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mercoledì 25 agosto 2021

Julian Assange - la libertà di stampa

 Julian Assange ( 1971 - ) è un giornalista e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione  al sito WikiLeaks, del quale è stato cofondatore e caporedattore, è attualmente detenuto nel Regno Unito presso la prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Dobbiamo a Julian Assange rivelazioni cruciali di interesse pubblico. Il fondatore di WikiLeaks  rese di pubblico dominio oltre 200.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, dove erano indicati crimini di guerra commessi dall'esercito americano, prima in Iraq (un filmato rivelava l'uccisione di una decina di civili, tra cui bambini) e poi in Afghanistan. Da allora, il governo degli Stati Uniti lo ha perseguito senza sosta, vuole processarlo in America dove rischia di restare in prigione a vita.  

Il caso Assange, che va avanti da più di 10 anni, è ancora lontano dalla sua conclusione giudiziaria, nel luglio 2021 la Corte britannica ha respinto l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, Il Presidente Biden ha fatto ricorso contro la sentenza e la nuova sentenza sarà emessa nell'ottobre 2021.

Le date importanti:

  • 2006: Julian Assange fonda WikiLeaks, che permette agli informatori di far trapelare documenti relativi a corruzione, spionaggio e abusi dei diritti umani da parte dei governi, proteggendo le loro fonti. 
  • Luglio 2010: WikiLeaks pubblica migliaia di documenti riservati riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.  I documenti in Iraq, sono ottenuti da un militare di nome Bradley Manning che inorridito dal contenuto dei video, ha voluto far conoscere al mondo l'orribile realtà della guerra in Iraq. Manning condannato a 20 anni di prigione, è stato graziato da Obama nel 2017.  Poi è  diventato un  attivista e un transgender con il nome di Chelsea Manning, ed è ritornata per qualche mese in carcere nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare a proposito di WikiLeaks.   
  • Agosto 2010:  Assange viene accusato di reato sessuale da due donne di Stoccolma,  e viene emesso un mandato di arresto. Le  due donne, dichiarano di aver avuto un rapporto consensuale con Assange, ma  lo accusano di aver manomesso o non usato il preservativo durante il rapporto. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico".
  • Giugno 2012: Invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro, si  rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e dove chiede asilo.  Resterà all'interno dell'ambasciata per 7 lunghi anni. L’Ecuador allora guidato dal presidente Rafael Correa gli concesse protezione perché ritenne fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, ossia che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio gravissimo di una successiva estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury della Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.
  • Nel 2017: la Svezia archivia e ritira le accuse di violenza sessuale contro Julian Assange. Ma il fondatore di Wikileaks non è un uomo libero: se uscisse dall’ambasciata, verrebbe arrestato da Scotland Yard per non essersi presentato in tribunale nel giugno del 2012 in relazione al mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti, un crimine che potrebbe portarlo ad una pena detentiva di un anno.
  • Nel 2017: Si scopre che Assange, é spiato in ogni suo movimento, telefonata e incontro. Persino i colloqui privati con il suo avvocato venivano ripresi dall'obiettivo di una telecamera nascosta. Alcune fotografie  ritraggono l'avvocato di Assange, Baltasar Garzón, a colloquio con il suo assistito, immagini dei passaporti delle persone in visita all'attivista e persino gli appuntamenti con il medico.                      Un giornalista spagnolo, assieme ad alcuni complici, chiedono a Kristin Hrafnsson, il caporedattore di WikiLeaks 3 milioni di euro per non rivelare ai media quanto in loro possesso. Una spy story che si è conclusa con l’arresto del giornalista spagnolo e di un suo collaboratore, dopo che WikiLeaks ha denunciato pubblicamente il tentativo di ricatto. Per WikiLeaks si tratterebbe delle prove di quanto vanno affermando da tempo, cioè che il governo ecuadoriano del nuovo Presidente Lenín Moreno, grazie alla Promsecurity  – l'agenzia che dal 2017 si occupa della sicurezza della missione diplomatica a Londra – ha piazzato ovunque microfoni e telecamere per spiare Assange.  .
  • Aprile 2019: il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno mette fine all'asilo politico di Julian Assange. Avrà passato 7 anni come rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra dove è stato quotidianamente spiato attraverso delle telecamere, anche nelle sue attività più intime.
  • Dopo che l’Ecuador ha revocato l’asilo, le autorità britanniche lo arrestano e lo mettono in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. In un video si vede che, durante il suo arresto, è stato sollevato e portato via di peso da sette agenti in borghese della polizia di Londra.  
  • Maggio 2019: gli Stati Uniti avviano una procedura di estradizione con le autorità britanniche.
  • Febbraio 2020: inizia il processo di Julian Assange nei tribunali del Regno Unito. 
  • 4 gennaio 2021: La magistratura britannica respinge la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il magistrato ha spiegato il rifiuto dell'estradizione con il fragile stato mentale e psicologico di Julian Assange che sarebbe a rischio di suicidio.
  • 6 gennaio 2021: I tribunali britannici rifiutano di rilasciare Julian Assange su cauzione. Julian Assange rimane in prigione. 
  • Febbraio 2021: Gli Stati Uniti fanno appello contro la decisione della corte britannica e chiedono l'estradizione di Julian Assange. con l'assicurazione che non sarebbe stato messo in un carcere di massima sicurezza
  • 11 agosto 2021: un giudice dell'Alta Corte di Londra concede agli Stati Uniti il permesso di ricorrere in appello.
  • 27 - 28 ottobre 2021: Prossime udienze sulla richiesta di estradizione degli USA.

Il presidente Obama ha aperto l'indagine su Julian Assange. Il presidente Trump ha sporto denuncia contro di lui. Il presidente Biden, invece di far cadere le accuse politicamente motivate contro Julian Assange, che hanno messo sotto processo la libertà dei media e la libertà di parola, ha chiesto ricorso in appello sulla decisione della corte britannica. 

La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è stata una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.  Ci sono un paio di ingenuità nell'attività di Wikileaks: la prima è che tra l'enorme mole di documenti pubblicati, effettuando delle ricerche,  potevano venire alla luce anche i nomi di alcuni collaboratori segreti del governo americano che operavano sul terreno in Iraq e Afghanistan, con la conseguenza di mettere, forse, a rischio la loro vita.  La seconda ingenuità é stata quella di pubblicare le e-mail riguardanti Ilary Clinton, candidata alla Casa Bianca, durante la campagna presidenziale, permettendo all'avversario Donald Trump di approfittarne senza alcun scrupolo.

Julian Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Il fatto che sia stato l'obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

Se estradato negli Usa, Assange dovrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Rischia, inoltre, di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.  Le accuse contro Julian Assange sono basate esclusivamente sulle sue pubblicazioni di WikiLeaks, un attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afghanistan e in Iraq". 

E' uscito recentemente il libro ‘Il potere segreto’ di Stefania Maurizi, con la prefazione di Ken Loach, che racconta Julian Assange e svela chi e come vuole distruggere lui e Wikileaks

Dal sito il Fatto Quotidiano: Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia.  

Julian Assange è noto a tutti. WikiLeaks, in cui ricopre un ruolo determinante, ha fatto emergere gli sporchi segreti del conflitto in Iraq e molto altro ancora. Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. 

Stefania Maurizi ha seguito il caso fin dall’inizio. Usando le leggi di accesso agli atti, che vanno sotto il nome di Freedom of Information, ha scoperto documenti che rivelano gli attacchi a Julian Assange. Ha seguito nel dettaglio questi straordinari eventi per oltre un decennio. Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia.

Mentre scrivo, il caso è nelle mani del sistema giudiziario del Regno Unito. La Gran Bretagna si vanta del fatto che le sue corti sono indipendenti, che rispetta lo stato di diritto e che i suoi giudici sono incorruttibili. Be’, vedremo. Julian Assange è un giornalista il cui unico crimine è stato quello di rivelare la verità. È per questo che ha perso la libertà e ha passato gli ultimi due anni isolato in una prigione di massima sicurezza, con effetti devastanti, del tutto prevedibili, sulla sua salute mentale. Se sarà estradato negli Stati Uniti rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Le corti inglesi consentiranno un’ingiustizia così mostruosa?

In Gran Bretagna ci sono anche altri aspetti di questa vicenda che ci riguardano da vicino: il grande esborso di denaro e risorse pubbliche per tenere Assange confinato nell’ambasciata dell’Ecuador; l’abietta vigliaccheria della stampa e dei media, che si sono rivelati incapaci di difendere la libertà del giornalismo; nonché l’accusa che il Crown Prosecution Service, in quel periodo guidato da Keir Starmer, abbia tenuto Assange intrappolato in un incubo legale e diplomatico.

Se riteniamo di vivere in una democrazia dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta dovremmo leggere questo libro. Se crediamo che la legge debba proteggere gli innocenti, infine, dovremmo non solo leggere questo libro, ma anche pretendere che Julian Assange sia un uomo libero.  Per quanto ancora possiamo accettare che il meccanismo del potere segreto, responsabile dei crimini più vergognosi, continui a farsi beffe dei nostri tentativi di vivere in una democrazia? 

venerdì 17 giugno 2022

“Un giorno buio per la libertà di stampa” - Estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti.

L’epilogo temuto dai sostenitori del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è diventato realtà.
La Westminster Magistrates’ Court di Londra durante una breve udienza (20/04/2022), durata solo sette minuti, presieduta dal giudice Paul Goldspring ha emesso l’ordine formale di estradizione negli Usa per Julian Assange, a cui l’attivista australiano ha assistito in videocollegamento dalla prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove è rinchiuso da tre anni.   Adesso (17/06/2022) la ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha ordinato l’estradizione negli Stati Uniti del giornalista e attivista che con la nota piattaforma online svelò documenti secretati del governo americano provando numerosi crimini di guerra commessi dall’esercito di Washington negli anni delle missioni militari in Iraq e Afghanistan. L’attivista australiano rischia di scontare in un carcere Usa una pesantissima condanna, fino a 175 anni di carcere. “Un giorno buio per la libertà di stampa”, ha commentato WikiLeaks appena appresa la notizia.  

L'attivista australiano e il suo entourage legale hanno adesso 14 giorni per presentare ricorso presso l'Alta Corte contro la decisione del governo di Boris Johnson, opzione che verrà esercitata, come confermano anche dall'organizzazione: "Chiunque in questo Paese tenga alla libertà di espressione dovrebbe vergognarsi profondamente".

Anche Amnesty International si è opposta alla decisione dell’esecutivo di Londra: “Consentire che Julian Assange venga estradato negli Stati Uniti significherebbe esporre lui a un grande rischio e mandare un messaggio agghiacciante ai giornalisti di tutto il mondo”, ha dichiarato Agnes Callamard, segretaria generale dell’organizzazione. Secondo l’attivista per i diritti umani le rassicurazioni diplomatiche offerte da Washington sono insufficienti e non credibili, in particolare quelle su “l’isolamento prolungato in carcere, cosa che violerebbe il divieto di tortura e di maltrattamento” dei detenuti, dati “i precedenti della storia giudiziaria” americana.   Firma l'appello di Amnesty https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Le probabilità di successo del ricorso sono però ridotte al minimo dopo il lungo iter legale della magistratura britannica e soprattutto il fatto che il mese scorso la Corte suprema si era rifiutata di riesaminare il caso.
Il Governo Britannico ha affermato che “i tribunali del Regno Unito non hanno ritenuto che sarebbe oppressivo, ingiusto o un abuso processuale estradare Assange. Né hanno ritenuto che l’estradizione sarebbe incompatibile con i suoi diritti umani, compreso il suo diritto a un processo equo e alla libertà di espressione, e che mentre si trova negli Stati Uniti sarà trattato in modo appropriato, anche in relazione alla sua salute”. Garanzie che sono state richieste e, per i giudici, soddisfatte dall’amministrazione di Washington.

La moglie di Assange Stella Moris, e l’organizzazione continuano senza sosta la propria battaglia per chiedere giustizia nei confronti dell’attivista fondatore di Wikileaks. La Moris ha parlato di “un giorno nero” non solo per la libertà d’informazione, ma anche per la “democrazia britannica”. “Julian non ha fatto nulla di sbagliato – ha proseguito – è un giornalista ed editore punito per aver fatto il suo dovere” rivelando documenti riservati e informazioni imbarazzanti su atti compiuti da vari Stati, Usa compresi. “Priti Patel aveva il potere di fare la cosa giusta, invece sarà ricordata come complice degli Stati Uniti, del loro progetto di trasformare del giornalismo investigativo in un’impresa criminale”. Secondo Morris, comunque, anche se “la strada verso la libertà di Julian si fa lunga e tortuosa”, la battaglia “non finisce qua”: a partire “dall’appello che riproporremo all’Alta Corte” di Londra e dall’organizzazione di proteste di piazza. “Non vi sbagliate – conclude -, questo è sempre stato un caso politico, non legale. Julian ha pubblicato prove sui crimini di guerra, le torture, la corruzione di funzionari stranieri commessi dal Paese che sta cercando di farselo consegnare”.

 Dalla stampa italiana: Assange è un criminale.  (articolo preso dal Fatto Quotidiano del 19/06/2022)
La notizia dell’imminente estradizione di Julian Assange da Londra agli Stati Uniti offre l’occasione di una imprevista lezione di giornalismo. Ce la dà Il Foglio, il quale racconta l’avvenimento come un atto di giustizia: “Julian Assange ha fatto molti danni agli interessi americani. I giornalisti non cospirano per decifrare password e postare online materiale classificato non redatto. Non fanno quello che ha fatto Assange, cioè entrare nei computer del governo degli Stati Uniti”. Insomma i giornalisti possono lavorare solo su fonti aperte, magari scopiazzando due tweet. Se ottengono informazioni riservate di enorme interesse pubblico – come quelle di Wikileaks, che hanno svelato l’improvvisazione americana nella guerra in Medio Oriente e poi email imbarazzanti del Comitato democratico per Hillary Clinton – è vietato darle. “Assange non è mai stato un eroe della trasparenza o della responsabilità democratica. I suoi obiettivi erano sempre e soltanto istituzioni o governi democratici, non autoritari. E se è davvero un protettore della trasparenza, non avrà nulla da temere da un processo in America, la patria del giusto processo”. I Paesi democratici, ovvero quelli che condannano un giornalista a 175 anni di carcere, non possono essere messi in difficoltà. A questo punto ci chiediamo: meglio l’analisi del Foglio o meglio Repubblica, che alla notizia ha dedicato tre righe a pagina 7? Due modi diversi per omaggiare la libera stampa.

venerdì 10 dicembre 2021

Nobel per la pace a giornalisti ed estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti

Ma molti si chiedono,  e anche il team legale di Assange, "Come possono questi tribunali approvare una richiesta di estradizione in queste condizioni? Come possono accettare un'estradizione nel Paese che ha complottato per uccidere Julian, che montato accuse infondate di stupro, che ha complottato per uccidere un editore a causa di ciò che ha pubblicato?”   Assange è attualmente detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra.

Vedi anche articoli precedenti:

Julian Assange - The saga continues

Julian Assange è incarcerato da due anni e mezzo nella prigione di massima sicurezza di Londra che doveva diventare la Guantanamo inglese: Belmarsh. Ha perso la libertà il 7 dicembre 2010: da allora non l’ha più riacquistata. Sono passati 11 anni. Domani mattina ( ottobre 2021) alla High Court di Londra si apre il processo di appello per decidere se Julian Assange verrà estradato negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni da scontare, in tutta probabilità, nel carcere americano più estremo: l’ADX Florence, in Colorado, dove sono rinchiusi criminali del calibro del re del narcotraffico, El Chapo Guzman.

Il processo che si apre domani a Londra durerà due giorni, ma la sentenza richiederà settimane, se non mesi. Nel gennaio scorso, il giudice inglese Vanessa Baraitser aveva rigettato la richiesta di estradizione delle autorità americane solo ed esclusivamente sulla base delle condizioni di salute del fondatore di WikiLeaks.
Baraitser aveva ritenuto fondato il rischio che, se trasferito in America e rinchiuso in una prigione tanto estrema come l’ADX Florence, sotto il regime speciale di detenzione SAM, caratterizzato da un feroce isolamento, Julian Assange potrebbe suicidarsi. Ma gli Stati Uniti hanno presentato appello contro questa sentenza di primo grado e nell’agosto scorso hanno ottenuto di rimettere in discussione lo stato di salute di Assange e, in particolare, le perizie psichiatriche della difesa che, invece, il giudice Baraitser aveva ritenuto ben fondate.  Nel processo di appello si deciderà su queste argomentazioni dell’accusa e della difesa e, forse, potrebbero giocare un ruolo anche i fatti emersi negli ultimi mesi. Come le rivelazioni di Yahoo! News che, in un’inchiesta basata su trenta fonti interne al governo e all’intelligence degli Stati Uniti, ha fatto emergere come nel 2017 la Cia – allora guidata da Mike Pompeo, nominato da Donald Trump – avesse pianificato di uccidere o anche di rapire Julian Assange e altri giornalisti di WikiLeaks.

Questi tentativi erano già emersi attraverso la deposizione di alcuni testimoni protetti in Spagna, dove è in corso un’indagine da parte dell’autorità giudiziaria, l’Audiencia Nacional, sulla UC Global, l’azienda spagnola che il governo dell’Ecuador aveva arruolato per proteggere la sua ambasciata di Londra, subito dopo che il fondatore di WikiLeaks vi si era rifugiato nel giugno del 2012 e vi era rimasto confinato per sei anni e otto mesi. Assange si era rifugiato all'ambasciato dopo aver pubblicato documenti che hanno permesso di rivelare crimini di guerra, torture, uccisioni stragiudiziali con i droni. Ma mentre i criminali di guerra e i torturatori non hanno fatto una sola ora di prigione, Julian Assange non ha più conosciuto la libertà, dopo averli pubblicati.
E' rimasto nell'ambasciata dell'Equador fino a quando non è stato arrestato dalla polizia inglese per accuse di stupro, poi smentite.
Tutte le principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani e della libertà di stampa, da Amnesty International e Human Rights Watch a Reporters Sans Frontières, si oppongono all’estradizione. E proprio ieri il Segretario Generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha chiesto pubblicamente agli Stati Uniti di annullare la richiesta di rinvio a giudizio, di non estradarlo e di consentire il suo rilascio immediato dalla prigione di Belmarsh.

Per Stella Moris, la compagna di Julian Assange,  “C’è stata una grande cospirazione, un piano per tirarlo fuori dall’ambasciata, dove era protetto, e farlo finire in prigione, possibilmente negli Stati Uniti, per il resto della sua vita”.


sabato 28 maggio 2022

Per Julian Assange l’estradizione è sempre più vicina.

Estradizione sempre più vicina per Julian Assange. La Corte dei magistrati del Regno Unito dovrà emettere a giorni l'ordine formale di estradizione negli USA nei confronti di Assange. Gli Stati Uniti d'America devono annullare tutte le accuse contro Julian Assange, incluse quelle di spionaggio.

Amnesty International chiede di annullare tutte le accuse subito. Firma l'appello di Amnesty
 

Dopo una serie di pronunce giudiziarie sfavorevoli da parte dei tribunali di Londra, il giornalista australiano Julian Assange rischia di essere estradato negli Usa.  È imminente, infatti, la decisione della ministra dell’Interno britannica Priti Patel sulla richiesta di estradizione presentata da Washington. Se la richiesta verrà accettata, Assange subirà dure condizioni detentive equivalenti a tortura e andrà incontro a un processo per 18 diversi capi d’accusa, con una possibile condanna fino a 175 anni di carcere.

L’estradizione di Assange avrebbe conseguenze devastanti per la libertà di stampa e per l’opinione pubblica, che ha il diritto di sapere cosa fanno i governi in suo nome. Diffondere notizie di pubblico interesse è una pietra angolare della libertà di stampa. Estradare Assange ed esporlo ad accuse di spionaggio per aver pubblicato informazioni riservate rappresenterebbe un pericoloso precedente e costringerebbe i giornalisti di ogni parte del mondo a guardarsi le spalle.

domenica 13 novembre 2022

Julian Assange finalista del Premio Sakharov

 Il giornalista Julian assange è stato uno dei finalisti del premio Sakharov 2022 per la libertà di pensiero, che viene assegnato all'Euro camera dal 1988. I finalisti, oltre  Assange, sono stati il popolo dell'Ucraina con i suoi rappresentanti e la Commissione per la verità in Colombia. Gli eurodeputati hanno selezionato i finalisti da un lungo elenco di candidature presentate da gruppi politici o da gruppi di eurodeputati.  La candidatura di Assange era stato proposta dalla eurodeputata Sabrina Pignedoli del movimento 5 stelle.

Il 19 ottobre è stato decretato dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola e dai leader dei gruppi politici il vincitore: il "coraggioso popolo ucraino" che continua a resistere all'avanzata russa.   

Dal 1988 il Premio Sacharov per la libertà di pensiero viene assegnato annualmente a singoli individui, gruppi e organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali. Il Premio è intitolato al fisico sovietico e dissidente politico Andrei Sacharov e il premio in denaro è di € 50.000. Nel 2021 il Premio Sacharov del Parlamento europeo è stato conferito ad Alexei Navalny, politico dell'opposizione russa e attivista anti-corruzione.

Il premio sarà assegnato a Strasburgo il prossimo 14 dicembre e si spera con l'occasione che il giornalista possa uscire dalla prigione di massima sicurezza britannica, almeno per un breve periodo, e poter presenziare all'evento e avere così la testimonianza della solidarietà di molte persone alla sua causa. Ciò potrebbe aiutarlo molto anche a livello psicologico. Assange è relegato da tre anni e mezzo in una minuscola cella di sicurezza, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti dove potrebbe essere condannato a 175 anni di prigione per violazione del segreto militare, solo per aver mostrato dei video in cui l'esercito americano in Afganistan sparava su civili. 

Si spera che il governo Britannico non si comporti come Putin che vietò  a Alexei Navalny di presiedere alla cerimonia.  

Il premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel ha lanciato un'altra campagna internazionale che si chiama "La mia voce" per cercare di salvare il fondatore di WikiLeaks dall'estradizione e l'appello è il seguente: "La trasparenza è condizione irrinunciabile per la democrazia".

mercoledì 26 giugno 2024

Julian Assange è libero, non è chiaro quanto lo sia il giornalismo

La liberazione del fondatore di WikiLeaks è una vittoria per la libertà di informazione, ormai quasi insperata. Il caso legale che lo ha visto protagonista, però, non sarebbe mai dovuto esistere.

Lunedì 24 giugno 2024,  Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks ha visto per la prima volta la libertà dopo oltre un decennio, trascorso prima in detenzione arbitraria – definizione delle Nazioni Unite – nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012 e, poi, da detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh (vicino Londra) dal 2019. 

In tutto questo tempo, e a partire dal 2010, Assange è stato indagato e poi accusato di spionaggio dagli Stati Uniti (sotto le presidenze di Obama, Trump  e Biden) per le pubblicazioni di WikiLeaks avvenute nel medesimo anno, quelle relavite alle guerre in Afghanistan e in Iraq.  Sono stati rivelati crimini di guerra, come l’assassinio di giornalisti a Baghdad e di decine di persone in un bombardamento. In quel contesto, WikiLeaks pubblicò oltre 700mila documenti riservati provenienti dagli archivi dell’esercito e dell’intelligence Usa, forniti da Chelsea Manning. 

Julian Assange trova finalmente la libertà grazie a un patteggiamento che lo vedrà dichiararsi colpevole di un capo di accusa sui 18 che gli erano stati imputati ai sensi dell’Espionage Act. Assange non andrà in carcere per via dei cinque anni che ha trascorso in carcere nel Regno Unito che saranno considerati come periodo di pena.  Dall'isola di Saipan (territorio Usa nell’Oceano Pacifico) il 26 giugno si dichiarerà colpevole, e poi volerà poi nella sua nativa Australia, dove dovrebbe rimanere insieme alla famiglia. 

Chiunque abbia a cuore la libertà di stampa non può che festeggiare, soprattutto perché oggi viene sancita la fine di un’odissea legale e politica che ha visto un giornalista passare cinque anni in un carcere di una capitale europea per aver compiuto degli atti di giornalismo e pubblicato notizie. Mentre gli autori dei crimini narrati, sembrerebbe che non sono stati nemmeno messi sotto accusa. 

lunedì 24 gennaio 2022

Julian Assange potrà fare ricorso contro l’estradizione negli Usa: l’ok dell’Alta Corte di giustizia di Londra

Julian Assange potrà presentare ricorso contro la sentenza di estradizione negli Stati Uniti del 10/12/2021. I legali del fondatore di WikiLeaks hanno ora 14 giorni di tempo per presentare domanda alla Corte Suprema del Regno Unito dopo aver ricevuto il via libera dall’Alta Corte di giustizia di Londra. Il giornalista è accusato di spionaggio negli Usa per la diffusione di documenti coperti da segreto relativi alle attività militari in Afghanistan e Iraq. Rischia una condanna fino a 175 anni di carcere. 


 L'appello alla Corte Suprema si può avanzare soltanto quando si parla di un caso di rilevanza pubblica generale. Ad assistere il giornalista, Stella Moris, sua legale e compagna. Alla stampa aveva fatto sapere che se l'Alta Corte avesse respinto la richiesta di ricorso, lei si sarebbe rivolta direttamente alla ministra dell'Interno britannica Priti Patel.
A gennaio del 2021 il tribunale penale di Londra aveva respinto la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa sottolineando che il giornalista, clinicamente affetto da depressione, avrebbe potuto suicidarsi. Gli Stati Uniti avevano quindi fatto ricorso all'Alta Corte di Londra che aveva accolto la richiesta in tendenza contraria alla sentenza precedente. Assange era stato incriminato dagli Usa per aver violato la legge anti-spionaggio del 1917.  Sono 18 i capi d'accusa nei suoi confronti negli Stati Uniti. Ora a pronunciarsi sull'estradizione sarà la Corte Suprema del Regno Unito.

Per la vicenda vedi link: https://maramici.blogspot.com/search?q=Assange  

domenica 15 settembre 2024

Personaggi famosi che parlano dell'Occidente

Molti personaggi famosi, nonostante le ampie divergenze geografiche, culturali e politiche hanno espresso un giudizio non troppo positivo nei confronti dell'Occidente. Di seguito vengono riportati alcuni interventi (Dal libro C'è del Marcio in Occidente ).

Il romanziere portoghese José Saramago (1922-2010), vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1995; il riconoscimento internazionale arrivò un po' tardi con tre libri: Storia dell'assedio di Lisbona, Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Cecità Fu un intellettuale politicamente e socialmente impegnato, dichiarò che la nostra democrazia che cerchiamo di portare come una religione al resto del mondo è ben lontana dalla democrazia dei Greci, saggi e ingenui.  Asseriva: "abbiamo sperimentato che le vaste aree di potere a livello nazionale e internazionale si trovano nelle mani di criminali di vario tipo.  Ci servirebbe a poco una democrazia, per quanto equilibrata nelle sue strutture interne e al suo funzionamento, se essa non costituisse la radice e la ragione di un'effettiva e concreta democrazia economica e culturale".    Il mercato è lo strumento per eccellenza del vero indiscutibile potere che è la finanza mondiale. Per parlare il linguaggio del mercato, prima di esportare la nostra democrazia al resto del mondo dovremmo trovare il modo di produrla e ditribuirla meglio a casa nostra. Il mondo ha bisogno di molto di più di quell'illusione democratica a cui spesso si riduce.  Nel Saggio sulla lucidità  José Saramago si chiede: "Cosa succederebbe a un paese se alle elezioni i cittadini decidono in massa di votare scheda bianca? Quali ingranaggi vengono sollecitati fino alla rottura, quali contromisure andranno messe in atto?"  Il saggio è un viaggio alla scoperta delle radici oscure del potere, uno sguardo nuovo e spietato sui meccanismi del mondo nel quale esercitiamo (o crediamo di esercitare) ogni giorno la nostra libertà.

Edward Said (1935-2003) è il più noto e discusso intellettuale palestinese del Novecento. Nato a Gerusalemme, insegnò alla Columbia University di New York;  ha potuto osservare da entrambe le parti  il rapporto tra Oriente e Occidente.  Dal punto di vista politico ha analizzato la questione palestinese definendola "la tragedia di essere vittima delle vittime". E' diventato famoso con il famoso libro Orientalismo (1978) in cui ha messo in evidenze le stereotipate ed eurocentriche rappresentazioni dell'Oriente, In Cultura e imperialismo ha sottolineato che tutta la produzione artistica letteraria dell'Occidente è stata usata come copertura e giustificazione intellettuale del colonialismo globale, dall'Africa alle Americhe. Le popolazioni barbare e primitive capiscono solo la forza e la violenza, e meritano di essere dominati...

Il terrorista saudita Osama bin Laden (1957-2011) coordinò l'attacco alle torri gemelle nel 2001 nel quale morirono  2977 persone. Gli Stati Uniti, con una coalizione della NATO invasero l'Afghanistan e poi l'Iraq, Siria, Libia, Yemen, Somalia facendo tra uno e due milioni di vittime. Obama fu ucciso dai servizi segreti americani nel 2011 in Pakistan.    Scrisse e pubblicò nel 2002 una ampia e articolata Lettera all'America per spiegare il suo gesto e perchè combatteva contro gli americani.  In quella lettera scriveva: "La nostra religione e la nostra ragione ci dicono che gli aggrediti hanno il diritto di rispondere alle aggressioni. (...) Ci dispiace dirlo, ma la vostra è la peggiore civiltà della storia umana,  avete invaso e distrutto più paesi di chiunque altro, E siete gli unici ad aver usato la bomba atomica per ben due volte.  (...)  Pretendete il rispetto delle leggi internazionali da parte degli altri, ma insieme ad Israele, avete disatteso per mezzo secolo le risoluzioni delle Nazioni Unite, (...) gli americani hanno liberamente eletto i loro governi e spalleggiato le loro politiche e finanziato gli armamenti, pertanto gli americani non sono innocenti".

L'ambientalista e vice-presidente degli Stati Uniti, Al Gore (1948- ) sottolineò insostenibilità della crescita all'infinito, sottolineando l'aumento della popolazione da 2 miliardi nel 1945 ai 7 miliardi di oggi,  e propose un piano per salvare la Terra dal riscaldamento globale nel 1997  a Kyoto. Piano che non fu mai ratficato dagli USA.  Dichiarava: "Il problema è serio, ma è risolubile, e abbiamo i mezzi per risolverlo. Ci mancano solo la volontà politica e la determinzione sociale di farlo". Il suo documentario Una scomoda verità vinse nel 2006 due premi Oscar.  Vinse il premio per la pace nel 2007 condividendolo con il panel intergovernativo sul cambiamento climatico. 

Il dissidente australiano Julian Assange (1971- ) nel 2010 ha pubblicato, con la sua associazione WikiLeaks un gran numero di documenti sui crimini di guerra compiuti dagli USA in Iraq, trafugati dal militare Bradley Manning, che fu condannato a 35 anni di prigione e che poi ottenne la grazia dal Presidente degli USA Obama. Assange è stato perseguitato e accusato di vari reati, e ha passato sette anni nell'ambasciata dell'Ecuador e cinque anni nelle prigioni inglesi con la minaccia di estradizione in America dove è stato accusato di spionaggio.  Nel 2024, dopo essersi dichiarato colpevole e aver patteggiato con gli Usa, il fondatore di WikiLeaks è un uomo libero. Nel suo caso si è trattato di censura allo stato puro, e gli USA hanno dimostrato la loro ipocrisia nel confronti della libertà di parola e il tradimento dei valori della Rivoluzione Americana. Nell'Occidente democratico non si perseguono le persone che compiono i crimini di guerra, ma si perseguitano i coraggiosi che li denunciano.

Pepe Mujica (1935- ) è stato presidente dell'Uruguay dal 2010 al 2015. Durante il  suo mandato fu amatissimo in patria e popolarissimo all'estero, grazie al suo stile di vita sobrio, le parole semplici, e le sue riforme. Nel suo discorso sullo Sviluppo Sostenibile si chiedeva: "il mondo ha risorse sufficienti per permettere a otto miliardi di persone di consumare e sprecare al ritmo dell'opulento Occidente? La nostra civiltà è figlia del mercato e della competizione. non si può sviluipapre la solidarietà in una economia basata sulla competizione. La società è caratterizzata dal consumo estremo e il mercato ci fa lavorare continuamente per sostenere la civiltà dell'usa e getta. (...) Epicuro e Seneca dicevano che il povero non è chi ha poco, ma chi ha bisogno di tanto, e desidera sempre di più. (...) La crisi idrica e la crisi ambientale, non sono cause, ma effetti. La causa è il nostro tipo di civiltà, e dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere.  (...) Molte persone passano il loro tempo a lavorare per accumulare sempre di più e arriva il momento, che si accorgono che la vita gli è passata davanti. Lo sviluppo deve essere a favore della felicità umana, dell'amore su questa terra, delle relazioni umane, dell'attenzione ai figli, all'amicizia, alla giustizia, alle cose elementari.  E' la felicità, il tesoro più importante che abbiamo".

Il drammaturgo nigeriamo Wole Soyinka (1934 - )  è l'unico africano nero ad aver vinto un premio Nobel nel 1986 ed ha sperimentato sulla sua pelle i danni del colonialismo. Ha passato due anni in detenzione, e dovette rimanere in esilio per quattro anni. Non stupisce che, con queste premesse, Wole Soyinka sia diventato il protavoce di un intero continente e di un'intera cultura, e il suo libro Africa del 2012 offre una visione fondamentalmente critica del colonialismo militare, politico, religioso e culturale inflitto dall'Occidente al Continente Nero. In particolare, critica la modalità con la quale i cartografi europei dettero vita ai nuovi Stati Africani, usciti dalla fine del colonialismo tracciando confini fittizi e tracciando stati inesistenti, modalità che non teneva conto delle culture, etnie, ecc..

Il segretario generale del Ministero degli esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar  (1955- )  nel 2023 all'assemblea delle Nazioni Unite è intervenuto dando voce ai sentimenti dell'India e dell'intero terzo mondo chiedendo l'allargamento e la modernizzazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU  e dichiarando: " Le misure per il clima non possono sancire l'evasione dalle responsabilità storiche di alcuni stati. (...) I mercati non possono essere utilizzati per incanalare cibo e energie dai poveri ai ricchi. (...) Non si deve permettere che le risposte al terrorismo, all'estremismo e alla violenza siano determinati dalla convenienza politica. E il rispetto dell'integrità territoriale e la non interferenza negli affari interni delle nazioni non si possono esercitare a capocchia. Il Sud Globale sente fortemente che senza una genuina solidarietà non ci può essere fiducia reciproca". 

Anche il papa argentino Jorge Bergoglio (1936- ) ha criticato diverse volte l'operato dell'Occidente. Ha spesso ricordato che il suo Paese ha sofferto a lungo a causa delle angherie delle quattro dittature imposte dagli Stati Uniti 1966-1973 e 1976-1983, e delle misure di austerità imposte dal Fondo Internazionale nel 2001 e 2018.   Ha ricordato a proposito della guerra Russia-Ucraina che "Forse l'abbaiare della NATO alle porte della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un'ira che non so dire se sia stata provocata, ma forse facilitata si".  Con l'enciclica Luadato sì del 2015 e con quella del 2023 critica il paradigma tecnocratico che è alla base dell'attuale degradazione ambientale e la crescita infinita. L'immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell'essere umano. La decadenza etica del potere reale è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l'opinione pubblica attraverso di essi. Non sarà più utile sostenere istitutzioni che preservano i diritti dei più forti, senza occuparsi dei diritti di tutti. Cita poi l'ironia di Soloviev sul secolo in cui stiamo vivendo:  "Un secolo così progredito che gli è perfino toccato in sorte di essere l'ultimo".  

venerdì 17 settembre 2021

Media, Regime e democrazia

Purtroppo in questi ultimi due anni, la pandemia ha accelerato tutti i tipi di tendenze che si stavano già muovendosi nelle nostre società: l’atomizzazione sociale e l’ascesa dello Stato paternalista. Uno Stato che sa cosa è giusto o sbagliato per i cittadini, un po’ bambini e un po’ incoscienti. 

Tra i più preoccupanti fenomeni attuali,  c’è anche l’aumento della censura da parte delle più grandi aziende tecnologiche e il modo in cui una manciata di oligarchi sono arrivati ​​a stabilire i termini del dibattito e persino a stabilire ciò che è vero.
Che le piattaforme e i media stabiliscano ciò che è vero e ciò di cui si può discutere
, in un momento come questo in cui il dibattito scientifico è fondamentale, indipendentemente dalle nostre posizioni sul virus e sui vaccini, è molto preoccupante.  

 Per certi versi siamo peggio dell’Ottocento perché almeno allora era chiaro che la libertà di stampa non c’era. Invece, oggi la rete viene magnificata come il massimo della libertà e, nella misura in cui non disturbi il manovratore, nessuno ti infastidisce. Se poi invece fuoriesci dalle “regole” semplicemente vieni oscurato, sparisci dalla “Community”, senza che gli altri ne sappiano nulla. Certo meglio una sparizione virtuale di quella fisica nei vari regimi totalitari, ma certo la cosa è inquietante.

In questo periodo molti scienziati, che si ponevano domande sulla gestione della pandemia con articoli sui media sono stati censurati. E bisogna anche ricordare che rappresentanti di Facebook e Twitter sono stati convocati al Parlamento inglese per discutere di censura intorno alle discussioni sulla pandemia.  In questo periodo si sono verificati molti casi gravi, ne riporto alcuni:

  • La prima è stata una dichiarazione di Martin Kulldorff, professore presso la Harvard Medical School. Un suo tweet, in cui suggeriva che coloro che erano stati precedentemente infettati forse non dovevano essere vaccinati, è stato etichettato come “fuorviante” da Twitter.  I twittatori non sono stati più in grado di interagire con lui e hanno ricevuto un messaggio che affermava che “i funzionari sanitari raccomandano un vaccino per la maggior parte delle persone”.
  •  Allo stesso modo Facebook ha etichettato come “informazioni false” un articolo di The Spectator sull’efficacia delle mascherine, scritto da Carl Heneghan e Tom Jefferson del Center for Evidence-Based Medicine dell’Università di Oxford.
  • Un altro esempio è l'articolo scritto su Facebook  ‘Basta catastrofismo sui vaccini’ da Sara Gandini  Epidemiologa e docente che è stata oscurato, e l'autrice ha denunciato più volte e pubblicamente l'accaduto.
  • Considerare immediatamente una "fake news", quanto detto in diretta dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier sugli effetti ancora inprevedibili dei vaccini, alla trasmissione "Di martedì", senza nemmeno provare a discuterne.

Lasciamo da parte i vaccini e la pandemia e vediamo altri esempi. 

Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista Facebook è stato censurato da Facebook, in questo stesso periodo, e la sua pagina oscurata perché aveva messo per due volte post a favore del popolo curdo e del suo leader Abdullah Ocalan in prigione in Turchia. Questi due post sono stati considerati contrari alle regole della comunità.  Anche lui ha pubblicamente denunciato l'accaduto, anche su giornali come il Fatto Quotidiano e riporto alcune sue considerazioni "Alla faccia della democrazia della rete, con questa privatizzazione della comunicazione siamo tornati all’Ottocento, quando non c’era la libertà di stampa. Infatti, secondo i padroni di Fb, battersi per la libertà del leader curdo è censurabile e deve essere proibito. Con lo stesso criterio non avremmo potuto batterci su Fb per la libertà di Nelson Mandela o per quella di Silvia Baraldini. In altri termini la libertà, secondo il padrone di Fb Mark Zuckerberg, significa glorificare l’esistente. Provando a cambiarlo si rischia di incappare nella censura".

Notizia di oggi18/9/2021,  Google e Apple obbediscono a Putin oscurando la app dell'oppositore Navalny

Queste vicende evidenziano come vi sia un enorme problema di democrazia e come sia necessario rendere pubblica la rete e la gestione dell’informazione. 

Non è possibile che i padroni dei Social  facciano il bello e il cattivo tempo, in condizioni di monopolio, non solo sull’utilizzo dei nostri dati (che oggi valgono miliardi di euro)  ma anche sulla possibilità di controllarci (con la scusa di bloccare i pedofili in rete, combattere il cyberbullismo, i nazisti o coloro che diffondono fake news, come Donald Trump)  e censurarci ed escluderci (sulla base dei loro interessi nascosti). E questo accade ogni giorno, nel silenzio più totale, a centinaia di persone che si battono per la libertà e la giustizia.

È evidente che la proprietà privata di questi immensi monopoli della socializzazione e in definitiva dell’informazione costituiscono una minaccia alla democrazia e solo una pubblicizzazione della proprietà e delle regole democratiche su scala globale può permettere alla rete di sviluppare le sue potenzialità democratiche.

vedi articoli correlati: 

  •  https://maramici.blogspot.com/2021/08/sorveglianza-di-massa-su-mail-e.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/08/i-5-colossi-del-web.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/09/facebook-xcheck-e-sistema-di-influenze.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/09/edward-snowden-laffare-pegasus-un.html
  • https://maramici.blogspot.com/2021/08/julian-assange.html

lunedì 16 settembre 2024

C'è del marcio in Occidente - Piergiorgio Odifreddi

C'è del marcio in Occidente. I peccati che pesano sulla coscienza di un bianco italiano, europeo e occidentale è un libro scritto da Piegiorgio Odifreddi e pubblicato nell'aprile 2024.  

Piergiorgio Odifreddi è un matematico, logico e saggista italiano. Oltre che di matematica, nelle sue pubblicazioni si occupa di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia. Odifreddi, come molti italiani nati nel dopoguerra, è cresciuto nel mito degli Stati Uniti e dei soldati americani “liberatori”: sono stati loro, d’altra parte, ad aver salvato suo padre e suo nonno, entrambi deportati dai nazi-fascisti. Eppure, a partire dalla guerra del Vietnam, il suo rapporto con gli Stati Uniti inizia a cambiare. Ci studia per due anni, e ci insegna per venti. Viaggia in tutto il mondo, ed esplora in lungo e in largo il continente americano. Scopre come gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di gendarme del mondo: sfruttamento economico, embargo commerciale, occupazione militare…

In questo libro Odifreddi riflette sull’arroganza dell’Occidente. Riporta famosi interventi critici verso l'Occidente di Josè Saramago, romanziere portoghese, di Edward Said, intellettuale palestinese, di Al Gore, vice presidente degli U.S.A. e ambientalista, di Julian Assange, il giornalista australiano, di Pepe Mujica, presidente dell'Uruguay, di Wole Soyinka, il drammaturco nigeriano, di Subrahmanyam Jaishankar, diplomatico indiano.   Riporta anche gli ultimi interventi di Putin e Xi Jinping prima della guerra in Ucraina, di Papa Bergoglio subito dopo l'invasione; e la lettera diffusa da Osam Bin Laden dopo l'attentato alle torri gemelle a New York nel 2001.  Nonostante le ampie divergenze geografiche, culturali e politiche fra gli autori citati, che spaziano dagli europei agli asiatici, dai letterati agli scienziati, dai pacifisti ai terroristi, dagli uomini di stato ai papi, tutti esprimono critiche convergenti nei confronti dell’Occidente, anche e soprattutto nel nuovo millennio.

Il libro analizza, inoltre, le dieci categorie che caratterizzano la civiltà occidentale che corrispondo ai nostri dieci peccati capitali: occidentalismo, cristianesimo, colonialismo, militarismo, razzismo, classicismo, idealismo, capitalismo, populismo, mediaticità. E ci invita a non farci alleviare la coscienza dall’illusione che, forse, gli altri possono persino essere peggio di noi.

Sono stati gli scritti di Russell e Einstein, e gli insegnamenti di Rotblat e Atiyah, a introdurre Odifreddi all’utopia matura di un mondo senza chiese, senza stati, senza possessi e senza armi […].

Alcune frasi contenute nell'ultimo capitolo: "Le recenti guerre in Ucraina e in Palestina non hanno invece influito sulla mia visione, e si sono limitate a confermare una posizione che avevo già maturato negli anni. Una posizione di avversione per il modello autoreferenziale, giudaico-cristiano, colonialista, militarista, razzista, classicista, idealista, capitalista, antidemocratico e illiberale di un Occidente che mi appare sempre più come un insopportabile bambino capriccioso ed egoista, o uno scostante adolescente immaturo e presuntuoso".

"Oggi, gli occidentali infantili o adolescenziali credono che un mondo senza dèi, senza frontiere, senza multinazionali e senza atomiche sia solo una pia o un’empia illusione. Forse un giorno gli occidentali maturi si accorgeranno che altrettanto illusorie apparivano le nazioni ai tempi delle città-stato, le confederazioni o gli imperi ai tempi degli stati nazionali, e le superpotenze prima della Guerra Fredda".

"Purtroppo, come le nazioni si sono costituite con guerriglie fra le città, le confederazioni e gli imperi con guerre fra le nazioni, e le superpotenze con la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, anche il nuovo ordine mondiale si costituirà con una Terza Guerra Mondiale, combattuta tra l’Occidente e il resto del pianeta. La Quarta, come disse Einstein, si combatterà poi tra bande armate di pietre e bastoni. […] ".

"In realtà, ci sarebbe anche una soluzione alternativa: che l’Occidente ammettesse le proprie secolari malefatte, compensasse gli enormi danni provocati, rinunciasse a dominare l’intero pianeta, e concordasse insieme al resto dell’umanità un governo mondiale democratico. Sarebbe la soluzione razionalmente più sensata, eticamente più equilibrata, moralmente più giusta e politicamente più pacifica, ma non rientra nel carattere aggressivo, arrogante e prevaricatore dell’Occidente, come questo libro ha cercato di dimostrare. E dunque, non verrà scelta spontaneamente".

"Comunque chi sopravviverà, vedrà. Ma scommetto che non sarà una bella visione, comunque andrà".

lunedì 29 agosto 2022

L'Homme Nu - Marc Dugain e Christophe Labbé

Riassunto del libro L’Homme Nu, la dictature invisible du numerique de Marc Dugain e Christophe Labbé   Edizioni Robert Laffont,  2016.

La rivoluzione digitale non si contenta di modellare il nostro modo di vita verso più connessione e informazioni, ci porta anche verso uno stato di docilità, di trasparenza, il cui risultato è la scomparsa  della vita privata e una rinuncia irreversibile della nostra libertà. La promessa di una vita migliore addolcirà il prezzo da pagare sulla nostra vita privata..
In ogni secondo della nostra esistenza generiamo dati e informazioni sulla nostra salute, sui nostri progetti, sui nostri gusti. Tutti i momenti di connessione saranno utilizzati per aumentare il volume dei big data trattati da computer con capacità di memorizzazione e di calcolo gigantesco.
Stiamo andando verso il transumanesimo. Verso un essere umano con capacità aumentate, e si sta carezzando il sogno di raggiungere l’eternità. L’uomo vivrà completamente nudo sotto lo sguardo di quelli che raccoglieranno informazioni su di lui. La sorveglianza continua sarà la regola, a meno che non si accetti di fare parte della nuova categoria di marginali.
Con la scusa della minaccia terrorista, Google, Amazon, Apple, Microsoft controllano i nostri scambi di e-mail, la nostra navigazione, i nostri spostamenti con il GPS o tramite le telecamere di sorveglianza, e minacciano il nostro diritto all’intimità, e stanno diventando un pericolo per la democrazia.  

Dopo l’11 settembre 2001, l’Europa considera la sorveglianza assoluta messa in opera dalla NSA come il modello da seguire. Arruolando i giganti del web nella lotta antiterrorismo, gli Stati Uniti hanno autorizzato il controllo dell’infosfera.   Bisogna comunque sottolineare il paradosso che, aldilà del darknet,  proprio i social media hanno facilitato la propaganda e il recrutamento dei combattenti di Alkaeda (Daech).
Da qualche tempo stiamo assistendo ad una trasformazione del mondo in dati, tutto è trasformato in dato: foto di famiglia, musica, film, poesie, documenti amministrativi, ricette mediche, romanzi, ecc… Il 70% di questi dati sono digitati direttamente dagli individui connessi alla rete, i giganti del web detengono l’80% dei dati digitali personali dell’umanità. Questa enorme mole di dati corrisponde al nuovo oro nero.  La cifra di affari mondiale dei big data ha superato, nel 2016, i 24 miliardi di euro.  

I    13 grandi server radice che controllano tutti i dati mondiali sono gestiti da 12 organismi di cui 9 sono americani. In meno di 15 anni Google, ribattezzato Alphabet ( nato da un algoritmo battezzato “Page Rank” inventato nel 1998 da Serguei Brin e Larry Page) è diventato la più grande impresa del mondo.  Alphabet e Apple sono seduti su una montagna di 300 miliardi di dollari. E niente del loro operato è ecologico.    Google ha riconosciuto di emettere, nei vari centri di trattamento dati,  1,5 milioni di tonnellate di CO2 ossia le stesse emissioni del Burkina Faso.   I Big Data hanno costruito la loro potenza a scapito degli individui, Milton Friedman, un ex-ingegnere di Google considera i governi una industria inefficace e la democrazia come inadatta.
Nel 2009, Peter Thiel l’inventore di PayPal dichiarava che una corsa mortale si era sviluppata tra la tecnologia e la politica.  La visione del mondo di Zucherberg è quella di dare la priorità al privato e la sfiducia nei confronti dello Stato.  Il  progetto si svela. Dietro l’attitudine aperta dei pionieri del digitale traspare la volontà di farla finita con la democrazia diventata ingombrante, come sono diventati ingombranti i media. Lo slogan di Google è "Organizzare l’informazione del mondo per renderla universalmente accessibile e utile". La digitalizzazione del mondo ha sviluppato una astrazione dal reale. Per annullare il potere dei media la strategia è quella di indebolirli, per poi proporre un accordo per controllarli. Nel 2015 Facebook ha firmato un accordo con 9 grandi media americani, inglesi e tedeschi, e un algoritmo deciderà a quali articoli dare la visibilità sulla rete ed agirà come un filtro che amplifica o meno l’impatto di una notizia prodotta da altri.  Apple esercita un diritto di censura diretta sui giornali realizzati su iPad o iPhone. Famosa è la censura di Olympia, un celebre nudo di Manet.   Inoltre, questi giganti del web, pagano poco o quasi niente imposte grazie a delle delocalizzazioni fiscali favorevoli in seno della stessa Europa.
Il riflesso della realtà  ----         Seguendo la profezia di Platone, il riflesso della realtà è diventato, nelle nostre teste, più importante della stessa realtà.  Quello che conta, non è l’istante, ma la sua cattura numerica. A che serve arrivare a Machu Pichu se non si ha postato la foto del momento su Facebook e Twitter?  Catturati dalla perfezione del virtuale, Senza rendersene conto  si arriva quasi a detestare il reale, la sua complessità, i sui difetti e la sua imprevedibilità.  
Una conseguenza di questo è lo sviluppo dell’Art Project con la creazione di musei virtuali, dove si può accedere alle varie opere d’arte nel minimo dettaglio senza lasciare casa, ma - come dice Fabrice Bousteau, capo del Beaux arts magazine - manca la reazione chimica tra spettatore e quadro, l’incontro, e quandosiamo di fronte all’originale, non alla sua duplicazione numerica, cambia tutto.  La virtualizzazione della società, a poco a poco corrode il nostro reale. Avere una relazione virtuale con l’amante è considerato dai tribunali come prova di adulterio in caso di divorzio.  Facebook ha speso 2 miliardi di dolalri per sviluppare il casco Oculus Vr, per la realtà virtuale.
Apparentemente su Internet c’è la falsa promessa che si può accedere a tutto gratuitamente, in realtà, come dice l’adagio: se non pagate per qualcosa, non siete voi il cliente, ma voi siete il prodotto. In altre parole, gli internauti sono i  produttori benevoli di dati e sono sfruttati, e sono felici di esserlo.
D’altronde inizialmente lo spirito del web era quello di allargare la conoscenza, ma poi a poco a poco vengono proposti all’internauta solo siti, video che riflettono i sui gusti, rinchiudendo gli internauti nei loro campi d’interesse; In un universo virtuale, tagliato dal reale come sta avvenendo da diverso tempo in Giappone; i giovani ed adulti che restano connessi in permanenza al loro computer vengono chiamati hikikomori, i ritirati.

Il sistema di sorveglianza planetario ----    L’America , grazie alla sua potenza militare, si è auto-promossa gendarme del mondo contro tutte le derive che mirano a contrastare i propri interessi.
Dopo il caso Snowden, nel 2007 è stato messo in luce la capacità della NSA americana di ascoltare tutto il mondo, che era stato messo in atto un ascolto generalizzato. Sempre nello stesso anno Bruxelles autorizzava i giganti del Web a trasferire i dati personali degli internauti europei verso gli Stati Uniti, magari con la falsa promessa della confidenzialità dei dati.
La lotta contro il male e la guerra contro il terrore sono stati gli slogan  della sorveglianza mondiale, i mezzi. Dei budget faraonici sono stati approvati per ascoltare tutte le conversazioni telefoniche nel mondo, tutte le e-mail, i post su Internet, ecc…
E’ cominciata la posa in opera di una dittatura indolore, dove ogni individuo deve accettare che tutto o una parte di lui-stesso sia rivelata ad un sistema di sorveglianza planetario.
Mai l’America aveva mostrato un tale imperialismo, e mai gli altri Paesi si sono sottomessi con così poca resistenza.  Tutto questo senza un quadro legale di riferimento, che esiste soltanto minimamente in America ed è inesistente nel resto del mondo.
Dopo l’11 settembre 2001, fu formulato il Patriot Act che, in nome della lotta al terrorismo, rinnega i principi della democrazia americana,  ed ha anche legittimato anche l’attacco all’Iraq.
La domanda che dovremmo porci è la seguente: "Fino a che punto arriva la collaborazione tra i servizi di sicurezza americani e i giganti del Web?" 
Si sta delineando una forma di governance mondiale non eletta che costituisce una seria minaccia per la democrazia.

 Siamo entrati nell’era della sorveglianza totale ----     Uno dei capi di Google arriva a dichiarare: "la vita privata è un concetto che è emerso dal boom urbano della rivoluzione industriale.  Ma questo concetto potrebbe essere un’anomalia".  I servizi segreti americani hanno accesso ad ogni gesto, ad ogni scambio elettronico, ad ogni momento della nostra vita quotidiana. Noi siamo coscienti di avere una spia in tasca che equivale al nostro smartphone.   Google e Apple controllano il 90% dei sistemi di tutti gli smartphone del pianeta.  Google è il numero uno della pubblicità on line che rappresenta il 90% delle sue entrate, basata sui profili degli utilizzatori secondo dei criteri legati ai nostri centri di interesse, ma anche sul contenuto dei nostri scambi su Gmail.  Facebook fa lo stesso utilizzando il profilo dei suoi utenti, e i dati presi dai siti dei suoi partner. Inoltre, utilizza un tracking rivoluzionario chiamato Atlas e comprato dalla Microsoft che permette di tracciare ciascun membro del social network.  E’ stato anche creato il software Dropoutijeet che permette all’agenzia americanadi sicurezza di accedere agli smartphone e scaricare file, e-mail, sms, indirizzi, attivare la telecamera e il microfono.

La vita privata è un'anomalia ----   Siamo entrati in un villaggio digitale dove tutte le informazioni sono  centralizzate da una potenza disincarnata, omnisciente. - "Se non avete niente da nascondere, perché aver paura che si sappia tutto su di voi?" - Potrebbe essere lo slogan di questo colpo di Stato mondiale che ha decretato l’abolizione della vita privata.
Se uno pensa di scappare alla sorveglianza globale spegnendo lo smarphone sbaglia, resterete lo stesso sotto l’occhio del grande fratello attraverso le telecamere che sono dislocate ovunque nelle grandi città.  Adesso con il riconoscimento facciale è possibile seguire il percorso fatto da un individuo. A Londra, la capitale europea della video sorveglianza, un abitante è filmato fino a 300 volte al giorno secondo i calcoli fatti dalla polizia londinese. La NSA ha messo a punto una nuova tecnica, il contact chaining che attraverso i metadati dei telefoni portatili, geolocalizzazione, ora e durata della connessione, costruisce un profilo psicologico dell’utilizzatore.
Adesso che pagare in contanti non sarà più possibile e pagheremo tutto con carta di credito,  sarà ancora più difficile sfuggire ai controlli sempre più massicci del grande fratello. Tutto questo sempre con la scusa di individuare una eventuale minaccia terrorista. La NSA è arrivata a controllare anche Angela Merkel, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy, Francois Hollande secondo le segnalazioni di Wikileaks.
Comunque la cosa più sorprendente è la seguente: i giganti del web che predicano la fine della vita privata fanno di tutto per sottrarsi agli sguardi degli altri.  -  La capacità di sorvegliare il minimo fatto e gesto degli altri, e nello stesso tempo nascondendo i propri, è la forma più alta di potere.
Più si parla di trasparenza, meno si sa di chi dirige cosa, chi manipola chi, e con quale scopo.
I giganti del web sono diventati invisibili e così possono vedere senza essere visti.
Assicurarsi che non ci sia mai uno Snowden per aprire la scatola nera e liberarne i secreti irrivelabili è diventata l’ossessione della matrice. I reporter del sito americano Cent sono stati blacklistati per più di un anno per aver rivelato dei dati di Eric Schmidt (uno dei padroni di Google).
- "Con un oggetto connesso, ne sappiamo più su di voi che con una vostra impronta digitale" – ha detto Eric Peres (Presidente della commissione nazionale dell’informatica, nel 2014).
Gli oggetti banali del nostro quotidiano come lampade, caffettiera elettrica, un frigo hanno un solo soggetto di conversazione: noi gli umani. Gli oggetti del nostro ambiente ci spiano, raccolgono dati e li inviano alla Matrice (nel 2020 il numero di oggetti usati nel quotidiano era superiore a 30 miliardi).
In più Zuckemberg ha lanciato il progetto Loon che mira con gli 11.000 palloni a elio lanciati nella stratosfera per connettere alla rete i 4 miliardi di persone ancora non connesse. La promessa di un mondo incantato in cui gli oggetti ci obbediscono  è solo la trappola con cui gli ingegneri di Facebook e Google ci facilitano la vita per renderci più monetizzabili.        Oltre agli oggetti presenti nel nostro ambiente quotidiano bisogna aggiungere gli oggetti wearables (termine inventato da Microsoft)  che portiamo su di noi per prendere delle misure in permanenza: il numero dei passi, le calorie assorbite, il ritmo caridaco, la tensione arteriosa, ecc.  I giganti del web si insediano anche nella E-medicina, un mercato che vale nel 2020, 50 miliardi di dollari. Recentemente Withings ha sponsorizzato un braccialetto intelligente che calcolava il numero di passi compiuti nella giornata a cui corrispondeva il livello della pressione arteriosa. C’è un altro braccialetto chiamato Pavlok che connesso al vostro smartphone vi invia una piccola scarica elettrica se non si raggiunge l’obiettivo prefissato (non fumare, camminare, ecc). L’ultima novità è un tatuaggio elettronico, dei circuiti stampati che si incollano alla pelle e inviano dati sulla frequenza cardiaca, il tasso di globuli bianchi, la temperatura, la pressione, ecc. Ecco il simbolo ultimo dell’alienazione. Portare sulla pelle il marchio dei big data…
Barack Obama è stato eletto Presidente con l’aiuto delle tecnologie e dei big data. Aveva creato un gruppo di informatici che si riunivano in una sala segreta ribattezzata "la grotta". Il loro lavoro era quello di trattare i metadati per individuare gli indecisi su cui poi insistere e trovare gli argomenti per convincerli. Oggi un grosso contributo al successo nelle elezioni politiche americane è dato proprio dal trattamento appropriato dei metadati. Anche Hilary Clinton aveva reclutato Stephanie Hannon, direttrice di Google, anche se purtroppo non è riuscita a farsi eleggere. Eugeny Morozov, specialista dell’influenza delle tecnologie sulla società, ed autore del libro Pour tout resoudre, cliquez ici. L’aberration du solutionnisme technologique, denuncia la presa di potere dei dati e la morte della politica. Barack Obama ha dichiarato: "Noi possediamo Internet e la potenza americano risiede sui giganti del web". L’economia del web è l’essenza stessa della mondializzazione. I giganti del web hanno come ideologia soggiacente il libertarismo, la legge del mercato spinta all’estremo, ossia la possibilità di vendere e comprare tutto senza nessuna regolamentazione. Nutriti da un iper avidità, l’accumulazione diventa un fine a se stesso. Oggi le 62 persone più ricche del pianeta detengono tante risorse quanto la metà dell’umanità la più povera, ossia 3,5 miliardi di individui.
Tra le venti personalità più ricche del pianeta troviamo Bill Gates, Marck Zuckerberg, e il più giovane è Evan Spiegel, il creatore di Snapchat.

E-learning visto dai giganti del Web ---- Comunque la progenie dei più grandi eroi del web è scolarizzata alla Walford School dove non hanno il diritto di toccare uno schermo di iPad, smartphone o computer. Evan Williams cofondatore di Twitter preferisce regalare centinaia di veri libri ai propri figli. Per Steve Jobs l’uso di iPad e smartphone era vietato durante le riunioni di famiglia e i pasti. Recentemente molti insegnanti, pediatri e psicologi hanno lanciato un appello per domandare di allontanare i bambini dal tablet. Parallelamente si fa pressione sulle scuole primarie al fine di far utilizzare ai bambini i tablet al posto dei libri cartacei, familiarizzare con questi strumenti per creare una testa di ponte per vendere i prodotti digitali. Il libro digitale o e-book attualmente è una fonte immensa di reddito e Amazon e i colossi del web prendono una percentuale per ogni e-book scaricato. Inoltre, questi e-book sono riempiti di software che spiano le abitudini dei lettori. Ossia, quanti lettori arrivano alla fine del libro, quanto si soffermano su una apgina, ecc  Tutti questi dati sono poi venduti agli editori che li utilizzano per rendere più fruibili i libri ai lettori. YouBook, per esempio, propone agli editori un sito dedicato sul quale sono riportati i profili dei loro lettori.  Mentre, bisogna dire, che il lettore calato sul libro di carta è irraggiungibile, non scrutabile. Non essendo collegati al web, non forniscono alcun dato e non hanno nessun interesse commerciale. Il filosofo Roger-Pol Droit dichiara: "la super-esposizione costante di registri multipli ed eterogenei, la dipendenza perpetua allo schermo, messaggi, sollecitazioni di ogni natura rischiano di modificare in profondità la maniera di pensare, ma anche di sentire".  Patricia Greenfield professore di psicologia dell’università della California dichiara che "l’uso crescente di Internet ha reso fragili le nostre capacità di acquisire conoscenze profonde, a condurre delle analisi induttive, a produrre lo spirito critico, l’immaginazione e la riflessione". Lo scrittore americano Nicholas Carr, autore del libro Internet rende stupido - evidenzia che il lettore digitale è il prolungamento dell’individuo super connesso che come un’ape impazzita va di fiore in fiore, saltando costantemente da un soggetto all’altro. Per la felicità dei giganti del web, il cervello umano, avido di stimoli, è una preda facile. Famoso è l’esperimento del gorilla invisibile, e testimonia come il cervello si focalizza su un compito unico ( gli scienziato fanno visionare un video di una partita di Basket  chiedendo alla persona di contare il numero di passaggi tra i giocatori;  la metà dei partecipanti, non ha visto l’entrata di un gorilla su scena vestito da giocatore ). "L’uso del libro può essere uno degli ultimi luoghi di resistenza" - afferma Cedric Biagini. Il web è diventato una macchina per semplificare il reale, un esempio eclatante è Tweeter dove si possono usare al massimo 140 caratteri per comunicare.
L’obiettivo ultimo dei giganti del web è soffocare lo spirito critico, per evitare la rimessa in discussione del sistema che si è creato.
Nonostante molte osservazioni critiche si continua a perseverare con l’e-education e i MOOC (massive  open on line courses). Altri elementi di questo nuovo scenario che si è delineato sono la scomparsa del tempo lineare e la scomparsa del senso di solidarietà verso le generazioni future sia per quanto riguarda i cambiamenti climatici, sia per sfruttamento e distruzione dell’ambiente.
Il nostro sistema nervoso è 4 milioni di volte meno rapido delle reti digitali. Come dice Larry Page il fondatore di Google: "il cervello umano è un calcolatore obsoleto che ha bisogno di una memoria più ampia e un processore più veloce".
Oggi nel mondo ci sono 10 miliardi di computer sempre più potenti, uno degli ultimi elaboratori super potenti è Exascale, che consuma elettricità come una città di 30000 abitanti.  Il vero oro nero oggi è costituito dagli 0 e 1. Google per eludere le sanzioni antitrust di Bruxelles ha creato Alphabet, la holding che controlla tutte le attività del gruppo. 

Google ha creato una nuova disciplina Culturomique ossia la contrazione di cultura e genomica (disciplina biologica che studia l'organizzazione e la struttura dei geni di un organismo nel contesto dell'intero genoma) con l’obiettivo di sostituire gli storici nell’analisi dell’evoluzione della cultura umana invocando la neutralità di interpretazione delle tecnologie. La base di partenza è la gigantesca biblioteca numerica di Google. Ad esempio, analizzando questi dati Google ha formulato la sua teoria sull’uso della parola Dio, che secondo i dati raccolti diminuisce a partire del periodo tra il 1860 al 1900.  In questo modo si arriverà a conclusioni varie senza nessun dibattito di idee e alla cancellazione dell’uomo nel processo decisionale. I giganti del web hanno ridato vigore alla cyberbetica, con l’obiettivo di creare una società giusta ed armoniosa attraverso l’uso delle macchine, dove ogni singolo evento sarà conservato e ritrovato in caso di necessità. Una società dove non ci sarà spazio per l’imperfezione, ossia l’umano caratterizzato da intuizione, immaginazione, spontaneità. L’imprevedibilità diventerà il male assoluto.   Si prefigura una società basata sul commercio, trasparente, mobile, senza radici e frontiere, dove il re incontrastato sarà il denaro. Una società dove il crimine sarà preventivato in anticipo, come nel mondo del film Minority report ambientato nel 2054.  Oggi la realtà ha superato l’immaginazione. L’IBM ha messo a punto Blue Crush  - un software per l’analisi della criminalità in varie città d’America i cui dati sono presi dai vari dossiers della polizia, sia dalle varie telecamere delle città.  I poliziotti ricevono l’ordine di concentrarsi nei punti della città che sono segnalati pericolosi dal programma. Una versione aggiornata del programma chiamato PredPol è già utilizzata a Los Angeles, New York e Atlanta.  E’ stata recentemente acquista anche in Germania, Svizzera, Francia. La commissione europea ha lanciato nel 2011 il progetto Indect con l’obiettivo di sviluppare delle soluzioni e strumenti per la rilevazione di minacce.
Se  le telecamere registrano che ci comportiamo in modo anomalo, ad esempio restiamo troppo fermi in un posto, ci allacciamo le scarpe, ecc saremo segnalati. Di riflesso gli algoritmi ci impongono un nuovo codice di comportamento negli spazi pubblici. Non si punirà più il delitto, ma l’intenzione. Non si può dire che queste ultime invenzioni abbiano ridotto la violenza negli Stati Uniti che sono ancora oggi uno degli Stati più violenti del pianeta.
"L’avvenire è un’equazione" - dichiara Nate Silver il piccolo genio americano dell’analisi predittiva. Kira Radinsky, un altra genio dell’informatica, con il suo sito SalesPredict pretende di predire con la precisione  del 90% il crollo di mercati finanziari, crollo delle borse immobiliari, ecc.
Anche nel campo degli affetti, il predire è diventato la parola chiave, eDarling e Parship propongono di trovarci delle persone veramente fatte per noi, ed emanano un bip ogni volta che incontriamo qualcuno che ha profonde affinità con noi. Lo stesso Facebook ha messo a punto Edge Rank l’algoritmo per calcolare le affinità tra gli iscritti, e piano piano ci indirizzerà verso questi iscritti,  ed Internet come luogo di dibattito diventerà un’illusione.
Stiamo concedendo ai Big Fata il potere esorbitante di leggere i nostri sogni e il nostro avvenire..

Un’altra ossessione dei Big Data è quella di riuscire a vincere il sonno e far restare i navigatori il più tempo possibile davanti allo schermo. Si vuole creare l’era dell'Open  24/7 dove i consumatori e i lavoratori sono attivi a tute le ore  e il dormire diventa quasi un’anomalia.

L'uomo potenziato e il trasumanesimo ----     Il transumanesimo (o transumanismo) è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia  e l'invecchiamento.         La malattia, la vecchiaia e la morte non sollevano più delle questioni metafisiche ma dei semplici problemi tecnici che possono essere superati grazie alla fusione della biologia e l’informatica. Uno studioso francese del genoma riassume la visione dei Big Data: - "l’uomo del futuro sarà come i prodotti informatici, una versione beta in continuo aggiornamento".
Google ha recentemente firmato un accordo con Biogen il gigante americano della biotecnologia, e stanno compiendo esperimenti su 10000 volontari, con la speranza di trovare il modo di prevenire le malattie.  Google ha creato il Google X lab un laboratorio segreto con la divisione la Scienza della vita, inaccessibile a giornalisti ed esterni. IBM ha creato Watson, un programma in grado di diagnosticare certi tipi di tumore in modo più rapido e preciso degli oncologi.
I giganti del web hanno anche iniziato ad assumere i migliori specialisti mondiali dell’invecchiamento e la oro ambizione futura sarà quella di arrivare a vendere dei punti di vita supplementari ai miliardari che potranno permetterseli e annullare l’ultima uguaglianza degli esseri umani: quella di essere uguali di fronte alla morte. Israel Nisand fondatore del forum europeo di bioetica ha denunciato - che stiamo cambiando il destino dell’umanità.
Non contenti di volere andare oltre la morte, questi oligarchi del web pretendono anche di fabbricare un uomo nuovo e potenziato, un ibrido tra essere umano e macchine. Già ci sono molti esempi di questo nuovo campi di studi:  una specie di armatura con casco permette ai soldati di trasportare più di 100 kg di materiale. Le protesi intelligenti permettono, dopo aver effettuato degli impianti celebrali, di pilotare attraverso il cervello degli arti artificiali. Un futuro inevitabile che avrà la convergenza di biogenetica, nanotecnologie, neuroscienze e informatica e il 2040  è considerato come momento ipotetico in cui l’intelligenza artificiale supererà quella degli umani. La combinazione cervello-macchina dovrebbe permettere all’ordinatore di riprogrammarsi  automaticamente, aumentando all’infinito le sue capacità fino a superare quelle del cervello umano.  Larry Page dice che all’alba dei computer biologici, la nostra materia grigia sarà diventata obsoleta. Agli occhi dei transumanisti il nostro organismo sarà una specie di elaboratore obsoleto.  Tutto questo sembrerebbe un progetto utopico, ma purtroppo la realtà supera l’immaginazione, è stato messo a punto anche il progetto RAM (Restoring Active Memory), si fanno degli impianti celebrali che stimolano aree del cervello per facilitare la capacità di memorizzazione, di apprendimento, di gestione delle emozioni, ecc.  E’ stata anche creata nel 2008 la Singularity University, sponsorizzata dagli inventori di Google, il fondatore di PayPal, ecc, per fare proseliti e indottrinamento dell’ideologia libertaria dei Big data caratterizzata da un individualismo totale.
Nel 2008 il robot umanoide HRP-2 riesce a compiere dei gesti non programmati e a prendere una palla su un armadio, è una tappa fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La robotizzazione entra in concorrenza con l’uomo per dei compiti ripetitivi, e punta a sostituire milioni di operai che lavorano nelle catene di montaggio.  Amazon ha comprato la società Kiva System, specializzata in robotica logistica per aumentare i carretti intelligenti nei centri di spedizioni, scelgono il prodotto e lo mettono nel pacchetto da spedire. Inoltre, Jeff Bezos sogna di consegnare le merci per drone. Google ha comprato Meka Robotics, specializzata nei robots destinati a lavorare a fianco di operai.
Ormai, l’intelligenza artificiale entra in concorrenza con l’uomo sul mercato del lavoro. Nei prossimi 20 anni, negli Stati Uniti,  il 47% dei compiti potrebbe essere affidato a delle macchine intelligenti.
Purtroppo, il fenomeno sta passando dai colletti blù (gli operai) ai colletti bianchi (impiegati).  Adesso esistono anche dei robots giornalisti, che analizzando in tempo reale le informazioni sul web, le mettono in correlazione e riescono ad estrapolare gli elementi necessari per stilare articoli sportivi e di attualità.  Uber con un migliaio di persone impiegate produce una cifra di affari di circa 10 miliardi.  L'Airbnb francese con 25 stipendiati crea una cifra di affari di 800 milioni di dollari.
Internet e gli elaboratori intelligenti promettevano un’economia di scambio, di solidarietà, adesso questa utopia numerica è stata spazzata via da una visione puramente di mercato al profitto delle super-multinazionali sempre più ricche, e sempre più potenti.
Si creerà un nuovo mercato in cui un’elitte composta da 20% della popolazione gestirà tutto, e l’80% riceverà un salario universale o pagare agli internauti a secondo il tracciato numerico che oggi viene ceduto gratuitamente. Il consumatore diventa un prosumer, produttore e consumatore, il valore delle cose sarà dato dalle informazioni.  La gratuità di una serie di servizi sarà il corollario della disoccupazione tollerabile.
L’ossessione dei Big data di voler creare a tutti i costi una macchina pensante potrebbe essere l’inizio della fine dell’umanità. Questo pessimismo è condiviso dal celebre astrofisico Stephen Hawking.  Asimov nel suo libro, Il pianeta delle scimmie, dichiarava: "un robot non può essere pericoloso per un essere umano". Lo stesso Elon Mask dichiara: "spero che gli esseri umani non saranno serviti da input per i programmi biologici di sviluppo della super intelligenza numerica".
Un altro aspetto interessante delle nuove tecnologie, è quello di scoprire che la tonalità delle informazioni proposte può modificare le nostre emozioni. E’ stato fatto un esperimento su 700000 internauti ( a loro insaputa) divisi in tre gruppi a cui sono state proposte informazioni diverse neutre, positivi, negative. I tre gruppi hanno reagito diversamente nei loro post a seconda delle sollecitazioni ricevute.
Cercare di capire le nostre emozioni, per controllarci meglio e risvegliare il consumatore che dorme in noi è l’obiettivo dei Big Data.  Facebook ha assunto il francese Yann LeCun uno deglispecialisti mondiali dell’emozioni umane. E soprattutto, l'obiettivo non è solo determinare i nostri bisogni sospesi nell’inconscio, ma precedere le nostre attese e i nostri desideri. Questo è il ruolo di Big Mother.
Dei programmi ci dicono cosa leggere, quale musica ascoltare, quale film guardare, cosa mangiare e in quale posto.  Attraverso i commenti sugli E-book, i like su Facebook, i vari commenti su siti si determina il barometro emozionale della popolazione che rende obsoleta la buona vecchia pubblicità.  Facendo la scelta al nostro posto Big Mother estirpa l’angoscia del dubbio, quel dubbio che ci fa costruire e crescere. Senza alterità, senza confronto con l’altro è impossibile crescere ed evolvere.  Facebook ha anche l’ambizione di creare il perfetto giornale individuale, un algoritmo selezionerà i gusti dell’internauta e gli proporrà un giornale personalizzato. BIG Mother ci permetterà forse di dimenticare la più angosciante delle nostre domande, quella della paura della morte e di dare un senso alla nostra vita.
La pornografia in rete   -----              Il 25% delle richieste digitate dagli internauti sui motori di ricerca riguarda la pornografia. Si stima che il 12% dei siti, ossia 4,5 milioni di siti, è classificata X. Il psicanalista Jacques-Alain Miller  la definisce una furia copulatoria. Questa consumazione sfrenata fa sì che il 59% degli internauti passa tra le 4-5 ore settimanali su dei siti porno che si trovano in maggior parte sulla costa Ovest degli Stati Uniti. Un paradosso di un Paese che rivendica il suo puritanismo.  Altro paradosso è la censura  effettuata da Facebook nel 2011 dell’immagine del quadro Origine del mondo di Courbet postata sul web da un insegnante e giudicata indecente.
Quasi 95 milioni d’internauti si connettono ogni giorno alle due piattaforme YouPorn e YouHub, incrementando il mercato della pornografia on line che vale 6 miliardi di dollari. Un fantasma pret a porter che affonda l’immaginario, fino nei meandri più intimi.
Qualche psicologo ha detto che la pornografia permette di disattivare le velleità di rivolta poiché si satura lo spirito con un’illusione di trasgressione.
Videogiochi ----  Altro mercato in crescita è quello dei video giochi stimato intorno ai 55 milioni di euro, che cresce in media del 7% ogni anno. Questi video giochi creano le competenze necessarie a pilotare a distanza i famosi droni armati americani, tra cui il famoso Reaper, attraverso i quali uccidono terroristi ed altro.  Con pornografia e  video giochi i padroni dei Big data anestetizzano il nostro spirito critico.

La saggezza on line ----  Di fronte all’epidemia di burn-out che colpisce gli iperconnessi, i Big Data hanno inventato una nuova religione Wisdom 2.0, termine coniato da Soren Gordhamer, che ha come scopo di far vivere gli internauti connessi in una maniera che sia benefica al loro benessere.  Google ha assunto Chade-Meng Tan, nominato al Nobel della Pace 2015,  per organizzare seminari per combattere il burn-out. Tan applica la regola dei 3 B: Benevolenza, benessere, bonheur.  Gli impiegati stressati per l’iper-connessione sono invitati a scaricare programmi di aiuto alla meditazione o alla respirazione. L’era del multitasking porta ad una iper-moltiplicazione dell’attenzione alla quale non siamo psicologicamente adattati e provoca una frammentazione del pensiero. Dei ricercatori britannici hanno riscontrato una modifica della struttura celebrale nelle persone che usano contemporaneamente più terminali elettronici. Un’alterazione che sarebbe collegata al di-sfunzionamento emozionale come la depressione e l’ansia.   E' stato anche inventato un dispositivo che attaccato alla cintura invia un’allerta all’impiegato quando raggiunge livelli alti di stress.

Una pressione permanente si manifesta 24 su 24 per 7 giorni alla settimana nelle persone che usano dispositivi elettronici in un mondo vuotato di senso che non aspetta altro che essere riempito della saggezza 2.0. Ogni americano riceve stimoli e informazioni elettroniche per più di 12 ore al giorno. Il 60% dei dirigenti continua a lavorare sul loro computer anche quando torna a casa. Durante la giornata un dirigente riceve più di 70 e-mail e ne invia almeno 30.  Qualcuno comincia a proporre il diritto alla deconnessione professionale.  Si crea secondo il filosofo Hartmut Rosa una frustrazione nel non riuscire a fare quello che si vorrebbe fare, e una insoddisfazione, di fare male quello che si fa.             

Mai così connessi, Mai così soli!!!   ----  Più il malessere è forte che il digitale ci precipita nel pozzo della solitudine, allora per scappare a questa solitudine si cerca di moltiplicare il numero di amici sui social network.  Gli algoritmi aumentano il deserto affettivo facendoci credere che l’amicizia è una quantità, dissuadendoci di andare a cercare nella vera vita amici autentici.

Adesso per rendere sicuri i nostri dati siamo invitati a scaricare il contenuto dei computer e smartphone nel cloud (ad esempio iCLoud di Apple, o Drive di Google). Le informazioni più intime, famigliari, mediche e finanziarie sono scaricate su un server e consegnate ad altre persone senza essere sicuri dell’uso che ne faranno. Il progetto Total Recall prevede che tutti gli eventi di una vita di un internauta siano memorizzati in tempo reale in una biblioteca personale che si potrebbe interrogare in ogni momento e utilizzare i dati per risolvere eventuali controversie. Del resto embrioni di questo progetto già esistono, come ad esempio Google Map che permette di consultare lo storico dei nostri spostamenti, riportando data e ora dello spostamento includendo immagini del percorso virtuale. Un giorno, forse I Big Data ci proporranno di cancellare dalla matrice i nostri cattivi ricordi, o rimodellarli per renderci più felici…    Non è quello che promette la filosofia pseudo-buddhista chiamata Wisdom 2.0?              Il contrario di quello che auspicavano i Greci per i quali il conflitto era l’occasione di rivelarsi, di testare i propri limiti, la resistenza e il coraggio.

Gli Hackers ----        L’unica speranza di bloccare questo ingranaggio, il granello di sabbia è rappresentato dagli hackers, che incominciano ad essere perseguitati dai servizi segreti e gli apparati statali americani e sono diventati il nemico pubblico numero uno.       I casi più eclatanti sono quelli di Barret Brown arrestato per aver trasmesso i 5 milioni di e-mail fornitegli da Anonymous a Wikileaks; Edward Snowden che aveva rivelato l’ampiezza dello spionaggio della vita privata messa a punto dai servizi segreti americani; Julian Assange il fondatore di Wikileaks condannato per aver pubblicato video segreti americani in cui venivano uccisi civili inermi in Iraq e Afganistan. Manning, a sua volta condannato ad anni di prigione per aver fornito i video a Assange dichiarava: "Bisogna pagare un prezzo elevato per vivere in una società libera".       

Gli hackers sin dall’inizio creando i software aperti come Linux, permettevano lo scambio gratuito e libero della conoscenza in campo informatico e si contrapponevano all’uso del software proprietario di Microsoft, Apple, e i grandi del web che commercializzavano tutto facendo pagare licenze d’uso dei vari prodotti software. Gli hackers fin dall’inizio hanno rappresentato una forma di contro-potere pragmatica capace di ispirare altri internauti.  Per questo i Big Data e servizi segreti li associano ai crackers e i phreakers che piratano i siti web, le linee telefoniche, rubano dati bancari per rivenderli.   Gli hackers sono indispensabili ai cittadini per tentare di riprendere il controllo della Matrice, sono i soli in grado di aprire la scatola nera e rivelare il funzionamento della macchina. Sono i soli in grado di insegnare ai cittadini le tecniche di autodifesa numerica o digitale.  Sono state messe a punto varie tecniche e software per sottrarsi al controllo di Big Brother o Big Mother come lo si voglia chiamare.

La creazione del browser TOR ha permesso di navigare in anonimato sul Web mascherando le connessioni, il loro contenuto, il punto di entrata nella rete e di destinazione. Inizialmente, nato da un progetto di ricerca, della US Navy, è stato ripreso e trasformato ed è oggi utilizzato da 2 milioni di internauti. Si stima che circa 30.000 server dissimulati sarebbero accessibili da TOR.

La cifratura e l’anonimato permette alle persone e ai gruppi uno spazio di confidenzialità in linea che permette loro di esercitare la libertà di opinione di espressione e li protegge da qualsiasi immissione arbitraria o illegale o contro-attacco. Il dipartimento americano della Difesa ha costruito un software chiamato Memex capace di frugare nel Deep Web e trovare le tracce di connessione, pagine nascoste e stabilire dei legami tra di loro.    Per i Big Data e i servizi segreti americani, il Deep Web che hanno ribattezzato DarkNet, è il luogo di tutti i vizi, dove prosperano trafficanti, pedofili e terroristi.   E’ invece, un mezzo per proteggere la propria vita privata, di non farsi rubare i dati personali dalle multinazionali del digitale.      Il Web nascosto o profondo permette anche ai militanti dei diritti umani, ai dissidenti e ai giornalisti di aggirare la censura, di scappare alla sorveglianza totale esercitata dalla Matrice. E’ la versione moderna e digitale delle antiche catacombe dove si rifugiavano i primi cristiani perseguitati dall’impero romano.

Occorre ritrovare il tempo per sapere chi siamo, di de-costruire in un periodo dove è diventato vitale il disconnettersi e continuare a sviluppare lo spirito critico.

Il nuovo imperialismo ----   Si profila un mondo dove l’essere umano sarà dissociato da lui stesso fino a diventare perfettamente controllabile, senza costrizioni, né violenza fisica. Un mondo caratterizzato da avidità e l’appetito senza fine di una minoranza, pochi individui animati da un imperialismo che nessuno Stato Nazione aveva osato manifestare a questo livello. Un potere soprannazionale invisibile che controllerà la vita privata degli individui in modo totale che si potrebbe riprendere l’espressione di Vinton Cerf:la vita privata diventerà un’anomalia”.  Un avvenire che sembrerebbe ineluttabile visto che manca il più minimo contro-potere.  Gli intellettuali, che dovrebbero svolgere il loro ruolo di sentinella non si sono resi conto di quello che sta per per arrivare, sommersi e affascinati da questa rivoluzione tecnologica.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...