martedì 27 agosto 2024

Oltre la rabbia e l’orgoglio: Il sultano e San Francesco - La risposta di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci

In seguito agli attacchi alle Torri Gemelle, Oriana Fallaci ruppe un silenzio durato dieci anni. Il 29 settembre 2001, la giornalista fiorentina lanciò la sua invettiva contro il fondamentalismo islamico e l’Occidente troppo tollerante dalle colonne del Corriere della Sera. Seguì una trilogia: La rabbia e l’orgoglio (2001), La forza della ragione (2004), Oriana Fallaci intervista sé stessa (2004).


La giornalista, “arrabbiata d’una rabbia fredda, lucida, razionale”, si lasciò andare a pensieri dirompenti, che divisero l’opinione pubblica italiana. Si scagliò contro il multiculturalismo, mettendo in guardia di fronte alla “fandonia dell’Islam moderato”. Descrisse i musulmani come una civiltà “che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate”. Bollò il Corano come un libro in cui, in qualunque edizione lo si legga, rimangono “la poligamia, la sottomissione, anzi, la schiavizzazione della donna.    

Oggi, purtroppo, dopo l'invasione di Putin dell'Ucraina il 7 febbraio 2022 e dopo la vendetta di Israele, in seguito alla strage di civili perpetrata il 7 ottobre 2023 da combattenti di Hamas, la RABBIA e la GUERRA sono di nuovo di estrema attualità.  

Tuttavia, prese di posizione come “Rabbia e orgoglio” non ci aiuteranno a sconfiggere il terrorismo, nè a trovare soluzioni di problemi ancestrali come in Ucraina e Palestina. Solo con il dialogo e la comprensione dell'altro punto di vista si può cercare di arrivare a una soluzione accettabile, vedi il caso del SUD AFRICA. Dopo decenni di violenza e repressione, morti e vendette, la situazione venne affrontata dal presidente Frederik Willem De Klerk, leader afrikan del National Party, che il 2 febbraio 1990 riabilitò tutti i gruppi politici di opposizione al regime, compreso l'ANC. Nelson Mandela venne liberato l'11 febbraio 1990 e si arrivò ad una riconciliazione nazionale.

Questo era anche il pensiero di Tiziano Terzani in “Il Sultano e San Francesco”, una lunga lettera aperta indirizzata alla Fallaci nell’ottobre 2001 (l’8 ottobre venne pubblicata sul Corriere della Sera).  Terzani usò espressioni dure nei confronti di Oriana, scrivendo: “Nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana – la ragione; il meglio del cuore – la compassione”.

A detta del giornalista e scrittore, la collega si era comportata in maniera irresponsabile: grazie alla sua notorietà, la sua “brillante lezione di intolleranza” era arrivata dritta nelle scuole, influenzando tanti giovani e servendo a “risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto”.

Terzani chiese inoltre alla giornalista fiorentina se non le sembrasse di esagerare indicando “le comunità di immigrati musulmani da noi come incubatrici di terroristi”. E le rimproverò: “Le tue argomentazioni verranno ora usate nelle scuole contro quelle buoniste, da libro Cuore, ma tu credi che gli italiani di domani, educati a questo semplicismo intollerante, saranno migliori? Non sarebbe invece meglio se imparassero a lezione di religione anche cosa è l’Islam?”

Terzani criticò poi la Fallaci perché completamente disinteressata a capire le ragioni dei terroristi. “A te, Oriana, i kamikaze non interessano. A me tanto invece… I kamikaze mi interessano perché vorrei capire che cosa li rende così disposti a quell’innaturale atto che è il suicidio e cosa potrebbe fermarli”, scrisse Terzani.

Scrisse: “Non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire. Capire; perché io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi ma eliminando le ragioni che li rendono tali”. Come il richiamo alla guerra della Fallaci, anche il messaggio di pace e tolleranza di Terzani provocò profonde divisioni nell’opinione pubblica. Tuttavia, le misure che verranno prese per arginare la minaccia terroristica non potranno non seguire il suo invito a “rifiutare il semplicismo intollerante”. Altrimenti, le tensioni non si assopiranno e la violenza terroristica tornerà a esplodere.

Gandhi diceva: "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficle che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me".  Ci vorrebbe un San Francesco ai tempi delle crociate. Il suo interesse era per gli "altri" per quelli contro i quali combattevano i crociati. Durante la quinta crociata, amareggiato dal comportamento dei crociati, sconvolto dalla vista dei morti sul campo di battaglia attraversò le linee del fronte. Fu catturato, torturato e portato al cospetto del sultano, era il 1219, peccato che non ci fosse ancora la CNN, perchè sarebbe interessantissimo rivedere quell'incontro. Dopo una chiacchierata che durò tutta la notte, al mattino il sultano lasciò che Francesco tornasse, incolume, all'accampamento dei crociati. San Francesco parlò di Cristo, il sultano lesse parti del Corano e alla fine si trovarono d'accordo sul messaggio "Ama il prossimo tuo come te stesso".  Mi diverte immaginare, che si lasciarono di buon umore sapendo che comunque non potevano fermare la storia.   Ma non possiamo rinunciare alla speranza. Anche Einstein divenne sempre più convinto della necessità del pacifismo. 

Chalmers Johnson, un vecchio accademico della Berkeley University, un uomo certo non sospetto di anti-americanismo o di simpatie sinistrorse, dà di questa storia una interpretazione completamente diversa: «Gli assassini suicidi dell’ 11 settembre non hanno attaccato l’America: hanno attaccato la politica estera americana» ( scrisse  nel numero di The Nation uscito in ottobre 2001).

«Noi abbiamo tutte le prove contro Warren Anderson, presidente della Union Carbide. Aspettiamo che ce lo estradiate», scriveva in quei giorni dall’India agli americani, ovviamente a mo’ di provocazione, Arundhati Roy, la scrittrice di Il Dio delle piccole cose: una come te, Oriana, famosa e contestata, amata e odiata. Come te, sempre pronta a cominciare una rissa, la Roy ha usato la discussione mondiale su Osama bin Laden per chiedere che venga portato dinanzi a un tribunale indiano il presidente americano della Union Carbide, responsabile dell’esplosione che nel 1984, nella fabbrica chimica di Bhopal, in India, fece 16.000 morti. Un terrorista anche lui? Dal punto di vista di quei morti forse sì. Il terrorista che ora ci viene additato come il «nemico» da abbattere è il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell’Afghanistan, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’ingegnere-pilota, islamico fanatico, che in nome di Allah uccide sé stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo a una folla.
Dobbiamo però accettare che per altri il «terrorista» possa essere l’uomo d’affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione e inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci più i campi per far crescere il riso la gente muore di fame? Questo non è relativismo. Voglio solo dire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, può esprimersi in varie forme, a volte anche economiche, e che sarà difficile arrivare a una definizione comune del nemico da debellare.

Per il momento non ci sono state in Europa dimostrazioni di massa per la pace; ma il senso del disagio è diffuso, così come è diffusa la confusione su quel che si debba volere al posto della guerra. «Dateci qualcosa di più carino del capitalismo», diceva il cartello di un dimostrante in Germania. «Un mondo giusto non è mai NATO», c’era scritto sullo striscione di alcuni giovani che marciavano giorni fa a Bologna. Già. Un mondo «più giusto» è forse quel che noi tutti, ora più che mai, potremmo pretendere.
Un mondo in cui chi ha tanto si preoccupa di chi non ha nulla; un mondo retto da principi di legalità e ispirato ad un po’ più di moralità.
La vastissima, composita alleanza che Washington sta mettendo in piedi, rovesciando vecchi schieramenti e riavvicinando paesi e personaggi che erano stati messi alla gogna, solo perché ora tornano comodi, è solo l’ennesimo esempio di quel cinismo politico che oggi alimenta il terrorismo in certe aree del mondo e scoraggia tanta brava gente nei nostri paesi.
Gli Stati Uniti, per avere la maggiore copertura possibile e per dare alla guerra contro il terrorismo un crisma di legalità internazionale, hanno coinvolto le Nazioni Unite, eppure gli Stati Uniti stessi rimangono il paese più reticente a pagare le proprie quote al Palazzo di Vetro, sono il paese che non ha ancora ratificato né il trattato costitutivo della Corte Internazionale di Giustizia, né il trattato per la messa al bando delle mine anti-uomo, e tanto meno quello di Kyoto sulle mutazioni climatiche.

Eppure un giorno la politica dovrà ricongiungersi con l’etica se vorremo vivere in un mondo migliore: migliore in Asia come in Africa, a Timbuctu come a Firenze. Firenze era bella quando era più piccola e più povera. Ora è un obbrobrio, ma non perché i musulmani si attendano in piazza del Duomo, perché i filippini si riuniscono il giovedì in piazza Santa Maria Novella e gli albanesi ogni giorno attorno alla stazione. È così perché anche Firenze s’è «globalizzata», perché non ha resistito all’assalto di quella forza che, fino a ieri, pareva irresistibile: la forza del mercato.

Per questo sto, anch’io ritirato, in una sorta di baita nell’Himalaya indiana dinanzi alle più divine montagne del mondo. Passo ore, da solo, a guardarle, lì maestose ed immobili, simbolo della più grande stabilità, eppure anche loro, col passare delle ore, continuamente diverse e impermanenti come tutto nell’universo. La natura è una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto più grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono più. Guarda un filo d’erba al vento e sentiti come lui. Ti passerà anche la rabbia. 

Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di Trovare pace. Perché se quella non è dentro di noi non sarà mai da nessuna parte.

lunedì 26 agosto 2024

Frasi prese dal libro I mille volti della meditazione

Nel mondo di oggi caratterizzato da un liberismo sfrenato, da un consumismo insaziabile, dall'impoverimento del pianeta, dalla crescita sfrenata a scapito dei diritti umani e dell'ambiente, da disparità sociale, avidità, attaccamento, competizione e conflitto,  abbiamo bisogno di riscoprire il piacere di una vita semplice, in armonia con noi stessi, con gli altri esseri senzienti e con il pianeta. 

La pratica spirituale incoraggia la semplificazione dei bisogni, la continua riduzione dell'avere, per poter finalmente essere. L'obiettivo è vivere la vita in modo semplice, facendo ciò che deve essere fatto senza cercare riconoscimento e successo, superando la paura del fallimento. La ricchezza interiore, lo spirito di servizio e l'altruismo sono beni inestimabili. Condividere i nostri talenti, il nostro lavoro e l'energia che mettiamo nel vivere bene la nostra vita è la sola forza che può veramente salvare l'umanità.  
 
Spesso siamo affetti da un malessere esistenziale che ha origine dentro di noi. Fintanto che andiamo da un luogo all'altro, da una relazione all'altra, non risolveremo la causa della nostra agitazione. Dobbiamo iniziare un viaggio interiore, con la pratica della meditazione, possiamo riconoscere le radici del nostro malessere.
 
La mancanza di accettazione di sé e di autostima è molto diffusa ed è solo quando saremo coscienti della necessità di una trasformazione, potremo veramente voltare pagina. Spesso, per compensare le nostre mancanze interiori abbracciamo un credo religioso che non protegge però dalla rigidità e dalla chiusura verso gli altri. 

Bisogna aver raggiunto un certo grado di saggezza per riconoscere che siamo abbastanza maturi per aiutare davvero gli altri. Dobbiamo cercare sinceramente di diventare persone migliori: "Cambiare se stessi per cambiare il mondo".
 
Bisogna distinguere la compassione dall'empatia: La compassione è la capacità di accogliere la sofferenza degli altri in modo costruttivo, che è diversa dall'empatia, che può portare a una forma di angoscia o di esaurimento. La compassione rafforza la nostra forza ed equilibrio interiore, e la nostra coraggiosa determinazione ad aiutare chi soffre".       

Nel buddismo  si parla di amici spirituali e di sangha (la comunità). Le relazioni interpersonali in particolare con la famiglia, sono una parte fondamentale della pratica. Essere presenti nelle relazioni è difficile, ma allo stesso tempo nutriente, sia per noi stessi che per gli altri. Spesso, manchiamo di coerenza nelle nostre relazioni, al punto che finiamo per finire per sviluppare la sindrome "molte relazioni, nessuna relazione".

Avere molte relazioni può sembrare una grande apertura interpersonale, ma in realtà è una fuga da una vera relazione. relazione.  Le relazioni sono un potente mezzo di purificazione mentale, e come dice Krishnamurti: "La relazione è un processo di auto-rivelazione, ci rivela a noi stessi". Dovremmo scegliere a chi dedicare la nostra attenzione e farlo profondamente.

Siamo esseri di connessione e di amore. Senza nutrimento emotivo siamo in pericolo, non cresciamo. Senza amore, viviamo male.
 
Queste pratiche meditative, a partire dalla concentrazione sul respiro, contribuiscono a modificare la nostra attenzione e, settimana dopo settimana, iniziano a far emergere un particolare stato di attenzione, simile alla presenza, uno stato contemplativo che ci porta a essere completamente immersi nel presente.  Quando viviamo pienamente il momento presente, sentiamo l'eternità.  
Come se, dopo un certo risveglio, "entriamo in una seconda innocenza", cioè una fase in cui la coscienza si accontenta di essere semplicemente ciò che è. 

Il mistico è colui che vede la realtà faccia a faccia. Non è più separato dalla realtà, né dalle parole, né dal tempo, né dalla mancanza, né da se stesso. Sperimenta l'assoluto qui e ora. 
L'estasi è un'uscita da se stessi e una fusione con qualcosa di più grande: una rivelazione divina, l'accesso a un altro mondo, in uno stato di coscienza diverso da quello ordinario. Una caduta in se stessi e una sorta di autocompiacimento. In quel momento, la separazione scompare, il sé e il mondo diventano uno, e si sperimenta il Tutto. Nell'esistenza, la vera realtà esplode, si entra in  un abisso di meraviglia, senza tempo.
 
Spesso si tende a ridurre o abbandonare la pratica della meditazione proprio nei momenti di difficoltà. È proprio in questi momenti che la pace interiore e la calma sono importanti, e non sono semplicemente un'aggiunta dopo una giornata faticosa.  

La meditazione ha dimostrato di essere il modo più diretto per equilibrare corpo e mente in una società in cui la corsa frenetica è diventata la norma.
 
Per un occidentale che voglia intraprendere un percorso spirituale, il Dalai Lama raccomanda uno studio comparato dei diversi sentieri per scegliere quello più adatto alle proprie caratteristiche e predisposizioni mentali. Raccomanda anche di vivere in società, di essere onesti e sinceri. Ma per qualche settimana o qualche mese, dovremmo ritirarci in un luogo appartato, dimenticare le questioni mondane e concentrarci unicamente sulla pratica spirituale. 

Un mantra è uno strumento di meditazione che, attraverso la sua frequenza o vibrazione, apporta determinati benefici, come la pace interiore, la saggezza e la prosperità, I mantra aiutano la mente a stabilizzarsi nello stato di consapevolezza silenziosa. 
 
I principi fondamentali del Buddismo sono : - l'impermanenza, - la vacuità e - l'inconsistenza del Sé. Il buddismo offre una via alternativa al nichilismo e al realismo ingenuo, riconoscendo la produzione interdipendente del Sé e dei fenomeni, dichiarando che i fenomeni non hanno un'esistenza propria.

Frasi prese dal libro Thich Nhat Hanh, un sentiero tra le stelle

Se una persona non riesce a cambiare se stessa, è difficile che riesca ad aiutare gli altri. Solo comprendendo le nostre sofferenze possiamo comprendere quelle degli altri e aiutarli a soffrire meno. E’ questo che gli educatori dovrebbero insegnare alla nuove generazioni con l’obiettivo di trasformare, quindi, l’ambiente scolastico in una vera “comunità” attraverso delle sessioni di condivisione. 

Lascia andare ciò che non ti serve e sarai felice. Liberati di tutto ciò che è superfluo e ti causa inutili preoccupazioni: questo è uno dei primi passi verso la felicità.  

Siamo chiamati a trasformare il momento presente nel “momento più meraviglioso” e possiamo riuscirci a condizione di imparare a fermare la nostra sciocca corsa verso il futuro e smettendo di torturarci per il passato. 

Se hai problemi con i tuoi amici e parenti, non dare la colpa a loro. Se impari a prenderti cura di loro come di una pianta, farai crescere rapporti sani.  

Non dare la colpa agli altri: se hai capito e dimostri di aver capito, la situazione cambierà”.

Secondo Thich Nhat Hanh, il Buddhismo è in grado di offrirci “l’unico antidoto alla violenza, all’odio e alla rabbia” grazie alla pratica della compassione e della gentilezza amorevole, le quali “non possono nascere così per caso”, ma soltanto in seguito alla pratica del “guardare in profondità”, ovvero con la pratica denominata “dell’espansione del cuore”.  

Dobbiamo ricercare la felicità non nell’ambito del consumo, bensì nell’esercizio della comprensione, della compassione e dell’armonia e imparare a vivere in modo semplice, in maniera da avere più tempo per vivere la nostra vita quotidiana in profondità e libertà.

Il dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Soffrire è una scelta, noi scegliamo se soffrire o meno. Nascita, vecchiaia e malattia sono naturali. È possibile non soffrire a causa loro, ma soltanto se siamo in grado di accettarle come parte della vita

Noi stiamo già morendo, noi moriamo di continuo, come ogni cosa muore e si rinnova di continuo, e, di conseguenza, non ci sono né vera nascita né vera morte. E il morire non è affatto quella cosa terribile che ci rappresentiamo. In realtà, anzi, “è molto piacevole morire: vuol dire anche vivere”.

Thay non parlava mai di morte, ma di continuazione, perché “al posto della nascita e della morte c’è soltanto una continua trasformazione” 

Quando una persona ti fa soffrire è perché soffre profondamente con se stessa. Le cattiverie nei nostri confronti ci fanno male, ma quando le subiamo dovremmo sempre comprendere che solo chi soffre vuol far soffrire gli altri. L’uomo in pace con se stesso non ha alcuna intenzione di creare dolore. 

La meditazione camminata (da praticare non soltanto nei parchi e in luoghi isolati, ma anche nel trambusto delle grandi città, in casa, al lavoro, ecc.) è proposta come una vera forma di “resistenza” nei confronti di un intero sistema di vita collettiva imperniato sul correre frenetico e alienante in vista di innumerevoli obiettivi fuori e lontani da noi.  Come un modo per “recuperare la nostra sovranità su noi stessi, rivendicare la nostra libertà e camminare sulla Terra da persone libere".

“Respirare in piena consapevolezza è un modo miracoloso per liberarci dal rimpianto e dall’ansia, e per entrare in contatto con la vita nel momento presente. Quando seguiamo il respiro ci sentiamo subito a nostro agio, non più dominati da ansia e desideri. Nella respirazione cosciente il respiro si fa più regolare, pace e gioia sorgono, e diventano più stabili a ogni momento.

domenica 25 agosto 2024

TikTok non è l’unico social network che dovrebbe preoccuparci

Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin. Solo in Francia, TikTok ha più di venti milioni di iscritti, mentre negli Stati Uniti sono 170 milioni.
Nel 2024 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge plebiscitaria (352 favorevoli e 65 contrari) che impone all'azienda cinese ByteDance di vendere il social network TikTok, poiché in caso contrario sarà vietato in tutto il territorio degli Stati Uniti. 

Il problema da cui nasce la decisione di bloccare TikTok negli Usa è la proprietà di ByteDance, una società cinese che - come tutte le società cinesi - dovrebbe essere sottoposta alle leggi di Pechino, che prevedono di cedere i dati conservati nei propri server qualora venga richiesto. I probabili ricorsi legali che ByteDance e TikTok America porteranno avanti (come la compagnia ha già confermato), fa sì che sia decisamente prematuro parlare di blocco di TikTok negli Stati Uniti, almeno sino al 2025.

L’India, con il suo miliardo e mezzo di abitanti, ha vietato TikTok nel 2020, due settimane dopo uno scontro tra  truppe indiane e cinesi alla frontiera dove hanno perso la vita 20 soldati. Secondo New Delhi la piattaforma rappresentava un rischio per la sicurezza.  Tik Tok è stato vietato nel Regno Unito, sulla base di preoccupazioni per la sicurezza delle informazioni segrete statali. In Australia, è vietato l'uso da aprile 2023 da qualunque dispositivo governativo, su consiglio di agenzie di intelligence. Dal 2022 è vietato in Nuova Zelanda e a Taiwan, e anche in Afganistan e Iran.

In apparenza i detrattori di TikTok puntano sulla sicurezza, a cominciare dai dati personali di 170 milioni di statunitensi che potrebbero finire in Cina malgrado gli impegni presi dal social network. Per non parlare della possibilità che TikTok utilizzi il suo potente algoritmo per influenzare le scelte politiche degli americani, come già successo con Facebook nel 2016 in occasione dell’elezione di Donald Trump. A tutto questo alcuni aggiungono la dipendenza che TikTok provoca nei ragazzi e nelle ragazze, che a volte trascorrono ore ipnotizzati dai video brevi della piattaforma.

I parlamentari statunitensi avrebbero gli stessi dubbi se TikTok non fosse cinese? Evidentemente c’è un sapore di guerra fredda in questa caccia a TikTok, con un meccanismo che ricorda il maccartismo. Il capo di TikTok, il singaporiano Shou Zi Chew, è stato interrogato dal congresso americano.Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: “Ci faremo detestare da un’intera generazione”.

E in Europa? Già l’anno scorso una commissione d’inchiesta composta da senatori francesi ha espresso la propria preoccupazione per la mancanza di trasparenza della piattaforma, proponendo il divieto d’installare l’app nei telefoni delle persone chiamate a intervenire in caso di crisi e raccomandando “di sospendere TikTok per i minorenni dopo sessanta minuti di utilizzo”. L'applicazione del social network cinese Tik Tok è all'attenzione anche del governo italiano, dopo che dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Ue è arrivata la richiesta di disinstallarla a tutti i dipendenti, entro marzo 2024.

Ma torniamo alla questione principale: vietare o limitare TikTok, evitando di occuparsi degli altri social network solo perché sono statunitensi sembra poco corretto. È il modello economico di queste piattaforme che le rende pericolose, per gli adolescenti ma anche per la democrazia in generale. Dietro TikTok, insomma, si nascondono problemi che riguardano tutti i social network. Il pericolo è mondiale, non solo cinese.  Comunque bisogna precisare che nel 2024, Whats App, il servizio di messaggistica istantanea, risulta bloccato in Corea del Nord, Siria e Cina.

Dall'Articolo di Pierre Haski, 28 marzo 2024

Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato

Pavel Durov, franco-russo, 39 anni, fondatore e Ceo di Telegram,  è stato arrestato a Parigi il 24 agosto 2024. La magistratura ritiene che la mancanza di moderazione, di cooperazione con le forze dell'ordine e gli strumenti offerti (numero usa e getta, scambio di criptovalute, ecc.) rendano la piattaforma complice delle attività illegali che vi si svolgono, dal traffico di droga alle frodi. 

 Il servizio di messaggistica online Telegram lanciato nel 2013 da Pavel Durov e da suo fratello Nikolai, su cui le comunicazioni sono criptate end-to-end e la cui sede principale è a Dubai, si è posto in contrasto con le piattaforme americane, criticate per lo sfruttamento commerciale dei dati personali. Telegram si è impegnato a non rivelare mai alcuna informazione sui propri utenti. In una delle sue rare interviste rilasciate lo scorso aprile a Dubai, Pavel Durov ha raccontato come gli sia venuta l'idea di lanciare un servizio di messaggistica criptata dopo aver subito molte pressioni da parte delle autorità russe all'epoca di VK, un social network che aveva creato nel suo Paese prima di venderlo e lasciare la Russia nel 2014.
Ha detto di aver provato a stabilirsi a Berlino, Londra, Singapore e San Francisco prima di optare per Dubai, di cui ha elogiato l'ambiente imprenditoriale e la “neutralità”. Nell'emirato del Golfo, Telegram si è messo al riparo dalle regole di moderazione del governo, in un momento in cui sia l'Unione Europea che gli Stati Uniti stanno facendo pressione sulle principali piattaforme per rimuovere i contenuti illegali.  

Durov aveva  evitato il più possibile di recarsi in Europa, dove la sua azienda è nel mirino, e aveva l'abitudine di viaggiare negli Emirati, nei paesi dell'ex Unione Sovietica o in Sud America. Durov dovrebbe nelle prossime ore comparire di fronte a un giudice prima di un possibile rinvio a giudizio per una moltitudine di reati: terrorismo, traffico di stupefacenti, frode, riciclaggio di denaro, ricettazione, contenuti criminali minorili.

Il giornalista americano Tucker Carlson scrive: "Pavel Durov si trova in una prigione di un paese occidentale alleato degli americani, il che è un monito vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verità per volere dei governi e delle agenzie di intelligence. Sul mondo un tempo libero, cala rapidamente l’oscurità".

Telegram fa sapere che è scattato il piano d'azione previsto in caso di arresto del fondatore Pavel Durov  Non è noto in cosa consista esattamente questo piano, ma è chiaro che l'azienda potrà continuare ad esistere e adempiere ai suoi compiti  È altrettanto chiaro che Pavel Durov era evidentemente consapevole del fatto che sarebbe potuto essere arrestato.   Del resto persone che compiono reati siedono nei parlamenti mentre gli eroi sono in galera... Viviamo in un mondo al contrario...    

Vedi anche il caso del dissidente australiano Julian Assange fondatore di WikiLeaks, arrestato per aver rivelato crimini di guerra, che rimangono impuniti. Nell'Occidente democratico, infatti, non si perseguono le persone che compiono i crimini d guerra, ma si perseguitano i coraggiosi che li denunciano.

lunedì 19 agosto 2024

Invecchiare bene leggendo - Piergiorgio Odifreddi.

Piergiorgio Odifreddi è andato in pensione a 58 anni. La prima cosa che ha fatto è stato il percorso di Santiago di Campostela, e poi a continuato a viaggiare in tutto il mondo, soprattutto in Oriente, arrivando a  percepire anche altri modi di intendere la vita. 

La Civiltà occidentale è una civiltà di competizione, bisogna crescere e fare sempre di più...
si vuole avere l'approvazione degli altri.  Il vivere   è associato al fare (siamo costantemente impegnati a fare qualcosa).   In India, le persone non hanno la frenesia degli occidentali e danno l'impressione di essere felici, e hanno un rapporto particolare con la morte. La serenità della vita è data dall'esserci, dall'essere capaci di meravigliarci in ogni istante, che c'è il sole, che c'è la pioggia, ecc.  Il segreto per invecchiare è essere soddisfatti di se stessi.      

Comunque non c'è solo la vita esterna, c'è anche la vita interiore, forse più importante, e le le letture sono fondamentali per questo percorso, e ci aiutano a pensare. Importante è scegliere i libri e soprattutto il segreto non è leggere un libro dopo l'altro senza che ci rimanga niente, o leggerlo dall'inizio alla fine senza interruzioni,  ma è leggerlo più volte, appropriarsi del libro,  farne un riassunto, vedere come è strutturato, ecc.  Si legge una frase che ci colpisce, si  sottolinea, si cerca di isolare quello che ci ha colpito, quello che riteniamo più importante.
Un libro è collegato ad un altro,  si cerca di trovare un filo logico tra i libri, trovare un percorso. Il leggere è viaggiare.  I  libri si scrivono per se stessi,  e spesso escono proprio dai riassunti dei libri fatti. 

Socrate  diceva: "Importante è vivere bene e intensamente,  una vita non esaminata con regolarità, non vale la pena di essere vissuta".  Per Dante "La vita è un correre alla morte". Dal nulla veniamo ed al nulla siamo destinati. Tra queste due voragini infinite esiste una piccola parentesi di coscienza impregnata di paure, dolori, delusioni, rischi e sofferenze, con sporadici ed effimeri sprazzi di allegria. Tra cento anni nessuno si ricorderà di noi ed ogni traccia di ciò che abbiamo fatto sarà scomparsa. A tenerci in vita è soltanto un arcaico e codardo istinto di sopravvivenza e l'arrogante presunzione di essere speciali in un universo del diametro di svariati miliardi di anni luce. La vita umana è meno di un punto in un tornado.

Invecchiare bene leggendo - Piergiorgio Odifreddi https://www.youtube.com/watch?v=wWPidz6xM-A

Piergiorgio Odifreddi (1950- ) è un matematico, logico e saggista italiano. Oltre che di matematica, nelle sue pubblicazioni si occupa di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia. Odifreddi consiglia di leggere Il male oscuro di Giuseppe Berto e La solitudione dei numeri primi di Paolo Giordano.

Vedi anche Cosa è la verità? - Odifreddi.    https://www.youtube.com/watch?v=eN1KpLSvbso

domenica 18 agosto 2024

La verità esiste?

Cosa è la verità? - di Piergiorgio Odifreddi.  Vedi:  https://www.youtube.com/watch?v=eN1KpLSvbso

La Verità  è la corrispondenza tra ciò che sentiamo e ciò che succede nella realtà. Piergiorgio Odifreddi fornisce diverse significazioni alla parola verità: la verità matematica, già dentro di noi (aletheia); quella di fede o giuridica, demandata a qualcuno cui si conferisce potere (veritas); la verità scientifica, sollevamento del velo che ricopre la realtà (apokalypsis).

Ci sono tanti concetti di verità:  La prima è la Verità quotidiana  che analizza sentimenti, percezioni nella quotidianità; ma come si fà a sapere se è vero se uno ti ama? Se è veramente tuo amico, ecc . E' una verità difficile da verificare e da definire.

Poi c'è la Verità religiosa.   I religiosi hanno un concetto strano di verità, basata su ciò che è scritto su un libro sacro che riassume tutte le verità da conoscere. Sono definite religioni del libro il  giudaismo, il cristianesimo,  e l'islamismo.  In Palestina tutti sono saliti al cielo: Mosè, Gesù e Maometto.  Credere che La verità sta nel libro che ho deciso di seguire è un'asserzione  pericolosa,  contiene un germe di violenza, di totalitarismo.  Per millenni queste religioni si sono combattute, ci sono state guerre di religioni tra ebrei e cristiani, tra cristiani e islamici, e oggi tra ebrei e islamici. La Palestina è la terra promessa, questa terra è mia, me l'ha data Dio,  Ma  chi l'ha scritto quel libro? E' un concetto di verità poco definito.    Anche in estremo Oriente ci sono libri sacri; ad esempio i Sikh (in India) hanno un libro sacro: lo Sri Guru Granth Sahib, Il sikhismo è una religione militarizzata: Indira Gandhi morì il 31 ottobre 1984, uccisa dalle sue due guardie del corpo sikh per vendicare la brutale repressione del movimento rivoluzionario sikh.

Il monoteismo è l'essenza della violenza religiosa, e se di monoteismi ce ne sono tre, la cosa diventa complicata. Non si può verificare la verità religiosa, si basa su un'affermazione che qualcuno ha fatto, ma non c'è modo di verificare se Mosè abbia veramente parlato con Dio o qualcuno che pensava fosse Dio, è una verità molto labile e inverificabile. Ci sono  persone deputate che dicono che l'interpretazione corretta del libro sacro è quella che danno loro,  Poi ci sono anche persone che enunciano verità, dogmi della fede, come ad esempio nell'800 viene enunciato il dogma mariano che asserisce che Maria sia stata concepita senza peccato originale.  La verità religiosa  ha due faccie:  il libro  e  i dogmi che vengono enunciati, verità nascoste tra le righe del libro sacro che emergono nel tempo.

Altra verità è la verità filosofica. Spesso un nuovo filosofo scopre che tutti i filosofi precedenti avevano sbagliato,  e lui  diventa il detentore della verità.  Filosofia e religione vanno spesso d'accordo...  e  sono facce complementari.  

La metafisica è come l'aldilà,  dove vive l'anima, e bisogna affidarsi alla percezione di quelli che credono.  Nella metafisica ci sono le idee astratte, ed è un approccio diverso alla realtà, il mondo metafisico, è oltre la realtà.  Il primo grande metafisico fu Platone. Facciamo l'esempio del teorema di Pitagora,  se disegnamo il triangolo su un pezzo di carta,  ed esaminiamo la linea tracciata, vista con un microscopio è un  insieme di puntini. I triangoli fisici, quindi, sono delle brutte copie del triangolo ideale, che si trova nell'Iper-uranio che contiene tutte queste forme astratte, qui le forme diventano idee. Platone diceva: non entri qui chi non conosce le forme geometriche. I triangoli su questa terra sono proiezioni (simulacri) del triangolo ideale che si trova nell'Iper-uranio. Spesso le brutte copie che sono nella realtà sono utilizzate per farne altre copie, e questa è l'Arte. Le astrazioni ci sono, ma questo Iper-uranio qualcuno l'ha visto?  

Facciamo un altro esempio. Guardiamo una platea di gente, il pubblico esiste oppure no?  O esistono  solo gli individui?  Noi esistiamo? O esistono solo le cellule del nostro corpo, cellule fatte di atomi, atomi fatti di particelle elementari,   è difficile  fermare questo ragionamento! Esistono solo gli oggeti o anche gli universali? Ossia gli oggetti messi insieme (collezioni di oggetti?).

Altra verità è la verità scientifica. La scienza fa delle affermazioni, il metodo scientifico presuppone che chi ha fatto un'asserzione deve dire come ha fatto e come verificarla. Ma oggi, fino a che punto ci si può affidare agli strumenti che usiamo per osservare il mondo?

Gli strumenti diventano via via più complicati e gli eventi osservati sono arrivati a livelli di complessita impressionante;  facciamo l'esempio del bosone di Higgs. Il bosone di Higgs è una particella estremamente importante per tutti i fisici ed è stata una scommessa, a quanto pare vinta, dei modelli che descrivono i mattoni fondamentali della materia e come essi interagiscono per formare le strutture che vediamo, dagli atomi alle stelle. A partire dagli anni 60 del secolo scorso, i fisici delle particelle avevano compreso che tutta la materia era formata dalla combinazione di alcune, poche, particelle fondamentali. A tal proposito fu compilata una tabella, una specie di tavola periodica delle particelle, detta modello standard. In questa speciale tabella trovano posto due gruppi di particelle fondamentali (particelle che non si possono più dividere): quark e leptoni sono chiamati fermioni e rappresentano le lettere dell’alfabeto attraverso le quali si costruiscono nuclei atomici e atomi. L’altro gruppo è composto dai bosoni, particelle estremamente particolari, che hanno il compito unico di trasmettere nello spazio le informazioni sulle proprietà dei fermioni.

Per fare l'esperimento del bosone di Higgs, e costruire un accelleratore di particelle, al CERN di Ginevra  sono stati spesi miliardi di euro, hanno partecipato 20 nazioni, e ci sono voluti 15 anni per costruirlo, ci hanno lavorato 3000 persone, e ci sono voluti anni di sperimentazione. Diventa quindi estremamente complicato verificare questi risultati, anzi impossibile!  Comunque sono stati costruiti altri accelleratori in America.  Lo sviluppo della scienza è arrivato a essere simile alla filosofia e alla religione, L'evento si è verificato una volta e basta, e la verità scientifica diventa sempre più labile,  siamo sempre più lontani dall'osservazione sul mondo esterno che chiunque può fare.

Esiste anche la Verità matematica  che si può scoprire con l'intuizione, come i religiosi e verificarla come gli scienziati.   Il filosofo Pitagora fu una figura importante perché segnò il passaggio dalla matematica applicata alla matematica astratta, grazie all’introduzione di dimostrazioni fondate sul metodo deduttivo a partire da assiomi esplicitamente formulati. Uno dei teoremi più conosciuti è proprio il Teorema di Pitagora che ha avuto tantissime dimostrazioni. Autori come  Mario Gerwig  o Scott Lomis hanno scritto un libro sulle dimostrazioni del teorema di pitagora, 365 dimostrazioni, una al giorno...

Cartesio, nelle meditazioni  voleva capire come è stato fatto il mondo esterno dall'architetto dell'universo (ossia Dio). Chiudeva gli occhi, pensava per riuscire a capire come ragionava Dio. Su questo Cartesio ha scritto dei romanzi scientifici. Anche Einstein ha usato questo aproccio per scoprire la teoria della relatività, immaginando di essere  Dio.  Poi, ha cercato di mettere insieme la  meccanica dei quanti e la teoria della relatività  nella teoria unficata, con lo stesso metodo, ma non ci è riuscito sprecando 40 anni.

Nel mondo matematico qualcuno vede una legge, e poi la propone e spiega anche come c'è arrivato e come verificarla.  Purtroppo la matematica sta diventando come la fisica,  la complessità della teoria rende difficile la verifica.  Ad esempio la teoria della Classificazione dei gruppi semplici, è un  teorema lunghissimo, uscito da decenni di  tentativi, e ha una dimostrazione di 10.000 pagine.   La classificazione dei gruppi finiti semplici, detta anche il Teorema Enorme, è un risultato che può essere considerato uno dei più significativi teoremi del Novecento, se non addirittura, come affermato dal matematico Daniel Gorenstein, uno dei più importanti risultati della matematica. I gruppi finiti semplici sono quelli che non contengono alcun sottogruppo normale proprio (che non possono essere scomposti in gruppi più piccoli); nella teoria dei gruppi finiti ricoprono un ruolo simile a quello dei numeri primi in aritmetica.  Cinque gruppi sporadici sono stati scoperti da Émile Mathieu attorno al 1860, mentre gli altri 21 sono stati scoperti tra il 1965 e il 1975.

Un altro esempio è il teorema di Fermat per le derivate e i punti stazionari. Stabilisce che una funzione che ammette un massimo od un minimo relativo o assoluto in un punto, e che sia ivi derivabile, ha necessariamente la derivata prima nulla nel punto. Anche per questo teorema ci sono stati decenni di tentativi per dimostralo, poi a oltre 20 anni dalla sua  scoperta, Sir Andrew Wiles è riuscito a dimostralo. Comunque la dimostrazione è troppo lunga e difficile da capire, e così la matematica sta avvicinandosi pericolosamente alla religione... e sta arrivando pericolosamente vicina alla scienza.

Un altro esempio è il Teorema dei quattro colori. E' un teorema di matematica che afferma che data una superficie piana divisa in regioni connesse, come ad esempio una carta geografica politica, sono sufficienti quattro colori per colorare ogni regione facendo in modo che regioni adiacenti non abbiano lo stesso colore. Sviluppato in modo informale e non accademico a metà dell’Ottocento, il teorema dei quattro colori è diventato un capitolo a sé nel mondo della matematica. Due matematici nel '900 con un numero enorme di calcoli e mappe, dopo 2000 ore e  vari mesi di lavori, e usando un computer per verificare le mappe, dimostrarono che 4 colori erano sufficienti. Spesso queste verifiche matematiche di una teoria sono il frutto di un lavoro di gruppo, ognuno si occupa di un compito e conosce solo una parte del processo di verifica:  chi studia le mappe, chi prepara i calcoli, chi scrive il programma al computer, e quindi anche in matematica diventa complicato verificare i risultati e la validità di una teoria.

La conclusione a cui si giunge è che: "La verità non esiste, è un concetto metafisico che viene decostruito".  Oscar Wilde diceva: "Chi dice la verità prima o poi viene scoperto".

sabato 17 agosto 2024

Un ritratto dell'India

Bisogna precisare che l'India è un crogiolo di religioni e di spiritualità e ancora oggi le migliaia di santoni e asceti che si ritrovano ai vari Kumbha Mela (un pellegrinaggio di massa) sono il naturale anticorpo contro l’occidentalizzazione dei modi di vita indiani e contro la società dei consumi.

La storia spirituale dell'India del VI e il V secolo a.C. è caratterizzata da Mahavira, il fondatore del Giainismo, e da Gautama Buddha, il fondatore del Buddhismo. L’India fu la patria del buddhismo, che si diffuse in tutta l'India con l'appoggio dell'imperatore Ashoka (304 a.C. - 232 d.C.), ed oggi è quasi totalmente scomparso. Questo processo ì iniziato dopo la distruzione dell’università buddhista di Nalanda nel 1197 da parte dei Turchi che invasero l'India del Nord.       
Nel corso dei secoli successivi ci furono varie invasioni e l'impero Moghul con i vari sultanati si estese a buona parte dell'India. I Moghul distrussero o danneggiarono quasi tutti i tempi indù fino all’altezza della città di Chennai (si è salvato solo Khajuraho il tempio famoso per le sculture erotiche che si trova vicino Delhi). 
Un altro tempio importante che si trova nel Nord dell'India è Pushkar dedicato al Dio Brahma (si trova nel Rajasthan). Sebbene Brahma sia considerato il creatore del mondo, Pushkar è uno dei rari templi dedicati a questa importante divinità in tutto il mondo.  Per trovare dei grandi templi indù bisogna andare al sud dell'India nel Tamil Nadu.  Sono presenti in India le seguenti religioni:

  • l’Induismo in tutta l’India,
  •  l'Islamismo. I musulmani si trovano in tutta l’India
  • il Cristianesimo soprattutto in Kerala,
  • il Gianismo intorno al Monte Abu (nord ovest dell’India),
  • Il Sikhismo, che si rifà agli insegnamenti spirituali di Guru Nanak Dev (1469–1539) ha il tempio principale, il Tempio d’oro, a Amritsar, nel nord ovest dell’India quasi al confine con il Pakistan,
  • i Parsi, antichi rifugiati persiani che si rifanno a Zoroastro, la loro piccola comunità principale si trova a Mumbay.
  • Il Buddhismo tibetano è arrivato in India nel 1959, dopo l’invasione cinese del Tibet e la sede del Governo tibetano è a Darahmsala, nel nord dell'India.

L’Induismo è considerata la religione indiana più diffusa ed è praticato, da circa l’80% della popolazione. Le altre percentuali sono le seguenti:

  • Induismo 80,46%
  • Islam 13,43%
  • Cristianesimo 2,34%
  • Buddismo 0,77%
  • Giainismo 0,41%
  • Sikhismo 1,87%
  • Altro 0,72%

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale diede la spinta alla lotta per l'indipendenza per l'India (portata avanti da Gandhi e dal Partito del Congresso Nazionale Indiano), che fu infine concessa dalla Gran Bretagna nel 1947. Il Paese fu diviso in due Stati (entrambi membri del Commonwealth): l'Unione Indiana, a maggioranza indù, e il Pakistan, a maggioranza musulmana e ci furono una serie impressionante di eccidi da entrambe le parti. Questa spartizione resa nota a soli due giorni dalla proclamazione d'indipendenza provocò un massacro di carattere religioso fondamentalista di un milione di persone e al conseguente "volontario" esilio di 11 milioni di persone. Spesso, ancora oggi, ci sono tensioni proprio tra musulmani e induisti.

Nell'India, questo grande e misterioso Paese, ci sono ancora oggi molti luoghi sacri, in cui vengono celebrate varie festività e a cui partecipano folle impressionanti di fedeli. Tra queste festività possiamo citare ll Purna Kumbh Mela che si svolge ogni tre anni a rotazione in quattro luoghi diversi: Allahabad, Haridwar, Nashik ed Ujjain. Ogni sei anni a rotazione in due luoghi diversi (Haridwar e Allahabad/Prayag) si svolge l'Ardh Kumbh Mela. L'ultimo si è tenuto a Allahabad/Prayang nel 2019 a cui parteciparono più di 15 milioni di fedeli. Poi c'è la Maha Kumbh Mela ("Grande" Kumbh Mela) che si celebra ad Allahabad dopo 4 Purna Kumbh Mela (e di conseguenza dopo 12 anni). Al Maha Kumbh Mela di Allahabad del 2013 hanno partecipato oltre 80 milioni di persone. In queste città sacre, durante tutto l'anno, si può assistere al saluto al Gange, e folle di fedeli si ritrovano al tramonto per partecipare a varie cerimonie.

Gli Ariani, una popolazione indio-europea, invasero l’India nel 2000 a.C. circa e si trovarono a convivere con i Dravidi, la popolazione locale. La civiltà della valle dell’Indo, chiamata anche la civiltà di Harappa o Mahenjo-daro è caratterizzata dal culto della dea madre, dal matriarcato ed è ancora presente nel Tamil Nadu. Gli ariani introdussero in India le caste, la lingua sanscrita, I Veda, i riti. Nell'Induismo gli dei ariani (Indra, Agni, Mitra, Varuna, ecc...) furono progressivamente sostituiti dalla Trimurti: Brahmā il Creatore, Vishnu il Conservatore, Shiva il Distruttore. Poi con la Bhagvad Gita si affermò in tutta l'India anche il culto del dio Krishna. Con l'avvento del tantrismo si afferma il culto della kundalini, e di Shiva e Shakti. Il massimo splendore della civiltà indiana si ebbe con l'impero Gupta (IV e V secolo d.C) che crollò nel 550 d.C. Con il declino dell'impero, si formarono diversi Stati, e poi subentrò il medioevo indiano che va dall'inizio dell'espansione islamica (900 d.C.) all'inizio di quella britannica (circa 1750). Questo periodo è caratterizzato dalla massima influenza dell'Islam in India, che dominò, per alcuni periodi, quasi tutto il subcontinente e creò una serie di sultanati (nel 1192 la conquista di Delhi, e nel 1206 la creazione del sultanato di Delhi). Akbar il famoso imperatore domina gran parte del continente indiano dal 1556 al 1605, e porta l'impero moghul al suo apogeo.

Se si vuole avere una conoscenza dell’Ayurveda bisogna andare nel Kerala, I luoghi importanti per lo yoga sono Rishikesh, dove ha fondato l’Ashram il maestro Sivananda. A Rishikesh si trova anche l'ashram di Maharishi Mahesh Yogi, il guru dei Beatles. 

Altra città importante è Chennai, dove si trova l’ashram del maestro Krishnamacharya e di suo figlio Desikashar, il primo ha introdotto le sequenze di posizioni yoga che hanno costituito la base dello yoga occidentale, il secondo ha portato avanti la proposta di uno yoga individuale. I suoi discepoli sono stati i famosi maestri Iyengar che insegnava a Pune (con l'ausilio di supporti), e Pattabhi Jois che propose l'asthanga yoga.

 A Pondecherry c’è l’ashram creato dal maestro Aurobindo e La Mére per insegnare lo yoga integrale, ed è là che sono stati sepolti. Altre grandi figure spirituali sono Ramana Maharshi, uno dei grandi santi adorato in tutta l’India e fautore del Non–dualismo, che operava al sud dell’India. L’ashram da lui costituito è a Tiruvannamalai, nel Tamil Nadu. Altra figura importante del Non–dualismo è Nisargadatta Maharaji che aveva il suo ashram a Mumbay (Bombay). A Mumbay si trovano anche delle importanti grotte di culto buddhista: Ajanta e Ellora. Sempre vicino a Bombay c’è l’ashram di Osho a Pune, Gli ashram di Ramakrishna e del suo discepolo Vivekananda si trovano nel Bengala e a Bhopal, ma anche a Chennai e Mumbai. Yukteswar, il maestro di Yogananda costruì il suo ashram a Serampore nel Bengala. A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada é stato il fondatore del movimento bhakti degli Hare-Krishna che ha la sede a Mayapur che si trova in Bengala.

Altre grandi figure spirituali dell'India sono Satyananda Saraswati e Vishnudevananda entrambi discepoli di Sivananda. Sathya Sai Baba, il discusso santone indiano ha il suo ashram a Puttaparthi, in Andhra Pradesh, al nord del Tamil Nadu.  

Leader spirituali odierni e molto conosciuti sono Jaggi Vasudev, comunemente conosciuto come Sadhguru fondatore della Isha Foundation con sede a Coimbatore nel Tamil Nadu, Baba Ramdev che è un insegnante di yoga e sostenitore dell'ayurveda, ha creato l'istituto Patanjali Yogpeeth situato a Haridwar, e Mātā Amṛtānandamayī, nota come Amma (la madre), è nata nel Kerala e lì si trova il suo ashram a Amritapuri. Ha creato l’organizzazione umanitaria Embracing the World (ETW).

Vista la vastità dell'India si possono intraprendere vari percorsi:

  • Il primo, più classico, consiste nell'arrivare a Delhi, partire per Agra e visitare il mausoleo moghul, il Taj Mahal e il tempio di Kajuraho (uno dei pochi tempi induisti rimasti in piedi nel nord dell'India caratterizzato dalle varie sculture erotiche), poi visitare il Rajastan con le varie fortezze e palazzi moghul (Jodhpur, Udaipur, Jaipur), arrivare fino a Monte Abu, il grande tempio jainista.

  • il secondo, consiste nell'arrivare a Chennai, visitare l'ashram di Krishnamacharia, poi andare verso Pondcherri e visitare l'ashram di Aurobindo e La Mére, andare nel Tamil Nadu dove ci sono i più grandi tempi induisti e poi scendere nel Kerala, la patria dell'ayurveda e fare dei trattamenti ayurvedici, o seguire dei corsi sull'ayurveda. Nel Kerala e nel Tamil Nadu si possono visitare anche diversi ashram (di Amma, Sadhguru, Ramana Maharshi)

  • il terzo, consiste nell'arrivare a Amritsar per prendere contatto con la religione Sikh e visitare il tempio più famoso, il Tempio d'oro, da lì partire per Dharamsala, la sede provvisoria del governo del Tibet e sede del Dalai Lama e prendere contatto con il buddhismo tibetano. Da qui passando per vari forti moghul arrivare a Haridavar per assistere alle varie cerimonie serali di saluto al Gange. Poi scendere fino a Rishikesh, la patria dello yoga e dove si trova l'ashram di Sivananda e partecipare a vari seminari di yoga (qui si trova anche l'ashram di Maharishi Mahesh Yogi). Tutto il paesino è pieno di centri yoga e bisogna fare attenzione nello scegliere.

  • Un altro percorso può essere quello di arrivare a Mumbay, visitare i vari ashram (di Nisargadatta Maharaji , Osho, Iyengar ) visitare le grotte buddhiste di Ajanta e Ellora, prendere contatto con la religione Parsi e i suoi templi, e da qui scendere al sud fino a Goa o ripartire per un'altra destinazione, magari per il Bengala e visitare i vari ashram di Yukteswar, di Ramakrishna e del suo discepolo Vivekananda.

    Le cartine aiutano a comprendere meglio la vastità dell'India e le distanze tra i principali luoghi sacri.

Lettere contro la guerra - Tiziano Terzani

 Tiziano Terzani dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 (la distruzione delle torri gemelle a New York)  scrive il libro Lettere contro la guerra, diventando, dopo trentanni di corrisponente di guerra, corrispondente di pace.  In queste lettere asserisce che la guerra va condannata, ma va anche compresa. Se vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e non solo dal nostro punto di vista occidentale. Il che in pratica voleva dire che non si poteva guardare quel bombardamento sull'America senza guardare tutti i bombardamenti fatti dall'America nei Paesi islamici.  E una volta capito questo, occorre una profonda azione su noi stessi, un cambiamento, una rivoluzione.  L'unica reazione sensata alla tragedia dell'11 settembre sarebbe dovuta essere la pace.

Sarebbe sensato esaminare queste tragedie da una prospettiva diametralmente opposta a quella dei media occidentali, una prospettiva di pace e di un mondo culturale più ampio.  I media occidentali portano avanti una guerra di civiltà che difenda i valori occidentali da una non-cultura, quella islamica, che meriterebbe solo disprezzo. Terzani scrive una serie di lettere, da varie parti del mondo, che raccolgono le voci dell'Altro. Bisogna contrapporre alla vendetta l'ascolto, alla distruzione la conoscenza, alla rabbia la comprensione, all'orgoglio il riconoscimento delle colpe occidentali.

Il ruolo dell'intellettuale, soprattutto oggi,  dovrebbe essere quello di essere un granello di sabbia nelle ruote del potere, e riportando le parole di  Edward Said "creare dei campi di comprensione, invece che campi di battaglia". Forse può sembrare utopico, ma purtroppo oggi la maggior parte degli intellettuali occidentali non "intelligono" non capiscono o fanno finta di non capire. Chi dovrebbe vedere, è cieco, e parla non contro il potere, ma assecondandolo nel suo desiderio di vendetta e nelle sue folli rappresaglie.

Le due tragedie attuali, la guerra in Ucraina e la guerra in Palestina, dovrebbero essere viste nella prospettiva più ampia proposta da Terzani. L'invasione dell'Ucraina 24 febbraio 2022 andava non solo condannata, ma pure spiegata, magari guardando l'oggettivo imperialismo della NATO e il suo sviluppo fino ai confini della Russia o l'invasione di vari Stati da parte degli americani.  L'eccidio di Hamas del 7 ottobre 2023 andava non solo condannato, ma anche spiegato, magari guardando la risoluzione 181 dell'ONU del 1947 sulla creazione dei due Stati mai attuata, o la segregazione violenta del popolo palestinese.

Chi prova a guardare gli eventi in una prospettiva di pace e più ampia, viene purtroppo visto come filo Putiniano o antisemita.  Anche lo stesso Papa Francesco è stato sottoposto a un linciaggio mediatico, con commenti duri e sprezzanti quando ha provato a lanciare proposte di pace.  Il vincitore del Nobel per la letteratura Romain Rolland, alla vigilia della Grande Guerra denuncava che "i latrati di  odio dei giornali fanno orrore e pietà. Che opera credono di compiere? Vogliono punire dei delitti , e sono, essi stessi dei delitti: perchè le parole omicidie sono la semente degli omicidi". Per questo fu trattato da traditore della pace e dell'Occidente.

La nostra cecità ci porta a legittimizzare la supremazia occidentale sull'umanità. Dopo la seconda guerra mondiale l'Occidente è il custode dell'ordine internazionale, e chiunque minacci gli interessi dell'Occidente è un nemico, è un cattivo, è il Male.  La retorica è sempre la stessa;  Quando i nostri affari occidentali ( che sono associati alla nostra civiltà) sono in pericolo, dobbiamo reagire con la guerra, militarizzare le nostre società, produrre nuove armi, spendere più soldi per la difesa. E allora trasformiamo questa guerra, con in gioco interessi economici immensi, in uno scontro tra civiltà.

In questi periodi così oscuri, dovrebbe emergere quel "pensiero critico" incluso tra i valori occidentali  e proporre quindi di difendere questi valori, non con le armi, ma rinegoziandoli, cambiarli, aprirli a una visione multilaterale.  Dovremmo forse cominciare ad opporci a chi appoggia e sostiene la politica di un mondo monopolare dominato dall'Occidente. "Questo mostro a cento teste si chiama imperialismo, un orgoglio e una volontà di dominio che vuole assorbire, sottomettere o distruggere tutto, che non tollera alcuna libera grandezza al di fuori di sè stesso" - Romain Rolland. 

Rabindranath Tagore il grande poeta indiano giudicava la civiltà occidentale in questo modo: "essa consuma i popoli che invade; stermina e annienta le stirpi che ostacolano la sua marcia di conquista. Una civiltà di cannibali. Opprime i deboli e si arrichisce a loro spese. Col pretesto del patriottismo essa tradisce la parola data, tende senza vergogna i suoi tranelli di menzogne, erige idoli mostruosi nei templi dedicati al Guadagno, il dio ch'essa adotta. Ebbene noi profetizziamo che tutto ciò non durerà per sempre".

Terzani ci dice che la radice della guerra è la stessa del violento dominio maschile sulle donne e della devastazione dell'ambiente. l'istinto di possesso e di comando.  Citando Gandhi, egli torna a ripeterci: "finchè l'uomo non si metterà di sua volontà all'ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza".


Sintesi dell'Introduzione di Tomaso Montanari al libro di Tiziano Terzani Lettere contro la guerra.  Tomaso Montanari è uno storico dell'arte e saggista italiano, rettore dell'Università per stranieri di Siena dal 2021. E' il presidente dell’associazione di cultura politica Libertà e Giustizia. Ha dedicato un piccolo libro all’impegno civile degli intellettuali: Cassandra muta.

Annick de Souzenelle

"Dico, con l'autorità della Bibbia, che non moriamo ma che mutiamo. Si tratta semplicemente di liberare la nostra tunica di pelle per liberare il soffio dello Spirito, che rimane e muta il nostro Essere" - Annick de Souzenelle nella sua "Meditazione sulla morte" del 2023.

Annick du Réau de La Gaignonnière, conosciuta come Annick de Souzenelle, è nata a  Meaulle (in Bretagna)  le 4 novembre 1922 ed è morta a 101 anni l'11 agosto 2024 ( è entrata in quello che lei stessa ha definito il grande concerto della divinizzazione umana). E' stata una scrittrice, una teologa  e una guida spirituale.

Annick de Souzenelle durante la sua infanzia,  si rivolge al mondo interiore che diventa per lei ancora più reale di quello esteriore. Come allieva  frequenta l'Istituto cattolico di Notre Dame des Champs di Parigi. Dopo la seconda guerra mondiale, ha lavorato per molti anni come infermiera anestesista e poi come psicoterapeuta. Confrontandosi con la sofferenza, dice di aver imparato molto dai pazienti e dalla psicologia. Inizialmente cattolica, nel 1958 incontra padre Eugraph Kovalevski - fondatore della Chiesa ortodossa di Francia - che diventerà il suo maestro spirituale.  Si convertirà alla religione ortodossa prima di seguire un percorso spirituale giudaico-cristiano, aperto ad altre tradizioni. Nello stesso periodo trascorre due anni a studiare l'ebraico con Emmanuel Lévyne, un cabalista. Questi due insegnamenti, la teologia cristiana ortodossa e l'ebraico, hanno trasformato la sua vita e la sua visione del mondo. In seguito si è confrontata con la psicologia del profondo di Carl Gustav Jung e con la medicina psicosomatica del dottor Roger Vittoz.

Autrice di numerose opere di spiritualità, si è specializzata nello studio della tradizione ebraica e della Bibbia. Nel 2016 ha creato l'associazione Arigah ( vedi: https://www.arigah.com/ ) per garantire la trasmissione del suo lavoro, per riunire coloro che seguono il suo insegnamento e per gestire l'Istituto di Antropologia Spirituale creato insieme a Agnès Desanges a Angers nel 2010.   L'Istituto contribuisce alla nascita di una nuova antropologia, risvegliando l'uomo, tempio dello Spirito, alla sua dinamica spirituale, permettendogli di rispondere all'appello biblico di "Andare a Te" (Gn12, 1). Quando scopriamo il nostro io interiore, scopriamo anche il filo di luce che lega tutte le grandi tradizioni dell'umanità da migliaia di anni. 

È autrice di una ventina di libri che testimoniano la sua ricerca e il suo lavoro e ci portano nei nostri testi sacri e nei nostri miti fondanti attraverso il cammino interiore. Il suo bestseller è senza dubbio "La symbolique du corps humain" (Il simbolismo del corpo umano) scritto nel 1974.  Il corpo umano ha un linguaggio attraverso il quale esprime il suo piacere e la sua sofferenza, ma è anche un linguaggio in sé, un "libro di carne". Imparare a leggere il corpo significa ascoltare ciò che i grandi miti dell'umanità ci dicono sulla natura e sulla sottile funzione di ogni organo; Significa anche riscoprire l'Albero dei cabalisti, perché se l'uomo è "creato a immagine di Dio", l'immagine del suo corpo deve essere letta come il suo riflesso terreno.

Un altro importante testo è Una meditazione sulla morte (scritto nel 2023) dove l'autrice medita sull'avventura ultima della morte e sulla mutazione che avviene durante questo processo. Un'intervista sulla coscienza conclude questo libro sorprendente.

Le Tre Vie del Benessere: La Via del Cibo, La Via del Movimento, La Via della Spiritualità.

Siamo nati per vivere in salute e più a lungo. Lo dicevano i testi delle tradizioni più antiche e oggi, a distanza di millenni, è un tema che sta entrando a pieno titolo nel mondo della scienza e della medicina. La longevità felice e in salute è possibile: l’alimentazione e la cura del corpo possono fare molto per prevenire le malattie croniche. Precursore di questa visione è il medico Franco Berrino, già primario di medicina preventiva all’Istituto dei Tumori di Milano, autore di molte pubblicazioni scientifiche e degli studi sui “registri tumori” per mappare l’incidenza del cancro in Italia e in Europa.  

Secondo Franco Berrino è possibile vivere più a lungo senza soffrire delle grandi patologie croniche che affliggono le persone anziane, rendendole prigioniere delle medicine. Il diabete, il cancro, i problemi al cuore e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer sono fortemente legate allo stile di vita e da ciò che mangiamo. La speranza di sopravvivenza è aumentata: negli ultimi decenni, abbiamo guadagnato 10 anni di vita in più e ogni anno la speranza aumenta di tre mesi. È un dato impressionante, ma purtroppo il 90% degli anziani dipende da almeno un farmaco salvavita.

Nessuno può avere la certezza di non ammalarsi, ma si può fare molto per ridurne la possibilità. È un regalo che facciamo a noi stessi e ai nostri figli. La longevità in salute si ottiene scegliendo il cibo che mangiamo, e non facendoci scegliere dal cibo, praticando l’esercizio fisico e coltivando un percorso spirituale. Studi scientifici sulla meditazione hanno dimostrato, attraverso dei prelievi di sangue, che questa pratica incide sul Dna dei globuli bianchi: alcuni geni cambiano la loro funzione, attivandosi e spegnendosi. Ma, soprattutto, viene inibito il fattore NFkB, che stimola la produzione di sostanze infiammatorie nel corpo.
 L’alimentazione, lo yoga e la meditazione sono importanti per contrastare i processi infiammatori che fanno male al corpo e permettono di limitare tumori, patologie croniche e malattie autoimmuni. Comunque essere vegani non significa sempre mangiare bene.

L’infiammazione, che è che la risposta del nostro corpo alle aggressioni esterne, è alla base di tutte le malattie croniche, compreso il cancro. Molte malattie autoimmuni sono legate all’infiammazione dell’intestino e ad un’elevata permeabilità intestinale. Assorbiamo pezzi di proteine mal digeriti, danneggiando le cellule dell’intestino. È così nella celiachia. Anche la fibromialgia ha una componente autoimmune. O l’artrite reumatoide che si guarisce curando l’intestino.

Il processo infiammatorio dipende dal cibo spazzatura, dalla assunzione di carne e salumi, e da tutti i prodotti industriali che contengono sostanze che non c’entrano niente con il nostro corpo. I grassi saturi ricchi di colesterolo, il mais, il riso raffinato e il pane bianco. Anche lo zucchero provoca infiammazione: quando le molecole di glucosio si combinano le proteine del sangue si crea il fattore Age, si forma una sostanza appiccicosa che fa funzionare peggio le molecole del corpo. E da qui si è più esposti al rischio di ammalarsi.

L'infiammazione è provocata da una vita sedentaria e dallo stress, ma anche fattori esterni come l’inquinamento atmosferico. Lo studio sui “registri tumori” ha evidenziato che la prognosi del cancro e delle recidive peggiora nelle zone con più polveri sottili. Lo smog stimola la crescita delle cellule tumorali.

Per rimanere in salute dovremmo fare attività fisica, mangiare poca carne e soprattutto mangiare alimenti ricchi di polifenoli, che sono antinfiammatori, come i vegetali, i cereali integrali, l’olio extra vergine di oliva spremuto a freddo. Ippocrate raccomandava di bere l’acqua dell’orzo per combattere le malattie infettive.   Anche il digiuno è molto utile perchè attiva un processo anti-infiammatorio.
Ma non è solo l’alimentazione a favorire una vita più lunga: ci vuole un benessere psicologico e sociale. La felicità incide molto sulla nostra salute,  ma la felicità non deve essere cercata fuori di sé. L’aspetto spirituale ha una grande influenza, Nella società dei consumi, ci fanno credere che più cose abbiamo e più siamo felici. È esattamente il contrario. Tutte le tradizioni spirituali e i grandi profeti dell’umanità portano un unico messaggio: l’amore è la fonte della gioia, la felicità risiede dentro di noi.

Franco Berrino  è laureato in Medicina, si è specializzato in Anatomia patologica. Si è dedicato all’epidemiologia dei tumori: prima all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro in Africa e poi all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva. Tra i suoi libri più famosi: La Grande Via, Ventuno giorni per rinascere, Il Mandala della vita, La foresta di perle, Manuale della longevità felice.

Vedi:  https://lagrandevia.it/chi-siamo/    

Link all'articolo:  https://www.quotidiano.net/salute/franco-berrino-longevita-felice-restare-sani-con-il-buon-cibo-e-la-meditazione/       

Bodhicaryavatara - Una guida al sentiero buddhista del Risveglio

 La Bodhicaryavatara, è un testo scritto da Shantideva  è la guida essenziale per tutti quelli che si incamminano sulla via del Bodhisattva. 

"Quando reale e irreale non si presentano più alla mente, e in assenza di tutte altre possibilità, si verifica la pacificazione libera da qualsiasi supporto". 

Shantideva ( 685 d.C. - 763 d.C.)  )era un principe che nacque nel 685 VII secolo d.C.; un giorno incontrò un asceta che gli insegnò l'arte della meditazione, una meditazione particolare su Manjushri il buddha della conoscenza. Rinunciò così al regno e ai fasti della corte, per entrare all'illustre università buddhista di Nalanda; Studio ed assimilò tutto il contenuto dei Tre Canestri e scrisse sugli insegnamenti del Buddha due trattati sintetici il Compendio delle istruzioni e il Compendio dei sutra che tenne segreti.  E un giorno in presenza di tutti i monaci espose la Bodhicaryavatara - Una guida al sentiero buddhista del risveglio (una sintesi dei due trattati precedenti) . Il suo discorso fu trascritto dai Pandit (erudito, dotto, maestro, filosofo)  ed è uno dei testi base degli insegnamenti buddhisti.  Quel giorno Shantideva lasciò l'università e da allora condusse la vita di un asceta itinerante e di un perfetto bodhisattva.     

La storia di Shantideva, presentata da Mingyur Rinpoche https://www.youtube.com/watch?v=9v9wAQqagXE 

Di seguito sono riportare alcune frasi estratte dal testo.

  • - Come è difficile trovare libertà e ricchezze che permettono all'uomo di dare un senso alla sua vita!
  • - Quelli che vogliono eliminare la sofferenza dell'esistenza, Quelli che vogliono eliminare il malessere degli esseri, Quelli che vogliono gioire del benessere non dovrebbero mai rinunciare allo spirito del Risveglio. Lo spirito del Risveglio presenta due aspetti: da una parte l'aspirazione al Risveglio, d'altra parte l'impegno nel Risveglio.
  • - Quando gli emissari della morte mi prenderanno, a che cosa serviranno gli amici e i parenti? Solo i miei meriti mi garantiranno un rifugio. 
  • - Vittoriosi protettori dei mondi, dediti a soccorrere gli esseri, voi avete la forza di eliminare la paura e io prendo, da oggi, rifugio in voi. Prendo autenticamente rifugio anche nel Dharma che voi avete rivelato, e che dissipa le paure del samsara.   Io aspiro a superare la sofferenza.
  • - Colui che distrugge il benessere di un solo essere, distrugge il suo proprio benessere.
  • - Oggi, non ho nessuna malattia, ho il necessario per nutrirmi e all'orizzonte non c'è nessun pericolo, devo inizare a praticare perchè la vita è imprevedibile, non dura che un istante, e il mio corpo è effimero.  
  • - Buddha spiega che è più difficile di rinascere in una esistenza umana, che per una tartaruga di passare il suo collo in un cerchio sballottato dalle onde dell'oceano.
  • - Le emozioni negative non si trovano negli oggetti, nè nei sensi, nè nella coscienza. E allora dove si trovano per danneggiare tutti gli esseri?  Sono illusorie: scacciate dalla vostra mente tutte le paure e cercate di riconoscerle. Perchè farsi del male senza ragione?
  • - Attaccate l'elefante della mnte con la corda dell'attenzione: tutte le paure spariranno e tutte le virtù sbocceranno.
  • - Come trovare così tanto cuoio per ricoprire tutta la terra? Con il cuoio di una semplice scarpa si otterrà lo sesso risultato. Nello stesso modo, se non posso mettere sotto controllo la realtà esterna, è il mio modo di pensare che devo cambiare, a che serve vincere altre cose?
  • Nella vostra vita, trovate un amico spirituale, che è esperto nel cammino del Grande Veicolo ed eccelle nella disciplina dei Bodhisattva,  apprendete a seguire un maestro,  consultate i sutra, dove sono descritti i precetti; Leggete e rileggete i precetti e le pratica da fare in ogni istante. Applicate i precetti che avete letto al fine di proteggere le persone ordinarie.
  • - Cerchiamo in tutti i modi di coltivare la pazienza. 
  • - Questo nemico, la collera, è il responsabile di tutte le sofferenze, quello che si impegna a vincere la collera sarà felice in questa vita e nelle seguenti.
  • - Qualsiasi cosa succeda, non andrò a rovinare la mia gioia, in quanto la scontentezza non fa realizzare i desideri e distrugge i meriti.  E se c'è un rimedio, perchè dobbiamo essere scontenti? Se non c'è, a che serve arrabbiarsi?
  • - Se posso sopportare la mia sofferenza attuale, perchè non eliminare la collera che è la causa delle sofferenze infernali?
  • - Adesso, diventerò completamente padrone di me stesso, al servizio del mondo; Se la folla mi camminerà sulla testa, o cercherà di uccidermi, per la gioia dei protettori del mondo, non risponderò e non cercherò di vendicarmi. 
  • - E mai la soddisfazione di un re potrà offrire la buddhità che si ottiene contribuendo alla gioia degli esseri;  (...) l'aiutare gli esseri genera successo, felicità e fama in questa vita, senza parlare della buddhità a venire.   Nel samsara, la pazienza porta la bellezza, la salute e la fama, e una lunga vita, e i vasti piaceri dei sovrani universali. 
  • - Io vincerò tutto e niente mi vincerà!
  • - Quando il corpo e la mente sono isolati, la distrazione è impossibile, bisogna dunque rinunciare al mondo e liberarsi dai pensieri. Con l'attaccamento ai beni materiali non si rinuncia al mondo, il saggio prenderà il distacco da queste cose. 
  • - Amici un istante, l'istante seguente nemici, si irritano contro quello che dovrebbe fatr loro piacere; Come è difficile accontentare gli esseri umani!
  • - Elogio di se stessi, denigrazione degli altri, parole esaltanti il samsara; in breve la frequentzione degli esseri puerili non può che portare a degli atti negativi. (...) Fuggirò lontano dagli esseri puerili, E se mi incontrano, farò loro piacere. Senza stabilire dei legami profondi, resterò semplicemente cortese.
  • - Tutto quello a cui ti attacchi, si trasformerà in sofferenze mille volte più grandi. Il saggio dunque non si attacca, perchè dall'attaccamento nasce la paura, Come tutte le cose sono di natura effimera, siate fermi in questa comprensione.
  • - Quando me ne andrò, senza uno sguardo all'indietro, il cuore libero da ogni attaccamento, per stabilirmi in una grotta, un tempio vuoto che non appartiene a nessuno?
  • - Anche se alla nascita formano un tutto, la carne, le ossa e questo corpo saranno qua e là dispersi, a più forte ragione gli amici.  Noi siamo soli quando nasciamo e saremo soli quando moriremo, se nulla può condividere le nostre sofferenze, perchè avere degli amici che ci rallentano?
  • - Se non ci sarà nessuno presso di noi a disturbarci, niente ci distrarrà dalle evocazioni al Buddha e dalle nostre pratiche; andrò dunque a vivere da solo, in foreste deliziose, dove sarò felice,con poche preoccupazioni, e libero da ogni distrazione.
  • - Essere libero, senza il minimo attaccamento e senza nessun legame con persone e cose, ecco una felicità e una soddisfazione que Indra lui stesso avrebbe difficoltà a ottenere.
  • - Sforziamoci, prima di tutto, di meditare sull'uguaglianza di noi stessi con gli altri; poichè siamo uguali di fronte alla felicità e alla sofferenza; Proteggiamo, quindi, tutti gli esseri come noi stessi. (...) Nello stesso modo che mi proteggo contro le cose sgradevoli, anche più anodine, avrò la voglia di proteggere gli altri e trattarli con compassione.
  • - Tutta la felicità del mondo viene dalla ricerca della felicità degli altri, tutte le sofferenze del mondo vengono dalla ricerca della sua propria felicità.   Se non scambio in modo autentico la sofferenza degli altri in cambio della mia felicità, non riuscirò a raggiungere lo stato di bodhicitta e non sarò felice nel samsara. Senza rinunciare totalmente all"io" non ci si può liberare dalla sofferenza. 
  • - Impegnati senza riserve al servizio degli altri! Tu ne vedrai più tardi le virtù, in quanto la parola del saggio è infallibile. 
  • - Colui che vuole eliminare la sofferenza coltiverà la Conoscenza: Ci sono due verità: la verità relativa e assoluta. L'assoluto non rientra nel campo dell'esperienza e dell'intelletto, l'intelletto può spiegare la verità relativa.  (...) L'essere ordinario pensa che gli oggetti che percepisce sono la verità stessa e che essi non hanno niente di illusorio.  
  • - La bodhicitta stessa è samsara, a che cosa servono le pratiche del Risveglio?, Fino a quando le cause non saranno interrotte, l'illusione non cesserà.
  • - Se l'Io esistesse, avrebbe paura di questo e quello. Se non c'è l'Io, chi dunque può ancora avere paura?
  • - La sofferenza ha per causa l'orgoglio, alimentato dall'errore di percezione del sè, se voi pensate che non può essere abolita, non serve a niente meditare sull'inesistenza del sé.
  • - La mente non si trova nelle facoltà, nè negli oggetti, nè tra le due cose; la coscienza non è nè interna, nè esterna, e non si trova da nessuna parte; Quello che non si trova nè nel corpo, nè altrove, nè mescolata, nè isolata; non è niente. Per conseguenza gli esseri si trovano naturalmente oltre la sofferenza. 
  • - La sostanza primordiale designa l'equilibrio tra le tre qualità: la luce, l'attività e l'oscurità - dunque lo squilibrio è chiamato "Mondo".
  • - Così non c'è cessazione, nè realtà, di qualsiasi tipo, e tutti gli esseri animati sono liberi da nascita e cessazione.
  • - Così, le cose essendo vuote, che cosa c'è da acquisire o da perdere?

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