Visualizzazione dei post in ordine di data per la query Gyanander. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query Gyanander. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

lunedì 24 gennaio 2022

Il grande Maestro indiano Gyanander spiega che cosa è lo yoga

Gyanander è un grande Maestro yoga che vive da molti a Perugia nell'ashram Casa Yog.   vedi link: https://www.casayog.com/             Nel testo seguente spiega che cosa è lo Yoga.

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri. Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro, Il maestro che Gyanander ha avuto è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar, e questo libro è stato ed è la guida del percorso di Gyanander.

L’uomo è di fronte a due vie: quella di indagare il mondo esterno attraverso la scienza e indagare sulla propria interiorità attraverso lo yog. I due aspetti, scienza e vita spirituale sono inscindibili ed in ogni caso per iniziare un percorso occorre staccare la mente dal mondo.   Un antico testo di yoga chiamato Hatha yoga pradipika al capitolo 4 verso 144 dice: "Se il prana non sale lungo la susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

Yog è l’unione di due energie pran e apan (pran l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo. Yog è l’unione di raj, l'energia maschile  e viriya, l'energia femminile.

La brocca è nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mischia all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione. In Occidente non si registrano grandi successi spirituali perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro: "sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. La presenza di un Sat guru, un maestro illuminato è un buon Karam e senza diksha, la cerimonia di iniziazione,  non si potrebbe nemmeno iniziare un percorso spirituale. Dopo la cerimonia dell’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede. 

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal subconscio (chit). Il subconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità). Solo quando renderemo limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e cominciare il cammino verso Dio.  Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog degli otto scalini) bisogna trovare il posto adatto, seguire le regole sociali (yam) sottolineate e seguire una disciplina personale (niyam).

Così come prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, così prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama.  Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo energetico/astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi.   Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).  La malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili.

L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della generazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo.Malattia allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e le difese naturali.  Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico. Patanjal Yog Darshan dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran). Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.  Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia). Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

CasaYog - Che tipo di yoga fate?

CASAYOG - Strada San Marino, 21 Perugia  tel. 075 5899339.   www.casayog.com  -  info@casayog.com       Articolo preso dal sito CasaYog.  .

” Con tre proprietà (Sat, Raj, Tamas ) questo corpo nasce, resta e se ne va…
Il Sé invece né viene e né va!     Sapendo questo di che ti preoccupi? “

        “Kundalini è liberazione per gli Yoghi, prigionia per gli ignoranti.     
         Colui che la conosce, conosce lo Yog.“

Quando un Occidentale chiama Casa Yog chiede: che tipo di  yoga fate? Insegna anche meditazione? Insegna anche Tantar (che non è la via della sensualità)?  Perché siete vegetariani? Ecc.
La nostra voce rimane paralizzata perché non sappiamo cosa rispondere.
La prima cosa che noi non sappiamo, è che esistono più tipi di yoga, perché siccome Dio è uno anche lo yoga è uno. E stato insegnato da Krishan, e da Shiv a sua moglie Parvati all’inizio dell’universo 10 000 anni fa, durante la guerra di Maha-Bharat, Krishan racconta ad Arjun la disciplina Yoga in Ghita.  (cap.4 vers. 1-2-3-4-5-6):

  • Vers. no1- Il signore Krishan dice: “Ho raccontata lo Yog al sole, il sole l’ha raccontato a suo figlio Veisvat, Veisvat l’ha esposto a Manu (Adamo per gli Ariyani), Manu l’ha raccontato a Iswakus (imperatore della Terra, antenato degli Ariyani)”. 4:1.
  • Vers. no2- Oh Arjun questa disciplina (Yog) è stata tramandata da discepoli e discepoli e imparata dagli yoghi (Raj-Rishi). Dopo lo Yog è sparito dalla Terra per un lungo periodo di tempo. 4:2.
  • Vers. no3- Tu sei il mio devoto e caro amico, per questo ho raccontato questa antica disciplina a te. Questo è il segreto dei segreti e deve essere tenuto segreto. 4:3.
  • Vers. no4- Arjun chiede: “Come posso credere che tu abbia annunciato lo Yog all’inizio del Kalp ( creazione dell’Universo), se la tua nascita è recente e il Sole è stato creato all’inizio della creazione”. 4:4
  • Vers. no5- Krishan risponde: “Oh Arjun noi siamo nati numerose altre volte, tu non ricordi le tue nascite, io si”. 4:5.
  • Vers. no6- Sono senza nascita e senza morte e sono il Signore di tutti gli esseri, io ho sottomesso la natura e tramite essa (Yog-Maya) mi manifesto.

Questi versetti ci dicono che lo Yoga esiste da sempre.   

Shiv raccontò a sua moglie Parvati la disciplina Yoga sulla spiaggia di un oceano. Li stava ascoltando Matsy (un pesce). Shiv diede un corpo da essere umano a Matsy facendolo diventare Matsyndernath. Quest’ultimo insegnò al suo discepolo Gorakhnath, che a sua volta insegnò al suo discepolo Swatmaram (scrittore di Hath Yog Pardipika). Maestro Gherand insegnò al suo discepolo Cianda Kapali.
La parola Yog (che gli occidentali trasformano in Yoga, siccome mettono la a alla fine di ogni parola, per esempio Ram lo chiamano Rama, e così via) significa unione, l’unione dell’anima individuale con Dio, questa unione oltre ad essere chiamata Yog è chiamata anche Samadhi. Per noi la meditazione è prima del Samadhi (che è l’ultima cosa, cioè il quarto stato della mente). Possiamo dire dove la mente è trascesa, per gli occidentali è estasi. Si chiama beatitudine. Per Casa Yog, prima di fare meditazione dobbiamo espandere la consapevolezza. Questa espansione della consapevolezza è la sesta parte dello yoga, Dharana. Nei libri occidentali viene chiamata concentrazione della mente e un uomo raramente è costantemente consapevole, anche solo per cinque minuti su un pensiero.
Prima del Dharana, c’è il Pratyahar, cioè nella Ghita è scritto: uno yoghi tira dentro i suoi sensi, come la tartaruga quando è in pericolo ritira le quattro zampe e la coda nel suo guscio; ciò è quando i nostri occhi sono chiusi, i messaggi dei cinque sensi sono interrotti. Se vicino a noi c’è un suono forte o un profumo, noi non lo sentiamo. Questo è un lavoro interiore, quando entriamo dentro troviamo una barriera, come un muro che ci impedisce di entrare dall’altra parte. 

Il mezzo che ci conduce dall’altra parte si chiama Pranayam, che unisce il corpo fisico e il corpo astrale. Il Pranayam conduce come ad uno stato naturale, come quando andiamo a dormire che dallo stato di veglia si passa allo stato di sonno. E’ chiamato scienza del respiro. Nella Bhakti Sagar (scritto da Ciarandass) un terzo del libro parla solo di questo, cioè della scienza del respiro.
Parla di come, attraverso le tecniche del respiro, si possa conoscere già da un anno prima l’esatta data di quando si abbandonerà il corpo fisico.
Prima del Pranayam dobbiamo perfezionare le posizioni per stabilizzare il corpo fisico.  Invece gli occidentali fanno questi esercizi in movimento, e questo non si trova in nessun versetto né in nessun antico libro di yoga quale: 1 Bhakti Sagar,    2 Bhagwat Ghita,    3 Gherand Sanghita    4 Hath Yog Pardipika  5 Gorakh Sanghita     6 Shiv Sanghita    7 Hath Ratnawali.

Prima delle Asan dobbiamo imparare le pratiche di purificazione del corpo cioè degli organi interni chiamato Shat karam; per esempio, se il nostro intestino non è pulito (pulizia vuol dire svuotarlo completamente di ciò che abbiamo mangiato la sera prima), se non siamo puliti dentro, le Asan non daranno benefici e neanche vivrai bene la vita quotidiana, ci sarà frustrazione. 

Prima di tutto ciò, dobbiamo cercare un maestro che, a sua volta, abbia praticato sotto la guida di un maestro perché chi impara da un maestro improvvisato, dallo Yog non avrà alcun successo, ma solo malattie. Quali sono i maestri improvvisati ? Maestri diplomati (con diplomi) e quelli che danno diplomi nello Yoga. Chi è un maestro ? Il maestro non è quello che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Ved, il Vangelo, il Corano, il Sanscrito, il Latino, che ha una folla di discepoli e un centro spirituale (palestra). Maestro non è quello che ti da al posto del Sutar-Neti un catedero di gomma o un laccio di scarpa. Il maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace ed il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o che non abbia nemmeno un discepolo. Tutto ciò che abbiamo spiegato sopra, il maestro te lo insegnerà solo se praticherai le prime due parti dello yoga, cioè Yam e Niyam. Cioè la verità, non violenza, compassione, pietà, perdono, tenerezza, carità, austerità, celibato, ecc..  Yam e Niyam sono le prime due parti dello Yog, venti regole di condotta che lo yoghi deve osservare. Le prime dieci che compongono lo Yam, regolano il comportamento sociale dello yoghi, le seconde, quelle del Niyam, sono regole di condotta personale.

1.Yam : non violenza, verità, non rubare, Brahmcharyie (capacità di portare l’energia sessuale verso l’alto, verso i Ciakar superiori), perdono, forza d’animo, compassione, tenerezza, dieta moderata, purezza (Shat Karam). Shat Karam sono le pratiche di purificazione ( sono 29) di alcune parti interne del corpo: bocca, lingua, gola, naso, stomaco, tutto l’intestino, organi genitali, occhi, orecchie, denti, pancia, polmoni, pelle, ecc…( si possono vedere in Yog Album scritto dal Maestro Gyanander grazie al suo maestro Ciarandass).
2. Niyam: austerità, sapersi accontentare, fede in Dio, carità, devozione a Dio, pudore e rispetto, intelletto discriminante, Jap (Mantar), Havan (cerimonia del fuoco)
3. Asan : quelle posizioni che si possono mantenere a lungo immobili senza dolore che ti portano velocemente al successo nella tua pratica nella vita spirituale sono chiamate Asan;
4. Pranayam: scienza del respiro (respiriamo dall’inizio della vita fino alla morte ma non sappiamo come);
5. Pratyahar: ritirare i sensi dentro, all’interno;
6. Dharana: sviluppare la consapevolezza;
7. Dhyan: meditazione (gli occidentali conoscono molto bene)..
8. Samadhi: estasi o beatitudine; chiedono cosa c’è nel Samadhi?
In Samadhi  lo stato mentale non è nello stato di veglia né sonno né sogni, è oltre l’oltre (oltre i tre Guna).
In Samadhi non c'è nessuna forma, né oggetto, né soggetto, né carne, né sangue, né urina, né letame, nessuna malattia, nessuna purificazione, nessuna passione, nessuna collera, nessuna delusione, nessuna invidia, nessuna malattia, nessuna presunzione. Calmo è l’amato e l’indifferenziato.

Molte persone sul sentiero spirituale vogliono essere felici, ma non lo sono perché si arrabbiamo, si preoccupano, sono nervosi, depressi,  irrequieti, orgogliosi, hanno preconcetti, desideri, passioni, aspirazioni, frustrazioni, paura, e sono insicuri su ogni cosa.  Grandi guru indiani con vestiti arancioni o bianchi e lunghe barbe,  fanno fare a ventimila persone tutte insieme la meditazione, o un altro grande guru sta facendo fare a cinquantamila persone tutte insieme gli esercizi in movimento. Nel Bhagwat Ghita, Krishan dice: “ Tra migliaia di persone una mi cercherà, tra migliaia che mi cercheranno uno mi troverà”.
Per arrivare alla meditazione serve grande sacrificio e controllo sui sensi, Brahmcharyie e una vita austera, il tempo e il coraggio di capire maya (l’illusione), e rinunciarvi mentalmente, non fisicamente come dice la Ghita, il primo libro dello yoga.  Occorre trovare il Mantar giusto che rompe le barriere del conscio subconscio e inconscio; poi ripeterlo continuamente.
Attraverso il Kirtan si arriva alla purificazione delle Karam e Sanskar archetipi nel conscio e subconscio. 

Dobbiamo essere vegetariani, perché in Bhagwat Ghita si dice: chi ama tutti gli esseri viventi è l’unico che mi può conoscere. La prima parte dello Yoga si chiama Yam, e prima parte di Yam è la non violenza, quindi lo Yog comincia con la non violenza. Chi è stabile nella non violenza, non può ricevere male da nessuno, persino la morte ha paura di lui. Dicono che Gandhi abbia liberato l’India con la forza della non violenza, ma gli Yoghi dicono che non era completamente non violento, se fosse stato cosi la pistola di Nathu Godse non lo avrebbe ucciso, invece Budh (quello che gli occidentali chimano Buddha) era stabile nell’assoluta non violenza. Quando una volta passava nella foresta. un bandito volle derubarlo, il bandito alzando la spada per uccidere il Budh, che rimase immobile senza paura in pace come sempre, rimase bloccato fino a che non lasciò la spada che cadde all’indietro. Nella nostra cultura Vedica gli Yoghi vivevano negli YogAsharam nelle foreste, ad una certa distanza da questi luoghi gli animali feroci perdevano la loro violenza, perché gli Yoghi erano stabilizzati completamente nella non violenza. Bharat giocava con leopardi, ghepardi, tigri e leoni nell’Asharam di suo nonno Kav. 

Ogni giugno si celebra l’anniversario di Casa Yog, in quella occasione si svolge la Cerimonia del Fuoco dopo la quale viene offerto un dolce che si chiama Khir.  Finita la cerimonia si svolge il Kirtan.

sabato 20 novembre 2021

Centri di formazione yoga

 

Per fare chiarezza su certificazioni, accreditamenti e riconoscimenti nel campo dello yoga dai un'occhiata al seguente link  https://www.yogaitalia.org/certificazioni-accreditamenti-e-riconoscimenti-facciamo-un-po-di-chiarezza/

Sotto sono riportate varie scuole di formazione e centri yoga:  

L'università Bihar Yoga Baharati che ha sede nel Ganga Darshan, Fort Munger, Bihar, in India. Prima università dello Yoga nel mondo interamente dedicata allo yoga, è stata riconosciuta come Università dal governo dell'India nel giugno del 2000. Frequentare i suoi corsi significa poter scegliere tra un corso di Laurea in Filosofia dello Yoga, Psicologia dello Yoga, Applicazione della Scienza dello Yoga ed Ecologia dello Yoga. Le lezioni sono in inglese e per iscriversi  occorre superare i test di ingresso di cultura yoga. Vedi link

Federazione Europea Yoga - Il presidente della Federazione è il Maestro Amadio Bianchi. L'EYF, attraverso il suo Comitato Pedagogico, tenendo conto delle caratteristiche e dei requisiti delle diverse tradizioni e scuole d'Europa, ha stabilito un programma fisso minimo standard per la formazione degli insegnanti di yoga che sarà obbligatorio per tutte le scuole per ottenere la certificazione dalla Federazione Europea di Yoga.       Vedi link 

Federazione Mediterranea yoga - Il presidente della FMY è Wanda Vanni. Obiettivo fondamentale  della Federazione Mediterranea Yoga è quello di diffondere la disciplina dello yoga nel rispetto della tradizione. Da più di 15 anni la FMY è impegnata nella diffusione dello yoga attraverso convegni, seminari di specializzazione e corsi di formazione. Essa ha scuole di formazione per insegnanti yoga di grande prestigio con programmi equiparati a livello europeo a Milano, Roma e Catania con docenti italiani e stranieri di rinomata esperienza trentennale.E’ membro associato dell’Unione Europea di Yoga ed ha il Patrocinio del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania per l’eccellenza delle sue Scuole di formazione. I suoi corsi di formazione hanno durata quadriennale e si fondano sugli aspetti più importanti espressi dai testi della tradizione e sulla loro applicazione. Vedi link

Centro studi di yoga  -   Il Centro Studi Yoga Roma nasce nel 1981 su iniziativa di Barbara Woehler, i responsabili del centro sono Barbara Woehler e il Maestro Antonio Nuzzo.
Sin dalla sua fondazione il Centro ospita tavole rotonde e seminari con alcune delle personalità più importanti e influenti del mondo dello yoga e con esperti e studiosi delle tematiche della maternità e della gestazione.
Dal dicembre del 2000 hanno inizio i corsi quadriennali residenziali di formazione insegnanti yoga tenuti da Antonio Nuzzo attraverso l’Advaita Yoga Sangha.  Barbara Woehler conduce il corso di specializzazione su Yoga e Donna e parto per insegnanti yoga ed operatori del settore.                Vedi link

Accademia yoga 1969  - I responsabili sono il Maestro Giorgio Furlan ed Elisabetta Furlan. L'Accademia Yoga nasce nel 1969 ed è la prima scuola di Yoga e cultura orientale a Roma.  Fondata e diretta dal Maestro Giorgio Furlan allo scopo di diffondere la millenaria Scienza dello Yoga nel mondo occidentale, secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati (Rishi) dell'India.  Vengono perciò insegnati e praticati tutti i vari sentieri e metodi dello Yoga con lo scopo di favorire il  benessere, la crescita personale e la spiritualità più profonda, in linea con le antiche tradizioni dell'India. All'Accademia Yoga fanno capo molte altre iniziative, alle quali gli associati possono partecipare.    Vedi link

Il Centro Yoga Sivananda Vedanta di Roma -  Fa parte degli International Sivananda Yoga Vedanta Centres, la più grande organizzazione di Yoga al mondo fondata per Swami Vishnudevananda, con oltre 50 centri ed Ashram (luoghi di ritiro Yoga).  Il Centro propone l’insegnamento dello Yoga classico, così come è stato insegnato daSivananda e il suo discepoli Swami Vishnudevananda.  Lo scopo dello Yoga è quello di trovare la pace interiore. I Centri Internazionali Yoga Vedanta Sivananda sono un’organizzazione senza scopo di lucro diffusa in tutto il mondo. Vedi link

L'Ashram Joytinat di Corinaldo (Ancona)  è un Ayurveda Ashram tradizionale, un luogo immerso nella natura, ideale per rilassarsi e rigenerarsi. Guidato dal Maestro Swami Joythimayananda, Acharya (Maestro di Yoga) e Vaidya (Sapiente Ayurvedico).  Organizza corsi di Formazione Yoga tradizionale per la crescita interiore: un percorso "Gurukulam" del Maestro Swami Joythimayananda.  Vedi link

Casa Yog. L'ashram è guidato dal Maestro indiano Gyanander, che vive da molti anni a Perugia. “Casa Yog”, così è stato chiamato l’antico casale situato nel cuore dell’Umbria, a pochi minuti dal centro storico di Perugia, immerso nel verde delle campagne umbre lontano dai ritmi veloci delle metropoli e dall’inquinamento.  Casa Yog non è un vero centro di formazione in quanto non rilascia certificati, ma è un vero centro yoga dove questa disciplina viene insegnata seguendo una tradizione millenaria. Gyanander è venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Gard. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "Samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga.   Vedi link

Federazione Italiana Yoga.  La FIY, fondata nel 1974, è la più antica e prestigiosa associazione di insegnanti di Yoga attiva in Italia. Il Presidente Onorario FIY, Antonietta Rozzi, unica donna in occidente, ha ricevuto il prestigioso Yoga Award 2019, premio internazionale ricevuto dal Primo Ministro Indiano Modi per il suo grande impegno, competenza e serietà nella divulgazione dello Yoga. La scuola di formazione per aspiranti insegnanti di yoga adotta il P.B.E. (il Programma Base Europeo) che regolamenta e garantisce uno standard elevato nella formazione degli insegnanti Yoga.  Per iscriversi all'Albo Insegnanti Yoga é necessario possedere un diploma ottenuto presso gli Istituti di Formazione della FIY o da questa riconosciuti, frequentare almeno un corso di aggiornamento l'anno ed essere iscritti, da almeno due anni, alla Federazione.    Vedi link

L'Accademia di Cultura Orientale con sede a Roma, ha attivato un corso triennale il quale sviluppa un vasto programma: dall'anatomia allo studio dei testi classici dello Yoga, dalla fisiologia delle tecniche Yoga allo studio degli altri Dharshana e delle religioni dell'India. Per accedere al corso è necessario avere già acquisito i fondamenti della pratica tramite la frequentazione (attestabile dall'insegnante) di un corso Yoga nella propria città di provenienza.

La Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia è un’Associazione Culturale che non persegue fini di lucro, fondata in Italia, a Torino, nel 1982, allo scopo di diffondere ed insegnare lo Yoga. Tiene corsi di Yoga a tutti i livelli, anche per aspiranti insegnanti; il corso di formazione per istruttori, della durata di due anni, segue il metodo Satyananda Yoga sviluppato dalla Bihar School of Yoga e dalla Bihar Yoga Bharati (Bihar Yoga University) Munger, Bihar, India.  Vedi link

Centro Yoga Swami Vishnu, Centro di Pratica Yoga, Filosofia e Meditazione stile Sivananda a Spinaceto, presso l'Ass. Culturale Spinaceto Cultura nasce nel 2009. La fondatrice e direttrice è Roshni Sekhar, che è stata allieva diretta di Swami Vishnudevananda.  Lo Yoga che si insegna è lo Yoga classico che fa riferimento agli  ‘Yoga Sutra’ e ‘Hatha Yoga Pradipika.  Oltre alle regolari lezioni di Hatha Yoga si tengono seminari di approfondimentosull’aspetto filosofico e spirituale dello Yoga. Regolarmente fanno interventi in alcuni Licei, cercando di spiegare ai ragazzi cos’è lo Yoga.  Propongono yoga nella sezione femminile del carcere di Rebibbia.  "Health is Wealth, Peace of Mind is Happiness, Yoga shows the Way!" - Swami Vishnudevananda.   Vedi link

Yogabile promuove la coesione sociale, lo sviluppo culturale e intellettuale, attraverso l'offerta di corsi e conferenze, presentazioni di pubblicazioni che hanno come tema la diffusione della millenaria disciplina dello Yoga Tradizionale. E' impegnato nel preservare e diffondere lo Yoga Classico, seguendo la tradizione di Svami Sivananda di Rishikesh e dei Maestri Andrè Van Lysebeth e Gerard Blitz. Il responsabile del centro, Gian Piero Carezzato.   Vedi link

Ganapati  Scuola di Yoga di Vicenza - il responsabile è Claudio Fabris, si inspira all'insegnamento del Maestro Sri Sri Sri Satchidananda Yogi, lo Yogi silente di Madras, che ha codificato  una sequenza di 10 posizioni classiche   Vedi link

giovedì 4 novembre 2021

La meditazione - Maestro Gyanander

 Dal libro Yog album del Maestro  Gyanander  Vedi link             Vedi sito

Yogi Gyanander è un grande Maestro indiano venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Garda. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga. Fu controllato da telecamere, ne parlarono le tv e tutti i giornali. Poi rientrò in India e dopo due anni tornò in Italia e si stabilì a Perugia dove aveva trovato amici cari, spiega, «avevo capito che c’era chi aveva bisogno di me». E qui da anni insegna lo Yoga.  Ha pubblicato il suo Yoga Album che raccoglie anni di studio e soprattutto di esperienza. E' un testo scritto a mano in italiano e in sanscrito.

Nei capitoli VI , VII, VIII del testo si parla della concentrazione, della meditazione e del samadhi.  

Dharana,  concentrazione
(capitolo VI).   Fissare la mente su un oggetto, è il sesto scalino dell’ashtanga yog, osservare i pensieri, adottare la tecnica del testimone, soffermarsi su ogni figura lo stesso tempo, dall’elemento più grossolano al più sottile, percorso evolutivo verso l’assoluto, visualizzazione dei simboli durante kumbak (la ritenzione del respiro). 

Dhyan, meditazione (capitolo VII).    Dhyan significa un solo pensiero, l’anima individuale si scioglie nel puro eterno spirito assoluto, la meditazione non è una fuga dalla vita e da se stessi, al contrario la comunione con l’io profondo, con gli stati inconsci e profondi e risolvendo i nostri conflitti interiori ci permette di agire in modo più efficace e appagante del mondo,

Nel testo Gheranda Samhita sono riportati tre tipi di meditazione:

  •  sulla forma divina, 
  •  sulla kundalini, 
  •  su forme di luce.  

Nel testo Bakti Sagar sono riportati quattro tipi di meditazione:

  • Una grossolana, sulle varie del corpo, dai piedi alla testa e viceversa,
  • Sui chakar, da muladhara a sahasrara,
  • Più sottile, sul punto tra le sopracciglie,
  • Abbandonando il piano dell’esistenza materiale.

La mente è divisa in sette parti, nello stato ordinario ne funziona una soltanto; le malattie non vengono dall’esterno ma esistono nella mente, quando il seme viene a maturazione si manifesta nel corpo. Per la meditazione occorre:

  • dedicare del tempo in maniera costante, possibilmente la sera,
  • un posto adatto, possibilmente piccolo e bianco, illuminato da una piccola luce, profumato dall'incenso,
  • adottare una tecnica, e ciò dipende dalla personalità del praticante. Ci sono due tipi di meditazione: con forma – Saguna;  senza forma Nirguna.  Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

La pratica Nirguna, è una pratica sui suoni, quando le nadi (i canali energetici) sono purificate si ode il suono Nad;  per udire il suono Nad nella meditazione occorre chiudere le orecchie con cera di api, tenere la lingua attaccata al palato, fare mula bandha (contrazione muscoli alla base della colonna), le dita delle mani devono essere tenute in chin mudra. La pratica Nirguna (senza forma) utilizza il respiro e il pranayama, durante l'espirazione si pronuncia il japa mantra "Ham", durante l'inspirazione si pronuncia "So".  Occorre rimanere consapevoli delle fasi della respirazione per almeno cinque minuti cercando di visualizzare l’energia, una luce bianca che sale dalla colonna toccando i più importanti ciakar.   Piano piano si deve cercare di allungare il tempo dell’inspirazione e dell’espirazione.  Poi mentalmente fare il percorso inverso a ritroso ripercorrendo le tappe esposte però utilizzando minor tempo ( due minuti).  Cercare di ripetere il mantra "So Ham" anche nella quotidianità.

Pratica Saguna (con forma ) è una forma di meditazione in cui si usano i mantra (il più importante è "Ram", Ra significa sole e Ma luna ). Non c'è  differenza tra i mantra "Ram" e "AUM" (pronunciato OM). Per praticare questa forma di meditazione recitare il mantra "Sita Ram", tenendo la mala (un rosario indiano formato da 108 grani in legno di tulsi) nella mano destra, a livello del cuore o sulle ginocchia  e facendo scorrere i grani. Nella meditazione si usa nella mano destra (anche se si è mancini) passando i grani tra il pollice e il dito medio. Dopo qualche giro completo, socchiudere gli occhi, guardare in basso, sussurrare il mantra; Dopo qualche altro giro, chiudere gli occhi, ripetere il mantra mentalmente.  Aggiungere poi  mula bandha e nabho mudra ossia si ruota la lingua contro il palato molle e shambhavi mudra (sguardo fisso al centro tra le sopracciglia).  Piano piano, occorre aggiungere consapevolezza sul respiro e provare a visualizzare il respiro che sale dalla base della colonna fin sulla sommità della testa e poi scende.

La meditazione Nirguna e Saguna insieme. Ripetendo il mantra "OM" la meditazione assume la qualità Nirguna, Om è il suono primordiale, che può essere percepito quando la mente ha trasceso la polarità del mondo materiale, a quel punto "So Ham" finisce, perché il praticante è entrato in Turya, il quarto stato della mente dove l'individualità svanisce. Facendo la meditazione possono affiorare numerosi pensieri, e questi sono i frutti del Karma ed è  importante restare testimoni. 

Meditazione tramite kirtan. Il kirtan (la ripetizione continua di un mantra) è una  pratica di Nad Yog (yoga del suono) ed aiuta a liberare il lato emozionale della persona, infatti il kirtan è una pratica di meditazione in cui l'individuo cerca di  lasciarsi andare alle emozioni, liberandosi da blocchi mentali ed inibizioni. I Mantra impiegati sono a pag 190 del testo.

Samadhi, (capitolo VIII) il cui significato letterale dal sanscrito è sam equilibrio e dhi intelletto, è lo stato più alto della meditazione in cui la mente perde la sua individualità, il meditante e l’oggetto si fondono l’uno nell’altro.  Senza maestro è impossibile arrivare ad entrare in samadhi e per farlo si possono applicare sei metodi: 

  • - Dhyan
  • - Nad
  • - Rasanad
  • - Lay
  • - Bhakti
  • - Raj

Il samadhi porta alla beatitudine e questa è la perfezione ricercata nello yog. Una volta arrivati al samadhi non rimane nessuna altra pratica da fare.  Per entrare in samadhi è indispensabile:

  •  restare nella posizione  padmasan (seduto a gambe incrociate)  per 3 ore e 48 minuti senza sforzo, 
  • conoscere le tecniche segrete del mula bhanda, (un termine sanscrito che vuol dire letteralmente “sigillo della radice” alla base della colonna. I bandha, infatti, sono contrazioni muscolari per veicolare il prana),  
  • fare khecari mudra,  girare la lingua e introdurla nella cavità interna del cranio, dietro il palato, e fissare lo sguardo nello spazio fra le sopracciglia,
  • fare ritenzione e astensione spontanea del respiro, in sanscrito è kevala kumbhaka,
  • avere le nadi (i canali energetici) purificate, in modo particolare la sushumna nadi, e aver fatto shank praksalan (il difficile nome di shank prakshalan significa “lavaggio della conchiglia”  o dell'intestino),
  • mantenere il contatto con la madre terra.

Quando si giunge in samadhi le azioni (karam) cessano e gli archetipi del subconscio (sanskar) si estinguono e al loro posto resta solo purezza, si resterà in stato di Turiya, in questo stato la persona in samadhi è sveglia per Dio e dorme per il mondo.

sabato 25 settembre 2021

Lo yoga spiegato dal grande Maestro indiano Gyanander

Casa YOG è l'ashram dove vive un grande Maestro indiano di nome Gyanander.  Si trova a Perugia, nella strada comunale San Marino, 21 tel: 075 5899339  -                                                                 Articolo preso dal sito www.casayog.com

Gyanander è un Maestro indiano che vive da molti anni a Perugia. Nato a Busana, un villaggio a 150 km da Delhi che, fino a non molti anni fa, era circondato dalla fitta foresta, in parte distrutta dalla modernizzazione. Nel suo paese ancora non c'è luce elettrica nelle capanne che sono per lo più di fango, e le strade non sono asfaltate. Era ancora un bambino, Gyanander, quando ha scoperto la via dello Yoga, un giorno mentre andava a scuola. Mentre studiava a Delhi il suo cuore era altrove. Ha vissuto otto anni nella foresta praticando lo Yoga «era davvero un paradiso quel luogo», racconta, «la mia casa era un gigantesco albero, la vegetazione mi proteggeva dal caldo, gli animali erano i miei compagni».

Ha anche insegnato Yoga nel "Vivekananda Mahila College", alla Delhi University. E' venuto in Italia nell'86 per il grande meeting organizzato dalla rivista "Astra" sulle rive del Garda. Si fece seppellire sotto terra, dove rimase per quattro giorni. Era in "Samadhi", uno stato di trascendenza e di beatitudine, una condizione in cui vengono sospese tutte le funzioni del corpo, il livello più alto dello Yoga. Fu controllato da telecamere, ne parlarono le tivù e tutti i giornali. Poi rientrò in India e dopo due anni tornò in Italia e si stabilì a Perugia dove aveva trovato amici cari, spiega, «avevo capito che, c'era chi aveva bisogno di me». E qu,i da anni insegna lo Yoga o meglio lo Yog. Ha pubblicato il suo "Yog Album" che raccoglie anni di studio e sopratutto di esperienza. Vedi link.

Lo yoga spiegato dal grande Maestro indiano Gyanander.   Da tempo immemorabile centinaia di migliaia di maestri sono nati sulla terra per guidare gli uomini sulla strada della spiritualità. Il ruolo del Maestro è molto importante nella vita degli uomini. Per Maestro non si intende quelli con diplomi e certificazioni che si trovano in occidente nelle associazioni o nei centri spirituali. Il Maestro è colui che ti permette di aprire un centro spirituale nel tuo cuore dove risiede il Signore supremo, il Sé. Maestro non è colui che ha molti anni di esperienza nell’insegnamento dello Yoga o colui che ha una folla di discepoli o che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Ved, il Vangelo, il Corano e il Sanscrito. Il Maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace e il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o non abbia nemmeno un discepolo.

Lo Yog ti permette di affrontare le situazioni della vita con pace, coraggio e comprensione e la mente deve essere trascesa piuttosto che curata.  Lo Yog ci insegna che la realtà ultima dell’uomo non è la mente, ma che c’è qualcosa al di là della mente chiamato Sé o Spirito Universale. Lo Yog non è fatto né per la mente né per il corpo, la mente ed il corpo sono solamente dei mezzi per arrivare alla scoperta del Sé. Lo Yog ci dà gli strumenti per raggiungere questa realtà mediante un duro lavoro che può durare anni o addirittura una vita. Lo Yog è una scienza che prima di essere insegnata deve essere sperimentata su di sé. Senza questa esperienza non si può diventare un insegnante di Yog, perché se un cieco prende la mano ad un altro cieco, tutti e due andranno a cadere nel pozzo. Come si può diventare professori universitari se non si è stati prima studenti? Non basta leggere libri o fare seminari di Yog, ci vuole continuità nella vita spirituale.

Questo è un aspetto molto importante che manca a questi maestri. Il Maestro ha il diritto di scegliere i propri discepoli e i discepoli dovrebbero essere capaci di scegliere il loro Maestro. Una volta che hai trovato un Maestro non devi cambiarlo mai, né lui, né il mantar che lui ti ha dato. "Tra mille uomini, forse soltanto uno aspira alla perfezione. E, tra quei mille che aspirano alla perfezione, soltanto uno mi conosce veramente". Ghita capitolo 7:3.

Gli occidentali si trovano confusi di fronte alle varie realtà spirituali non sapendo che cosa è lo Yog. Lo Yoga o meglio Yog, non è né una religione né una filosofia, non è né una magia né misticismo. Il fatto che dalle pratiche Yog si possano ottenere risultati miracolosi come il mantenimento della giovinezza, la sconfitta delle malattie o dei poteri soprannaturali, fa apparire questa disciplina come avvolta da un alone di mistero. Lo Yog è un antica scienza mentale, fisica e spirituale. E’ la scienza del sé pervenutaci dagli antichi yoghi dell’India. 

La disciplina Yog è stata tramandata da Maestro a discepolo e si può definire come una scienza yoghica dal momento che si basa su due processi scientifici: il processo di Fusione e Fissione che avvengono dentro e fuori il corpo. Chi ha studiato  scienze potrà meglio capire questi due processi. Tutta la materia contiene una certa quantità di energia. La materia è essa stessa una forma grossolana di energia. L’energia è materia e la materia è energia. La conversione dell’energia consiste nella sua liberazione dalla materia mediante un determinato processo. Nella scienza nucleare la conversione avviene mediante due processi: la Fusione e la Fissione. Questi due processi sono gli stessi usati nel nostro corpo per liberare l’energia personale degli individui.Quando parliamo di Fissione intendiamo la separazione dell’idea e dell’esperienza dallo sperimentatore (sé), che, in questo caso, diviene “testimone” dell’evento. Esperienza e sperimentatore sono mescolati come il sale nell’acqua, che, senza l’esperienza della Fissione sono da noi distinguibili solo in teoria, ma in pratica vissuti come un unica cosa. Con la Fissione possiamo separare le due cose. La Fusione invece è l’unione di due polarità diverse e si riferisce alla creazione. Questi due poli opposti di energia sono indicati come: Tempo e Spazio, Shiv e Shakti, Mente e Prana, Ida e Pingala, Sole e Luna, Uomo e Donna. Essi non sono mai insieme, se non al momento della creazione quando si incontrano nel nucleo, il punto d’unione di ogni sfera. Quando tempo e spazio si uniscono a livello universale l’esplosione si risolve in materia. Quando invece queste due energie con polarità diverse Shakti (Energia, Kundalini) e Shiv (consapevolezza) si uniscono al centro della testa come due fili elettrici, si manifesta con una grande estasi.  Questa è la Fusione, che produce la perdita dell’individualità e dove ogni cosa diventa Sé. Nel processo di Fusione si perde la consapevolezza del sé e ci si immerge nell’esperienza mentre nel processo di Fissione si diventa consapevoli del sé e dell’esperienza.

Purtroppo oggi in Occidente ci sono molte persone che insegnano e giudicano lo Yog senza conoscere a fondo il suo vero significato. Chi lo insegna infatti crede che esistano molti tipi di Yoga e che i vari gradini che lo compongono possano essere insegnati separatamente. E’ come dire di fare meditazione senza lavorare prima sul corpo, oppure come mandare un bambino appena nato a scuola e subito dopo una settimana a lavorare. Questi insegnanti parlano di meditazione e kundalini senza sapere che la prima cosa dello Yog è saper espellere dal corpo ciò che si è mangiato il giorno precedente, e mantenere sempre l’intestino pulito.

Un antico testo di Yoga chiamato Hath-yog-pardipika al capitolo 4 verso 144 dice: " Se il prana non sale lungo Susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il Bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

In Occidente si pensa che la kundalini si possa risvegliare facilmente, con la semplice imposizione delle mani. È come credere di camminare sulla Via Lattea quando invece non si è arrivati nemmeno sul tetto della propria casa. E’ probabile che nemmeno il duro Pursharth, che è la dura e onesta fatica che si compie durante una o più vite per risvegliare la kundalini, riuscirà a rendere schiave la mente e la kundalini.

Altre persone credono invece che diventare buddista, induista o cambiare il loro nome faccia parte dello Yoga, o che le religioni cinesi come il Tao e lo Zen facciano parte dello Yoga. In realtà la parola Yog è stata usata spesso senza cognizione di causa. Alcuni pensano che anche la medicina Ayurvedica faccia parte dello Yog, ed è molto diffusa in Occidente l’idea che il sesso faccia parte del Tantra, che è una parte dello Yog. E’ vero che il sesso viene usato in alcune pratiche tantriche ma è da escludere ogni idea di licenziosità.

Un argomento su cui in occidente si fa molta confusione e su cui si può addirittura ottenere un diploma è il Patanjal Yog-darshan, l’opera dello yoghi Patanjial. Nella sua opera si parla di otto scalini dello Yoga detti Astang Yog. Astang vuol dire otto. Questi otto scalini sono: Yam, Niyam, Asan, Pranayam, Pratyhar, Dharana (concentrazione), Dhyan (meditazione) e Samadhi (estasi). Patanjial non fa qualcosa di nuovo suddividendo lo Yoga in otto scalini, l’unica differenza, anche giusta, è che non indica lo Shat-Karam come parte del Niyam e i Mudra come parte del Pranayam. In questo suo libro egli scrive a proposito delle Asana: Sthir Sukh Asanam 2:46.  "Quella posizione che si può mantenere a lungo, immobili senza dolore, che ti porta velocemente al successo nelle tue pratiche è chiamata Asana". La controversia sta proprio su questo versetto poiché in Occidente è noto un esercizio chiamato Suriya Namaskar o Saluto del Sole, dove non vengono insegnate le posizioni di Yoga ma dei semplici esercizi ginnici. Gli esercizi ginnici non fanno parte dello Yog poichè producono una dispersione dell’energia e danneggiano il corpo. Ciò che si fa in Occidente con il nome di Patanjial è proprio contro lo Yog perché sia nell’opera di Patanjial che in qualsiasi altro libro di Yog, non esiste un solo versetto che parla di posizioni di Yog fatte di movimento.

Esistono persino dei diplomi di Yoga e chi li dà o chi li riceve crede di insegnare la strada del Sé. Questa è NON conoscenza, lo Yog inizia proprio quando non c’è questo desiderio. Credersi ciò che in realtà non si è, può considerarsi un disturbo psicologico capace di bloccare la crescita spirituale di un individuo anche per tutta la vita. Un altro tipico blocco spirituale riguarda le persone fortemente religiose, che per paura sfuggono la loro vera natura umana, reprimendo desideri subconsci e la loro vera personalità. In questi ultimi anni in Occidente abbiamo visto nascere alcune “dottrine” o, potremmo dire, alcune pseudo-scienze dell’alimentazione che hanno creato e continueranno a creare una grande confusione in tutti coloro che si avvicinano ad esse in modo ingenuo ed impreparato. Mi riferisco in particolare alla “macrobiotica” ed a certe altre cucina “vegetariane” che spesso vengono indicate come “regimi alimentari da associare allo Yog”.  Il verità le diete consigliate da queste pseudo-scienze sono assolutamente contrarie alle indicazioni dei testi sacri sui quali si fonda lo Yoga. Coloro che si sono affidati ad esse hanno spesso peggiorato o addirittura rovinato la salute e la psiche. Le cucine di cui sopra hanno creato principalmente due tipi di problemi: a livello fisico la costipazione intestinale e a livello psichico la repressione degli impulsi. Questi due problemi sono alla base di tutte le attuali malattie. Nella cucina macrobiotica sono aboliti molti cibi che, pur essendo tipici della nostra terra, della nostra cultura e del nostro gusto, vengono additati come tossici e nocivi. Tutto ciò crea solo confusione e repressione degli impulsi tanto è vero che spesso chi è vittima di tali costrizioni alimentari pensa ossessivamente al cibo, di giorno e di notte,  il cibo diventa il suo incubo. Ed è un incubo anche per coloro che vendono tali prodotti. Si aggiunga a ciò, l’abuso commerciale perpetrato da coloro che, in nome della macrobiotica, vendono prodotti a prezzi elevatissimi. Tanto più ridicoli quelli che dicendosi “vegetariani” si concedono un piatto di pesce e arrivano a sostenere che la loro è una dieta adatta allo Yog. Non sanno costoro che il pesce rapidamente va in putrefazione diventando più maleodorante di qualunque altro alimento? Non sanno che nello Yog è vietata la violenza e il nutrirsi di cadaveri?

Per lo Yog la frutta è alla base dell’alimentazione, quella stessa frutta vietata in certe diete. A mio avviso colui che mangia secondo lo stile macrobiotico potrebbe ammalarsi presto, sia nel corpo che nella mente. Tra le altre numerose mode occidentali bisogna annoverare anche la cosiddetta “cucina ayurvedica”. Essa in realtà è priva di fondamento perchè non esiste una cucina ayurvedica ma soltanto una medicina ayurvedica. Molti giovani che vanno in India per assumere droghe, e pensano di staccarsi dal mondo esteriore paralizzando in questo modo la mente. Per loro questa è una forma di meditazione.

Fare la meditazione non significa né bloccare la mente né sfuggire da sé stessi e dal mondo. Solo quando tutti i Sanskar, che gli scienziati chiamano archetipi, trasformati da Karam (le azioni belle e brutte di questa ed altre vite) saranno distrutti nel tuo Cit (subconscio), solo allora si può parlare di meditazione. E non basta una vita per fare meditazione e svegliare la Kundalini. Quando la Kundalini si sveglia si diventa uno Yogheswar, uno yoghi superiore. Si diventa giovani, si è in grado di conoscere il passato, il presente e il futuro, si diventa il vero imperatore tra gli imperatori, si possiedono tutti i poteri divini (Siddhi) e si possono comandare i cinque elementi che compongono la natura (etere, aria, fuoco, terra e acqua). Chi ha risvegliato la Kundalini beve il nettare dell’immortalità, può levitare nell’aria, acquista la chiaroveggenza e non morirà nemmeno durante la grande inondazione. La sua gloria è indescrivibile. Non si può riuscire a svegliare la Kundalini senza aver attraversato tutti i gradini che compongono lo Yog che sono : Yam, Niyam, Shat-Karam, Asan, Pranayam, Mudra, Meditazione e Tantar.

Il Tantar è considerato in Occidente un cammino di sensualità. Occorre ribadire una volta per tutte che non è affatto così, anzi solo coloro che hanno superato il desiderio, possono intraprendere la strada del Tantar per svegliare la Kundalini mediante l’aiuto di un partner. A volte il sesso viene usato, ma ogni forma di licenziosità ne è estranea. Mentre per una persona comune il sesso ha come scopo la procreazione o il piacere per uno yoghi lo scopo è il raggiungimento del Samadhi. Perciò l’atto sessuale può sembrare identico ma lo scopo dello yoghi è diverso. E’ come una persona che ride con gli amici ed una che ride da sola in un manicomio: l’atto è lo stesso ma cambia il background.

Nel Tantar la Kundalini viene risvegliata mediante il processo di fusione che, avviene attraverso l’unione di due energie di polarità opposta: l’energia femminile e l’energia maschile. Per fare la meditazione tantrica occorre innanzitutto conoscere il Vajroli Mudra che è una pratica segreta, molto difficili e dolorosa. Prima di iniziare questa pratica bisogna aver perfezionato tutte le altre, lo Shat-Karam, il Pranayam, le Asan e le Mudra.Il perfezionamento di Vajroli Mudra può richiedere anche tutta la vita e una volta perfezionata la pratica sarà necessario trovare un partner adatto che dovrà dedicarsi a questa completamente. Per chi non conosce la realtà dello Yog queste pratiche possono sembrare, anche per come sono insegnate in occidente, esoteriche o addirittura diaboliche. Tutto questo è dovuto ad un errore di giudizio causato da un cattivo insegnamento di chi non conosce bene lo Yog e che ha fatto nascere pregiudizi su questa disciplina. Risvegliare la Kundalini tramite un partner fa quindi parte del Tantar, ma la Kundalini si può svegliare anche da soli, visto che il nostro corpo possiede già le due polarità necessarie a questo risveglio. L’unione del Prana e Apana, Sole e Luna, Ida e Pingala (Ida energia femminile, Shakti – Pingala energia maschile, Shiv) corrisponde all’unione tra uomo e donna. Quando questi due poli si congiungono è come se dei fili elettrici, facendo contatto, accendessero un interruttore. Da questa unione allora si verifica un’esplosione ed una grande estasi.

Tantar è una parola sanscrita composta da due sillabe Tan e Tar: Tan significa espansione e Tar vuol dire liberazione. Tantar perciò significa espansione e liberazione, espansione della mente e liberazione dell’energia. - Espansione della mente.  L’esperienza umana è limitata, dipende dai sensi e dal senso dell’oggetto. Se non hai gli occhi e il senso dell’oggetto non puoi vedere, ma quando la mente va oltre i suoi limiti può vedere senza occhi, può sentire senza orecchie e senza onde sonore. La pace della mente, l’intuizione, la capacità di udire anche in lontananza, la chiaroveggenza, e le esperienze interiori come la conoscenza del passato e del futuro, sono i prodotti di una mente espansa. Se non si è in grado di espandere la mente non si potrà assolutamente avere una esperienza spirituale, un potere e sopratutto una pace mentale. Quando la mente si espande si è in grado di fare qualunque cosa meglio di chiunque altro al mondo.

Chi ha studiato le scienze o la fisica potrà meglio capire cosa significa liberare energia dalla materia. Liberazione in questo senso non significa emancipazione, ma vuol dire liberazione dell’energia che si trova alla base della colonna vertebrale. Questa energia ha la forma di un serpente di sesso femminile coricato su tre cerchi e mezzo con la coda in bocca ed è meglio conosciuta come Kundalini shakti. La Kundalini non è né un illusione né una suggestione, è una sostanza biologica molto sottile che si trova nel corpo umano. Il suo risveglio crea degli impulsi elettrici attraverso il corpo e la colonna vertebrale che possono essere percepiti con degli strumenti scientifici moderni. La Kundalini è il potere primordiale e lo scopo dello Yog consiste nella liberazione di questa energia. Se la Kundalini rimane dormiente l’uomo rimane allo stadio di un animale. Anche la pratica più intensa di Yog non aiuterà l’uomo ad acquistare la conoscenza del sé se la sua Kundalini sta dormendo. Il risveglio della Kundalini dà la liberazione agli yoghi. Solo chi riesce a purificare il suo corpo tramite lo Shat-Karam, e la sua mente con Yam e Niyam e col Mantar, seguendo Asan, Pranayam, Mudra e Meditazione, e con la grazia del maestro riuscirà a svegliare la Kundalini. Dopo aver perfezionato le purificazioni del corpo, le Asan, Pranayam e Mudra è possibile fare la difficile pratica di Meditazione con il partner chiamata Vam-Marg, in occidente conosciuta come Tan-Tar.

In passato in India i moralisti e i puritani hanno diffamato queste pratiche dichiarandole peccaminose, perverse e depravate. Questi giudizi erano prevalentemente sollevati da religiosi e gente comune e quindi di poca rilevanza. Io posso essere un uomo gentile, pacifico e buono, posso comportarmi secondo i dettami religiosi e sociali, ma quale utilità avranno per me queste convenzioni sociali e morali se non riuscirò a raggiungere l’autorealizzazione? Colui che ha ottenuto l’autorealizzazione può vivere al di fuori di un sistema sociale perché lui ne avrà già uno dentro di sé. La verità e la virtù saranno il suo vero essere.

Il Mantra (in sanskrito Mantar) è lo strumento più importante dello Yoga. In occidente si pensa che il Mantar o Mantra abbia a che fare con le divinità religiose ma non è così. Il Mantar non ha nulla a che vedere con le religioni, è soltanto una parola priva di significato. I Mantar sono espressioni della consapevolezza trascendente sotto forma di suono. Questi suoni non sono stati prodotti da nessun essere vivente, ma sono stati uditi in uno stato di samadhi meditativo molto profondo.

Gli yoghi hanno diviso il suono del Mantar in quattro stadi: il primo stadio è molto grossolano perché è prodotto dal sistema articolare e può essere percepito anche dalle orecchie di altre persone. Nel secondo stadio, questo suono viene ridotto e diventa sussurrato, non produce più un suono vero e proprio, la vibrazione diventa più sottile di quella prodotta dal Mantar in forma grossolana e può essere udito solo con molta attenzione. Il terzo stadio del Mantar si realizza quando questo viene ripetuto mentalmente e le vibrazioni vengono prodotte all’interno della mente. Come quando si pensa, si parla con se stessi di un argomento ben determinato. Se si penso “ho fame”, si produce il pensiero in forma di discorso, in una idea formulata che è la stessa di quando si dice verbalmente “ho fame”. In questo stadio del Mantar si sta quindi pensando mentalmente senza articolare alcun suono. Quando però si pensa “ho fame” questa idea già esiste, il discorso esiste, il pensiero stesso esiste ed esiste quindi anche il suono, ma è un suono mentale non fisico. Questi tre tipi di suoni, grossolano, sottile e mentale sono chiamati suoni empirici e sono la manifestazione della consapevolezza umana (tre Guna), sono l’espressione della conoscenza, delle qualità negative o positive, dei sentimenti, delle idee, della personalità, ecc.

Quando la mente trascende dai suoi limiti si possono udire o realizzare i suoni trascendentali, ed ecco il Mantar al suo quarto stadio. Il Mantar è quindi un suono o vibrazione e funziona come un sasso gettato in un lago, crea delle onde di risonanza all’interno della consapevolezza che con il tempo si alterneranno alla consapevolezza stessa. Il Mantar è la rivelazione della più evoluta consapevolezza e può essere usato per evolverla. Nello Yoga il Mantar è una scienza molto importante, e nelle Upnishad ed in altri libri antichi di Yoga si parla molto dell’importanza del Mantar.

Nel Bhagti Sagar, per esempio, è scritto più volte che lo Yoga senza il Mantar è come una donna senza un uomo, un guerriero senza la sua spada, un corpo senza l’anima, un uccello senza le sue ali. Lo Yog senza Mantar non raggiungerà mai il suo scopo che è la rivelazione del Sé. Secondo la tradizione l’iniziazione al Mantar può essere data sia dal Maestro che dalla propria madre o tramite il ricordo della vita precedente, ma in passato veniva sempre data dal Maestro. Un Mantar non può mai essere comprato o venduto, un mantar ottenuto in questo modo non avrà mai alcun effetto sulla consapevolezza.

Nel praticare Yog è bene indossare abiti confortevoli (una tuta) possibilmente in tessuto naturale (cotone, lino ecc.); sarebbe opportuno, nei limiti del possibile, orientarsi verso colori chiari, preferibilmente bianco, portare con se un telo o asciugamano grande. Si consiglia di praticare Yog a stomaco vuoto. Non ci sono controindicazioni alla pratica dello Yog, ma si deve aver cura di avvisare l’insegnante qualora ci siano problemi di qualsiasi natura.

domenica 12 settembre 2021

Chi sono Io? - Yogi Gyanander

 Chi sono IO ?  Considerazioni del Maestro Yoga Gyanander.  Per sapere chi è Gyanander  Vedi link

Voi siete impegnati a cercare solo cose belle, discorsi piacevoli, amici simpatici, cibi appetitosi, belle case, mogli e bambini amorevoli, mariti leali. Ogni cosa deve essere simpatica, perfetta e buona. Prima di imparare chi voi siate dovete apprendere il suo contrario: il disequilibrio. Per conoscere chi siete, dovete entrare dentro di voi, e lì scoprirete che il bello è poco e il brutto è tanto.

La religione inizia e finisce con i rituali, le credenze, le scritture … i canoni. La spiritualità, invece, comincia dove finisce la religione. Una persona intenta a perseguire la spiritualità non segue  questa via perché desidera cose materiali, né perché ha paura di Entità elevate. No. E' interessata a comprendere la “Reale Natura e l’Essenza” di se stessa, e gli eventi che le determinano. E quando comincia a realizzare che il corpo non è l’ultima meta, non è la Realtà Assoluta, comincia a chiedersi cosa ci sia al di là di questo livello esistenziale. E quando poi inizia a realizzare che nemmeno la mente è la Realtà Assoluta, si chiede cosa si trovi anche al di là di essa.

Esattamente allo stesso modo, la spiritualità è un processo di comprensione della Totalità di noi stessi: dalla materia allo spirito, dal grossolano al causale, dal visibile all’invisibile, dal manifesto all’immanifesto, di tutti gli elementi che costituiscono la nostra realtà. La moralità e la religione sono una cosa e la scoperta delle vere componenti della tua natura sono un’altra cosa. Qualunque cosa sia la materia, essa non è omogenea, non è composta da un solo elemento, da una sola cosa: è una composizione di molti elementi. 

Allo stesso modo, l’IO” non è omogeneo, anch'esso è una composizione di corpo, sensi, forze mentali, prana e spirito combinati insieme. L’insieme di tutte queste combinazioni costituisce il mio “Io”, e mi fa credere di essere la mia Identità ed Essenza. Per capire l’Io devi fare esperienza del corpo, dei sensi, della mente, del prana, di buddhi (intelletto), dell'ego e dello spirito. Tutto questo a differenti livelli. Ricorda che l’esperienza è una cosa, la Conoscenza un’altra. C’è una differenza ben definita fra l’Esperienza e la Conoscenza: l’esperienza è conoscenza intima.

Oggi, non solo io, ma anche alcuni miei allievi che si fidano di me, quando fanno il pranayama, perdono coscienza del corpo, anche se la mente continua a funzionare. In quei momenti dicono: non sono il corpo, sono la mente. E quando continuano a praticare per mezz’ora il pranayama, perdono anche la mente, ma continuano ad avere una “Presenza”, continuano cioè a rimanere “Presenti a loro stessi”! Non è possibile comunicare a parole cosa si provi durante questa esperienza: si deve e si può solo farne esperienza diretta. 

Il corpo non c’è, la mente non c’è, l’ego non c’è, l’intelletto non c’è, però rimane questa “Presenza a se stessi”, a proposito della quale non si può dire se, al di là di essa, ci potrà essere altro,  né, naturalmente, cosa. Questo è ciò che lo Yog chiama “Sat, Cit, Anand” (verità, consapevolezza e beatitudine) ed è ciò che dobbiamo sperimentare.

Quando gli occhi sono chiusi, puoi ancora vedere. Quando la mente è chiusa, puoi ancora vedere. Quando le visioni sono chiuse, puoi ancora vedere. Quando ogni cosa è bloccata e tutte le funzioni sono bloccate, tu puoi ancora vedere. E cosa vedi? La Verità! 

Casa Yog: tra contaminazioni, mode, e yoga tradizionale

Tra mode e appassionati vip, una sosta a Casa Yog per andare alle radici di una disciplina antichissima. Articolo di Marcella Calzolai.

L'India ha istituito un ministero autonomo dedicato, oltre che alla medicina ayurvedica e all’omeopatia, proprio allo yoga. L’Onu ha fatta propria questa disciplina, e la giornata dedicata allo yoga sarà celebrata in 170 Paesi, anche in Italia. E, siatene certi, per ogni dove - giardini, tivù, docufilm, web… - sarà dato di ammirare giovani e anche non, a testa in giù e gambe all’aria.
Ormai è un dilagare, fanno yoga attrici come Jessica Chastain, sportivi come l’ex stella del Manchester United, David Beckham, celebrità come Madonna e Lady Gaga. In America lo praticano 20 milioni di persone e a questa disciplina sono destinati sostanziosi finanziamenti, ma anche in Italia i fans sarebbero un milione e 200 mila. 

Dal “bikram” al “voga”. E basta sfogliare qualche rivista o curiosare in rete per avere anche solo un’idea di del chi-come-quanto-dove. Alcuni esempi? C’è l’antigravity yoga, lanciato anni fa da un coreografo americano, ma c’è anche il “bikram yoga” ideato da un maestro di Los Angeles che ha depositato 26 brevetti per altrettante posizioni, la londinese Juliet Murrell si è inventata il “voga” che mixa le classiche asanas a un ballo anni Ottanta. E il trend per i patiti della montagna è lo “snow yoga”: si tratta solo di aspettare la neve...

Il karma di politici e non.  Lo yoga è entrato anche in azienda, così ecco i manager votati alla «disciplina antistress che potenzia la creatività», i banchieri di Davos alla ricerca del loro karma, e l’anno scorso al World Economics Forum ben 25 sessioni sono state dedicate al benessere con inclusione della meditazione che consente di «guardare al mondo con occhi diversi” e ai dirigenti al top di “prendere decisioni migliori». Per cui, di rigore è raccomandarlo ai nostri governanti. 

Cani stressati (e gatti no). Anche la scienza ha posto l’accento sugli effetti di questa antichissima disciplina. Segnala una ricerca, offrendone le prove, che “lo yoga plasma mente e corpo”, mentre dalla risonanza magnetica risulterebbe che «la meditazione spegne i pensieri nocivi». Pare anche che yoga e meditazione siano un aiuto contro l’ipertensione. E tranquilli se avete Fido un po’ su di giri: c’è lo yoga per cani stressati, in attesa di quello per gatti stressati. Un giro sul web e, tra i tantissimi hashtag, troverete anche lo yogaforskateboarders e lo yogaforlovers.

Interpellando Gyanander.  Lo yoga, insomma, non solo non è mai passato di moda, ma viene sempre più imitato, mescolato, contaminato. Come non chiedersi allora: ma cos’è davvero lo yoga?  E dove andare a cercare la risposta se non a “Casa Yog” per interpellare un vero yogi qual'è Gyanander. 

Il maestro indiano Gyanander è nato a pochi chilometri da Delhi, ha iniziato a praticare yoga da bambino, otto anni nella foresta sono stati la sua scuola, ha insegnato yoga alla Delhi University, vive a Perugia dal 1986 e qui molti anni fa con Chiara Colucci ha aperto  “Casa Yog” dove tiene corsi di yoga e seminari. 

La sorpresa dello yogi. Avverte subito Gyanander, anticipando la  domanda: «Quando un occidentale chiama  Casa Yog, chiede: che tipo di yoga insegna lei?». E, a questo punto, è facile comprendere il perché. 
Ma la risposta? «Veramente rimaniamo senza voce perché non sappiamo cosa rispondere». 
Già, per capire, bisogna frequentarla Casa Yog, un casale immerso nel verde a San Marino di Ponte Rio, un orto rigoglioso vicino alla riva del fiume e un oliveto non contaminato dalla chimica garantiscono freschezza e sapore alla mensa rigorosamente vegetariana. 
Ci sono molte persone che vengono da varie parti d'Europa e c’è chi viene addirittura dall’India per seguirne i corsi. 
Ci si ritrova insieme dopo le lezioni a colazione o a cena per gustare un goloso riso con lenticchie decorticare, zenzero e peperoncino e parlare dell’origine dello yoga… 
A proposito, maestro, consenta la domanda “profana”: ma che tipo di yoga, allora, si fa qui? E Gyanander: «Non esistono diversi tipi di yoga, lo yoga è uno. È stato insegnato diecimila anni fa da Krishan durante la guerra Maha-Bharat, è scritto nel Bhagavad Ghita. E ancor prima lo ha insegnato Shiv a sua moglie Parvi». 

L’incipit? Purificazione. Già, perché nei versi in sanscrito di quel poema è racchiusa tutta la dottrina dello yoga. Ma, maestro, vogliamo provare a tradurre per capire in concreto qualcosa di asanas, pranayama e meditazione?                     «Intanto, prima delle Asana e di qualsiasi altra cosa, dobbiamo imparare lo Shat Karam, cioè le pratiche di purificazione degli organi interni del corpo, il che vuol dire svuotare completamente l’intestino di ciò che abbiamo mangiato la sera prima, perché se l’intestino non è pulito non solo le asana non daranno benefici, ma neanche si vivrà bene la vita quotidiana». Del che chiunque può avere un riscontro concreto.

La scienza del respiro. E le asana?        «Sono posizioni mirate a stabilizzare il corpo fisico, mentre nella moda occidentale si fanno questi esercizi in movimento, cosa che non si trova in alcun versetto né in alcun antico libro di yoga. E imparare a stabilizzare il corpo fisico è fondamentale per il pranayama». E con ciò siamo alla “scienza del respiro” sulla quale è accesa l’attenzione delle neuroscienze. Quali sono gli effetti? «Ci sono una serie di tecniche atte ad aumentare la nostra naturale capacità di assorbire ossigeno attraverso la respirazione. Imparare a respirare è fondamentale e il riuscire a farlo è come superare un muro che ci impedisce di entrare nell’altra parte di noi. Ovvero il pranayama consente di passare dal conscio al subconscio e quindi all’inconscio».

Fermare il pensiero. E le mudra?       «Sono speciali asana che, se praticate col pranayama, ne potenziano l’efficacia».  La meditazione…         «Sulla quale si è molto concentrata l’attenzione dell’occidente!». Vero, ma dica lei:                    «Prima di fare meditazione, intanto dobbiamo espandere la consapevolezza. Questa espansione della consapevolezza, che nei testi yoga si chiama Dharana, nei libri occidentali viene chiamata concentrazione della mente, ovvero riuscire a fermare il pensiero…». Il che risulta ben difficile da fare anche solo per cinque minuti. «Esatto, ma sviluppando la consapevolezza succede. E allora puoi guardare dentro di te».

Non fitness, ma benessere. Inutile entrare, qui, in altri complessi capitoli dello yoga come il kirtan, il tantra o il samadhi. Solo una considerazione: se lo yoga è uno, altro non può essere se non quello che hanno tramandato le antiche scritture. E ha molto a che vedere certamente con il benessere, ma nulla con la fitness. Meditate gente…

sabato 24 luglio 2021

A casa dello Yogi

 A casa dello yogi, esperienze di yoga nell'ashram italiano di Angelo Fanelli (2017).

In questo libro Angelo, che ho incontrato più volte proprio a Casa Yog (a Perugia, vedi link https://www.casayog.com/ ), descrive il suo incontro con il Maestro Gyanander e riporta le esperienze delle persone che hanno frequentato l'ashram, da quando è stata fondato, il 9 luglio 2005 ad oggi. 
Parla di come Gyanander è arrivato in Italia nel 1986 per il grande meeting organizzato dalla rivista Astra a Riva del Garda (Trento). E descrive l’esperienza del Samadhi di Gyanander a Riva del Garda che è stata documentata anche da Paola Giovetti in “Miracoli e magia”, sulla rivista Astra, novembre 1986. Paola Giovetti è una delle più grandi esperte di spiritualità ed esoterismo in Italia.  Il Samadhi o Turya è lo stato supremo dello Yog durante il quale lo yogi è in grado di sospendere le sue funzioni vitali, condurre la propria mente ad un livello di concentrazione così profondo e totale da sciogliere totalmente la distinzione tra osservatore ed osservato, tra interno ed esterno, tra passato, presente e futuro.  Poi lo stessa esperienza fu condotta in una stanza di ospedale sotto stretto controllo medico, e riportata sempre sulla rivista Astra nel febbraio 1988. Dopo quattro ore gli elettrodi rilevavano la temperatura di Gyanander a 26 gradi, battito cardiaco nullo, capacità di resistenza epidermica aumentata. Sulla base di questi dati vennero formulate quattro ipotesi: Gyanander è morto, ha fermato il cuore, ha staccato gli elettrodi, la macchina non funzionava. Durante l'esperimento Gyanander è rimasto per quattro giorni in quella posizione, quando si è risvegliato era in perfetta forma e solo i valori del sangue e delle urine erano un po’ alterati, e che si sono ristabiliti dopo due giorni.

Angelo descrive anche l'importanza di praticare yoga per noi occidentali: "Qualsiasi forma di esercizio che prevede l’impiego di qualcosa di più delle semplici dita su una tastiera è un grosso aiuto per sopravvivere nel caos del mondo attuale. Qualsiasi yoga, vannamarchizzato o meno. Un’altra cosa è quando ci poniamo il problema di capire cosa stiamo cercando". 
Soprattutto nella società odierna dove imperano i media e i social network  e dove è prioritario "Partecipare ad eventi sociali, condividere su Facebook, cercare su Internet, localizzarsi e localizzare altri con lo smart-phone, allungare la lista delle amicizie, accumulare "Like", cliccare, cliccare… (...). 
Una gigantesca giostra che gira gira gira e ad ogni giro nasconde sempre di più la stessa domanda: come mai in questa montagna di relazioni non riesce a partorire il singolo topolino di un vero contatto con gli altri? Un contatto vero: come mai non si riesce a coprire la distanza che ci separa dall’incontrarci, dal conoscerci? Selfie dopo Selfie, post dopo post, quello che se ne va è tutto ed ogni cosa. Messaggi, email, sms, WhatApps, faccine, links. Un torrente inarrestabile che non fa che rendere più evidente, se sai guardarci dentro, lo scoramento che pervade un’intera civiltà, la nostra.

Noi occidentali cerchiamo semplicemente a sopravvivere, tentando di soffocare l’angoscia esistenziale in un mare di rumori, divertimenti, impegni e distrazioni di ogni genere per evitare di rimanere soli con noi stessi. Siamo terrorizzati dal vuoto e dal silenzio. Giocando con le emozioni più potenti (rabbia, paura, desiderio, ignoranza ...) possiamo arrivare a procurarci un mare di problemi supplementari e arrivare a danneggiare il nostro corpo o addirittura distruggere se stessi. Finiamo per temere talmente la morte da avere paura di vivere!  Anche le parole diventano spesso delle etichette inutili, ne siamo talmente ricoperti da non accorgerci più di questa spessa coltre che copre la realtà delle cose.

  
Casa Yog è uno spazio protetto dalle assurdità del mondo che accoglie gli esseri umani in cerca del loro silenzio. "Dopo qualche tempo di pratica la fatica principale consiste nell’uscire dall'ashram e addentrarsi nel mondo. Lo Yog ti permette di trovare la personale soluzione ai vari problemi. Una fatica nello Yog è quella di sforzarsi di non guardare il risultato, con lo Yog gli esercizi portano sempre allo stesso punto: al nulla". Parlando della propria esperienza Angelo si racconta: "Nei primi mesi di pratica delle asana, percepivo lo Yog a portata di mano, ad un solo palmo di distanza: potevo quasi toccarlo, tanto era vicino: Dopo sei mesi, avevo coperto quella distanza, ma a quel punto lo Yog si trovava cento metri più avanti. Impiegai un anno a percorrere quei cento metri, e subito mi accorsi che lo Yog era in realtà a dieci chilometri. Dopo anni, con fatica, errori, ingenuità e ripetizioni, sono riuscito a percorrere quei 10 chilometri. Adesso, ho timore ad alzare lo sguardo".
A differenza dello yoga vannamarchizzato che si concentra esclusivamente sull’esercizio fisico, la pratica dello Yog incorpora diverse pratiche che non toccano direttamente il corpo, quanto piuttosto l’equilibrio della mente che hanno come obiettivo di: calmare il flusso incessante di pensieri, preoccupazioni, affanni e raggiungere un livello superiore di armonia, pace, quiete. Oltre l’alfabeto delle asana ci sono i kirtan, i mantra  ossia pratiche che tendono ad agire sull’equilibrio psicofisico.

Lo Yog non è un impegno in agenda, ma un luogo fuori dal mondo. Lo Yog è un riscoprire che l'agire sul corpo, in sintonia con esso, è un modo diretto, semplice ed intuitivo per arrivare al silenzio interiore. L'obiettivo è cercare di fare sempre di meno, diventare più sensibili, meno violenti nel e con il corpo (e, di conseguenza, anche con il prossimo!), più aperti all’ascolto della propria quiete. Yog quindi come unione con il silenzio, lentezza, delicatezza, cautela, rispetto che sono i veri e propri frammenti del DNA dello Yog.  Nello Yog bisogna imparare a gestire le emozioni, gestire meglio il corpo e la mente in una realtà relativa sempre più complicata. Attraverso lo yoga si intuisce come mente/determinazione influeinzino ogni nostra esperienza. L'obiettivo dello Yog è ritrovare il nostro stato naturale, la nostra reale identità che è SAT CIT ANANDA (esistenza, verità coscienza, consapevolezza e beatitudine ).

 Molte persone con sofferenze psichiche o fisiche si avvicinano a Gyanander. Il dolore, per l’essere umano, è come Google, un motore di ricerca. Senza il dolore, in questo mondo l’uomo non cercherebbe nulla. Qualcuno ricerca per intelligenza, ma sono pochi. La maggior parte ricerca per sofferenza: in genere chi si avvicina allo yoga è perché sta male, fisicamente o psichicamente ed ha grandi difficoltà ad ascoltarsi. Pochi iniziano a praticare per cercare un significato diverso della vita. Lo Yog ti aiuta a capire che il dolore è importante, serve per ascoltarti, per sentirti.

Quale è la differenza tra lo yoga vannamarchizzato e lo Yog?

  •  Nel primo caso gli allievi e istruttore sono caratterizzati da differenze minime nel loro livello di esperienza e qualità delle vibrazioni (la differenza è che il primo ha seguito un corso di formazione di un mese in India). L’avere degli allievi consente all'istruttore di trovare la benzina per continuare, lui avanza e gli altri spingono. Un insegnante di yoga per quanto bravo non è un Maestro, e non tutti i maestri sono uguali, o adatti a qualunque persona. Non possiamo affidare il nostro corpo a qualsiasi persona.
  •  Nel secondo caso, quello dello Yog, Maestro e discepoli sono separati da una distanza siderale, Maestro e discepoli cercano di incontrarsi, sperimentando questa distanza che forse un giorno si colmerà. Il Maestro è un costante richiamo a ciò che l’essere umano può diventare. Lo Yog è una speciale vibrazione che si espande nel tempo e nello spazio rendendoli più armonici, sollevando il mondo dal caos.  Purtroppo la parola Maestro non è molto amata dagli occidentali e purtroppo lo Yog, è un contesto in cui la logica abnorme del consumismo non funziona, e se ti va bene non concludi niente di significativo. Per avanzare nello Yog bisogna trovare una buona relazione con un Maestro autentico, basata sulla fiducia.

 Lo stile dì insegnamento di Gyanander è quello di dare solamente delle indicazioni a voce sulle posture da tenere, istruzioni minime, lasciando a ciascuna persona la libertà di muovere il proprio corpo secondo ciò che si sente. Corregge raramente una posizione sbagliata, questa scelta crea un enorme spazio che ciascuno può occupare, non c’è un giusto o sbagliato, ma solo un corretto per te. Il corpo è un dono. Proteggilo. Abbine cura.

Poi Angelo descrive la cerimonia del kirtan che si celebra mensilmente a Casa  Yog: "Quando ho partecipato per la prima volta al kirtan, entrando nella sala ho trovato una trentina di persone sedute che cantavano mantra all’unisono mobilitando una massa di energia impressionante, semplicemente accompagnati dal suono di un semplice tamburo. In una mente razionale il primo pensiero che emerge è la paura, che ripetere in maniera ossessiva questi mantra si rischia di lasciarsi ipnotizzare, questo però ti porta inevitabilmente ai margini dell’esperienza, a starne fuori, e quindi  pur rimanendone affascinato, ad essere spettatore".  Il kirtan, che si basa sul canto di veri mantra, è il momento di liberazione delle emozioni, o d’incontro con un lato nascosto del proprio sé. La modalità tradizionale praticata a Casa Yog è fatta con l’ausilio della cimta (uno strumento musicale che assomiglia alle molle del camino con piccoli piattini metallici) e il pakhawaj (un tamburo orizzontale con due facce contrapposte che si suona sia con la mano destra, che con la sinistra).  Il kirtan è un’estensione di ciò che avviene all’inizio o alla fine di ogni lezione di asana ossia il cantare per tre volte l’AUM ( o OM ) che è il cuore dello Yog, la sillaba sacra.

Poi l'autore sottolinea il Non senso della vita in questo periodo storico: "Per le aziende, le persone l’avidità è eletta a principio regolatore, per mantenere questa curva esponenziale non rimane che concedere al drago il pianeta e le sue risorse".  Sottolinea inoltre, l'ignoranza e la confusione totale che regna in Occidente, mangio pesce e sono vegano, ho già l’iniziazione e il mantar. 

Inoltre, in Occidente c’è la ricerca ossessiva di diplomi e certificazioni invece di ricercare una strada per ottenere la pace e per uscire dal caos. "Oggi il karam di tutto il mondo è peggiorato, aumentano le malattie, l’alimentazione è inquinata…, in questo periodo di kali yuga, dove tutto è inquinato, anche mentalmente, ognuno deve cercare di migliorare se stesso. Lo Yog è una perla preziosa: dire Yog è dire vita perchè può curare il mondo, la società, e, alla fine, ognuno di noi. Ma se siamo noi, la società, il mondo, a vannamarchizzare lo yoga, allora lo Yog non diventa altro che una perla si, ma da sbriciolare sotto i denti e sputare sul marciapiedi".

____________________________________

Appendice.   

Il Gayatri Mantra noto come Savitri mantra, dedicato a Savitri: il Sole: OM Bhr bhuva svah Tàt savitur vàre(i)yam,  Bhargo devasya dhmahi Dhiyo yo na prachodayt.                                                        La traduzione di Swami Vivekananda è la seguente: “Meditiamo sulla gloria di colui che ha creato questo universo; che Lui possa illuminare le nostre menti".

OM TAT SAT, queste tre parole, designano il Brahman. Il pravana, la sillaba sacra OM è il suono primordiale della creazione, l’eco inesauribile del Brahman, il principio assoluto, TAT si traduce con il pronome dimostrativo quello, il disvelato, SAT è il participio presente del verbo essere ed indica “Ciò che è”.  

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...