Il testo Inchiesta sul nuovo misticismo è stato scritto da Mauro Bergonzi e pubblicato negli anni
ottanta ma il contenuto è ancora molto attuale. La nostra
civiltà non reprime soltanto gli istinti e la sessualità ma anche
ogni forma di trascendenza. Ronald Laing. ..
Negli ultimi decenni si assiste al
risveglio di una nuova sensibilità spirituale nonostante che il razionalismo
positivista consideri l’interiorità come qualcosa di irreale e
soggettivo. Questa tendenza è spesso frutto di uno sperimentalismo
selvaggio, ci si avvicina senza nemmeno conoscere i rudimenti del contesto
sapienziale di riferimento. I movimenti filo
orientali si mostrano in genere critici nei confronti della società
e della religione ufficiale. Spesso, questo porta ad una sorta di settarismo, ad una netta
separazione tra noi e loro, il rifiuto di aprirsi al nuovo, ossia a
qualsiasi trasformazione dei punti di vista. Il proprio gruppo
religioso diventa allora l’unica vera chiesa, il gruppo è vissuto come alternativa alla famiglia e come una ricerca di protezione dal mondo. Si assiste anche alla tendenza di integrare le pratiche spirituali nelle strutture del consumismo.
L'Astrologia, I king e lo yoga vengono utilizzati nei modi più disparati: per dimagrire e per rilassarsi. Emergono
anche vari settarismi e il fascino per il guru.
Questi fenomeni possono essere divisi nelle seguenti categorie:
- la prima, i sistemi filosofico orientali sono trapiantati in
occidente senza subire grosse mutazioni, come ad esempio lo zen con la sua freschezza e
semplicità, il buddhismo tibetano, dopo il viaggio di David-Neel in Tibet e l'invasione
del Tibet da parte della Cina nel 1950.
- la seconda, le filosofie hanno subito rilevanti
modificazioni. Si verifica un assorbimento da parte della cultura occidentale:
gli esercizi meditativi ridotti a pre-tecniche, mercificazione e
degradazione del sacro, Maharaj-ji ha creato un vero impero
finanziario.
- la terza, sono stati fatti molti tentativi sincretici di unificazione Oriente –
Occidente, come da parte della società Teosofica e da Osho Raineesh. Rainesh
ha tentato una mediazione anche a livello delle tecniche.
- Molte persone sulla
scia di Khrishnamurti si sono disidentificati da ogni
cultura codificata.
Molte religioni orientali hanno un carattere
antropocentrico, secondo cui l’uomo può
entrare in contatto con l’Assoluto attraverso una appassionata
ricerca nelle profondità del proprio essere, in quanto la dimensione del sacro
risiede in ognuno. In Occidente questa ricerca è spesso stata offuscata da egocentrismo, attaccamento, avversione. Decongestionare la
mente significa svincolare la mente dall’incapsulamento in un falso
concetto dell’Io, inteso come un’entità solida, permanente e
separata dal resto dell’universo. Il che implica relativizzare
l’ordinaria percezione dualistica della realtà basata sulle
distinzioni, io/altro, soggetto/oggetto ecc. L’ordinaria
percezione della realtà è maya, avidya.
I principali movimenti spirituali nati in quegli anni sono:
Nel 1966 A.C.
Bhaktivedanta Swami Prabhupada fondò gli Hare krsna. I mezzi di
liberazione sono essenzialmente due: lo yoga della devozione o bhakti yoga, o lo yoga dell'azione o karma yoga. Il fine
della pratica spirituale consiste nell’abbandonarsi completamente a Dio,
cercando di restare consapevoli della sua presenza ad ogni istante.
Qui c'è una convergenza con la tradizione cristiana di un Dio personale, con la credenza di
un’anima individuale eterna, abbandonarsi alla grazia divina, unica
depositaria della verità. Cantando il nome di Dio, Hare Krsna, Hare
Rama le nostre qualità spirituali si risveglieranno. Hare =
energia, Krsna= infinitamente affascinante, Rama= fonte di
beatitudine.
Maharishi Mahesh
Yogi fondatore della TM (meditazione trascendentale) diventa guru dei Beatles.
La realtà è vista come molteplici livelli stratificati:
dal manifesto all’immanifesto, in corrispondenza degli strati di
coscienza che vanno dalla superficie alla profondità dell’Essere.
La continua vibrazione acustica di un mantra diventa
un veicolo capace di condurre la mente verso strati sempre più
profondi e rarefatti della coscienza. Con la meditazione si arriva al Campo
della Trascendenza, dove la mente possiede la massima espansione e la
minima attività, il massimo riposo e la consapevolezza più totale.
La meditazione porta ad una maggiore partecipazione alla realtà,
perché maggiore è la partecipazione del reale. La meditazione
fornisce all’individuo un riposo superiore alla tensione
accumulatasi.
Le scuole di Yoga
che fanno riferimento al testo Gli yogasutra di Patanjali. Uno dei maestri di riferimento in quel periodo è starto il Maestro Kaushik. Il Dottor R. P. Kaushik è stato un filosofo nel senso originale del termine, un ricercatore della verità. L'assunto fondamentale dei suoi insegnamenti era che la realtà costituisce qualcosa di vivo e dinamico, che non si può racchiudere in una formula. L’esperienza di liberazione è
intesa come il trascendimento di ogni dualismo, queste pratiche non sono fughe dalla realtà,
ma permettono all'unomo di vivere la realtà nella sua totalità e di sperimentarla in tutta la sua
pienezza. Perciò la vera spiritualità è proprio un tuffo nella
realtà.
Bisogna mantenere un
certo spirito critico e libertario dentro di sé. Lo yoga parte
dal presupposto che esista uno spirito universale (paramatma) di cui
una scintilla è presente in ognuno di noi (jivatma). Ricongiungere
il jivatma con lo spirito universale è lo scopo dello yoga. Lo yoga
è un sistema di auto realizzazione che può essere praticato da
chiunque, credente o ateo. La realtà dell’uomo è vivere nella sua totalità e di sperimentarlo in tutta la sua
pienezza. Perciò la vera spiritualità è proprio un tuffo nella
realtà. Tutto ciò che si percepisce come divisione è illusorio,
c’è una sola ed unica realtà, esiste una unica energia che permea
tutto il creato. Il succo del Vedanta si trova nel mantra “aham
brhman asmi” ossia “Io sono il Brahman”. Il Raja yoga è il percorso più
complesso, dentro di te esiste la luce, guarda dentro di te per
trovare questa luce, si rivolge a persone introspettive, le vie per
guardare dentro se stessi sono:
- il mantra-yoga, recitazione di suoni,
- il purna yoga ossia lo yoga integrale di Aurobindo,
- il laya yoga, ascolto di
suoni,
- il kundalini yoga o risveglio dell’energia.
L'illuminazione o samadhi, ossia l'essere consapevole di essere Brahman” e di tre tipi: 1- savikalpa samadhi
con seme in cui si mantiene un contatto con la realtà e la percezione dell'oggetto osservato, 2 - nievikalpa samadhi in cui scompare l’oggetto osservato per
brevi periodi, 3 -sahaja samadhi, ossia l'unione continua tra individuo e
Assoluto. Il vero maestro non impone nulla, risveglia
l’intelligenza dell’allievo e lascia che quest'ultimo trovi la propria
strada.
Gli arancioni di
Raineesh (1931-1990) è un movimento ispirato ad
un forte sincretismo in quanto ingloba anche le tecniche di Gurdjeff ed è caratterizzato da un rigetto dell’ascetismo. Secondo Rainesh la via della ricerca interiore non
ammette alcuna disciplina, nè alcuna repressione, la ricerca deve avere un carattere gioioso per sciogliere i blocchi interiori. Rajneesh ha elaborato una quantità enorme di esercizi
pratici (meditazione dinamica, kundalini, ecc.) e parallelamente
proponeva un lavoro psicoterapeutico di gruppo. L'obiettivo è quello di arrivare ad una esplosione
interiore dove l’ego possa essere trasceso. Il motto di questo movimento può sintetizzarsi in questo modo: Prima volevo modificare gli altri, e così facendo pensavo di modificare anche me stesso: adesso
punto molto di più su di me, perché mi sembra che solo
volendo bene interamente a me stesso, riesco ad aprirmi agli altri. Ha creato a Poona (vicino a Mumbai) un ashram di ampie dimensioni con il nome Osho International Meditation Resort.
Gli amici del
Dott. Kaushik. Kaushik fa parte di quella esigua schiera
di orientali che hanno preferito rinunciare ad ogni tradizione
codificata. Come dice Khrishnamurti la "Verità costituisce qualcosa
di vivo e dinamico, qualsiasi sforzo per raggiungerla è destinato a
fallire". Chi si muove nella sfera mentale deve essere ben consapevole
di non poterla trascendere. Se riesce ad attraversare questa notte
oscura dell’anima in cui tutto è vano ed insignificante, alla fine
la mente rinuncia a ogni sforzo, si placa e da quel silenzio
scaturisce un’energia incommensurabile, al di là dell’ego,
carica di amore e consapevolezza. Kaushik a differenza
di Krishnamurti consiglia in qualche modo una forma pratica di
meditazione: mettersi seduti prestando completa attenzione a ciò che
avviene nel momento presente. Lasciandosi andare spontaneamente al
flusso della realtà senza fuggire al passato o futuro, poi la
mente arriverà ad uno stato di silenzio. Questo tipo di meditazione presenta molte affinità con le tecniche
della vipassana o dello zen. Solo attraverso un assiduo esercizio è
possibile creare l’occasione propizia per l’emergere spontaneo di
un silenzio della mente. L’insegnamento consiste in due parole:
abbandono e amore. Non ci si può appoggiare a niente, siamo
completamente soli. Bisogna coltivare l’Arte di osservare. A volte ti accorgi che tra
un pensiero ed un altro c’è un momento di pausa, che i pensieri non sono mai
continui, quando ci si rende conto della meccanicità dei pensieri,
questi si fermano ed emerge l’inconscio. Ogni volta che sia ha
un’aspettativa o un’immagine di un’altra persone è difficile
comunicarci. Tra maestro e discepolo non c’è separazione, sono
una persona unica. Se la vita non ti porta a contatto con un maestro va bene così:
allora vuol dire che non hai bisogno di un maestro.
Il Buddhismo. In Italia
si è sviluppato soprattutto lo zen e il vajrayana tibetano. Il buddhismo punta allo sviluppo di una
conoscenza salvifica e trasformativa capace di bruciare ogni forma
accumulata di attaccamento. Nella pratica, sono collegate insieme
posizioni fisiche (mudra e asana), formule vocali (mantra) e
visualizzazioni al fine di attivare ogni energia disponibile a
livello di mente, parola e corpo. Nell’impostazione tantrica si
sottolinea il carattere sacrale anche di ciò che sembra profano come
il sesso. I mandala sono strumenti rituali capaci di indurre
profonde mutazioni degli stati di coscienza.
Lo zen è l’adesione
all’attimo presente, al di là di ogni infrastruttura concettuale.
I maestri si adoperano di smantellare nel discepolo ogni aspettativa,
ogni tentativo di incasellare in schemi precostituiti il flusso
mutevole e variegato della vita. La comune esperienza umana si carica
in questo modo di intensa sacralità. I monasteri diventano dei semplici luoghi di lavoro e
meditazione.
Lo zen ha due filoni:
- lo zen Soto,
- lo zen Rinzai.
Il tiro con l’arco, la cerimonia del thè,
l'ikebana, ecc venivano concepite come vie per realizzare lo Zen
attraverso uno sviluppo della consapevolezza e della concentrazione. Lo zen è il mezzo e il fine in se
stesso. Lo zazen (meditazione) è tra l’altro un metodo terapeutico
con cui si ottiene l’equilibrio fisico, respiratorio e mentale. Lo
zen è la natura di Buddha che agisce in ogni nostra azione, nel Rinzai viene usato il koan per arrivare al satori. Il satori, nella pratica del Buddismo Zen indica l'esperienza dell'illuminazione, del
risveglio inteso in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più
alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto
dell'osservazione. Con lo zen si diventa
capaci di affrontare ogni difficoltà, di stare tra la gente, vivere
liberamente. Per il Buddha non c’è nulla da cambiare, basta vedere
la realtà, ossia come le cose sono realmente. Il nuovo è in ogni
momento, Krishnamurti dice: non vivete nel futuro, né nel passato:
vivete nel presente, nel presente c’è l’Eterno. Il satori è l'equivalente e si realizza quando si riesce a
vedere la vita istante per istante, ossia vivere nell’Eterno. In Italia negli anni ottanta era molto conosciuto il Monastero Rinzai di
Scaramuccia – vicino ad Orvieto. Un altro centro importante era il Centro Soto Milano.
Nello zen Soto c'è un maggiore adattamento all’Occidente. Cìè una maggiore dimensione di
consapevolezza: non fare e lasciar essere, cercando di vivere l'esperienza
dell’attimo presente. Uno dei maestri più conosciuti in Occidente è il Maestro Shunryu Suzuki.
Shunryu Suzuki era un monaco e insegnante Zen Sōtō che aiutò a
diffondere il buddismo Zen negli Stati Uniti, ed è rinomato per aver
fondato il primo monastero buddhista Zen fuori dall'Asia.
Il buddhismo
tibetano in Italia ha due filoni:
- rNin ma pa del gruppo Nankai Norbu,
grande maestro tantrico Padmasambhava,
- dGe lugs pa o
berretti gialli ( XIV e XV secolo) del riformatore Tsong-kha-pa. In Italia è stato creato l'Istituto
Lama Tsong Khapa a Pomaia vicino Pistoia.
Norbu arriva in
Italia nel 1960 e collabora con il grande orientalista Giuseppe Tucci. Se un occidentale è
interessato a cercare lo spirito dell'Oriente troverà la risposta
e quando l’avrà trovata non si potrà allineare con nessuna
determinata tradizione o filosofia o scuola, non deve arrivare ad
una scuola ma deve arrivare a se stesso. Gli dGe lugs pa
insistono sulla gradualità della via, sulle pratiche meditative
preliminari prima di poter accedere senza rischi ai segreti tantrici
dell’iniziazione. Le visualizzazioni su certe precise
iconografie e su determinati mantra hanno un grande valore perché posseggono
un tipo di energia spirituale ad esse immanente. Meditare equivale a
fuggire dalla realtà? Di fatto si medita per essere più capaci di
vivere nella realtà, in modo coerente ed equilibrato: meditare
significa cercare di conoscere meglio se stessi per smettere di
continuare a farsi del male e a far del male agli altri.
Sempre negli anni ottanta, facendo riferimento, a volte in modo completamente inappropriato, alla Società Teosofica si sono formati gruppi e
gruppuscoli che hanno incrementato la ricerca del magico e del
soprannaturale. La Società Teosofica è un'organizzazione internazionale fondata
nel 1875 a New York, dedita allo studio e alla divulgazione della
teosofia e delle scienze esoteriche in generale. La teosofia sostiene che tutte le religioni hanno un'unica origine e cerca di condurre l'uomo alla verità tramite una conoscenza esoterica della divinità.
Nuova sinistra ed
Oriente. C’è da chiedersi come la generazione
dell’antiautoritarismo abbia finito per ricreare altre autorità.
Come Rainesh-Osho a Puna, o Aurobindo a Pondicherry. In più veniva recuperato un fattore sociale importante: la
creazione di comunità. Per molti giovani del 68 e 77, la Chiesa ha significato proprio
la perdita di una qualsiasi autentica tradizione spirituale. Alcuni studiosi ritengono
questa ricerca della spiritualità in Occidente una fuga dalla
realtà, anche se negli stili di vita occidentali esistono ben più
macroscopiche strategie di fuga dalla realtà come tv, droga, viaggio
organizzati, ecc.
Per iniziare un percorso spirituale occorre il coraggio di abbandonare le vecchie certezze e una
continua disponibilità al cambiamento. Spesso la ricerca del Guru è stato un pretesto per
deresponsabilizzarsi. Mentre nel buddhismo non ci sono guru, c'è il maestro, che in questa tradizione è l’amico
spirituale, il kalyanamitta, ed il maestro indica soltanto la via.
Krishnamurti, un'altra figura spirituale molto seguita negli anni ottanta asseriva: la verità non ha sentieri. Importante nel percorso spirituale, il passaggio
dal guru esterno al guru interno, si deve diventare maestri di se stessi.
Se incontri un Buddha fuori di te uccidilo.
In Occidente si è
creato un consumismo spirituale, una banalizzazione della ricerca, una riduzione a slogan,
ad una ipersemplificazione dei problemi connessi con la ricerca interiore.
Invece occorre un notevole coraggio per aprirsi all’ignoto, per confrontarsi con
aree dolorose di sé. In molti casi prima di iniziare il percorso
occorrerebbe un personale trattamento psicoterapeutico. L’apertura
alla dimensione trans personale è spesso come una fuga dal personale. Il
salto nella dimensione spirituale può avvenire in maniera proficua,
solamente quando la dimensione personale abbia messo profonde radici
nell’humus della vita, così come un saldo senso di identità
personale può permettere una vera apertura al rapporto con gli altri
e col mondo. Spesso si usano le pratiche orientali come
strumento di repressione e controllo delle energie interiori e si
instaura una falsa maschera di calma e posatezza. Il prezzo che si
paga è il disseccarsi di ogni creatività e spontaneità. La vera
calma meditativa si ha quando c’è una viva consapevolezza del
propria essere, attraverso cui i conflitti inconsci possono essere
riconosciuti, accettati e trasformati. Spesso le frasi “tutto è
illusione, tutto è mente“ diventano vuoti slogan in nome dei
quali adottare una deresponsabilizzazione nei rapporti col mondo.
L’Oriente viene usato spesso come anestetico. Sono sviluppati modelli di
derivazione cristiana atti a denigrare i valori della carne per
esaltare quelli dello spirito. Se da una parte molti movimenti
presentano tendenze ascetiche, molti si propongono proprio il
superamento di queste dicotomie. Essere e Non Essere sorgono
simultaneamente.
Nel Buddhismo si usa dire: ridere senza lasciarsi alle spalle alcuna
traccia di riso, piangere senza che poi resti traccia di lacrima,
godere senza che alcunché di quel godimento resti indietro, questo è
una stato di leggerezza. Il buddhismo usa come modalità di conoscenza l'intuizione e il paradosso. Il concetto buddhista di anatmata si basa sulla
constatazione empirica, attraverso lo strumento meditativo, che non è
possibile percepire direttamente alcuna entità separata e permanente
definibile come un “Io”. Il conflitto e la sofferenza nascono
quando ci si identifica con questo Io. Occorre trasferire la consapevolezza
del mutamento continuo (anityatvam) dal livello intellettuale a
quello esperienziale. Un’esperienza intuitiva capace di trascendere
i limiti egoici e l’attaccamento porta il meditante ad una
dimensione di armonia con la totalità dell’esistenza. Nel Buddhismo
si cerca di arrivare ad un decondizionamento e sviluppare la tendenza a relativizzare ogni certezza. La
meditazione consiste proprio nell’abbandonare gli schemi
precostituiti ed aprirsi alla totalità dell’esperienza attraverso
l’intensificazione della consapevolezza.
Un'altra corrente spirituale molto conosciuta negli anno ottanta è il Taoismo. Il Taoismo è una dottrina filosofica, che ha origini in Cina ed enfatizza il concetto di vivere in armonia con il Tao, cioè la via. Nel taoismo il Wu
wei è un particolare tipo di azione, in cui l’individuo assume una
posizione di vigile ricettività. Per Alan Watts il taoismo rappresenta l'arte di
veleggiare, di scorrere spontaneamente, senza attrito, in sinergia
con l’universo intero, abbandonandosi con intelligenza alle correnti
della vita. La via è la meta, che è anche un libro di Watts. Il Tao non fa nulla
e tuttavia non vi è nulla che non sia fatto.