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domenica 22 gennaio 2023

Arnaud Desjardins

"Un giorno a una domanda sulla morte mi si è presentata spontaneamente questa risposta: “Tu non hai paura della morte, hai paura della vita”. Ho riflettuto e mi è apparso con certezza quanto quella risposta fosse vera: la paura della morte è tanto più grande quanto più non si è osato vivere. Se davvero non avrete più paura della vita non potrete più avere paura della morte perché avrete scoperto in voi stessi cos’è veramente la Vita, non la vostra vita ma la Vita unica e universale che ci anima, e quindi vi apparirà evidente che quella vita è indipendente dalla nascita e dalla morte".  Gianfranco Bertagni..

Osate vivere.  Dal libro “L’Audacia di Vivere” di Arnaud Desjardins.

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/osatevivere.htm

Arnaud Desjardins (1925-2011)  era un autore francese. È stato produttore all'Office de Radiodiffusion Télévision Française dal 1952 al 1974 ed è stato uno dei primi praticanti di alto profilo della spiritualità orientale in Francia.    

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/guarireego.htm

The Message Of The Tibetans (Part I + II). A Film by Arnaud Desjardins. vedi: https://www.youtube.com/watch?v=wO_O8sOtNHs

Etre Un Avec Ce Qui Est - Arnaud Desjardin
https://www.youtube.com/watch?v=PDTeHWukdnU

L'accettazione e il mentale secondo Arnaud Desjardins (da un seminario di Gianfranco Bertagni)
https://www.youtube.com/watch?v=UG0IkTpT5To

 "Dans la filiation de mon maître, Arnaud Desjardins 1 - 2"    Éric Edelmann répond aux questions de Gilles Farcet sur ce qui l’anime dans son activité de transmission à Mangalam, l’ashram d’Arnaud Desjardins au Québec. Il nous donne un témoignage personnel de la relation de cœur à cœur à son maître, restée toujours aussi vivante après son départ en 2011. Il aborde les thèmes de la confiance et de la peur, de la liberté et de l’éveil, de l’autonomie et de la dépendance : les grands incontournables de tout lien avec un authentique ami spirituel.  

https://www.youtube.com/watch?v=DuhPrYksGuc
https://youtu.be/d697cwtPhnM

 

sabato 26 novembre 2022

Gurudev Sri Sri Ravi Shankar

Gurudev Sri Sri Ravi Shankar è un leader umanitario, un maestro spirituale e un ambasciatore di pace. La sua visione di una società senza stress e senza violenza ha unito milioni di persone in tutto il mondo attraverso i progetti di servizio e i programmi offerti da The Art of Living.


Nato nel 1956 nel sud dell'India, Gurudev Sri Sri Ravi Shankar era un bambino dotato. All'età di quattro anni era in grado di recitare parti della Bhagavad Gita, un'antica scrittura sanscrita, e si trovava spesso in profonda meditazione. Il primo insegnante di Gurudev, Sudhakar Chaturvedi, ebbe una lunga collaborazione con il Mahatma Gandhi. All'età di diciassette anni, nel 1973, Gurudev si era laureato in letteratura vedica e in fisica.
Noto leader umanitario, i programmi di Gurudev hanno fornito assistenza a persone provenienti da un'ampia gamma di contesti: vittime di disastri naturali, sopravvissuti ad attacchi terroristici e guerre, bambini di popolazioni emarginate e comunità in conflitto. La forza del suo messaggio ha ispirato migliaia di volontari, che stanno portando avanti progetti in aree critiche in tutto il mondo.
Come insegnante spirituale, Gurudev ha ravvivato le tradizioni dello yoga e della meditazione, proponendole in una forma adattata per il XXI secolo. Oltre a far rivivere l'antica saggezza, Gurudev ha creato nuove tecniche per la trasformazione personale e sociale. Tra queste, il Sudarshan Kriya, che ha aiutato milioni di persone a trovare sollievo dallo stress e a scoprire riserve interiori di energia e silenzio da utilizzare nella vita quotidiana.
In qualità di ambasciatore di pace, Gurudev ha svolto un ruolo fondamentale nella ricerca di una risoluzione dei conflitti in tutto il mondo, condividendo la sua visione della non violenza in occasione di forum e incontri pubblici in tutto il mondo.  Gli è stato riconosciuto il merito di aver portato le parti in conflitto al tavolo dei negoziati in Colombia, Iraq, Costa d'Avorio, Kashmir e Bihar. Attraverso le sue iniziative e i suoi discorsi, Gurudev ha sempre sottolineato la necessità di rafforzare i valori umani e di riconoscere che apparteniamo a un'unica famiglia mondiale. Promuovere l'armonia interreligiosa e chiedere un'educazione multiculturale come rimedio al fanatismo sono parti significative dei suoi sforzi per raggiungere una pace sostenibile.
Andando oltre l'etnia, la nazionalità e la religione, Gurudev ha rilanciato il messaggio di un'unica famiglia mondiale, libera dallo stress e dalla violenza.

  • https://www.facebook.com/TheArtOfLivingGlobal/videos/764872667416714/
  • https://www.youtube.com/results?search_query=the+art+of+living+The+power+of+breath!
  • https://www.youtube.com/watch?v=MXeiHMc-DAU

venerdì 18 novembre 2022

Il Guru indiano Baba Ramdev incontra SadhGuru alla Isha Fondation

Baba Ramdev è leader spirituale indiano e un rinomato insegnante di yoga e sostenitore dell'ayurveda. È famoso per aver reso popolare lo yoga tra gli indiani attraverso la televisione e i suoi raduni di yoga di massa frequentati da migliaia di persone. Jaggi Vasudev, comunemente conosciuto come Sadhguru, (1957 - ) è un mistico e yogi indiano e autore di vari best seller sulla spiritualità. Ha fondato la Isha Foundation, un'organizzazione  a-politica, non religiosa, no-profit che offre programmi yoga in varie parti del mondo..

 Baba Ramdev è nato nello stato di Haryana, in India, con il nome di Ramkrishna Yadav, si interessò presto allo yoga. Da giovane ha capito di non essere destinato alla vita mondana ed è entrato nel Sanyas (vita monastica), assumendo il nome di Baba Ramdev.
Si è poi trasferito ad Haridwar, nell'Uttarakhand, dove ha studiato le antiche scritture indiane presso il Gurukul Kangri Vishwavidyalaya. Ha anche praticato un'intensa autodisciplina e meditazione.

Nel 1995 Baba Ramdev ha fondato il Divya Yoga Mandir Trust per promuovere lo yoga. In questo impegno è stato accompagnato da Acharya Karamveer e Acharya Balkrishna. Acharya Karmaveer è un esperto di yoga e Veda, mentre Acharya Balkrishna è un medico laureato in ayurveda. La sede del trust è presso l'Ashram Kripalu Bagh di Haridwar. Baba Ramdev insegna yoga principalmente in questo ashram.
Baba Ramdev insegna principalmente la forma di yoga Pranayama. Il programma consiste in sei esercizi di respirazione in una sequenza specifica. La maggior parte degli altri insegnanti di yoga pone l'accento sulla pratica delle asana (posizioni yoga), mentre Baba Ramdev si concentra maggiormente sugli esercizi di respirazione.
Ha fondato il Patanjali Yogpeeth ad Haridwar, per la promozione e la pratica dello yoga e dell'ayurveda. Il Patanjali Yogpeeth ha due campus in India e diversi altri nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Nepal, in Canada e alle Mauritius.

La critica a Baba Ramdev.  Viene criticato per essere diventato un uomo d'affari e ambasciatore del marchio di Patanjali Ayurved. La società è stata fondata nel 2007 e in poco più di dieci anni i suoi ricavi sono saliti di oltre venti volte: da 69 milioni a 1,6 miliardi di dollari.  Il marchio Patanjali come la sua immagine è onnipresente in India.  Ramdev oggi dice che il suo obiettivo è vendere agli indiani tutti i suoi prodotti ayurvedici, basati sulla medicina tradizionale e alla cultura indiana, per ogni necessità legata alla cura della casa, alla pulizia e al benessere della persona. Un imprenditore santone, quasi venerato che è diventato un riferimento del partito nazionalista indiano.

  • La Visita nel 2010:  https://www.youtube.com/watch?v=tadjYpS6uF8
  • https://youtu.be/j4IaxNUubYo     
  • https://www.youtube.com/watch?v=COypcqi1XAg     -     
  • https://www.youtube.com/watch?v=yMyNqVf9VqY

India's spiritual trinity on Yoga day   https://www.youtube.com/watch?v=3k3XxA_b6HU

 

venerdì 11 febbraio 2022

Amma

 Mātā Amṛtānandamayī, nota come Amma (madre), nata nel Kerala indiano, è una religiosa indiana. Ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo per le istituzioni e servizi umanitari che ha ispirato e sostenuto nell'arco di tre decenni.  Viene considerata una leader umanitaria e spirituale globale. Il suo esempio di vita, ha ispirato milioni di persone a impegnarsi in favore dei bisognosi e nella costruzione di un mondo più tollerante..

Nei suoi discorsi, Amma offre parole di saggezza e guida per la realizzazione personale e per le questioni più urgenti del nostro tempo. I suoi discorsi si incentrano sui cambiamenti climatici, terrorismo, la povertà e i diritti delle donne, sul risveglio dello spirito di servizio e sull’attenzione ai valori universali nella società.

Dotata di un’instancabile dedizione e amore per il prossimo, Amma è nota nel mondo, per il modo attraverso cui esprime la sua compassione: il semplice gesto di un abbraccio. A oggi si conta infatti che fra le sue braccia abbiano trovato conforto oltre 37 milioni di persone. Portando le persone vicino al suo cuore, Amma insegna loro che l’amore trascende ogni confine di nazionalità, religione, genere, casta o status sociale.  È una tradizione che continua ancora oggi, con Amma che trascorre la maggior parte del suo tempo  a ricevere ed incoraggiare  con un sincero abbraccio materno tutti coloro che vengono da lei.

Amore, Aiuto, Compassione e Azione sono i 4 principi che guidano ogni suo gesto. Per questo in India, sua terra natale, Amma è riconosciuta come Mahatma (Grande Anima) e come riformatrice sociale.

Amma ha fondato il movimento umanitario globale “Embracing the World”, Organizzazione Non Governativa riconosciuta come consulente speciale dall’ONU, attraverso cui attua in tutto il mondo progetti di beneficenza. Da oltre tre decenni, Embracing the World si è impegnata a far sì che più persone possibile, in condizione di necessità, possano nutrirsi, avere un alloggio, accedere all’istruzione e usufruire di assistenza sanitaria.  Il luogo di nascita di Amma in Kerala, è divenuto oggi il quartier generale di Embracing the World. Il centro ospita oltre 3.000 residenti che apprendono e mettono in pratica gli insegnamenti di Amma, studiano le scritture spirituali, praticano la meditazione e si dedicano ai progetti umanitari di ETW.

L’organizzazione di volontariato di Amma, Embracing the World, si dedica a portare aiuto ai poveri e agli indigenti del mondo e a soddisfare i loro bisogni essenziali. Si occupa in particolare del soddisfacimento delle necessità conseguenti a gravi catastrofi, avendo destinato, dal 2005, oltre 75 milioni di dollari alle attività di soccorso in caso di calamità. Dopo lo tsunami dell’Oceano Indiano del 2004, Amma ha agito rapidamente, fornendo case di cemento ai senzatetto entro sei mesi dal disastro. Da allora, Amma ha svolto un lavoro simile dopo le alluvioni di Mumbai, Gujarat, Chennai e Bihar, Uttarakhand e Jammu-Kashmir, nonché dopo i terremoti in Kashmir, Nepal, Haiti e Giappone, ai cicloni nel Bengala Occidentale e nelle Filippine e agli uragani negli Stati Uniti.
Attraverso i propri ospedali e altri programmi sanitari, Embracing the World ha fornito, dal 1998, cure mediche totalmente gratuite a più di quattro milioni di persone. L’organizzazione ha costruito più di 47.000 case per i senzatetto in tutta l’India e ha fornito aiuti finanziari a oltre 100.000 persone non in grado di prendersi cura di se stesse. ETW offre borse di studio a più di 50.000 studenti poveri ogni anno e offre anche corsi di formazione professionale e alfabetizzazione, gestisce orfanotrofi, ospizi e case di riposo per gli anziani. I volontari di ETW servono ogni anno oltre 10 milioni di pasti ai senzatetto e agli affamati, compresi 150.000 pasti in 50 città del Nord America.

Rafforzando il proprio impegno, Embracing the World opera nei settori della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente per aiutare a proteggere il futuro del pianeta. Ha piantato più di un milione di alberi come parte della campagna delle Nazioni Unite “Un miliardo di alberi”. Pulisce regolarmente fiumi e altre aree pubbliche, come parte delle sue campagne ambientali, e forma e aiuta gli abitanti poveri dei villaggi in aree remote a costruire i propri servizi igienici. , nel suo stato di origine, il Kerala, dove è già stata completata la costruzione di più di 12.000 servizi igienici.

Amma ha pronunciato più volte discorsi presso le Nazioni Unite ed è intervenuta due volte al Parlamento delle Religioni del Mondo. Tra gli altri riconoscimenti, ha ricevuto il Premio Gandhi- King per la Non-Violenza  e il premio James Parks Morton per l’interreligiosità. Ha ricevuto un dottorato onorario in Lettere dalla State University di New York. Nel 2014 è stata invitata da  Sua Santità Papa Francesco. Amma è anche Chancellor della Amrita University,  classificata come ottava migliore università di tutta l’India. L'università considera la ricerca un fattore importante per dare sollievo ai poveri e ai bisognosi. Attraverso l’Università Amrita, i ricercatori, con spirito di innovazione, individuano nuovi modi di trasmissione di beni, conoscenze, informazioni, energia e sanità per far giungere aiuto a coloro che ne hanno bisogno, ovunque si trovino.

Porgere un orecchio compassionevole e offrire una spalla su cui piangere è qualcosa che è sempre venuto naturale ad Amma: ha iniziato a farlo quando era solo una bambina e quotidianamente si recava nel suo villaggio natale per raccogliere bucce di verdure e altri scarti alimentari per nutrire le mucche e le capre della sua famiglia. 

https://www.amma-italia.it/    

venerdì 4 febbraio 2022

La mere - Aurobindo

Mirra Alfassa (1878-1973), nota con il nome di Mère, è stata una mistica francese, seguace e compagna spirituale di Sri Aurobindo. Durante la sua eclettica giovinezza, si era dedicata alla letteratura e allo studio delle filosofie comparate, ma soprattutto alla pittura, alla musica e all'occultismo. Sin da giovanissima si era sottoposta spontaneamente ad una disciplina interiore.  Una donna eccezionale, che sorretta da una beatitudine permanente, a volta andava in trance, facendo (tra gli undici e i tredici anni) una serie di esperienze psichiche e spirituali che le rivelarono l'esistenza di Dio e la possibilità dell'uomo di unirsi a lui.  Riservata e introspettiva, aveva il dono di vedere quel mondo invisibile ai più, quel mondo occulto e "sottile"..


"La Madre ed io siamo Uno in due corpi". In questo modo Sri Aurobindo presentava ai discepoli la loro unione nello yoga.  Questi due Maestri spirituali hanno costruito e realizzato insieme un nuovo, grande sistema di conoscenza e disciplina yogica definito "Yoga Integrale".  Lo yoga integrale porta l'uomo ad unirsi al divino,  di realizzarLo integralmente nella coscienza e nell'azione, di manifestarLo sulla terra in una vita divina.  La materia, la vita e la mente non sono che l’unica Coscienza-energia espressa nelle forme diverse dei tre mondi corrispondenti.

Sri Aurobindo quindi afferma e sostiene la tesi dell’esistenza di una Coscienza che trascende totalmente l’uomo e il cosmo intero. Questa Coscienza in sanscrito è chiamata Sat-Chit-Ananda, Esistenza-Coscienza-Beatitudine, essa è il sostegno, la base immobile e mobile del mondo, completamente fuori dalla portata della comune esperienza umana.  Con lo yoga, la sadhana o disciplina spirituale, possiamo arrivare a conoscere questo puro spirito, a questo sat chit ananda. E’ in questo stato può accadere che il mondo fenomenico appaia irrealmente falso come un sogno, un’illusione.
 La Madre non era nè la moglie di Sri Aurobindo, nè era la "collaboratrice" o persino la "discepola e collaboratrice", ma era per lui un'incarnazione della Coscienza divina.   Aurobindo diceva di lei: "Il Divino si veste di un'apparenza di umanità, assume la natura umana esteriore al fine di tracciare il cammino e mostrarlo agli esseri umani, ma non cessa di essere il Divino". La madre si trova su un piano esattamente complementare e uguale a quello di Sri Aurobindo. 
Nel marzo 1914, incontra Sri Aurobindo,  a Pondichéry in India.  Dopo la guerra ritorna all'ashram e nel 1926, Sri Aurobindo si ritirava dal mondo,  affidando alla Madre la responsabilità dell'ashram e dei discepoli che si erano riuniti attorno a loro.    L'anno 1943 vide la fondazione della scuola dell'Ashram che doveva diventare più tardi il Centro Universitario, e poi il Centro Internazionale di Educazione Sri Aurobindo.
L'indipendenza dell'India fu proclamata il 15 agosto 1947, anniversario della nascita di Sri Aurobindo. In questa occasione  Mère dichiarò "Spero dunque di essere autorizzata ad adottare una doppia nazionalità, cioè a rimanere francese pur diventando indiana".  Sri Aurobindo  nel suo insegnamento rivela che tutte le nazioni sono essenzialmente una e destinate ad esprimere l'Unità divina di tutta la Terra tramite una diversità organizzata e armoniosa. Sri Aurobindo, muore nel dicembre 1950, la Madre proseguì l'opera comune sia sul piano spirituale che su quello materiale.

Nel  1968 venne posata la prima pietra della città di Auroville, vicino Pondichéry, quel luogo che la Madre aveva sognato essere il punto d'incontro per tutti coloro che aspirano a " realizzare la Coscienza Divina e vivere la verità del domani".
Negli ultimi anni della sua vita, vivrà una  serie di  esperienze mistiche, ed annunciò al resto dell'umanità il passaggio ad un nuovo modo di essere. 

La Madre è associata alla cronistoria dell'Ashram di Pondicherry in quanto Lei ne è stata la fondatrice, la saggia amministratrice e colei che ha creato e dato impulso a tutte le attività oggi esistenti.

 Vedi link:   https://www.sriaurobindoyoga.it/madre_biografia.htm    Link - 1           Link - 2

venerdì 14 gennaio 2022

Il pensiero di Nisargadatta Maharaj

Frasi di Nisargadatta Maharaj.  Dal libro The wisdom teachings from Nisargadatta Maharaj: a visual journey 
Questo libro riporta una serie di colloqui con il saggio Nisargadatta Maharaj (1987-1981) registrati alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, che rappresentano  i suoi insegnamenti fondamentali. Questo libro è un viaggio spirituale verso la vera essenza dell'essere umano. Nisargadatta Maharaj era un semplice padre di famiglia e proprietario di un negozio di sigarette. La bellezza dei suoi insegnamenti risiede nella loro notevole chiarezza e saggezza, che nasce dalla più alta realizzazione e comprensione spirituale..
Il guru è il tuo stesso Sé.  La vera conoscenza non può essere trasmessa da qualcun altro, a volte arriva. La tua vera natura è colui che ascolta, è prima di ogni descrizione, non può essere afferrata con la mente eppure esiste. È la sorgente di tutte le cose.
Tu sei “Quello” che sempre esiste e che precede ogni manifestazione. Che cosa viene prima? Il mondo o colui che vede il mondo? Il mondo è la creazione da parte della propria coscienza. Senza dualità non esisterebbe il mondo. Il più gran miracolo, è la coscienza della propria esistenza, che crea in un istante il mondo.
Trova tu stesso cos’è che non cambia mai.  Io sono prima di tutto e sono il testimone di ogni cosa. Questo è il sentiero della saggezza. Tutto ciò che è percepito è il riflesso della propria coscienza.
Il mondo è un gioco divertente ottenuto dal senso della propria esistenza. Non è possibile portare ordine nel mondo perchè in realtà, non vi è nulla qui.  Devi diventare la tua propria prova dell’Assoluto non-duale. Là non incontrerai nessun altro.
Sii fermamente convinto che sei Pura Coscienza: questo deve accadere spontaneamente, solo così è possibile. Diventi ciò che credi di essere.  Le convinzioni hanno una gran forza. Riconosci la verità e lascia da parte ogni concetto. Chi fa questo trascende nascita e morte. Il fondamento della spiritualità sta nell’attenzione al Sé.  Felicità o infelicità sono determinate dal tuo modo di considerare nascita e morte. Tutto ciò è il gioco di immaginazioni che si manifestano e delle quali credi essere l’agente. 
Lo spirito pensante è solo un insieme di impressioni immagazzinate fin dalla nascita. È occupato da pensieri che si basano su un concetto predominante. Cerca di afferrare ‘’chi’’ è lo sperimentatore della mente. Sii il testimone dei pensieri, rimani colui che vede. Solo lo spirito pensante nasce, Non tu! 
 
Il mondo esiste solo nel tuo pensiero. La mente è immaginazione e fa nascere tutto ciò che le piace. È la sua natura. Quando si riconosce la vera natura dei concetti, allo stesso momento si riconosce “Quello” che è libero dai concetti. 
Questo fiume scrosciante del mondo proviene dall' Io sono”. 
Concediti totalmente alla Coscienza senza limiti, allora essa si donerà a te.  La mente diventerà silenziosa non appena cessa il fiume dei pensieri. Quando sei radicato nel Sé, il costante commento della mente smetterà. Il tuo vero stato esiste eternamente. Ciò che è riconosciuto senza comprensione non cambia mai.  
Le attività di tutta una vita si basano sul concetto “Io sono”; poi segue l’idea “sono questo “ o “sono quello”.  Ma “Chi ero ”Prima “ che questo avvenisse?  
L’idea “Io-sono” è un ricordo di ciò che immagini di essere.  La natura di questo ricordo sta nella dimenticanza di ciò che sei veramente. L’intelletto è il gioco dell’idea “Io-sono”, è la corda che trattiene l’aquilone.
Solo l’Assoluto esiste veramente.  Sarai libero quando riconoscerai che la Pura Coscienza che proprio ora ascolta, è la tua Vera Natura. Rimani nel normale stato dell’Essere. La tua essenza è già perfetta.  L’illusione di avere forma e aspetto è sopraggiunta quando hai dimenticato la tua Vera Natura. 
Rifletti a quando questo concetto di essere si è sviluppato. Lo stato prima di qualunque parola non ha un nome,  poiché ha creduto vere le parole, la coscienza corporea le ha prese per vere e ti ha imprigionato. 
Sii convinto che sei separato dalle sensazioni e che l’esperienza dei sensi non è tua. 
La Pura Coscienza non ha mai avuto un’esperienza. 
Quando il sentimento “Io-sono” sparisce, sparisce anche il mondo. 
Questo deve essere riconosciuto con intimo e sottile discernimento. Così come il sogno è solo tuo e non può essere percepito da nessun altro, così il mondo che vedi è solo il tuo. 
La tua Vera Natura è prima di ogni definizione, non può essere afferrata dall’intelletto eppure esiste: è la Sorgente di ogni cosa. ”Chi” è nato: la persona o il tempo? 
L’illuminazione ti porterà a riconoscere che non sei mai nato, che non hai compiuto azioni nel contesto della dualità. Non esiste un “risvegliato” esiste solo la Realizzazione. Non esiste né memoria, né dimenticanza. La conoscenza del Sé, è prima di qualunque parola o concetto, sii determinato a riconoscere che sei senza forma, sei Pura Coscienza. Ciò che è riconosciuto senza comprensione intellettuale non cambia mai.
Fa attenzione a “Quello” che rimane sempre con te, e che è inalienabile. Tutto ciò che si può trovare non è la verità. 
Riconosci ora che la dualità non è mai esistita, è illusoria. Tutto ciò non fu mai veramente creato, eppure appare in movimento. 
 
Per il saggio nessuno vive o muore; chi è libero dalla sensazione di dualità, non è mai toccato da nulla, non ha intenzioni né desideri. 
Esiste veramente la dualità? Esiste solo se ci credi! I raggi del sole sono separati dal sole? Non vi è creatore, né conservatore, né distruttore del mondo. Tutto avviene spontaneamente. Ciò che appare alla coscienza è la dualità. La vera origine della dualità viene dal fatto che tu “senti” la tua propria esistenza. L’esperienza della tua esistenza come tale è irreale.  È così semplice, ma gli uomini intraprendono incredibili percorsi spirituali. In questa immensa coscienza non esiste né religione, né karma, né tempo. 
 
Esisti prima del senso di essere. Non provare a riconoscerlo, ma rimani in questa comprensione. La verità non può essere un oggetto di conoscenza. Il testimone vigile della coscienza esiste prima di questo. Trova come sei giunto all’esperienza del mondo e di te stesso. 
La coscienza è la vibrazione dell’Essere. Solo l’Assoluto esiste veramente, nulla di ciò che esiste è separato da te. 
Medita e non solo, vivi la meditazione, riconosci che sei Puro Brahman, l’Assoluto e convinciti di questo. Rimani fermo in questa convinzione. Se vuoi ritornare alla Sorgente, concentrati su ciò che “conosci” e che si differenzia da “Quello” che sei. Sei Puro Brahman, l’Assoluto. 
Le tecniche non servono per raggiugere il più alto stato, moltiplicano solo i concetti. Il senso di essere l’agente è falso, sei il solo testimone e allora rimani così. Questo è l’unico esercizio da fare. La tua vera natura è prima di qualunque descrizione: è l’origine di ogni cosa.
Resta devoto alla suprema Realtà e rimani senza pensieri durante la veglia, ciò è la più alta devozione. È ironico che l’ego creda di essere un corpo mentre cerca di “conoscere” la propria Sorgente. Non innamorarti delle ricchezze, della fama, dei tuoi cari. Rimani nel Sé.
La gente è indaffarata perché trova difficile sostenere la propria coscienza. La realizzazione non può essere prevista: per alcuni avviene spontaneamente, per altri nemmeno dopo molti sforzi e molte vite. Arrivati ad un certo punto, avviene un cambiamento ed allora la mente sparisce.
Se cerchi di raggiungere il Sé te ne allontani. Sii il Sé. La mente ti impedirà di rimanere nel ‘’Io-sono non-verbale”. Continua a provare. Poni l’attenzione sulla Sorgente da cui proviene il senso di essere. Svegliandoci dal sonno profondo, sorge il senso di essere: questo seme è la causa di ogni esperienza che in un attimo prende la forma dell’universo. Vediamo un mondo reale perché crediamo che il corpo sia reale.
La prima illusione: la gente crede che il mondo sia antico, invece sorge ora con la coscienza. Tutte le tradizioni religiose sono basate su concetti: rinunciandovi vi è silenzio.
Le ultime parole di Nisargadatta sono state: "Sento il dolore nel corpo, ma non soffro per la morte imminente. Sono “Quello” che esiste prima della manifestazione".

lunedì 20 dicembre 2021

La vita di Ramana Maharshi

La domanda centrale e unica che Ramana Maharshi chiedeva a chi si rivolgeva a lui era: "Chiediti, Chi sono io?Alcuni andavano da Maharshi, sperando di ottenere da lui una panacea per tutti i mali del mondo. Gli chiedevano quali soluzioni proponeva per i problemi della miseria, dell'analfabetismo, delle malattie, della guerra e cosi' via.  La risposta  che il saggio dava a tutti coloro che gli rivolgevano queste domande era: "Prima hai trasformato te stesso?"   Per trasformare se stesssi si deve passare per la soppressione dell'ego. L'ego non e' l'IO,  ma e' solo lo pseudo-io, responsabile di tutti i mali e di tutta l'infelicita' del mondo, e che la felicita' finale e duratura potra' essere realizzata solo quando sara' eliminata l'ignoranza, che è la causa dell'ego, e l'ego sarà purificato e attenuato. Percio', se non si ricerca il vero IO, non si puo' servire veramente la societa'. La trasformazione deve cominciare da se stessi.

Vedi siti:  http://www.ramana-maharshi.it/      https://www.sriramanamaharshi.org/

Ramana Maharshi nacque nel 1879 nel sud dell’India, ed è uno dei saggi più celebrati in India. Dall'età di 17 anni, visse ai piedi del monte Arunachala una delle montagne sacre dell'India, dove restò fino alla morte nel 1950. Davanti a lui è passata una folla immensa d’umanità, da filosofi, re, persone umili, anche solo per ricevere uno sguardo.  Numerosi ricercatori spirituali divennero suoi devoti e ricevettero i suoi insegnamenti.  In Ramana si manifestava l’Assoluto che irradiava lo spazio circostante, ed avvolgeva i suoi devoti.   Maharshi è un termine tamil equivalente al sanscrito maharishi; nome composto da maha: grande e rishi: saggio. Srì che precede il suo nome, significa santo, benedetto, ed era l'appellativo che si da ai Maestri.

La sua famiglia apparteneva alla casta dei brahmini;  alla morte del padre si trasferì a Madurai. Ramana non era un ragazzo come gli altri, non gli interessavano molto le cose della vita e approfittava di ogni minuto di tempo libero, per immergersi nella profondità del suo Essere. Non ci volle molto perché in lui maturasse il senso dell’inutilità di quello che faceva, dell’inadeguatezza della sua attuale condizione terrena.   Dopo un'esperienza dell'assorbimento nel Sé, Ramana lasciò la famiglia senza dire niente, prese il treno e si stabilì sulle pendici del sacro monte Arunachala, di cui diceva di essere stato attratto. Passò direttamente dalla condizione di studente a quella di rinunciante.  Il biglietto tutt’ora è conservato al Ramanasramam. Nel 1896 arrivò a Tiruvannamalai, dove raggiunse il grande tempio di Arunachalashvara, qui si manifestarono una serie di eventi particolari, stati di percezione particolari, fino alla sua illuminazione.

Insensibile agli stimoli esterni, rimase seduto immerso in meditazione senza dar segni di vita  in un sacrario sotterraneo per diversi mesi, ed è li che raggiunse la beatitudine del samadhi e le estreme vette dell’ascesi. In quel periodo veniva nutrito a forza da Palaniswami un sadhu, che viveva lì e che poi divenne suo discepolo.  Man mano che passava il tempo, sempre più persone venute in pellegrinaggio a Tiruvannamalai, notavano quel giovane asceta immobile, sempre immerso nel silenzio e in samadhi continuo. La sua fama ormai si era così diffusa, che i devoti arrivavano da tutta l'India per vederlo.
Alle tante domande, Ramana rispondeva scrivendo, ed è in questo modo che i devoti scoprirono il suo nome, da dove veniva e che conosceva l’inglese.  Solo successivamente Ramana scoprì che l'esperienza che aveva vissuto era descritta come "liberazione", nei libri sul Vedanta. I suoi parenti, sua madre e suo zio vennero a trovarlo cercando di persuaderlo a ritornare, ma lui rimase in rigoroso silenzio.
Dopo due anni e mezzo dal suo arrivo, Ramana ritornò a uno stile di vita “normale” e  si stabilì in una grotta sulle pendici della sacra montagna di Arunachala, che esercitava una “attrazione misteriosa” su di lui.  Per la maggior parte del tempo risiedeva nella grotta di Virupaksha.
«Lo scopo di tutte le scritture è l’indagine sul sé. In esse si dichiara che la Liberazione sta nell’annientamento del senso dell’Ego.  Se si riuscirà ad essere consapevoli dell“io nell’io”, "questa consapevolezza annienterà completamente il senso dell’“io” nel corpo e si arriverà a quello stato che saggi e scritture chiamano liberazione".  «La ricerca del sé»,  porta ad un sentiero diretto alla liberazione, che corrisponde al nucleo dell'Advaita Vedanta.  Ramana parlava con estrema parsimonia, al punto che i discepoli pensavano che avesse fatto voto di silenzio (muni) mentre lui riteneva che il Silenzio sul piano manifesto, è il simbolo più alto del Sé.

Tutte le domande fatte dai vari discepoli e le relative risposte, vennero riportate in un piccolo libretto dal titolo “Chi sono io” revisionato dallo stesso Ramana. Per esprimere la felicità, che è la nostra vera natura, è essenziale conoscere se stessi e per fare ciò, il mezzo migliore è rispondere alla domanda "Chi sono io?"

 Io non sono questo corpo fisico, né sono i cinque organi della percezione sensoriale;
 io non sono i cinque organi dell’attività esterna organi d’azione,
 né le cinque forze vitali i cinque “soffi” o prana,    e neppure sono la mente pensante.
Non sono neppure quell’inconscio stato di nescienza che conserva semplicemente le sottili vasana (potenzialità latenti della mente), pur essendo libero dall’attività funzionale degli organi sensoriali e della mente, rimanendo inconsapevole dell’esistenza degli oggetti della percezione sensoriale.
Perciò, respingendo in blocco tutti i succitati complementi fisici e le loro funzioni, dicendo: “ Io non sono questo; no, non sono né questo né quello”, ciò che allora rimane separato e da solo, quella pura Consapevolezza è ciò che io sono. Questa consapevolezza è per sua stessa natura Sat-Chit-Ananda (Esistenza-Coscienza-Beatitudine).


Ramana diceva che la mente non è altro che l’insieme dei pensieri e che il primo pensiero è quello dell’”io”. Ecco che, dissolto questo primo pensiero, resta solo il Sé che brilla incontaminato.
«Anche quando pensieri estranei spuntano durante tale investigazione, non cercate di completare il pensiero che sorge, ma invece investigatevi a fondo dentro chiedendovi: A chi si è presentato questo pensiero?"
«Per placare la mente non c’è un altro mezzo più efficace e adeguato della ricerca del Sé. Anche se la mente sembra placarsi con altri mezzi, sarà così soltanto apparentemente».
Ramana diceva  «La morte è inevitabile per chi è nato. Tutti incontreranno la morte un giorno. Non c’è bisogno di addolorarsi».
Dopo la grotta di Virupaksha, Ramana si trasferi a Skandashram, e sul pendio della montagna fu costruito l’ashramam il Ramanasramam e Ramana vi rimase fino alla sua morte. La madre lo raggiunse,  e morì nell'ashram nel 1922. 
Dopo diversi anni, nel 1947 il Maharshi cominciò ad ammalarsi. Mano a mano che il suo corpo si indeboliva, la sua magnifica aura e il suo sguardo splendente sembravano espandersi ancora di più.
Continuò  a dare insegnamenti (darshan) alla solita ora: dalle cinque alle sei del pomeriggio, fino alla sua morte.   All'annuncio che avrebbe dato il suo ultimo darshan, una folla enorme venne ad ascoltarlo all'ashram. Una stella cadente apparve nel cielo sopra il monte Arunachala proprio nel momento in cui Sri Ramana Maharshi esalò il suo ultimo respiro.

Swami Sivananda Saraswati

Swami Sivananda Saraswati (1887 – 1963)  è stato un medico, filosofo e yogi indiano. Fu un maestro yoga molto importante ed autore di molti libri di riferimento per lo yoga. Dopo gli studi di medicina, nel 1913 va in Malaysia dove lavora come amministratore e assistente di medici responsabili di ospedali.  Nel 1924, preso da un fervore spirituale, ritorna in India e  nel 1924 va a Rishikesh dove crea un ashram.  Il suo stile di yoga, si ispira alla tradizione classica dell’Hatha Yoga, è accessibile a tutti e include: asana, esercizi di pranayama, ripetizione di mantra, meditazione e rilassazione, e una dieta essenzialmente vegetariana.  Ha ideato la famosa sequenza di asana, la serie di Rishikesh.  Nel 1929 scrive il libro La pratica dello yoga incentrato sulla filosofia yoga e sulle varie tecniche  yoga.

Crea, sempre a Rishikesh,  il Sivananda Charitable Hospital, e la Divine Life Trust Society nel 1936.
Poi crea anche il centro ayurvedico nel 1945 e la Yoga-Vedanta Academy Press nel 1951.

Fu il primo maestro di André Van Lysebeth, colui che introdusse lo yoga in Occidente. Gli insegnamenti prima furono impartiti per via epistolare e poi in presenza. Sivananda, poco prima di morire, gli conferì il diploma dell'Accademia ‘'Yoga Vedanta Forest".
Dopo la morte di Sivananda, nel 1963, molti dei suoi discepoli, crearono delle scuole in tutto il mondo, la prima scuola improntata sugli insegnamenti di Sivananda, è costituita alla fine degli anni '70. Nella Divine Life Society (DLS) a Sivananda succede Swami Chidananda (Sridhar Rao, 1916-2008).

Un altro dei discepoli di Sivananda fu Swami Satyananda Saraswati (1923-2009). Nel 1955 fonda l’International Yoga Fellowship Movement e nel 1963 la Bihar School of Yoga a Munger, sulle rive del Gange. Nel 1968 per la prima volta percorre il mondo in una tournée internazionale, che è alle origini della fondazione di centri yoga in numerosi Paesi affiliati all’International Yoga Fellowship Movement.

Satyananda nomina Niranjanananda suo successore come presidente della Bihar School of Yoga. La forma di yoga insegnata dalla Scuola Satyananda è quella dello “yoga integrale”, che include i sistemi classici di hatha, raja, karma, bhakti, jnana, mantra, kriya, kundalini e altre branche dello yoga. Il logo dell’International Yoga Fellowship Movement e della Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia raffigura l’ajna chakra: un fiore di loto formato da due petali adagiati ai lati di una circonferenza, all’interno dei quali si trovano le due lettere dell’alfabeto sanscrito ham e ksham, che rappresentano rispettivamente il principio dell’energia lunare – di natura mentale – e dell’energia solare (la forza vitale). Attualmente, i centri di yoga, ashram e insegnanti di yoga affiliati all’International Yoga Fellowship Movement che s’ispirano agli insegnamenti di Satyananda e di Niranjanananda, sono diffusi in diverse parti del mondo:

La serie di Rishikesh            


domenica 19 dicembre 2021

Tirumalai Krishnamacharya

Sri Tirumalai Krishnamacharya (1888 – 1989) è stato uno dei grandi Maestri yoga del XX secolo, ha contribuito al rilancio dell'hatha yoga in India e in Occidente. Tra i suoi allievi più noti possiamo citare Iyengar (che era il cognato), Pattabhi Jois, i suoi figli Desikachar e Sribashyam, Gerard Bliz. Ebbe discepoli noti e potenti, primo fra tutti il Maharajah di Mysore, e ciò contribuì alla sua notorietà. Krishnamacharya si laureò in tutte e sei le darśana vediche, o filosofie indiane  e fu anche guaritore e studioso ayurvedico.   

Krishnamacharya era il maggiore di cinque fratelli e fu incitato dal padre (che era un "pandit"  ossia un esperto dei Veda) allo studio dei Veda e di molti altri testi religiosi. Da lui imparò la pratica dello Yoga. Alla morte del padre, la famiglia si trasferì a Mysore e a dodici anni divenne allievo nel Brahmatantra Parakala Mutt a Mysore, una delle scuole più note e rispettate nell’ambito bramanico. Qui Krishnamacharya studiò i testi vedici, i rituali vedici, la grammatica sanscrita, le Upanisad, la Bhagavad Gita, il Vedanta, il Nyaya frequentando contemporaneamente il Real College di Mysore.

Nel 1914, Krishnamacharya viaggiò nel nord dell’India per studiare il Sankhya, il più antico sistema filosofico indiano su cui si basa la disciplina dello Yoga. Nel 1916 decise di cercare il leggendario yogi Yogeshwara Rama Mohan Brahmachari. Dopo due mesi e mezzo a piedi, lo trovò sull'Himalaya, in una grotta ai piedi del monte Kailash.  
Rimase con il suo insegnante per quasi otto anni: apprese gli Yoga-sutra, molte tecniche relative agli effetti degli asana e del pranayama,  e imparò ad aiutare i malati utilizzando gli strumenti dello Yoga.   Il maestro Ramamohan assegnò a Krishnamacharya, il compito di diffondere lo yoga ed illustrarne le grandi potenzialità, anche come tecnica per aiutare persone malate.
Krishnamacharya si rese conto che, per essere un insegnante di Yoga, occorreva convincere le persone che la disciplina non era solo una serie di posture, ma qualcosa di molto più profondo e ricco di potenzialità.   Continuò a studiare  yoga, ottenendo anche dei riconoscimenti, presso le Università di Calcutta, Allahabad, Patna e Baroda prima di tornare a Mysore.

Krishnamacharya si sposò e con il sostegno del Maharaja di Mysore, fondò l’istituito ‘Yoga Shala’ (Scuola di Yoga) dove insegnò lo yoga anche alle donne.
Nel 1934 scrisse il suo primo libro Yoga Makaranda (Il miele dello Yoga).  A poco, a poco la sua popolarità si diffuse in tutta l'India e incominciò a viaggiare ed insegnare lo yoga in tutto il Paese. 
Restò a Mysore fino al 1954 dove insegnò yoga anche a molti europei, ciò gli permise di apprendere l'inglese. Dopo l’indipendenza dell’India il centro chiuse e si trasferì a Madra, dove insegnò yoga fino alla sua morte nel 1989.  In questo nuovo centro propose anche trattamenti Ayurvedici ( la medicina tradizionale indiana).
Il suo insegnamento era basato soprattutto sulle asana e il pranayama. Nel corso del tempo la sua partica si evolverà verso un sistema di concatenamento di posizioni. Nelle posizioni si sviluppa la concentrazione mentale e l’associazione corpo - respiro porta ad una  “stabile conoscenza di sé”.

Questo metodo negli anni '60 sarà portato in Occidente da T.K.V. Desikachar, uno dei figli di Krishnamacharya.  Negli anni successivi TKV Desikachar  propose uno yoga personalizzato insistendo sulla necessità di adattare sempre di più lo yoga alle caratteristiche della persona: età, sesso, salute, educazione, cultura, sensibilità e aspirazioni. Questi livelli ( bhumi) daranno vita alla nozione di Viniyoga, presa in prestito da Patanjali.  In linea con la nozione di Viniyoga, dagli anni ‘80 comincerà a costruire delle sequenze d’asana, che rispondevano ai tempi limitati e ai bisogni individuali delle persone della nostra attuale società. Infine dal 1985 al 1989 Krishnamacharya introdurrà, all’interno della pratica, momenti di raccoglimento e di recitazione dei mantra.  Krishnamacharya è un perfetto esempio di equilibrio fra il rispetto della tradizione e la capacità di rinnovamento.

Tirumalai Krishnamacharya Venkata Desikachar

TKV (Tirumalai Krishnamacharya Venkata) Desikachar (1938-2016)  è figlio del grande Maestro T. Krishnamacharya. E' nato a Mysore ed ha inizialmente ricevuto un’educazione di stampo occidentale, laureandosi in ingegneria. 
Nel 1961 iniziò a studiare sistematicamente lo yoga con suo padre, ricevendo i suoi insegnamenti.

Dal 1970 in poi girò tutto il mondo per insegnare yoga e pubblicò molti libri che divennero veri e propri best sellers.  T.K.V. Desikachar è noto soprattutto per  il testo Hearth of Yoga  in cui asserisce che la pratica dello yoga deve essere individualizzata ed adattata ad ogni persona.  Importante è anche il suo lavoro pionieristico nel settore del benessere e della yoga terapia. Durante i suoi trentennali studi con il padre, apprese tutte le pratiche dello yoga che utilizzò poi, per aiutare le persone a superare i loro problemi fisici, permettendo loro di vivere una vita migliore, sia materialmente, che spiritualmente.

Sulla base degli insegnamenti del padre, continuò a sviluppare il cosiddetto Viniyoga. Nelle Upanishad il termine “viniyoga” viene utilizzato per esprimere concetti come “offerta” o “dono”.  Il termine viene ripreso anche dagli Yoga Sutra di Patañjali. Il sutra III. 6 (tasya bhūmiṣu viniyogaḥ), fa riferimento a una «applicazione progressiva» delle tecniche dello yoga che deve tenere conto dei diversi livelli dei praticanti e delle loro caratteristiche individuali".  Questo approccio olistico, altamente personalizzato si basa, quindi, su:  insegnamenti che devono essere adattati alle specifiche condizioni fisiche, spirituali, stati emotivi, mentali, età, background culturale, interessi generali del praticante. 
A partire dagli anni ottanta, grazie al lavoro di Desikachar e di vari allievi occidentali il patrimonio di tecniche e conoscenze del Viniyoga è stato trasmesso ad  un vasto pubblico. La rivista “Viniyoga”, fondata da Claude Maréchal, per anni, ha veicolato questo insegnamento in modo aperto e non settario.
Il Viniyoga non va considerato una tradizione chiusa e immutabile, ma piuttosto un metodo di pratica i cui principi possono adattarsi a ogni genere di praticante: dal bambino all’adulto, dall’atleta alla persona sedentaria o ammalata. È di Krishnamacharya questa famosa frase (che rispecchia appieno lo spirito del Viniyoga) “Non è la persona che deve adattarsi allo Yoga, ma lo Yoga che si deve adattare alla persona
Le tecniche di āsana, prāṇāyāma e mudrā proposte nel Viniyoga variano a seconda delle capacità e delle necessità del singolo praticante.  La pratica può dunque prendere diverse direzioni:
  •     quella della cura,
  •     della protezione,
  •     dell’apprendimento sistematico,
  •     dello sviluppo delle potenzialità individuali
  •     dell’interiorizzazione.
"Lo spirito di Viniyoga consiste nel partire da dove si è. Poiché ognuno è diverso e cambia di volta in volta, non ci può essere un punto di partenza comune e le risposte preconfezionate non aiutano. È necessario guardare la situazione attuale e mettere in discussione lo status quo".   TKV Desikachar

B.K.S Iyengar

 B.K.S. Iyengar (1918-2014) è anche lui un allievo di T. Krishnamacharya, ed è tra gli insegnanti di yoga più famosi al mondo, autore di numerosi libri, ha reso lo yoga popolare in India e nel mondo. È stato considerato dal “Time” tra le 100 persone più influenti al mondo.
Il maestro, chiamato Guruji dai suoi allievi, ha vissuto e insegnato a Pune (India) nell'Istituto dedicato alla memoria della moglie, il Ramamani Iyengar Memorial Yoga Insitute, dove oggi i suoi figli Geeta e Prashant Iyengar continuano con passione il lavoro di studio e approfondimento dello Yoga. L'istituto,  celebre centro di studio internazionale è dedicato alla pratica e alla formazione di allievi e insegnanti provenienti da tutto il mondo, ed ha inoltre una sezione dedicata allo studio degli effetti terapeutici dello Yoga.    vedi siti:  https://www.iyengaryoga.it/       https://bksiyengar.com/

Iyengar  ha creato uno stile di yoga ad indirizzo terapeutico, conosciuto soprattutto per la precisione  degli allineamenti e per l’uso di sostegni e strumenti da utilizzare durante la pratica. Le classi sono caratterizzate dall’esecuzione di pochi asana, ma tenute per tanto tempo. Solo mantenendo a lungo una posizione si possono ottenere i benefici in profondità.

L’ Iyengar yoga è conosciuto per i suoi effetti curativi, in particolare per coloro che hanno una salute cagionevole, con vari problemi fisici. Questo tipo di pratica permette di incrementare la forza e la flessibilità, portando il praticante ad ottenere una salute completa del corpo, della mente e dello spirito.
Quando ha incominciato a praticare yoga era molto giovane e molto malato e con lo yoga si è curato. Nei suoi libri ha descritto ogni posizione, evidenziando i benefici che può offrire.
Bellur Krishnamachar Sundara Raja Iyengar è nato a Bellur nel sud dell'India, la sua famiglia era molto povera, e suo padre era un insegnante.  Fu introdotto allo yoga, come già detto sopra, da T. Krishnamacharya, che era anche suo cognato. Diventò un grande  esperto di yoga in brevissimo tempo e fu mandato a Pune dal suo Guru e divenne istruttore di yoga presso il famoso Deccan Gymkhana Club. A 25 anni, sposò Ramamani dalla quale ebbe sei figli. A partire da questo periodo la sua fama di esperto di yoga e terapista iniziò ad espandersi.  Negli anni sessanta, uno dei suoi allievi occidentali, Yehudi Menuhin (1916-1999), un famoso violinista e direttore d'orchestra in Gran Bretagna,  restò affascinato dalla forza del suo insegnamento e dalla sua carismatica personalità e lo introdusse in Occidente dando inizio alla sua incredibile carriera di insegnante di yoga. A partire da quel periodo sono nati Centri di IyengarYoga in tutto il mondo (Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, Centro e Sud America, Russia, Cina e molti altri).  I due testi più famosi che scrisse sono: 

  •     Light on Yoga (Teoria e Pratica dello Yoga, 1965) tradotto in tutto il mondo e vero best-seller per i praticanti di tutti gli stili di Yoga, i cui B.K.S. Iyengar analizza e definisce rigorosamente più di duecento Asana (posizioni).
  •     Light on Pranayama (Teoria e Pratica del Pranayama, 1985) in cui il Maestro descrive ed approfondisce con grande rigore e dettagli le principali tecniche del pranayama, la tecnica del controllo del respiro.    Menuhin scrisse la prefazione di alcune opere di Iyengar.   

La peculiarità dell'insegnamento di Iyengar, era costituita dalla considerazione del corpo umano come un laboratorio, Per l'esecuzione di ogni singola asana (posizione) metteva in atto un processo dettagliatissimo per arrivare ad ottenere l'allineamento richiesto. La pratica costante potenziava corpo, mente e spirito - rivitalizzando ogni singola cellula. Il corpo diventava così vero strumento e oggetto di meditazione,  sviluppando nei praticanti una mente concentrata e meditativa.  Iyengar ha insegnato incessantemente ad allievi di tutto il mondo per oltre 70 anni.

Pattabhi Jois e l’Ashtanga Vinyasa Yoga

 Pattabhi Jois (1915– 2009) è stato un allievo del grande Maestro Sri T. Krishnamacharya, ed è stato l’ideatore di uno stile molto popolare e ginnico di yoga: il Vinyasa, noto come, Ashtanga  Yoga. Il suo ashram ha sede a Mysore, nel sud-est dell'India. Questo stile di yoga è praticato oggi da molte celebrità tra cui Madonna, Sting, Gwyneth Paltrow.

Il padre di Pattabhi Jois era un astrologo e bramino  di un piccolo villaggio (Kowshika). Pattabhi Jois era uno dei nove figli e sin da piccolo cominciò a studiare i Veda ed i rituali indiani. Intorno ai 12 anni assistette ad una dimostrazione di yoga da parte del Maestro Krishnamacharya, e fu così impressionato da chiedere immediatamente al Maestro di diventare uno dei suoi allievi, ed iniziò a studiare questa pratica antica. Tutte le mattine, prima di andare a scuola, andava a praticare yoga all'ashram di Krishnamacharya. Fu da subito uno studente modello, disciplinato e molto ambizioso.

Poi, a 14 anni lasciò la famiglia e andò a studiare il sanscrito all'università di Mysore, Nonostante gli studi gratuiti,  il giovane Pattabhi Jois passo un brutto periodo dal  punto di vista economico, guadagnava solo  pochi soldi dando qualche dimostrazione di yoga.  In quel periodo il Maharaja di Mysore, dopo essere stato curato da Sri T. Krishnamacharya da una brutta malattia,  per ringraziarlo, creò una scuola di yoga, che fu chiamata Yoga Shala. Per diffondere il potere curativo e terapeutico  dello yoga,  molti ragazzi, tra cui come Pattabhi Jois, furono mandati  in giro per il Paese a dare dimostrazioni.   Nel 1937 fu scelto per insegnare yoga all’Università di Mysore. Pattabhi Jois creò un vero e proprio dipartimento dedicato allo yoga, dove migliaia di studenti vennero per studiare. In questo periodo conosce sua moglie, Savitramma, con cui si sposò giovanissimo.  Non si videro per ben tre anni fino a quando Savitramma si trasferi a Mysore, e qui affiancò il marito nell'insegnamento dello yoga.   Ebbero tre figli, di cui due divennero maestri di yoga, mentre il terzo morì giovanissimo.  

Nel 1948, fondò l’Ashtanga Yoga Research Institute che divenne sempre più grande con il passare del tempo e con l'aumentare della notorietà di Pattabhi Jois.
Nel 1964, arrivò a studiare all’Ashtanga Yoga Research Institute, il primo occidentale, un belga chiamato André Van Lysebeth che fu colui che introdusse lo yoga in Occidente. André Van Lysebeth  studiò a Mysore per due anni. Bisogna comunque precisare che il primo Maestro di André Van Lysebeth fu Swami Sivananda (1887 - 1963), dal quale riceveva istruzioni per via epistolare e che nel 1963 incontrò a Rishikesh nell’India del Nord. Sivananda, poco prima di morire, gli conferì il diploma dell'Accademia ‘'Yoga Vedanta Forest". Solo dopo, André Van Lysebeth studiò con Pattabhi Jois  e  poi continuò a percorrere l'India del Sud per conoscere le tradizioni locali di yoga.  Sulla base della sua esperienza scrisse uno dei primi testi sulla yoga Imparo lo yoga, che divenne una specie di Bibbia in Occidente per chi voleva intraprendere questo percorso. Nei suoi testi veniva citato anche  Pattabhi Jois, da quel momento in poi, anche molti occidentali cominciarono ad arrivare a Mysore per studiare. 

Dal 1973,  Pattabhi Jois, cominciò a viaggiare ed insegnare e divulgare lo yoga in tutto il mondo, per quasi venti anni. L’Ashtanga Vinyasa Yoga, anche noto semplicemente come Ashtanga Yoga, divenne una pratica moderna molto conosciuta e per far fronte alla continua richiesta di lezioni, nel 2002 creò il nuovo Yoga Shala, dove ancora oggi insegnano sua figlia Saraswathi e suo nipote Sharath. Quattro anni dopo fondò anche un istituto a Islamorada, Florida, negli Stati Uniti. Nel 2007, Pattabhi Jois si ammalò gravemente e morì, due anni dopo, all’età di 93 anni, lasciando un grande vuoto nella comunità mondiale dello yoga. 

Ha dedicato tutta la sua vita all’insegnamento  e alla diffusione di questa nobile disciplina. L'Ashtanga Vinyasa Yoga è uno stile di yoga dinamico e si differenzia dallo Hatha Yoga tradizionale, in cui le posizioni (asana) statiche sono tenute  per molto tempo, e  la concentrazione è portata sul flusso del respiro. L'Ashtanga Vinyasa Yoga è uno stile molto vigoroo, caratterizzato da un continuo movimento tra un asana e l’altra, il tutto sincronizzato con il respiro.  Questo tipo di pratica produce un incredibile calore corporeo e detossifica il corpo. I maggiori benefici di questo stile sono l’aumento della forza fisica, della flessibilità e della resistenza. Inoltre, anche la mente si calma e la salute in generale migliora. 

E' da notare che questi grandi maestri, attraverso una catena ininterrotta di trasmissione, seppur coerenti con la tradizione, hanno portato alla luce  aspetti diversi di questa nobile disciplina ed  “elaborato” stili diversi di yoga. 

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Intervista su Yoga Journal a  Pattabhi Jois vedi:    http://www.yogajournal.it/sri-k-pattabhi-jois/ 

Per sapere cosa sta succedendo nel mondo dell''Ashtanga yoga vedi:  Da Yoga Magazine

Negli ultimi anni la comunità dell’Ashtanga Yoga è scossa dall’apparizione di articoli che accusano il fondatore del metodo, Sri K. Pattabhi Jois, di abusi sessuali su alcune studentesse durante le sue classi.   Vedi link

Nel 2019 un insegnante americano di yoga, Manouso Manos, discepolo diretto e pupillo di Iyengar, è stato radiato dall’albo dopo che, un’inchiesta istruita dell’Iynaus - Iyengar Yoga National Association of the United States - ha confermato la veridicità delle denunce presentate da sei donne per “tocchi sessualmente inappropriati”, mirati cioè ad abusarle o eccitarle. Vedi link

 Nel febbraio del 2015 anche il fondatore dello Bikram yoga (Hot yoga), Bikram Choudhouri è stato accusato di abusi sessuali e stupro su alcune allieve.   vedi:  Vedi link   E andando indietro nel tempo di scandali simili nello yoga purtroppo ce ne sono stati tanti. Mani addosso per “correggere” un asana non proprio perfetto, aggiustamenti che, in diversi casi, si sono rivelati molestie consumate sul tappetino.

Kuvalayananda

Dopo l'indipendenza dell'India, c'è stato un movimento verso la riscoperta e la rivalutazione delle tradizioni e della cultura indiana, tra cui lo yoga.  Swami Kuvalayananda (1883 - 1966), è stato uno dei pionieri dello yoga, anche se poco conosciuto in Occidente, ed ha contribuito a mettere a punto la  tecnica yoga, così come la conosciamo oggi.  Ha creato un centro sperimentale vicino a Bombay e le sue tecniche di yoga vertevano sul benessere fisico e l'equilibrio mentale. Ha iniziato la ricerca sullo yoga nel 1920 e ha pubblicato la prima rivista specificamente dedicata allo studio dello yoga, Yoga Mimamsa, nel 1924. Maestri conosciuti in Occidente come Iyengar, Krishnamacharya e Indra Devi erano stati suoi discepoli.
Ottenne brillanti risultati a scuola, tra cui anche una borsa di studio. E' stato un grande intellettuale: studioso di sanscrito, amante della poesia e della filosofia indiana, dei classici indiani come il Mahabharata, il Ramayana, e dei  Purāṇa che sono un gruppo di testi sacri hindū di carattere principalmente mitico e cultuale.  
Durante la  vita universitaria,  Swami Kuvalayananda fu influenzato da grandi personalità politiche, tanto che lasciò l'istruzione universitaria per lavorare attivamente per la causa del risveglio politico e sociale dell'India.
Tra i suoi ideali c'era quello di dare un'educazione di base alle masse indiane e per questo a fianco del maestro di yoga, esercitò la carriera di insegnante.  E' riconosciuto come il padre degli studi scientifici di ricerca yogica ed uno dei suoi obiettivi era quello di conciliare gli aspetti spirituali dello yoga con la scienza moderna. Questa nuova immagine dello yoga cominciò ad attirare i primi ricercatori universitari e medici occidentali.



giovedì 28 ottobre 2021

Il Maestro Giorgio Furlan

Giorgio Furlan è stato uno dei pochi grandi Maestri yoga di Roma insieme ad Antonio Nuzzo e Vincenzo Russo.  Ha lasciato il corpo  a  dicembre 2021.

Furlan inizia sin da giovane ad interessarsi allo Yoga e alla Spititualità orientale, frequenta da allievo il Maestro Carlo Patrian unico e indiscusso precursore dello Yoga in Italia.  Carlo Patrian a soli 15 anni rimase affascinato dagli scritti di Yogi Ramacharaka, pseudonimo di William Walker Atkinson, che dal 1900 al 1912 pubblicò testi su yoga e induismo ancora oggi di grande attualità. Pubblicò il volume «Yoga» per la Sperling & Kupfer e nel 1965 aprì una scuola di yoga. Il felice sodalizio con la Divine Life Society lo portò a promuovere l' incontro fra papa Paolo VI e il monaco Swami Chidananda. Chidananda Saraswati era presidente della Divine Life Society, di Rishikesh, India. Noto in India come yogi e leader spirituale, succedette come Presidente della Divine Life Society nel 1963, dopo la morte del suo predecessore, Sivananda Saraswati, che fondò la Società.

Giorgio Furlan si è diplomato Maestro Yoga presso la più importante e conosciuta scuola Yoga dell’India fondata da Swami Sivananda Saraswati: la Divine Life Society di Rishikesh.  

E'  autore di importanti libri sullo Yoga nella sua forma originaria tra i quali: "Esperienze Yoga”, “Condotti e centri supersottili”, “Yoga: Armonia, Potenza, Saggezza”, “Lo Yoga della Conoscenza”, editati dalle produzioni Babaji.  

Giorgio Furlan con gli studi di medicina all'Università di Roma e con la conoscenza delle medicine biologiche orientali ha saputo creare un utile connubio tra Oriente e Occidente.   

Un'altra importantissima iniziativa, nata dal desiderio del Maestro Giorgio Furlan di divulgare la scienza dello Yoga, è l'annuale Congresso Internazionale: "Giornata dello Yoga" che ha l'importante scopo di creare un ponte tra la scienza e la cultura occidentale alla scienza e saggezza orientale.  

Il Maestro Giorgio Furlan, è fondatore dell'Accademia Yoga 1969, vedi http://www.accademiayoga.it/informazioni/giorgiofurlan.html  che ha come scopo la diffusione  della millenaria Scienza dello Yoga nel mondo occidentale, secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati (Rishi) dell'India.     Per questo motivo L'Accademia Yoga è in continuo contatto con le più importanti scuole di yoga dell'India.

I Maestri che ho incontrato - Antonio Nuzzo

Il Maestro Antonio Nuzzo ha recentemente pubblicato (maggio 2019)  I doni dello yoga, per praticare una vita piena.   In questo testo, spiega cosa è lo hatha yoga, un sofisticato percorso di ricerca spirituale che ha come obiettivo ultimo l'eliminazione della sofferenza, il raggiungimento della beatitudine, della felicità più profonda, la ricongiunzione tra il sé e il Sé.

All'inizio del testo ripercorre la sua esperienza nel campo dello yoga:  Erano i primi anni 80 che iniziai ad interessarmi di yoga e quando venni a sapere che a Terni, un insegnante di yoga di Roma Giorgio Astolfi teneva dei corsi, iniziai a frequentare. E da lì ho iniziato il lavoro di ricerca che non finirà mai.

Il viaggio che ho intrapreso moltissimi anni fa attraverso lo yoga si è materializzato con l’incontro inaspettato di grandi Maestri appartenenti a un lignaggio di tutto rispetto, come quello del grande Maestro, Swami Sivananda Saraswati di Rishikesh. Primi fra tutti André e Denise Van Lysebeth, coloro che mi hanno introdotto nel mondo dello yoga con i quali ho percorso un cammino sistematico e graduale di conoscenza fatto di esperienza, studio e pratica. È stata una vera e propria formazione durata più di 10 anni.      Successivamente ho incontrato in modo fortuito Swami Satyananda Saraswati di Monghyr, un incontro che si è evoluto attraverso lunghi periodi di permanenza accanto a lui nell’ashram dove ho assorbito non solo l’insegnamento, ma anche la sua grande e inesauribile energia volta alla diffusione e alla ricerca continua, così da non interrompere mai il proprio percorso personale. 

Il loro insegnamento mi ha permeato, è stato poi da me metabolizzato per decine di anni e ritrasmesso con un linguaggio che, si è via via plasmato e adattato alle necessità e alle condizioni del momento storico in cui lo yoga vive.

Una donna che mi ha segnato profondamente, anche se non ho avuto modo, come negli altri casi, l’opportunità di seguirla per lunghi periodi: è stata Vimala Thakar, una ricercatrice del profondo. Ha saputo comunicare un insegnamento sistematico, risultato della propria esperienza di praticante e della lettura dei maggiori testi di riferimento della spiritualità indiana e dello yoga, un insegnamento che era sempre preceduto da un lungo periodo di silenzio.  Come diceva Vimala: "dopo un lungo silenzio, il parlare diventa un'esperienza creativa"

 ________ Antonio Nuzzo è uno dei più autorevoli Maestri yoga italiani. Ha cominciato a praticare nel 1963 all'età di 16 anni. Nel 1971 è diventato allievo di André Van Lysebeth, con il quale per 15 anni ha approfondito le tecniche di hatha e tantra yoga. Un'autorevole voce che da oltre 50 anni pratica, ricerca e insegna questa disciplina. Nessuno come lui ha vissuto in maniera onnicomprensiva la ricerca di questa disciplina: dal suo lavoro come funzionario alla Protezione Civile agli incontri apparentemente casuali con tutti i più importanti maestri yogi del ‘900. Oggi insegna in Italia e in Francia, coordina Corsi di Formazione Insegnanti per la Federazione Mediterranea Yoga e, per la prima volta nella sua vita, è autore di un libro che incornicia una parte importante di questa lunga ricerca: “I doni dello Yoga. Per praticare una vita piena” (Yoga Journal – Morellini Editore).  

sabato 16 ottobre 2021

Osho

"Di solito le religioni sono state molto distruttive, hanno mutilato l'intera umanità. Il trucco è questo: prima fanno sentire in colpa le persone,  che diventano paurose, spaventate, oppresse, esse vivono in un inferno; poi le aiutano a uscirne, insegnando loro cosa fare per liberarsi".  Osho


Chandra Mohan Jain (1931 - 1990), conosciuto come Raineesh Osho, è stato un mistico indiano, guru e insegnante spirituale. Raineesh era uno studente brillante e un grande oratore, divenne un anti-teista, si interessò all'ipnosi e fu associato al socialismo..

Dopo aver conseguito una laurea in filosofia,  nel 1953 all'età di 21 anni, disse di aver avuto un'illuminazione e ed essere spiritualmente illuminato.  Cominciò a fare conferenza in tutta l'India e nel 1970 si stabilì per un periodo a Bombay assumendo il ruolo di maestro spirituale. Poi si trasferì a Pune nel 1974 e fondò un ashram, dove potevano essere offerti ai visitatori strumenti di trasformazione individuale. Nel 1981, Rajneesh si trasferì negli Stati Uniti, dove i suoi seguaci stabilirono una comunità vicino ad Antelope in 'Oregon. Nel 1985 Rajneesh venne accusato di vari reati, in virtù di un patteggiamento non fu arrestato ma fu costretto a soggiornare in vari Paesi, prima di tornare a Pune, dove morì nel 1990.

Gli insegnamenti di Osho, non sono stati presentati in un contesto accademico, ma intervallati da battute, paradossi e  contraddizioni. Si dilettava nell'impegnarsi in comportamenti apparentemente in contrasto con l'immagine tradizionale di un individuo illuminato giustificando questo comportamento, come "una tecnica di trasformazione" per spingere le persone ad andare "oltre la mente". Le esperienze umane di separazione, dualità e temporalità sono viste come una danza (o un gioco) della coscienza cosmica in cui tutto è sacro, ha un valore assoluto ed è un fine in se stesso. Secondo Osho, ogni essere umano ha la capacità di illuminazione, è capace di amore incondizionato e di rispondere (piuttosto che reagire) alla vita, sebbene l'ego di solito lo prevenga, identificandosi con il condizionamento sociale e creando falsi bisogni e conflitti e un senso illusorio di identità che è una barriera ai sogni. 

Osho vedeva la mente come un meccanismo di sopravvivenza, che replicava strategie comportamentali che avevano avuto un successo nel passato. Il richiamo della mente al passato priva gli esseri umani della capacità di vivere autenticamente nel presente, inducendoli a reprimere le emozioni genuine e a chiudersi alle esperienze gioiose che sorgono naturalmente quando si abbraccia il momento presente: "La mente non ha una capacità intrinseca di gioia ... Pensa solo alla gioia". Il risultato è che le persone si avvelenano con nevrosi, gelosie e insicurezze. Sosteneva che la repressione psicologica (spesso sostenuta dai leader religiosi) fa riemergere i sentimenti soppressi sotto un'altra forma, e la repressione sessuale porta a società ossessionate dal sesso. Invece di reprimersi, le persone dovrebbero fidarsi e accettarsi incondizionatamente. Questo non deve essere compreso solo intellettualmente, poiché la mente può assimilarlo solo come un'informazione in più; è necessaria anche la meditazione.

Osho presentò la meditazione non solo come una pratica, ma come uno stato di consapevolezza da mantenere in ogni momento, una consapevolezza totale che risveglia l'individuo dal sonno delle risposte meccaniche condizionate da credenze e aspettative. Impiegò la psicoterapia occidentale nelle fasi preparatorie della meditazione per creare una consapevolezza dei modelli mentali ed emotivi.

Osho ha suggerito un centinaio di tecniche di meditazione. Le sue tecniche di "meditazione attiva" sono caratterizzate da fasi di attività fisica che portano al silenzio. La più nota di queste è la Meditazione Dinamica, che è stata descritta come un microcosmo della sua visione. Eseguita ad occhi chiusi (o bendati), comprende cinque fasi (quattro delle quali sono accompagnate da musica). In primo luogo, il meditatore si impegna in dieci minuti di respirazione rapida attraverso il naso. I secondi dieci minuti sono per la catarsi: "Lasciate che qualsiasi cosa stia accadendo accada ... Ridi, grida, urla, salta, scuoti - qualunque cosa tu senta di fare, falla!" Poi, per dieci minuti si salta su e giù con le braccia alzate, gridando "hoo" ad ogni atterraggio. Nel quarto stadio (silenzioso) il meditatore smette di muoversi, rimanendo immobile per quindici minuti mentre vede tutto quello che succede. L'ultimo stadio della meditazione consiste in quindici minuti di danza e di festa.

Osho sviluppò altre tecniche di meditazione attiva (come la meditazione Kundalini "shaking" e la meditazione Nadabrahma "humming") che sono meno animate, sebbene includano anche attività fisica. Le sue terapie meditative successive richiedevano sessioni per diversi giorni; Mystic Rose comprendeva tre ore di risate ogni giorno per una settimana, tre ore di pianto ogni giorno per una seconda settimana e una terza settimana con tre ore di meditazione silenziosa. Questi processi di "testimonianza" permettono un "salto nella consapevolezza". Osho credeva che tali metodi catartici fossero necessari, poiché era difficile per le persone moderne sedersi ed entrare in meditazione. Una volta che i metodi avessero dato un assaggio della meditazione, le persone sarebbero state in grado di usare altri metodi senza difficoltà.

Un altro ingrediente chiave era la presenza di Rajneesh come maestro: "Un Maestro condivide il suo essere con te, non la sua filosofia ... " Egli non fa mai nulla al discepolo. L'iniziazione che offriva era un altro di questi espedienti: ... se il tuo essere può comunicare con me, diventa una comunione ... È la più alta forma di comunicazione possibile: una trasmissione senza parole. I nostri esseri si fondono. Questo è possibile solo se diventi un discepolo. "Come  guru  Rajneesh decostruì la sua autorità, dichiarando che il suo insegnamento non era altro che un "gioco" o uno scherzo. Sottolineava che qualsiasi cosa poteva diventare un'opportunità per la meditazione.

Rajneesh enfatizzava la libertà interiore e la responsabilità verso se stessi, chiedendo non cambiamenti superficiali di comportamento, ma una trasformazione interiore più profonda. I desideri dovevano essere accettati e superati, piuttosto che negati. Una volta che questa fioritura interiore avesse avuto luogo, gli appetiti come quello per il sesso sarebbero stati abbandonati. Rajneesh si definiva "il guru dei ricchi",  È stato fotografato mentre indossava abiti sontuosi e orologi fatti a mano e, in Oregon, guidava ogni giorno una Rolls-Royce diversa. 

I dieci comandamenti di Osho:

  1. Non obbedire mai al comando di nessuno, a meno che non provenga da dentro di te.
  2. Non c'è altro Dio che la vita stessa.
  3. La verità è dentro di te; non cercarla altrove.
  4. L'amore è la preghiera.
  5. Diventare il nulla è la porta della verità. Il nulla stesso è il mezzo, la meta e il raggiungimento.
  6. La vita è ora e qui.
  7. Vivi in modo illuminato.
  8. Non nuotare-galleggiare.
  9. Muori ogni momento in modo da poter essere nuovo ogni momento.
  10. Non cercare. Ciò che è, è. Fermati a vedere.

Osho è generalmente considerato uno dei leader spirituali più controversi emersi dall'India durante il XX secolo. Il suo messaggio proponeva la liberazione sessuale, emotiva, spirituale.  Rajneesh mirava a creare un "uomo nuovo", che non sarebbe più stato intrappolato in istituzioni come la famiglia, il matrimonio, le ideologie politiche e le religioni. In questo senso, le idee di Rajneesh sono molto simili ad altri guru della controcultura. Osho cercava di trovare una via di mezzo tra scienza e spiritualità e pensava che molti dei mali della società potessero essere risolti con mezzi scientifici. 

Osho era un leader carismatico, un brillante conferenziere e le sue presentazioni avevano un profondo effetto sul suo pubblico. Osho è stato descritto come  "il pensatore più originale che l'India abbia prodotto: il più erudito, il più lucido e il più innovativo";  un "agnostico dal pensiero libero" che poteva spiegare concetti astratti in un linguaggio semplice (illustrato con aneddoti spiritosi), che si prendeva gioco di dei profeti, scritture e pratiche religiose e che dava una nuova dimensione alla religione.

Ha parlato delle principali tradizioni spirituali (giainismo, induismo, tantrismo, taoismo, cristianesimo e buddhismo), di una varietà di mistici orientali e occidentali e di scritture sacre come le Upanishad e il Guru Granth Sahib. Osho ha anche attinto ad una vasta gamma di idee occidentali. La sua visione dell'unità degli opposti ricorda Eraclito, mentre la sua descrizione dell'uomo come macchina, condannato all'agire impotente di schemi inconsci e nevrotici, ha molto in comune con Freud e Gurdjieff.  La visione di Osho dell'uomo nuovo, che trascende i vincoli delle convenzioni, ricorda Nietzsche; le sue opinioni sulla liberazione sessuale sono paragonabili a D. H. Lawrence, e le sue meditazioni "dinamiche" ricordano Wilhelm Reich.        


martedì 27 luglio 2021

La sintesi dello yoga - Sri Aurobindo

Sri Aurobindo (1872 - 1950) è stato un filosofo e mistico indiano, considerato dai suoi discepoli un avatar, un'incarnazione dell'Assoluto. Poeta, scrittore e maestro di yoga, si distinse anche per il suo impegno politico in favore dell'indipendenza dell'India. Ho visitato la sua tomba, nel cortile interno dell'ashram di Pondicherry (India), un luogo dove si respira un'incredibile atmosfera di pace.  Al suo fianco è sepolta Mére, la sua collaboratrice spirituale che l'aiuto a fondare l'ashram.  Vedi link: Link - 1           Link - 2

La sintesi dello yoga è un testo scritto da Sri Aurobindo dove viene descritto lo yoga integrale, che è un orientamento di tutto l'essere, in ogni sua parte verso il Divino. Ne consegue che nella pratica spirituale, insieme alla devozione (bhakti yoga), devono esserci la conoscenza (jnana yoga) e l'azione (karma yoga).  La mera idea o la ricerca intellettuale di qualcosa di superiore, per quanto intenso possa essere l'interesse che suscita nella mente, rimane inefficace se non viene assunta dal cuore come l'unica cosa desiderabile e dalla volontà quale sola cosa da fare.

La ricerca spirituale mira ad uno stato di conoscenza che ci permette di raggiungere quest'eterno, infinito, assoluto, di entrare in Lui o di conoscerlo per l'immedesimazione. Questo stato di conoscenza che dobbiamo raggiungere è il Nirvana, l'estinzione dell'ego, la sospensione di tutte le attività mentali. Il mezzo è la meditazione.

Il pensiero serve solo ad esplorare il sentiero, Il conduttore del viaggio è la volontà. Solo eliminando la falsità dell'essere che appare come ego, eliminando l'ignoranza possiamo percepire questo assoluto. 

Esiste una conoscenza al di là del nostro intelletto, al di là dell'individuo e dell'universo. Esiste qualcosa di indescrivibile e inafferrabile in cui possiamo dissolverci abolendo la nostra personalità. L'assoluto, il Sé, il Supremo è il nostro più alto e più vero sé, è la Persona da cui siamo usciti nella nostra natura manifesta. Nemmeno la vita, la forza vitale è il vero sé, né la materia. 

Se si scopre il vero sé, si scopre che esso non è questa individualità creata, ma un essere universale nel rapporto con gli altri. Questa suprema esistenza non è condizionata né dall'individuo, né dall'universo. Non è né l'uno, né l'altro. E' neti, neti, né questo, né quello. E' indefinibile, senza attributi, senza relazioni.  L'oggetto dello yoga  e della conoscenza spirituale non può essere che questa eterna realtà, il Brahman.

Dobbiamo raggiungere una più grande coscienza, che la nostra semi-cosciente umanità non possiede, ed è possibile ottenerla solo con un'ascesa spirituale. Una coscienza segreta al di là della mente, nascosta nelle profondità dell'esistenza. La conoscenza che viene dai sensi e dal ragionamento intellettuale è solo una scienza delle apparenze. Infatti il jnana yoga serve solo a sgombrare il sentiero, il giusto modo di pensare diviene efficace solo quando è seguito dall'esperienza, dalla visione e dalla realizzazione. Le porte dell'anima possono aprirsi solo dall'interno all'esterno. L'osservazione di sé e l'auto-analisi sono un'importante ed efficace introduzione all'interiorità vera. 

"Conosci te stesso" è la parola d'ordine della vera conoscenza. La realizzazione consiste in tre successivi movimenti: la visione interiore, la completa esperienza interiore e l'identità con il vero Sé.  

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...