quella dell'inflazione che avrà un impatto devastante sul costo della vita e sulle famiglie a reddito modesto.  Purtroppo, sembrerebbe che la politica del nuovo governo di Giorgia Meloni, che si è insediato da poco,  non cambierà molto rispetto ai precedenti ed avrà come obiettivi più libera impresa, meno Stato, meno welfare, più incentivi, smantellare il reddito di cittadinanza, togliere ai poveri per dare ai ricchi.  La cosa drammatica è che persino la Chiesa di Papa Francesco ha risposto in maniera blanda alla proposta di smantellare il reddito di cittadinanza (Sappiamo ormai che dalla sinistra italiana e dai sindacati ormai non c'è più nulla da aspettarci).   Bisogna precisare che il Reddito di cittadinanza (Rdc) e la Pensione di cittadinanza sono stati introdotti nel marzo 2019 e l'Italia è stato l'ultimo dei Paesi dell'OCSE ad introdurre questi provvedimenti.

E' in corso un lungo processo di demolizzione dello stato sociale; si sta assistendo ad una vera guerra ai poveri che ha prodotto i suoi effetti maggiori a colpi di tagli alla spesa sociale, liberalizzazioni selvagge e sfruttamento del lavoro. La liberalizzazione del mercato del lavoro ha contenuto la crescita dei salari e reso più difficile avere un'occupazione stabile. Secondo l'OCSE un quinto degli occupati in Italia è precario e siamo l'unico Paese Europeo dove i salari reali sono diminuiti del 2,9% negli ultimi 30 anni, siamo anche al quarto posto in Europa per working poor. (lavoratori poveri). A questi tagli sono stati affiancati provvedimenti del tipo Riforma Fornero, Jobs Act, Patto di stabilità.

Purtroppo, in favore dei poveri non si interviene con politiche sociali attive e programmatiche ma solo con aiuti finanziari e bonus. Un meccanismo che deresponsabilizza lo Stato rispetto alle condizioni di povertà che non sono rimosse. Secondo l'ISTAT il reddito di cittadinanza - introdotto nel 2019 - ha salvato dalla povertà circa un milione di persone. In questi anni la distribuzione della ricchezza è rimasta iniqua, è rimasta ingiusta anche la distrubuzione del lavoro, del sapere, del potere, delle tutele, delle opportunità e l'ascensore sociale si è completamente rotto.

Oggi il fenomeno delle inuguaglianze è certificato anche dalla Caritas che ha appena pubblicato L'anello debole. Rapporto 2022 su povertà e esclusione sociale in Italia (i dati si riferiscono al 2021).  L'età media delle persone che chiedono aiuto alla Caritas è di 46 anni, il 47% è composto da persone con meno di 34 anni penalizzate dal mercato del lavoro. Il 51% degli assistiti è composta da uomini. Gli stranieri assistiti sono il 55%, ma nel Sud i meridionali assistiti (74%) sono più degli stranieri (21%). Il 70% sono analfabeti, il 47% sono disoccupati o inoccupati mentre il 24% è composto da working poor, cioè da persone che versano in stato di massima indigenza pur svolgendo qualche lavoro.  Tra gli assistiti dalla Caritas cominciano a comparire anche appartenenti alla classe media proletarizzati dalla disoccupazione. Alla povertà economica si accompagna la povertà educativa, il 30% dei nuovi poveri finiscono per abbandonare la scuola. Per la prima volta i giovani di questa generazione sono più poveri di quelli della generazione precedente.

 Il rapporto 2020 del World Economic Forum analizza la mobilità sociale in 82 Paesi del mondo: l'Italia si colloca all'ultimo posto delle nazioni europee industrializzate, precedendo solo Grecia, Albania, Bulgaria, Croazia.  Una ricerca condotta dalla Banca d'Italia del 2016 aveva dimostrato la scarsa mobilità sociale nel nostro Paese sotto tre punti di vista: quello della trasmissione dei livelli di istruzione, dei livelli di reddito e della ricchezza. In pratica, il famoso sbandierato merito non incide minimamente sulla mobilità sociale.

Non c'è più quel fenomeno che gli economisti Arthur Laffer e Simon Kuznets hanno definito sgocciolamento (trickele-down) ossia la ricchezza accumulata dai ricchi finisce per sgocciolare sulla classe media e sui poveri. Non solo i ricchi condannano i poveri alla povertà e a restare in basso della piramide, ma nutrono verso essi un odio represso e un inconscio rancore. Come ricorda l'ultimo rapporto della Caritas , da tempo le scienze sociale segnalano l'insorgere di sentimenti di aporofobia, ossia la paura per la povertà e per i poveri.

La sola soluzione può venire da un mutamento radicale della politica e dell'economia, capace di restringere la forbice tra ricchi e poveri attraverso il taglio dei privilegi goduti dal vertice della piramide sociale, la decrescita del consumismo, la giusta tassazione dei patrimoni e prima di tutto, la diffusione delle conoscenze e competenze.

Il premio Nobel Joseph Stiglitz, in un suo libro - La grande frattura scrive: "Stiamo sprecando le nostre risorse più preziose, le risorse umane, i nostri talenti. Milioni di persone che stanno al fondo della scala sociale non sono in grado di esprimere il rpoprio potenziale".                                         Inoltre, scrive: "Più soldi vanno in alto (più di un quinto di tutto il reddito va al 1% al vertice), più persone sono povere in fondo alla scala sociale e la classe media - che è stata a lungo la forza centrale della nostra società - vede stagnare il proprio reddito".

_________________    Vedi documenti:  

  • XXI rapporto dell'INPS 2022  - https://www.inps.it/dati-ricerche-e-bilanci/rapporti-annuali/xxi-rapporto-annuale
  • L'anello debole. Rapporto 2022 su povertà e esclusione sociale in Italia  - https://www.caritas.it/presentazione-del-rapporto-2022-su-poverta-ed-esclusione-sociale-in-italia/
  •  Il rapporto 2020 del World Economic Forum - https://www.weforum.org/reports/annual-report-2020-2021/
  • Joseph Stiglitz, La grande frattura, Einaudi, 2017
  • Rapporto OCSE -  https://www.open.online/2022/09/09/report-ocse-2022-salari-reali-disoccupazione/

 ________________    I Governi che si sono succeduti dal 2007 ad oggi in Italia sono i seguenti:

  • 2007 Prodi
  • 2008 Berlusconi
  • 2011 Monti
  • 2013 Letta
  • 2014 Renzi
  • 2017 Gentiloni
  • 2018 Conte  I 
  • 2019 Conte  II
  • 2021 Draghi
  • 2022 Meloni

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...