domenica 18 agosto 2024

La verità esiste?

Cosa è la verità? - di Piergiorgio Odifreddi.  Vedi:  https://www.youtube.com/watch?v=eN1KpLSvbso

La Verità  è la corrispondenza tra ciò che sentiamo e ciò che succede nella realtà. Piergiorgio Odifreddi fornisce diverse significazioni alla parola verità: la verità matematica, già dentro di noi (aletheia); quella di fede o giuridica, demandata a qualcuno cui si conferisce potere (veritas); la verità scientifica, sollevamento del velo che ricopre la realtà (apokalypsis).

Ci sono tanti concetti di verità:  La prima è la Verità quotidiana  che analizza sentimenti, percezioni nella quotidianità; ma come si fà a sapere se è vero se uno ti ama? Se è veramente tuo amico, ecc . E' una verità difficile da verificare e da definire.

Poi c'è la Verità religiosa.   I religiosi hanno un concetto strano di verità, basata su ciò che è scritto su un libro sacro che riassume tutte le verità da conoscere. Sono definite religioni del libro il  giudaismo, il cristianesimo,  e l'islamismo.  In Palestina tutti sono saliti al cielo: Mosè, Gesù e Maometto.  Credere che La verità sta nel libro che ho deciso di seguire è un'asserzione  pericolosa,  contiene un germe di violenza, di totalitarismo.  Per millenni queste religioni si sono combattute, ci sono state guerre di religioni tra ebrei e cristiani, tra cristiani e islamici, e oggi tra ebrei e islamici. La Palestina è la terra promessa, questa terra è mia, me l'ha data Dio,  Ma  chi l'ha scritto quel libro? E' un concetto di verità poco definito.    Anche in estremo Oriente ci sono libri sacri; ad esempio i Sikh (in India) hanno un libro sacro: lo Sri Guru Granth Sahib, Il sikhismo è una religione militarizzata: Indira Gandhi morì il 31 ottobre 1984, uccisa dalle sue due guardie del corpo sikh per vendicare la brutale repressione del movimento rivoluzionario sikh.

Il monoteismo è l'essenza della violenza religiosa, e se di monoteismi ce ne sono tre, la cosa diventa complicata. Non si può verificare la verità religiosa, si basa su un'affermazione che qualcuno ha fatto, ma non c'è modo di verificare se Mosè abbia veramente parlato con Dio o qualcuno che pensava fosse Dio, è una verità molto labile e inverificabile. Ci sono  persone deputate che dicono che l'interpretazione corretta del libro sacro è quella che danno loro,  Poi ci sono anche persone che enunciano verità, dogmi della fede, come ad esempio nell'800 viene enunciato il dogma mariano che asserisce che Maria sia stata concepita senza peccato originale.  La verità religiosa  ha due faccie:  il libro  e  i dogmi che vengono enunciati, verità nascoste tra le righe del libro sacro che emergono nel tempo.

Altra verità è la verità filosofica. Spesso un nuovo filosofo scopre che tutti i filosofi precedenti avevano sbagliato,  e lui  diventa il detentore della verità.  Filosofia e religione vanno spesso d'accordo...  e  sono facce complementari.  

La metafisica è come l'aldilà,  dove vive l'anima, e bisogna affidarsi alla percezione di quelli che credono.  Nella metafisica ci sono le idee astratte, ed è un approccio diverso alla realtà, il mondo metafisico, è oltre la realtà.  Il primo grande metafisico fu Platone. Facciamo l'esempio del teorema di Pitagora,  se disegnamo il triangolo su un pezzo di carta,  ed esaminiamo la linea tracciata, vista con un microscopio è un  insieme di puntini. I triangoli fisici, quindi, sono delle brutte copie del triangolo ideale, che si trova nell'Iper-uranio che contiene tutte queste forme astratte, qui le forme diventano idee. Platone diceva: non entri qui chi non conosce le forme geometriche. I triangoli su questa terra sono proiezioni (simulacri) del triangolo ideale che si trova nell'Iper-uranio. Spesso le brutte copie che sono nella realtà sono utilizzate per farne altre copie, e questa è l'Arte. Le astrazioni ci sono, ma questo Iper-uranio qualcuno l'ha visto?  

Facciamo un altro esempio. Guardiamo una platea di gente, il pubblico esiste oppure no?  O esistono  solo gli individui?  Noi esistiamo? O esistono solo le cellule del nostro corpo, cellule fatte di atomi, atomi fatti di particelle elementari,   è difficile  fermare questo ragionamento! Esistono solo gli oggeti o anche gli universali? Ossia gli oggetti messi insieme (collezioni di oggetti?).

Altra verità è la verità scientifica. La scienza fa delle affermazioni, il metodo scientifico presuppone che chi ha fatto un'asserzione deve dire come ha fatto e come verificarla. Ma oggi, fino a che punto ci si può affidare agli strumenti che usiamo per osservare il mondo?

Gli strumenti diventano via via più complicati e gli eventi osservati sono arrivati a livelli di complessita impressionante;  facciamo l'esempio del bosone di Higgs. Il bosone di Higgs è una particella estremamente importante per tutti i fisici ed è stata una scommessa, a quanto pare vinta, dei modelli che descrivono i mattoni fondamentali della materia e come essi interagiscono per formare le strutture che vediamo, dagli atomi alle stelle. A partire dagli anni 60 del secolo scorso, i fisici delle particelle avevano compreso che tutta la materia era formata dalla combinazione di alcune, poche, particelle fondamentali. A tal proposito fu compilata una tabella, una specie di tavola periodica delle particelle, detta modello standard. In questa speciale tabella trovano posto due gruppi di particelle fondamentali (particelle che non si possono più dividere): quark e leptoni sono chiamati fermioni e rappresentano le lettere dell’alfabeto attraverso le quali si costruiscono nuclei atomici e atomi. L’altro gruppo è composto dai bosoni, particelle estremamente particolari, che hanno il compito unico di trasmettere nello spazio le informazioni sulle proprietà dei fermioni.

Per fare l'esperimento del bosone di Higgs, e costruire un accelleratore di particelle, al CERN di Ginevra  sono stati spesi miliardi di euro, hanno partecipato 20 nazioni, e ci sono voluti 15 anni per costruirlo, ci hanno lavorato 3000 persone, e ci sono voluti anni di sperimentazione. Diventa quindi estremamente complicato verificare questi risultati, anzi impossibile!  Comunque sono stati costruiti altri accelleratori in America.  Lo sviluppo della scienza è arrivato a essere simile alla filosofia e alla religione, L'evento si è verificato una volta e basta, e la verità scientifica diventa sempre più labile,  siamo sempre più lontani dall'osservazione sul mondo esterno che chiunque può fare.

Esiste anche la Verità matematica  che si può scoprire con l'intuizione, come i religiosi e verificarla come gli scienziati.   Il filosofo Pitagora fu una figura importante perché segnò il passaggio dalla matematica applicata alla matematica astratta, grazie all’introduzione di dimostrazioni fondate sul metodo deduttivo a partire da assiomi esplicitamente formulati. Uno dei teoremi più conosciuti è proprio il Teorema di Pitagora che ha avuto tantissime dimostrazioni. Autori come  Mario Gerwig  o Scott Lomis hanno scritto un libro sulle dimostrazioni del teorema di pitagora, 365 dimostrazioni, una al giorno...

Cartesio, nelle meditazioni  voleva capire come è stato fatto il mondo esterno dall'architetto dell'universo (ossia Dio). Chiudeva gli occhi, pensava per riuscire a capire come ragionava Dio. Su questo Cartesio ha scritto dei romanzi scientifici. Anche Einstein ha usato questo aproccio per scoprire la teoria della relatività, immaginando di essere  Dio.  Poi, ha cercato di mettere insieme la  meccanica dei quanti e la teoria della relatività  nella teoria unficata, con lo stesso metodo, ma non ci è riuscito sprecando 40 anni.

Nel mondo matematico qualcuno vede una legge, e poi la propone e spiega anche come c'è arrivato e come verificarla.  Purtroppo la matematica sta diventando come la fisica,  la complessità della teoria rende difficile la verifica.  Ad esempio la teoria della Classificazione dei gruppi semplici, è un  teorema lunghissimo, uscito da decenni di  tentativi, e ha una dimostrazione di 10.000 pagine.   La classificazione dei gruppi finiti semplici, detta anche il Teorema Enorme, è un risultato che può essere considerato uno dei più significativi teoremi del Novecento, se non addirittura, come affermato dal matematico Daniel Gorenstein, uno dei più importanti risultati della matematica. I gruppi finiti semplici sono quelli che non contengono alcun sottogruppo normale proprio (che non possono essere scomposti in gruppi più piccoli); nella teoria dei gruppi finiti ricoprono un ruolo simile a quello dei numeri primi in aritmetica.  Cinque gruppi sporadici sono stati scoperti da Émile Mathieu attorno al 1860, mentre gli altri 21 sono stati scoperti tra il 1965 e il 1975.

Un altro esempio è il teorema di Fermat per le derivate e i punti stazionari. Stabilisce che una funzione che ammette un massimo od un minimo relativo o assoluto in un punto, e che sia ivi derivabile, ha necessariamente la derivata prima nulla nel punto. Anche per questo teorema ci sono stati decenni di tentativi per dimostralo, poi a oltre 20 anni dalla sua  scoperta, Sir Andrew Wiles è riuscito a dimostralo. Comunque la dimostrazione è troppo lunga e difficile da capire, e così la matematica sta avvicinandosi pericolosamente alla religione... e sta arrivando pericolosamente vicina alla scienza.

Un altro esempio è il Teorema dei quattro colori. E' un teorema di matematica che afferma che data una superficie piana divisa in regioni connesse, come ad esempio una carta geografica politica, sono sufficienti quattro colori per colorare ogni regione facendo in modo che regioni adiacenti non abbiano lo stesso colore. Sviluppato in modo informale e non accademico a metà dell’Ottocento, il teorema dei quattro colori è diventato un capitolo a sé nel mondo della matematica. Due matematici nel '900 con un numero enorme di calcoli e mappe, dopo 2000 ore e  vari mesi di lavori, e usando un computer per verificare le mappe, dimostrarono che 4 colori erano sufficienti. Spesso queste verifiche matematiche di una teoria sono il frutto di un lavoro di gruppo, ognuno si occupa di un compito e conosce solo una parte del processo di verifica:  chi studia le mappe, chi prepara i calcoli, chi scrive il programma al computer, e quindi anche in matematica diventa complicato verificare i risultati e la validità di una teoria.

La conclusione a cui si giunge è che: "La verità non esiste, è un concetto metafisico che viene decostruito".  Oscar Wilde diceva: "Chi dice la verità prima o poi viene scoperto".

sabato 17 agosto 2024

Un ritratto dell'India

Bisogna precisare che l'India è un crogiolo di religioni e di spiritualità e ancora oggi le migliaia di sadhu che si ritrovano ai vari Kumbha Mela (un pellegrinaggio Hindù di massa) sono il naturale anticorpo contro l’occidentalizzazione dei modi di vita indiani e contro la società dei consumi.

La storia spirituale dell'India del VI e il V secolo a.C. è caratterizzata da Mahavira, il fondatore del Giainismo, e da Gautama Buddha, il fondatore del Buddhismo. L’India fu la patria del buddhismo, che si diffuse in tutta l'India con l'appoggio dell'imperatore Ashoka (304 a.C. - 232 d.C.), ed oggi è quasi totalmente scomparso. Questo processo ì iniziato dopo la distruzione dell’università buddhista di Nalanda nel 1197 da parte dei Turchi che invasero l'India del Nord.       Nel corso dei secoli successivi ci furono varie invasioni e l'impero Moghul con i vari sultanati si estese a buona parte dell'India. I Moghul distrussero o danneggiarono quasi tutti i tempi indù fino all’altezza della città di Chennai (si è salvato solo Khajuraho il tempio famoso per le sculture erotiche che si trova vicino Delhi). Un altro tempio importante che si trova nel Nord dell'India è Pushkar dedicato al Dio Brahma (si trova nel Rajasthan). Sebbene Brahma sia considerato il creatore del mondo, Pushkar è l'unico tempio di questa importante divinità in tutto il mondo.  Per trovare dei grandi tempi indù bisogna andare al sud dell'India nel Tamil Nadu.  Sono presenti in India le seguenti religioni:

  • l’Induismo in tutta l’India,
  •  l'Islamismo. I musulmani si trovano in tutta l’India
  • il Cristianesimo soprattutto in Kerala,
  • il Gianismo intorno al Monte Abu (nord ovest dell’India),
  • Il Sikhismo, che si rifà agli insegnamenti spirituali di Guru Nanak Dev (1469–1539) ha il tempio principale, il Tempio d’oro, a Amritsar, nel nord ovest dell’India quasi al confine con il Pakistan,
  • i Parsi, antichi rifugiati persiani che si rifanno a Zoroastro, la loro piccola comunità principale si trova a Mumbay.
  • Il Buddhismo tibetano è arrivato in India nel 1959, dopo l’invasione cinese del Tibet e la sede del Governo tibetano è a Darahmsala, nel nord dell'India.

L’Induismo è considerata la religione indiana più diffusa ed è praticato, da circa l’80% della popolazione. Le altre percentuali sono le seguenti:

  • Induismo 80,46%
  • Islam 13,43%
  • Cristianesimo 2,34%
  • Buddismo 0,77%
  • Giainismo 0,41%
  • Sikhismo 1,87%
  • Altro 0,72%

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale diede la spinta alla lotta per l'indipendenza per l'India (portata avanti da Gandhi e dal Partito del Congresso Nazionale Indiano), che fu infine concessa dalla Gran Bretagna nel 1947. Il Paese fu diviso in due Stati (entrambi membri del Commonwealth): l'Unione Indiana, a maggioranza indù, e il Pakistan, a maggioranza musulmana e ci furono una serie impressionante di eccidi da entrambe le parti. Questa spartizione resa nota a soli due giorni dalla proclamazione d'indipendenza provocò un massacro di carattere religioso fondamentalista di un milione di persone e al conseguente "volontario" esilio di 11 milioni di persone. Spesso, ancora oggi, ci sono tensioni proprio tra musulmani e induisti.

Nell'India, questo grande e misterioso Paese, ci sono ancora oggi molti luoghi sacri, in cui vengono celebrate varie festività e a cui partecipano folle impressionanti di fedeli. Tra queste festività possiamo citare ll Purna Kumbh Mela che si svolge ogni tre anni a rotazione in quattro luoghi diversi: Allahabad, Haridwar, Nashik ed Ujjain. Ogni sei anni a rotazione in due luoghi diversi (Haridwar e Allahabad/Prayag) si svolge l'Ardh Kumbh Mela. L'ultimo si è tenuto a Allahabad/Prayang nel 2019 a cui parteciparono più di 15 milioni di fedeli. Poi c'è la Maha Kumbh Mela ("Grande" Kumbh Mela) che si celebra ad Allahabad dopo 4 Purna Kumbh Mela (e di conseguenza dopo 12 anni). Al Maha Kumbh Mela di Allahabad del 2013 hanno partecipato oltre 80 milioni di persone. In queste città sacre, durante tutto l'anno, si può assistere al saluto al Gange, e folle di fedeli si ritrovano al tramonto per partecipare a varie cerimonie.

Gli Ariani, una popolazione indio-europea, invasero l’India nel 2000 a.C. circa e si trovarono a convivere con i Dravidi, la popolazione locale. La civiltà della valle dell’Indo, chiamata anche la civiltà di Harappa o Mahenjo-daro è caratterizzata dal culto della dea madre, dal matriarcato ed è ancora presente nel Tamil Nadu. Gli ariani introdussero in India le caste, la lingua sanscrita, I Veda, i riti. Nell'Induismo gli dei ariani (Indra, Agni, Mitra, Varuna, ecc...) furono progressivamente sostituiti dalla Trimurti: Brahmā il Creatore, Vishnu il Conservatore, Shiva il Distruttore. Poi con la Bhagvad Gita si affermò in tutta l'India anche il culto del dio Krishna. Con l'avvento del tantrismo si afferma il culto della kundalini, e di Shiva e Shakti. Il massimo splendore della civiltà indiana si ebbe con l'impero Gupta (IV e V secolo d.C) che crollò nel 550 d.C. Con il declino dell'impero, si formarono diversi Stati, e poi subentrò il medioevo indiano che va dall'inizio dell'espansione islamica (900 d.C.) all'inizio di quella britannica (circa 1750). Questo periodo è caratterizzato dalla massima influenza dell'Islam in India, che dominò, per alcuni periodi, quasi tutto il subcontinente e creò una serie di sultanati (nel 1192 la conquista di Delhi, e nel 1206 la creazione del sultanato di Delhi). Akbar il famoso imperatore domina gran parte del continente indiano dal 1556 al 1605, e porta l'impero moghul al suo apogeo.

Se si vuole avere una conoscenza dell’Ayurveda bisogna andare nel Kerala, I luoghi importanti per lo yoga sono Rishikesh, dove ha fondato l’Ashram il maestro Sivananda. A Rishikesh si trova anche l'ashram di Maharishi Mahesh Yogi, il guru dei Beatles. 

Altra città importante è Chennai, dove si trova l’ashram del maestro Krishnamacharya e di suo figlio Desikashar, il primo ha introdotto le sequenze di posizioni yoga che hanno costituito la base dello yoga occidentale, il secondo ha portato avanti la proposta di uno yoga individuale. I suoi discepoli sono stati i famosi maestri Iyengar che insegnava a Pune, e Pattabhi Jois. 

 A Pondecherry c’è l’ashram creato dal maestro Aurobindo e La Mére per insegnare lo yoga integrale, ed è là che sono stati sepolti. Altre grandi figure spirituali sono Ramana Maharshi, uno dei grandi santi adorato in tutta l’India e fautore del non –dualismo, che operava al sud dell’India. L’ashram da lui costituito è a Tiruvannamalai, nel Tamil Nadu. Altra figura importante del Non–dualismo è Nisargadatta Maharaji che aveva il suo ashram a Mumbay (Bombay). A Mumbay si trovano anche delle importanti grotte di culto buddhista: Ajanta e Ellora. Sempre vicino a Bombay c’è l’ashram di Osho a Pune, Gli ashram di Ramakrishna e del suo discepolo Vivekananda si trovano nel Bengala e a Bhopal, ma anche a Chennai e Mumbai. Yukteswar, il maestro di Yogananda costruì il suo ashram a Serampore nel Bengala. A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada é stato il fondatore del movimento bhakti degli Hare-Krishna che ha la sede a Mayapur che si trova in Bengala.

Altre grandi figure spirituali dell'India sono Satyananda Saraswati e Vishnudevananda entrambi discepoli di Sivananda. Sathya Sai Baba, il discusso santone indiano ha il suo ashram a Puttaparthi, in Andhra Pradesh, al nord del Tamil Nadu.  

Leader spirituali odierni e molto conosciuti sono Jaggi Vasudev, comunemente conosciuto come Sadhguru fondatore della Isha Foundation con sede a Coimbatore nel Tamil Nadu, Baba Ramdev che è un insegnante di yoga e sostenitore dell'ayurveda ha creato l'istituto Patanjali Yogpeeth situato a Haridwar, e Mātā Amṛtānandamayī, nota come Amma (madre), è nata nel Kerala e lì si trova il suo ashram a Amritapuri. Ha creato l’organizzazione umanitaria Embracing the World (ETW).

Vista la vastità dell'India si possono intraprendere vari percorsi:

  • Il primo, più classico, consiste nell'arrivare a Delhi, partire per Agra e visitare il mausoleo moghul, il Taj Mahal e il tempio di Kajuraho (uno dei pochi tempi induisti rimasti in piedi nel nord dell'India caratterizzato dalle varie sculture erotiche), poi visitare il Rajastan con le varie fortezze e palazzi moghul (Jodhpur, Udaipur, Jaipur), arrivare fino a Monte Abu, il grande tempio jainista.

  • il secondo, coniste nell'arrivare a Chennai, visitare l'ashram di Krishnamacharia, poi andare verso Pondcherri e visitare l'ashram di Aurobindo e La Mére, andare nel Tamil Nadu dove ci sono i più grandi tempi induisti e poi scendere nel Kerala, la patria dell'ayurveda e fare dei trattamenti ayurvedici, o seguire dei corsi sull'ayurveda. Nel Kerala e nel Tamil Nadu si possono visitare anche diversi ashram (di Amma, Sadhguru, Ramana Maharshi)

  • il terzo, consiste nell'arrivare a Amritsar per prendere contatto con la religione Sikh e visitare il tempio più famoso, il Tempio d'oro, da lì partire per Dharamsala, la sede provvisoria del governo del Tibet e sede del Dalai Lama e prendere contatto con il buddhismo tibetano. Da qui passando per vari forti moghul arrivare a Haridavar per assistere alle varie cerimonie serali di saluto al Gange. Poi scendere fino a Rishikesh, la patria dello yoga e dove si trova l'ashram di Sivananda e partecipare a vari seminari di yoga (qui si trova anche l'ashram di Maharishi Mahesh Yogi). Tutto il paesino è pieno di centri yoga e bisogna fare attenzione nello scegliere.

  • Un altro percorso può essere quello di arrivare a Mumbay, visitare i vari ashram (di Nisargadatta Maharaji , Osho, Iyengar ) visitare le grotte buddhiste di Ajanta e Ellora, prendere contatto con la religione Parsi e i suoi templi, e da qui scendere al sud fino a Goa o ripartire per un'altra destinazione, magari per il Bengala e visitare i vari ashram di Yukteswar, di Ramakrishna e del suo discepolo Vivekananda.

    Le cartine aiutano a comprendere meglio la vastità dell'India e le distanze tra i principali luoghi sacri.

Lettere contro la guerra - Tiziano Terzani

 Tiziano Terzani dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 (la distruzione delle torri gemelle a New York)  scrive il libro Lettere contro la guerra, diventando, dopo trentanni di corrisponente di guerra, corrispondente di pace.  In queste lettere asserisce che la guerra va condannata, ma va anche compresa. Se vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e non solo dal nostro punto di vista occidentale. Il che in pratica voleva dire che non si poteva guardare quel bombardamento sull'America senza guardare tutti i bombardamenti fatti dall'America nei Paesi islamici.  E una volta capito questo, occorre una profonda azione su noi stessi, un cambiamento, una rivoluzione.  L'unica reazione sensata alla tragedia dell'11 settembre sarebbe dovuta essere la pace.

Sarebbe sensato esaminare queste tragedie da una prospettiva diametralmente opposta a quella dei media occidentali, una prospettiva di pace e di un mondo culturale più ampio.  I media occidentali portano avanti una guerra di civiltà che difenda i valori occidentali da una non-cultura, quella islamica, che meriterebbe solo disprezzo. Terzani scrive una serie di lettere, da varie parti del mondo, che raccolgono le voci dell'Altro. Bisogna contrapporre alla vendetta l'ascolto, alla distruzione la conoscenza, alla rabbia la comprensione, all'orgoglio il riconoscimento delle colpe occidentali.

Il ruolo dell'intellettuale, soprattutto oggi,  dovrebbe essere quello di essere un granello di sabbia nelle ruote del potere, e riportando le parole di  Edward Said "creare dei campi di comprensione, invece che campi di battaglia". Forse può sembrare utopico, ma purtroppo oggi la maggior parte degli intellettuali occidentali non "intelligono" non capiscono o fanno finta di non capire. Chi dovrebbe vedere, è cieco, e parla non contro il potere, ma assecondandolo nel suo desiderio di vendetta e nelle sue folli rappresaglie.

Le due tragedie attuali, la guerra in Ucraina e la guerra in Palestina, dovrebbero essere viste nella prospettiva più ampia proposta da Terzani. L'invasione dell'Ucraina 24 febbraio 2022 andava non solo condannata, ma pure spiegata, magari guardando l'oggettivo imperialismo della NATO e il suo sviluppo fino ai confini della Russia o l'invasione di vari Stati da parte degli americani.  L'eccidio di Hamas del 7 ottobre 2023 andava non solo condannato, ma anche spiegato, magari guardando la risoluzione 181 dell'ONU del 1947 sulla creazione dei due Stati mai attuata, o la segregazione violenta del popolo palestinese.

Chi prova a guardare gli eventi in una prospettiva di pace e più ampia, viene purtroppo visto come filo Putiniano o antisemita.  Anche lo stesso Papa Francesco è stato sottoposto a un linciaggio mediatico, con commenti duri e sprezzanti quando ha provato a lanciare proposte di pace.  Il vincitore del Nobel per la letteratura Romain Rolland, alla vigilia della Grande Guerra denuncava che "i latrati di  odio dei giornali fanno orrore e pietà. Che opera credono di compiere? Vogliono punire dei delitti , e sono, essi stessi dei delitti: perchè le parole omicidie sono la semente degli omicidi". Per questo fu trattato da traditore della pace e dell'Occidente.

La nostra cecità ci porta a legittimizzare la supremazia occidentale sull'umanità. Dopo la seconda guerra mondiale l'Occidente è il custode dell'ordine internazionale, e chiunque minacci gli interessi dell'Occidente è un nemico, è un cattivo, è il Male.  La retorica è sempre la stessa;  Quando i nostri affari occidentali ( che sono associati alla nostra civiltà) sono in pericolo, dobbiamo reagire con la guerra, militarizzare le nostre società, produrre nuove armi, spendere più soldi per la difesa. E allora trasformiamo questa guerra, con in gioco interessi economici immensi, in uno scontro tra civiltà.

In questi periodi così oscuri, dovrebbe emergere quel "pensiero critico" incluso tra i valori occidentali  e proporre quindi di difendere questi valori, non con le armi, ma rinegoziandoli, cambiarli, aprirli a una visione multilaterale.  Dovremmo forse cominciare ad opporci a chi appoggia e sostiene la politica di un mondo monopolare dominato dall'Occidente. "Questo mostro a cento teste si chiama imperialismo, un orgoglio e una volontà di dominio che vuole assorbire, sottomettere o distruggere tutto, che non tollera alcuna libera grandezza al di fuori di sè stesso" - Romain Rolland. 

Rabindranath Tagore il grande poeta indiano giudicava la civiltà occidentale in questo modo: "essa consuma i popoli che invade; stermina e annienta le stirpi che ostacolano la sua marcia di conquista. Una civiltà di cannibali. Opprime i deboli e si arrichisce a loro spese. Col pretesto del patriottismo essa tradisce la parola data, tende senza vergogna i suoi tranelli di menzogne, erige idoli mostruosi nei templi dedicati al Guadagno, il dio ch'essa adotta. Ebbene noi profetizziamo che tutto ciò non durerà per sempre".

Terzani ci dice che la radice della guerra è la stessa del violento dominio maschile sulle donne e della devastazione dell'ambiente. l'istinto di possesso e di comando.  Citando Gandhi, egli torna a ripeterci: "finchè l'uomo non si metterà di sua volontà all'ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza".


Sintesi dell'Introduzione di Tomaso Montanari al libro di Tiziano Terzani Lettere contro la guerra.  Tomaso Montanari è uno storico dell'arte e saggista italiano, rettore dell'Università per stranieri di Siena dal 2021. E' il presidente dell’associazione di cultura politica Libertà e Giustizia. Ha dedicato un piccolo libro all’impegno civile degli intellettuali: Cassandra muta.

Annick de Souzenelle

"Dico, con l'autorità della Bibbia, che non moriamo ma che mutiamo. Si tratta semplicemente di liberare la nostra tunica di pelle per liberare il soffio dello Spirito, che rimane e muta il nostro Essere" - Annick de Souzenelle nella sua "Meditazione sulla morte" del 2023.

Annick du Réau de La Gaignonnière, conosciuta come Annick de Souzenelle, è nata a  Meaulle (in Bretagna)  le 4 novembre 1922 ed è morta a 101 anni l'11 agosto 2024 ( è entrata in quello che lei stessa ha definito il grande concerto della divinizzazione umana). E' stata una scrittrice, una teologa  e una guida spirituale.

Annick de Souzenelle durante la sua infanzia,  si rivolge al mondo interiore che diventa per lei ancora più reale di quello esteriore. Come allieva  frequenta l'Istituto cattolico di Notre Dame des Champs di Parigi. Dopo la seconda guerra mondiale, ha lavorato per molti anni come infermiera anestesista e poi come psicoterapeuta. Confrontandosi con la sofferenza, dice di aver imparato molto dai pazienti e dalla psicologia. Inizialmente cattolica, nel 1958 incontra padre Eugraph Kovalevski - fondatore della Chiesa ortodossa di Francia - che diventerà il suo maestro spirituale.  Si convertirà alla religione ortodossa prima di seguire un percorso spirituale giudaico-cristiano, aperto ad altre tradizioni. Nello stesso periodo trascorre due anni a studiare l'ebraico con Emmanuel Lévyne, un cabalista. Questi due insegnamenti, la teologia cristiana ortodossa e l'ebraico, hanno trasformato la sua vita e la sua visione del mondo. In seguito si è confrontata con la psicologia del profondo di Carl Gustav Jung e con la medicina psicosomatica del dottor Roger Vittoz.

Autrice di numerose opere di spiritualità, si è specializzata nello studio della tradizione ebraica e della Bibbia. Nel 2016 ha creato l'associazione Arigah ( vedi: https://www.arigah.com/ ) per garantire la trasmissione del suo lavoro, per riunire coloro che seguono il suo insegnamento e per gestire l'Istituto di Antropologia Spirituale creato insieme a Agnès Desanges a Angers nel 2010.   L'Istituto contribuisce alla nascita di una nuova antropologia, risvegliando l'uomo, tempio dello Spirito, alla sua dinamica spirituale, permettendogli di rispondere all'appello biblico di "Andare a Te" (Gn12, 1). Quando scopriamo il nostro io interiore, scopriamo anche il filo di luce che lega tutte le grandi tradizioni dell'umanità da migliaia di anni. 

È autrice di una ventina di libri che testimoniano la sua ricerca e il suo lavoro e ci portano nei nostri testi sacri e nei nostri miti fondanti attraverso il cammino interiore. Il suo bestseller è senza dubbio "La symbolique du corps humain" (Il simbolismo del corpo umano) scritto nel 1974.  Il corpo umano ha un linguaggio attraverso il quale esprime il suo piacere e la sua sofferenza, ma è anche un linguaggio in sé, un "libro di carne". Imparare a leggere il corpo significa ascoltare ciò che i grandi miti dell'umanità ci dicono sulla natura e sulla sottile funzione di ogni organo; Significa anche riscoprire l'Albero dei cabalisti, perché se l'uomo è "creato a immagine di Dio", l'immagine del suo corpo deve essere letta come il suo riflesso terreno.

Un altro importante testo è Una meditazione sulla morte (scritto nel 2023) dove l'autrice medita sull'avventura ultima della morte e sulla mutazione che avviene durante questo processo. Un'intervista sulla coscienza conclude questo libro sorprendente.

Le Tre Vie del Benessere: La Via del Cibo, La Via del Movimento, La Via della Spiritualità.

Siamo nati per vivere in salute e più a lungo. Lo dicevano i testi delle tradizioni più antiche e oggi, a distanza di millenni, è un tema che sta entrando a pieno titolo nel mondo della scienza e della medicina. La longevità felice e in salute è possibile: l’alimentazione e la cura del corpo possono fare molto per prevenire le malattie croniche. Precursore di questa visione è il medico Franco Berrino, già primario di medicina preventiva all’Istituto dei Tumori di Milano, autore di molte pubblicazioni scientifiche e degli studi sui “registri tumori” per mappare l’incidenza del cancro in Italia e in Europa.  

Secondo Franco Berrino è possibile vivere più a lungo senza soffrire delle grandi patologie croniche che affliggono le persone anziane, rendendole prigioniere delle medicine. Il diabete, il cancro, i problemi al cuore e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer sono fortemente legate allo stile di vita e da ciò che mangiamo. La speranza di sopravvivenza è aumentata: negli ultimi decenni, abbiamo guadagnato 10 anni di vita in più e ogni anno la speranza aumenta di tre mesi. È un dato impressionante, ma purtroppo il 90% degli anziani dipende da almeno un farmaco salvavita.

Nessuno può avere la certezza di non ammalarsi, ma si può fare molto per ridurne la possibilità. È un regalo che facciamo a noi stessi e ai nostri figli. La longevità in salute si ottiene scegliendo il cibo che mangiamo, e non facendoci scegliere dal cibo, praticando l’esercizio fisico e coltivando un percorso spirituale. Studi scientifici sulla meditazione hanno dimostrato, attraverso dei prelievi di sangue, che questa pratica incide sul Dna dei globuli bianchi: alcuni geni cambiano la loro funzione, attivandosi e spegnendosi. Ma, soprattutto, viene inibito il fattore NFkB, che stimola la produzione di sostanze infiammatorie nel corpo.
 L’alimentazione, lo yoga e la meditazione sono importanti per contrastare i processi infiammatori che fanno male al corpo e permettono di limitare tumori, patologie croniche e malattie autoimmuni. Comunque essere vegani non significa sempre mangiare bene.

L’infiammazione, che è che la risposta del nostro corpo alle aggressioni esterne, è alla base di tutte le malattie croniche, compreso il cancro. Molte malattie autoimmuni sono legate all’infiammazione dell’intestino e ad un’elevata permeabilità intestinale. Assorbiamo pezzi di proteine mal digeriti, danneggiando le cellule dell’intestino. È così nella celiachia. Anche la fibromialgia ha una componente autoimmune. O l’artrite reumatoide che si guarisce curando l’intestino.

Il processo infiammatorio dipende dal cibo spazzatura, dalla assunzione di carne e salumi, e da tutti i prodotti industriali che contengono sostanze che non c’entrano niente con il nostro corpo. I grassi saturi ricchi di colesterolo, il mais, il riso raffinato e il pane bianco. Anche lo zucchero provoca infiammazione: quando le molecole di glucosio si combinano le proteine del sangue si crea il fattore Age, si forma una sostanza appiccicosa che fa funzionare peggio le molecole del corpo. E da qui si è più esposti al rischio di ammalarsi.

L'infiammazione è provocata da una vita sedentaria e dallo stress, ma anche fattori esterni come l’inquinamento atmosferico. Lo studio sui “registri tumori” ha evidenziato che la prognosi del cancro e delle recidive peggiora nelle zone con più polveri sottili. Lo smog stimola la crescita delle cellule tumorali.

Per rimanere in salute dovremmo fare attività fisica, mangiare poca carne e soprattutto mangiare alimenti ricchi di polifenoli, che sono antinfiammatori, come i vegetali, i cereali integrali, l’olio extra vergine di oliva spremuto a freddo. Ippocrate raccomandava di bere l’acqua dell’orzo per combattere le malattie infettive.   Anche il digiuno è molto utile perchè attiva un processo anti-infiammatorio.
Ma non è solo l’alimentazione a favorire una vita più lunga: ci vuole un benessere psicologico e sociale. La felicità incide molto sulla nostra salute,  ma la felicità non deve essere cercata fuori di sé. L’aspetto spirituale ha una grande influenza, Nella società dei consumi, ci fanno credere che più cose abbiamo e più siamo felici. È esattamente il contrario. Tutte le tradizioni spirituali e i grandi profeti dell’umanità portano un unico messaggio: l’amore è la fonte della gioia, la felicità risiede dentro di noi.

Franco Berrino  è laureato in Medicina, si è specializzato in Anatomia patologica. Si è dedicato all’epidemiologia dei tumori: prima all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro in Africa e poi all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva. Tra i suoi libri più famosi: La Grande Via, Ventuno giorni per rinascere, Il Mandala della vita, La foresta di perle, Manuale della longevità felice.

Vedi:  https://lagrandevia.it/chi-siamo/    

Link all'articolo:  https://www.quotidiano.net/salute/franco-berrino-longevita-felice-restare-sani-con-il-buon-cibo-e-la-meditazione/       

Bodhicaryavatara - Una guida al sentiero buddhista del Risveglio

 La Bodhicaryavatara, è un testo scritto da Shantideva  è la guida essenziale per tutti quelli che si incamminano sulla via del Bodhisattva. 

"Quando reale e irreale non si presentano più alla mente, e in assenza di tutte altre possibilità, si verifica la pacificazione libera da qualsiasi supporto". 

Shantideva ( 685 d.C. - 763 d.C.)  )era un principe che nacque nel 685 VII secolo d.C.; un giorno incontrò un asceta che gli insegnò l'arte della meditazione, una meditazione particolare su Manjushri il buddha della conoscenza. Rinunciò così al regno e ai fasti della corte, per entrare all'illustre università buddhista di Nalanda; Studio ed assimilò tutto il contenuto dei Tre Canestri e scrisse sugli insegnamenti del Buddha due trattati sintetici il Compendio delle istruzioni e il Compendio dei sutra che tenne segreti.  E un giorno in presenza di tutti i monaci espose la Bodhicaryavatara - Una guida al sentiero buddhista del risveglio (una sintesi dei due trattati precedenti) . Il suo discorso fu trascritto dai Pandit (erudito, dotto, maestro, filosofo)  ed è uno dei testi base degli insegnamenti buddhisti.  Quel giorno Shantideva lasciò l'università e da allora condusse la vita di un asceta itinerante e di un perfetto bodhisattva.     

La storia di Shantideva, presentata da Mingyur Rinpoche https://www.youtube.com/watch?v=9v9wAQqagXE 

Di seguito sono riportare alcune frasi estratte dal testo.

  • - Come è difficile trovare libertà e ricchezze che permettono all'uomo di dare un senso alla sua vita!
  • - Quelli che vogliono eliminare la sofferenza dell'esistenza, Quelli che vogliono eliminare il malessere degli esseri, Quelli che vogliono gioire del benessere non dovrebbero mai rinunciare allo spirito del Risveglio. Lo spirito del Risveglio presenta due aspetti: da una parte l'aspirazione al Risveglio, d'altra parte l'impegno nel Risveglio.
  • - Quando gli emissari della morte mi prenderanno, a che cosa serviranno gli amici e i parenti? Solo i miei meriti mi garantiranno un rifugio. 
  • - Vittoriosi protettori dei mondi, dediti a soccorrere gli esseri, voi avete la forza di eliminare la paura e io prendo, da oggi, rifugio in voi. Prendo autenticamente rifugio anche nel Dharma che voi avete rivelato, e che dissipa le paure del samsara.   Io aspiro a superare la sofferenza.
  • - Colui che distrugge il benessere di un solo essere, distrugge il suo proprio benessere.
  • - Oggi, non ho nessuna malattia, ho il necessario per nutrirmi e all'orizzonte non c'è nessun pericolo, devo inizare a praticare perchè la vita è imprevedibile, non dura che un istante, e il mio corpo è effimero.  
  • - Buddha spiega che è più difficile di rinascere in una esistenza umana, che per una tartaruga di passare il suo collo in un cerchio sballottato dalle onde dell'oceano.
  • - Le emozioni negative non si trovano negli oggetti, nè nei sensi, nè nella coscienza. E allora dove si trovano per danneggiare tutti gli esseri?  Sono illusorie: scacciate dalla vostra mente tutte le paure e cercate di riconoscerle. Perchè farsi del male senza ragione?
  • - Attaccate l'elefante della mnte con la corda dell'attenzione: tutte le paure spariranno e tutte le virtù sbocceranno.
  • - Come trovare così tanto cuoio per ricoprire tutta la terra? Con il cuoio di una semplice scarpa si otterrà lo sesso risultato. Nello stesso modo, se non posso mettere sotto controllo la realtà esterna, è il mio modo di pensare che devo cambiare, a che serve vincere altre cose?
  • Nella vostra vita, trovate un amico spirituale, che è esperto nel cammino del Grande Veicolo ed eccelle nella disciplina dei Bodhisattva,  apprendete a seguire un maestro,  consultate i sutra, dove sono descritti i precetti; Leggete e rileggete i precetti e le pratica da fare in ogni istante. Applicate i precetti che avete letto al fine di proteggere le persone ordinarie.
  • - Cerchiamo in tutti i modi di coltivare la pazienza. 
  • - Questo nemico, la collera, è il responsabile di tutte le sofferenze, quello che si impegna a vincere la collera sarà felice in questa vita e nelle seguenti.
  • - Qualsiasi cosa succeda, non andrò a rovinare la mia gioia, in quanto la scontentezza non fa realizzare i desideri e distrugge i meriti.  E se c'è un rimedio, perchè dobbiamo essere scontenti? Se non c'è, a che serve arrabbiarsi?
  • - Se posso sopportare la mia sofferenza attuale, perchè non eliminare la collera che è la causa delle sofferenze infernali?
  • - Adesso, diventerò completamente padrone di me stesso, al servizio del mondo; Se la folla mi camminerà sulla testa, o cercherà di uccidermi, per la gioia dei protettori del mondo, non risponderò e non cercherò di vendicarmi. 
  • - E mai la soddisfazione di un re potrà offrire la buddhità che si ottiene contribuendo alla gioia degli esseri;  (...) l'aiutare gli esseri genera successo, felicità e fama in questa vita, senza parlare della buddhità a venire.   Nel samsara, la pazienza porta la bellezza, la salute e la fama, e una lunga vita, e i vasti piaceri dei sovrani universali. 
  • - Io vincerò tutto e niente mi vincerà!
  • - Quando il corpo e la mente sono isolati, la distrazione è impossibile, bisogna dunque rinunciare al mondo e liberarsi dai pensieri. Con l'attaccamento ai beni materiali non si rinuncia al mondo, il saggio prenderà il distacco da queste cose. 
  • - Amici un istante, l'istante seguente nemici, si irritano contro quello che dovrebbe fatr loro piacere; Come è difficile accontentare gli esseri umani!
  • - Elogio di se stessi, denigrazione degli altri, parole esaltanti il samsara; in breve la frequentzione degli esseri puerili non può che portare a degli atti negativi. (...) Fuggirò lontano dagli esseri puerili, E se mi incontrano, farò loro piacere. Senza stabilire dei legami profondi, resterò semplicemente cortese.
  • - Tutto quello a cui ti attacchi, si trasformerà in sofferenze mille volte più grandi. Il saggio dunque non si attacca, perchè dall'attaccamento nasce la paura, Come tutte le cose sono di natura effimera, siate fermi in questa comprensione.
  • - Quando me ne andrò, senza uno sguardo all'indietro, il cuore libero da ogni attaccamento, per stabilirmi in una grotta, un tempio vuoto che non appartiene a nessuno?
  • - Anche se alla nascita formano un tutto, la carne, le ossa e questo corpo saranno qua e là dispersi, a più forte ragione gli amici.  Noi siamo soli quando nasciamo e saremo soli quando moriremo, se nulla può condividere le nostre sofferenze, perchè avere degli amici che ci rallentano?
  • - Se non ci sarà nessuno presso di noi a disturbarci, niente ci distrarrà dalle evocazioni al Buddha e dalle nostre pratiche; andrò dunque a vivere da solo, in foreste deliziose, dove sarò felice,con poche preoccupazioni, e libero da ogni distrazione.
  • - Essere libero, senza il minimo attaccamento e senza nessun legame con persone e cose, ecco una felicità e una soddisfazione que Indra lui stesso avrebbe difficoltà a ottenere.
  • - Sforziamoci, prima di tutto, di meditare sull'uguaglianza di noi stessi con gli altri; poichè siamo uguali di fronte alla felicità e alla sofferenza; Proteggiamo, quindi, tutti gli esseri come noi stessi. (...) Nello stesso modo che mi proteggo contro le cose sgradevoli, anche più anodine, avrò la voglia di proteggere gli altri e trattarli con compassione.
  • - Tutta la felicità del mondo viene dalla ricerca della felicità degli altri, tutte le sofferenze del mondo vengono dalla ricerca della sua propria felicità.   Se non scambio in modo autentico la sofferenza degli altri in cambio della mia felicità, non riuscirò a raggiungere lo stato di bodhicitta e non sarò felice nel samsara. Senza rinunciare totalmente all"io" non ci si può liberare dalla sofferenza. 
  • - Impegnati senza riserve al servizio degli altri! Tu ne vedrai più tardi le virtù, in quanto la parola del saggio è infallibile. 
  • - Colui che vuole eliminare la sofferenza coltiverà la Conoscenza: Ci sono due verità: la verità relativa e assoluta. L'assoluto non rientra nel campo dell'esperienza e dell'intelletto, l'intelletto può spiegare la verità relativa.  (...) L'essere ordinario pensa che gli oggetti che percepisce sono la verità stessa e che essi non hanno niente di illusorio.  
  • - La bodhicitta stessa è samsara, a che cosa servono le pratiche del Risveglio?, Fino a quando le cause non saranno interrotte, l'illusione non cesserà.
  • - Se l'Io esistesse, avrebbe paura di questo e quello. Se non c'è l'Io, chi dunque può ancora avere paura?
  • - La sofferenza ha per causa l'orgoglio, alimentato dall'errore di percezione del sè, se voi pensate che non può essere abolita, non serve a niente meditare sull'inesistenza del sé.
  • - La mente non si trova nelle facoltà, nè negli oggetti, nè tra le due cose; la coscienza non è nè interna, nè esterna, e non si trova da nessuna parte; Quello che non si trova nè nel corpo, nè altrove, nè mescolata, nè isolata; non è niente. Per conseguenza gli esseri si trovano naturalmente oltre la sofferenza. 
  • - La sostanza primordiale designa l'equilibrio tra le tre qualità: la luce, l'attività e l'oscurità - dunque lo squilibrio è chiamato "Mondo".
  • - Così non c'è cessazione, nè realtà, di qualsiasi tipo, e tutti gli esseri animati sono liberi da nascita e cessazione.
  • - Così, le cose essendo vuote, che cosa c'è da acquisire o da perdere?

lunedì 12 agosto 2024

Yoga Terapia

 La Yoga terapia (cikitsā) è il processo che mette in condizione gli individui di progredire verso il miglioramento della salute e del benessere attraverso l'applicazione degli insegnamenti e le pratiche di yoga. In realtà “tutto lo yoga, in realtà, è terapeutico”.     

Lo yoga considera gli esseri umani come un sistema formato da più dimensioni, pur sempre un tutt'uno, soggetto a continua trasformazione: il corpo, il respiro, la mente, l'intelletto e le emozioni e la loro reciproca interazione.  Questa antica disciplina si fonda sul principio che è possibile influenzare positivamente la direzione del cambiamento all'interno della dimensione umana attraverso una pratica intelligente e adattata al singolo individuo. In questa ottica, lo studente riceve degli insegnamenti personali dall'insegnante, in un rapporto uno a uno. 


Secondo la tradizione, le pratiche di yoga comprendono āsana, prāṇāyāma, meditazione, mantra, canto, mudrā, rituali e uno stile di vita disciplinato. Lo yoga terapia  è quindi l'applicazione appropriata di questo insieme di insegnamenti in un contesto terapeutico al fine di sostenere una pratica yoga per aumentare la consapevolezza di sé e incanalare l'energia nella direzione degli obiettivi desiderati. 

Lo scopo dello yoga terapia include la riduzione, l'eliminazione o, eventualmente la gestione dei sintomi che causano sofferenza; il miglioramento della funzionalità generale dell’individuo; il sostegno alla prevenzione del ripresentarsi della malattia; il miglioramento della salute e del benessere. 

Il Maestro Krishnamacharya sosteneva che la prima forma di yoga, che comprende tutte le altre, è proprio lo yoga-cikitsā. Infatti, quest'ultimo rappresenta la base di tutti gli altri approcci: rakṣana (approccio yogico protettivo), śikṣaṇa (è l'atto di apprendere, di studiare, l'acquisizione di conoscenza, śakti (è il talento, le capacità che possono essere ulteriormente sviluppate grazie ad una corretta pratica di yoga) e adhyātmika (pratica yoga che si rivolge al sé, all'essenza, all'intensificazione di questo rapporto).

Cikitsā indica spesso il trattamento consigliato dal terapeuta (cikitsaka) ma, in un senso più ampio, si riferisce al desiderio del terapeuta di avere una piena comprensione di chi è malato e di riportarlo allo stato naturale dell'essere.
Per capire meglio cos’è lo yoga terapia può essere utile rifarsi alla differenza di significato tra curare e guarire, anche se i due termini, spesso, vengono usati scambievolmente.
“Curare” ha a che fare con il ripristino della salute, con l’assenza di sintomi, è il rimedio alla malattia. Si ripristina un’integrità nuova, diversa, relativamente migliore di quella che si aveva prima della malattia.
“Guarire” non è l’eliminazione dei sintomi ma piuttosto un percorso di integrazione che trascende l’aspetto fisico includendo quello mentale, emotivo e spirituale.

La malattia può essere curata ma questo non significa necessariamente che siamo guariti. E, a volte, raggiungiamo la guarigione sebbene la malattia non sia stata curata.
Lo yoga è la separazione dall'abitudine di associarsi alla sofferenza”.  E la realizzazione del kaivalya, la liberazione finale, rappresenta questa dissociazione, che consiste nella separazione dell'entità spirituale (puruṣa) da quella materiale (prakṛti), e porta al riconoscimento della vera natura dell'essere umano, il puruṣa.

La pratica dello yoga terapia richiede per l’insegnante di yoga una formazione specializzata che permette di maturare competenze idonee a promuovere un cambiamento positivo per l'individuo. Lo yoga terapia si avvale di alcuni insegnamenti dell'Ayurveda, di cui è parente stretto. Essendo parte di una tradizione viva, lo yoga terapia continua ad evolversi e adattarsi al contesto culturale in cui viene praticato e oggi si serve anche del contributo di discipline mediche contemporanee. La sua efficacia è validata da un numero crescente di ricerche e sperimentazioni che contribuiscono alla crescente comprensione e l'accettazione del suo valore come disciplina terapeutica. L’apporto dello yoga in ambito terapeutico è indubbio e spesso, come sostiene il Maestro Desikachar, gioca un ruolo complementare alle cure mediche, senza per questo sostituirle.

domenica 11 agosto 2024

I detti del saggio.

 I detti del saggio:

 

  •  “Quando credi in te stesso, tutto è possibile".
  •  “L'unico modo per crescere è uscire dalla propria zona di comfort”. 
  •  “Non aver paura di fallire, abbi paura di non provare”. 
  •  “Il dolore è temporaneo, l'orgoglio è eterno”. 
  • “Non lasciare mai che le tue paure limitino il tuo potenziale". 
  •  “Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo”. 
  •  “Non esistono fallimenti, solo risultati indesiderati”. 
  •  “Il fallimento non è un'opzione, ma solo un'opportunità per imparare”. 
  •  "Il successo non è per coloro che sognano, è per coloro che lavorano duro per arrivarci." 
  •  “Non importa quante volte cadi, rialzati sempre". 
  •  “Il momento migliore per agire è adesso".
  •  "Non lasciare che le opinioni degli altri definiscano il tuo valore".
  •  "Non ci sono limiti a ciò che puoi ottenere se ti impegni abbastanza".
  •  “Non lasciare che gli errori del passato ti fermino, usali come trampolino di lancio per un futuro migliore."
  •  “La mente è l'arma più potente che abbiamo."
  •  “Non importa quanto la vita ti colpisca duramente, l'importante è rialzarsi sempre.”
  •  “Il successo non si misura dalla quantità di denaro che hai, ma dalla felicità che trovi nella tua vita."
  •  "Non è mai troppo tardi per iniziare a vivere la vita alle tue condizioni." 
  •  "Il vero potere risiede nella mente e nel corpo quando lavorano insieme in armonia."  
  • Associatevi a coloro che vi renderanno un uomo migliore di voi. Accogliete coloro che possono migliorare voi stessi, gli uomini imparano mentre insegnano."
  • La solitudine è per per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo."
  • Il più potente tra gli uomini, è colui che ha se stesso in suo potere."    
  •  E' risaputo che le forme più acute di depressione si associano a una difficoltà nel provare e esprimere amore per gli altri e per se stesso. La depressione è un'incapacitò di amare.   

Sui passi del Buddha

Il seminario "Sui Passi del Buddha" si è svolto presso il monastero Dhagpo Kagyu Ling in Dordogna.   vedi:  https://www.dhagpo.org/     Esistono molti modi per classificare gli insegnamenti di Buddha che si svolsero per circa 45 anni. Uno dei più noti è i "tre giri della ruota del Dharma" o i "tre cicli di trasmissione del Dharma". Ogni giro è stato insegnato in un luogo diverso e in un momenti diverso della vita di Buddha.  


Il primo giro di trasmissione ebbe luogo nel Parco dei cervi a Sarnath (10 km a nord di Varanasi), ove si recò il Buddha con i suoi cinque compagni subito dopo aver raggiunto l'illuminazione, dando loro il suo primo insegnamento in cui espose la struttura di base della sua visione: le quattro nobili verità. È interessante che Buddha abbia usato il termine nobile (arya che designa un membro della nobiltà), pur abolendo il sistema delle caste e la struttura gerarchica all'interno della comunità monastica da lui fondata. Buddha usò questo termine per indicare che coloro che si sono liberati per sempre di un certo livello di sofferenza.  Insegnando in un Parco dei cervi, Buddha indicò simbolicamente che la comprensione dei suoi insegnamenti determina anche uno stato di pace. Le quattro nobili verità sono:  1- la verità della sofferenza,   2- le origini della sofferenza e l'inquitudine soggiacente alla nostra esistenza.  Il malessere si manifesta in atti e in emozioni perturbatrici. Esistono tre tipi di malessere: a- malessere del malessere, ossia il dolore dovuto a morte, malattia, vecchiaia.  b- il malessere del cambiamento, o del benessere che non dura. c- il malessere del condizionato, ossia non avere il controllo sul corpo, e sui cinque aggregati.    3- La verità della fine della sofferenza,  4- l'esistenza di un cammino per uscire dalla sofferenza. costituito da meditazione combinata con etica, azioni positive. Il percorso si può fare anche da soli esplorando il mondo e se stessi, ma è più difficile e la vita è corta.

Buddha tenne il secondo giro di trasmissione degli insegnamenti al Picco dell’avvoltoio, nei pressi di Rajagaha. Ciò avvenne in un momento particolarmente difficile della sua vita: la guerra infuriava nella sua terra natale, suo padre era morto in prigione. Inoltre Devadatta, cugino di Buddha, stava cercando di ucciderlo e creare uno scisma nella comunità monastica buddhista.
Il secondo giro tratta principalmente ciò che è noto come Sutra Prajnaparamita, Sutra della perfezione della saggezza, che espone il tema della vacuità, del vuoto e delle fasi per acquisire la consapevolezza discriminante di questo. Il vuoto è la totale assenza di modi impossibili di esistere, come l'esistenza concreta e indipendente.

Il terzo giro di trasmissione
ebbe luogo a Vesali, e fu in questo luogo che finalmente accettò di fondare l'ordine delle monache. Il Vajji era una repubblica povera, quindi è significativo che l'ordine delle monache abbia avuto inizio in un ambiente egualitario, un luogo in cui l'ordine elitario e conservatore dei brahmini non era così forte.   Il terzo ciclo si riferisce agli insegnamenti della scuola mahayana della Sola mente, Cittamatra. La nostra percezione e i fattori mentali provengono dalla stessa fonte originale – un seme karmico o una tendenza alla nostra coscienza fondamentale. Per questo motivo, possiamo solo stabilire l'esistenza di qualcosa in relazione a una mente che lo sta pensando, vedendo o descrivendo. In virtù della natura di Buddha tutti gli esseri sono uguali, sia uomini, sia donne; e devono impegnarsi a fondo per raggiungere l'illuminazione. Nella mente c'è dispersione, pensiamo a qualcosa e immediatemente passiamo ad altro.  Con la meditazione la mente diventa calma, chiara e riposata, e si arriva a familiarizzare con il funzionamento della mente. Occorre lasciare la mente aperta, e osservare il flusso dei pensieri che sorge e che passa, come le nuvole nel cielo. 

I testi sacri del Buddhismo sono raccolti nel Canone pāli, nel Canone cinese e nel Canone tibetano, in base alla lingua. Includono gli insegnamenti, i sermoni, le parabole e i detti del Buddha, le regole di vita per monaci e laici e gli approfondimenti sulla dottrina.

Il Tripiṭaka, nome sanscrito del canone pali del buddhismo, è considerata la raccolta più antica e la più completa degli insegnamenti del Buddha. E' divisa in tre parti (i tre canestri): il Vinaya-piṭaka, che riguarda la disciplina e le regole della vita monastica, etica e condotta, questi insegnamenti sono trasmessi da maestro a discepolo; il Sutta-piṭaka, che contiene varie raccolte di discorsi del Buddha, rielaborati e in parte anche versificati; sono insegnamenti sulla concentrazione e sulla meditazione e trasmessi per iscritto,  e l’Abhidhamma-piṭaka («canestro della religione superiore»), di carattere dottrinale e metafisico; sono  insegnamenti sulla natura dei fenomeni, sui cinque aggregati, e sono trasmessi per iscritto.. Il canone si è costituito durante il regno di Aśoka e ha assunto la sua forma sostanzialmente, seppure non assolutamente, definitiva a Sri Lanka intorno al 1° sec. a.C. ed è il riferimento del buddismo Theravada, la dottrina degli anziani.   Puoi trovare i testi al seguente indirizzo:  https://www.canonepali.net/

Le scritture buddhsite parlano di mille Buddha (vedi:  https://it.scribd.com/document/382951047/Names-of-the-1000-Buddhas). La nostra età porta il nome di "benedetta", perché essa ha già avuto quattro Buddha, l'ultimo dei quali fu Sakyamuni ( o Gautama,  il Buddha storico vissuto 500 anni A.C) e sarà fra tremila anni allietata dalla comparsa del quinto, Maitreya, il futuro Buddha. Il Buddha è caratterizzato dall'assenza di io. Non c'è un culto di Buddha ma un rispetto delle sue qualità, perchè tutti possono diventare Buddha.  La statua di Buddha è vista come un supporto alla meditazione e al cammino spirituale.

Il veicolo di base Theravada ha come obiettivo di liberarsi in fretta, e il percorso è focalizzato sulla liberazione e sulla figura dell'Arath.  Il Theravada è l’unica delle correnti sopravvissute fino ad oggi ed è la scuola più vicina al buddhismo originario, pur non identificandosi completamente con esso. Il nome Theravada, è più corretto di Hinayana (piccolo veicolo), infatti si compone di due parti: thera – “anziani” – e vada – “dottrina”- , da cui  “dottrina degli anziani”.  Gli arhat sono coloro i quali hanno raggiunto il nirvana. Gli Arhat praticano solo per loro stessi, per raggiungere il Nirvana il prima possibile, al contrario invece dei Bodhisattva.

Il grande veicolo Mahayana considera l'insieme degli esseri sensienti, e l'obiettivo è portare l'essere umano al pieno e perfetto Risveglio, arrivare alla liberazione dal Samsara e sviluppare una vasta compassione verso gli esseri sensienti. Insegnare agli essere sensienti il parinirvāṇa, che è un termine proprio del Buddismo con cui si indica la cessazione dell'esistenza dei cinque aggregati, che costituiscono l'esistenza psicofisica dell'individuo, alla morte di un Buddha o di un Arhat.

Esistono 7 guardiani del veicolo di base. All'epoca del 5 guardiano gli eruditi si riunirono per un primo congresso,  all'epoca del 7 guardiano gli insegnamenti furono messi per iscritto.

Il Primo Concilio Buddista si tenne nel V secolo a.C., il   Secondo Concilio Buddista nel 383 a.C., il Terzo Concilio Buddista (circa 250 a.C. prima di questo concilio l'imperatore Aśoka aderisce al buddhismo e il buddhismo si propaga in tutta l'India.   Con il Quarto Concilio inizia la scissione tra le varie correnti del buddhismo, in quel periodo ci furono due Congressi nel 29 a.C. e  poi 100 d.C.  Durante questi due congressi gli insegnamenti furono trascritti in sanscrito, la lingua più diffusa in India. Nel I secolo d.C  iniziano a diffondersi le istanze del buddhismo Mahayana che per segnare la differenza, indicò con Hīnayāna ("piccolo veicolo" o "veicolo inferiore") tutte le altre scuole, tra cui sia i Theravāda sia i Sarvāstivāda. Ciò nonostante, la scuola condivise la decisione di tradurre in sanscrito le proprie scritture (precedentemente in dialetto gandhari). 

Dal VII secolo il buddhismo Mahayana inizia a diffondersi in Tibet e in Afganistan con il nome di Vajrayāna ("veicolo di diamante"), detto anche buddismo tantrico, un approccio basato sui sutra e sui tantra, Rispetto al Mahāyāna non introduceva (almeno nella sua forma iniziale) nuove prospettive filosofiche, quanto piuttosto nuove pratiche (upaya) mutuate dal Tantra induista. La scuola fu introdotta in Tibet da Padmasambhava, che fondò la variante conosciuta poi come buddismo tibetano.  Si parte dal risultato del risveglio, un percorso più rapido ma più difficile.  I tre principi base su cui si basano gli insegnamenti sono:  essere consapevoli dell'esistenza condizionata, sviluppare la Bodhicitta e la comprensione della vacuità.    Bodhicitta è un termine proprio del Buddhismo Mahāyāna che indica l'intenzione del Bodhisattva di conseguire l'illuminazione per la salvezza di tutti gli esseri senzienti. La parola è la combinazione delle parole sanscrite bodhi e citta, e può essere tradotto come Coscienza dell'Illuminazione o Spirito del Risveglio.

A partire dall'XI secolo, con l'arrivo dei Turchi in India e la distruzione di Nalanda la scuola Mahāyāna subì un rapido declino e sparisce dall'India. Sri Lanka, da sempre roccaforte del buddismo Theravāda, assunse un ruolo centrale. All'aumentare dell'influenza politica e commerciale dell'isola seguì naturalmente quella della scuola Theravāda nel vicino Sud-Est asiatico e il buddhismo Theravada si sviluppò nei Paesi Vicini: Thailandia, Cambogia, Laos, Birmania, ecc... 

Nell'XI secolo molti studiosi tibetani andavano in India per ricevere la trasmissione diretta degli insegnamenti da Maestri indiani. E' molto importante l'autenticità degli insegnamenti, anche in Occidente.    Le scuole del buddhismo Vajrayana sono le seguenti:
-  L'ordine Nyingmapa (gli Antichi). La scuola appunto più antica, stabilita nel sec. VIII E.C., rivendica di discendere da Padmasambhava, il “nato dal loto”, anche detto Guru Rinpoche, “il maestro prezioso” che introdusse il tantra buddhista nel Tibet e che viene considerato come un secondo Buddha.
-  L’ordine Sakyapa (la Terra chiara). Nel sec. XI Virupa, un potente maestro tibetano, trasmette il suo insegnamento tantrico al tibetano Drokmi Shakya Yeshe, che a sua volta ebbe come discepolo un appartenente della famiglia Khon, Köntchok Gyalpo (o Konchog Gyalpo: 1034-1102).
-  L'ordine Kagyupa (la Via della Trasmisione orale) fu fondato da Marpa (discepolo di Naropa, che fu discepolo a sua volta di Tilopa) ed è diventato famoso con il suo discepolo Milarepa, il più famoso e potente degli yoghin tibetani, celebre per i suoi poteri magici. Il suo insegnamento segue un itinerario di sei veicoli di cui la vetta è il Grande Sigillo (mahamudra) – l’unione della vacuità e della chiara luce. Il più conosciuto discepolo di Milarepa, fu Gampopa (1079-1153).
-  La scuola Gelugpa ( i virtuosi). Il Buddhismo viene rivitalizzato in Tibet dal Lama Tzong Khapa (o Tsongkhapa) nel 1400 (inizio del sec. XV) che fonda la scuola dei cosiddetti berretti gialli, i Gelugpa (a questa tradizione appartiene il Dalai Lama), dal berretto che i monaci portano per distinguersi dalle altre scuole che hanno un berretto rosso. I copricapi dei primi eruditi (pandita) buddhisti sarebbero stati gialli, colore che evoca la terra e la stabilità.  

Vicino alla statua del Buddha di solito ci sono ritratti di importanti maestri che hanno garantito la trasmissione del Dharma, come l'indiano Tilopa, Narupa (uno yogi), Marpa (un contadino), Milarepa (uno yogi), Gangopa, ecc.   Il Buddha è rinato uomo e principe per essere più facilmente ascoltato; Comunque nella storia del buddhismo ci sono state anche diverse donne realizzate.

Audacia e Compassione - Dilgo Khyentsé

Il testo Audace et Compassion di Dilgo Khyentsé (prima edizione del 1993) riprende gli insegnamenti sulla mente e la bodhicitta del maestro indiano Atisha (982-1054 maestro all’università Vikramashila e adepto della regola monastica) e del maestro tibetano Ngultchou Zangpo (1295-1369).  discepoli di Atisha fondarono la scuola Kadampa e il principale discepolo fu Dromteunpa che trasmise gli insegnamenti a Tchékawa Yéshé Dorjé  che li racchiuse in un poema L’Entrainement de l’esprit en sept point, (un testo radice).        

 

Questi insegnamenti  sono stati trasmessi fino ai nostri giorni da una catena ininterrotta  di maestri e sono utilizzati in tutte le tradizioni buddhiste. Sono utilizzati nella tradizione Gelugpa che insegna il cammino graduale dei tre livelli di comprensione e dei tre aspetti principali della via, nella tradizione Sakyapa detta della via e del frutto che prepara alle tre visioni,  nella tradizione Kagyupa che include anche gli insegnamenti orali di Milarepa (1052-1135)  sul Mahamoudra, nella tradizione Nyingmapa associata alla determinazione di liberarsi dal ciclo delle esistenze.    Il maestro di Milarepa è stato allievo di Marpa (1012-1097) che riportò dall’India numerosi tantra e  impiantò in Tibet gli insegnamenti della tradizione Kagyu. Il discepolo più celebre di Milarepa è stato Gampopa (1079-1153) che fu il fondatore dell’ordine monastico Kagyu e della tradizione Dakpo Kagyu.  Altri personaggi molto importanti per lo sviluppo del buddhismo sono stati: - Nagarjuna che visse nel III secolo e contribuì a diffondere il buddhismo in India.  - Shantideva (690-760) che è stato un celebre maestro indiano, membro dell’università di Nalanda e la sua opera maggiore è La marche vers l’Eveil un testo molto studiato nel mondo buddhista.

(Nota:  Shantarakshita, abate dell’università di Nalanda andò a insegnare il buddhsimo in Tibet intorno al 762, ma fu contrastato da demoni e spiriti locali.  Il re e Shantarakshita invitarono allora Guru Rinpotché che sconfisse le forze negative e permise al buddhismo di diffondersi e brillare in Tibet.)

Il poema L’Entrainement de l’esprit en sept point (l'allenamento della mente in sette punti) in sintesi : Considerate tutto come un sogno, dopo la meditazione considerate tutti i fenomeni come illusioni, utilizzate il respiro come supporto, prendete su di voi la sofferenza, trasformate le avversità nella via del Risveglio, la vacuità è la protezione suprema,  Non giudicate le azioni degli altri, non aspettate un risultato delle vostre azioni, non rispondete agli insulti, non sottolineate le debolezze degli altri, non abbiate dei secondi fini nel compiere le azioni.  Non dipendete dalle condizioni esterne, fate quello che è importante, e siate costanti nella pratica.

Il testo inizia con un omaggio a Tchenrézi (in tibetano) o Avalokiteshvara (in sanscrito), il Bodhisattva della compassione perfettamente preparato al triplo allenamento: disciplina, concentrazione e saggezza.

E’ grazie al maestro Padmasambhava (VIII secolo) che l’insieme del Dharma (sutra e tantra) si è potuto diffondere in Tibet.  Sono tre i cicli di insegnamenti del Buddha (ogni insegnamento corrisponde a un giro di ruota): 1- il cammino che porta alla fine della sofferenza, 2- la vacuità, 3- l’unione della vacuità e della saggezza.

Quelli che vogliono arrivare al Risveglio devono praticare la bodhicitta relativa ( soprattutto i debuttanti ) e assoluta.  Per poter iniziare questo percorso occorre padroneggiare sia la comprensione della vacuità, sia la compassione.

Come preliminare agli insegnamenti bisogna esaminare tre punti: la preziosa vita umana (caratterizzata da 18 aspetti: - 8 libertà, 5 ricchezze estrinseche e 5 intrinseche), l’impermanenza e il tormento del samsara.

La base per ottenere il Risveglio è la fortuna di avere una esistenza umana, ma ascoltare gli insegnamenti non ci libera dal samsara, dobbiamo riuscire a metterli in pratica.  Dobbiamo iniziare a praticare il prima possibile, coltivare le virtù, controllare la mente, dare il meglio di noi per abbandonare il male e coltivare il bene. Le esperienze di benessere o sofferenza sono i risultati di atti positivi o negativi.

Prendete rifugio nei tre gioielli e meditate sul Risveglio, considerate che tutti gli atti che voi fate con il corpo, la mente e la parola sono destinati a tutti gli esseri, vasti come lo spazio.

Bodhicitta assoluta.  Considerate tutte le cose come un sogno, Non c’è che una sola cosa nell’esistenza che sia stabile o che duri: tutto è Impermanente. Senza una comprensione profonda di questo concetto e dell’ineluttabilità della morte è difficile praticare gli insegnamenti sacri.  E’ la mente che crea l’illusione, prendendo per reale quello che non è.  Ma la mente stessa esiste?  Il testo radice riporta la seguente frase: “Analizzate la natura non-nata della coscienza risvegliata”.       Se voi analizzate la mente, vedrete che la mente non ha un inizio, né una fine, non può essere trovata né dentro, né fuori dal corpo, e non esiste come una cosa.  La mente che pensa “io” è totalmente sprovvista di esistenza e di carattere sostanziale.

Quando avremo veramente realizzato la vacuità, come Milarepa (1052-1135), non saremo soggetti al dolore e alla sofferenza.  Non saremo sofferenti per il  caldo, il freddo, o per la puntura di insetti.  Dopo la meditazione i fenomeni saranno considerati come illusioni.

Bodhicitta relativa.  Noi attribuiamo una grande importanza ai nostri pensieri e a quello che consideriamo il mio corpo, la mia mente, ecc.  Il primo passo del cammino verso la bodhicitta è quello di apprendere a ignorare noi stessi.  Noi otterremo il Risveglio quando saremo capaci di preoccuparci degli altri come di se stessi, in questo modo anche se rimaniamo nel samsara, saremo liberi da ogni preoccupazione.  E’ grazie a vostra madre che disponete di una preziosa vita umana, e solo per questo dovremmo sentire verso di lei una infinita riconoscenza e prendersi cura dei genitori anche in tarda età.

I bodhisattva vengono al mondo per portare il bene di tutti gli esseri. L’essere capaci di scambiare il nostro benessere contro la sofferenza degli altri è il cuore della pratica, e questa difficile pratica sarà facilitata dal respiro, quando espirate, tutto il vostro benessere va agli altri, quando inspirate assorbite tutte le sofferenze degli altri.  Solo praticando con disciplina per anni riuscirete a familiarizzare con questo concetto. In Tibet questo scambio si chiama tonglen. Questo aspetto è rafforzato recitando delle preghiere di fronte a Maestri o statue del Buddha.Un altro aspetto importante della pratica è liberarci dai tre veleni: l’attaccamento alle persone e agli oggetti che ci piacciono, la collera verso persone e situazioni antipatiche e l’ignoranza nelle situazioni neutre. 

L’altro passo importante è passare dalla bodhicitta in intenzione alla bodhicitta in azione, utilizzando le situazioni difficili come via verso il Risveglio.  Il vero ostacolo alla liberazione e al Risveglio è l’attaccamento all’ego.  Non dovremmo continuamente essere ripiegati su se stesi  ma mostrarci generosi verso gli altri, cercare di liberarli dalla sofferenza.   Tutte le sofferenze, le malattie, cattivi pensieri sono il risultato dell’attaccamento all’io.     Dovremmo rispettare tutti gli esseri nella stessa maniera, andare all’incontro dell’altro senza fare emergere avversione, invidia, indifferenza.  Dovremmo ripeterci la seguente frase: “I miei problemi e i miei mali dipendono da me, il mio benessere e le mie qualità dipendono dagli altri”.

Se cerchiamo l’origine dei fenomeni, quali sono le cause, e a che cosa somigliano le emozioni vedremo che non c’è niente da trovare, questa assenza è il Corpo assoluto, non nato o dharmakaya. Anche la mente è introvabile, perché è vacuità. La vacuità è la protezione suprema, le apparenze illusorie sono percepite come i quattro Corpi.  Facciamo buon uso delle situazioni avverse e meditiamo sinceramente.

Il miglior metodo per la bodhicitta in azione è quello delle quattro pratiche: l’accumulazione (fare offerte), la purificazione ( essere pentiti di azioni negative, manifestare la determinazione a migliorare, meditare sulla vacuità), le offerte alle forze negative (quando provo dolore, mi esercito alla pazienza) e le offerte ai protettori del Dharma (chiediamo ai Maestri di aiutarci a considerare tutti gli esseri in modo positivo) .

La bodhicitta si sviluppa in colui che possiede le cinque forze: la risoluzione e la determinazione, la familiarizzazione con la meditazione, l’accumulazione dei meriti e grani positivi, il disgusto (applicare un antidoto prima che l’attaccamento all’ego prenda il sopravvento) e l’aspirazione al raggiungimento del Risveglio.   Le cinque forze sono come la sillaba "Houng" che nei suoi cinque costituenti riunisce tutti gli insegnamenti.  Le istruzioni del Mahayana per prepararci alla morte sono le cinque forze. Nel momento della morte, ci si distende sul lato destro, la testa posata sulla mano destra, espiriamo tutto il benessere e lo offriamo a chi soffre, inaliamo tutte le malattie e le emozioni negative degli esseri per prenderle su di noi. Poi ci si fisserà sul carattere illusorio del samsara e del nirvana che sono simili a sogni, scopriamo che tutto è una percezione della mente. La dove niente esiste, non c’è ragione di aver paura.

Il Buddha ha dato gli 84000 insegnamenti , tutti destinati a sottomettere l’attaccamento all’ego.  Si riconosce l’uso corretto del Dharma dalla capacità più o meno grande di disfarsi dell’ego.  L’attaccamento all’ego è tale che se noi possediamo delle piccole qualità le troveremo immense, e non notiamo i nostri difetti. Se dopo un attento esame, potremo congiungere le mani davanti al petto e pensare onestamente che tutte le nostre azioni sono giuste, è il segnale che cominciamo ad acquisire dell’esperienza nell’allenamento della mente.  Se noi vediamo delle persone nella sofferenza mentale o fisica, o in preda alle avversità dovremmo imparare a prendere su di noi i loro mali.  I Bodhisattva si riconoscono dai seguenti segni esteriori: calma e serenità che ne attestano la saggezza,  l’assenza di emozioni negative che mostra il progresso sulla via, la perfezione che scaturisce dalle virtù e dagli atti virtuosi.

I tre principi generali sulla base dei quali bisogna adattare il nostro comportamento sono: il rispetto degli impegni legati all’allenamento della mente, l’assenza di ostentazione, e l’imparzialità. Facciamo in modo che le nostre parole e i nostri atti siano conformi all’insegnamento e l’amore e la compassione siano universali e identici per tutti gli esseri.  L’allenamento della mente deve essere fatto con discrezione senza ostentamento, non bisogna parlare dei difetti degli altri, non avere opinioni sull’atteggiamento delle persone, si deve lavorare soprattutto sulle emozioni principali senza sperare in un risultato, non si deve rispondere agli insulti e non si devono sottolineare le debolezze altrui.  Durante tutta la giornata si deve tenere a mente il concetto di bodhicitta, e cercare di individuare se c’è qualche segnale di miglioramento in noi.  Il corpo, la mente e la parola devono essere consacrati a delle attività positive e la meditazione deve essere dedicata all’amore e alla compassione.  Il Dharma ha due aspetti: l’insegnamento e la pratica, spesso molte persone ascoltano gli insegnamenti, ma poche sono quelle che passano agli atti.   Il Dharma  è sintetizzato in queste poche righe:  "Tchenrézi personifica tutti  i yidam (storie);  un mantra, Mani è la quintessenza di tutti i mantra;  un insegnamento, la bodhicitta ingloba tutte le pratiche di sviluppo e di perfezione; conoscendo quello per cui tutto è liberato; recitate il mantra in sei sillabe". La pratica assidua delle istruzioni del nostro maestro renderà la nostra comprensione sempre più profonda.

Questo libro è un allenamento alla Bodhicitta ed è il condensato degli 84.000 insegnamenti del Buddha. Forse non saremo capaci di esercitare perfettamente la bodhicitta, ma la pratica contribuirà alla nostra felicità in questa vita.  Tra gli  insegnamenti vasti e profondi troviamo il Mahamudra e il Dzoktchen.

La gioia di vivere - Amadio Bianchi

"Affermo che uno e indivisibile è lo yoga anche se oggi ci appare in tante forme e con tanti nomi" - Amadio Bianchi      "Esiste una sola verità, ma i saggi la chiamano con diversi nomi"

Il testo La gioia di vivere. Con lo yoga e la yoga terapia  è stato pubblicato nel 2013 ed è stato scritto dal Maestro Amadio Bianchi, il presidente della federazione europea di Yoga.     

Nel periodo attuale, l'uomo molto confuso. la via fallimentare capitalista ha condotto l'uomo verso la povertà spirituale. Il presidente dell'Uruguay José Alberto Mujica nel giugno 2012 al G20 ha affermato "Dobbiamo rivedere il modo di vivere, lo sviluppo non può essere contro la felicità!" Autorevoli statistiche prospettano dati inquietanti, il 90% o più delle persone sta male, e l'umanità si ritrova attualmente ad essere globalizzata nel malessere. La felicitò o la liberazione dalla sofferenza (moksa) è il principale obiettivo dello yoga, ossia liberare l'uomo dall'identificazione del soggetto nell'oggetto mediante la discriminazione. Altro obiettivo è quello dell'unità nella diversità, ciò nel rispetto e nell'amore per la diversità. Nessun politico porta avanti nei suoi programmi l'obiettivo della realizzazione della felicità. La tristezza, come l'Oriente insegna,  viene somatizzata dalle persone che poi sviluppano patologie di vario genere (7 persone su 10 soffrono per disturbi di origine non fisica). La vita è per la sua struttura psico-somatica senza eccezioni e coinvolge corpo e mente. Purtroppo l'uomo oggi si identifica in indotti futili bisogni.  

Uno dei segreti per essere felici è quello di utilizzare correttamente i doni che la natura ci ha messo a disposizione, come il corpo e la mente. Lo yoga aiuta a gestire la mente; nel testo di Patanjali si legge:  "Yogah cittavrtti nirodhah: lo yoga è controllo delle modificazioni mentali". . Nei versi seguenti viene indicato il cammino per arrivare al controllo della mente. Lo yoga è unione, si può dare un senso alla vita quando le due componenti, fisica e mentale arrivano ad operare in maniera congiunta. Se non c'è questa sinergia, armonia tra mente, corpo, respiro e energia non c'è yoga.  Patanjali indica il percorso per arrivare alla liberazione e conoscenza.  

La meditazione, una delle fasi finali del percorso, permette di sperimentare il mentale nel tentativo di superarlo e giungere a stadi "sovraordinari" di contemplazione che coincidono con stati di coscienza diversi da quelli comuni, nei quali l'uomo si identifica con il contenuto della sua mente.     

Le vie indiane sono impegate da millenni nel tentativo di riportare l'uomo nel presente. La maggior parte dei maestri propone il vairagya o distacco. Ossia arrivare a contemplare il proprio mentale, senza venirne coinvolti, poi si passa a contemplare gli strati più profondi del subconscio e dell'inconscio. La via della liberazione e conoscenza permette di trascendere il mentale, e arrivare a conoscere la natura essenziale e reale delle cose, non più rivestite dalla sovrastruttura dell'ego. L'ultimo stadio di questo processo di concentrazione e coscienza viene chiamato samadhi. Uno stato di perfetta trascendenza, non duale ed estatica, che permette di fare esperienza del Brahman (del Tutto).  

Lo yoga è in grado di apportare meravigliosi cambiamenti nella personalità di un individuo e permette di vivere in maniera più consapevole e equilibrata. 

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...