lunedì 14 marzo 2022

Stress ed irritazione - Shivani

 Conferenza su Stress ed irritazione di Shivani a Roma (2019)

Shivani Verma, meglio conosciuta come BK Shivani, Brahma Kumari Shivani, o Sister Shivani, è un'insegnante del movimento spirituale Brahma Kumaris in India ed è l'autrice di un bellissimo libro dal titolo Felicità illimitata.  Il sito della Brahma Kumaris Italia è il seguente: https://www.brahmakumaris.it/

Per Shivani irritazione e stress non sono fattori naturali, mentre felicità, pace, amore sono sentimenti naturali nell’uomo. La felicità è un flusso di condizioni esterne ed interne. Il conforto può essere comprato, la felicità non può essere comprata.

In una casa ci sono due giardini, uno davanti la casa , l’altro dietro la casa, in uno successi, soldi, salute, e l’altro pace, felicità. Avremo una vita bilanciata se ci curiamo di entrambi.

Non sono felice perché il mondo è sbagliato, sono io il creatore dei miei pensieri, esiste una situazione ed una reazione alla situazione. La felicità è gentilezza in azione, blessing makes emotions riches. È la sorgente della felicità, se mi arrabbio creo dolore, e queste emozioni non si dimenticano.

La felicità è naturale, sono emozionalmente indipendente, quello che provo è indipendente dall’esterno, sono il creatore delle mie mie risposte, dei miei pensieri, leggo, vedo, ascolto, creo i miei pensieri.

Fornire informazioni, visualizzare informazioni è meditazione. io sono fatto di felicità, io sono pace,

Durante la giornata dovremmo fare Traffic control of mind per un minuto ogni ora, ogni due ore.

Buon sonno è necessario per la salute delle nostre emozioni. Anche la dieta è importante, il cibo ha delle vibrazioni, noi siamo ciò che mangiamo, è importante una dieta satvica, sono occupato, sono parole che creano basse vibrazioni, con le azioni si creano attitudini.

sabato 12 marzo 2022

Il libro dello yoga di Swami Vishnudevananda

Dalla prefazione del testo Il nuovo libro dello yoga  (2003) di Swami Vishnudevananda.

Una guida per conoscere e praticare l'Hatha yoga, ginnastica del corpo ed esercizio per lo spirito. Un manuale illustrato, ricco di indicazioni e di suggerimenti pratici, rivolto ai principianti, ma utile anche ai più esperti: spiega gli esercizi di base e quelli più complessi; le tecniche di rilassamento, di meditazione e di respirazione; l'alimentazione naturale; lo yoga per la gravidanza; gli esercizi adatti ai bambini e agli anziani. Il libro dello yoga è stato scritto sotto la guida di Swami Vishnudevananda, pioniere della divulgazione in Occidente dello yoga e fondatore dei Centri Yoga Sivananda, frequentati in tutto il mondo da milioni di persone.

‘Chiunque può praticare lo yoga, indipendentemente dall’età, dalla condizione e dalla religione: giovani o vecchi, sani o malati, tutti possono trarre beneficio da questa disciplina. Dopo tutto, qualunque siano le nostre scelte di vita, dobbiamo tutti respirare e, se ci muoviamo poco e ci nutriamo in modo sbagliato, a lungo andare corriamo il rischio di ammalarci. Si può imparare a meditare su un fiore, sulla stella di David o sulla croce, su Krishna o su Rama. L’oggetto su cui concentrarsi può essere diverso, ma la tecnica è sempre la stessa. I primi praticanti yoga cercavano la risposta a due questioni di fondo: come liberarsi dal dolore e come affrontare la morte. Essi scoprirono che per mezzo delle posture yoga è possibile controllare il dolore fisico, che con la respirazione si possono controllare le tensioni emotive e che attraverso la meditazione possiamo capire chi siamo realmente. Dunque, si può dire che, sebbene lo yoga parta dal corpo, alla fine lo trascende.

In questo testo Swami Vishnudevananda ci racconta che  lo yoga è una millenaria scienza di vita, è un sentiero lungo il quale impariamo a superare le nostre limitazioni fisiche e mentali. Lo yoga porta alla scoperta della pace, della gioia, della libertà che esistono in ognuno di noi. Questa pace, questa gioia e questa libertà sono sempre dentro di noi, ma molto spesso ce ne dimentichiamo. 

Swami Vishnudevananda (1927 - 1993) è stato il discepolo di Swami Sivananda di Rishikesh (1887-1963), considerato uno di grandi Santi indiani del ventesimo secolo che scrisse oltre 300 libri su yoga, salute e filosofia.  La frase molto conosciuta di Sivananda è la seguente:  ‘Un’oncia di pratica vale quanto una tonnellata di teoria’. Nel 1957 Swami Vishnudevananda fu mandato in Occidente a diffondere lo yoga. Nell'ottobre del 1957 Vishnudevananda arrivò sulle coste della California con dieci rupie, vestito col suo doti, conoscendo poche parole di inglese in un clima da Guerra Fredda e capitalismo sfrenato, ed iniziò ad insegnare lo yoga, la via spirituale alla pace interiore, seguendo la tradizione di Gandhi e Martin Luther King.  Riassunse lo yoga in queste tre righe: 

  • La salute è ricchezza.
  • La pace della mente è felicità.
  • Lo yoga mostra la strada.

La pratica viene sintetizzata in questi cinque punti:

  • 1. Esercizio fisico corretto
  • 2. Respirazione corretta
  • 3. Rilassamento corretto
  • 4. Dieta corretta
  • 5. Pensiero positivo e meditazione – ovvero un'appropriata attitudine mentale.

Questi cinque punti possono essere introdotti nella nostra vita, senza troppi sforzi, e sicuramente ne trarremo benefici. Per meglio illustrarne la rilevanza pratica, Swami Vishnudevananda creò un’analogia tra il corpo umano e l’automobile, confrontando questi cinque punti proprio con le componenti di un’automobile. "Ogni automobile, sia essa di gran lusso o una vecchia carcassa, per funzionare bene ha bisogno di cinque cose: la lubrificazione, il sistema di raffreddamento, l’impianto elettrico, il carburante e un buon autista alla guida. Le asana, le posture yoga, lubrificano il corpo mantenendo in forma i muscoli e le articolazioni, armonizzando il tono di tutti gli organi interni e consentono di migliorare la circolazione senza creare affaticamento. Il corpo viene raffreddato per mezzo del rilassamento completo, mentre il pranayama, la respirazione yoga, aumenta il prana, la ‘corrente elettrica’. Il cibo, l’acqua, l’aria che respirate costituiscono il carburante. La meditazione infine consente di calmare la mente che è la guida del corpo. Meditando, imparerete a controllare e infine a trascendere il corpo che è il vostro veicolo fisico."

Il primo punto – Esercizio fisico corretto – la lubrificazione del nostro veicolo fisico.

Le posture nello yoga stimolano la circolazione sanguigna, portano ossigeno e nutrimento a tutte le cellule, massaggiano gli organi interni, migliorano le loro funzionalità come la digestione, aumentano la flessibilità dei tessuti connettivi ed il corpo diventa più flessibile.  Aumenta l'effetto sulle ghiandole endocrine, ed alcune posizione come le posizioni capovolte, lavorando anche sulla gola, aumentano l'ossigenazione del cervello, attivano le ghiandole come la tiroide e le paratiroidi. Bisogna arrivare alla posizione con molta dolcezza, in modo progressivo, evitando in questo modo di creare traumi e  danneggiare i muscoli.  La sequenza con cui si eseguono le asana è poi molto importante per bilanciare la forza tra vari muscoli che lavorano in opposizione e anche per equilibrare tutti gli altri i sistemi del corpo.

Secondo punto – Respirazione corretta – L’impianto elettrico.

Respiriamo per portare ossigeno a tutte le parti del corpo e per eliminare anidride carbonica. L’aria, inoltre, è un’importantissima fonte da cui attingere prana, l’energia vitale. Quindi una corretta respirazione è fondamentale per mantenerci in salute e per darci energia e vitalità. Dovremmo abituarci a respirare in maniera completa riempiendo addome, torace e clavicole e portare la consapevolezza del respiro anche nella vita quotidiana.  Dovremmo apprendere soprattutto ad utilizzare in modo corretto il diaframma in queste respirazioni complete e profonde. Quando inspiriamo profondamente, iniziamo sempre usando il diaframma, poi i muscoli intercostali espandono il torace ulteriormente – in questo modo i polmoni si riempiono dal basso fino alle clavicole. Per espirare, prima rilassiamo il diaframma e poi il torace – svuotando completamente i polmoni dal basso, senza lasciare aria. Altra cosa importante è sempre respirare attraverso il naso – sia quando inspiriamo, sia quando espiriamo. Il naso aiuta a filtrare, umidificare e portare l’aria che respiriamo a temperatura corporea. Se espiriamo dalla bocca perdiamo prana. C’è poi un importante legame tra la respirazione e il funzionamento della mente, più respiriamo lentamente, più la mente si tranquillizza.  Questi esercizi aiutano a purificare, equilibrare e controllare il prana e di conseguenza anche la mente.

Terzo punto: Il rilassamento corretto. Il sistema di raffreddamento

Quando non riusciamo a rilassarci bene esauriamo tutta la nostra energia. Un buon rilassamento ci permette invece di rinnovare la nostra energia per poter affrontare meglio gli impegni quotidiani. Oggi purtroppo siamo continuamente in tensione a causa dello stress al lavoro, di problemi finanziari, il traffico, il rumore. Quando siamo nervosi il sistema nervoso simpatico si attiva, l’adrenalina rilasciata nel sangue mantiene i muscoli in tensione, riduce le funzioni del sistema digestivo, aumenta la pressione del sangue e rende anche il respiro più affannato. Possiamo sopperire a questo stress con la respirazione, addominale lenta e profonda che ci aiuta a rilassare il corpo, la mente e lo spirito.  Nello yoga la posizione di rilassamento è savasana – la posizione del cadavere. Sdraiati a terra con le gambe divaricate, le braccia lungo il corpo, i palmi rivolti versi l'alto, riusciamo a rilassare completamente i muscoli. I respiri sono addominali e profondi, poi  il respiro diventa più sottile, più lento e più leggero.  Poi attraverso l’autosuggestione, con la mente concentrata si cerca di visualizzare e rilassare ogni parte del corpo partendo dai piedi…  Per fare questo si usa anche la tecnica della visualizzazione: si può visualizzare un lago profondo, calmo e trasparente. La superficie è completamente piatta, senza nemmeno un’onda e si riesce a vedere fino nelle profondità del lago….  Immaginate che la vostra mente è calma e trasparente come quel lago e provate a scendere in profondità. Il rilassamento deve essere attivo, non passivo e il segreto è rimanere svegli. Se riuscite a rilassarvi per davvero, almeno dieci minuti al giorno (per esempio quando tornate a casa dal lavoro) riuscirete a ricaricarvi come se aveste dormito un paio d’ore di sonno.

Quarto punto: Dieta corretta. Il carburante.

La dieta yogica è vegetariana. Si parla dovunque dei benefici per il nostro corpo di una dieta vegetariana. A favore di una dieta vegetariana, ci sono poi anche delle ragioni etiche. La prima ragione per essere vegetariani è che lo yoga si basa su Ahimsa o non-violenza. Secondo gli yogi è possibile raggiungere la pace mentale soltanto se viviamo in modo pacifico e questo significa non ferire il nostro prossimo né col pensiero, né con le parole, né con le nostre azioni. Se dobbiamo rispettare e onorare la nostra vita, dobbiamo iniziare prima col rispettare le vite di tutti gli esseri che ci circondano. E’ per questo che la dieta vegetariana è una componente importante dello stile di vita yogico. 

La seconda ragione per essere vegetariani è il concetto di Sattva: nella filosofia yoga, tutto quello che esiste è caratterizzato da tre qualità che in sanscrito si chiamano ‘guna’. Il guna Tamas è l’inerzia,  Rajas è l’energia. Sattva è l’energia pura, focalizzata, come quella di una luce bianca. Qualunque cosa, anche la nostra mente, ha queste tre qualità in diverse proporzioni. Tamas, l’inerzia, si manifesta nell’essere umano come la letargia. Rajas, l’energia sconclusionata, si manifesta nell’essere umano come eccitazione e attaccamento agli oggetti. Sattva invece si manifesta come la calma, l’equilibrio e la concentrazione.  ‘Siamo quello che mangiamo’ e gli yogi scelgono di mangiare cibi che hanno un basso contenuto di tamas e di rajas e un alto contenuto di sattva. Idealmente si dovrebbero eliminare l’alcol, i cibi processati o troppo cotti, i cibi troppo speziati, le uova, la carne e il pesce. La dieta yogica quindi consiste di cereali, legumi, noci, semi, frutta e verdura fresca e matura, spezie leggere e erbe aromatiche. Questo tipo di cibo è facile da digerire e ci fa sentire leggeri e pieni di energia.

Il terzo motivo per scegliere una dieta vegetariana è il Prana – l’energia vitale. Il cibo, l’acqua e l’aria sono importanti fonti di prana per il nostro corpo. Le piante ottengono il prana direttamente dal sole, mentre gli animali erbivori ottengono il prana dalle piante che mangiano. Più scendiamo lungo la catena alimentare, minore è la quantità di prana che troviamo negli alimenti. E’ per questo che gli yogi credono che mangiando prodotti vegetali si possa ottenere una maggiore quantità di prana.  Il cibo che si mangia ogni giorno influenza lo stato, fisico e mentale. Iniziate ad aggiungere alla vostra dieta più verdure fresche e insalate, e ogni tanto cercate di sostituire la carne e le uova con legumi e tofu. Man mano che il corpo si abitua a una dieta yogica vedrete che naturalmente avrete voglia di mangiare cibi sattvici e sani.  Per avere delle indicazioni sulla dieta vegetariana potete fare riferimento a ‘Il libro della cucina vegetariana dei centri Sivananda’ Edizioni il Punto.

Quinto punto: Pensiero positivo e meditazione. Il buon autista per questo veicolo.

Anche se la macchina è grande e potente non andrà da nessuna parte senza un guidatore capace. Per cui mantenere una buona attitudine mentale è una parte importantissima del percorso yoga. La serenità e la felicità sono essenziali per la nostra salute fisica e mentale. Per uno yogi i pensieri sono reali, come qualunque altro oggetto fisico. Swami Sivananda diceva che viviamo circondati da un oceano di pensieri e che siamo come dei ricettori e trasmettitori di pensieri. Pertanto ne veniamo influenzati ed esercitiamo anche noi un’influenza sugli altri con i nostri pensieri. Ovviamente gli effetti di questo possono essere positivi o negativi. Pensate per un attimo a come vi sentite quando siete circondati da persone eccessivamente negative. Siamo invece attratti da persone positive perché l’energia che emanano ci tira su.  Possiamo consapevolmente scegliere di avere dei pensieri positivi – ma dobbiamo fare uno sforzo, e cioè dobbiamo osservare attentamente i nostri pensieri e poi dobbiamo scegliere consapevolmente di sostituire i pensieri negativi con pensieri positivi.  Nel praticare questa forma attiva di pensiero positivo impariamo a conoscere meglio la nostra mente, a controllarla e a usarla in modo più efficiente. Impariamo a rimanere distaccati dai nostri pensieri e a discriminare tra i pensieri che vogliamo diffondere e quelli che invece vogliamo lasciar perdere. Invece di essere schiavi della nostra mente, impariamo a usarla al meglio per ottenere risultati positivi.  Dopo avere effettuato questa preparazione si inizia a meditare. 

Tutte le pratiche yoga devono culminare con la meditazione, un'esperienza di unità con il proprio sé.  La meditazione è un metodo  per calmare la mente e poter così fare esperienza della pace e della tranquillità che sono dentro di noi. I grandi maestri ci insegnano che è qui, dentro di noi, che troveremo le risposte domande come ‘chi sono?’ o ‘qual è il mio scopo nella vita?’. Dentro ognuno di noi c’è una fonte inesauribile di amore, di conoscenza e di pace – questa è la nostra vera natura.  Eppure siamo capaci di vivere senza rendercene conto, come se vivessimo sulla terra con una grossa nuvola che non ci permette di vedere il sole. Questa nuvola non è altro che l’attività della nostra mente e possiamo sentire il tepore del nostro sole interiore solo se riusciamo a fermare la mente.  Ovviamente è molto difficile ‘addomesticare’ la mente. Arjuna nella Bhagavad Gita dice a Krishna che controllare la mente è difficile come controllare il vento. Ma anche se non riusciamo a fermare completamente la mente, ci sono dei momenti in cui proviamo un senso di tranquillità. Ed è in questi momenti - in quei micro-secondi tra un pensiero e l’altro – che proviamo un senso di vera gioia, di vera felicità. Con la pratica, lo spazio tra i pensieri si estende, si allunga e riusciamo a passare la maggior parte della nostra meditazione in quella sensazione di vero silenzio. Praticando con regolarità possiamo fare degli enormi progressi, anhe se è difficile avere una mente completamente calma e silenziosa.

Esercizio di meditazione.  Trovate una posizione comoda, la schiena è dritta….. Per qualche istante osservate il respiro. Cercate di rendere il respiro fluido, regolare e ritmico. Durante la meditazione, una volta che la mente diventa più calma, il respiro diventerà via via più sottile, ma dovrà sempre seguire un certo ritmo… Adesso scegliete un punto dove focalizzare l'attenzione e far riposare la mente – o il punto tra le sopracciglia o il punto al centro del cuore.  Ogni qualvolta ci distrae, si riporta l'attenzione su quel punto.  Poi, a ogni respiro, ripetete mentalmente un mantra. Se non avete un mantra personale potete usare il mantra universale OM o qualunque altra frase che vi elevi spiritualmente. Ripetete mentalmente il mantra a ogni inspirazione e a ogni espirazione. Inspirate OM e espirate OM. Se la mente inizia a vagare, se si affacciano altri pensieri, cercate di rimanerne distaccati, non lottate con la mente, non date alcuna energia a questi pensieri, ma gentilmente riportate l’attenzione al punto di concentrazione e continuate a inspirare OM e a espirare OM. Con la pratica la mente diventerà più ferma, più calma e riusciremo a fare esperienza del silenzio e della pace che sono dentro ognuno di noi.

Lo yoga è una scienza sperimentale, si deve praticare e poi verificare i risultati. Iniziate a respirare correttamente e a coltivare pensieri positivi, tutti i giorni, finché diventino un’abitudine. Iniziate ad includere più cibi sattvici nella vostra dieta e a eliminare la carne e cibi elaborati. Trovate qualche minuto ogni giorno per fare le asana e un po’ di rilassamento profondo. Iniziate la giornata con un po’ di meditazione – per iniziare anche solo cinque o dieci minuti. E osservate la differenza nel vostro corpo, nella mente e nello spirito. 

 Swami Vishnudevananda  è stato il fondatore dei Centri e degli Ashram International Vedanta Sivananda Yoga.  Nel 1969 Vishnudevananda pose le fondamenta per la diffusione dello yoga, istituendo e conducendo il primo Corso di Formazione Insegnanti di yoga Sivananda in Occidente. Questi insegnanti, a tutt'oggi, diffondono l'insegnamento dello yoga tradizionale in palestre, scuole, centri benessere, ospedali, università e prigioni.  Oggi milioni di persone praticano gli esercizi di Vishnudevananda nei 70 centri e ashram Sivananda presenti nel mondo. Per citarne solo alcuni:  New York, Montreal, il quartier generale a Val Morin in Canada, San Francisco, Los Angeles, Chicago,  Londra, Parigi, Berlino, Monaco, Vienna, Ginevra, Madrid, Tel Aviv, Delhi, Madras, Uttarkashi (Himalaia), Neyyardam (Kerala), Buenos Aires, Montevideo. Anche a Roma è stato aperto un centro. vedi link:  https://www.sivananda-yoga-roma.it/

Lo Yoga è la scienza della vita, una scienza millenaria attraverso la quale impariamo a superare i nostri limiti fisici e mentali.  Lo yoga ci porta a scoprire la pace, la felicità, la libertà che sono in ognuno di noi, ma molto spesso le dimentichiamo.

sabato 5 marzo 2022

Il gusto di essere felici. Saggezza e benessere in ogni momento della vita - Mathieu Ricard

  Il gusto di essere felici. Saggezza e benessere in ogni momento della vita di Mathieu Ricard.

Matthieu Ricard vive da più di quarant'anni nel monastero di Sechen sulle montagne del Nepal, ma è tutt'altro che un asceta isolato dal mondo. È coinvolto in progetti umanitari che hanno portato alla costruzione di decine di scuole, ospedali e ponti nelle zone più povere dell'Himalaya.  Viaggia per il mondo e partecipa a progetti scientifici in cui offre la sua esperienza unica di filosofo e scienziato.
Con questo testo ha deciso di condividere con tutti i risultati di un lunghissimo viaggio spirituale e umano.    Sito web: http://www.matthieuricard.org   

Il testo è una guida pratica per migliorare la propria esistenza. Matthieu Ricard, monaco buddista, la "voce" francese del Dalai Lama, posiziona la felicità al primo posto nella classifica dei sentimenti. Come identificarla, raggiungerla e conservarla? Attraverso un percorso individuale di presa di coscienza interiore e di equilibrio della mente. La felicità è il motore dell'esistenza e rappresenta, più di ogni altro sentimento, l'amore per noi stessi e per il prossimo.

Gli scienziati del Wisconsin, lavorando nel campo della neuroplasticità, hanno fatto una scoperta sorprendente quando hanno studiato la felicità in relazione all'attività cerebrale. Matthieu Ricard ha ottenuto risultati che hanno frantumato quella che si pensava essere la soglia della felicità: è quindi l'uomo più felice della terra?  Matthieu Ricard ha capito che di fronte alla stessa situazione possiamo reagire in modo diverso, la nostra felicità o le nostre sofferenze sono spesso il risultato delle costruzioni mentali che sovrapponiamo alla realtà e delle tossine da cui ci lasciamo avvelenare.
Ma se impariamo come funzionano i meccanismi mentali che alimentano questo male, capiremo anche come essere felici. Saremo allora liberi di goderci la vita, investendo le nostre energie nel nutrire un solido e costante buon umore, e in un modo di vivere pienamente.

La felicità è lo scopo dell'esistenza umana. La felicità esprime come una persona ama la vita che sta conducendo.  È un programma a tempo in cui la gioia è percepibile.
È la scomparsa temporanea di ogni conflitto interiore. La persona è in armonia con il mondo circostante e con se stessa. La serenità impertubabile dei saggi che vivono con intensità l'esperienza opposta del dolore e della gioia. Il buddismo chiama sukka questa condizione di benessere prodotta da una mente eccezionalmente tranquilla. Questa condizione appare quando siamo liberi dalle nostre emozioni conflittuali e dalla nostra mente cieca e abbiamo eliminato le tossine della mente (confusione, odio, ansia).  Impieghiamo la nostra vita per realizzare un gran numero di desideri e non è sicuro che la realtà si conformi ad essi, quando è meglio lavorare e ottenere una realizzazione interiore. Il buddismo pensa che lo scopo dell'esistenza sia di ottenere questa realizzazione, seguita dall'amore per ogni creatura vivente.
La ricerca dei piaceri è vana, è come la neve che cade nel fiume, per un po' bianca e poi svanisce per sempre. L'individuo cerca di vivere intensamente, di fare molte cose e di riempire la sua esistenza perché ha paura di rimanere solo. La nostra società dei consumi propone un numero infinito di piaceri artificiali per anestetizzare la nostra mente.
La sofferenza e la gioia sono associate alle condizioni esterne e alle emozioni, una mente chiara permette di ridurre la differenza tra la realtà e il pensiero che proiettiamo su di essa e così facendo diventiamo invulnerabili alle condizioni esterne.
Un re chiese al suo consigliere di riassumere la storia umana in una frase: "Gli uomini soffrono, mio re".
Ci sono diversi tipi di sofferenza, la sofferenza nascosta è legata alla nostra maleducazione e al nostro egocentrismo. Molte filosofie occidentali dichiarano che è impossibile raggiungere la felicità e che la sofferenza è inevitabile e Shopenhauer elogia lo spleen.
In una spiaggia ci sono milioni di stelle marine che muoiono sotto il sole. Un uomo ad ogni passo prende una stella marina e la mette in acqua. Un amico osserva e dice: "Ci sono milioni di stelle marine su questa spiaggia, i nostri sforzi sono lodevoli ma vani" L'uomo che mette in acqua un'altra stella marina risponde: "Hai ragione, ma per quest'ultima stella marina c'è una differenza notevole".

Il nostro coraggio è importante e non l'enorme compito da portare a termine. Questo concetto potrebbe riferirsi anche all'aiuto ai paesi in via di sviluppo nel sud del mondo.

Dobbiamo essere pronti quando gli eventi della vita seguiranno il loro corso. Il dolore ci toccherà sicuramente quando arriverà una morte; in questo caso il miglior dono che possiamo offrire al nostro defunto è continuare a condurre un'esistenza felice e ricca.
Inoltre, dobbiamo evitare di dare la colpa agli altri, Shantiveda ha detto: "Se abbiamo un rimedio, perché ci disperiamo?  E se non c'è un rimedio, perché ci affliggiamo?"
Il Dalai Lama ha detto "cercare la felicità rimanendo indifferenti alle altre sofferenze è un tragico errore!"   La compassione è molto importante, è un sentimento che produce responsabilità e rispetto verso la comunità umana.
Il saggio non ha nulla da desiderare, nulla da sperare, nulla gli manca e di conseguenza può essere solo pienamente felice. Non possiamo nascere saggi ma possiamo diventare saggi. È una lunga trasformazione interiore basata sul lavoro quotidiano.
La realtà è solo la nostra proiezione mentale, abbiamo costruito la nostra realtà, abbiamo creato una confusione mentale basata sul concetto di identità personale.
In una società che crede nella forte personalità e dove l'individualismo dà alle cose un valore aggiunto, ed è accettato che, senza un forte ego non si riempiono le emozioni e la vita sarà monotona, è molto complicato rimuovere il proprio egoismo oggi.
L'ego è solo un'etichetta per il buddismo, una definizione, un segno, un'idea. Il problema è che quell'etichetta è considerata reale ed è associata alla coscienza. Ma la coscienza è un flusso continuo: il passato è morto, il futuro non esiste, il presente è inafferrabile.
L'ego non è identificabile né con il corpo, né con la coscienza, è un prodotto di un'attività mentale che costruisce e mantiene in vita un'entità immaginaria.
L'idea della nostra identità è radicata nella nostra mente e influenza il nostro rapporto con gli altri. Scrittore, alto, bello ecc. sono tutte etichette che influenzano il nostro rapporto con gli altri.
L'assenza dell'ego ci dà un'enorme libertà interiore, siamo più orientati verso l'altro e la serenità interiore è facilitata.
Le emozioni sono gli attori del grande movimento della nostra mente. Le emozioni sono qualsiasi sentimento capace di muovere la mente verso un sentimento positivo o neutro o negativo.
Il buddismo dice: un'emozione è positiva se contribuisce alla vostra pace interiore.
Il buddismo propone di lavorare sui  pensieri e di imparare a gestirli nel modo appropriato. Se ti arrabbi devi decostruire immediatamente.
È molto importante imparare a decostruire le emozioni negative, ma anche imparare a sviluppare quelle positive come propone la psicologia positiva.
Le tossine per la nostra mente sono: desiderio, odio, confusione. Si può aggiungere, secondo il buddhismo, l'orgoglio e l'invidia. Un antidoto è sviluppare l'empatia e l'amore altruistico.
Gli scienziati dicono che l'eccessivo controllo delle emozioni può portare a problemi fisici e psicologici, ma anche l'eccessiva manifestazione delle emozioni può causare malattie mortali.
Dobbiamo imparare a gestire i nostri pensieri ed emozioni e a riconoscere quali emozioni ci permettono di migliorare la gioia di vivere.
Un altro metodo è quello di esaminare i nostri pensieri in una mente completamente rilassata e aspettare che passino. Dobbiamo usare una forma di meditazione che consiste nel riconoscere che le emozioni sono pensieri privi di esistenza autonoma e aspettare che si dissolvano.
La filosofia non è un esercizio introduttivo alla saggezza ma è uno stile di vita.
La meditazione ci permette di acquisire una libertà interiore e una forza sempre più grande, le nostre angosce e paure si attenueranno e la fiducia basata sulla gioia di vivere sostituirà l'insicurezza, l'altruismo appassionato sostituirà l'individualismo cronico.
Dovremmo dedicare del tempo a diventare degli esseri umani migliori ed equilibrati.
Il desiderio è continuamente proposto dai mass media e noi saltiamo da un desiderio all'altro incapaci di stabilire delle priorità, il desiderio non può essere espresso senza una rappresentazione mentale e l'emozione riempita dalla conoscenza.

Cosa significa essere liberi? Essere liberi significa essere padroni di se stessi, avere libertà di azione e di opinione. Non significa fare quello che vogliamo altrimenti saremo schiavi dei nostri pensieri.
Significa essere liberi dal nostro ego, trovare l'essenziale e non preoccuparsi del superfluo e trovare un sentimento di soddisfazione profondo.
L'angoscia che riempiamo a volte viene dall'assenza di una direzione precisa, essere consapevoli che non siamo né completamente perfetti, né completamente felici non è una debolezza.
La rinuncia non è una discesa nell'ascesi e la triste privazione dei piccoli piaceri quotidiani, ma è evitare ciò che ci causa dei problemi e delle sofferenze.
Rinunciare significa avere l'intelligenza e il coraggio di esaminare ciò che consideriamo piacere e verificare se effettivamente migliora la nostra vita.
È importante non farsi dominare da innumerevoli attività e identificare ciò che è essenziale per la nostra vita e dedicare del tempo per esaminarsi e lavorare per migliorarsi.
Rinunciare è lo strumento che ci permette di assumere il controllo della nostra vita, di rinunciare alle ansie futili, di acquisire semplicità e pace interiore profonda, di semplificare i nostri atti, le nostre attività.  Rinunciare significa essere liberi dal futuro e dal passato.

Un saggio tibetano diceva "perché ci crocifiggiamo per qualcosa che non esiste più o per qualcosa che ancora non esiste?"  La libertà interiore ci permette di apprezzare la pura semplicità del presente, liberi dal passato e dal futuro.  L'odio e la rabbia portano la mente a vedere le cose in modo distorto e si riempie  di una frustrazione senza fine.
Il buddista praticante medita sui quattro atteggiamenti mentali che devono essere sviluppati senza limiti: amore, compassione, gioia per l'altro, felicità e imparzialità.
Meditare significa conoscere un nuovo modo di vedere le cose.
Compassione e conoscenza sono inseparabili come le ali di un uccello.
 

Gentilezza e altruismo.  La tristezza porta all'incapacità di esprimere un amore altruistico mentre le persone felici sono anche naturalmente altruiste.
La nostra felicità è legata a quella delle altre persone, il buddhismo crede che la gentilezza sia primordiale nell'essere umano.
La libertà interiore si acquisisce riducendo l'amore per se stesso. Oggi è più importante guardare che essere. Non possiamo sperare che chi amiamo faccia quello che vogliamo.
Apparentemente il pessimista ha una visione più vera della realtà, ma l'ottimista è più realistico e pragmatico. Un ottimista è una persona coraggiosa, perseverante, non turbata. Ha bisogno di molta volontà per essere felice. Nei Paesi in via di sviluppo dove c'è povertà e oppressione ci sono molti ottimisti che affrontano con coraggio la sproporzione tra l'obiettivo e i mezzi investiti.
L'ottimista è privo di rimpianti e sensi di colpa, ogni istante della sua vita è un tesoro ed ha trovato la pace interiore e la serenità.
I pensieri potrebbero essere i nostri amici o i nostri peggiori nemici. I cattivi pensieri rendono cupa la nostra esistenza e distruggono la felicità delle persone che ci circondano, fermare questi pensieri è un passo importante verso la nostra pace interiore.
La sofferenza interiore deve diventare l'oggetto della nostra meditazione, così se manteniamo lo sguardo sulle nostre emozioni scompariranno come la neve al sole. 

Durante la pratica della meditazione, dobbiamo iniziare a generare compassione verso le altre persone e inviare loro felicità e salute. Si sperimentà la vacuità e si acquisisce la comprensione che ogni fenomeno è transitorio e senza alcuna solidità.
Dobbiamo evitare le attività superflue e inutili che ci portano via le energie della mente.
Dobbiamo imparare a dedicare alcuni istanti ai pensieri altruistici e all'analisi della nostra mente, o alla profondità del nostro essere.
La gente dice che non abbiamo tempo per la meditazione. È falso. Possiamo meditare aspettando un caffè, viaggiando su un autobus, aspettando l'inizio di un film. Dobbiamo imparare a vivere completamente nel presente, ogni giorno che passa. 

Si vive l'esperienza del flusso quando si è completamente assorbiti da un'esperienza o da una sensazione, si dimentica la fame, la sete, la fatica o il disagio. Essere immersi nell'attività è più importante del risultato. Per esempio per i giocatori di scacchi, gli scrittori, gli artigiani, il puro piacere  rappresenta la motivazione principale. Sono completamente immersi nell'attività e la cognizione dell'ego scompare, il tempo si annulla. Come ad esempio, quando si ascolta musica jazz, si è completamente coinvolti e si utilizzano tutte le nostre potenzialità.
L'esperienza del flusso crea una sinergia tra azione, pensiero e ambiente esterno. La nostra coscienza e l'ego sono ridotti al minimo. Possiamo vivere l'esperienza del flusso anche nelle azioni comuni quotidiane. Senza l'esperienza del flusso le nostre attività diventano insopportabili.
Le persone che hanno curiosità e interesse per le attività della vita quotidiana hanno un basso grado di ego e fanno tutto con un alto grado di coscienza e consapevolezza.
Dobbiamo imparare a contemplare la natura della mente dove associamo la tranquillità interiore con una presenza risvegliata e luminosa.

La Psicologia positiva.
Le ricerche scientifiche sottolineano che la felicità è determinata da fattori genetici per il 50%, fattori ambientali per il 10%-15%, per la percentuale rimanente dal nostro modo di pensare.
I geni sono più importanti degli eventi dell'infanzia per raggiungere la felicità, ma è innegabile che il grado di amore e di tenerezza provati in quel periodo, influenzano profondamente la visione della nostra esistenza.  Secondo le ricerche:

  • La felicità aumenta con l'età, la ricchezza, le attività sociali, il benessere.
  • La felicità è direttamente correlata alla capacità di controllare il nostro ambiente, noi stessi.
  • Le persone felici sono più aperte sul mondo.
  • Le persone che praticano una religione sono più felici.

L'importanza di queste variabili è accettata da tutti, ma è importante determinare se queste variabili sono le cause o le conseguenze. Comunque durante queste ricerche non è mai stato determinato lo stato mentale delle persone intervistate. Le condizioni esterne sono importanti quanto il processo interiore.   

In Bhutan, c'è il più alto tasso di felicità interna lorda. Poveri ma felici, i contadini del Bhutan sono più felici degli impiegati che lavorano in una banca in una grande città. Avere poche cose è una forma di libertà priva di preoccupazioni.
Sappiamo che se stimoliamo alcune parti del cervello possiamo provare piacere o depressione.
Di conseguenza possiamo modificare alcune parti del cervello facendo specifiche attività fisiche o vivendo in determinati stati d'animo.
Le emozioni sono fenomeni complessi che coinvolgono più regioni del cervello, non è possibile associare una parte del cervello ad una emozione specifica; ma possiamo dire che le persone che provano emozioni positive hanno un'attività più importante sull'emisfero sinistro del cervello (corteccia prefontale sinistra) mentre le persone che provano emozioni negative nel lato destro. Il nostro cervello, dunque, porta il marchio di un carattere felice o infelice.

La meditazione può essere descritta come uno sforzo sistematico di focalizzazione dell'attenzione e del potere mentale che ne deriva. Potrebbe essere uno strumento di potere da usare con le giovani generazioni. Per il buddismo lo scopo etico è quello di essere liberi dalla sofferenza e di aiutare gli altri in questo compito, per questo motivo è molto importante l'altruismo. Occorre agire in questo modo per realizzare la nostra vera natura profonda. Dobbiamo adottare un'attitudine serena, altruista e priva di attaccamento. Il saggio vive ogni giorno come se fosse l'ultimo e apprezza ogni istante e la morte sarà il sereno compimento di una vita ben vissuta.
La saggezza ci aiuterà a identificare i valori che contribuiscono alla nostra felicità. Possiamo trovare la pace interiore solo in noi stessi e solo dopo,  potremmo condividerla con gli altri.

Meditare è arrivare a conoscere un nuovo modo di essere, cercare di arrivare ad una nuova percezione della realtà e della natura della mente. Dobbiamo dedicare un po' di spazio nella vita quotidiana per capire noi stessi e il mondo, arrivare a capire il meccanismo della felicità e della sofferenza, per migliorarci e poter aiutare gli altri.
È molto importante incontrare nel nostro cammino persone sagge e soddisfatte, spesso la forza dell'esempio vale più di mille parole. L'autore ha avuto l'enorme fortuna di incontrare le sue guide spirituali e di avere il loro insegnamento.

La cimatica e i mantra

La Cimatica è la scienza delle onde. Il termine cimatica, designa la teoria dello studioso svizzero Hans Jenny, che tenta di dimostrare un effetto morfogenetico delle onde sonore. Forse sarà la medicina del futuro, e gli strumenti saranno i suoni e la luce.

La Cimatica è la scienza che si occupa dello studio sistematico delle manifestazioni periodiche della gamma acustica e dell’effetto delle vibrazioni sulla materia. Designa lo “studio dei fenomeni ondulatori”.  Il medico svizzero Hans Jenny, verso la metà del Novecento, attraverso la scrupolosa sperimentazione e l'acuta osservazione, è stato in grado di articolare una base concettuale fenomenologica completa traendo ispirazione dall’opera di Ernst Chladni. 

Noi spesso supponiamo che quello che non cade sotto i cinque sensi, non esista (vedi  ultrasuoni, raggi ultravioletti, la materia oscura) e non teniamo conto del mondo astrale  dove siamo liberi dal corpo.

Al principio era il verbo (dalla Genesi). Verbo = vibrazione che genera la manifestazione dei vari mondi. Il Principio divino vive dove prende forma – anche negli esseri umani, le stringhe portano l’informazione dell’assoluto, e si espandono, e si contraggono. Attraverso la rete delle energie, l'individuo si esprime attraverso delle regole ben precise, se si esce fuori da queste frequenze l’organismo si ammala. La malattia serve a far riflettere l’essere umano come esprimere questa vibrazione. Ogni uomo ha una sua frequenza, ogni organo ha la sua frequenza, le molecole si riorganizzano con la bio-risonanza. 
I mantra sono importanti per le frequenza.
 “In principio era il Verbo” dice il Vangelo di Giovanni nella Bibbia ed in sanscrito e' scritto nel “Nada Brahama” ossia “Il mondo è suono”.   Straordinaria è anche l'assonanza fra la parola latina "verbum" (verbo) e la vibrazione. 
La Cimatica è una scienza vecchia come il mondo, se ne parla gia' nei testi Veda. L’Uni Verso e’ un tutt'uno energetico manifestato da vibrazioni. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili. 
Quindi la Cimatica e' una scienza che studia le forme prodotte dalle onde, ossia dalle frequenze che possono essere vibratorie, sonore, elettromagnetiche, ecc.  Un inciso, il parlare con tono adatto, puo' determinare vibrazioni recepibili anche dal DNA. Queste frequenze possono riparare e riprogrammare il nostro DNA.
Utilizzando determinate frequenze in un ambiente silenzioso si possono effettuare sedute di meditazione, training autogeno, E.F.T, pranoterapia ecc.  Ad esempio un suono con frequenza a 528 Hz, può essere utilizzato prima di andare a dormire per ri-armonizzarsi o anche per cancellare le “basse frequenze” derivanti da pessime situazioni vissute o emozioni provate.  Esistono sei frequenze sonore vitali, che hanno un potere straordinario e benefico sulla fisiologia umana. Queste sono: 
  • 396 HZ – Liberazione dal senso di colpa e ansia,
  • 417 HZ – Cambiamento, lasciare andare il passato,
  • 528 HZ – Riparazione e armonizzazione del DNA,
  • 529 HZ  - Frequenza dell’amore, e dell'emozione spirituale elevata, 
  • 639 HZ – Apertura e connessione nei rapporti umani,
  • 741 HZ – Stimolazione del risveglio interiore,
  • 852 HZ – Ritorno all’ordine spirituale.
"Con lo yoga e la meditazione si riattiva il 20% del sistema nervoso e si entra nella lunghezza di onda appropriata." - Deepak Chopra.

Filosofia indiana - Marc Ballanfat

 

La philosophie indienne au fil des jours avec Marc Ballanfat  https://www.youtube.com/watch?v=O00phYKNDQ8            https://www.franceculture.fr 

 Questi video sono molto interessanti, ed offrono un panorama sulle filosofie indiane, sono però in francese. 

Marc Ballanfat è professore di filosofia, traduttore dal sanscrito e specialista dei filosofi dell'India antica. È anche docente all'Università di Paris-IV Sorbonne..

Zen in the city

 Zen in the city è un sito web che contiene tantissimi articoli sulla meditazione e sul buddhismo.

Vedi link:  https://zeninthecity.org/buddhismo-tibetano/ 


Il  Sangha di Zen in the City è una comunità di riferimento per chi ha scelto di lavorare su di sé attraverso la meditazione e trasformare la propria vita..

Dal sito si può accedere ad un vasto archivio di esercizi di meditazione suddivisi per tipo e per beneficio, per la tua pratica individuale o di gruppo.

Contiene un calendario completo e aggiornato di tutti i ritiri di meditazione Vipassana e Zen programmati in Italia, che unifica le iniziative dei Centri più importanti: Pomaia, Pian dei Ciliegi, Avalokita, Ameco, Santacittarama e molti altri ancora.


domenica 27 febbraio 2022

Gertrude Bell

Gertrude Lothian Bell (1868-1926) fu la prima donna inglese a laurearsi ad Oxford in Storia moderna, fra l'altro contraddicendo le tesi dei docenti durante gli esami.  E' stata archeologa, esploratrice e soprattutto una donna di straordinaria cultura e intelligenza, conosceva il persiano e l'arabo ed ha lavorato come spia del Governo Britannico a fianco del mitico colonnello  Lawrence d’Arabia, durante la prima guerra mondiale.

All’inizio del Novecento, ha attraversato in solitaria i deserti della Palestina, della Siria, dell’Iran, dell’Iraq e della penisola arabica. Il  deserto è stato il  suo vero amore.  I beduini, incantati da quella straniera che cavalcava come un uomo, vestita con kefiah e soprabito, la chiamarono El Khatun (“La Signora”).  Visitò Istanbul e Teheran, si appasssionò allo studio del persiano e a fine Ottocento si trasferì a Gerusalemme per imparare l’arabo. Tra il 1900 e il 1912, armata di taccuini e macchina fotografica, viaggiò da Gerusalemme a Damasco, da Antiochia a Najaf, tracciando schizzi di città perdute, mappe (utilizzate dla Governo inglese) e scattando migliaia di foto, che poi raccolse in saggi e libri di viaggio.

Non fu fortunata in amore, a 23 anni si innammorò di Henry Cadogan. Lei lo considerava "una persona incantevole", ma questa relazione non era approvata dalla famiglia, che non considerava Henry un buon partito. Poi si innamorò Dick Doughty-Wylie, che però era sposato; i  due amanti vissero una passione sotterranea ed epistolare, senza osare sfidare le regole della società.

Diventata una delle principali alpiniste del suo tempo,  scalò molte vette delle Alpi, una delle quali porta il suo nome. Nel 1894 pubblicò il suo primo libro di viaggio, “Safar Nameh: Persia Pictures”, e furono pubblicate le sue traduzioni in inglese di “poesie dal Divan of Hafiz”.
Dopo la guerra, Bell cercò di aiutare gli arabi all'autodeterminazione e fu invitata a varie Conferenze di pace del 1919 e nel 1921, durante le quali si stabilirono i confini dell’Iraq.  Fu lei a tracciare i confini del futuro Stato e  a creare il museo archeologico di Baghdad. Appoggiò e consigliò il nuovo re, l’emiro Faisal, nella costruzione dell'Iraq. Carta geografica alla mano, illustrava a Faisal tutto quello che avrebbe dovuto sapere sul suo nuovo regno, consigliandolo persino sull’arredamento della reggia. 

Il suo smodato vizio del fumo, i ricorrenti attacchi di malaria e infine il clima caldo-umido dell’estate a Baghdad ebbero alla fine la meglio sulla sua tempra, tanto che divenne sempre più emaciata e sofferente.  La 53enne Gertrude, "zitella" inglese che adorava i cappellini e gli abiti di seta, ma che non aveva amici ma solo colleghi, cominciò a soffrire molto la solitudine e la non azione. Cadde in depressione e, per la prima volta nella sua vita, pensò di lasciare l'Oriente.  “La mia vita qui è in piena solitudine: non so cosa fare nei pomeriggi” confidò alla matrigna. “A parte il museo questa vita non mi diverte affatto”.   Una sera, tre giorni prima del suo cinquantottesimo compleanno, prese una dose di sonniferi più forte del solito. Si addormentò, per non svegliarsi più, fra l'11 e il 12 luglio 1926. I funerali si svolsero alla presenza di una folla immensa che s’interrogava: fatalità o suicidio? La tomba della "Signora",  si trova nel cimitero inglese di Baghdad. 

 ___________    Risorse:

  • Il documentario intitolato “Medio Oriente: il grande intrigo” è disponibile in streaming su Raiplay ed è dedicato alla vita di Gertrude Bell e alle vicende che hanno devastato il Medio Oriente.
  • Il regista Werner Herzog girò il film biografico "The Queen of the Desert" basato sulla vita di Gertrude Bell, "La regina senza corona dell'Iraq". Ad interpretare il ruolo dell'eroina  è  Nicole Kidman.
  • Le registe Sabine Krayenbühl e Zeva Oelbaum girarono "Letters from Baghdad" consegnandoci non soltanto un film biografico, ma anche un pregevole esempio di ricostruzione storica.

Tempesta nel boccale: La nuova civiltà dei pesci rossi - Bruno Patino

Tempête dans le bocal: La nouvelle civilisation du poisson rouge  è il nuovo libro pubblicato da Bruno Patino nel gennaio 2022.  Bruno Patino è direttore editoriale della rete televisiva Arte France e dirige la scuola di giornalismo di Sciences PO (Institut d'études politiques) di Parigi. Esperto di dinamiche mediatiche e digitali, ha partecipato allo sviluppo dell'informazione in Internet fin dalle origini.

"Il tempo connesso è diventato universale. Ha confuso i confini tra noi e il mondo al punto da farci perdere l'orientamento. Quando siamo dentro e quando siamo fuori? È la casa che si invita sul posto di lavoro, o il contrario? La vita privata diventa pubblica o viceversa? 

L'intreccio è totale, nel tempo e nello spazio. Non è più un'evoluzione, è una tempesta, che disturba la nostra vita, i nostri scambi, il nostro linguaggio, il nostro sonno, il nostro cervello. Quindi cosa possiamo fare? 

Uscire dal vaso significa non esistere più. Rimanere lì è essere assorbiti. Spostato. Asfissiato. Il vaso è diventato un oceano. Un oceano di segni, di messaggi, di siti che ci collegano tra di loro in un mare di dati. I pesci che siamo diventati non scelgono più la loro acqua. 

Dappertutto sta diventando torbido, mentre le correnti che favoriscono l'emozione e propagano la falsità diventano più numerose e più veloci. Non ha senso rimpiangere i vecchi tempi. Staccarsi dal mondo connesso non è più un'opzione. Ma cambiare questo pazzo mondo è possibile: c'è chi cerca di controllare la macchina che hanno creato; chi vuole inquadrare i mostri; chi sviluppa soluzioni alternative; e, infine, chi ci mostra una via d'uscita personale dall'alleanza di gioco e calcolo permanente... Oggi tocca anche a ciascuno di noi prendere in mano il proprio destino". B. P.

Internet è l'illusione della conoscenza

Matthieu Ricard e Bruno Patino. Alla ricerca del tempo perduto. 

 "Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, e immediatamente, su qualsiasi soggetto".  - Matthieu Ricard

"La rabbia sui social? L'umanità non è diventata più cattiva, è l'effetto degli algoritmi". - Bruno Patino

Uno passa la vita a meditare, l'altro è nel cuore del mondo audiovisuale. Entrambi si inquietano per una civilizzazione digitale diventata frenetica. Hanno preso dei cammini differenti ... per arrivare alla stessa conclusione: il vero lusso oggi è il tempo. 

Nuovo petrolio del mondo 2.0, i nostri minuti di "cervello disponibile" sono diventati una manna inesauribile per l'industria digitale che ci vampirizza, tanto quanto ci sfrutta. Bombardati di notificazioni, allert incessanti, noi siamo diventati gli schiavi consenzienti della tirannia degli schermi, tra dipendenza e astinenza, il monaco buddhista e il presidente di Arte invitano ad immaginare una terza via.  Intervista di Romain Clergeat pubblicata su Paris Match il 27/02/2022

Link all’intervista: https://www.parismatch.com/Actu/Societe/Matthieu-Ricard-et-Bruno-Patino-Internet-c-est-l-illusion-de-la-connaissance-1788572

Di seguito è riportata l’intervista.

Domanda: Perché il tuo primo libro si chiamava La civilisation du poisson rouge.
Bruno Patino: Ho iniziato da un seminario su YouTube a cui ho partecipato. Si diceva che, secondo Google, i pesci rossi hanno una capacità di attenzione di otto secondi.  Tuttavia, tra i giovani iperconnessi, è ora nove secondi! Gli strumenti digitali catturano il nostro tempo e ci costringono a svolgere diversi compiti contemporaneamente. Presi insieme, questi compiti richiederebbero all'americano medio non 24 ore al giorno ma  31 ore, anche io arrivo a 34 ore. Per scrivere un libro come questo, bisogna essere o un malato di Internet o un medico. Non sono un medico. Sono chiaramente dalla parte dei pazienti.

 Gli strumenti digitali ci danno la possibilità di comunicare con tutto il mondo. Ma, in realtà, non ci isolano? 

P.B. Non credo che sia la tecnologia stessa, ma il modo in cui è sfruttata. Nel mio libro  La tempesta nel boccale cerco di dimostrare come l'universo digitale che si è sviluppato deve, per catturare il più possibile l'attenzione, aumentare l'intensità delle sollecitazioni. I nostro comportamenti sono calcolati in permanenza per utilizzare questo principio. La cosa che è diventata più rara per noi, è il tempo.

Matthieu Ricard, voi non siete ostile alla tecnologia, poichè voi utilizzate un portatile e rispondete alle vostre e-mail. Come fate per sfuggire alla dipendenza, di cui noi generalmente siamo vittime?

Matthieu Ricard: Nel mio eremo, in Nepal, Internet non funziona. Utilizzo il portatile in Tibet dove spesso non c'è una rete fissa, ma non ho questa febbre che lei menziona. Non devo lottare contro questi strumenti per mantenere il mio tempo. Ho fondato un'associazione, Karuna-Shechen, che aiuta 350.000 persone in India, Nepal e Tibet. E' vero, leggo le e-mail ma non i utilizzo i social. Mi ricordo di un giovane tibetano che, passeggiava a Times Square, davanti a tutti questi neon pubblicitari, mi aveva detto: "Ci stanno rubando il nostro spirito". E' vero che si tende a catturare incessantemente la nostra attenzione.  La società occidentale offre un effetto tapis roulant.

Nel libro di Bruno Patino si parla del cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, e dei suoi corsi di disconnessione. Questo significa che il mostro è ora sfuggito ai suoi creatori?
B.P. Lo sviluppo del mercato dell'attenzione digitale pone ora un problema. Il nostro rapporto con le applicazioni assomiglia alla bulimia compulsiva. Il rapporto con noi stessi deve essere ricostruito perchè si possa vivere in questo nuovo mondo tecnologico. Altrimenti saremo travolti.

M.R. Stiamo gradualmente uscendo dalla povertà. Nel XX secolo, l'aspettativa di vita è passata da 49 a 80 anni. abbiamo proiettato l'idea che avremmo avuto tutto per essere felici. Salvo che il nostro controllo sulle condizioni esterne è limitato, temporaneo e spesso illusorio. La nostra mente può essere il nostro miglior amico come il nostro peggior nemico. E' la mente che traduce le condizioni esterne in benessere o malessere. Noi sotto-stimiamo considerevolmente il suo potere di trasformazione. E' possibile con l'allenamento coltivare una maniera di essere ottimale. E' il vero scopo della meditazione. La società occidentale propone la corsa al consumismo che non si ferma mai! La vita è corta, passa come un gesto della mano. Il tempo è la cosa più preziosa di cui si dispone e, per utilizzarlo bene, bisogna ... avere del tempo.

Tra la vita nel mondo connesso e quello che voi proponete, la frattura sembra immensa. Non bisogna scegliere un campo? 

P.B. Cosa ci ha mostrato il lock down? Che la connessione permanente, è straordinaria anche. Si poteva essere in confinamento e continuare ad amare, lavorare, avere una vita sociale. Io sono tutto tranne un tecnofobo. L'apparizione del digitale ci ha fatto cambiare in modo antropologico. Ci sono state tre fasi: l'entusiamo utopico degli inizi, poi la fase critica, quando ci siamo accorti del nostro livello di dipendenza, e quando abbiamo scoperto questa società, dove si urla per video interposto e collegato. Adesso siamo nella terza fase: stiamo provando di costruire una visione accettabile. Quando ho cominciato ad aprirmi al mondo digitale, negli anni 2000, le persone che ci vendevano le soluzioni tecnologiche per gli alert sui portatili, ci dicevamo: "Non più di un Alert a settimana, altrimenti le persone si sentiranno troppo sollecitate!"  Oggi abbiamo 46 sollecitazioni al giorno. Ed è una media...

 M.R. Occorre della saggezza nell'acquisizione di questi strumenti, in quanto sono incredibili. Quando ho scritto il mio libro Plaidoyer pour l'altruisme ho consultato 1600 referenze scientifiche. Ho scaricato degli articoli, comprato dei libri, ma non ho messo piede in una biblioteca. Grazie al digitale. Nello stesso tempo, vedevo che le mie ricerche si moltiplicavano come dei piccoli pani. Se non stavo attento mi portavano verso la dispersione. 

Come è possible che il fenomeno delle "Fake news" può propagarsi così facilmente?

B.P. In realtà, il volume dei messaggi di odio o di disinformazione propagati dai social è molto limitato. Dell'ordine del 2 o 3%. L'umanità non è diventata più cattiva di prima. Ma grazie al gioco degli algoritmi, la loro esposizione è duplicata.

Voi lo dimostrate scrivendo che solo dodici persone che pubblicano dei messaggi antivax, ne raggiungono 59 milioni!

B.P.  Sono le cifre di un organismo ufficiale. Il Presidente Biden, quando gli è stato chiesto, durante la crisi vaccinale, che cosa pensava di facebook e dei social, ha risposto "Uccidono le persone". Questo studio mostrava non solamente che l'eco era sproporzionato, ma soprattutto che la maggioranza delle persone avevano ricevuto questi messaggi grazie ad un algoritmo. E questo è l'aspetto inaccettabile del sistema. Questi messaggi, virulenti, sono quelli che attirano maggiormente la nostra attenzione, in quanto provocano un coinvolgimento emozionale: siamo sorpresi, scioccati;  allora si ... che guardiamo lo schermo.

M.R. Ci possiamo allora domandare se esiste un legame tra la nostra perdita di attenzione e l'adesione anche rapida alle notizie false e alle teorie del complotto. Perchè purtroppo, Internet è anche l'illusione della conoscenza. Vogliamo sapere tutto, tutto immediatemente, su qualsiasi soggetto. Degli tsunami di informazioni che finiscono per distogliere le persone dalle informazioni valide. Avere una padronanza di un'informazione intellettuale, culturale o scientifica necessita una sacra dose di attenzione sostenuta. L'attenzione è uno strumento necessario per tutte le acquisizioni di expertise, di conoscenza e di maniera di vivere. Ai nostri giorni, le persone non amano molto avere una padronanza di un soggetto perchè questo richiederebbe molti sforzi e prenderebbe molto tempo. 

La nostra abitudine agli oggetti digitali non comincia ad avere anche degli impatti cognitivi sul nostro cervello?

B.P. Non si dispone di studi scientifici definitivi sulla questione. Ma ci sono degli aneddoti, dei casi particolari che danno delle indicazioni. Oggi siamo in una fase di sovraccarico emozionale. Gli strumenti per catturare la nostra attenzione fanno in modo che noi reagiamo ad ogni stimolo in maniera emozionale. E di conseguenza, il nostro modo di reagire alla realtà diventa troppo emozionale. Questo include anche il nostro rapporto con la conoscenza. Quando si tenta di convincere con la pedagogia gli antivax, si arriva a convincerne un piccolo numero, ma lo zoccolo duro si radicalizza. Si sente aggredito emozionalmente dal tentativo. 

M.R. Le emozioni mettono la mente in movimento. Se queste sono la compassione, la benevolenza, e la pace interiore è perfetto. Ma ci sono le emozioni tossiche: la rabbia, l'animosità, l'arroganza, la gelosia, la mancanza di discernimento, tutto quello che avvelena la nostra esistenza e quella degli altri. Una buona parte dei compiti della via del buddhismo, è di provare a dissolvere non solo queste emozioni quando arrivano, ma anche le tendenze, per impedire che si ripresentino.

 In una comunità buddhista, in un senso molto ampio, avete mai visto persone che hanno iniziato ad essere dipendenti dal digitale?
M.R. Nel nostro monastero in Nepal, avevamo un giovane monaco che non voleva lasciare la sua camera. Passava la vita sul suo telefono. Era malato!
Ed è vero che in Tibet si vedono questi cavalieri sui loro cavalli, le redini in una mano e il telefonino nell'altra.  È strano. Non era così vent'anni fa. Siamo trasportati dalla corrente. Lo notiamo con un misto di curiosità e sgomento. 

 Libri consigliati.

Tempête dans le bocal, di Bruno Patino, pubblicato da Grasset, 216 pagine.
Carnets d'un moine errant. Mémoires, di Matthieu Ricard, éd. Allary, 764 pagine.

Bruno Patino è stato un attivista di Internet fin dall'inizio e oggi ne denuncia gli eccessi. Si è incontrato con Matthieu Ricard nel Perigord.

Yoga Magazine

Questa settimana vi segnalo un portale dove si possono trovare  tantissimi articoli sulla spiritualità e sullo yoga. 

Yoga Magazine è un portale online, completamente gratuito e senza fini di lucro, che nasce per amore di quella scienza e filosofia di vita millenaria che è lo Yoga. Poichè Yoga significa unione, Yoga Magazine è un luogo di incontro dove tutti coloro che amano lo Yoga possono scrivere o leggere.

 Qui gli autori possono scrivere liberamente e a titolo gratuito di Yoga, meditazione, asana, pranayama, mudra, ayurveda, spiritualità, ma anche e soprattutto delle proprie esperienze e di come lo Yoga possa entrare nella vita di chi lo pratica, cambiandola.
Yoga Magazine continua ad evolversi perché il cambiamento (parinam) è la sola certezza. Sempre sulla base del concetto di unione, siamo disponibili a valutare collaborazioni con tutti coloro che vogliono essere;il cambiamento che vogliono vedere nel mondo; purchè nel rispetto della filosofia che sta alla base del Magazine.  

Vi segnalo due articoli in particolare:

https://www.yoga-magazine.it/2022/02/giorgio-furlan-maestro-di-yoga-e-di-vita/

 https://www.yoga-magazine.it/2020/01/alimentarsi-trasgredire-o-trasformare/?fbclid=IwAR1cAYIHOSegroQP7jd4SZicqmLZDn6A7IJYKwP58S1QT9WFyLPQ9H0uEvQ


Sito dell'Unione induista italiana

 Vi segnalo il sito dell'Unione induista italiana che propone corsi per comprendere meglio l'induismo e si può accedere alla  rivista on line chiamata Dipavali o Diwali che significa Festa della Luce.

 https://www.induismo.it/rivista/

L’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha, è un Ente religioso sorto per la tutela, il coordinamento, la pratica e lo studio della cultura e della religione induiste.

L’UII è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano come Confessione religiosa con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR del 29-12-2000). 

mercoledì 16 febbraio 2022

Helena Blavatsky

Helena Petrovna von Hahn, conosciuta come Helena Blavatsky o Madame Blavatsky  (1831 – 1891), è stata una filosofa, teosofa, saggista occultista e medium russa naturalizzata statunitense..

Fu la co-fondatrice, insieme a Henry Steel Olcott e William Quan Judge, della Società Teosofica nel 1875, quando risiedeva a New York. Gli obiettivi centrali della società furono stabiliti ed erano i seguenti: - formare un nucleo di una fratellanza universale dell'umanità;  - studiare religioni, filosofie e scienze comparate;  - indagare le leggi inspiegabili della natura e i poteri psichici latenti nell'uomo. Il motto che caratterizzava la Società Teosofia era il seguente "Non c'è religione più alta della Verità".  

In questo periodo, cominciò a farsi conoscere anche come medium; compilò e pubblicò testi di esoterismo e occultismo quali Iside svelata e La dottrina segreta. Nata da una famiglia aristocratica di origini russo-tedesche in terra di Ucraina, fin da bambina viaggiò lungamente per tutto l'impero russo. In gran parte autodidatta, sviluppò un forte interesse nei confronti dell'esoterismo occidentale durante l'adolescenza. Nel luglio 1848, sposò Nicephore Vassilievitch Blavatsky, vice-governatore di una provincia dell'Armenia. Lui aveva 40 anni, lei 18. Tre mesi dopo lasciò il marito.  Nell'ottobre 1848, con l'aiuto finanziario di suo padre, intraprese una prima serie di viaggi. Incontrò stregoni,  sciamani della Mongolia e dell'India, lama del Tibet, yogi dell'India e di Ceylon, spiritisti russi ed egiziani, medium, saggi e altri strani personaggi che ebbero una profonda influenza su di lei. Dal 1849 intraprese una serie di viaggi in tutto il mondo, visitando il continente europeo, le Americhe e il subcontinente indiano. Visitò i Balcani, la Grecia, l'Egitto, la Siria, l'Italia dove incontrò Giuseppe Mazzini. poi la Serbia, l'India, la Francia e il Tibet. Qui in Tibet, incontrò un gruppo spirituale denominato i "Maestri dell'antica sapienza" che l'aiutarono a sviluppare i suoi innati poteri psichici. All'inizio degli anni settanta del XIX secolo, rimase coinvolta nel movimento dello spiritualismo e cominciò ad utilizzare i suoi poteri di medium; e a suo dire, riuscì a contattare delle presenze.      Nei due libri, sopra citati, Iside Svelata e La Dottrina Segreta, la Blavatsky riscrive la storia del mondo sulla base delle sue visioni, ossia , immagini mentali del passato (Registri Akashici) inscritte nel tessuto dell'universo, e accessibili a coloro che hanno raggiunto un particolare livello di coscienza.

Akasha è il termine sanscrito per indicare l’etere. È con l’avvento della Teosofia che il termine, anche grazie a Rudolf Steiner (massone, esoterista e fondatore dell’Antroposofia), iniziò a circolare in Occidente.  Steiner pensava che esistesse una sorta di inventario cosmico e universale, denominato “cronache di Akasha”, ove consultare tutto ciò che era già successo.  Da qui l’idea che, accedere alle cronache di Akasha, significa poter aver accesso alle informazioni su passato, presente e futuro di qualsiasi cosa o persona. La nozione di un patrimonio informativo universale è stata poi ripresa da altri studiosi, tra cui David Bohm.  Bohm introdusse la nozione di “universo olografico”: tutto l’universo non sarebbe altro che la rappresentazione di sé stesso in forma olografica; una sorta di enorme disco colmo di informazioni.

Senza lo yoga, potrei benissimo essere in riabilitazione - Elena Brower

A Parigi per promuovere il suo libro L'arte dell'attenzione, Elena Brower  la sacerdotessa americana dello yoga  parla dell'infatuazione della società occidentale per la sua disciplina.  Elena Brower avrebbe voluto diventare rabbino. Alla fine è diventata una sorta di "alta sacerdotessa" dello yoga, che lei definisce come "un modo per imparare ad ascoltare meglio se stessi". Mamma, insegnante, artista, autrice di bestseller e conduttrice del Podcast Practice You, Elena insegna yoga e meditazione dal 1999. Il suo primo libro, Art of Attention, è stato tradotto in sette lingue e il suo secondo, Practice You, è un bestseller. Il suo terzo libro, Being You, è uscito all'inizio del 2021. Il sito è il seguente: https://elenabrower.com/    Oggi,  raduna migliaia di persone nei parchi e dà lezioni di vita su Internet sotto forma di brevi videoclip - "Resta aperto", "Dì la verità", "Esprimi la tua vergogna".

Elena Brower ha risposto alle domande di Le Monde.

Domanda: Sei sorpresa dalla popolarità dello yoga nelle società occidentali contemporanee?
Risposta: No. Tutti lo richiedono, ne abbiamo bisogno, è urgente. Siamo circondati dalla tecnologia, la usiamo costantemente per rimanere connessi e gestire le nostre vite. Ogni giorno abbiamo bisogno di un momento di relax. Nei giorni in cui non posso, me ne rendo conto, e anche mio figlio di 8 anni. Non sono me stesso, non sono così rilassato. Lo yoga offre una connessione più profonda con se stessi e con la propria arte, qualunque essa sia: fare i genitori, insegnare musica...

Domanda: Lo yoga all'occidentale sembra essere riservato alla folla delle grandi città.
Risposta: No, lo yoga è aperto a tutti. Negli Stati Uniti, ogni tendenza inizia sulle coste, nelle grandi città, prima di diffondersi all'interno del paese. Si sta sviluppando ovunque.

Quanti anni ci vogliono per sentire i benefici dello yoga?
Risposta: Un buon insegnante comincerà dalle fondamenta, allineando le tue ossa per aprire il tuo corpo. Non è una cura miracolosa, è solo una questione di buon allineamento.

Domanda: Lo yoga all'occidentale sembra essere riservato alle classi agiate delle grandi città.
Risposta: No, lo yoga è aperto a tutti. Negli Stati Uniti, ogni tendenza inizia sulle coste, nelle grandi città, prima di diffondersi all'interno del paese. Sta crescendo ovunque.

Domanda: Dall'esterno, sembra che tu abbia bisogno di un particolare stato d'animo, una certa quantità di buona volontà o un desiderio di crederci, perché funzioni...
Risposta: Vi consiglio di non credere a niente di quello che vi dico, di dubitare, di porvi delle domande e di andare a vedere da soli se è qualcosa che vi conviene. Lo yoga è un fenomeno fisico, che porta ad un fenomeno spirituale. Tutto quello che stai facendo è allineare le tue ossa per rigenerarle, per rigenerare i tuoi organi, in modo che tu possa aprirti. Allora la tua visione può aumentare. Ogni esperienza spirituale inizia con una buona circolazione.

Domanda: Si può fare yoga quando si è flessibili come un tronco d'albero?
Risposta: A scuola, ero sempre l'ultima persona scelta in una squadra. Alla mia prima lezione di yoga, non ero per niente flessibile. Mi sembrava che tutti ridessero di me. Poi mi sono reso conto che potevo davvero fare questa mossa e poi quella. Ho preso coscienza del mio corpo. Non si tratta di talento, ma di consapevolezza. E improvvisamente tutto diventa calmo. Ogni parte di voi si unisce alle altre, e avete un'esperienza di unità. Questo è yoga!

Domanda: Eliminare la confusione spirituale liberandosi della confusione fisica: in effetti, lo yoga è a metà strada tra la fisioterapia e la psicoterapia.
Risposta: Non so abbastanza di queste due discipline per dirlo. Ma molti insegnanti di yoga includono un po' di psicoterapia. E sono d'accordo che lo yoga aiuta ad eliminare la confusione.

Domanda: Ti sembra a volte di approfittare della confusione che il mondo moderno produce, attirando persone che cercano una cura per il loro malessere?
Risposta: Vedo spesso persone che vivono nell'infelicità, quindi se lo yoga può aiutarle a rimanere felici, connesse alla loro famiglia e ai loro cari, sono felice.

Domanda:  Lo yoga sta riempiendo lo spazio lasciato libero dal ritiro della religione?
Risposta:  C'è qualcosa di vero in questo. La gente non capisce più il significato della religione. Da un insegnamento principale, all'inizio, ci ritroviamo con diverse religioni, che dicono tutte la stessa cosa, da centinaia di anni, ma in modo diverso. Come possiamo tornare all'insegnamento principale? Forse abbiamo solo bisogno di un insegnante di spiritualità. E questo può essere un insegnante di yoga. Quello che insegno non è diverso da quello che insegna un prete o un rabbino: che le persone devono relazionarsi tra loro, essere buone con la loro famiglia. Prendersi cura di se stessi per comportarsi bene.

Domanda: Riunisci folle, a volte migliaia di persone - a Central Park o davanti alla Torre Eiffel - che fanno esattamente il movimento che tu dici loro di fare. Ha la sensazione di essere una specie di guru?
Risposta: Si ha l'impressione che io dica alla gente cosa fare, mentre io ho l'impressione che stiamo tutti ascoltando e imparando insieme. Io facilito la libertà. Davvero.

Domanda: È davvero rilevante fare yoga in mezzo a centinaia di persone? Non dovremmo essere soli con un insegnante?
Risposta: Con le persone che fanno yoga intorno a te, finisci per formare una piccola comunità. Il bello è che ci possono essere migliaia di persone intorno, sei sempre tu sul tuo tappetino. Tu e te stesso. Ma con tutte queste persone intorno, ti senti sostenuto, è qualcosa che ti può dare una spinta. Mi piace praticare lo yoga in grandi classi, tanto quanto mi piace farlo da sola.

Domanda: Ti dispiace che lo yoga sia diventato così di moda?
Risposta: Sì e no. Negli anni '90, quando ho iniziato a insegnare yoga, nessuno sapeva cosa fosse. A volte, ad essere onesti, preferirei che fosse qualcosa di più intimo. Ma il più delle volte sono molto felice che tutti sappiano cos'è lo yoga.

Domanda: Cosa è rimasto dell'aspetto spirituale nella pratica dello yoga occidentale oggi?                       Risposta: Penso che lo yoga sia sempre stato un modo per imparare a prendersi cura del proprio corpo per poter meditare. Questo è ancora quello che facciamo. Siamo tutti capifamiglia, molti di noi hanno altre responsabilità, e stiamo solo cercando di essere sani, di fare bene il nostro lavoro, che si tratti di un genitore, un insegnante... È esattamente lo stesso obiettivo da migliaia di anni. È solo che il nostro ritmo di vita si è accelerato. Quindi abbiamo bisogno dello yoga più che mai.

Domanda: Lo yoga è compatibile con una società in cui ci viene detto tutto il giorno che dobbiamo comprare una macchina nuova o bere più Coca-Cola per essere felici? C'è la sensazione che un'ora di yoga sia distrutta dalle altre ventitré ore della giornata.
Risposta: Se fumi, se bevi, se ti abbuffi di dolci, penso che sia meglio fare yoga che non fare yoga. Lo yoga aiuta il corpo a sapere cosa è veramente soddisfacente, e il corpo non lo dimentica. Io stesso faccio molte cose che non sembrano essere in linea con la pratica dello yoga. Ho vissuto tutta la vita negli Stati Uniti, ho provato quasi tutto. Senza lo yoga, non so dove sarei. Potrei anche essere in riabilitazione.

Domanda: Un'intera economia si è sviluppata intorno allo yoga. I praticanti comprano pantaloni da 100 euro, l'iscrizione alle lezioni costa una fortuna... Tu stessa ti guadagni da vivere con lo yoga. Non c'è una contraddizione con gli obiettivi spirituali della disciplina?
Risposta: Quando insegno, so dove si trova il mio cuore. E so cosa sto cercando di fare: rendere un genitore migliore con i propri figli quando tornano a casa. La verità è che penso che tutti noi dobbiamo avere un po' meno paura del denaro. Il denaro è solo energia. Se dai soldi per qualcosa, ricevi soldi per qualcos'altro. 

Domanda: La tua scrittura è la tua arte, e tu ci guadagni dei soldi. Hai un problema con questo?
Risposta: No, ma non sono in una ricerca spirituale quando scrivo, è molto concreto.
Il mio lavoro è anche molto concreto. Aiutare una madre a capire quanto bene può essere dato al suo bambino, una donna a capire quanto bene può essere dato al suo amante. Questo è molto concreto per me. Se il denaro viene scambiato, è solo energia. Io vengo pagata per quello che faccio, tu vieni pagato per quello che fai. Che bello. Dovreste essere pagati molto per quello che fate.

Dovrebbe parlare con il mio capo.
Sarei felice di parlare con il suo capo. Lei fa buone domande, molto bene.

Isha Kriya, la meditazione guidata da Sadhguru

 Isha Kriya è una meditazione guidata semplice ma potente creata da Sadhguru. "Isha" significa ciò che è la fonte della creazione. "Kriya" significa un'azione interiore verso questo. In una ricerca condotta dalla Harvard Medical School, è stato dimostrato che questa meditazione riduce la tensione, la rabbia, la fatica, la confusione e la depressione.     https://www.youtube.com/watch?v=piU5ahDEkck



Non è una terapia, ma lo yoga è "potentemente terapeutico"

Non è una terapia, ma lo yoga è "potentemente terapeutico". Questo è quello che dicono i membri della Federazione Nazionale degli Insegnanti di Yoga (FNEY). Non è "né una medicina morbida né una psicoanalisi tranquilla", ma la pratica dello yoga può lenire e ridare vitalità. Lo Yoga da spazio al corpo, accelera la circolazione del sangue. attraverso la respirazione, i muscoli saranno meglio ossigenati, scioglie le articolazioni. Durante le posture, i muscoli sono sollecitati e allungati, il che aiuta a guadagnare flessibilità e tono.

Le posture dell'hatha yoga possono quindi avere un effetto sulla flessibilità della colonna vertebrale. Infine, possono avere un effetto sugli organi, per esempio stimolando il sistema digestivo, un impatto significativo sulla regolazione della frequenza cardiaca.

Questa disciplina può avere un'influenza molto positiva sulle sindromi legate allo stress, secondo la FNEY. Spesso in questo caso, la regione del plesso solare è bloccata, il che può causare spasmi, mal di stomaco, costipazione, ecc. Facendo esercizi di respirazione, il diaframma riprende il suo movimento avanti e indietro, il che porta a un rilassamento di tutto il corpo.
"La pratica dello yoga è benefica se si soffre di disturbi neurologici", dice il dottor Lionel Coudron nel suo libro La Yoga-thérapie. Le persone con il morbo di Parkinson o malattie degenerative hanno effettivamente visto la loro condizione migliorare.   Secondo questo medico, i benefici sulla salute sono molteplici: oltre alle sindromi ansioso-depressive, lo yoga può agire anche sui disturbi del sonno, sul dolore di qualsiasi origine, ecc. Nel 1993, il dottor Lionel Coudron ha creato l'Istituto di Yoga Terapia a Parigi, che fornisce un corso di formazione biennale per il personale medico e gli insegnanti di yoga. Le consultazioni cominciano a comparire negli ospedali e questa disciplina sta facendo il suo ingresso anche nelle case di riposo.
Ci sono molti esempi di miglioramenti nella salute: una persona che aveva bisogno di un intervento chirurgico per la scoliosi non ha dovuto subirlo; pazienti che soffrono di mal di schiena hanno visto migliorare le loro condizioni. Ma questi effetti positivi sono stati ottenuti dopo anni di pratica.
Un altro effetto benefico sulla psiche è che quando si inizia un approccio psicoanalitico, "la pratica dello yoga può decuplicare gli effetti del lavoro su se stessi", "Non guarisce, non cura, ma aiuta a vivere meglio", dice il dottor Coudron.
Lo yoga non è solo una terapia, è un insieme. 

Essendo ogni individuo diverso, è quindi necessario adattare lo yoga all'individuo, come sosteneva il Maestro yoga Desikachar.   Vedi: https://maramici.blogspot.com/2021/04/the-hearth-of-yoga-di-desikachar.html

Lo yoga nei territori palestinesi - Shadan Nassar e lo yoga in arabo

Nei territori palestinesi, lo yoga addolcisce la vita quotidiana. Da Ramallah a Betlemme, Nablus o Hebron, la pratica yoga si è diffusa come una scia di zenitudine.

Articolo scritto da Claire Bastier e pubblicato a febbraio 2020.

Jaleelah al-Rawaja ha aperto uno studio di yoga a Nilin, in Cisgiordania. Dall'esterno, è un semplice cubo di cemento grigio, uno dei tanti a Nilin, una piccola città a ovest di Ramallah in Cisgiordania. In pochi anni, questo modesto edificio è diventato un punto di ritrovo per le donne del villaggio. Dai 15 ai 70 anni, si incontrano lì per un'ora. Fuori dalla vista, lasciano il loro hijab nel guardaroba e indossano comode tute da jogging o leggings stretti. Si siedono sulla stuoia e aspettano le istruzioni di Jaleelah al-Rawaja, una donna energica sulla cinquantina. Inizia la lezione di yoga e le posture si susseguono: saluto al sole, cane verso il basso, guerriero...   "Non dimenticate di respirare profondamente", ci ricorda l'insegnante con voce energica. Tra un esercizio e l'altro, i partecipanti hanno l'opportunità di parlare tra loro. Solo il rilassamento finale interrompe la gioiosa cacofonia. "Rilassa il tuo corpo", consiglia Jaleelah al-Rawaja. Dopo che con  l'"om" finale (un suono considerato come la vibrazione primitiva dell'universo nel buddismo e nell'induismo) pronunciato in coro, termina la lezione.
Quella mattina, le donne decantano i benefici dello yoga. Hisdeaya Nefea, una trentenne divorziata e madre di tre figli che non ha mai praticato nessuno sport prima, riassume: "Quando si respira profondamente, sento che lo stress se ne va. Un'altra, Samira Mohtaz, è d'accordo. All'età di 22 anni, ha iniziato dopo la nascita del suo primo figlio. Ero molto tesa e soffrivo di dolori di stomaco ricorrenti", dice. Lo yoga mi ha dato la pace della mente e ho scoperto il mio corpo.
Parole che si sentono in tutto il mondo quando si lasciano le lezioni di yoga, mentre lo slancio generale per questa disciplina indiana continua senza sosta. Lo studio yoga  di Nilin non è un'eccezione nel panorama locale palestinese. Lo yoga è praticato nelle grandi città come Gerusalemme Est, Betlemme, Nablus, Hebron o Ramallah, così come negli angoli più remoti della Cisgiordania.

Nahed Bandak accoglie con favore questo sviluppo. Nativa di Betlemme è ben noto nel piccolo mondo dello yoga palestinese ed è una dei primi insegnanti locali.  Nahed ha un sorriso gentile e un'andatura flessuosa, quasi da gatto e dice: "Lo yoga ha rivoluzionato la mia vita, può anche cambiare la vita degli altri".  Come tutti i praticanti palestinesi, sa che mentre tutto il mondo ama lo yoga, la disciplina assume una dimensione diversa in una zona colpita da decenni di conflitto come i territori palestinesi.
Lei stessa ha scoperto lo yoga nel 1992 attraverso le lezioni di un'insegnante israeliana venuta da Gerusalemme per insegnare a Betlemme. Lo scoppio della seconda Intifada nel 2000 vi pose fine. Non c'è più alcun contatto tra i professionisti israeliani e palestinesi, spiega.

Tuttavia, lo yoga, anche se è agli inizi, è un buon indicatore dell'evoluzione della società palestinese, delle sue classi urbane e ricche, che hanno viaggiato o studiato all'estero, e di questo clima sociale che riceve gli echi del resto del mondo pur mantenendo le sue tradizioni. È a Ramallah, la capitale economica della Cisgiordania, brulicante di artisti, imprenditori ed espatriati, che il primo studio, Farashe ("farfalla" in arabo), ha aperto nel 2010, fondato da un piccolo team di palestinesi e stranieri. Una disciplina particolarmente rilevante in Cisgiordania.  Oggi, diversi insegnanti offrono lezioni di hatha yoga, vinyasa, meditazione o yoga sulla sedia per anziani. Il pubblico è misto: uomini e donne, locali e stranieri. A Farashe, lo yoga scioglie le tensioni accumulate al lavoro o a casa. Ma molti vengono anche su raccomandazione di un medico, di un fisioterapista o anche di uno psichiatra per alleviare certi dolori.

"La situazione politica, e in particolare l'occupazione israeliana, contribuisce a generare stress collettivo tra i palestinesi", spiega Eilda Zaghmout, che ha fondato nel 2015, con un'amica, lo studio Beit Ashams ("casa del sole", in arabo) a Beit Jala, un comune adiacente a Betlemme. Secondo lei, lo yoga è particolarmente rilevante nel contesto specifico della Cisgiordania. "Il muro e i checkpoint, i permessi per entrare in Israele... Questa violenza strutturale ci colpisce psicologicamente e fisicamente", descrive. Il suo studio rappresenterebbe quindi "un luogo dove ricaricare le batterie per affrontare meglio il mondo esterno". Con i capelli castani tagliati a caschetto e una linea di eyeliner disegnata sopra le ciglia, la giovane donna insegna power yoga, una variante molto dinamica della disciplina, dopo aver ottenuto il suo certificato negli Stati Uniti, e yoga per bambini. Si è anche formata al centro Collateral Repair Project in Giordania, dove ha imparato tecniche per alleviare certi traumi, come il metodo TRE (esercizi di rilascio di tensione e trauma). 

Gradualmente, i professionisti della salute stanno riconoscendo i benefici di questa pratica. In una situazione di stress psicologico combinato con sintomi fisici, indipendentemente dal contesto politico, non c'è dubbio che lo yoga dia sollievo", ammette la dottoressa Samah Jaber, psichiatra e capo dell'unità di salute mentale del Ministero della Salute in Cisgiordania. Ma molti non capiscono ancora di cosa si tratta veramente: nei circoli più conservatori, la gente preferisce una forma più familiare di meditazione, di preghiera o di ascolto del Corano. Allo stesso tempo, fanno sport per fare esercizio. In città, i più ricchi vanno spesso in palestra; le donne fanno Zumba o aerobica, mentre gli uomini fanno pesi. Nelle zone più isolate, ci sono poche strutture sportive: niente palestra, né tantomeno yoga.

È per questo che i fondatori dello studio Farashe si sono rivolti a un pubblico non cittadino. Grazie alla creazione di partenariati con insegnanti europei o statunitensi, quaranta persone di diverse città e villaggi palestinesi hanno seguito una formazione certificata, per poter poi insegnare alla loro gente. Questo è il caso di Jaleelah al-Rawaja a Nilin. Farashe si vanta di avere un impatto sulla vita di più di 5.000 persone, soprattutto donne, che vivono in circa 15 comunità.
Le organizzazioni umanitarie locali e internazionali, molto attive in Cisgiordania, dove sono parte del tessuto sociale, hanno anche identificato i benefici dello yoga. Completa l'assistenza e le attività fornite alle popolazioni più vulnerabili: i corsi sono organizzati con il sostegno dell'UNRWA, l'agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, e di altre organizzazioni straniere. Un programma sviluppato dalla Società tedesca per la cooperazione internazionale (GIZ) prevede anche di formare una dozzina di insegnanti dei campi profughi.
Lo studio di yoga Farashe a Ramallah è stato il primo ad aprire in Cisgiordania nel 2010. In questo modo, lo yoga diventa uno strumento rilevante per la cura di sé, chiamato "self-care" nel gergo umanitario. Stabilisce un nuovo rapporto con il corpo perché devi connetterti con il tuo io interiore", spiega Nahed Bandak a proposito della sua esperienza con le donne nei campi profughi. È nuovo per molti di loro, ma parla loro. Qui le donne sono abituate a dare tutto per gli altri, senza ricevere nulla. Con lo yoga, scoprono che devono anche prendersi cura di se stessi. Tra le ONG straniere, la diffusione dello yoga solleva un dibattito: le persone rafforzerebbero certamente la loro resilienza ma, allo stesso tempo, si abituerebbero al contesto particolarmente stressante o traumatico in cui vivono, anche se ciò significa normalizzarlo, che non è l'obiettivo delle organizzazioni attive sul terreno.
Su scala minore, è stato anche con pretesti umanitari che lo yoga è iniziato nella Striscia di Gaza, un territorio sotto un blocco israelo-egiziano dal 2007. I due milioni di residenti dell'enclave palestinese, afflitti dalla disoccupazione, dalla mancanza di risorse e dalle tensioni tra Hamas, il movimento islamista che controlla l'enclave, e Israele, sono sotto stress costante. La società è bloccata, viviamo con il rischio costante di un'escalation militare tra Hamas e Israele", dice Najla S., una delle poche insegnanti di yoga a Gaza. La gente parla di resilienza, ma non è vero che ci si abitua alla situazione. Perdi molte delle tue risorse personali nel processo.Sposata con due giovani figlie, la giovane donna "si è innamorata della pratica" grazie a un insegnante britannico temporaneamente basato a Gaza. Tre volte alla settimana, al piano terra della sua casa, ora insegna flow-vinyasa, una combinazione di posture con musica soft. I suoi studenti, esclusivamente donne, dai 25 ai 50 anni, vengono a cercare uno spazio di "realizzazione personale", che non possono trovare altrove, sottoposte a una perpetua pressione sociale, continua.
Najla S. è convinta che nel contesto molto particolare di Gaza, che genera "estrema negatività", lo yoga è un grande aiuto. Con emozione, ricorda la classe che ha seguito lo scontro tra Hamas e Israele quest'inverno: "Lo studio era pieno. Di solito, dopo un'escalation di violenza, si crolla fisicamente ed emotivamente. Ma questa classe ci dà molta energia e un sentimento di immensa gratitudine. Lei continua: "È una delicata combinazione di pensieri perché, allo stesso tempo, non siamo ingenui: vogliamo credere che domani sarà meglio ma sappiamo che potrebbe essere peggio.
A Gaza, ancor più che a Ramallah o Hebron, lo yoga si confronta con la religione. Il controllo di Hamas sulla vita quotidiana impone una certa discrezione. Alcuni abitanti che abbiamo incontrato si attengono a una pratica individuale, a casa, grazie ai video su YouTube. Provenendo da una famiglia musulmana, senza indossare l'hijab, cosa molto rara a Gaza, Najla S. confida che "ha una visione più ampia della religione" da quando ha scoperto lo yoga. Tuttavia, si guarda bene dal dirlo ai suoi studenti: "Per esempio, non oso ancora dire un 'om' alla fine delle mie lezioni", confessa. Aggiunge, tuttavia, che digiuna e prega durante il Ramadan, mentre pratica yoga su musica Sufi.
Nei circoli musulmani conservatori, lo yoga è un affare esclusivamente femminile, per il desiderio di stare con i suoi pari e per evitare la promiscuità sgradita. Non è appropriato avere classi miste a Nablus", dice Mirna Khuffash, un'insegnante di questa città settentrionale della Cisgiordania. Con gli uomini, non potevamo davvero rilassarci e certe posture come il cane a testa in giù o la mucca non sono accettabili davanti a loro. Come tale, Farashe intende dedicare la formazione al pubblico maschile; un insegnante sta già insegnando nello studio di Ramallah.
Più in generale, la religione è una questione cruciale sollevata dalla pratica dello yoga in Terra Santa, dove l'ateismo rimane, se non raro, almeno inconfessato. I più riluttanti denunciano un nuovo dogma. Per calmare le loro preoccupazioni, gli insegnanti la descrivono come una ginnastica dolce, rilassante per il corpo e la mente. C'è ancora molta resistenza", conferma Eilda Zaghmout, dello studio Beit Ashams. Nell'ambiente cristiano da cui provengo, i preti sono contrari. L'uno non impedisce l'altro: la giovane donna "mantiene la sua fede" e frequenta la chiesa la domenica. Inoltre, gli insegnanti e gli studenti musulmani riconoscono che lo yoga dà loro più flessibilità nella loro preghiera quotidiana, che si ripete cinque volte al giorno e in cui i fedeli eseguono diversi rak'ah (prostrazioni).

Il secondo ostacolo è linguistico, poiché non ci sono abbastanza risorse in lingua araba sull'argomento. A Gerusalemme Est, Ramallah o Betlemme, l'inglese è largamente parlato; altrove è meno vero. Le comunità non anglofone non sono quindi in grado di conoscere lo yoga da sole. Per questo Farashe ha deciso di lanciare il primo programma di formazione interamente in arabo, certificato dalla Yoga Alliance, la più grande associazione internazionale. Un modo per espandere il pubblico a tutto il mondo arabo.
 
Nel 2017, Shadan Nassar, di Ramallah, ha lanciato il suo canale Shadana Yoga su YouTube, dove offre lezioni di yoga in arabo. I suoi migliaia di  seguaci la seguono da Arabia Saudita, Egitto, Iraq e Marocco. Nei suoi video, la trentenne non specifica le sue origini e dichiara: "Rifiuto la compassione automaticamente associata all'identità palestinese", spiega. Voglio essere vista semplicemente come una giovane donna che insegna yoga in arabo.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...