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martedì 25 maggio 2021

Yog Album

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri, Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro.  Se il prana e il bindu sono fermi quella persona che parla di yoga dice solo falsità.                  Colui che sa non parla, colui che parla, non sa. Lao-Tzu.   

Yog Album - il libro scritto dal Maestro Gyanander e pubblicato nel 2001, è un bellissimo manuale di yoga illustrato e scritto a mano, il numero di copie è limitato, ed è una fonte veramente eccezionale di notizie sulla pratica yoga. Vengono presentate anche tecniche esoteriche come  khechari mudra. Un testo imprescindibile per chi vuole veramente conoscere lo yoga.

https://www.unilibro.it/libro/gyanander/yog-album/9788890087202

Il Maestro Gyanander usa la parola Yog in questo libro, che è stata trasformata in Yoga dagli occidentali. Nell'articolo le parole sanscrite riportate sono riprese dal libro.
Il maestro di Gyanander è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar e costituisce l'essenza del percorso fatto da Gyanander.  Per conoscere il Maestro Gyanander vedi i link riportati di seguito.
Per praticare yoga occorre staccare la mente dal mondo. L’uomo è di fronte a due vie:

  • indagare il mondo esterno, attraverso la scienza, karya;
  • indagare sulla propria interiorità, attraverso lo yog, gyan.

I due aspetti sono inscindibili (scienza e vita spirituale), sono le due ali che permettono all’uccello di volare.  Lo yogi conosce anche le leggi fisiche.

Il nostro sé è simile ad una brocca piena d'acqua immersa nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mescola all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro, "Sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato ed è un buon karam (insieme di energie pure ed equilibrate) e senza diksha (l'iniziazione da parte del maestro) non si può iniziare un percorso ed ottenere la liberazione. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede.

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente,  il mantra è il filo che controlla l’aquilone che è la mente e senza filo la mente perde stabilità,. Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit). Il sub inconscio è una zona oscura, e rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Solo quando renderemo limpido il chit (la zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.  Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).

________________Il testo è strutturato in questo modo:

Parte I. 

Preghiera.

Capitolo I. Cosa è lo Yog.
Capitolo II.  Shat Karam.
Capitolo III. Asan - Posture.
Capitolo IV. Pranayam.
Capitolo V. Pratyahar.
Capitolo VI. Dharana.
Capitolo VII. Dhyan.
Capitolo VIII. Samadhi.  
Capitolo IX. Tantar, kundalini, mudra.
Capitolo X. Sanskar, yantar e la morte.
Capitolo XI. Come curare le malattie con lo yog

Parte II.
Il nettare dello yog.

All'inizio viene riportato il Gayatri mantra, uno dei mantra più potenti che recita così: Om bhur, bhuvan, svaha, tat, savithu, devasya, vareniyam, bhargo, tat dhimahi, ya, nah, dhiyo, pachodayat                        e che viene pronunciato in questo modo:          Om bhur, bhuvan, svaha tat savitur vareniyam bhargo devasya dhimahi dhiyo yo nah prachodayat.

La traduzione è la seguente:  

  • Om: E’ questo il nome di Dio, in esso sono contenuti tutti i nomi dell’universo
  • Bhur: Il pran del pran
  • Bhuvah: Ciò che distrugge l’oscurità e il dolore
  • Svaha: Egli è beatitudine e chi pronuncia il suo nome partecipa alla sua essenza
  • Tat: Noi
  • Savithu: Colui che crea tutto l’universo, colui che è la luce della luce del sole
  • Devasya: Desiderabile
  • Vareniyam: La cosa migliore su cui meditare
  • Bhargo: Che distrugge tutto il male,  che è puro
  • Tat: Noi
  • Dhimahi: Guardiamo al nostro interno
  • Ya: Signore
  • Nah: Nostro
  • Dhiya: La direzione che va verso il bene
  • Prashodayat: Che ci porta verso

_________________________________

Cosa è lo Yog. Yog è l’unione di pran e apan (il prana è l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo). Yog è l’unione di raj (l'energia maschile) e viriya (l'energia femminile). Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione.

Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta a due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).   La medicina allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e tutte le difese naturali, la malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili. L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della degenerazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo. Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico.

Patanjal Yog Darshan  (Yoga sutra ) dà una completa definizione di asan: l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione. Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, dove viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione; l’ossigenazione aiuta la digestione e i processi vitali. Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).  Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

Perché in Occidente non si registrano grandi successi spirituali? Perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri. Ancora una volta si sottolinea l'importanza del maestro, il maestro è un buon Karam (energie pure ed equilibrate). Nelle Upanishad si racconta: sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato a i piedi del maestro. Il Guru è colui che dissolve le tenebre. Sat guru è il maestro illuminato e senza diksha (iniziazione) non si può ottenere la liberazione. 

Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog delle otto membra) occorre:

  • trovare il posto adatto, 
  • seguire yam che sono le regole di condotta sociali e secondo il testo yog pradipika sono dieci, 
  • seguire niyam che sono le regole di condotta personali. Viene specificato che il termine brahmciaria non significa astinenza, ma percorso verso Dio. 
  • seguire la pratica del jap (rotazione) di un mala in tulsi (albero sacro) con ripetizione di un suono, la mala è un rosario di 108 grani. Il numero 108 ha un alto valore simbolico: 1 è la verità ultima, 0 è il samadhi, 8 la natura creativa. Ajapa jap è la ripetizione di un suono sincronizzandolo con il respiro. Ad esempio inspirare ripetendo So ed espirare ripetendo Ham. Oppure Om  inspirando e Ram espirando.
  • ripetere il mantar o mantra che significa suono rivelato (man significa riflessione, tar liberazione). Il mantar è un suono associato alla divinità che si ripercuote nel subconscio. Il mantra evita i pensieri, il 99% dei quali sono nocivi. La scienza del mantar (suono) viene chiamata wah secondo i Veda. Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Dopo l’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo il quale potrà usare solo quello, accettare un mantra è quindi un importante atto di fede. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal sub inconscio (chit), il sub inconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto.  Le nostre esperienze vengono immagazzinate in una zona profonda del nostro io sotto forma di un semplice ricordo (esperienza mnemonica), poi con una sottile metamorfosi si trasforma in un simbolo (archetipo, forme geometriche), il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità).  Solo quando si riuscirà a rendere limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e condurci a Dio.
  • prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama. Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. 
Shat Karam. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Shat Karam (pag. 60) sono le tecniche di purificazione,  prima di iniziare la pratica yoga occorre fare il Kriya yoga ( le tecniche di purificazione), senza queste purificazioni non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi. Occorre purificare i nove orifizi (bocca, naso, occhi, orecchie, retto, organi genitali). Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (Vyadhi) e malattia della mente (Adhi),  desideri, ecc.  Le tecniche di purificazione sono: Neti, Dhauti, Basti, Kunjal, Tratak, Laukinki, Kapalabhati, Dhocahi, Baghi, Jahnkhpakhal (pag. 84, riporta anche la frequenza delle pratiche). Bisogna anche espellere il cibo rapidamente per evitare la fermentazione che porta tossine nel sangue, sudore e alito cattivo.

Posture o asan.  Il testo Patanjal Yog Darshan (Gli yoga sutra) dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche.   Colui che ha perfezionato le asan può attraversare i tre mondi (loka). Prima occorre fare le asana e alla fine il rilassamento altrimenti non ci sono benefici. Nel capitolo sono illustrate le più importanti asan.

L’invecchiamento è dovuto alla rigidità del corpo, sulla base della generazione delle cellule e con la mancanza di energia il corpo tende a piegarsi in avanti. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione e sono completamente diverse dallo sport.  Tra gli 84 milioni di asan ne sono state scelte 84.  Durante la meditazione è consigliabile alternare  spesso la gamba che sta sopra con quella che sta sotto.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran).  Molto importanti sono gli esercizi preparatori. Nelle Upanishad i sensi discutevano tra di loro quale era il più importante, Penso che non ci sia dubbio, su chi abbia vinto: vinse il respiro. Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi passa nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.

Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e il pran viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia).

Ogni volta che si vuole attivare una narice bisogna lavorare sulla parte opposta del corpo, dormire supino e girarsi sul fianco sinistro, ad esempio per curare il raffreddore basterebbe chiudere la narice sinistra per tre giorni.

Nello yoga occorre saper usare il giusto respiro ( sawar), ed è stata sviluppata una vera e propria Scienza del respiro (savrodya gyan).  Anche alla base della  parola Hath Yog c'è l'energia: Ha (hakar energia solare) e Thakar (energia lunare).

Le Nadi sono i canali nei quali circola l'energia, la radice delle 72864 nadi  è il kand che si trova quattro dita sotto l’ombelico. Le 10 più importanti nadi sono le seguenti: Sahnknani nadi si trova nell’ano, Kirkal nei genitali, Pusha  nell'orecchio destro, Giashi nell'orecchio sinistro, Gandhari nell'occhio destro, Hastini nell'occhio sinistro, Lambka nella lingua, Pingala la nadi a destra della colonna vertebrale che rappresenta il sole, Ida  la nadi a sinistra della colonna vertebrale e rappresenta la luna, Sushunna la nadi più importante che passa al centro della colonna vertebrale. 

Sushunna nasce in muladhar ciakar e arriva al sahastrar ciakar che è un complesso di tre nadi: vajra, citra, brahmnadi (la più interna). Le tre nadi si incontrano in più punti che sono dei centri di grande energia (ciakar), ogni ciakar è collegato ad una zona del cervello. I ciakar sono dormienti, quando sono attivati si attiva la relativa parte del cervello. I più importanti ciakar sono:

  • Muladhar, perineo collo dell’utero, funzioni del cervello più grossolane,
  • Swadhistan, coccige, coda,
  • Manipur, ombelico,
  • Anahat, cuore,
  • Vishuddhi,   gola,
  • Agya,  punto tra le sopracciglia (ancora lungo al spina dorsale),
  • Sahasrar, sulla testa, fontanella, è la porta di Brahma, dove risiedono le funzioni del cervello più elevate.

Con il respiro si può addirittura influire sul concepimento e sul sesso del nascituro: dal tipo di respirazione che hanno i genitori all’atto del concepimento dipende il sesso del figlio.

La stagione (kal) per iniziare a fare pranayam è primavera o fine autunno.  Per praticare occorre anche adottare una dieta appropriata (mityahar) ad esempio mangiare lenticchie verdi (mung). 

Nel pranayam ci sono tre fasi purak (inspirazione), kumbkak (trattenere il respiro), reciak (espirazione).  Occorre fare spesso nadi shodan (purificazione delle nadi). Esistono otto tipi di ritenzioni del respiro Con la ritenzione del pran si purificano le nadi (canali energetici) e i ciakar (centri energetici). Col risveglio dei ciakar lo yogi acquisisce dei poteri (siddhi).

Le differenze degli individui dipendono dal risveglio dei ciakar (centri energetici). Ogni ciakar è collegato ad un suono, lettere, colore. Il bija mantra di agya ciakar è OM. Il bindu è una piccola cavità nella bocca che viene usata per la pratica di kechari mudra.

Ci sono 84 tipi di soffio, i più importanti sono dieci tra cui pran e apan. L’unione di pran a apan è Yog (sikho upanishad), quando si uniscono la kundalini si sveglia. Il pranayam si pratica in questo modo: un tempo per inspirare (purak), quattro tempi per trattenere (kumbhak) e due tempi per espirare (reciak).

Ci sono tre tipi di banda (gruppo muscolari che servono a veicolare, trattenere il prana):  jalandharbandh,    uddyanbandh,  mulabandh.

Il primo esercizio di pranayam è nadhi sodhan (pulizia delle nadi). Si inizia ad inspirare dalla sinistra, trattenere e espirare dalla destra, contrarre il perineo, inspirare da destra , trattenere, espirare da sinistra, si termina sempre dalla destra. Durante il kumbak (trattenimento del respiro si cerca di tenere la lingua all’indietro in alto. Solo dopo un lungo periodo e dopo aver visto qualche beneficio si passa ad altri esercizi  di pranayam. 

Tipi di pranayam:  ujjayi (vittoria), sitkari (sibilo), shitali , kewali kunbhak che è una tecnica speciale.

Pratyahar.  I sensi sono ritirati dall’esperienza del mondo, sono ritirati all’interno, in questo modo lo yogi cercherà l’indipendenza e la liberazione dei legami terreni. Fermando i sensi, anche la mente si ferma.

Dharana (concentrazione). Fissare la mente su un oggetto, è il sesto scalino dell’ashtanga yog, osservare i pensieri, adottare la tecnica del testimone, soffermarsi su ogni figura lo stesso tempo, dall’elemento più grossolano al più sottile, rappresenta il percorso evolutivo verso l’assoluto. Si devono visualizzazione dei simboli durante Kumbak (la ritenzione del respiro).

Dhyan  (meditazione). Dhyan significa un solo pensiero, l’anima individuale si scioglie nel puro eterno spirito assoluto, la meditazione non è una fuga dalla vita e da se stessi, al contrario è la comunione con l’io profondo, con gli stati inconsci e profondi e risolvendo i nostri conflitti interiori ci permette di agire in modo più efficace e appagante del mondo,

Nel Gherand Samhita sono riportati tre tipi di meditazione: su una forma divina, sulla kundalini, su forme di luce.  Nella Bakti Sagar sono riportate 4 tipi di meditazione:

  • Una grossolana, sulle varie del corpo, dai piedi alla testa e viceversa,
  • Sui chakar, da muladhara a sahasrar,
  • Più sottile, sul punto tra le sovracciglie,
  • Abbandona il piano dell’esistenza materiale.

La mente divisa in 7 parti, e nell'individuo normale ne funziona una soltanto. Le malattie non vengono dall’esterno ma esistono nella mente, quando il seme viene a maturazione si manifesta nel corpo. Per la meditazione occorre: 

  • il tempo, è preferibile fare meditazione la sera
  • un posto adatto, un posto piccolo e bianco, con una piccola luce e bastoncini di incenso
  • una tecnica, ci sono due tipi di meditazione, dipende dalla personalità del praticante: con forma – Saguna; senza forma - Nirguna. 

Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.  Durante la pratica nirguna, quando le nadi sono purificate si ode il suono nad, per udire i suoni nad nella meditazione occorre chiudere le orecchie con cera di api, tenere la lingua sul palato - nabho mudra, e fare mulabandh, mani in cin mudra, e si cerca di arrivare al decimo nad (suono).

Pratica nirguna (senza forma) sul respiro:

  • Ripetere il japa ham mentre espiro,   So mentre inspiro ( si può fare anche nella quotidianità);
  • Rimanere consapevoli delle fasi della respirazione, 5 minuti;
  • Ripetere il mantra ham so per almeno 5 minuti;
  • Visualizzare l’energia, una luce bianca che sale dalla colonna toccando i più importanti chakar;
  • Allungare il tempo dell’inspirazione e dell’espirazione;
  • Poi percorso inverso a ritroso ripercorrendo le tappe esposte però utilizzando minor tempo: 2 minuti.

Pratica Saguna (con forma )

  • Recitare Sita Ram -  non c’è differenza tra Ram e OM;
  • Mala nella mano destra, a livello del cuore o sulle ginocchia;
  • Ripetere il mantra;
  • Dopo qualche giro, socchiudere gli occhi, guardare in basso, sussurrare il mantra;
  • Dopo qualche giro, chiudere gli occhi, ripetere il mantra mentalmente;
  • Aggiungere mulabandh e nabho mudra;
  • Aggiungere consapevolezza sul respiro;
  • Visualizzare il respiro che sale dalla colonna che scende.

Facendo la meditazione possono affiorare numerosi pensieri sono i frutti del karma, È importante restare testimoni.

Kirtan e mantar sono pratiche di Nad Yog, ed aiutano a liberare il lato emozionale della persona: il kirtan è una pratica di meditazione, aiuta a lasciarsi andare alle emozioni, liberandosi da blocchi mentali ed inibizioni.

Samadhi (Sam equilibrio e Dhi intelletto) è lo stato in cui la mente perde la sua individualità, in samadhi la meditazione, il meditante e l’oggetto di meditazione si fondono l’uno nell’altro. Ci sono sei metodi per entrare in samadhi, ma senza maestro è impossibile:

  • Dhyan
  • Nad
  • Rasanad
  • Lay
  • Bhakti
  • Raj

Il samadhi porta alla beatitudine, questa è la perfezione nello yog. Una volta entrato in samadhi non rimane nessuna altra pratica da fare. Per entrare in samadhi è indispensabile fare padmasan per 3 ore e 48 minuti senza sforzo, conoscere le tecniche segrete di mulabanda, acquisire la capacità di fare kaciari mudra, kewali kumbak.  Quando si giunge in samadhi le azioni (karam) e gli archetipi del subconscio (sanskar) si estinguono e al loro posto resta solo purezza, si resterà in stato di Turiya, la persona in samadhi è sveglia per Dio e dorme per il mondo.

Tantar, kundalini, mudra; lo yoga tantrico.

Lo yoga è una disciplina scientifica che ha una stretta attinenza con la vita stessa. Il fine del tantar è portare l’uomo all’autorealizzazione, l'atto sessuale è un'opportunità di realizzazione spirituale per l’uomo.  In sanscrito tan significa espansione e tar liberazione, quindi espansione delle possibilità della mente, della consapevolezza e liberazione dell’energia (shakti e kundalini). Kundalini è una sostanza biologica esistente nell’organismo verificabile anche scientificamente. La forza kundalini risalendo la colonna agisce sui ciakar e risveglia il potenziale energetico, i ciakar si aprono ed aumenta la consapevolezza e l’autocoscienza. Una persona può trascendere dalla realtà oggettiva abbattendo il muro ingannevole (il velo di maya).

Nella via sinistra del tantar le pratiche da effettuare sono strettamente connesse con la sessualità. Non è possibile praticare il tantar senza essersi purificati per anni nel corpo e nella mente. Le dottrine yogiche asseriscono la presenza di due principi: shiv è l’uomo, shakti è la donna, il temp è shiv, lo spazio shakti. Shiv è la mente, la coscienza ed è associata alla nadi Pingala, Shakti è prana, forza vitale ed è associata alla nadi Ida.

Quando la shakti si manifesta esteriormente si crea la materia (concepimento). Quando si manifesta all'interno aumenta l’energia e l’autoconsapevolezza; con la ritenzione del bindu, l'energia viene controllata ed inizia l'ascesa verso i centri superiori.

Nel tantra c'è la  piena accettazione della vita in tutte le sue manifestazioni incluso il sesso, in questo caso il sesso viene nobilitato e reso pratica di meditazione. Tantra è la strada della conoscenza per superare il desiderio, per gli yogi la donna è importantissima. Le tecniche che comportano una interazione sessuale costituiscono il vam marg (la via della mano sinistra).

Più forte di tutto è il desiderio che devi distruggere con la spada della consapevolezza (Baghvad  Gita). 

L’espansione (tan) della mente può avvenire in molti modi, con la recitazione dei mantra, del pranayam, della meditazione, con il risveglio della kundalini senza interazione sessuale, queste tecniche sono comprese nella via detta dakshin marg (Tantra vedico o la via della mano destra).

Kundalini si trova quattro dita e mezzo sopra muladhar ciakar sotto forma di serpente femminile coricato in tre cerchi e mezzo dormendo con la coda in bocca. Lo yogi unisce pran (polarità positiva) con apan (polarità negativa) a due dita sotto l’ombelico (kand), questa scossa sveglia kundalini, di colore rosso mille volte più sottile di un capello, che comincia a salire fino allo sahasrar ciakar.

Nello yoga il rapporto di coppia può essere usato per raggiungere il samadhi, le energie di entrambi si uniscono, si crea un solo circuito, tempo e spazio scompaiono, l’intera vita non può essere sufficiente per arrivare a questo, occorre portare il rapporto di coppia sul piano della dimensione spirituale eliminando il desiderio carnale, legame fisico e mentale.

Khechari mudra  è un mudra che stimola la ghiandola pineale e ci permette di regolare il nostro ritmo sonno-veglia e mantenerci giovani. Si pratica portando la lingua all’indietro verso la parte superiore della cavità neo-faringea con gli occhi rivolti verso l’alto, nel punto di mezzo delle sopracciglia, e chi conosce questa tecnica non è soggetto alla malattia, la vecchiaia, acquisisce immortalità e gli otto siddhi (poteri).

Dove la religione finisce, lì inizia lo yoga. Esso non interferisce affatto con e religioni, ma viceversa, ne conferma i principi universali tramite l'esperienza. Come uno scienziato nel suo laboratorio sperimenta e scopre le leggi della natura, così lo yoghi compie i suoi esperimenti nel laboratorio del proprio corpo. L'arte di conoscere se stessi è chiamata yoga. Yog dunque è la scienza del sé.

sabato 24 luglio 2021

A casa dello Yogi

 A casa dello yogi, esperienze di yoga nell'ashram italiano di Angelo Fanelli (2017).

In questo libro Angelo, che ho incontrato più volte proprio a Casa Yog (a Perugia, vedi link https://www.casayog.com/ ), descrive il suo incontro con il Maestro Gyanander e riporta le esperienze delle persone che hanno frequentato l'ashram, da quando è stata fondato, il 9 luglio 2005 ad oggi. 
Parla di come Gyanander è arrivato in Italia nel 1986 per il grande meeting organizzato dalla rivista Astra a Riva del Garda (Trento). E descrive l’esperienza del Samadhi di Gyanander a Riva del Garda che è stata documentata anche da Paola Giovetti in “Miracoli e magia”, sulla rivista Astra, novembre 1986. Paola Giovetti è una delle più grandi esperte di spiritualità ed esoterismo in Italia.  Il Samadhi o Turya è lo stato supremo dello Yog durante il quale lo yogi è in grado di sospendere le sue funzioni vitali, condurre la propria mente ad un livello di concentrazione così profondo e totale da sciogliere totalmente la distinzione tra osservatore ed osservato, tra interno ed esterno, tra passato, presente e futuro.  Poi lo stessa esperienza fu condotta in una stanza di ospedale sotto stretto controllo medico, e riportata sempre sulla rivista Astra nel febbraio 1988. Dopo quattro ore gli elettrodi rilevavano la temperatura di Gyanander a 26 gradi, battito cardiaco nullo, capacità di resistenza epidermica aumentata. Sulla base di questi dati vennero formulate quattro ipotesi: Gyanander è morto, ha fermato il cuore, ha staccato gli elettrodi, la macchina non funzionava. Durante l'esperimento Gyanander è rimasto per quattro giorni in quella posizione, quando si è risvegliato era in perfetta forma e solo i valori del sangue e delle urine erano un po’ alterati, e che si sono ristabiliti dopo due giorni.

Angelo descrive anche l'importanza di praticare yoga per noi occidentali: "Qualsiasi forma di esercizio che prevede l’impiego di qualcosa di più delle semplici dita su una tastiera è un grosso aiuto per sopravvivere nel caos del mondo attuale. Qualsiasi yoga, vannamarchizzato o meno. Un’altra cosa è quando ci poniamo il problema di capire cosa stiamo cercando". 
Soprattutto nella società odierna dove imperano i media e i social network  e dove è prioritario "Partecipare ad eventi sociali, condividere su Facebook, cercare su Internet, localizzarsi e localizzare altri con lo smart-phone, allungare la lista delle amicizie, accumulare "Like", cliccare, cliccare… (...). 
Una gigantesca giostra che gira gira gira e ad ogni giro nasconde sempre di più la stessa domanda: come mai in questa montagna di relazioni non riesce a partorire il singolo topolino di un vero contatto con gli altri? Un contatto vero: come mai non si riesce a coprire la distanza che ci separa dall’incontrarci, dal conoscerci? Selfie dopo Selfie, post dopo post, quello che se ne va è tutto ed ogni cosa. Messaggi, email, sms, WhatApps, faccine, links. Un torrente inarrestabile che non fa che rendere più evidente, se sai guardarci dentro, lo scoramento che pervade un’intera civiltà, la nostra.

Noi occidentali cerchiamo semplicemente a sopravvivere, tentando di soffocare l’angoscia esistenziale in un mare di rumori, divertimenti, impegni e distrazioni di ogni genere per evitare di rimanere soli con noi stessi. Siamo terrorizzati dal vuoto e dal silenzio. Giocando con le emozioni più potenti (rabbia, paura, desiderio, ignoranza ...) possiamo arrivare a procurarci un mare di problemi supplementari e arrivare a danneggiare il nostro corpo o addirittura distruggere se stessi. Finiamo per temere talmente la morte da avere paura di vivere!  Anche le parole diventano spesso delle etichette inutili, ne siamo talmente ricoperti da non accorgerci più di questa spessa coltre che copre la realtà delle cose.

  
Casa Yog è uno spazio protetto dalle assurdità del mondo che accoglie gli esseri umani in cerca del loro silenzio. "Dopo qualche tempo di pratica la fatica principale consiste nell’uscire dall'ashram e addentrarsi nel mondo. Lo Yog ti permette di trovare la personale soluzione ai vari problemi. Una fatica nello Yog è quella di sforzarsi di non guardare il risultato, con lo Yog gli esercizi portano sempre allo stesso punto: al nulla". Parlando della propria esperienza Angelo si racconta: "Nei primi mesi di pratica delle asana, percepivo lo Yog a portata di mano, ad un solo palmo di distanza: potevo quasi toccarlo, tanto era vicino: Dopo sei mesi, avevo coperto quella distanza, ma a quel punto lo Yog si trovava cento metri più avanti. Impiegai un anno a percorrere quei cento metri, e subito mi accorsi che lo Yog era in realtà a dieci chilometri. Dopo anni, con fatica, errori, ingenuità e ripetizioni, sono riuscito a percorrere quei 10 chilometri. Adesso, ho timore ad alzare lo sguardo".
A differenza dello yoga vannamarchizzato che si concentra esclusivamente sull’esercizio fisico, la pratica dello Yog incorpora diverse pratiche che non toccano direttamente il corpo, quanto piuttosto l’equilibrio della mente che hanno come obiettivo di: calmare il flusso incessante di pensieri, preoccupazioni, affanni e raggiungere un livello superiore di armonia, pace, quiete. Oltre l’alfabeto delle asana ci sono i kirtan, i mantra  ossia pratiche che tendono ad agire sull’equilibrio psicofisico.

Lo Yog non è un impegno in agenda, ma un luogo fuori dal mondo. Lo Yog è un riscoprire che l'agire sul corpo, in sintonia con esso, è un modo diretto, semplice ed intuitivo per arrivare al silenzio interiore. L'obiettivo è cercare di fare sempre di meno, diventare più sensibili, meno violenti nel e con il corpo (e, di conseguenza, anche con il prossimo!), più aperti all’ascolto della propria quiete. Yog quindi come unione con il silenzio, lentezza, delicatezza, cautela, rispetto che sono i veri e propri frammenti del DNA dello Yog.  Nello Yog bisogna imparare a gestire le emozioni, gestire meglio il corpo e la mente in una realtà relativa sempre più complicata. Attraverso lo yoga si intuisce come mente/determinazione influeinzino ogni nostra esperienza. L'obiettivo dello Yog è ritrovare il nostro stato naturale, la nostra reale identità che è SAT CIT ANANDA (esistenza, verità coscienza, consapevolezza e beatitudine ).

 Molte persone con sofferenze psichiche o fisiche si avvicinano a Gyanander. Il dolore, per l’essere umano, è come Google, un motore di ricerca. Senza il dolore, in questo mondo l’uomo non cercherebbe nulla. Qualcuno ricerca per intelligenza, ma sono pochi. La maggior parte ricerca per sofferenza: in genere chi si avvicina allo yoga è perché sta male, fisicamente o psichicamente ed ha grandi difficoltà ad ascoltarsi. Pochi iniziano a praticare per cercare un significato diverso della vita. Lo Yog ti aiuta a capire che il dolore è importante, serve per ascoltarti, per sentirti.

Quale è la differenza tra lo yoga vannamarchizzato e lo Yog?

  •  Nel primo caso gli allievi e istruttore sono caratterizzati da differenze minime nel loro livello di esperienza e qualità delle vibrazioni (la differenza è che il primo ha seguito un corso di formazione di un mese in India). L’avere degli allievi consente all'istruttore di trovare la benzina per continuare, lui avanza e gli altri spingono. Un insegnante di yoga per quanto bravo non è un Maestro, e non tutti i maestri sono uguali, o adatti a qualunque persona. Non possiamo affidare il nostro corpo a qualsiasi persona.
  •  Nel secondo caso, quello dello Yog, Maestro e discepoli sono separati da una distanza siderale, Maestro e discepoli cercano di incontrarsi, sperimentando questa distanza che forse un giorno si colmerà. Il Maestro è un costante richiamo a ciò che l’essere umano può diventare. Lo Yog è una speciale vibrazione che si espande nel tempo e nello spazio rendendoli più armonici, sollevando il mondo dal caos.  Purtroppo la parola Maestro non è molto amata dagli occidentali e purtroppo lo Yog, è un contesto in cui la logica abnorme del consumismo non funziona, e se ti va bene non concludi niente di significativo. Per avanzare nello Yog bisogna trovare una buona relazione con un Maestro autentico, basata sulla fiducia.

 Lo stile dì insegnamento di Gyanander è quello di dare solamente delle indicazioni a voce sulle posture da tenere, istruzioni minime, lasciando a ciascuna persona la libertà di muovere il proprio corpo secondo ciò che si sente. Corregge raramente una posizione sbagliata, questa scelta crea un enorme spazio che ciascuno può occupare, non c’è un giusto o sbagliato, ma solo un corretto per te. Il corpo è un dono. Proteggilo. Abbine cura.

Poi Angelo descrive la cerimonia del kirtan che si celebra mensilmente a Casa  Yog: "Quando ho partecipato per la prima volta al kirtan, entrando nella sala ho trovato una trentina di persone sedute che cantavano mantra all’unisono mobilitando una massa di energia impressionante, semplicemente accompagnati dal suono di un semplice tamburo. In una mente razionale il primo pensiero che emerge è la paura, che ripetere in maniera ossessiva questi mantra si rischia di lasciarsi ipnotizzare, questo però ti porta inevitabilmente ai margini dell’esperienza, a starne fuori, e quindi  pur rimanendone affascinato, ad essere spettatore".  Il kirtan, che si basa sul canto di veri mantra, è il momento di liberazione delle emozioni, o d’incontro con un lato nascosto del proprio sé. La modalità tradizionale praticata a Casa Yog è fatta con l’ausilio della cimta (uno strumento musicale che assomiglia alle molle del camino con piccoli piattini metallici) e il pakhawaj (un tamburo orizzontale con due facce contrapposte che si suona sia con la mano destra, che con la sinistra).  Il kirtan è un’estensione di ciò che avviene all’inizio o alla fine di ogni lezione di asana ossia il cantare per tre volte l’AUM ( o OM ) che è il cuore dello Yog, la sillaba sacra.

Poi l'autore sottolinea il Non senso della vita in questo periodo storico: "Per le aziende, le persone l’avidità è eletta a principio regolatore, per mantenere questa curva esponenziale non rimane che concedere al drago il pianeta e le sue risorse".  Sottolinea inoltre, l'ignoranza e la confusione totale che regna in Occidente, mangio pesce e sono vegano, ho già l’iniziazione e il mantar. 

Inoltre, in Occidente c’è la ricerca ossessiva di diplomi e certificazioni invece di ricercare una strada per ottenere la pace e per uscire dal caos. "Oggi il karam di tutto il mondo è peggiorato, aumentano le malattie, l’alimentazione è inquinata…, in questo periodo di kali yuga, dove tutto è inquinato, anche mentalmente, ognuno deve cercare di migliorare se stesso. Lo Yog è una perla preziosa: dire Yog è dire vita perchè può curare il mondo, la società, e, alla fine, ognuno di noi. Ma se siamo noi, la società, il mondo, a vannamarchizzare lo yoga, allora lo Yog non diventa altro che una perla si, ma da sbriciolare sotto i denti e sputare sul marciapiedi".

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Appendice.   

Il Gayatri Mantra noto come Savitri mantra, dedicato a Savitri: il Sole: OM Bhr bhuva svah Tàt savitur vàre(i)yam,  Bhargo devasya dhmahi Dhiyo yo na prachodayt.                                                        La traduzione di Swami Vivekananda è la seguente: “Meditiamo sulla gloria di colui che ha creato questo universo; che Lui possa illuminare le nostre menti".

OM TAT SAT, queste tre parole, designano il Brahman. Il pravana, la sillaba sacra OM è il suono primordiale della creazione, l’eco inesauribile del Brahman, il principio assoluto, TAT si traduce con il pronome dimostrativo quello, il disvelato, SAT è il participio presente del verbo essere ed indica “Ciò che è”.  

sabato 27 marzo 2021

Casa Yog, Yogi Gyanander

 Casa Yog      https://www.casayog.com/

Se vuoi fare la conoscenza di un vero Yogi indiano, e non puoi andare in India, ti consiglio di andare a Casa Yog vicino Perugia.

Nato a Busana, un villaggio a 150 km da Delhi, Yogi Gyanander, era ancora un bambino quando ha scoperto la via dello Yoga,  E' venuto in Italia nel 1986 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Garda. 

Dopo due anni tornò in Italia e si stabilì a Perugia dove aveva conosciuto degli amici e qui da anni insegna il vero  Yoga.

La gente continua a cambiare centri e maestri e nuove pratiche perché ha tanto vuoto dentro da riempire ed è in continua ricerca di nuove strade, ma anche questi maestri a loro volta cercano chi possa far vedere loro la strada perché non sono soddisfatti ancora di quello che hanno trovato e si sentono vuoti ma se continuano a cercare un giorno troveranno finalmente il nettare.

La biografia del Maestro Gyanander la puoi trovare al seguente link: https://www.casayog.com/yogi-gyanander-about-me/


Altri link utili:

domenica 12 settembre 2021

Casa Yog: tra contaminazioni, mode, e yoga tradizionale

Tra mode e appassionati vip, una sosta a Casa Yog per andare alle radici di una disciplina antichissima. Articolo di Marcella Calzolai.

L'India ha istituito un ministero autonomo dedicato, oltre che alla medicina ayurvedica e all’omeopatia, proprio allo yoga. L’Onu ha fatta propria questa disciplina, e la giornata dedicata allo yoga sarà celebrata in 170 Paesi, anche in Italia. E, siatene certi, per ogni dove - giardini, tivù, docufilm, web… - sarà dato di ammirare giovani e anche non, a testa in giù e gambe all’aria.
Ormai è un dilagare, fanno yoga attrici come Jessica Chastain, sportivi come l’ex stella del Manchester United, David Beckham, celebrità come Madonna e Lady Gaga. In America lo praticano 20 milioni di persone e a questa disciplina sono destinati sostanziosi finanziamenti, ma anche in Italia i fans sarebbero un milione e 200 mila. 

Dal “bikram” al “voga”. E basta sfogliare qualche rivista o curiosare in rete per avere anche solo un’idea di del chi-come-quanto-dove. Alcuni esempi? C’è l’antigravity yoga, lanciato anni fa da un coreografo americano, ma c’è anche il “bikram yoga” ideato da un maestro di Los Angeles che ha depositato 26 brevetti per altrettante posizioni, la londinese Juliet Murrell si è inventata il “voga” che mixa le classiche asanas a un ballo anni Ottanta. E il trend per i patiti della montagna è lo “snow yoga”: si tratta solo di aspettare la neve...

Il karma di politici e non.  Lo yoga è entrato anche in azienda, così ecco i manager votati alla «disciplina antistress che potenzia la creatività», i banchieri di Davos alla ricerca del loro karma, e l’anno scorso al World Economics Forum ben 25 sessioni sono state dedicate al benessere con inclusione della meditazione che consente di «guardare al mondo con occhi diversi” e ai dirigenti al top di “prendere decisioni migliori». Per cui, di rigore è raccomandarlo ai nostri governanti. 

Cani stressati (e gatti no). Anche la scienza ha posto l’accento sugli effetti di questa antichissima disciplina. Segnala una ricerca, offrendone le prove, che “lo yoga plasma mente e corpo”, mentre dalla risonanza magnetica risulterebbe che «la meditazione spegne i pensieri nocivi». Pare anche che yoga e meditazione siano un aiuto contro l’ipertensione. E tranquilli se avete Fido un po’ su di giri: c’è lo yoga per cani stressati, in attesa di quello per gatti stressati. Un giro sul web e, tra i tantissimi hashtag, troverete anche lo yogaforskateboarders e lo yogaforlovers.

Interpellando Gyanander.  Lo yoga, insomma, non solo non è mai passato di moda, ma viene sempre più imitato, mescolato, contaminato. Come non chiedersi allora: ma cos’è davvero lo yoga?  E dove andare a cercare la risposta se non a “Casa Yog” per interpellare un vero yogi qual'è Gyanander. 

Il maestro indiano Gyanander è nato a pochi chilometri da Delhi, ha iniziato a praticare yoga da bambino, otto anni nella foresta sono stati la sua scuola, ha insegnato yoga alla Delhi University, vive a Perugia dal 1986 e qui molti anni fa con Chiara Colucci ha aperto  “Casa Yog” dove tiene corsi di yoga e seminari. 

La sorpresa dello yogi. Avverte subito Gyanander, anticipando la  domanda: «Quando un occidentale chiama  Casa Yog, chiede: che tipo di yoga insegna lei?». E, a questo punto, è facile comprendere il perché. 
Ma la risposta? «Veramente rimaniamo senza voce perché non sappiamo cosa rispondere». 
Già, per capire, bisogna frequentarla Casa Yog, un casale immerso nel verde a San Marino di Ponte Rio, un orto rigoglioso vicino alla riva del fiume e un oliveto non contaminato dalla chimica garantiscono freschezza e sapore alla mensa rigorosamente vegetariana. 
Ci sono molte persone che vengono da varie parti d'Europa e c’è chi viene addirittura dall’India per seguirne i corsi. 
Ci si ritrova insieme dopo le lezioni a colazione o a cena per gustare un goloso riso con lenticchie decorticare, zenzero e peperoncino e parlare dell’origine dello yoga… 
A proposito, maestro, consenta la domanda “profana”: ma che tipo di yoga, allora, si fa qui? E Gyanander: «Non esistono diversi tipi di yoga, lo yoga è uno. È stato insegnato diecimila anni fa da Krishan durante la guerra Maha-Bharat, è scritto nel Bhagavad Ghita. E ancor prima lo ha insegnato Shiv a sua moglie Parvi». 

L’incipit? Purificazione. Già, perché nei versi in sanscrito di quel poema è racchiusa tutta la dottrina dello yoga. Ma, maestro, vogliamo provare a tradurre per capire in concreto qualcosa di asanas, pranayama e meditazione?                     «Intanto, prima delle Asana e di qualsiasi altra cosa, dobbiamo imparare lo Shat Karam, cioè le pratiche di purificazione degli organi interni del corpo, il che vuol dire svuotare completamente l’intestino di ciò che abbiamo mangiato la sera prima, perché se l’intestino non è pulito non solo le asana non daranno benefici, ma neanche si vivrà bene la vita quotidiana». Del che chiunque può avere un riscontro concreto.

La scienza del respiro. E le asana?        «Sono posizioni mirate a stabilizzare il corpo fisico, mentre nella moda occidentale si fanno questi esercizi in movimento, cosa che non si trova in alcun versetto né in alcun antico libro di yoga. E imparare a stabilizzare il corpo fisico è fondamentale per il pranayama». E con ciò siamo alla “scienza del respiro” sulla quale è accesa l’attenzione delle neuroscienze. Quali sono gli effetti? «Ci sono una serie di tecniche atte ad aumentare la nostra naturale capacità di assorbire ossigeno attraverso la respirazione. Imparare a respirare è fondamentale e il riuscire a farlo è come superare un muro che ci impedisce di entrare nell’altra parte di noi. Ovvero il pranayama consente di passare dal conscio al subconscio e quindi all’inconscio».

Fermare il pensiero. E le mudra?       «Sono speciali asana che, se praticate col pranayama, ne potenziano l’efficacia».  La meditazione…         «Sulla quale si è molto concentrata l’attenzione dell’occidente!». Vero, ma dica lei:                    «Prima di fare meditazione, intanto dobbiamo espandere la consapevolezza. Questa espansione della consapevolezza, che nei testi yoga si chiama Dharana, nei libri occidentali viene chiamata concentrazione della mente, ovvero riuscire a fermare il pensiero…». Il che risulta ben difficile da fare anche solo per cinque minuti. «Esatto, ma sviluppando la consapevolezza succede. E allora puoi guardare dentro di te».

Non fitness, ma benessere. Inutile entrare, qui, in altri complessi capitoli dello yoga come il kirtan, il tantra o il samadhi. Solo una considerazione: se lo yoga è uno, altro non può essere se non quello che hanno tramandato le antiche scritture. E ha molto a che vedere certamente con il benessere, ma nulla con la fitness. Meditate gente…

lunedì 24 gennaio 2022

Il grande Maestro indiano Gyanander spiega che cosa è lo yoga

Gyanander è un grande Maestro yoga che vive da molti a Perugia nell'ashram Casa Yog.   vedi link: https://www.casayog.com/             Nel testo seguente spiega che cosa è lo Yoga.

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri. Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro, Il maestro che Gyanander ha avuto è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar, e questo libro è stato ed è la guida del percorso di Gyanander.

L’uomo è di fronte a due vie: quella di indagare il mondo esterno attraverso la scienza e indagare sulla propria interiorità attraverso lo yog. I due aspetti, scienza e vita spirituale sono inscindibili ed in ogni caso per iniziare un percorso occorre staccare la mente dal mondo.   Un antico testo di yoga chiamato Hatha yoga pradipika al capitolo 4 verso 144 dice: "Se il prana non sale lungo la susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

Yog è l’unione di due energie pran e apan (pran l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo. Yog è l’unione di raj, l'energia maschile  e viriya, l'energia femminile.

La brocca è nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mischia all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione. In Occidente non si registrano grandi successi spirituali perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro: "sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. La presenza di un Sat guru, un maestro illuminato è un buon Karam e senza diksha, la cerimonia di iniziazione,  non si potrebbe nemmeno iniziare un percorso spirituale. Dopo la cerimonia dell’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede. 

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal subconscio (chit). Il subconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità). Solo quando renderemo limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e cominciare il cammino verso Dio.  Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog degli otto scalini) bisogna trovare il posto adatto, seguire le regole sociali (yam) sottolineate e seguire una disciplina personale (niyam).

Così come prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, così prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama.  Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo energetico/astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi.   Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).  La malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili.

L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della generazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo.Malattia allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e le difese naturali.  Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico. Patanjal Yog Darshan dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran). Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.  Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia). Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

domenica 12 settembre 2021

Chi sono Io? - Yogi Gyanander

 Chi sono IO ?  Considerazioni del Maestro Yoga Gyanander.  Per sapere chi è Gyanander  Vedi link

Voi siete impegnati a cercare solo cose belle, discorsi piacevoli, amici simpatici, cibi appetitosi, belle case, mogli e bambini amorevoli, mariti leali. Ogni cosa deve essere simpatica, perfetta e buona. Prima di imparare chi voi siate dovete apprendere il suo contrario: il disequilibrio. Per conoscere chi siete, dovete entrare dentro di voi, e lì scoprirete che il bello è poco e il brutto è tanto.

La religione inizia e finisce con i rituali, le credenze, le scritture … i canoni. La spiritualità, invece, comincia dove finisce la religione. Una persona intenta a perseguire la spiritualità non segue  questa via perché desidera cose materiali, né perché ha paura di Entità elevate. No. E' interessata a comprendere la “Reale Natura e l’Essenza” di se stessa, e gli eventi che le determinano. E quando comincia a realizzare che il corpo non è l’ultima meta, non è la Realtà Assoluta, comincia a chiedersi cosa ci sia al di là di questo livello esistenziale. E quando poi inizia a realizzare che nemmeno la mente è la Realtà Assoluta, si chiede cosa si trovi anche al di là di essa.

Esattamente allo stesso modo, la spiritualità è un processo di comprensione della Totalità di noi stessi: dalla materia allo spirito, dal grossolano al causale, dal visibile all’invisibile, dal manifesto all’immanifesto, di tutti gli elementi che costituiscono la nostra realtà. La moralità e la religione sono una cosa e la scoperta delle vere componenti della tua natura sono un’altra cosa. Qualunque cosa sia la materia, essa non è omogenea, non è composta da un solo elemento, da una sola cosa: è una composizione di molti elementi. 

Allo stesso modo, l’IO” non è omogeneo, anch'esso è una composizione di corpo, sensi, forze mentali, prana e spirito combinati insieme. L’insieme di tutte queste combinazioni costituisce il mio “Io”, e mi fa credere di essere la mia Identità ed Essenza. Per capire l’Io devi fare esperienza del corpo, dei sensi, della mente, del prana, di buddhi (intelletto), dell'ego e dello spirito. Tutto questo a differenti livelli. Ricorda che l’esperienza è una cosa, la Conoscenza un’altra. C’è una differenza ben definita fra l’Esperienza e la Conoscenza: l’esperienza è conoscenza intima.

Oggi, non solo io, ma anche alcuni miei allievi che si fidano di me, quando fanno il pranayama, perdono coscienza del corpo, anche se la mente continua a funzionare. In quei momenti dicono: non sono il corpo, sono la mente. E quando continuano a praticare per mezz’ora il pranayama, perdono anche la mente, ma continuano ad avere una “Presenza”, continuano cioè a rimanere “Presenti a loro stessi”! Non è possibile comunicare a parole cosa si provi durante questa esperienza: si deve e si può solo farne esperienza diretta. 

Il corpo non c’è, la mente non c’è, l’ego non c’è, l’intelletto non c’è, però rimane questa “Presenza a se stessi”, a proposito della quale non si può dire se, al di là di essa, ci potrà essere altro,  né, naturalmente, cosa. Questo è ciò che lo Yog chiama “Sat, Cit, Anand” (verità, consapevolezza e beatitudine) ed è ciò che dobbiamo sperimentare.

Quando gli occhi sono chiusi, puoi ancora vedere. Quando la mente è chiusa, puoi ancora vedere. Quando le visioni sono chiuse, puoi ancora vedere. Quando ogni cosa è bloccata e tutte le funzioni sono bloccate, tu puoi ancora vedere. E cosa vedi? La Verità! 

martedì 25 maggio 2021

Che cosa è lo yoga. Considerazioni tratte dall'insegnamento del Maestro Gyanander

Considerazioni tratte dall'insegnamento del Maestro Gyanander 

https://it-it.facebook.com/Casa-Yog-482211071985332/videos/yogi-gyanander/564576887082083/

https://www.youtube.com/watch?v=NJrG5uQaYb4

Un antico testo di yoga chiamato Hatha yoga pradipika al capitolo 4 verso 144 dice: "Se il prana non sale lungo la susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

Tra mille uomini, forse soltanto uno aspira alla perfezione. E, tra quei mille che aspirano alla perfezione, soltanto uno mi conosce veramente”. Bhagavad Ghita capitolo 7:3.

Oggi in occidente ci sono molte persone che insegnano, parlano e giudicano lo yoga senza conoscere a fondo il suo vero significato e senza averlo mai veramente praticato. Non si può parlare della scienza dello yoga senza averla sperimentata su di sé.

In realtà la parola yoga è spesso usata spesso senza cognizione di causa. Lo yoga non è né una religione né una filosofia, non è né magia né misticismo. Il fatto che dalle pratiche yoga si possano ottenere risultati miracolosi come il mantenimento della giovinezza, la sconfitta delle malattie o dei poteri particolari, fa apparire questa disciplina come avvolta da un alone di mistero. Lo yoga è un antica scienza mentale, fisica e spirituale. E’ la scienza del sé pervenutaci dagli antichi rishi dell’India e tramandata da Maestro a discepolo.

Lo yoga non è fatto né per la mente né per il corpo, la mente ed il corpo sono solamente dei mezzi per arrivare alla scoperta del Sé o dello Spirito Universale.

Lo yoga ci dà gli strumenti per raggiungere questa realtà mediante un duro lavoro che può durare anni o addirittura una vita o varie vite. Le due energie con polarità diverse che sono in noi: shakti (energia) e shiv (consapevolezza) si uniscono e si manifesta una grande estasi. Il risultato è la perdita dell’individualità e ogni cosa diventa Sé. E’ probabile che nemmeno la dura e onesta fatica che si compie durante una o più vite sarà sufficiente per risvegliare la kundalini. Il nostro corpo possiede già le due polarità necessarie a questo risveglio. L’unione del prana e apana, Sole e Luna, ida e pingala, uomo e donna porteranno al risveglio dell’energia che si trova alla base della colonna vertebrale. Questa energia ha la forma di un serpente di sesso femminile coricato su tre cerchi e mezzo con la coda in bocca ed è meglio conosciuta come kundalini shakti.

La kundalini non è né un'illusione né una suggestione, è una sostanza biologica molto sottile che si trova nel corpo umano. Il suo risveglio crea degli impulsi elettrici attraverso il corpo e la colonna vertebrale che possono essere percepiti con degli strumenti scientifici moderni. La kundalini è il potere primordiale e lo scopo dello yoga consiste nella liberazione di questa energia.

Se la kundalini rimane dormiente l’uomo rimane allo stadio di un animale. Anche la pratica più intensa di yoga non aiuterà l’uomo ad acquistare la conoscenza del sé se la sua kundalini sta dormendoIl risveglio della kundalini dà la liberazione agli yogi.

Un argomento su cui in occidente si fa molta confusione e su cui si può addirittura ottenere un diploma è l’opera Yoga sutra di Patanjali. Nella sua opera si parla di otto scalini dello yoga detti astanga yoga. Questi otto scalini sono: yama, niyama, asana, pranayama, pratyhara, dharana (concentrazione), dhyana (meditazione) e samadhi (estasi).

Si crede che esistano molti tipi di yoga e che i vari gradini che lo compongono possano essere insegnati separatamente. Questi otto aspetti (astanga vuole dire anche membra dello yoga) devono essere portati avanti contemporaneamente. E’ come dire di fare meditazione senza lavorare prima sul corpo.

In questo suo libro egli scrive a proposito delle Asana (2:46) “Quella posizione che si può mantenere a lungo, immobile senza dolore, che ti porta velocemente al successo nelle tue pratiche è chiamata asana”.  

La controversia sta proprio su questo versetto poiché in occidente non vengono insegnate le posizioni di yoga ma dei semplici esercizi ginnici come ad esempio il noto esercizio chiamato suriya namaskar o saluto al sole. Gli esercizi ginnici non fanno parte dello yoga poiché producono una dispersione dell’energia e danneggiano il corpo. Ciò che si fa in occidente con il nome di Patanjali è proprio contro lo yoga perché sia nell’opera di Patanjali che in qualsiasi altro libro di Yoga non esiste un solo versetto che parla di posizioni di yoga fatte di movimento.

Tra le altre numerose mode occidentali bisogna annoverare anche la cosiddetta “cucina ayurvedica”. Essa in realtà è priva di fondamento perché non esiste una cucina ayurvedica ma soltanto una medicina ayurvedica.  Tra le fantasie occidentali possiamo parlare anche della meditazione che non significa né bloccare la mente né sfuggire da sé stessi e dal mondo.

Solo quando tutti i sanskar, che gli scienziati chiamano archetipi, trasformati da karam (le azioni belle e brutte di questa ed altre vite) saranno distrutti nel tuo cit (subconscio), solo allora si può parlare di meditazione. Un tipico blocco spirituale riguarda le persone fortemente religiose, che per paura sfuggono la loro vera natura umana, reprimendo desideri subconsci e la loro vera personalità.

il mantar e il pranayama sono gli strumenti più importanti dello Yoga. In occidente si pensa che il mantar o mantra abbia a che fare con le divinità religiose ma non è così. Il mantar non ha nulla a che vedere con le religioni, è soltanto una parola priva di significato. I mantar sono espressioni della consapevolezza trascendente sotto forma di suono. Questi suoni non sono stati prodotti da un essere vivente ma sono stati uditi in uno stato di samadhi meditativo molto profondo dagli antichi rishi. Secondo la tradizione l’iniziazione al mantar può essere data sia dal Maestro che dalla propria madre o tramite il ricordo della vita precedente, ma in passato veniva sempre data dal Maestro. Un mantar non può mai essere comprato o venduto, un mantar ottenuto in questo modo non avrà mai alcun effetto sulla consapevolezza.

Che cosa è l’esperienza nello yoga? E’ affrontare le situazioni della vita con pace, coraggio e comprensione. 

Da tempo immemorabile centinaia di migliaia di maestri sono nati sulla terra per guidare gli uomini sulla strada della spiritualità. Il ruolo del Maestro è molto importante nella vita degli uomini. Per Maestro non intendo quelli con diplomi e certificazioni che si trovano in occidente nelle associazioni o nei centri spirituali ma colui che ti permette di aprire un centro spirituale nel tuo cuore dove risiede il Signore supremo, il Sé.     Maestro non è colui che ha molti anni di esperienza nell’insegnamento dello yoga o colui che ha una folla di discepoli o che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Veda, il Vangelo, il Corano e il Sanscrito latino.

Il Maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace e il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o non abbia nemmeno un discepolo.  

giovedì 4 novembre 2021

La meditazione - Maestro Gyanander

 Dal libro Yog album del Maestro  Gyanander  Vedi link             Vedi sito

Yogi Gyanander è un grande Maestro indiano venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Garda. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga. Fu controllato da telecamere, ne parlarono le tv e tutti i giornali. Poi rientrò in India e dopo due anni tornò in Italia e si stabilì a Perugia dove aveva trovato amici cari, spiega, «avevo capito che c’era chi aveva bisogno di me». E qui da anni insegna lo Yoga.  Ha pubblicato il suo Yoga Album che raccoglie anni di studio e soprattutto di esperienza. E' un testo scritto a mano in italiano e in sanscrito.

Nei capitoli VI , VII, VIII del testo si parla della concentrazione, della meditazione e del samadhi.  

Dharana,  concentrazione
(capitolo VI).   Fissare la mente su un oggetto, è il sesto scalino dell’ashtanga yog, osservare i pensieri, adottare la tecnica del testimone, soffermarsi su ogni figura lo stesso tempo, dall’elemento più grossolano al più sottile, percorso evolutivo verso l’assoluto, visualizzazione dei simboli durante kumbak (la ritenzione del respiro). 

Dhyan, meditazione (capitolo VII).    Dhyan significa un solo pensiero, l’anima individuale si scioglie nel puro eterno spirito assoluto, la meditazione non è una fuga dalla vita e da se stessi, al contrario la comunione con l’io profondo, con gli stati inconsci e profondi e risolvendo i nostri conflitti interiori ci permette di agire in modo più efficace e appagante del mondo,

Nel testo Gheranda Samhita sono riportati tre tipi di meditazione:

  •  sulla forma divina, 
  •  sulla kundalini, 
  •  su forme di luce.  

Nel testo Bakti Sagar sono riportati quattro tipi di meditazione:

  • Una grossolana, sulle varie del corpo, dai piedi alla testa e viceversa,
  • Sui chakar, da muladhara a sahasrara,
  • Più sottile, sul punto tra le sopracciglie,
  • Abbandonando il piano dell’esistenza materiale.

La mente è divisa in sette parti, nello stato ordinario ne funziona una soltanto; le malattie non vengono dall’esterno ma esistono nella mente, quando il seme viene a maturazione si manifesta nel corpo. Per la meditazione occorre:

  • dedicare del tempo in maniera costante, possibilmente la sera,
  • un posto adatto, possibilmente piccolo e bianco, illuminato da una piccola luce, profumato dall'incenso,
  • adottare una tecnica, e ciò dipende dalla personalità del praticante. Ci sono due tipi di meditazione: con forma – Saguna;  senza forma Nirguna.  Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

La pratica Nirguna, è una pratica sui suoni, quando le nadi (i canali energetici) sono purificate si ode il suono Nad;  per udire il suono Nad nella meditazione occorre chiudere le orecchie con cera di api, tenere la lingua attaccata al palato, fare mula bandha (contrazione muscoli alla base della colonna), le dita delle mani devono essere tenute in chin mudra. La pratica Nirguna (senza forma) utilizza il respiro e il pranayama, durante l'espirazione si pronuncia il japa mantra "Ham", durante l'inspirazione si pronuncia "So".  Occorre rimanere consapevoli delle fasi della respirazione per almeno cinque minuti cercando di visualizzare l’energia, una luce bianca che sale dalla colonna toccando i più importanti ciakar.   Piano piano si deve cercare di allungare il tempo dell’inspirazione e dell’espirazione.  Poi mentalmente fare il percorso inverso a ritroso ripercorrendo le tappe esposte però utilizzando minor tempo ( due minuti).  Cercare di ripetere il mantra "So Ham" anche nella quotidianità.

Pratica Saguna (con forma ) è una forma di meditazione in cui si usano i mantra (il più importante è "Ram", Ra significa sole e Ma luna ). Non c'è  differenza tra i mantra "Ram" e "AUM" (pronunciato OM). Per praticare questa forma di meditazione recitare il mantra "Sita Ram", tenendo la mala (un rosario indiano formato da 108 grani in legno di tulsi) nella mano destra, a livello del cuore o sulle ginocchia  e facendo scorrere i grani. Nella meditazione si usa nella mano destra (anche se si è mancini) passando i grani tra il pollice e il dito medio. Dopo qualche giro completo, socchiudere gli occhi, guardare in basso, sussurrare il mantra; Dopo qualche altro giro, chiudere gli occhi, ripetere il mantra mentalmente.  Aggiungere poi  mula bandha e nabho mudra ossia si ruota la lingua contro il palato molle e shambhavi mudra (sguardo fisso al centro tra le sopracciglia).  Piano piano, occorre aggiungere consapevolezza sul respiro e provare a visualizzare il respiro che sale dalla base della colonna fin sulla sommità della testa e poi scende.

La meditazione Nirguna e Saguna insieme. Ripetendo il mantra "OM" la meditazione assume la qualità Nirguna, Om è il suono primordiale, che può essere percepito quando la mente ha trasceso la polarità del mondo materiale, a quel punto "So Ham" finisce, perché il praticante è entrato in Turya, il quarto stato della mente dove l'individualità svanisce. Facendo la meditazione possono affiorare numerosi pensieri, e questi sono i frutti del Karma ed è  importante restare testimoni. 

Meditazione tramite kirtan. Il kirtan (la ripetizione continua di un mantra) è una  pratica di Nad Yog (yoga del suono) ed aiuta a liberare il lato emozionale della persona, infatti il kirtan è una pratica di meditazione in cui l'individuo cerca di  lasciarsi andare alle emozioni, liberandosi da blocchi mentali ed inibizioni. I Mantra impiegati sono a pag 190 del testo.

Samadhi, (capitolo VIII) il cui significato letterale dal sanscrito è sam equilibrio e dhi intelletto, è lo stato più alto della meditazione in cui la mente perde la sua individualità, il meditante e l’oggetto si fondono l’uno nell’altro.  Senza maestro è impossibile arrivare ad entrare in samadhi e per farlo si possono applicare sei metodi: 

  • - Dhyan
  • - Nad
  • - Rasanad
  • - Lay
  • - Bhakti
  • - Raj

Il samadhi porta alla beatitudine e questa è la perfezione ricercata nello yog. Una volta arrivati al samadhi non rimane nessuna altra pratica da fare.  Per entrare in samadhi è indispensabile:

  •  restare nella posizione  padmasan (seduto a gambe incrociate)  per 3 ore e 48 minuti senza sforzo, 
  • conoscere le tecniche segrete del mula bhanda, (un termine sanscrito che vuol dire letteralmente “sigillo della radice” alla base della colonna. I bandha, infatti, sono contrazioni muscolari per veicolare il prana),  
  • fare khecari mudra,  girare la lingua e introdurla nella cavità interna del cranio, dietro il palato, e fissare lo sguardo nello spazio fra le sopracciglia,
  • fare ritenzione e astensione spontanea del respiro, in sanscrito è kevala kumbhaka,
  • avere le nadi (i canali energetici) purificate, in modo particolare la sushumna nadi, e aver fatto shank praksalan (il difficile nome di shank prakshalan significa “lavaggio della conchiglia”  o dell'intestino),
  • mantenere il contatto con la madre terra.

Quando si giunge in samadhi le azioni (karam) cessano e gli archetipi del subconscio (sanskar) si estinguono e al loro posto resta solo purezza, si resterà in stato di Turiya, in questo stato la persona in samadhi è sveglia per Dio e dorme per il mondo.

sabato 20 novembre 2021

Centri di formazione yoga

 

Per fare chiarezza su certificazioni, accreditamenti e riconoscimenti nel campo dello yoga dai un'occhiata al seguente link  https://www.yogaitalia.org/certificazioni-accreditamenti-e-riconoscimenti-facciamo-un-po-di-chiarezza/

Sotto sono riportate varie scuole di formazione e centri yoga:  

L'università Bihar Yoga Baharati che ha sede nel Ganga Darshan, Fort Munger, Bihar, in India. Prima università dello Yoga nel mondo interamente dedicata allo yoga, è stata riconosciuta come Università dal governo dell'India nel giugno del 2000. Frequentare i suoi corsi significa poter scegliere tra un corso di Laurea in Filosofia dello Yoga, Psicologia dello Yoga, Applicazione della Scienza dello Yoga ed Ecologia dello Yoga. Le lezioni sono in inglese e per iscriversi  occorre superare i test di ingresso di cultura yoga. Vedi link

Federazione Europea Yoga - Il presidente della Federazione è il Maestro Amadio Bianchi. L'EYF, attraverso il suo Comitato Pedagogico, tenendo conto delle caratteristiche e dei requisiti delle diverse tradizioni e scuole d'Europa, ha stabilito un programma fisso minimo standard per la formazione degli insegnanti di yoga che sarà obbligatorio per tutte le scuole per ottenere la certificazione dalla Federazione Europea di Yoga.       Vedi link 

Federazione Mediterranea yoga - Il presidente della FMY è Wanda Vanni. Obiettivo fondamentale  della Federazione Mediterranea Yoga è quello di diffondere la disciplina dello yoga nel rispetto della tradizione. Da più di 15 anni la FMY è impegnata nella diffusione dello yoga attraverso convegni, seminari di specializzazione e corsi di formazione. Essa ha scuole di formazione per insegnanti yoga di grande prestigio con programmi equiparati a livello europeo a Milano, Roma e Catania con docenti italiani e stranieri di rinomata esperienza trentennale.E’ membro associato dell’Unione Europea di Yoga ed ha il Patrocinio del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania per l’eccellenza delle sue Scuole di formazione. I suoi corsi di formazione hanno durata quadriennale e si fondano sugli aspetti più importanti espressi dai testi della tradizione e sulla loro applicazione. Vedi link

Centro studi di yoga  -   Il Centro Studi Yoga Roma nasce nel 1981 su iniziativa di Barbara Woehler, i responsabili del centro sono Barbara Woehler e il Maestro Antonio Nuzzo.
Sin dalla sua fondazione il Centro ospita tavole rotonde e seminari con alcune delle personalità più importanti e influenti del mondo dello yoga e con esperti e studiosi delle tematiche della maternità e della gestazione.
Dal dicembre del 2000 hanno inizio i corsi quadriennali residenziali di formazione insegnanti yoga tenuti da Antonio Nuzzo attraverso l’Advaita Yoga Sangha.  Barbara Woehler conduce il corso di specializzazione su Yoga e Donna e parto per insegnanti yoga ed operatori del settore.                Vedi link

Accademia yoga 1969  - I responsabili sono il Maestro Giorgio Furlan ed Elisabetta Furlan. L'Accademia Yoga nasce nel 1969 ed è la prima scuola di Yoga e cultura orientale a Roma.  Fondata e diretta dal Maestro Giorgio Furlan allo scopo di diffondere la millenaria Scienza dello Yoga nel mondo occidentale, secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati (Rishi) dell'India.  Vengono perciò insegnati e praticati tutti i vari sentieri e metodi dello Yoga con lo scopo di favorire il  benessere, la crescita personale e la spiritualità più profonda, in linea con le antiche tradizioni dell'India. All'Accademia Yoga fanno capo molte altre iniziative, alle quali gli associati possono partecipare.    Vedi link

Il Centro Yoga Sivananda Vedanta di Roma -  Fa parte degli International Sivananda Yoga Vedanta Centres, la più grande organizzazione di Yoga al mondo fondata per Swami Vishnudevananda, con oltre 50 centri ed Ashram (luoghi di ritiro Yoga).  Il Centro propone l’insegnamento dello Yoga classico, così come è stato insegnato daSivananda e il suo discepoli Swami Vishnudevananda.  Lo scopo dello Yoga è quello di trovare la pace interiore. I Centri Internazionali Yoga Vedanta Sivananda sono un’organizzazione senza scopo di lucro diffusa in tutto il mondo. Vedi link

L'Ashram Joytinat di Corinaldo (Ancona)  è un Ayurveda Ashram tradizionale, un luogo immerso nella natura, ideale per rilassarsi e rigenerarsi. Guidato dal Maestro Swami Joythimayananda, Acharya (Maestro di Yoga) e Vaidya (Sapiente Ayurvedico).  Organizza corsi di Formazione Yoga tradizionale per la crescita interiore: un percorso "Gurukulam" del Maestro Swami Joythimayananda.  Vedi link

Casa Yog. L'ashram è guidato dal Maestro indiano Gyanander, che vive da molti anni a Perugia. “Casa Yog”, così è stato chiamato l’antico casale situato nel cuore dell’Umbria, a pochi minuti dal centro storico di Perugia, immerso nel verde delle campagne umbre lontano dai ritmi veloci delle metropoli e dall’inquinamento.  Casa Yog non è un vero centro di formazione in quanto non rilascia certificati, ma è un vero centro yoga dove questa disciplina viene insegnata seguendo una tradizione millenaria. Gyanander è venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Gard. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "Samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga.   Vedi link

Federazione Italiana Yoga.  La FIY, fondata nel 1974, è la più antica e prestigiosa associazione di insegnanti di Yoga attiva in Italia. Il Presidente Onorario FIY, Antonietta Rozzi, unica donna in occidente, ha ricevuto il prestigioso Yoga Award 2019, premio internazionale ricevuto dal Primo Ministro Indiano Modi per il suo grande impegno, competenza e serietà nella divulgazione dello Yoga. La scuola di formazione per aspiranti insegnanti di yoga adotta il P.B.E. (il Programma Base Europeo) che regolamenta e garantisce uno standard elevato nella formazione degli insegnanti Yoga.  Per iscriversi all'Albo Insegnanti Yoga é necessario possedere un diploma ottenuto presso gli Istituti di Formazione della FIY o da questa riconosciuti, frequentare almeno un corso di aggiornamento l'anno ed essere iscritti, da almeno due anni, alla Federazione.    Vedi link

L'Accademia di Cultura Orientale con sede a Roma, ha attivato un corso triennale il quale sviluppa un vasto programma: dall'anatomia allo studio dei testi classici dello Yoga, dalla fisiologia delle tecniche Yoga allo studio degli altri Dharshana e delle religioni dell'India. Per accedere al corso è necessario avere già acquisito i fondamenti della pratica tramite la frequentazione (attestabile dall'insegnante) di un corso Yoga nella propria città di provenienza.

La Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia è un’Associazione Culturale che non persegue fini di lucro, fondata in Italia, a Torino, nel 1982, allo scopo di diffondere ed insegnare lo Yoga. Tiene corsi di Yoga a tutti i livelli, anche per aspiranti insegnanti; il corso di formazione per istruttori, della durata di due anni, segue il metodo Satyananda Yoga sviluppato dalla Bihar School of Yoga e dalla Bihar Yoga Bharati (Bihar Yoga University) Munger, Bihar, India.  Vedi link

Centro Yoga Swami Vishnu, Centro di Pratica Yoga, Filosofia e Meditazione stile Sivananda a Spinaceto, presso l'Ass. Culturale Spinaceto Cultura nasce nel 2009. La fondatrice e direttrice è Roshni Sekhar, che è stata allieva diretta di Swami Vishnudevananda.  Lo Yoga che si insegna è lo Yoga classico che fa riferimento agli  ‘Yoga Sutra’ e ‘Hatha Yoga Pradipika.  Oltre alle regolari lezioni di Hatha Yoga si tengono seminari di approfondimentosull’aspetto filosofico e spirituale dello Yoga. Regolarmente fanno interventi in alcuni Licei, cercando di spiegare ai ragazzi cos’è lo Yoga.  Propongono yoga nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.  "Health is Wealth, Peace of Mind is Happiness, Yoga shows the Way!" - Swami Vishnudevananda.   Vedi link

Yogabile promuove la coesione sociale, lo sviluppo culturale e intellettuale, attraverso l'offerta di corsi e conferenze, presentazioni di pubblicazioni che hanno come tema la diffusione della millenaria disciplina dello Yoga Tradizionale. E' impegnato nel preservare e diffondere lo Yoga Classico, seguendo la tradizione di Svami Sivananda di Rishikesh e dei Maestri Andrè Van Lysebeth e Gerard Blitz. Il responsabile del centro, Gian Piero Carezzato.   Vedi link

Ganapati  Scuola di Yoga di Vicenza - il responsabile è Claudio Fabris, si inspira all'insegnamento del Maestro Sri Sri Sri Satchidananda Yogi, lo Yogi silente di Madras, che ha codificato  una sequenza di 10 posizioni classiche   Vedi link

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...