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mercoledì 22 novembre 2023

Quale è il ruolo dei maestri yoga?

 A volte gli insegnanti di yoga, perdono l'orientamento, non sanno se il loro ruolo sia quello di intrattenere delle persone per farle divertire, dei G.I. (gentili intrattenitori), fare le guide turistiche in paesi esotici, essere dei consiglieri della salute, degli educatori al sorriso e alla risata, dei diffusori di sentimenti amorevoli, degli inventori di posizioni e pratiche originali, dei creativi del movimento, degli esperti per snellire i corpi degli allievi, dei terapisti della postura, degli educatori delle buone maniere, organizzatori di soggiorni in 'location' meravigliose e alberghi a 5 stelle. 

Insomma sarebbe bello sapere, quale è il loro vero ruolo?  - Antonio Nuzzo. 

Perchè un insegnante di yoga sente il bisogno di abbinare il suo insegnamento con:
Ginnastica, fitness, pilates, stretching, un sottofondo musicale, bagni sonori di gong, campane tibetane, suono del tamburo sciamano, trattamenti shiatsu, risata e yoga, yoga e qualche azione terapeutica, mindfulness, zen, rituali induisti, meditazioni buddiste, counseling, rebirthing, tarocchi, costellazioni familiari, training autogeno, corso di danza indiana, terme e bagni nel ghiaccio, corsi di difesa personale, il vela yoga, Kalaripayat, ecc.? 

Oggi la certezza è questa: Chiunque si iscrive ad un corso di yoga, non sa mai cosa gli verrà veramente propinato!  Questa cosa non succede a nessuna altra professione o attività sportiva.

Forse perché si cerca di arricchire lo yoga, oppure tutte queste pratiche non si potrebbero fare altrimenti, perché non riuscirebbero a sopravvivere da sole?  - Antonio Nuzzo

Il Maestro Antonio Nuzzo, è docente del Centro Studi Yoga Roma, ex presidente della Federazione Italiana Yoga e membro della Federazione Mediterranea Yoga.

venerdì 6 ottobre 2023

Sadhguru a Milano

Sadhguru (nato nel 1957), il cui vero nome è Jagadish Vasudev, è molto noto sui social (più di 11 milioni di seguaci ) ed è considerato uno dei più popolari guru indiani contemporanei. E' noto soprattutto in Occidente ed è considerato da molte persone sul percorso spirituale un punto di riferimento. 

Sadhguru non è un filosofo, né un maestro e nemmeno un religioso; è semplicemente un uomo alla ricerca, che in materie di spiritualità è tra le più autorevoli persone al mondo. Se per spiritualità però intendiamo la profonda conoscenza di sé stessi. Un mistico certo, ma assolutamente al passo con i tempi. Perché con il suo linguaggio semplice, accompagnato da una intelligente ironia, sa trasmettere concetti profondi, ma estremamente pratici. Invitato ad Harvard, ad Oxford, alle Nazioni Unite, alla FAO, all'UNESCO, ha parlato di quella crescita individuale che passa solo attraverso la consapevolezza, per inebriarsi della vita senza alcol né droghe, ma solo sperimentandola. Un messaggio che Sadhguru trasmette dall'inizio del suo viaggio, da quella esperienza mistica (avuta nel 1982, su una collina vicina a Mysore) che gli cambiò la vita.

All'Allianz Cloud di Milano, (il 1 ottobre 2023) erano in 4mila ad ascoltare le parole di Sadhguru, il mistico indiano amato dalle star hollywoodiane come Will Smith e Matthew McConaughey. E' stato il più grande evento di meditazione mai realizzato in Italia.

Sadhguru è salito sul palco tra gli applausi e i canti dei presenti e ha iniziato a ballare qualche passo davanti alla folla entusiasta. Poi ha tenuto un discorso di cinque ore in cui ha spiegato la sua visione della vita: "tutto ciò che accade nel mondo dipende da ciò che accade dentro di noi, quindi dobbiamo imparare a “controllare il corpo, la mente, le emozioni e le energie, e vivere una vita felice e appagante”.

Vedi: https://video.sky.it/news/spettacolo/video/sadhguru-a-milano-incontro-con-il-mistico-indiano-866745

Il guru ha interrotto il suo monologo solo per una breve pausa di meditazione collettiva di circa 15 minuti. La parte finale dell’evento è stata dedicata alle domande del pubblico.  La prima domanda è stata: “Qual è il senso della vita?”. E lui, che ha le idee chiare a riguardo, ne ribalta il significato: “A che serve, anzi a chi serve chiedersi qual è il significato della vita? Qual è il significato del sole che sorge, di un fiore che sboccia, del sorriso sul viso di un bambino? È solo la mente umana che deve trovare un senso per fuggire alla follia”.   Altra domanda: "Se non si trova un senso, almeno come si arriva alla felicità?”. La risposta per Sadhguru è semplice ed è dentro ognuno di noi: “Tutti abbiamo gli stessi bisogni, come mangiare e dormire, ma i nostri desideri sono diversi. Come trovare la felicità? Perché devi trovare la felicità? Quando eri bambino eri felice, poi cos’è successo?    Il problema è la capacità cerebrale che la maggioranza degli esseri umani non sa gestire”.  “Se non fate pace con la vostra mente come potete fare pace con il mondo – ha detto Sadhguru – Il problema del mondo sono gli esseri umani, perché non sanno gestire la loro mente”.  Sadhguru ha anche parlato del suo progetto di costruire una città in California – seguendo le orme dell’altro grande maestro indiano Osho – e forse anche una sede europea: “Prima pensavo fosse sufficiente costruire dentro il cuore delle persone, ora ho capito che alcuni rischiano di smarrirsi e che ci vogliono posti e persone dedicate che le aiutino”.

Sadhguru, letteralmente 'guru non istruito', non ha una formazione specifica sulle tematiche spirituali, e il suo insegnamento si basa solamente sulla sua esperienza interiore.  Ha organizzato l’evento a Milano per “portare il potere trasformativo della meditazione e dello yoga nel cuore dell’Italia” ed è comunque un personaggio controverso.

Jagadish Vasudev è nato a Mysore ed è figlio di un oftalmologo che non gli diede alcuna educazione spirituale. Dopo essersi laureato iniziò a girare l'India in motocicletta, sua grande passione, fondando assieme ad un amico un’impresa edile. La svolta mistica avvenne all’età di 25 anni, come raccontato dallo stesso Sadhguru in un Ted Talk del 2009 e in altre interviste. Nel 1982, salito in moto su collina vicina a Mysore, mentre era seduto su una pietra ebbe una esperienza mistica e una rivelazione: “Per la prima volta non sapevo cos’ero io e cosa non ero io, all’improvviso ero ovunque, la roccia su cui ero seduto, l’aria e l’atmosfera intorno a me, ero esploso in ogni cosa. Mi sentivo far parte del tutto". Quella fu la svolta. Jagadish Vasudev decise di abbandonare la sua attività imprenditoriale e di dedicarsi ai viaggi e alla meditazione: iniziò ad insegnare yoga gratuitamente e il suo nome iniziò a farsi conoscere in India come all’estero.

Il cambio di prospettiva arriva dieci anni dopo la sua prima esperienza mistica: nel 1992 fonda infatti la Isha Foundation, un’organizzazione ufficialmente senza scopo di lucro con 300 centri sparsi nel mondo dove si svolgono molte attività, tra cui ritiri di yoga e meditazione pagamento. Nel 2021 la Fondazione aveva un fatturato vicino ai 30 milioni di dollari: è gestita da 5.600 persone a tempo pieno, quasi tutte volontarie, e da oltre 16 milioni di volontari part-time.  Un guru sempre in movimento, soprattutto in motocicletta con cui lo scorso anno ha percorso in 100 giorni ben 30.000 km, per il movimento Save Soil cui è il fondatore.  Il guru indiano è stato invitato a parlare da importanti società private come Google e Microsoft, ed ha tenuto discorsi anche al World Economic Forum (per ben tre volte), alle Nazioni Unite e alla Banca Mondiale.

Nel 2017, Sadhguru ha ricevuto il Padma Vibhushan, il secondo più alto riconoscimento civile del governo indiano. Lo stesso anno ha inaugurato a Coimbatore la gigantesca statua di Adiyogi Shiva (il primo yogi) alta 34 metri, riconosciuto dal Guinness dei primati come il busto più alto al mondo

La “coesistenza” tra il suo ruolo di guru mistico e la sua maniacale attenzione all’immagine, così costruita, oltre all’essere di fatto titolare di un impero commerciale, hanno attirato feroci critiche a Sadhguru.  Il mistico è stato anche indagato, e poi archiviato, in una inchiesta per la morte della moglie Vijikumar, avvenuta nel 1997. Il guru sostenne che sostenne che si fosse trattato di Mahasamadhi, ossia un’ultima grande meditazione in cui la persona abbandona volontariamente il proprio corpo per fondersi col divino e raggiungere l’onnipresenza. Sadhguru si è attirato numerose critiche anche per aver propagandato idee pseudoscientifiche: Tulasi Srinivas, docente di antropologia e religioni all’Emerson College, ha definito Sadhguru “un guru neoliberale per tempi neoliberali”.

venerdì 29 settembre 2023

sabato 23 settembre 2023

La pratica dello yoga ha una storia millenaria

Lo Yoga è il più grande dono dell’India al mondo.  – Shri T. Krishnamacharya

Articolo di Susanna Marsiglia.   https://www.meditazionezen.it/la-storia-dello-yoga/

La pratica dello Yoga ha una storia millenaria che risale agli albori della civiltà ed è probabilmente la disciplina orientale che ha maggiormente affascinato l’Occidente negli ultimi decenni. Quest’antichissima pratica, che si concentra sull’armonia tra mente e corpo, racchiude una vera e propria scienza del vivere sano. Non a caso si stima che ad oggi più di 300 milioni di persone in tutto il mondo pratichino lo yoga.

La parola “Yoga” deriva dalla radice sanscrita “Yuj”, che significa “unire” o “unione”. Secondo i suoi antichi testi, praticare yoga porta all’unione della coscienza individuale con la coscienza universale, generando una perfetta armonia tra mente e corpo e tra uomo e natura.

La storia dello yoga, tra origini incerte e tradizioni segrete.   Le vere e proprie origini dello yoga antico sono per lo più avvolte dall’incertezza, a causa dell’iniziale trasmissione orale dei suoi testi sacri e della natura segreta dei suoi insegnamenti. Si ritiene che i primi testi sullo yoga fossero addirittura trascritti su fragili foglie di palma che venivano facilmente danneggiate, distrutte o perse. Numerosi storici e ricercatori sono concordi nel ritenere che questa pratica risalga agli albori della civiltà umana, molto prima della nascita delle religioni e di altri sistemi di credenze.

Lo yoga non è infatti una religione, bensì una filosofia di vita che coincide con i primi sforzi dell’uomo di vincere le malattie e conquistare la longevità e il benessere. Mentre la religione richiede una fede cieca, lo yoga è una pratica esistenziale, esperienziale e basata su un cammino di vita individuale che può essere sperimentato e modificato da ognuno di noi.

Dove è nato lo yoga?  Sarebbe un’impresa quasi impossibile dividere la storia dello yoga da quella dell’India. La civiltà e le tradizioni del subcontinente indiano sono infatti profondamente connesse con la nascita di questa disciplina, che è parte integrante dell’identità storica e culturale dell’India contemporanea. Anche se discipline simili allo yoga si sono sviluppate in altre parti del mondo, è stato in India che il sistema yogico ha trovato la sua massima espressione. Ed è proprio tra i resti della civiltà della valle dell’Indo (una tra le più culturalmente ricche e sviluppate del mondo antico) che sono stati rinvenuti numerosi sigilli raffiguranti figure di persone in posizioni di yoga, che suggeriscono la presenza dello yoga nell’antica India già dal 3.500 a.C.

Quando è nato lo yoga? La nascita dello yoga come disciplina può essere fatta risalire a oltre 5.000 anni fa, ma alcuni ricercatori ritengono che affondi le sue radici in tempi ben più antichi. Fu Patanjali nel II secolo d.C. a sistematizzare e codificare le pratiche dello yoga esistenti (e fino a quel momento trasmesse solo per via orale) attraverso il suo libro Yoga Sutra. Proprio a quest’opera letteraria si attribuisce la prima trasmissione scritta dei principi dello yoga moderno. La lunga e ricca storia dello yoga può essere suddivisa in quattro periodi principali di concezione, pratica e sviluppo.

Yoga preclassico.  I primi fondamenti dello yoga furono sviluppati dalla civiltà dell’Indo-Sarasvati nell’India settentrionale oltre 5.000 anni fa. La parola yoga è menzionata per la prima volta nei Veda, la più antica raccolta di testi spirituali in sanscrito, risalente al periodo tra il 1500 e il 900 a.C. I Veda contenevano canti, mantra e rituali usati dai brahmani, i sacerdoti della civiltà religiosa vedica (ovvero la cultura filosofica e religiosa degli antichi popoli dell’India nord-occidentale).  I primi rudimenti di yoga furono poi lentamente perfezionati e sviluppati proprio dai Brahmani e dai Rishi (veggenti mistici).  Ogni volume dei Veda contiene quattro parti e una di queste in particolare, le Upanishad, riguarda la meditazione, la filosofia e la spiritualità indù.  Le Upanishad adottarono l’idea del sacrificio rituale dai Veda e la interiorizzarono, insegnando il sacrificio dell’ego attraverso la conoscenza di sé, l’azione (karma yoga) e la saggezza (jnana yoga).

Yoga classico.  Nella fase pre-classica, lo yoga era un miscuglio di varie idee, credenze e tecniche che spesso erano in conflitto e si contraddicevano a vicenda. L’inizio del periodo classico è definito dagli Yoga-Sûtra di Patanjali, la prima presentazione sistematica dello yoga. Redatto nel II secolo d.C., il testo descrive il percorso del Raja Yoga, spesso definito come “yoga classico” o “yoga originario”. Patanjali fu il primo ad organizzare la pratica dello yoga in un “percorso a otto stadi” contenente i passaggi e le fasi per raggiungere Samadhi, ovvero l’illuminazione. Per questo motivo Patanjali è spesso considerato il padre dello yoga e i suoi Yoga-Sûtra influenzano ancora fortemente la maggior parte degli stili di yoga moderno.

Yoga post-classico. Alcuni secoli dopo Patanjali, i maestri di yoga elaborarono un sistema di pratiche con lo scopo di ringiovanire il corpo e prolungare la vita. Rifiutarono gli insegnamenti degli antichi Veda e abbracciarono il corpo fisico come mezzo per raggiungere l’illuminazione. Si sviluppò così il Tantra Yoga, con tecniche radicali per purificare il corpo e la mente, spezzando i nodi che ci legano alla nostra esistenza fisica. L’esplorazione di queste connessioni fisico-spirituali e pratiche incentrate sul corpo portò alla creazione dello stile di yoga maggiormente praticato in Occidente: l’Hatha Yoga.

Yoga moderno e diffusione in Occidente. Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, i maestri di yoga iniziarono a viaggiare in Occidente attirando attenzioni e seguaci. Al Parlamento delle Religioni Mondiali del 1893 a Chicago il maestro indiano Swami Vivekananda estasiò i partecipanti con le sue lezioni sullo yoga e sull’universalità delle religioni del mondo. Negli anni ’20 e ’30 del XX secolo l’Hatha Yoga fu fortemente promosso in India grazie al lavoro di divulgazione di T. Krishnamacharya, Swami Sivananda e altri maestri che praticavano l’Hatha Yoga. Krishnamacharya aprì la prima scuola di Hatha Yoga a Mysore nel 1924 e nel 1936 Sivananda fondò la Divine Life Society sulle rive del sacro fiume Gange.  Fu proprio Krishnamacharya ad istruire tre studenti che avrebbero poi portato avanti la sua eredità e aumentato la popolarità dell’Hatha Yoga nel mondo: B.K.S. Iyengar, TKV Desikachar e Pattabhi Jois.  Sivananda fu un altro autore prolifico, pubblicando oltre 200 libri sullo yoga e fondando nove ashram e numerosi centri yoga in tutto il mondo.

La diffusione dello yoga in Occidente proseguì progressivamente fino all’apertura dello studio di yoga di Indra Devi a Hollywood nel 1947, che segnò un punto di svolta per la popolarità della pratica negli Stati Uniti. Da quel momento molti altri insegnanti occidentali e indiani divennero pionieri della disciplina in Nord America e in Europa, rendendo sempre più conosciuto l’Hatha Yoga e guadagnando milioni di seguaci. L’Hatha Yoga conta oggi molte scuole e stili differenti, che enfatizzano aspetti differenti della pratica.

La storia dello yoga secondo la mitologia indiana. Nella tradizione yogica, il dio Shiva è considerato il primo yogi (o Adiyogi) nonché il primo Guru (o Adi Guru).  Si narra che diverse migliaia di anni fa, sulle rive del lago Kantisarovar nell’Himalaya, Shiva riversò la sua profonda conoscenza nei leggendari Saptarishi o “sette saggi”.  I saggi diffusero questa potente scienza yogica in diverse parti del mondo, tra cui l’Asia, il Medio Oriente, il Nord Africa e il Sud America. Agastya, il Saptarishi che viaggiò attraverso il subcontinente indiano, fu il responsabile della diffusione e sviluppo dello yoga indiano che conosciamo oggi. Questa leggenda si rifà agli stretti parallelismi tra le culture antiche di tutto il mondo, dove ritroviamo elementi culturali, filosofici e religiosi molto simili tra loro nonostante la distanza geografica.

I falsi miti sullo yoga in Occidente.
Per molte persone in Occidente la pratica dello yoga è limitata all’Hatha Yoga e alle Asana (posizioni). Questo per via del fatto che i maestri di Hatha Yoga sono stati i maggiori divulgatori della disciplina al di fuori dell’India. Tuttavia, soltanto tre degli Yoga Sutra sono dedicati alle asana. Fondamentalmente, l’Hatha Yoga è un processo preparatorio affinché il corpo possa sostenere livelli di energia più elevati. Il processo inizia con il corpo per poi proseguire con il respiro, la mente e il sé interiore.  

Lo yoga è anche erroneamente inteso come una terapia o un sistema di esercizi per la salute e il fitness. Anche se la salute fisica e mentale sono conseguenze naturali dello yoga, l’obiettivo dello yoga è di più ampia portata. Lo yoga riguarda l’armonizzazione di sé stessi con l’universo. È la tecnologia per allineare la geometria individuale con il cosmico, per raggiungere il più alto livello di percezione e armonia. Diverse usanze sociali e rituali in India, la terra dello Yoga, riflettono l’amore per l’equilibrio ecologico, la tolleranza verso altri sistemi di pensiero e una visione compassionevole verso tutte le creature.
Lo yoga in tutte le sue sfumature e accezioni è considerato una panacea per una vita più ricca e realizzata. Il suo orientamento a una salute globale, sia individuale che sociale, lo rende una pratica accessibile a persone di tutte le religioni, razze e nazionalità.

La storia dello yoga: Tappe chiave.
Yoga preclassico: 4500 – 2500 aC
Yoga classico: 100 a.C. – 500 d.C
Yoga post-classico: 500 – 1300 d.C
Yoga moderno: 1700 d.C. – ora
 

La storia riassunta. 3500 a.C -1500 a.C.: La civiltà della valle dell’Indo viene creata dall’assimilazione di popolazioni indigene dravidiche e indoeuropee originarie della regione del Caucaso che emigrano nell’Asia meridionale e si diffondono nelle fertili pianure settentrionali.
1800-1000 a.C.: Viene redatto il più antico testo dei Veda, Ṛgveda.
600 a.C.: Vengono redatte le prime Upanishad, che contengono alcune interpretazioni mistiche e spirituali dei Veda.
599-527 a.C.: Mahavira fonda il Giainismo e insegna l’osservanza di cinque voti (simili a quelli che saranno poi gli stadi del Raja Yoga).
563-483 a.C.: Siddhartha Gautama (Buddha) raggiunge l’illuminazione e diffonde gli insegnamenti alla base del buddismo che invitano al severo ascetismo.
400-200 a.C.: Il buddismo in India raggiunge la sua massima diffusione.
200 a.C.- 200 d.C.: Lo Yoga Sūtra di Patanjali codifica le pratiche yogiche (rāja), presentandole come un sistema a otto stadi (ashtānga). La tradizione filosofica è legata alla scuola Sankhya.
350- 500: Si sviluppa il Tantra, un insieme di credenze e pratiche di meditazione e rituali che cerca di incanalare l’energia divina del macrocosmo o divinità nel microcosmo umano, per ottenere siddhi (poteri) e moksha (liberazione/libertà).
1450: Viene redatto l’Hatha Yoga Pradipika, un’opera composta da quattro capitoli che includono informazioni su asana, pranayama, hcakra, kundalini, bandha, kriya, śakti, nāḍī e mudrā tra gli altri argomenti.
1650: Viene redatto Gheranda Samhita, uno dei tre testi classici dell’hatha yoga (gli altri due sono l’Hatha Yoga Pradipika e lo Shiva Samhita). È considerato il più enciclopedico dei tre testi classici sull’hatha yoga.
1893: Sv. Vivekananda parla al Parlamento delle religioni del mondo a Chicago, divenendo una figura chiave nell’introduzione delle filosofie indiane del Vedanta e dello Yoga nel mondo occidentale.
1869-1948: Gandhi guida gli indiani ad opporsi alla tassa sul sale imposta dagli inglesi con la Dandi Salt March di 400 km (250 miglia) nel 1930, e in seguito gioca un ruolo chiave nel chiedere agli inglesi di lasciare l’India nel 1942.
1924: Sir John Woodroofe traduce Satcakranirupana (“Il potere del serpente”), che introduce molti concetti dello yoga e del tantrismo in Occidente.
1936: Sivananda fonda la Divine Life Society sulle rive del Gange.
1947: Indra Devi apre il suo studio di yoga a Hollywood, consacrando la diffusione dell’Hatha Yoga in Occidente.

Conclusione. Oggigiorno, milioni e milioni di persone in tutto il mondo beneficiano della pratica dello yoga, che è stata preservata e promossa dai grandi maestri dai tempi antichi fino ad oggi. Lo yoga rappresenta uno dei primi tentativi dell’uomo di raggiungere un benessere olistico e, in tutte le sue forme, ci aiuta ancora oggi a ritrovare noi stessi e a raggiungere un’unione universale, profonda e consapevole con l’universo. La storia dello yoga, per molti versi, è anche la storia della coscienza umana.

Fonti. Ministry of External Affairs, India,  Yoga Stats and Facts, History of Yoga, Wikipedia, Yoga History Timeline.

Letture consigliate.  Yoga sutra, Patañjali;    Le radici dello yoga, Mallinson, James;
Yoga e mito. Origine e storia di 64 asana, Devdutt Pattanaik , Matthew Rulli.

mercoledì 13 settembre 2023

Come lo yoga ha conquistato il mondo

Fino alla fine del XX secolo, la scena dello yoga è puramente indiana e asiatica, le pratiche degli yogi e i testi sui quali esse si appoggiano sono di un esoterismo disorientante per gli occidentali. Nonostante questo lo yoga riesce a svilupparsi in Occidente e creare un legame tra l’India depositaria di saggezza, e un Occidente razionale e materialista. Un successo sorprendente, imprevedibile, che si può riportare a due tappe differenti.


La prima mondializzazione dello yoga (1893-1968), gli anni 1890-1930 hanno segnato una svolta con la presenza di Vivekananda al Parlamento delle religioni durante l’esposizione universale di Chicago nel 1893. I primi guru di yoga viaggiano verso l’Ovest per creare delle scuole, negli Stati Uniti, poi in Europa occidentale, vengono a colmare la richiesta di spiritualità alternativa al cristianesimo istituzionale e alla razionalità moderna.  In India, lo hatha yoga è di origine tantrica, dove il lavoro fisico giocava un ruolo secondario, poi si è a poco a poco trasformato in una disciplina posturale ricca e varia. Nella seconda metà del XIX secolo, quando i Britannici misero sotto controllo la società indiana, molti yogi furono le vittime di una forma di persecuzione; nel 1961 durante il primo censimento gli yogi furono classificati come vagabondi diversi, privandoli delle loro risorse.  Anche gli intellettuali indiani che avevano ricevuto un’educazione occidentale nei collegi britannici, in particolare a Calcutta, che fu il luogo di un ricco incontro interculturale, interiorizzarono questa svalutazione dello yoga. Comunque le performance fisiche e le dimostrazioni di poteri sovrannaturali fecero breccia nei cerchi esoterici occidentali. I maestri che si installarono negli Stati Uniti e in Europa negli anni 1920-1940 fondarono il loro successo insegnando uno yoga esigente sul piano posturale, accordando tutto lo spazio al corpo, promettendo la salute fisica e mentale, un stato di benessere durabile, e aperti a una realizzazione integrale del Sé. Questa reinterpretazione accompagnerà negli anni 1960 l’emergenza di rivendicazioni nuove, nella gioventù nord-americana, poi europea. Una gioventù in rivolta contro la tutela della famiglia e della morale cristiana, contro l’imperialismo materialista di produzione delle società moderne, contro la violenza delle guerre. Una gioventù che milita per una liberazione del corpo e un altro approccio all’esistenza, sotto il segno del de-condizionamento dell’ego. Lo yoga gioca un ruolo importante, come disciplina totale, allo stesso tempo fisica e mistica, porta aperta sugli stati alterati di coscienza, che si possono trovare anche con l’uso delle droghe. I guru indiani, di preferenza, venerati a volte come delle reincarnazioni divine, forniscono le risposte a queste ricerche, adattano i loro discorsi e le loro pratiche a queste attese, si sostituiscono alle autorità educative e ai detentori del sapere accademico. Rappresentativo di questa fase è il soggiorno dei Beatles all’ashram di Maharishi Mahesh a Rishikesh. Soggiorno che segnerà poi la rottura con il loro maestroi.

Le cose si sarebbero potute fermare là, ma durante gli anni 1980, la pratica e l’insegnamento dello yoga conoscono un sviluppo inatteso. Questa seconda mondializzazione si inscrive nel solco della prima, è il frutto di diversi elementi: lo yoga è praticato dalle star americane (Madonna, Sting), poi da influencer che utilizzano i social media, per mettere in moto una potenza economica impressionante che si rivolge ai milioni di praticanti nel mondo. Questi yogi privilegiano la pratica posturale basata sulla costruzione del corpo ideale, la ricerca di una buona salute e di un'armonia tra individuo e l’ambiente. Si pratica yoga ovunque, nei club, nelle palestre, nella case di riposo, negli ospedali, scuole, prigioni, la pratica perde la sua natura contestatrice e emancipatrice e accompagna la vita più che trasformarne il significato.

Bisogna includere in questo contesto la rivalutazione di questa disciplina in India. Dopo l’indipendenza del 1947, la costruzione della cultura nazionale si è appoggiata sulla rivalorizzazione delle grandi tradizioni di saggezza come lo yoga.  All’arivo al potere di Narendra Modi, che ha segnato il trionfo dell’ideologia nazionalista, questa riappropriazione prende un aspetto politico. Nel 2014, un ministro indipendente si occupa dello yoga, così come delle medicine autoctone, tra cui l'Ayurveda.  Frutto di una intensa mediazione diplomatica, la giornata internazionale dello yoga approvata dall’ONU fa in modo che ogni 21 giugno ci sia la proiezione di un’India ideale che partecipa alla costruzione della pace mondiale. La strumentazione di una antica disciplina di liberazione spirituale a scopi identitari è inedita e pone una serie di domande per quanto riguarda l’avvenire. Infine, le crisi successive che segnano i primi decenni del XXI secolo rimettono fortemente in primo piano la richiesta di senso, le rivendicazioni di una realizzazioni di sé, con l’adozione di una disciplina globale corpo/mente la ricerca di un’etica nell’azione, le preoccupazioni ecologiche, il bisogno di spiritualità, in senso largo. Questi piani meno visibili, più profondi, continuano di fare dello yoga una risorsa, una potenzialità di resilienza che spiega largamente il suo successo mondiale. 

Lo Yoga è una disciplina nata in India, ma negli ultimi dieci anni ha conquistato letteralmente tutto il mondo. Secondo il Financial Times, dal 2008 è diventata la disciplina più praticata al mondo, sia dalle donne che da gli uomini. Basti pensare che in Italia sono oltre 2 milioni le persone che hanno abbracciato questa attività.

mercoledì 19 luglio 2023

Yoga, il nuovo spirito del capitalismo

Lo spirito dello yoga è ancora qui?  Oggi, purtroppo, lo yoga è divorato dal capitalismo. 

La nuova generazione di yogi, viaggia abilmente sull'onda di un mercato in pieno sviluppo. Secondo una ricerca del sindacato nazionale dei professori di yoga, il numero di praticanti è esploso in Francia, passando da 3 milioni nel 2010 a 11 milioni di francesi che praticano yoga nel 2020. Nel mondo del benessere (di cui lo yoga fa parte), la cifra d'affari a livello mondiale è di circa 400 miliardi secondo il Global Wellness Institute. In venti anni, lo yoga si è imposto come "la gallina dalle uova d'oro del capitalismo" afferma Camille Test, ex-giornalista e poi diventata maestra di yoga, nel libro Politiser le biens etre.    Lo yoga nelle sue mille sfaccettature, ha inventato di tutto per attirare i clienti (c'è lo yoga della risata, l'acro yoga, lo yoga sulla barca, con le capre, bevendo la birra, ecc...).  "Si assiste a una segmentazione esponenziale di questo mercato concorrenziale, sul quale  bisogna differenziarsi per promuovere il proprio metodo", conferma Zineb Fahsi, autrice del libro Yoga, nuovo spirito del capitalismo.  Si sta creando un nuovo approccio allo yoga che è in linea con l'ideologia neo-liberale, che incoraggia l'individuo a concepirsi come una piccola impresa.   L'individuo deve avere la responsabilità della sua salute e del suo benessere, ma ciò non deve essere estremizzato ( non bisogna alzarsi tutte le mattine alle cinque del mattino per fare il saluto al sole, mangiare solo verdure crude, ecc).  

Queste promesse di benessere e di arte di vivere sono proposte dai nuovi guru 2.0  (Internet è inondata di foto di corpi atletici, in posture impossibili sullo sfondo di un paesaggio idilliaco).  Per il sociologo David Le Breton "Lo yoga è entrato nella nuova fase consumistica, dove il meglio si presenta a fianco del peggio".  A fianco di veri maestri che insistono sull'aspetto morale della disciplina ci sono una serie di personaggi che cercano di usare lo yoga per far passare la loro visione del mondo. Persone che avevano una vita triste, depressiva prima di vivere con lo yoga una esperienza che li ha trasformati e che cercano di trasmettere. 

Una cosa è sicura, tra l'India antica e l'Occidente moderno c'è una bella differenza, e questo non da ieri, lo yoga ha cominciato a perdere la sua anima quando ha cominciato a essere esportato in America alla fine del XIX secolo da guru che si sono messi a diffonderlo in cambio di una renumerazione, una saggezza universale in fase con le aspirazione di molti americani, critici nei confronti della società materialista. "Trasmetto spiritualità e loro mi danno dei soldi" diceva Vivekananda, uno dei primi a partecipare a questa mondializzazione.  Negli anni '60, il cambiamento della legge sull'immigrazione ha facilitato la venuta della seconda generazione di guru in America, soprattutto in California, patria degli hippies in cerca di esperienze mistiche.  A partire dagli anni '80 lo yoga entra in una nuova dimensione, e diviene l'emblema della new age con sullo sfondo lo sviluppo personale. Nutrita da mantra individualisti sul perfezionamento del sè e il culto del corpo, questa pratica è stata resa popolare da personalità come Madonna, che ha fatto lievitare il numero di nuovi adepti. La star frequentava lo studio Jivamukti a New York a cui hanno fatto riferimento anche Sting e Sarah Jessica Parker.  Nuovi metodi sono sviluppati da questa generazione di guru imprenditori di cui depositano poi il marchio come ad esempio l'hot yoga di Bikram Choudhury negli anni '90 (26 posizioni atletiche, 2 esercizi di respirazione e realizzato in una sala scaldata a 40 gradi). A questo tipo di yoga hanno aderito George Cloney, David Beckam, Lady Gaga. A questi nuovi tipi di yoga  si aggiungeranno una serie di servizi associati come l'alimentazione, gli stili di tute, massaggi, ecc.  "L'esplosione dello yoga va di pari passo a una industria associata che incassa miliardi di dollari"  dice Zineb Fahsi. 

Ci troviamo di fronte a uno yoga divorato dal capitalismo che non finisce di estendere il suo impero, ora  anche nel campo della spiritualità.  La prova?   Disneyland Paris ha organizzato per anni la celebrazione dello  Yoga Day che si tiene il 21 giugno. Nel 2018 si è tenuto davanti al castello della bella addormentata ed erano state invitate varie marche di vestiti e altro.

Per fronteggiare questi aspetti che avvelenano questa nobile disciplina, ognuno cerca l'antidoto: ad esempio l'associazione Gras Politique offre dei corsi a persone un po' grasse che si troverebbero in difficoltà nei corsi normali dominati da una bellezza stereotipata. Infatti, molti spazi sono inaccessibili per persone anziane, con handicap o grasse.  Inoltre, bisogna essere vigilanti sulla formazione degli insegnanti. Molti insegnanti, solo dopo anni, hanno scoperto che lo yoga si basa su valori di cooperazione e benevolenza, e non sulla competizione verso se stessi e gli altri.

Senza fare ricorso allo yoga autentico e puro, non si può non constatare il grande scarto che separa le proposte di yoga odierne e i principi fondanti di questa disciplina. "Si ritrova nelle pratiche moderne l'idea di un super umano capace di superare la sua condizione ordinaria, ma quando ci si avvicina ai testi antichi, si vede chiaramente che lo yoga non è una via di ottimizzazione del sè, nemmeno di introspezione. Inizialmente, l'obiettivo era quello di liberarsi dall'esistenza, trascendere il nostro piccolo sè per collegarsi a una forma di assoluto" insiste Zineb Fahsi.

Libri: Le yoga, nouvel esprit du capitalisme - Zineb Fahsi, 2023,    Politiser le bien-etre - Camille Teste, 2023.   Yoga. L'encyclopedie - Ysé Tardan-Masquelier, 2021.

 Da Telerama del 12/07/2023 -   Esprit du yoga, Es-tu toujours là?  - articolo scritto da Marion Rousset.

venerdì 7 luglio 2023

Vishnudevananda

Un grammo di pratica vale piu’ di una tonnellata di teoria” - Swami Sivananda

Vishnudevananda (1927-1993 ) era un un discepolo di Sivananda e fù il fondatore dei centri e degli Ashram internazionali di Sivananda Yoga Vedanta. Ha viaggiato in tutta l'India e in tutto il mondo per diffondere lo yoga.


Vishnudevananda incontrò il suo maestro Swami Sivananda nel suo Ashram a Rishikesh e rimase impressionato dalla semplicità, dalla retorica e dall'espressione di Sivananda: “E' stata la prima volta che ho visto una persona così genuina, e che usava parole erano così dirette". Comprò un paio di libri ed iniziò a praticare ogni mattina presto lo yoga e il pranayama. Nel 1947 abbandono il suo lavoro ed entrò nell'ashram di Sivananda e in breve, nonostante la sua giovane età, diventò maestro dell'hatha-yoga. Le asana, anche quelli difficili, erano molto facili per lui, e per quel motivo Sivananda lo chiamava “uomo senza ossa”.

Da Sivananda ricevette tante lezioni per la vita: una delle prime lezioni fu l'umiltà. Appena arrivato la seconda volta all'ashram di Sivananda, Sivananda con alcuni discepoli stava uscendo dall'ufficio e Vishnudevananda si trovò in difficoltà, perché si era proposto per tutta la sua vita di non inchinarsi mai davanti ad una persona, neanche ad una persona santa, perché era dell'opinione che tutti sono uguali. Ma si rese conto in questa situazione che tale comportamento sarebbe stato maleducato e così provò a nascondersi in un angolo, finché fossero passati. Ma nel momento in cui Sivananda lo vide, gli andò incontro, si inchinò davanti a Vishnudevananda toccandogli i piedi. In quel momento anche Vishnudevananda si gettò ai piedi di Sivananda, travolto dalla lezione di umiltà.

Sivananda gli diede il compito di portare lo yoga in Occidente e così nel 1957 partì per raggiungere gli Stati Uniti. Simbolicamente Sivananda gli diede 10 rupie per mostrarli che si occupava anche materialmente del progetto. Oltre la sua energia, il suo entusiasmo non aveva altro nella sua valigia.
In un clima da Guerra Fredda e capitalismo sfrenato, Swami Vishnudevananda capì quanto il suo lavoro fosse necessario. Il suo obiettivo era di iniziare un’evoluzione olistica verso la pace, seguendo la tradizione di Gandhi e Martin Luther King. Viaggiava effettuando tappe brevi. Dove si fermava, dava lezioni di yoga e con i soldi guadagnati andava avanti a raggiungere la tappa successiva. Scrisse il suo primo libro “Il grande libro illustrato dello yoga”, che è stato pubblicato nel 1960, come uno dei primi libri sullo yoga. In questo libro ha creato un programma completo per indirizzare la forza dello yoga al conseguimento dei seguenti obiettivi: rilassare e rinvigorire la mente, conferire al corpo più forza e flessibilità, sviluppare la consapevolezza spirituale, migliorare la capacità di concentrazione, insegnare al corpo a utilizzare in maniera più efficace l'ossigeno e le sostanze nutritive, prevenire malattie e ritardare il processo di invecchiamento. Aveva pianificato un viaggio di un anno, ma rimase stabilmente in Canada. A Val Morin, un paesino canadese, ha costruito il primo “Sivananda Ashram Yoga Camp” nel 1963.

Oggi milioni di persone praticano gli esercizi che Swami Vishnudevananda iniziò a insegnare in occidente 50 anni fa. La creazione di 70 centri e ashram Sivananda nel mondo è una prova delle enormi affermazioni e del dinamismo del maestro yoga. Per citarne solo alcuni:  New York, Montreal, il quartier generale a Val Morin in Canada, San Francisco, Los Angeles, Chicago, Nassau, Londra, Parigi, Berlino, Monaco, Vienna, Reith a Kizbühel, Ginevra, Madrid, Tel Aviv, Delhi, Madras, Uttarkashi (Himalaia), Neyyardam (Kerala), Buenos Aires, Montevideo.

Secondo il maestro Swami Vishnudevananda i cinque pilastri della pratica yoga, sono le asana (posture fisiche), gli esercizi di respirazione, il rilassamento profondo, una dieta vegetariana e il
pensiero positivo. Tutte le pratiche yoga culminano con la meditazione, esperienza di unità con il proprio sè. Nel 1969 Swami Vishnudevananda pose le fondamenta per la diffusione dello yoga conducendo il primo Corso di Formazione Insegnanti (TTC) in occidente; insegnanti che diffondono l’insegnamento dello yoga classico in palestre, scuole, centri benessere, ospedali, università e  prigioni.

Degno di menzione è il suo nome famoso "The Flying Swami" ("Swami volante") e le sue missioni per la pace nel mondo. Prese la patente di aviazione e si comprò un aereo e cominciò a compiere  numerose missioni per la pace volando sopra le regioni di guerra  attraversando simbolicamente i confini dei luoghi più tormentati del mondo.
Per Swami Vishnudevananda non esistevano barriere, né interiori né esteriori. Credeva che le barriere fossero solo costruzioni della mente e che in quanto tali andavano superate. Nel 1971 volò con l’attore Peter Sellers su un piccolo bimotore Piper Apache battezzato “Aereo della Pace” a Belfast in Irlanda del Nord facendo piovere petali di fiori e volantini con messaggi di pace; il primo di una serie di voli di pace sui luoghi più conflittuali del globo. Un mese dopo volò in Medio Oriente. Durante la guerra del Sinai, in un volo di pace sul Canale di Suez, jet militari israeliani cercarono di obbligarlo a atterrare, ma lui continuò la sua missione risolutamente. Il suo messaggio: “L’uomo è libero come un uccello, deve attraversare i confini con fiori e amore, non con pistole e bombe”.
Allo stesso modo nel 1983 sorvolò il muro di Berlino da ovest a est su un aereo ultraleggero “armato” solo di due mazzi di calendule. Atterrò in una fattoria a Weissensee, a Berlino Est. Dopo essere stato interrogato per quattro ore dalle autorità della Germania dell’est, fu accompagnato alla metropolitana con un panino al formaggio e rispedito a ovest del muro.
Un anno più tardi, nel 1984, per tre mesi attraversò l’India su un autobus a due piani decorato col motto “Yoga per la pace”. Voleva che gli uomini del paese che ha originato lo yoga si abituassero alle pratiche moderne dello yoga e alla sua filosofia. Swami Vishnudevananda lasciò il suo corpo nel 1993 a Mangalore, nel Sud dell’India, durante un pellegrinaggio per la pace e la comprensione reciproca nel mondo.
Swami Vishnudevananda diceva che era arrivato in Occidente, aveva fondato i centri e gli asharm Yoga Vedanta Sivananda e preparato migliaia di insegnanti di yoga, il tutto grazie all’energia di dieci rupie. “Dieci rupie mi hanno portato infinite volte intorno al mondo. Fu solo l’energia del mio maestro, Swami Sivananda, e la sua benedizione che mi hanno permesso di fare tutto quello che ho fatto. Tutto quello che ho realizzato l’ho fatto nel nome del mio Maestro.” 

Quando il suo stato di salute peggiorò, nell'estate de 1993, tornò in India, perché il suo desiderio era di lasciare il proprio corpo nel suo paese d'origine.

giovedì 6 luglio 2023

Come lo yoga ha conquistato il mondo

L'antichissima disciplina di origine indiana si è evoluta e ha cominciato a essere praticata un po' ovunque soprattutto nell'ultimo secolo. .

Come accade ogni anno dal 2015, in decine di paesi il 21 giugno migliaia di persone si sono riunite per celebrare la giornata internazionale dello yoga, una ricorrenza istituita dall’ONU per promuovere l’antichissima disciplina di origine indiana. Oggi lo yoga è praticato regolarmente da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, sempre di più come forma di esercizio fisico che come pratica meditativa, com’era all’inizio: è arrivato in Europa e in Nord America soprattutto negli ultimi cent’anni, dove ha continuato a crescere, a evolversi e ad attirare un numero sempre maggiore di seguaci per via dei suoi molti benefici.

Fu il primo ministro indiano Narendra Modi (in una foto del 2018) a chiedere all’ONU di istituire la giornata internazionale dello yoga. Dal 2014, l’anno in cui è stato eletto, Modi si è impegnato molto per promuovere lo yoga come parte della storia e della cultura indiana: durante la prima celebrazione, il 21 giugno del 2015, lo ha descritto come un mezzo per raggiungere la pace e si è unito a migliaia di altre persone per una pratica collettiva sul Rajpath, il viale monumentale di New Delhi dedicato alle cerimonie più importanti. In un’altra occasione ha detto che molti paesi che prima non conoscevano la lingua, la tradizione e la cultura indiana adesso si avvicinano all’India proprio attraverso lo yoga.
Gli sforzi di Modi per rendere popolare lo yoga sono stati considerati da alcuni critici come un tentativo più ampio di promuovere discipline legate all’induismo, in linea con la politica del suo governo, che è quella di rendere l’India un paese sempre più nazionalista e molto diverso dallo stato laico che avevano voluto i suoi padri fondatori. Come ha osservato BBC, in ogni caso è vero che lo yoga è uno dei principali prodotti culturali indiani a essere stati esportati in giro per il mondo.

Lo yoga si basa su una serie di posture più o meno complesse che si chiamano asana e possono essere messe insieme in sequenze definite flow, creando cioè un flusso di movimenti. Ci sono pratiche più dinamiche e intense, e altre in cui lo sforzo aerobico è minore: senza scendere in troppi dettagli, l’Hatha yoga o lo Iyengar yoga sono stili più statici, mentre il Power yoga, l’Ashtanga e il Vinyasa sono più dinamici. 

Manmath Gharote, direttore di uno studio di yoga a sud-est di Mumbai, spiega che in ogni caso l’obiettivo della disciplina è far lavorare «in armonia» i cinque aspetti della personalità di ciascuna persona, cioè quello fisico, quello mentale e quelli spirituale, emotivo e sociale. Secondo Garote la dimensione fisica dello yoga contribuisce a migliorare la flessibilità della colonna vertebrale e delle articolazioni e a rafforzare i muscoli. La funzione principale degli asana però a suo dire è quella di far bene alla mente.

Su come e dove nacque esattamente lo yoga ci sono ipotesi diverse. Si sa comunque che in India è praticato da circa 5mila anni e che per la gran parte della sua storia era riservato ad asceti e religiosi. Jim Mallinson, studioso della storia dello yoga e professore della Scuola di studi orientali e africani dell’Università di Londra, spiega che all’inizio era una pratica meditativa, che comportava stare «completamente immobili e stabili». Alcuni degli asana e delle sequenze a cui pensiamo oggi quando abbiamo in mente lo yoga, come il cane a testa in giù o il saluto al sole, in effetti non compaiono nei testi antichi in cui veniva descritta la pratica: sono stati introdotti più di recente, anche per via dell’influenza di altre discipline.
Mallinson nota che il saluto al sole, parte integrante di moltissime pratiche, ha cominciato a essere insegnato solo negli anni Trenta. Stili di yoga come l’Ashtanga, l’Iyengar e il Vinyasa comprendono elementi che si trovano nei testi antichi ma molte loro parti sono innovazioni moderne, dice Mallinson.

Come ha osservato in un articolo su The Conversation Mark Singleton, un altro ricercatore della Scuola di studi orientali e africani di Londra, lo yoga arrivò nei paesi occidentali e cominciò a evolversi a partire dall’inizio del Novecento, grazie ad alcuni fattori in particolare. Intanto erano anni in cui la cultura del corpo e dell’esercizio fisico era molto diffusa (anche in Italia, sotto la dittatura fascista); inoltre era il periodo in cui stavano cominciando a circolare molto le fotografie, cosa che permise di far conoscere le posture praticate nello yoga in India al pubblico europeo e nordamericano attraverso libri, riviste e manuali.  All’inizio gli asana mostrati in queste foto venivano presi in giro ed erano visti come esotici e rozzi, racconta Singleton. Poi però a poco a poco la disciplina venne riconsiderata e cominciò a diventare popolare. Nel tempo si è evoluta grazie all’influenza degli esercizi di svariati tipi di ginnastica e al perfezionamento delle pratiche per il respiro, delle tecniche di rilassamento e di altre forme di meditazione.  

Si ritiene che il primo ad aver importato lo yoga nei paesi occidentali sia stato Swami Vivekananda, un monaco indù che a fine Ottocento contribuì a far conoscere la religione, la cultura e le discipline induiste negli Stati Uniti. Il suo libro del 1896 Raja Yoga ebbe un successo immediato: nei decenni seguenti furono numerosi i religiosi indiani che andarono in Europa e in Nord America per insegnare yoga.  Ci si interessarono anche persone non indiane né induiste, come Indra Devi, che nacque nel territorio dell’attuale Lettonia e fu la prima donna a poter studiare con il guru Tirumalai Krishnamacharya, considerato tra i padri dello yoga moderno. Devi, il cui vero nome era Eugenie Peterson, aprì il primo studio di yoga a Hollywood nel 1948 e fece conoscere la disciplina a numerose attrici e attori, tra cui Greta Garbo, Gloria Swanson e Yul Brynner. Negli anni Sessanta contribuirono a renderla popolare sia il movimento hippie sia i Beatles, che nel 1968 trascorsero un periodo alle pendici dell’Himalaya con il maestro di yoga Maharishi Mahesh, che avevano conosciuto l’anno prima durante un seminario in Galles.

Si crede che a livello globale lo yoga sia praticato regolarmente da circa 300 milioni di persone, anche grazie alle numerose app e ai canali YouTube che permettono di seguire lezioni a distanza, e si prevede che nei prossimi anni il numero aumenterà ancora di più. Secondo uno studio su un campione di cittadini svolto dalle autorità sanitarie statunitensi nel 2017, le persone che praticavano regolarmente yoga negli Stati Uniti erano più di 30 milioni: nel 2001 erano soltanto 4 milioni.   Uno dei motivi per cui la disciplina sembra attirare sempre più persone è che la possono praticare tutti – seppur con le dovute accortezze – perché a un livello base non richiede particolari capacità né molti accessori, a parte un tappetino o poco altro. C’è poi il fatto che, come hanno evidenziato alcuni studi, se lo si pratica con costanza può contribuire a migliorare la flessibilità del corpo e rafforzarlo, ma anche a ridurre lo stress e l’ansia.

In Italia lo yoga non è considerato uno sport perché il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) non lo riconosce come tale, per cui per chi lo insegna non c’è una vera e propria certificazione riconosciuta da tutti gli esperti del settore. Esiste tuttavia la certificazione per insegnanti di yoga di UNI, l’associazione italiana che si occupa di definire degli standard per quasi tutti i settori industriali, commerciali e dei servizi, ed esiste anche un’associazione di insegnanti di yoga, la YANI. C’è poi l’accreditamento di Yoga Alliance, una ong internazionale che certifica gli standard professionali minimi in materia di tecniche di insegnamento e metodologie, così come i principi di yoga, storia e filosofia yoga ed etica professionale. Ci sono anche persone che non hanno queste certificazioni ma insegnano comunque yoga perché lo hanno praticato per molti anni. 

Articolo pubblicato sul Post.it.   Vedi: https://www.ilpost.it/2023/06/22/yoga-pratica-diffusione/

Quando il naso tocca le ginocchia

Quando il naso tocca le ginocchia e si visualizza il proprio respiro. La pratica psicofisica che rivoluziona il Sé raccontata nel testo In Yoga’ da Silvio Bernelli  (fondatore a Torino di Yoga Thiaga) senza incomprensibili orientalismi..

L'autore propone una lezione di yoga sulla ricerca del Sé, sulla sperimentazione respiratoria e sulle posture fisiche, sull’equilibrio tra dentro e fuori il proprio corpo.  Un saggio semplice che delinea un percorso concreto, perché lo yoga come pratica psicofisica, a livello di mera “occidentalizzazione”, è un anche un tentativo di distacco dal deragliamento di abitudini e quotidianità, proprio per rifondare attitudine e comportamento del singolo e uscire dalla routine quotidiana.
Basterebbe cominciare ad ascoltare il proprio respiro, “naturale, regolare, rilassato” nelle sue due fasi principali – “inspirazione, espirazione” – per riattivare circuiti mai immaginati.  Occorre  praticare con un solo obiettivo: "evadere dalla persona che gli altri ritengono sia e inabissarsi in se stesso”. Questo inabissarsi, badate bene, scrive l’autore, raggiunge “una profondità piacevolmente infinita”, ma anche uno spazio di “consapevolezza e sicurezza infinite”. Coperta, tappetino, voce bassa,  e asana, attraverso il corpo si arriva a traguardi inimmaginabili durante la propria giornata lavorativo o di svago. 

Il segreto di una sessione yoga è la sua composizione (…) l’alternanza sforzo-riposo” con questo oscillare dell’attesa tra un asana e l’altro. “Dentro un corpo fisico c’è un corpo emozionale, segreto, che nessuno al di fuori può vedere né sentire. Uno influenza l’altro – scrive Bernelli; – “se uno duole anche l’altro duole, se uno gioisce l’altro fa lo stesso. L’errore dell’uomo è da sempre occuparsi dei guai del primo ignorando le esigenze del secondo”. L'obiettivo dovrebbe essere quello di provare a cercarsi, anzi trovarsi, in quello spazio interiore durante una seduta di yoga.

Quale yoga preferisci?

Lo yoga è una disciplina antica e che arriva da lontano, e  a poco, a poco nei secoli (ma anche più recentemente) sono venute a delinearsi tantissime tipologie di yoga, ognuna delle quali si focalizza su aspetti e modalità diverse. Insomma, le diverse tipologia di yoga possono essere anche parecchio diverse tra di loro, e proprio questo può creare una certa difficoltà quando si tratta di scegliere un corso di yoga ed è difficile individuare il tipo di yoga più adatto.  Io personalmente ritengo che più lo stile di yoga si avvicina alla antica disciplina e più è valido, i cui obiettivi sono di trovare un'armonia tra corpo, mente, respiro, energia e arrivare a elevati stati di coscienza.  Comunque per ottenere risultati accettabili occorre praticare con costanza e per un medio periodo. Poi, ovviamente la scelta dipende dai risultati che si vogliono ottenere: se ci accontentiamo di eliminare lo stress, tonificare il corpo o dimagrire si sceglieranno stili meno impegnativi, che però bisogna sottolineare non hanno molto in comune con la nobile disciplina dello yoga.

Ecco quali sono le principali tipologie di yoga più conosciute e praticate, per ognuna sono evidenziati i principali benefici e le caratteristiche più evidenti: 

-Hatha yoga.  È lo stile più antico e tradizionale. Nasce per ristabilire l’equilibrio dentro di noi ed è adatto ai principianti. Le sequenze hanno un ritmo lento, i movimenti sono morbidi, le posizioni possono essere proposte in modo semplificato e alla portata di tutti; e per questo è indicato per chi vuole iniziare per gradi. Il metodo Sivananda è basato sulla filosofia diffusa da Swami Sivananda, fa parte di un percorso che coinvolge mente e cuore e si basa su una pratica intervallata tra movimenti, meditazione e pranayama oltre che sulla dieta e sul pensiero positivo.
-Ashtanga. Nato da Pattabhi Jois. È caratterizzato da un ritmo rigoroso, più sequenze fisse e movimenti precisi. Fondamentale l’allineamento. È utile per chi vuole lavorare sul ritmo, sul cardio e allo stesso tempo sulla mente. Indicato anche per migliorare la resistenza.
-Iyengar. Nasce da uno dei più importanti yogi chiamato proprio Iyengar. Si focalizza sugli allineamenti delle posizioni e sul respiro. Prevede l’uso di supporti come blocchi, fasce, coperte etc, per facilitare la corretta esecuzione delle posizioni. E’ meno dinamico da un punto di vista cardiovascolare rispetto al vinyasa e al power, e lavora sulla forza muscolare e sulla resistenza.
-Yin Yoga è uno stile di yoga a ritmo lento come esercizio, che incorpora i principi della medicina tradizionale cinese, che a differenza dei più diffusi lavora sull’allungamento profondo, ossia sulla fascia del corpo, non sui muscoli. Porta all’ascolto del corpo e prevede pochi movimenti e molto lenti. Indicato per chi si vuole osservare e chi vuole raggiungere la calma interiore.
-Vinyasa. E' un tipo di yoga dinamico che prevede una sequenza di movimenti fluidi e continui. Unisce il respiro ai movimenti e non prevede pause. Ha un’intensità piuttosto elevata e durante la pratica ci si concentra sull’energia. Non prevede sequenze prestabilite: cambiano di lezione in lezione. Unisce equilibrio, forza e flessiblità ed è praticabile da chi ha già un grado di allenamento minimo.
-Kundalini. Ideato da Yogi Bhajan. Il focus è su respiro e meditazione e lo scopo è quello della purificazione. E’ utile per prendere consapevolezza, per chi vuole intraprendere un percorso spirituale risvegliando la propria energia.
-Yoga Nidra. Conosciuto anche come yoga del sonno, lo yoga Nidra si basa su un'attività di autorilassamento e di consapevolezza della coscienza che - durante la pratica - dovrebbe portare a uno status di pre-sonno. Si tratta comunque di una pratica utilissima per raggiungere il rilassamento e scacciare l'ansia.
-Bikram. Conosciuto anche come hot yoga, la sua particolarità sta nel fatto che si pratica a una temperatura di 38 gradi. La pratica è basata su 26 posizioni fisse ma la sequenza non è prestabilita. Si può considerare uno stile di yoga purificatore e detox, utile per la perdita di peso.
-Power yoga. Nato con l’intento di generare energia e calore, è la pratica più rapida e intensa. Sviluppa sia forza che resistenza ed è indicato per gli sportivi, per chi ha bisogno di non pensare e di muoversi, chi ha bisogno di usare e richiamare energia.
-Anusara. In sanscrito significa “fluire con grazia” e si può interpretare anche con “seguire il proprio flusso”. Porta alla positività e alla pace interiore. Dal punto di vista pratico unisce caratteristiche dell’hatha alla filosofia induista e tantrica ed è uno stile dinamico e armonico. Lavora sia sulla parte spirituale che sugli allineamenti. E’ indicato per chi vuole intraprendere un percorso e aprirsi al mondo. Ha un effetto terapeutico.
-Karma yoga. Soprattutto spirituale, meditativo. Adatto a chi vuole liberarsi dallo stress, staccare dal mondo comune di tutti i giorni. E’ definito lo yoga dell’azione e come altri porta alla crescita personale.
-Raja yoga. Yoga regale. Riprende gli Yoga Sutra di Patanjali e quindi è inserito in un percorso personale. E’ una pratica mentale, che attraverso i movimenti fisici porta allo sviluppo della conoscenza e all’elevazione spirituale.
-Yoga della risata. Come dice il nome si concentra sul ridere, sul richiamo attivo della felicità. A partire esercizi di respirazione e vocalizzi,  produce emozioni e permette di lavorare sul benessere personale.

Adesso illustriamo in modo più dettagliato l'Hatha yoga che è il metodo più tradizionale. L'Hatha yoga è uno degli stili di yoga più praticati in tutto il mondo è ed particolarmente apprezzato in Occidente. Nonostante il termine Hatha abbia un significato più ampio di quello usato ad oggi, di solito quando sia pratica una lezione Hatha Yoga si sceglie uno stile mediamente intenso in cui si lavora sia sulle posizioni (asana) che sul benessere mentale. Lo scopo di questa pratica è quello di calmare la mente e lo spirito attraverso la pratica fisica.  Rispetto ad altri stili di yoga, l'Hatha yoga si concentra su posizioni statiche e ciò permette più facilmente di interiorizzare. Per questo, è particolarmente indicato per chi non ha mai praticato e vuole iniziare un percorso yoga. 

Le origini dell'Hatha yoga derivano dalle tradizioni buddiste e hindu del XV secolo, che a fine '800 sono arrivate in America grazie a Swami Vivekananda come percorso psico-fisico. Oltre alla meditazione e alla respirazione, grazie all'Hatha yoga si diffonde uno stile più incentrato sulla pratica fisica. Negli anni '50 diventa sempre più popolare e apprezzato e inizia pian piano ad adattarsi allo stile di vita moderno, adeguando anche le asana, ossia le posizioni yoga.
Grazie alla pratica costante dell'Hatha yoga si migliora l'equilibrio e la postura. Durante una lezione hatha si lavora spesso sull'allungamento della colonna vertebrale e nel tempo si hanno grandi benefici per mal di schiena, dolori cervicali e problemi posturali, anche derivanti dalla scoliosi.
L'Hatha yoga lavora anche sulla disintossicazione del corpo e sul regolamento del nostro metabolismo, andando a eliminare le tossine e migliorando la funzionalità dei nostri organi interni e le ghiandole grazie alle pressioni esercitate durante le posizioni.
Oltre ai benefici di tipo fisico, influisce anche a livello morale e psichico migliorando l'umore nel breve e nel lungo termine. Infatti, come gli altri stili di yoga, la pratica costante favorisce rilassamento e concentrazione e aiuta a prevenire e contrastare stati di depressione, insonnia, stress, ansia e panico.

Durante una lezione di Hatha Yoga vengono praticate diverse posizioni, associate al respiro. Tra le più comuni ci sono il cane a faccia in giù, il gatto, la pinza. Oltre a queste, si pratica spesso la posizione dell'albero (vriksasana), che è una posizione di equilibrio su una gamba e la posizione della barca (navasana) che è una posizione seduta in cui si attivano in modo particolare gli addominali. Infine, è spesso inclusa anche la posizione del triangolo (trikonasana) che permette sia l'apertura del cuore e delle anche e lavora su diversi allineamenti migliorando la postura. Nel complesso, si può dire senza dubbio che l'Hatha yoga sia una pratica completa che ci aiuta a migliorare non solo il nostro benessere ma anche il nostro stato di salute fisico e mentale.
 
Trovi le posizioni dello Hatha yoga nel sito https://eleart.studio/2019/11/06/asana-le-posizioni-dello-hatha-yoga/

E tu di che yoga sei?

«Chiunque possa respirare può praticare lo yoga. Perché non sei tu che ti adatti allo yoga, è lo yoga che si adatta a te» ha scritto il maestro T.K.V. Desikachar.  

Lo yoga è una disciplina considerata al pari di una terapia ma è anche un universo di scuole e di varianti e quando si entra in contatto per la prima volta con questa nobile disciplina si resta disorientati e ci si può perdere nelle sue molte varianti: ce ne sono tantissime. Ognuno può seguire il percorso che vuole, ma si dovrebbe scegliere una scuola che faccia riferimento alla disciplina antica, e quindi a un approccio completo, altrimenti parliamo solo di ginnastica, mentre lo yoga è molto di più.

Lo yoga nasce principalmente per predisporci alla meditazione, per ridare equilibrio a mente e corpo, respiro e energia, ma regala tanti altri benefici. Con la pratica costante si acquisisce una maggiore elasticità di muscoli e articolazioni che si traduce anche in flessibilità e forza mentale. Impari a prendere confidenza con il tuo fisico e migliori la concentrazione. In più, rilassi la mente, contrasti lo stress e metti a tacere l’ansiogeno chiacchiericcio mentale.

Tra i principali tipi di yoga troviamo: 

- L’Hatha yoga è perfetto per chi inizia, perché il lavoro è graduale e ha il vantaggio di essere molto versatile: ognuno può capire fino a che punto spingersi e anche le posizioni più difficili possono essere semplificate. È lo yoga classico, la pratica che più si avvicina all’originale di più di tremila anni fa. Si assumono le diverse posizioni, dette asana, con movimenti lenti e morbidi, si cerca di mantenerle per qualche minuto sincronizzando il respiro (pranayama). E man mano che si pratica, elasticità e flessibilità migliorano. È una versione piuttosto statica. L’esecuzione delle asana richiede concentrazione e in alcuni casi anche una buona dose di equilibrio..

- Simile all’Hatha è l’Ananda yoga, lo yoga della felicità. Le asana sono le stesse, ma mentre si eseguono si ripete come un mantra un’affermazione su cui riflettere. Un esempio? Assumendo la posizione dell’aquila, si dice: «Al centro delle tempeste della vita, sono sereno». 

- Adatto a chi è soggetto a dolori muscolari ed è sempre molto teso e contratto è il Restorative yoga. È una pratica assistita: grazie a cuscini, coperte, sedie, mattoncini di spessore vario, si possono assumere e mantenere tre o quattro posizioni per un tempo prolungato (fino a 20-25 minuti). Si fanno piegamenti, leggere torsioni, si lavora delicatamente sulla spina dorsale, sulle curve cervicali e lombari, e piano piano si permette al corpo di lasciare andare con dolcezza tensioni e stress. Perfetto per sciogliere blocchi fisici o emotivi, è adatto anche a chi non è più giovane o soffre di malattie croniche, come la fibromialgia, ma anche di disturbi come l’insonnia».

- Simile al “restorative” è l’Iyehngar yoga: anche questo prevede l’uso di attrezzi (coperte, cinture, cuscini, sedie, mattoni), come aiuto per chi è meno flessibile o ha difficoltà a raggiungere e mantenere le posizioni. Oltre all’effetto decontratturante dà maggiore flessibilità e forza. Nell’Iyehngar yoga sono richieste grande precisione e corretto allineamento, obiettivi che si ottiengono con un lavoro di muscoli e di concentrazione.

- L’Ashtanga yoga è una variante della disciplina indiana che prevede l’esecuzione di varie serie di posizioni, dalla più semplice alla più complessa. Si passa da un’asana all’altra in modo molto fluido, senza fermarsi, sincronizzando il respiro. È uno yoga molto dinamico, adatto a chi è già allenato e ha un certo grado di forza e flessibilità. Con l’Ashtanga si migliora anche la resistenza, allena cuore e polmoni perché il ritmo è piuttosto alto, e i muscoli vengono tonificati.

- Prende ispirazione dall’Ashtanga il Power yoga. Anche in questo caso, non ci si ferma tra una posizione e l’altra e a ogni movimento è abbinata un’ispirazione o un’espirazione. Non ci sono sequenze fisse e può essere calibrato anche in base alle proprie caratteristiche.

- Più soft dell’Ashtanga, è il Vinyasa. La pratica è simile a una danza: al ritmo di musica, si passa da una posizione all’altra, in una serie di movimenti sempre sincronizzati con il respiro. Anche il Vinyasa  aiuta a migliorare la resistenza.

- Una versione più meditativa è il Raja yoga, lo yoga regale, che si basa sul libro yoga sutra del filosofo indiano Patanjali. In una delle sue osservazioni c’è il senso di questa pratica: «Lo yoga è l’arresto delle fluttuazioni della mente». «L’obiettivo principale è mettere a tacere i pensieri vorticosi per raggiungere uno stato di pace e maggiore consapevolezza». «Le posizioni sono quelle dell’Hatha yoga. Entri nell’asana, cominci a respirare profondamente. Quando cominci a sentire meno il corpo, smetti di ascoltare i sensi e osservi quel che accade dentro di te. Così ti liberi da preoccupazioni e pensieri ed entri in uno stato meditativo che infonde calma». Il Raja yoga può essere praticato anche da persone con disabilità fisiche e ti aiuta a raggiungere alti livelli di consapevolezza e lucidità. Ideale per chi ha la mente che gira senza sosta.

- Per chi vuole rilassarsi o esplorare la dimensione più meditativa della disciplina, c’è anche l’Yin yoga. I movimenti sono lenti, si mantengono le posizioni per 4-5 minuti, con lunghe espirazioni e ispirazioni. Utile per chi vuole calmare la mente, allentare lo stress, ritrovare l’armonia tra mente e corpo.

Siti utili per conoscere lo yoga in sessioni e minipratiche: smartyogaclass.lifegate.it e yogajournal.it

Orientarsi tra le tantissime offerte e scegliere il centro giusto in cui praticare non è semplice. Tieni conto innanzitutto di una cosa fondamentale: lo yoga è un percorso individuale che richiede costanza per poter ottenere dei benefici. Quindi valuta anche il fattore comodità. Pare banale ma il centro più famoso può non servirti se devi fare un’ora di auto per arrivarci. È importante anche scegliere un maestro e trovare un ambiente per praticare in tranquillità. «Per capire se una scuola fa per te, partecipa a una o due lezioni gratuite così potrai verificare se l’ambiente ti fa sentire a tuo agio e se scatta un buon feeling con il maestro. Osservati alla fine della lezione, ascolta come ti senti: dovresti avvertire l’impressione di aver davvero staccato la mente e sentire il corpo più morbido, elastico e rilassato».

Articolo di  Chicca Belloni  preso da Donna moderna benessere  -  15 06 2023  https://www.donnamoderna.com/benessere/yoga-posizioni-hatha-asana

lunedì 12 giugno 2023

Summary of the book "Yoga as explained to my daughter"

The author is Cesare Maramici. See: https://www.edizioniefesto.it/collane/theoretika/677-lo-yoga-spiegato-a-mia-figlia   If someone is interested in the text,  can contact me by e-mail: maramicicesare4@gmail.com

Yoga is one and it means 'union' and western people has managed to fragment it into a thousand ramifications. "I affirm that one and indivisible is yoga even if today it appears to us in many forms and with many names". Amadio Bianchi, the president of the European Yoga Federation (p. 143).

I have been practising yoga and meditation for more than 25 years, trying to reconcile, as Master Antonio Nuzzo says, the immanent and the transcendent in my daily life. Some time ago, after a yoga class with my daughter, she asked me the following question: "What actually is yoga?" The answer to this question was the starting point for this book.

This short essay "Yoga as explained to my daughter. Everything you need to know to practice Yoga with awareness" (author: Cesare Maramici) therefore attempts to explain, using deliberately simplified language in the form of a dialogue, what yoga is and illustrates the essential elements to know before starting on this path. 

There is often much confusion in the world of yoga, and people choose a path without even reading up on the relevant sapiential context. This book aims to bring some clarity amongst the myriad of proposals, and if the reader wishes to go deeper, he or she has at his or her disposal in-depth studies on various topics and footnotes. In addition, he will find a brief explanation of the main texts that have been cited in the dialogues and a rich bibliography. Yoga can make a significant contribution to reformulating a new ethic, needed today, to achieve a better world. This text has been written to guide people on the path of yoga, agreeing in the spirit of Carlo Patrian: "Spread everything, always, keep no secrets nor anything only for yourselves. Yoga lives in the spirit of sharing, help others to understand".

What is yoga?
For me, yoga is a beautiful harmony between body, mind, breath and energy. It is the colourful note in my day. One must set out on the path of yoga without expectations, knowing that the path will be long. Important in yoga are discipline and the progressive withdrawal of the senses, which are the two wings of yoga. One must simply begin to practise, and then yoga will involve you.

To begin the yoga path one needs a basic ethic, respect for others, and to practise non-violence; without these foundations (which in yoga correspond to yama and niyama) it is better not to begin the path.
There are two basic stages on this path: the first is to be able to be in harmony with oneself and the world around us and become a better human being. The next stage is to reach high states of consciousness, which few people will reach them (as Krishna says in the Baghavad Gita: "many come to me, but only one in a million will find me"). It is important to combine study and practice, and to follow a true Master.

Yoga and Indian philosophy are as immense as the cosmos and consciousness. Thirty centuries of philosophy make it an inexhaustible treasure. This essay not only illustrates yoga, but also the milestones of the encounter between East and West (In 1929, the writer Romain Rolland (1866-1944), Nobel Prize winner for literature in 1915, wrote The Life of Ramakrishna and The Life of Vivekananda. Gustav Jung (1875-1961) in 1936 wrote Yoga and the West, a beautiful little book in which he praises the discipline of yoga, but warns Westerners against practising it.), The book illustrates the relationship between science and spirituality, the relationship between religion and spirituality and atheism (p. 59-61), and illustrates the attempts made by Catholic monks and theologians to foster a dialogue with Indian spirituality (p. 47). Various Catholic personalities practising yoga and meditation in various ways are then presented (pp. 48-49), such as Sister Infant Tresa 'Christ's yogi' who created ashrams in Kerala (p. 48). Master Giorgio Furlan (died November 2021), one of the pioneers of yoga in Italy, organised a festival called 'Meeting East and West' and there, I met Father Anthony Elenjimittam (1915-2011) and Father Mariano Ballester (1935-2021) and at the Rome yoga festival I met Father Antonio Gentili (1937- ). The period when yoga began to spread in Italy is also illustrated (In 1974, under the pioneering impulse of a few teachers, the Italian Yoga Federation was established (p. 55)). In the background is also presented the author's journey in this noble discipline. An attempt has also been made to clarify the relationship between yoga and Buddhism, yoga and Tantrism, and what the famous kundalini is, etc. In a 1970 text, Kundalini, the evolutionary energy by Gopi Krishna, is illustrated the experience of this psychic state considered almost unattainable: the awakening of kundalini.

Initially, orthodoxy in India consisted of the spiritual domain of one caste, that of the Brahmans, and the theological system was traced back to two elements: - the Vedas, an unalterable body of scripture; - sacrifice, by far the most important element. Then there was a long and continuous period of transformation and all the cultural, mystical and indigenous complexity was absorbed into orthodoxy and the Vedas were continually reinterpreted.

This continuous reinterpretation and assimilation developed along two lines: - the Aryan gods were replaced by indigenous gods such as Shiva, Visnu, Krishna, who would later have his consecration in the Bhagavad Gita; - there was the replacement of rituality and sacrifices by knowledge and gnosis and this opened the way to the Upanishads and other philosophical paths such as Vedanta and Yoga. In the Brahmanas, which are Vedic texts, the following sentence is found: 'That world, the world of the gods belongs only to those who know'. In the Mundaka Upanishad one finds the following verse: 'Sacrifices are like pirogues sailing in the middle of the ocean, at any moment they may go down'.

In around the 5th century AD, the bhakti movement began in India, based on devotion to and personification of the deity. Thus the cult of the god Shiva (Shivaism) and the cult of the god Vishnu (Vishnuism) developed. In the Indian Pantheon, the trimurti, the manifest part of the supreme divinity that makes itself into three to preside over the different states of the universe, is affirmed. Brahmâ the god of creation, Vishnu the god of preservation and Shiva the destroyer. From the cult of Shiva originates the current of Shaktism and Shakti, the feminine energy is depicted as Shiva's wife. For the first time in the spiritual history of Aryan India, Shakti, representing the divine mother and the cosmic force, acquires a predominant position. From the 10th century onwards, Tantric sects inspired by Shaktism focus on the energetic aspect. In Tantrism, sexuality is considered important for spiritual discipline and is elevated to an object of great respect, considering it a privileged vehicle to lead man to an understanding of himself and his role in the world. An anti-ascetic tendency is evident in Tantrism. There is a certain impatience with philosophical speculation and a certain aversion even to meditative practice that would have a hypnotic power over the practitioner.

There are many points in common between hatha yoga and Tantrism: body purification techniques, body and breath control and the awakening of energy. The importance given by hatha yoga and tantra to the body is unique in the history of spirituality: the body is regarded as a reliable tool for attaining eternal life and is considered essential on this path. Even Patanjali considered illness an obstacle to the yoga path. Hatha yoga is synonymous with physical health and later becomes a technique for curing illness. In Tantrism, unlike hatha yoga, ritual sexual union is illustrated, which is a mystical technique and an accelerator to higher consciousness.

People, at a certain age, begin to ask questions about the inner life and existence that is not merely a transient and natural phenomenon. "There can be no doubt that the serious pursuit of the yoga ideal is a difficult task, which cannot be undertaken as a mere pastime, nor as an escape from the anguish and tension of daily life. It can only be undertaken on the basis of a fuller understanding of the nature of human life and the mystery and suffering inherent in it, and the further realisation that the only way to end this unending misery and suffering is to discover the truth within oneself, by the only method available: precisely the discipline of yoga". From the book The Science of Yoga by I.K. Taimni

Yoga is not a wellness or stress-relieving practice, but a spiritual path that aims at reuniting the self with the Self, eliminating suffering and achieving bliss. Yoga is an age-old discipline comprising a series of physical and mental practices used to attain spiritual knowledge and perceive the manifestation of the Divine within us. All scholars agree that the term yoga indicates the different Indian 'ways' for the unification or transformation of the consciousness that is the true essence of the individual.

Why practise yoga? You practise yoga if you want to know the essence of who you are, yoga is a path that allows you to act simultaneously on body and mind, and seeks the perception of totality, seeks to reduce the influence of the ego and improve the quality of observation. What is my essence, my identity, if I discard all outward manifestations? We suffer because we do not really know who we are. The true Self only exists when I discard all that I am not.

Definitions of yoga: - Yoga is an extraordinary inner journey that leads to great psychic and physical balance. - Yoga is the science of spirituality, it is an attempt to arrive at a dimension where past, present, future and a consciousness freed from the fluctuations of the mind coexist. - Yoga is a practice that connects us with the unconscious, in building stability in the posture we build inner stability and a new way of approaching life. - Yoga is experimental knowledge, nothing can be acquired without action and without practising asceticism. - Yoga only manifests itself through yoga. - One needs continuous practice (abhyasa) and detachment (vairagya).

- Yoga is a path that helps one dive into oneself and perceive the essential Self, which is actually the only thing that exists. The world, the individual soul and God are appearances within it'. - It is above all a long path to transcend the limits of phenomenal reality and perceive the highest states of consciousness and arrive at samadhi, a special state of awareness. - The description of the psychophysical technique and the altered state of consciousness achieved mean that yoga has much in common with psychological disciplines and, in particular, with psychotherapy.
 
Consciousness is the true essence of the individual and is one of India's greatest discoveries. For yogins, developing a higher consciousness does not mean isolating oneself from reality, but exactly the opposite. That is, it means living life intensely and concretely in an eternal present, at levels inaccessible to the profane. Indian ascetics and yogins know four modes of consciousness: - waking or diurnal consciousness where one experiences ordinary experiences; - sleep consciousness with dreams; - dreamless sleep consciousness where consciousness is nullified; - pure consciousness or turiya where one can experience ultimate truth or cosmic consciousness. Yoga is thus a long path to discovering our true essence, pure consciousness.

Bhahman and Atman, consciousness, the symbol AUM. - That which is me, this mysterious source from which my view of the world comes, that which sees everything, that which perceives everything is the Atman and coincides with everything that appears, with the foundation of reality (the Brahman), I am not just this body, this mind, I am the whole universe.

The paths of yoga. There are several paths. None of these paths is independent of the others, but they are more or less closely interwoven. We can compare yoga to a tree whose branches spring from the same root. We have the following paths: Hatha yoga, Laya yoga (divided into bakthi, shakti, mantra, yantra), Dhyana, Raja (divided into jnana, karma, kundalini, samadhi).                                               Yoga Sadhana, the spiritual practice of yoga, is a yogic path that unites the various paths of yoga: - hatha, the yoga of effort, - karma, the yoga of acting without expectations, - bhakti, the yoga of devotion, - jnana, the yoga of knowledge, - raja, the royal yoga of meditation.
 
"Be a yogi, Arjuna". The yogi is superior to those who follow the path of asceticism, or knowledge, or action. Bhagvad Gita ch. VI, .46

The basics of Hatha yoga are: - Shaṭkarma (purifications), - Asanas (postures), - Prāṇāyāma (breath control), - Mudrā ("seal") is a symbolic gesture that is used to obtain benefits on the physical, energetic and/or spiritual plane, - Bandhas (closures) are voluntary physical contractions involving certain groups of muscles and tendons, they serve to channel the breath and vital energy.

Today, yoga is considered a practice that promotes well-being and progress worldwide. In 2014, Narendra Modi, the Indian Prime Minister had the United Nations establish an official day to celebrate yoga. 

Master Antonio Nuzzo emphasises: 'Yoga is not a sport, nor an activity, but a millenary discipline that we 20th century people have reinterpreted. To understand yoga, one should study the ancient texts, understand them and apply them to the practice that will have to be adapted to our era'.

The texts that are indispensable for understanding yoga are the following: - Yoga sutras of Patanjali, - The Bhagavad-Gita, - Yoga tattva and the Upanishads explaining yoga. - HathaYoga Pradipika, - Gheranda Samitha, - Shiva Samitha
 
Yoga, as a system in its own right, indicates a speculative path and a salvific system in India that is based on a text, the Yoga sutras of Patanjali dating between the 2nd and 6th centuries AD. On the basis of this text, a separate school called yoga was born. The Yoga sutras are the result of the enormous effort made by Patanjali to examine and structure the enormous spiritual heritage of India that existed up to that time, consisting of ascetic practices and contemplative rules. Patanjali does NOT think that metaphysical knowledge can lead to liberation. Gnosis prepares the ground, but liberation must be conquered by means of the ascetic (tapas) and meditative technique described in the Yoga Sutras. The Yoga Sutras describe in detail the Kaivalya, the liberation, the ecstatic trance that is the true purpose of yoga. - Ecstatic trance is an altered state of consciousness and pure bliss in which one experiences Sat-Chit-Ananda, the consciousness of pure existence. Summary p. 88.  

Master Antonio Nuzzo emphasises: 'Yoga is not a sport, nor an activity, but a millenary discipline that we 20th century people have reinterpreted. To understand yoga, one should study the ancient texts, understand them and apply them to the practice that will have to be adapted to our era'.

The texts that are indispensable for understanding yoga are the following: - Yoga sutras of Patanjali, - The Bhagavad-Gita, - Yoga tattva and the Upanishads explaining yoga. - HathaYoga Pradipika, - Gheranda Samitha, - Shiva Samitha
 
Yoga, as a system in its own right, indicates a speculative path and a salvific system in India that is based on a text, the Yoga sutras of Patanjali dating between the 2nd and 6th centuries AD. On the basis of this text, a separate school called yoga was born. The Yoga sutras are the result of the enormous effort made by Patanjali to examine and structure the enormous spiritual heritage of India that existed up to that time, consisting of ascetic practices and contemplative rules. Patanjali does NOT think that metaphysical knowledge can lead to liberation. Gnosis prepares the ground, but liberation must be conquered by means of the ascetic (tapas) and meditative technique described in the Yoga Sutras. The Yoga Sutras describe in detail the Kaivalya, the liberation, the ecstatic trance that is the true purpose of yoga. - Ecstatic trance is an altered state of consciousness and pure bliss in which one experiences Sat-Chit-Ananda, the consciousness of pure existence. Summary p. 88. 

In the Bhagvad Gita, the masterpiece of Indian spirituality, the yoga expounded by Krishna is not about the classical yoga of Patanjali, nor is it about the complex of ascetic practices that were present almost everywhere in the Indian texts and the Mahabharata. Here action and devotion are both valid methods of attaining salvation. By not enjoying the fruits of action, man turns action into sacrifice and can thus continue to participate in social life and profane activities. The yoga of action constitutes the originality of the Bhagvad Gita and this will bring this work unprecedented success in India. In the Gita, yoga is superior to asceticism (tapas), superior to science (jnana), superior to sacrifice. Krishna's discourse is the complete triumph of yoga practices and the validation of yoga in the face of Hinduism. It will form the basis of subsequent yoga literature. The Bhagavad Gita is the summary of the Upanishads and is the heart of the Vedanta school and at the same time a landmark text of the Aryan-Brahmanic society. In fact, it constantly reiterates the concept of dharma, i.e. the fulfilment of one's caste duties in the most correct manner. This will lead to karmic evolution and ultimate liberation. Summary p. 81.

Hatha Yoga Pradipika (1300-1400 AD) is the first text on hatha yoga is attributed to Swatarami. It is a treatise that emphasises the importance of asana practice to achieve samadhi (the ultimate goal of yoga). Gheranda Samhita (1675-1700 AD) is one of the main texts of haṭha yoga (along with the Śiva Saṃhitā) by Gheraṇḍa and his disciple Chandakapali.

Disease. Most of the diseases that afflict humanity today have a psychosomatic origin. Diseases are the result of a lack of harmony with life and ourselves. In order to regain a state of health and well-being, it is necessary to recover this lost harmony and to reconsider our lifestyle and beliefs.

Academics and practitioners. For me, it was a great discovery to realise that the body is pervaded by a mysterious inner consciousness and energy, and that yoga possesses a language that, through postures, breathing, meditations, allows one to communicate with this consciousness and energy. My hope is that the academic world will get in touch with the community of practitioners to create such a synergy that this noble discipline can be spread properly. Beyond the differences between East and West, religion, spirituality, atheism and secularism, one should try to reformulate a new ethic to achieve a better world to which, I strongly believe, yoga can make a significant contribution. The transition from enlightenment to liberation is only achieved when this realisation is put into practice, i.e. transferred into daily practice. In the case of yoga, liberation is achieved by putting into practice the realisation that we and others are really the same entity, which translates into putting ourselves at the service of others in an altruistic and selfless manner.
Quotes. "the sage, having realised that the origin of the senses is different from that of consciousness, and having ascertained that the senses arise and disappear indistinctly from consciousness, is no longer afraid. When the five senses and the mind cease their activity, the mind no longer operates, then the highest goal is said to have been attained. This stillness of the senses is called yoga.

"The awakening of kundalini is the manifestation of an active evolutionary process in the human being tending to transcend the boundaries of the mind and the acquisition of a higher state of consciousness".

The essence of the Upanishads is expressed in the mahavakya i.e. the great sayings, the four Vedic aphorisms: I am the Brahman (Aham Brahmasmi); - You are that (Tat Tvam Asi); - The atman (the essence of every living being) is the Brahman (Ayam atma brahma); - Consciousness - knowledge is the Brahman (Prajnanam Brahman).

André Comte Sponville, a well-known French philosopher whom I adore, says: 'We cannot do without communion, fidelity, love, but neither can we do without spirituality. In the West, spirituality has become socially identified over the centuries with a religion (Christianity), and we have come to believe that religion and spirituality are synonymous' (p. 58)

Choosing between the many yoga proposals might not be so difficult after all. It would suffice to apply two simple criteria: - 'yoga is beyond form'. Which means that yoga is not pilates or mere exercise, what counts is the intention of why one does yoga: if we are projected in the search for the higher Self we are in yoga, otherwise we are in pilates. It is essential to be aware of this. - Money and spirituality are irreconcilable. This means that the practitioner, attending 35 euro classes in elegant surroundings, is not ready for the renunciation and withdrawal of the senses to which yoga invites us. (p. 64)

The great Indian mystic, Ramakrishna, taught that even atheism can be, for some, a step towards enlightenment and thus be part of an individual's spiritual evolution: "If an atheist is sincerely convinced that he is developing through great personal effort and commitment, aware that he is a seeker of truth, then just as fresh air passes through an open window, so truth is revealed to the mind left open by a sincere spirit of seeking. The only obstacle to progress is closing the entrance to understanding with the shutters of self-centredness" (p. 60)

The 14th Dalai Lama himself, Tenzin Gyatso states: 'I do not believe that religion is indispensable for spiritual life' (pg 61)

Carl Gustav Jung asks: "What happens to prompt a deep work of consciousness when the unconscious still occupies preponderant parts of the personality? ". (pg. 62)

"Yoga is the union of the individual soul with the Supreme Lord. When the yogin disconnects from the outer world and dissolves completely into the universal Self, he consecrates himself to God. He achieves self-realisation by becoming one with God. This union is yoga'. Kabir (p. 75).

In Chapter 15, verse 15 of the Bhagavad Gita, Krishna tells Arjuna: "I am in the heart of every being and from Me comes remembrance, knowledge and oblivion. The end of all the Vedas is to know Me; verily, I am the One who composed Vedanta, and I am the One who knows the Vedas". (p. 116).

"But what is it that you are seeking? There is nothing, there is only the process of seeking, your life is only your existence, the objective world is made up of duality, in the objective world there is only dependence. Only consciousness is independent, and it is only a tiny speck, but this whole vast illusory world arises from it'. Nisargadatta Maharaj (p. 133).

To understand the true nature of Yoga, as a path to spiritual realisation, it is necessary to have an insight into the six orthodox Indian philosophical systems (darshana), i.e. tolerated by Brahmanism, which are as follows: Nyaya (Logic), Vaisesika (Physics), Mimamsa (Ritualistics), Samkhya (Philosophy), Yoga (Psychology), Vedanta (Theology). See Insight 7 (p. 112).

 

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...