sabato 11 settembre 2021

Eckhart Tolle - La meditazione

 Eckhart Tolle è uno scrittore e oratore tedesco (1948 - ). È l'autore dei bestseller Il potere di adesso e Un nuovo mondo.

Per Eckart Tolle la meditazione non é lo stare a gambe incrociate in silenzio, la meditazione é essere consapevoli del momento presente, che spesso, nello stato di coscienza ordinario viene trascurato.

La vita consiste nell'essere qui e adesso; La meditazione deve diventare  «A journey in the now (Un viaggio nell'Adesso)». Il primo passo di questo viaggio «to the now » é l’essere cosciente dell’ambiente in cui siamo, dell’ambiente che ci circonda. Poi c’é la presa di coscienza della vita, per operare un cambiamento di coscienza, sviluppare la Presenza di  quello che c’é qui e adesso, oltre le percezioni sensoriali e i pensieri.

Spesso siamo immersi nei nostri pensieri, pensiamo a persone spiacevoli, a quello che é successo ieri ecc ; La coscienza é continuamente assorbita dai pensieri. Soprattutto oggi, i pensieri sono amplificati dal digitale : facebook, e_mail, sms, ecc.  Affoghiamo letteralmente nelle cose, un pensiero dopo l’altro, un’e-mail dopo l’altra, un post dopo post si perde il momento presente. Le persone diventano insoddisfatte, arrabbiate, hanno bisogno continuamente di fare ….

Eckhart Tolle, nel parlare di meditazione,  precisa che mindfulness significa "mente piena" e che lui preferisce usare il termine "lucida consapevolezza, presenza, completa attenzione".

Il sentire che siamo vivi, sentire la vitalità del nostro corpo diventa parte della presenza del « Now »  e in quest'ottica il corpo diventa un posto piacevole dove stare nel momento presente. Poi però il pensiero riprende il sopravvento, ritorna per attirare la mente in modo ipnotico « follow me », una volta che questo meccanismo si è affermato riparte il proliferare dei pensieri: perché mi sono comportato in quel modo,  non sono contento della mia vita, ecc ...   La mia vita ridiventa una costruzione mentale.     La meditazione é invece riuscire ad essere ancorati al momento presente.

Da che cosa é composto il momento presente? Ci rendiamo conto che i pensieri vanno e vengono nella nostra mente; Un passo importante verso questa consapevolezza è lo scoprire lo spazio tra due pensieri, a questo punto, non c’é più un flusso ininterrotto di pensieri della nostra storia personale ma c’é un ritorno a se stessi, a qualcosa che trascende la nostra personalità.      .

L’essenza del Now é questa, « La tua presenza, la tua consapevolezza ». L'obiettivo della meditazione é questo: ri-scoprire la Presenza, la luce della Presenza in noi, nella nostra realtà interiore. Ciò ci  permette di vedere in modo distaccato pensieri, sensazioni, ecc. « di essere consapevoli, che siamo consapevoli » ; Essere se stessi, Now. Consapevoli di essere coscienti di se stessi.

La liberazione é questo: liberarsi da un falso senso di noi stessi, di un falso Ego, liberarsi dall’identificazione con i pensieri. La persona normale si identifica con una storia personale che spesso viene anche raccontata agli altri (racconto la mia sofferenza, ecc). Questo é un falso senso di Sé.

Siamo attratti da quello che il Buddha chiama l’illusione dell’Io. Il segreto della vita é lo scoprire che siamo al di fuori della superfice della vita, al di là del piccolo Io che si sente sempre minacciato e non è mai soddisfatto. Quando riusciamo a trascendere l’Io, la nostra Presenza é unita alla Presenza universale. 

Tolle non usa mai la parola Dio perché asserisce che Dio é un altro concetto che ingombra la  mente. Quando chiesero al Buddha se ci fosse un Dio, il Buddha rimase in nobile silenzio.

venerdì 3 settembre 2021

La dottrina zen del vuoto mentale - D.T. Suzuki

Daisetz Teitaro Suzuki (1869-1964) è stato una delle più grandi autorità in materia di buddhismo Zen. D.T. Suzuki con questo testo, La dottrina zen del vuoto mentale (pubblicato nel 1958 e tradotto in italiano nel 1968), di non facile lettura, ha cercato di presentare le varie scuole e sfaccettature dello Zen in modo estremamente approfondito.

I buddhisti Zen hanno sempre messo l'accento sull'importanza della istantaneità. Secondo lo Zen l'uomo dovrebbe riuscire a coltivare in se stesso una presenza di spirito capace di condensare, un'esperienza infinita in un'intuizione immediata. 

Uno dei più grandi maestri Zen fu Hung-jen ed ebbe come allievi Hui-neng e Shen-hsiu che furono i referenti di due scuole zen: quella Meridionale e quella Settentrionale. Due diretti discepoli di Hui-neng furono Ma-tsu e Shih-tou.  La scuola Settentrionale con Shen-hsiu asseriva che tutti gli esseri sono dotati dell'illuminazione, proprio come la natura di uno specchio è quella di illuminare;

Questo corpo è l'albero del Bodhi, La mente è come uno specchio lucente;

Abbi cura di mantenerlo sempre pulito, E non lasciare che la polvere vi si accumuli.

Secondo Shen-hsiu quando le passioni fanno velo, lo specchio è invisibile come se fosse oscurato dalla polvere. Quando, secondo le istruzione dei Maestri, i pensieri erronei vengono soggiogati e annientati, essi cessano di formarsi ed allora la mente è illuminata. Questo spolveramento conduce al metodo quietistico della meditazione ed è ciò che questa scuola raccomandava.

La scuola Meridionale con Hui-neng proponeva invece la dottrina del vuoto o del nulla: “Ab initio nessuna cosa è “. E' l'Essere in sé che viene caratterizzato come vuoto, sereno ed illuminante.

Non vi è albero del Bodhi, Nè sostegno di lucido specchio,

Poichè tutto è vuoto, dove può posarsi la polvere?

Finchè il vedere è qualcosa da vedere, non è quello reale, solo quando il vedere è non vedere, diventa un vedere la propria autonatura che non essendo “nessuna cosa” è il nulla. L'autonatura è la natura del Buddha descritta nel Nirvana Sutra, nei termini del PrajnaParamita è Essenza assoluta (tathata) e Vuoto asssoluto (sunyata). Essenza significa l'Assoluto, qualcosa che non è soggetto alle leggi della relatività e perciò non può essere compreso per mezzo della forma. L'Assoluto è senza forma, Questo incondizionato, senza forma, e di conseguenza irraggiungibile, è il Vuoto (sunyata). Al di là della percezione, al di là della comprensione perchè il Vuoto è dal lato opposto dell'essere e del non essere.

L'irraggiungibilità di tutte le cose è la Realtà stessa, che è la più squisita forma del Tathagata nella sua essenza, un'esperienza vivente nel senso più profondo. Il vedere nell'Autonatura è diventare Buddha.

La Triplice disciplina buddhista è composta da Moralità (sila), Meditazione (dhyana) e Saggezza (prajna) che è il potere di penetrare nella natura del proprio essere, ed è anche la verità così intuita. Tutte e tre sono necessarie ad un buddhista devoto.  Con il passare del tempo si verificò una separazione tra Meditazione e Saggezza.

Il messaggio apportato dalla scuola Meridionale e da Hui-neng è un ritornare all'origine e ribadire che Meditazione è Saggezza e Saggezza è Meditazione, e se non si afferra questa relazione di identità fra i due componenti non vi sarà emancipazione. La purezza del Tathagata è dove non vi è né nascita, né morte. Vedere che tutte le cose sono vuote è praticare la meditazione. Infine non vi è né raggiungimento, né realizzazione, tanto meno stando seduti a meditare.

Nel T'an-ching di Hui-neng, la natura del Buddha e l'autonatura sono oggetto continuo di riferimento. Esse significano la stessa cosa e sono originariamente pure, vuote (sunya), non dicotomiche e inconsce. Questo inconscio puro si muove e prajna viene svegliato e con lo svegliarsi del prajna sorge un mondo di dualismi. Tutte queste definizioni hanno il solo scopo di provare a rendere la nostra comprensione intellettiva più facile e chiara. L'autonatura non ha una corrispondente realtà nello spazio e nel tempo. Quest'ultima ha origine nell'autonatura. L'autore la chiama per convenienza Mente con la M maiuscola, e anche Inconscio. In questa autonatura vi è un movimento, un risveglio, e in questo modo l'inconscio diviene conscio di sé (anche se appare una contraddizione). Comunque qualunque cosa sia, abbiamo ora un Inconscio autocosciente o una Mente autoriflettente: così trasformata, L'Autonatura viene chiamata prajna.

L'Autonatura è la natura del Buddha, pura, incontaminata, presente in tutti gli esseri e riportata nel Nirvana sutra di cui sono fervidi credenti tutti i seguaci dello zen fin dal tempo di Boddhidarma. Occorre riconoscerla e liberarsi dall'errore, cioè dalle passioni.

Colui che comprende l'idea della vuotezza di pensiero ha una via perfetta per attraversare il mondo della molteplicità. Colui che comprende l'idea di vuotezza di pensiero vede il regno di tutti i Buddha, colui che comprende l'idea della vuotezza di pensiero raggiunge lo stadio della buddhità.

La cognizione di un oggetto esterno presuppone già la distinzione fra esterno ed interno, fra soggetto e oggetto, tra il percepiente e il percepito. Quando avviene questa separazione, la natura primaria dell'esperienza viene dimenticata e da ciò trae origine una serie infinita di confusioni, intellettuali ed emozionali. Spesso nella quotidianità emergono una serie di domande: Cosa, Perchè, Dove, Come Quando; domande irrilevanti per la fondamentale comprensione della vita.

La meditazione della spolveratura (togliere la polvere dallo specchio) secondo Hui-neng è l'arte di legarsi con una corda creata da noi stessi, una costruzione artificiale che ostacola il cammino verso l'emanciazione. In questo tipo di meditazione non è facile spingersi oltre lo stadio di tranquillità della mente, al massimo essa termina nell'autoconcentrazione e nella temporanea sospensione della coscienza, In questo tipo di meditazione non vi è alcuna conoscenza del sé, nessuna comprensione dell'Autonatura.

La sagezza (prajna) è strettamente collegata al vuoto (sunyata) soprattutto nel buddhismo Mahayana, che è basato essenzialmente sul vuoto e la vacuità. Il concetto del vuoto è presente anche nella filosofia Hinayana, ma questo vuoto non penetra così profondamente la coscienza.

Dhyana e prajna sono uno, non due: dhyana è il corpo di prajna e prajna è l'uso di dhyana, proseguono per mano nella pratica. Il non discriminante prajna è ciò che vi è di più fondamentale nell'umano intelletto ed è con questo che siamo in grado di vedere addentro l'autonatura, che tutti noi possediamo e che è conosciuta come la Natura del Buddha (Questo è il fondamentale insegnamento del buddhismo Zen specie della scuola Rinzai, tanto in Giappone che in Cina).

Le altre due scuole esistenti tutt'oggi sono Soto e Obaku. L'Autonatura è il prajna stesso non discriminante. Il prajna sprizza dall'inconscio e tuttavia non lo lascia mai; rimane inconscio di ciò. L'emancipazione si ha quando l'esterno ed interno diventano completamente diafani e l'uomo conosce da sé che cos'è la sua mente originaria. Quando l'emancipazione è ottenuta è il prajna-samadhi e quando questo è compreso, si è raggiunto uno stato di wu-nien, assenza di pesnsiero, vuoto mentale. Il satori, vedere improvvisamente, o vedere subito, non segue le regole generali della logica, ma avviene quando il ragionamento è stato abbandonato e prajna è contemporaneamente al di sopra e dentro il processo del ragionare.

Secondo Hui-neng ci sono tre concetti alla base del Buddhismo Zen, di cui uno è l'inconscio, gli altri due sono l'informe (essere nella forma eppur distaccati da essa) e il non permanente che è la natura primaria dell'uomo.

I Maestri zen spesso rispondono ai vari quesiti dei discepoli nei modi più imprevedibili ed incongruenti, come tirare calci, bastonare i discepoli, usando percosse, schiaffi, spintoni, urli,ecc. per riportarli in una dimensione fuori dalla logica. su un altro piano della vita.

L'atto del tirare calci è in realtà l'atto di vedere, in quanto entrambi procedono l'autonatura e la riflettono. E' vero che non possiamo fare a meno della logica e della filosofia, perchè anch'esse sono espressioni della vita; ed ignorarle sarebbe solo follia; ma ricordiamoci che vi è un altro piano della vita, dove può entrare soltanto colui che l'ha realmente vissuta. Ed è su questo piano che opera lo Zen. Penetrare quello che viene considerato il mistero dello Zen, è talvolta considerato la cosa più difficile al mondo, ma secondo l'opinione di molti maestri Zen, non è più difficile che prendere una tazza di tè.

Tutti questi mondo Zen possono sembrare semplicemente privi di senso, o volutamente mistificatori, ma il fatto straordinario è che questo culto dell'assurdo ha prosperato per circa millecinquecento anni attirando molte delle migliori menti dell'Estremo Oriente, ed anche dell'Occidente.

Lo Zen esercita ancora oggi, in varie forme, una grande influenza spirituale in Giappone. Gli iniziati, quando riescono ad entrare nello spirito che anima i maestri, vedono che tutto questo Non senso è l'espressione più preziosa dello Zen.

Termini usati nello Zen: wu-hsin (la mente vuota), wu-nien (pensiero vuoto), wu (vuoto), kung (abilità raggiunta in un determinato campo), wang.

venerdì 27 agosto 2021

Note sullo Zen

 Lo Zen è la chiave di volta della cultura orientale, infatti in esso troviamo cristallizzate tutte le filosofie dell'Oriente, è una forma di buddhismo nata dall'incontro tra buddhismo e taoismo. Lo Zen  è vivo soprattutto in Giappone. Il misticismo dell'Estremo Oriente, è diretto, pratico e sorprendentemente semplice. Nello Zen, lo spirito del buddhismo ha rinunciato alla sua struttura altamente metafisica allo scopo di diventare una disciplina pratica di vita. Nello Zen l'esperienza personale è tutto: Siamo noi i nostri maestri, lo Zen ci indica soltanto la via.

La disciplina Zen consiste nel dischiudere l'occhio della mente allo scopo di penetrare nell'autentica regione dell'Essere e venire così in contatto con la nostra vitalità interna attraverso la via diretta. Lo Zen è lo spirito dell'uomo che crede nella sua interiore purezza e bontà ed i suoi caratteri peculiari sono: semplicità dei fatti, naturalezza, capacità di esprimere la vita stessa, originalità con l''obiettivo di acquisire un nuovo punto di vista per scrutare dentro l'essenza delle cose.

Lo Zen è una disciplina e una esperienza che non dipende da alcuna spiegazione e l'unica autorità accettata proviene da dentro di noi. L'unica via alla realizzazione è sprofondare nell'abisso infinito fino a quando non scompare l'ultima traccia di coscienza su questo o su quello.

Lo Zen è qualcosa di saldamente positivo ed eternamente affermativo ed aspira a porsi al di sopra della logica, a scavalcare la tirannia della logica e vuole che la mente di ognuno di noi sia libera e sgombra. Per questo i Maestri zen cercano di togliere ai discepoli ogni qualsiasi punto di appoggio attraverso i koan, quesiti senza un'apparente soluzione logica. “La funzione del koan è promuovere il dubbio e l'opportunità di spingerlo fino all'estremo, si tratta di un risveglio di un senso interno che ci fa capaci di scrutare dentro il vero ed effettivo andamento delle cose”.  Lo zen utilizza i koan per mettere in scacco matto la mente, le risposte hanno poca energia rispetto alle domande. Il koan è una domanda di vita a cui si risponde con la vita. Si cerca l'intersezione tra la verità relativa e la verità assoluta, ed i koan intercettano questo punto.  Un esempio di koan: Nel sogno siamo in una radura e da ogni direzione arriva una tigre, quale è l’uscita?  Svegliarsi. 

Alla base di questo processo di risoluzione c'è il satori: per satori si intende un modo intuitivo di scrutare le cose, in contrasto con l'apprendimento intellettuale e logico. Il satori è inspiegabile e incomunicabile. Nello Zen il dhyana o zazen, è il sedere a gambe incrociate in stato di quiete e in contemplazione profonda. E questa tecnica è usata come mezzo per trovare la soluzione del koan.

Koan e zazen sono i due cardini dello Zen ”per alimentare, anche nei discepoli meno addestrati, lo sviluppo della coscienza Zen. “Si vuole che il koan sia coltivato in ogni recesso della mente e che mai analisi logica è riuscita a varcare”.

Un altro aspetto importante nello Zen è il valore del lavoro manuale per i monaci dello Zen-do (sala di meditazione). L'idea centrale della vita del monaco non è infatti, di sopprimere, ma di utilizzare nel modo migliore le cose che ci sono state date. La proverbiale operatività dei monaci si esprime nel motto “imparare facendo”. Teoricamente lo Zen ingloba l'intero universo e non è condizionato alla legge dell'antitesi.

Durante i Sesshin, che letteralmente significa “riunione di menti” e che sono periodi di meditazione intensiva, ricorre spesso la seguente frase: “Fino a quando resta nel praticante, un pur piccolo pensiero che qualcuno, sia Dio o il diavolo, conosca e renumeri le sue azioni, non è ancora uno di noi”. 

Lo Zen  permette di riconciliarsi con la realtà presente. La vita e morte sono due aspetti della realtà, la pratica spirituale serve ad aprirsi a questa dimensione. L'obiettivo dello zen è cercare di Vivere con pienezza la vita, riappacificarsi con la realtà circostante.

Da una parte c'è il Samsara, la  realtà fenomenica dove si manifesta il dolore dall'altra parte c'è il Nirvana, la realtà assoluta, dove c'è gioia infinita. Tra le due strade la scelta è nostra. La conoscenza intellettuale non ci aiuta in questa scelta. Senza trasformazione, non è possibile avanzare nella ricerca spirituale. La meditazione è uno strumento molto potente in questo percorso di trasformazione. Noi ragioniamo in modo binario, la meditazione ci apre ad una visione più fluida.  

Come essere felice? Che senso dare alla propria esistenza e trovare la felicità? Come essere in armonia con se stesso e il mondo?  Come vivere con pienezza la vita? Le correnti spirituali e filosofiche, tra cui lo Zen,  cercano di rispondere a queste domande mettendo a punto una serie di metodi. 

Il cuore spirituale del Giappone è Kyoto dove c'è equilibrio tra tradizione e modernità e qui è ancora vivo il buddhismo Zen con le sue espressioni: il Kyodo - la via dell'arco, la cerimonia del tè e la meditazione Za Zen (za = sedersi, zen = meditazione).

Il cuore dello Zen è il meditare sull'essenza dell'essere, cercare di trovare la verità attraverso la propria esperienza di vita, allargare la propria interiorità.  Nel tiro con l'arco si cerca un'osmosi tra corpo e arco per raggiungere il bersaglio.

La cerimonia del tè è una forma di meditazione, una via verso la liberazione dall'agitazione del mentale, e segue un protocollo ben definito riportato in una piccola opera scritta nel XIII secolo. C'è una entrata bassa per accedere alla sala della cerimonia, che ha come significato allegorico di lasciare lo status sociale fuori dalla sala. Quattro principi guidano questa cerimonia: rispetto, armonia, tranquillità, purezza. Si prepara il tè in silenzio, raccogliendo il corpo, la mente e il cuore, con un sentimento di gratitudine verso la persona invitata.   

 Durante lo Za Zen, una forma di meditazione, si porta la coscienza nell'istante presente, interiormente, durante questa pratica, si pone una domanda e si cerca di trovarne la risposta. Ad esempio, come essere utile a qualcuno? come aiutarlo? Di solito, si medita in piena natura e lo scopo della meditazione zen è di legarsi all'universo, fondersi con la natura immaginando di diventare un elemento di tale natura: l'aria, gli alberi, ecc. 

Lo Zen è una via di trasformazione interiore e una ricerca perpetua di saggezza,  una via per fare esperienza del sacro.

Il Tao: la via dell'acqua che scorre - Alan W. Watts

  Il Tao è quello da cui non si può deviare; quello da cui si può deviare non è il Tao.  Frase tratta dal Chung Yung o "Dottrina del mezzo".  

"Il Tao non fa nulla e tuttavia non vi è nulla che sia fatto."    Lao-tzu

Il Tao: la via dell'acqua che scorre è un testo scritto da Alan W. Watts (1915-1973)  (Il titolo originale è Tao: The watercourse way) ed è diventato per l'Occidente l'opera fondamentale sul Taoismo che è un'antica filosofia cinese che si sviluppa principalmente intorno ai concetti di Tao e polarità Yin Yang. "E' proprio alle radici del pensare e del sentire dei cinesi, che risiede il principio della polarità, principio che non si deve confondere con le idee di opposizione o di conflitto". Questi principi sono riassunti e rappresentati dal simbolo del Tao. Il simbolo del Tao raffigura la realtà di tutte le cose. Si tratta di un cerchio diviso in due, una metà bianca con un cerchio nero al centro e una metà nera con un cerchio bianco al centro. La parte nera rappresenta il principio yin, quella bianca il principio yang. Allo yang è associato il maschile e il positivo, mentre allo yin il femminile e il negativo. 

I due principi sono opposti, ma complementari e si riflettono in ogni aspetto della natura, inoltre sono interdipendenti perché al mondo non esiste niente che sia completamente yin o yang, ecco perché in ogni metà del cerchio c'è un punto del colore dell'altra metà.  Il segreto è proprio come tenere in equilibrio queste due polarità che sono interdipendenti. Come lo descrive François Cheng "Il Tao è tutto salvo che una ripetizione di se stesso, Più esattamente nell'interazione di Yin e Yang, il Vuoto mediano, attraendo la parte migliore di entrambi, li conduce in una trasformazione reciproca, benefica per entrambi. Il vuoto mediano agisce anche sul tempo, Se il fiume è l'immagine del tempo che trascorre  senza ritorno, il pensiero cinese percepisce che l'acqua del fiume, scorrendo a valle, evapora, sale in cielo, ricade sotto forma di pioggia per ri-alimentare di nuovo il fiume alla sorgente. Questo moto circolare mosso dal Vuoto mediano è quello dell'eterno rinnovamento."

Il concetto di polarità yin - yang è anche alla base del feng shui (metodo per arredare la casa) e dell'oroscopo cinese.  La visione yin- yang del mondo è serenamente ciclica, con una rispettosa fiducia nei confronti della natura e della natura umana, noi stessi e la natura siamo un unico e stesso processo che è il Tao. Prima e dopo sono in sequenza reciproca, non vi può essere alcun "prima" se non c'è un "dopo". Dal Tao nasce  l'Uno, che produce il Due e così via fino a dare origine a tutte le cose. Ogni realtà manifesta ha una propria forma originale, ed è coltivandola che si può fare ritorno al Tao, il vero obiettivo della dottrina taoista.

L'autore definisce il Tao, "la Via dell'acqua che scorre" perché sia Lao-Tzu che Chuang-tzu usano come metafora principale per descriverlo lo scorrere dell'acqua. Come l'acqua, il Tao è inafferrabile, scaturisce da una fonte unica e costante e assume forme diverse e in continuo divenire. Perciò il Tao è il corso, la corrente, il lasciarsi andare, o il processo della natura che ristabilirà l'armonia nell'universo. Il Tao è soltanto un nome per quello che avviene o come lo esprime Lao-Tzu: "Il principio del Tao è ciò che accade di per sé."   La verità è che non c'è governante e niente è governato; Quello che avviene accade semplicemente di per sé.

Il Tao corrisponde all'infinito assoluto e all'origine di tutta la realtà a cui si cerca di fare ritorno. È innominabile, indicibile e inconcepibile: definirlo con un nome o riuscire a immaginarlo significherebbe far venire meno il suo essere infinito, perché lo si delimiterebbe entro una realtà parziale. Il nome Tao, quindi, è solo simbolico e definisce un solo attributo dell'infinito, quello di essere una "Via" da cui tutto ha origine. È allo stesso tempo esistenza e non-esistenza perché, pur essendo ovunque e in qualunque cosa, non può essere oggetto di conoscenza.

Il principio del non-agire fa riferimento al seguire la propria natura originaria senza forzarla e al lasciare che le cose seguano il proprio corso naturale per fare ritorno al Tao.  Lao-tzu dice "Senza lasciare mai casa, io conosco tutto l'universo. Il che implica che l'arte di vivere è una navigazione più che una guerra, per la quale è importante capire i venti, le maree, le stagioni, i principi della crescita e del decadimento, in modo tale che ogni azione possa far uso di questi elementi e non lottare contro di essi."

Il Santo è quindi colui che si lascia trasformare dall'ordine naturale delle cose e così facendo fa ritorno all'origine, seguendo una legge naturale ciclica. Ritorna la metafora dell'acqua: il Saggio si lascia trasportare dalla corrente (il Tao), mentre gli altri lottano per nuotare controcorrente.

Al concetto di non-agire si associa quello del Qi , l'energia vitale che fluisce in tutto l’Universo  o se vogliamo possiamo definirlo come lo sforzo che possiede una particolare qualità di non sforzo. Se la vita umana è ciclica e implica un ritorno all'origine, significa che è anche dispersione continua del Qi, dal momento della nascita fino a quello della morte. Per invertire questo processo bisogna coltivare il proprio Qi e fare ritorno al Tao attraverso tecniche di respirazione, ginnastica e concentrazione (qigong)

Tai chi chuan è un’arte marziale cinese “interiore”, in contrasto con le arti marziali "esteriori", come il kung fu Shaolin. 

Le origini del Taoismo. Il taoismo o daoismo, designa le dottrine a carattere filosofico e mistico, esposte principalmente nelle opere attribuite a Lao-tzu e Chuang-tzu, sia la religione taoista, istituzionalizzatasi come tale all'incirca nel I secolo d.C.  I due saggi menzionano nei loro testi molte volte la polarità Yin-yang ma non fanno mai riferimento all'I Ching, uno dei testi classici cinesi  antichi che, sembra datare il terzo millennio a.C.  Uno dei testi fondamentali del taoismo è il Tao Te Ching  che è attribuito a Lao-Tzu, contemporaneo anziano di Confucio; questo libricino antico di duemilacinquecento anni contiene in forma enigmatica e estremamente concisa molti insegnamenti che si collocano ai vertici della saggezza umana. 

 Nato come una corrente filosofica nel periodo degli Stati Combattenti (453 a.C. - 221 a.C.), verso la fine dell'epoca Han (II sec. d.C.) il Taoismo ha assunto successivamente una valenza religiosa, dando origine a insegnamenti di tipo applicativo che si discostano dalla dottrina originale. Il Taoismo religioso si sviluppò a partire dall'epoca Han (206 a.C. - 220 d.C.). A differenza del taoismo filosofico, questa corrente applica la dottrina originale cercando attivamente dei metodi per fare ritorno al Dao. Il taoismo religioso prevede quindi una serie di rituali volti a tornare alla natura originaria (tra cui alcune tecniche di longevità), e molti saggi taoisti vengono elevati a divinità. È il caso, ad esempio, di Lao-tzu, che ancora oggi è venerato in templi o luoghi sacri taoisti.

Taoismo e Buddhismo sono spesso erroneamente associati, anche se tra le due correnti sussistono profonde differenze. Un'importante differenza tra Taoismo e Buddhismo è la percezione della realtà. La scuola di pensiero buddhista mette in discussione la realtà del mondo manifesto di cui parlano i taoisti: per quest'ultimi il mondo è reale ed è un aspetto dell'infinito, per i buddhisti il mondo è vuoto, tutto è illusione e la realtà vera è solo ciò che si trova sotto il velo di illusione (maya). La medicina tradizionale cinese si basa sui concetti di yin-yang e di preservazione del Qi.

Il testo si sofferma sul principio della "non azione" (Wu-wei) che non si deve considerare come pigrizia, inerzia, mera passività, ma un andare con la corrente così come viene, il piegarsi per vincere.  Questo modo è esemplificato nelle arti giapponesi dello judo e aikido, in cui l'avversario viene sconfitto dalla forza del suo stesso attacco e messo al tappeto senza essere neppure toccato.

Il libro termina con questa bella frase: "Il Taoismo non è una filosofia che ci obbliga ad essere calmi e dignitosi in ogni circostanza. La calma vera e stupefacente delle persone come Lao-tzu deriva dal fatto che essi sono pronti e desiderosi, senza vergogna di fare quello che che viene naturalmente in ogni circostanza. L'incredibile risultato è che essi sono più socievoli e civili di quelli che cercano di vivere rigorosamente per mezzo di leggi e di parole d'ordine."

Alan W. Watts ha scritto anche il bellissimo libro La via dello zen.     

François Cheng (1929 - ) è uno scrittore, poeta, traduttore e calligrafo cinese naturalizzato francese. Ha scritto due bellissimi testi: Cinque meditazioni sulla morte; Cinque meditazioni sulla bellezza.

Lo zen e i 10 quadri del percorso spirituale

 Le diverse tradizioni spirituali hanno sentito il bisogno di rappresentare l’evoluzione dell’esperienza mistica sotto forma d’un percorso. Ad essere diverse, sono le metafore scelte per farlo, tratte dai vari contesti quotidiani e concreti. La tradizione spirituale zen  utilizza i Dieci Quadri sulla Cattura del Bue (XII sec. d.C.) dove il bue rappresenta la nostra vera natura.

Questi quadri rappresentano la ricerca di un bue da parte del contadino che l’ha smarrito. Il Bue rappresenta la Mente del Buddha e il contadino è il praticante sulla via spirituale. La scelta di un bovino riporta alla culla del Buddhismo, l’India, ove le vacche sono sacre.

Questa curiosa serie di dieci immagini, detta 'i dieci tori Zen', descrive il cammino verso l'illuminazione. Nell'ottavo quadro appare un cerchio vuoto, la gande vacuità. Nell'ultimo quadro c'è l'immagine del protagonista, che raggiunta l'illuminazione, può ritornare a vivere in pace in questa realtà, pieno di saggezza. Infatti, si vede l'omino che ritorna verso la piazza del mercato con un recipiente di vino in mano.  Se c'è una rinuncia cruciale nel cammino verso la liberazione, essa non è la rinuncia al mondo, ma la rinuncia al punto di vista dell'io separato, al sofferente egoismo con cui cerchiamo di realizzare i 'nostri fini. 

I dieci quadri della Cattura del Bue.

  • I Quadro: Ricerca del Bue. L’uomo volta la schiena al Bue e si trova davanti a un groviglio di strade.
  • II Quadro: Scoperta delle tracce. Grazie ai sutra (raccolte di scritti buddhisti) e agli insegnamenti, si scoprono le “tracce del Bue”, ovvero il modo per ricercare l’illuminazione.
  • III Quadro: Prima apparizione del Bue. Vedere dentro di sé la fonte di tutte le percezioni, ovvero i sensi.
  • IV Quadro: Cattura del Bue. L’uomo raggiunge il Bue (ovvero, la mente) e cerca di domarlo (tenta di non indugiare in pensieri concettuali).
  • V Quadro: Addomesticamento del Bue. Comprendere che anche il pensiero concettuale viene dalla Vera Natura dell’uomo.
  • VI Quadro: Il ritorno a casa sul Bue. Ciò significa che il protagonista ha acquisito equanimità, imperturbabilità e serenità.
  • VII Quadro: Il Bue è dimenticato, resta solo il Sé. Cade la dualità fra l’uomo e la propria mente.
  • VIII Quadro: Oblio del Bue e del Sé. Svaniscono le sensazioni illusorie e le idee di perfezione spirituale. Purificazione dall’orgoglio.
  • IX Quadro: Ritorno alla Fonte. Rimanere dentro se stessi con incrollabile calma.
  • X Quadro: L’entrata nella piazza del mercato con spirito compassionevole. Mischiarsi agli altri uomini, nella vita di tutti i giorni, per essere d’aiuto a loro, senza alcun pregiudizio.

 Nei Dieci Quadri, il rapporto dell'uomo col bue è presentato come una lotta. Al di fuori della metafora, chi avanza nella pratica della meditazione zen, sperimenta la difficoltà della concentrazione, lo scardinamento psicologico e persino il dolore fisico.  Il mistico è colui che sa andare oltre i meri concetti e le idee ricevute, per trovare il modo di percepire – dentro di sé – quell’Assoluto che è assenza di definizioni, dialettica, confini – in altre parole, il Vuoto. L’impossibilità di suddividere questo Vuoto in parti, di sezionarlo con l’intelletto, fa sì che esso non lasci spazio a cose diverse da Sé – e questa è la “pienezza” da raggiungere.

Testi di riferimento:

  • Migi, Le dieci icone del bue, (disponibile on line sul sito di Gianfranco Bertagni: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/zen/migi.pdf );
  • Kapleau, Philip, I tre pilastri dello Zen.

 Come meditare in maniera zen?  

Assumere la posizione del loto o mezzo loto, sedersi su un cuscino (posizione salda e stabile), la mano sinistra poggia sulla destra, i pollici si sfiorano, in posizione mudra - simbolo della concentrazione, se i pollici si allentano si forma la valle, se premono troppo si forma il monte, bisogna quindi mantenere i pollici paralleli al pavimento;  occhi aperti, il mento leggermente rientrato,  la nuca tesa, la schiena è una colonna che spinge la terra verso il basso e il cielo verso l’alto, la postura e il respiro sono le due ali su cui vola la meditazione. 

La postura è vivificata dal respiro;  il respiro è quieto e impercettibile, l'inspiro è un'azione breve e decisa, l’espirazione sottile e prolungata. Questo è un vigoroso richiamo alla presenza. Quando si è immobili è possibile osservarsi, accettarsi e riconoscersi;  in questo modo si è connessi e interconnessi con il resto del cosmo.

giovedì 26 agosto 2021

François Cheng - meditazioni sulla bellezza e sulla morte

François Cheng  (1929 - ) è uno scrittore, poeta e calligrafo cinese che è diventato cittadino francese naturalizzato nel 1971. È stato eletto all'Académie française il 13 giugno 2002 ed è stato nominato Ufficiale della Legione d'Onore il 1° gennaio 2009.

François Cheng costituisce il ponte tra la cultura e la filosofia europea, francese in particolare e quella cinese. Nelle sue opere sono presenti riferimenti e parallelismi continui fra questi due mondi. Per quanto  riguarda la cultura e filosofia cinese vengono riportati sistematicamente riferimenti al Taoismo e al Confucianesimo. 

Ho letto alcuni suoi libri e  in modo particolare, mi sono piaciuti i seguenti testi, che sono scaturiti da conversazioni, che l'autore ha avuto con degli amici:

  • Cinque meditazioni sulla morte: ovvero sulla vita del 2013 (Cinq méditations sur la mort autrement dit sur la vie)
  • Cinque meditazioni sulla bellezza del 2006 (Cinq méditations sur la beautée

Cheng, più volte riporta nei suoi testi le sue origini, scrive che proviene dal cosiddetto  "terzo mondo", che faceva parte della tribù dei dannati, portatori di sofferenze e lutti, dai quali la più piccola briciola di vita veniva considerata un dono insperato. "Sensibili alle condizioni tragiche del nostro destino, lasciamo che la vita ci invada con tutto il suo insondabile spessore, flusso di promesse sconosciute e d'indicibili fonti d'emozioni". 

 Alla fine della prima meditazione sulla morte, Cheng riporta delle note scritte da Etty Hillesum, che fu uccisa nelle camere a gas ad Auschwitz: "Solo guardando la morte in faccia e accettarla come parte integrante della vita è allargare i confini di questa vita. All'inverso, sacrificare adesso alla morte un pezzo di questa vita, per paura della morte e il rifiuto di accettarla, è il modo migliore di guardare solo un piccolo pezzo di vita mutilata, che merita appena il nome di vita. Questo sembra un paradosso: escludendo la morte dalla propria vita, ci si priva di una vita completa, e accogliendola, si allarga e arricchisce la propria vita".

Nella seconda meditazione si legge "La morte si presenta ad alcuni come un limite insuperabile, ad altri come una possibilità di metamorfosi, la coscienza della morte ci invita a rispondere a un altro bisogno fondamentali, il superamento dei nostri limiti, di noi stessi, che è collegato al desiderio di realizzazione. la morte ci invita ad uno sforzo per andare oltre la nostra condizione ordinaria, e questo sforzo ha un nome: la passione. Passione d'avventura, di eroismo, o passione d'amore".

Nella quinta meditazione sulla bellezza Cheng, citando Schelling, collega la bellezza alla creazione artistica.  "Nel cercare di conoscere L'Assoluto, lo Spirito, che abita l'uomo, s'impegna in una ricerca in cui l'oggetto è la ricerca dell'identità di Sè e del mondo. Questa identità superiore dove l'Io e il mondo coincidono, solo l'arte la può realizzare. Nell'atto della creazione, l'artista oggettivizza l'idea nella materia, e nello stesso tempo, soggettivizza  anche la materia. Nell'arte sono riuniti i contrari apparentemente inconciliabili che sono spirito e natura, soggetto e mondo, singolare e universale. L'opera artistica contiene un'infinità di intenzioni e di virtualità, è la figura dell'infinito nel finito, il solo luogo dove le contraddizioni si risolvono nella pacificazione".    Non è difficile, in questa descrizione ritrovare molti elementi del Taoismo.

In questi due libri ci sono anche dei bellissimi collegamenti tra la bellezza e la morte. "La bellezza come tutte le cose non può durare, ci sfugge, e visto che è la cosa a cui ci si attacca di più nella vita, più l'attaccamento è profondo, più straziante è perderla.  Attaccamento - strazio, ecco la condizione della bellezza: acuisce la nostra coscienza della morte".

Biografia.  François Cheng proviene da una famiglia di studiosi e accademici, e all'inizio del 1948, suo padre partecipò alla fondazione dell'UNESCO come specialista in scienze dell'educazione, grazie alla quale poté venire in Francia. 

François Cheng vive in Francia dal 1949 e nel 1969, diventa docente all'Università di Parigi VII,  poi professore all'Institut national des langues et civilisations orientales, mentre le sue opere consistono in traduzioni di poeti francesi in cinese e di poeti cinesi in francese, saggi sul pensiero e l'estetica cinese, monografie sull'arte cinese, raccolte di poesia, romanzi e un album della sua calligrafia.

Ha ricevuto il premio André Malraux per Shitao, la saveur du monde, il premio Roger Caillois per i suoi saggi e la sua raccolta di poesie Double chant, il premio Femina per il suo romanzo Le Dit de Tianyi e il Grand Prix de la Francophonie per tutta la sua opera. Ha un dottorato onorario dell'Università di Bergamo (Italia) e dell'Institut Catholique de Paris (2007).

mercoledì 25 agosto 2021

Julian Assange - la libertà di stampa

 Julian Assange ( 1971 - ) è un giornalista e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione  al sito WikiLeaks, del quale è stato cofondatore e caporedattore, è attualmente detenuto nel Regno Unito presso la prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Dobbiamo a Julian Assange rivelazioni cruciali di interesse pubblico. Il fondatore di WikiLeaks  rese di pubblico dominio oltre 200.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, dove erano indicati crimini di guerra commessi dall'esercito americano, prima in Iraq (un filmato rivelava l'uccisione di una decina di civili, tra cui bambini) e poi in Afghanistan. Da allora, il governo degli Stati Uniti lo ha perseguito senza sosta, vuole processarlo in America dove rischia di restare in prigione a vita.  

Il caso Assange, che va avanti da più di 10 anni, è ancora lontano dalla sua conclusione giudiziaria, nel luglio 2021 la Corte britannica ha respinto l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, Il Presidente Biden ha fatto ricorso contro la sentenza e la nuova sentenza sarà emessa nell'ottobre 2021.

Le date importanti:

  • 2006: Julian Assange fonda WikiLeaks, che permette agli informatori di far trapelare documenti relativi a corruzione, spionaggio e abusi dei diritti umani da parte dei governi, proteggendo le loro fonti. 
  • Luglio 2010: WikiLeaks pubblica migliaia di documenti riservati riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.  I documenti in Iraq, sono ottenuti da un militare di nome Bradley Manning che inorridito dal contenuto dei video, ha voluto far conoscere al mondo l'orribile realtà della guerra in Iraq. Manning condannato a 20 anni di prigione, è stato graziato da Obama nel 2017.  Poi è  diventato un  attivista e un transgender con il nome di Chelsea Manning, ed è ritornata per qualche mese in carcere nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare a proposito di WikiLeaks.   
  • Agosto 2010:  Assange viene accusato di reato sessuale da due donne di Stoccolma,  e viene emesso un mandato di arresto. Le  due donne, dichiarano di aver avuto un rapporto consensuale con Assange, ma  lo accusano di aver manomesso o non usato il preservativo durante il rapporto. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico".
  • Giugno 2012: Invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro, si  rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e dove chiede asilo.  Resterà all'interno dell'ambasciata per 7 lunghi anni. L’Ecuador allora guidato dal presidente Rafael Correa gli concesse protezione perché ritenne fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, ossia che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio gravissimo di una successiva estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury della Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.
  • Nel 2017: la Svezia archivia e ritira le accuse di violenza sessuale contro Julian Assange. Ma il fondatore di Wikileaks non è un uomo libero: se uscisse dall’ambasciata, verrebbe arrestato da Scotland Yard per non essersi presentato in tribunale nel giugno del 2012 in relazione al mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti, un crimine che potrebbe portarlo ad una pena detentiva di un anno.
  • Nel 2017: Si scopre che Assange, é spiato in ogni suo movimento, telefonata e incontro. Persino i colloqui privati con il suo avvocato venivano ripresi dall'obiettivo di una telecamera nascosta. Alcune fotografie  ritraggono l'avvocato di Assange, Baltasar Garzón, a colloquio con il suo assistito, immagini dei passaporti delle persone in visita all'attivista e persino gli appuntamenti con il medico.                      Un giornalista spagnolo, assieme ad alcuni complici, chiedono a Kristin Hrafnsson, il caporedattore di WikiLeaks 3 milioni di euro per non rivelare ai media quanto in loro possesso. Una spy story che si è conclusa con l’arresto del giornalista spagnolo e di un suo collaboratore, dopo che WikiLeaks ha denunciato pubblicamente il tentativo di ricatto. Per WikiLeaks si tratterebbe delle prove di quanto vanno affermando da tempo, cioè che il governo ecuadoriano del nuovo Presidente Lenín Moreno, grazie alla Promsecurity  – l'agenzia che dal 2017 si occupa della sicurezza della missione diplomatica a Londra – ha piazzato ovunque microfoni e telecamere per spiare Assange.  .
  • Aprile 2019: il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno mette fine all'asilo politico di Julian Assange. Avrà passato 7 anni come rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra dove è stato quotidianamente spiato attraverso delle telecamere, anche nelle sue attività più intime.
  • Dopo che l’Ecuador ha revocato l’asilo, le autorità britanniche lo arrestano e lo mettono in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. In un video si vede che, durante il suo arresto, è stato sollevato e portato via di peso da sette agenti in borghese della polizia di Londra.  
  • Maggio 2019: gli Stati Uniti avviano una procedura di estradizione con le autorità britanniche.
  • Febbraio 2020: inizia il processo di Julian Assange nei tribunali del Regno Unito. 
  • 4 gennaio 2021: La magistratura britannica respinge la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il magistrato ha spiegato il rifiuto dell'estradizione con il fragile stato mentale e psicologico di Julian Assange che sarebbe a rischio di suicidio.
  • 6 gennaio 2021: I tribunali britannici rifiutano di rilasciare Julian Assange su cauzione. Julian Assange rimane in prigione. 
  • Febbraio 2021: Gli Stati Uniti fanno appello contro la decisione della corte britannica e chiedono l'estradizione di Julian Assange. con l'assicurazione che non sarebbe stato messo in un carcere di massima sicurezza
  • 11 agosto 2021: un giudice dell'Alta Corte di Londra concede agli Stati Uniti il permesso di ricorrere in appello.
  • 27 - 28 ottobre 2021: Prossime udienze sulla richiesta di estradizione degli USA.

Il presidente Obama ha aperto l'indagine su Julian Assange. Il presidente Trump ha sporto denuncia contro di lui. Il presidente Biden, invece di far cadere le accuse politicamente motivate contro Julian Assange, che hanno messo sotto processo la libertà dei media e la libertà di parola, ha chiesto ricorso in appello sulla decisione della corte britannica. 

La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è stata una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.  Ci sono un paio di ingenuità nell'attività di Wikileaks: la prima è che tra l'enorme mole di documenti pubblicati, effettuando delle ricerche,  potevano venire alla luce anche i nomi di alcuni collaboratori segreti del governo americano che operavano sul terreno in Iraq e Afghanistan, con la conseguenza di mettere, forse, a rischio la loro vita.  La seconda ingenuità é stata quella di pubblicare le e-mail riguardanti Ilary Clinton, candidata alla Casa Bianca, durante la campagna presidenziale, permettendo all'avversario Donald Trump di approfittarne senza alcun scrupolo.

Julian Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Il fatto che sia stato l'obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

Se estradato negli Usa, Assange dovrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Rischia, inoltre, di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.  Le accuse contro Julian Assange sono basate esclusivamente sulle sue pubblicazioni di WikiLeaks, un attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afghanistan e in Iraq". 

E' uscito recentemente il libro ‘Il potere segreto’ di Stefania Maurizi, con la prefazione di Ken Loach, che racconta Julian Assange e svela chi e come vuole distruggere lui e Wikileaks

Dal sito il Fatto Quotidiano: Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia.  

Julian Assange è noto a tutti. WikiLeaks, in cui ricopre un ruolo determinante, ha fatto emergere gli sporchi segreti del conflitto in Iraq e molto altro ancora. Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. 

Stefania Maurizi ha seguito il caso fin dall’inizio. Usando le leggi di accesso agli atti, che vanno sotto il nome di Freedom of Information, ha scoperto documenti che rivelano gli attacchi a Julian Assange. Ha seguito nel dettaglio questi straordinari eventi per oltre un decennio. Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia.

Mentre scrivo, il caso è nelle mani del sistema giudiziario del Regno Unito. La Gran Bretagna si vanta del fatto che le sue corti sono indipendenti, che rispetta lo stato di diritto e che i suoi giudici sono incorruttibili. Be’, vedremo. Julian Assange è un giornalista il cui unico crimine è stato quello di rivelare la verità. È per questo che ha perso la libertà e ha passato gli ultimi due anni isolato in una prigione di massima sicurezza, con effetti devastanti, del tutto prevedibili, sulla sua salute mentale. Se sarà estradato negli Stati Uniti rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Le corti inglesi consentiranno un’ingiustizia così mostruosa?

In Gran Bretagna ci sono anche altri aspetti di questa vicenda che ci riguardano da vicino: il grande esborso di denaro e risorse pubbliche per tenere Assange confinato nell’ambasciata dell’Ecuador; l’abietta vigliaccheria della stampa e dei media, che si sono rivelati incapaci di difendere la libertà del giornalismo; nonché l’accusa che il Crown Prosecution Service, in quel periodo guidato da Keir Starmer, abbia tenuto Assange intrappolato in un incubo legale e diplomatico.

Se riteniamo di vivere in una democrazia dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta dovremmo leggere questo libro. Se crediamo che la legge debba proteggere gli innocenti, infine, dovremmo non solo leggere questo libro, ma anche pretendere che Julian Assange sia un uomo libero.  Per quanto ancora possiamo accettare che il meccanismo del potere segreto, responsabile dei crimini più vergognosi, continui a farsi beffe dei nostri tentativi di vivere in una democrazia? 

martedì 24 agosto 2021

Sequenze di yoga proposte da Jayadev Jaerschky

Volevo condividere le sequenze di yoga proposte da Jayadev Jaerschky. Jayadev pratica lo yoga e la meditazione da oltre trent'anni, seguendo la tradizione del Kriya Yoga di Paramhansa Yogananda.  Insegna presso la comunità Ananda di Assisi.  Queste sequenze sono focalizzate sulla rivitalizzazione dei vari chakra.

  
    
  
 

Yoga Nidra proposto dal Maestro Amadio Bianchi

Yoga Nidra, significa yoga del sonno, una tecnica usata dagli yogi per arrivare ad uno stato meditativo e di rilassamento profondo che affonda le proprie radici in un'antica pratica tantrica chiamata nyasa (letteralmente “mettere o portare la mente su di un punto”). E'  uno stato di coscienza tra la veglia e il sonno, un sonno lucido, come la fase tipicamente indotta da una meditazione guidata. 

Se vuoi seguire una seduta di Yoga Nidra vedi i video del Maestro Amadeo Bianchi. Il Maestro Amadio Bianchi (Swami Suryananda Saraswati) è un Maestro Internazionale di Yoga e Ayurveda, è Presidente della European Yoga Federation.       https://www.youtube.com/watch?v=LRTU63h9zQI 

https://www.youtube.com/watch?v=LfCM1f8zCWw

"Quando pensiamo troppo, o non pensiamo affatto, accumuliamo tensioni.  Quando lavoriamo troppo, o quando non lavoriamo per niente, accumuliamo tensioni. Quando dormiamo troppo, o non dormiamo affatto, accumuliamo tensioni. Queste tensioni si ammassano nei diversi strati della personalità. Sappiamo che se la mente è tesa anche lo stomaco sarà teso e se lo stomaco è teso tutto il sistema circolatorio sarà a sua volta teso. Si crea un circolo vizioso dove le tensioni si accumulano nei sistemi muscolari, emozionali e mentali".   Frasi di Swami Satyananda Saraswati (1923 - 2009, uno dei Maestri che ha dato origine a questa potentissima tecnica dello yoga. 

Satyananda Saraswati, era un Sanyasi, insegnante di yoga e guru sia nella sua nativa India che in Occidente. Era uno studente di Sivananda Saraswati, il fondatore della Divine Life Society, e nel 1964 ha fondato la Bihar School of Yoga. Swami Satyananda Saraswati, ispirandosi a tecniche di origine tantrica, osservò che, durante lo stato che precede il sonno, la mente diventa particolarmente ricettiva e che, compiendo una sorta di percorso guidato, è possibile raggiungere questo stato lavorando progressivamente su una serie di fattori.

Lo Yoga Nidra ha gli stessi benefici delle pratiche di meditazione, con il vantaggio che può essere eseguita anche da chi non ha esperienza con le tecniche meditative. Essendo una pratica guidata, si deve  necessariamente seguire un Maestro.  

Ho sintetizzato una lezione di Yoga Nidra, del Maestro Amadio Bianchi.

Si parte dalla posizione shavasana: distesi con la schiena sul pavimento, la testa in linea con la colonna, le gambe leggermente divaricate, le punte dei piedi verso l'esterno, il mento vicino allo sterno, le braccia lungo il corpo, palmi delle mani verso l'alto.

Adesso faremo questo viaggio nel nostro corpo, un viaggio della coscienza e della consapevolezza, Vi nominerò alcune parti del vostro corpo, cercherete di diventarne consapevoli e cercherete di rilassarle.

Iniziamo con la parte destra del corpo, pollice, indice, medio, anulare, mignolo, palmo della mano destra, polso, avambraccio, gomito, braccio, spalla destra, ascella destra, fianco destro, anca destra, coscia destra, ginocchio destro, polpaccio, caviglia, tallone, pianta del piede destro, alluce, secondo dito, terzo dito, quarto dito, quinto dito; 

Passiamo alla parte sinistra del corpo, pollice della mano sinistra, indice, medio, anulare, mignolo, palmo della mano sinistra, polso, avambraccio, gomito, braccio, spalla sinistra, ascella, fianco, anca sinistra, coscia sinistra, ginocchio, polpaccio, caviglia, tallone, pianta del piede destro, alluce, secondo dito, terzo dito, quarto dito, quinto dito.

Adesso prendiamo in considerazione le parti principali del corpo come un insieme: braccio destro, braccio sinistro tutto insieme, le due braccia insieme, la gamba destra tutta insieme, la gamba sinistra tutta insieme, le gambe insieme, la testa tutta intera, le due braccia, le due gambe, la testa insieme, tutto il corpo, diventate consapevoli di tutto il corpo, tutto il corpo intero, diventate consapevoli di tutto il corpo;  Tutto il corpo riposa sul pavimento, ma il corpo respira, seguite il vostro respiro, l'inspiro, l'espiro, l'nspiro, l'espiro, l'inspiro, l'espiro, provate a contare i vostri respiri, contando al contrario dal 50 allo 0, inspiro 50 espiro 50, inspiro, 49 espiro 49, inspiro 48..... ecc.  Continuate senza sbagliare, se sbagliate dovete ricominciare dall'inizio.

Adesso quando avete finito, interrompete questo contare e sviluppiamo alcune sensazioni a cui dare forza con la nostra volontà, portate fuori dalla vostra memoria la sensazioni di caldo in tutto il corpo, sviluppate la sensazione di freddo, freddo gelido, concentratevi, sviluppate la sensazione di freddo su tutto il corpo, come se foste in una stanza fredda.  Cambiamo ancora, Adesso sviluppate la sensazione di pesante, avete un corpo pesante... cercate di immaginare un corpo pesante con la forza di volontà, E poi cambiamo, un corpo leggero, sensazione di leggerezza, come se il vostro corpo fosse appoggiato su un cuscinetto d'aria,  ed ora sviluppiamo alcune visualizzazioni: un fiume, visualizzate un fiume, visualizzate una barca, le rive sabbiose, le rive sabbiose di questo fiume, ora un albero di ulivo, un albero di ulivo, e una foglia, un triangolo rosso, con la punta rivolta verso il basso, un oceano, con onde alte e massicce, una foresta con alberi alti e una casetta di legno, una candela accesa, un'alba, il sole che sorge, il simbolo della sillaba AUM,  ritornate ora al vostro corpo, siate consapevoli del vostro corpo, producete l'idea che dovrete muoverlo, fatelo, facendo piccoli movimenti, movete le dita dei piedi, le dita delle mani, ruotate la testa a destra e a sinistra, stiratevi, come se vi foste svegliati in questo momento, come se doveste iniziare una giornata, muovetevi come ve la sentite, e quando volete vi mettete seduti, chiudete gli occhi con dolcezza e continuate a rimanere in quello stato di pace in cui vi ha portato lo yoga Nidra, una pace assoluta, la pace che è dentro di voi, sentitevi in pace con voi stessi, sentitevi in pace con il mondo, entrate in connessione  con il vostro Sé, Adesso pronunciamo il mantra AUM.  

Eckhart Tolle - La Presenza

 Eckhart Tolle  (pseudonimo di Ulrich Leonard Tolle) è uno scrittore e oratore tedesco (1948 - ). È l'autore dei bestseller Il potere di adesso e Un nuovo mondo; In questi testi introduce  il concetto di Presenza nel dibattito spirituale.

La presenza, è una consapevolezza oltre il pensiero, uno stato di coscienza che trascende le cose. Uno spazio della coscienza da cui puoi osservare la tua mente. E' un importante un passo avanti nell'evoluzione dell'umanità. Poche persone sono state capaci di sperimentare questo privilegiato stato di coscienza.  

Secondo il Buddha la normale coscienza provoca sofferenza, molte persone si auto torturano attraverso la mente ed attraverso un condizionamento mentale.

Oggi molte persone, secondo Tolle, sono pronte ad entrare in questo nuovo stato di coscienza. Un nuovo stadio, in cui attraverso la presenza, si potranno osservare i nostri pensieri, cambiare il modo in cui reagiamo agli eventi della vita. Diventare consapevoli delle esperienze interiori, osservando le situazioni in cui diventiamo infelici o irritati, o ci autocommiseriamo.  La frustrazione e l'infelicità di fronte ad una situazione, non dipende dalla situazione, ma dal modo in cui reagiamo a questa situazione. 

Quando non giudicheremo più le persone, non rimarremo schiavi del condizionamento della nostra mente e diventeremo liberi. Il che significa essersi liberati dalla nostra mente, non identificarsi con il flusso incessante dei pensieri e diventare abili ad usare la mente solo per scopi effettivi e pratici.  

La connessione tra amore e presenza. L'amore è un'emozione, una forte attrazione verso una persona. Spesso questo sentimento dopo tre mesi si trasforma nel suo opposto. Un sentimento molto più profondo, si prova quando riconosci nell'altro qualcosa che non è separato da quello che tu sei,  ti senti profondamento connesso a quella persona, e questo stato di coscienza è chiamato Presenza.  In questo stato, non sei intrappolato dai giudizi della mente, non metti etichette sulla persona, c'è il riconoscimento di se stessi nell'altro, il riconoscimento dell'essenza dell'altro.

Quando si avverte questa presenza, è un percepire se stessi nell'altro, un sentire se stessi, un amare l'altro come se stessi. E' un incontro tra due esseri umani, una manifestazione di vero amore ed è fondamentale in una  relazione spirituale. Non bisogna necessariamente essere in relazione con quella persona, perchè questo momento si manifesti. 

Essere capaci di estraniarsi dai giudizi della mente, capaci di relazionarsi senza pregiudizi è un chiaro segnale della presenza e della consapevolezza. Questo è fondamentale per lo sviluppo di una relazione profonda con un altro essere umano, e finchè questo non accade,  le relazioni sono molto frustranti. Le relazioni sono una delle principali cause di sofferenza o insoddisfazione.

Si può imparare ad essere presenti?  Nella quotidianità, il momento presente è importante, non bisogna vivere nel passato o nel futuro. Dovremo apprendere ad essere completamente presenti e consapevoli in ogni nostra attività quotidiana. Cerchiamo di scoprire le manifestazioni della vita intorno a noi, cercando di essere consapevoli anche delle sensazioni sensoriali associate; L'attività stessa deve diventare uno scopo, non un mezzo per arrivare a qualcosa.

Siamo vivi, respiriamo, vivi nel nostro corpo, osservando intorno a noi, diventiamo consapevoli di noi stessi nel momento presente. Consapevoli della nostra stessa consapevolezza. Nei momenti privi di pensieri, sperimentiamo la manifestazione della pura presenza.  È possibile esercitare la presenza anche durante attività di routine come quando sei fermo aspettando qualcosa, qualcuno o sei in fila concentrandoti ad esempio sul respiro. Esercitare la presenza vuol dire mantenere lo stato di coscienza, i pensieri, le emozioni e tutto il resto nel qui ed ora. Questo potrebbe rallentare i tuoi processi del pensiero al punto da cominciare a notare degli spazi vuoti (gap) tra i pensieri.  L’obiettivo finale è usare delle condizioni esterne per sviluppare uno spazio interiore che promuova il sorgere della presenza. 

E' più importante conoscere chi siamo nell'essenza, piuttosto che la nostra vita personale alla quale ci attacchiamo per il nostro senso d'identità. L'ego usa le altre persone per costruire un'identità e sentirsi superiore, esaltare il senso di sé, o a volte farci sentire vittima. Se riuciamo ad essere liberi dalle mura della concettualizzazione, cambieremo la nostra coscienza. La concettualizzazione, rovina i rapporti, intrappolandoci nella nostra mente che, ci separa dagli esseri umani e ci impedisce di avere delle vere relazioni. Il più delle volte, la negatività che proviamo è il risultato del condizionamento mentale. Questo condizionamento comprende rimpianto, senso di colpa, fallimento e altri concetti mentali che limitano le relazioni personali. 

Essere nel presente vuol dire scavalcare questi condizionamenti e reagire alle situazioni in modo funzionale. La tua identità a quel punto arriverà da uno spazio più profondo di coscienza che permette di avere relazioni personali armoniose e soddisfacenti.

Il risveglio di Eckhart Tolle https://www.youtube.com/watch?v=9yFKEFCcLTU

Il potere di adesso. https://www.youtube.com/watch?v=tubWaE_8po0


Il Votre cerveau (Il vostro cervello) di Michel Cymes

  "Abbiamo due vite. E la seconda comincia quando prendiamo consapevolezza che ne abbiamo solo una".  Confucio.

Quando la tua testa funziona, tutto funziona!  E per assicurarsi che tutto vada bene, sta a voi, senza sconvolgere la vostra vita, prendere in considerazione i molti consigli di questo libro Votre cerveau (Il vostro cervello) di Michel Cymes. Questa consapevolezza può essere acquisita proprio ora, qualunque sia la vostra età o il vostro stato di salute. Nessuna rivoluzione, solo piccoli aggiustamenti. Agite sulla vostra dieta, rivedete alcune delle vostre abitudini, prendetevi il tempo per lavorare sulla vostra memoria! In questo modo potrete coccolare il vostro cervello. 

Michel Cymes (1957 - ) è un medico chirurgo e conduttore televisivo. Il suo umorismo e il suo buon umore hanno contribuito al successo dei suoi spettacoli, come "Le Magazine de la Santé".


Nel primo capitolo di questo libro, vengono riportati una serie di consigli da seguire, che vi riassumo sotto, per seguire una dieta adatta a mantenere efficiente il cervello, che insieme al corpo è fondamentale per il benessere della persona.
Per avere il normale apporto in omega 3 dobbiamo mangiare insalata, olio di noci, noci, semi di chia, olio di lino, colza, uova e se non siamo completamente vegetariani,  gamberetti, sardine, sgombro, pesce fresco non surgelato.  E dovremmo ridurre il consumo di omega 6.
Un bicchiere di vino rosso o l'uva sono antiossidanti ed aiutano a combattere i radicali liberi prodotti dalle cellule. L'autore consiglia di consumare anche avocado e amaranto (possibilmente biologico).
Un altro elemento fondamentale per il funzionamento del cervello è il ferro, infatti il sangue trasporta ossigeno nel cervello, e per fissare l'ossigeno e trasportarlo c'è bisogno di ferro.  
Dove possiamo trovarlo? Nei cereali non raffinati, fagioli bianchi, fagioli di soia, sesamo, tofu e se non siamo vegetariano stretti possiamo mangiare delle vongole.
Se siamo vegetariani stretti mancheremo sicuramente di vitamina B12, chiamata cobalamina, che si trova solo nella carne, ed in questo caso dovremo assumerla tramite integratori. Altra vitamina importante è la B9, che ha un ruolo essenziale nel sistema nervoso, che troviamo nelle rape rosse, finocchio, spinaci, uova, insalata.
La buona salute del cervello passa per gli antiossidanti e in questa famiglia sono importanti i cavoli: verde, bianco, broccoli, broccoletti, e le bacche (more, mirtilli, lamponi, goji dell'himalaya).
Le alghe contengono enzimi particolari che favoriscono lo sviluppo del cervello, tra queste la spirulina è particolarmente ricca di proteine e micronutrimenti. Possiamo anche mangiare l'alga klamat, la salicornia (l'asparago di mare) e la chlorella. E' consigliato anche il consumo moderato di cacao (minimo 70%) insieme a banane e nocciole.
Sono indispensabili per il cervello e per il sistema immunitario i glucidi complessi che troviamo nei fiocchi di avena, riso, pane e pasta integrali e completi, fave, fagioli secchi, piselli.
Bisogna bere moltissimo, il cervello ha sete e l'acqua è vita. Se bevete acqua in bottiglia cambiate spesso marca e cercate di consumare poco sale. 
Tra gli alimenti ricchi in acqua troviamo: radicchio, pomodoro, melone, cocomero, peperone, fragole, broccoli, cetriolo.
Il tè verde è molto importante per l'idratazione del cervello e per prevenire molte malattie, come i problemi alla prostata e le malattie cardiovascolari. I migliori tè verde sono i tè giapponesi in foglie come sencha, macha e gyokuro. Deve essere consumato lontano dai pasti perché con lo stomaco pieno diminuisce l'assorbimento del ferro.
Gli alimenti per ritrovare il buonumore sono: gli asparagi, il peperone, il pomodoro, la mozzarella, il parmigiano, le lenticchie, la quinoa, la mela, e se non siete vegetariani il tacchino.
L'autore sottolinea che gli alimenti dovrebbero essere prodotti in prossimità e consumati freschi.
Consiglia di riscoprire le spezie per ridare sapori nuovi ed esotici al cibo, e usare la creatività in cucina inventando nuovi piatti, come ad esempio il seguente:  mescolare carote, cetrioli in una salsa a base di yogurt da sostituire alle patatine per l'aperitivo.  

Il gioco degli scacchi

 Sembra che il primo a definire gli scacchi un gioco violento, sia stato l'artista Marcel Duchamp, poi il campione del mondo Garry Kasparov ha confermato questa tesi affermando “Gli scacchi sono il gioco più violento che esista”. 

Per Roberto Saviano gli scacchi sono un modo di stare al mondo. "Si può vivere con gli scacchi e si può vivere senza gli scacchi: sono due distinte categorie di persone, non ce n'è una terza.“  Vedi link

Gli scacchi sono una delle mie attività preferite, dopo lo yoga e la meditazione, i viaggi in Oriente, il Jazz. 
Gli scacchi sono un'attività molto interessante per tenere in salute il nostro cervello, si può giocare contro un avversario, in presenza o a distanza, o contro un programma installato su un telefonino o un computer. Temprano il carattere e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi e a ragionare in modo strategico. Questo gioco è dalla parte delle femministe, visto che il pezzo più potente è la regina, che ha molte più possibilità di mossa del re.  Siti consigliati per giocare con un avversario on line:    

Se qualcuno volesse sfidarmi a scacchi, si registri sul primo sito e mi invii il suo nick name, così potremo incontrarci per una partita on line.  

Non c'è un'età per mettersi a giocare a scacchi, si può iniziare molto giovani o anche quando si va in pensione, in pratica da 7 a 80 anni. Importante è giocare con un avversario più o meno allo stesso livello per non accumulare troppa frustrazione. E' un gioco universale, che va oltre le barriere linguistiche e geografiche, un italiano può giocare con un russo, un cinese, un africano. Una partita prevede la sfida tra due avversari che vengono chiamati Bianco e Nero, in base al colore dei pezzi che hanno a disposizione.

Le origini del gioco degli scacchi. Secondo alcuni studi, il gioco risale al 600 dopo Cristo e a quanto pare di origine indiana, visto che i primi accenni sono stati fatti in un romanzo sanscrito, il Vasavadatta. Questo smentisce l’ipotesi, per lo più leggendaria, che il gioco degli scacchi sia nato in Persia. Di persiano, quindi, abbiamo solo l’etimologia del nome, infatti la parola scacchi deriva dalla parola Shah che significa Re e dalla parola con cui si conclude la partita, Shah Mat che significa Il Re è Morto. Nell’anno mille, il gioco degli scacchi, arrivò, grazie agli arabi, in Europa, diffondendosi successivamente in tutto il vecchio continente. Questo gioco da tavolo raggiunse la sua accezione più moderna intorno al XV secolo, in Italia e in Spagna. L’aggiornamento al regolamento attuale è stato fatto nel XIX secolo. E’ tra i giochi più popolari al mondo e non si gioca solo a livello creativo ma anche a livello agonistico.

Gli scacchi sono uno sport riconosciuto a livello agonistico dal Comitato Olimpico Internazionale. La Federazione Internazionale degli Scacchi (la FIDE) organizza dei tornei che vengono disputati seguendo le regole nel Manuale FIDE. Il gioco degli scacchi è molto facile da apprendere, non ci sono regole complesse, basta conoscere il modo in cui i pezzi si muovono sulla tastiera composta da 64 caselle bianche e nere. E' utilissimo per apprendere la concentrazione, ossia individuare le intenzioni dell'avversario, costruire la propria strategia per cercare di mettere il re avversario in scacco matto. E' molto utile, anche per lo sviluppo del pensiero logico e della creatività. Il gioco di scacchi con i suoi 32 pezzi e 64 caselle bianche e nere offre un numero incalcolabile di combinazioni.  Sarà difficilissimo trovarsi di fronte a due partite uguali, dopo alcune mosse, il numero di combinazioni possibili diventa infinito. E' utilissimo per la riflessione, infatti prima di muovere un pezzo bisogna pensarci due volte, perché una cattiva mossa comprometterà in modo definitivo l'esito di una partita.

Il giocatore di scacchi è solo di fronte al suo avversario, non può contare che su se stesso, la sua memoria e la sua creatività, e di conseguenza il gioco aiuta a prendere le proprie responsabilità e a non addossare su nessuno l'eventuale esito negativo della partita. Il giocatore di scacchi non pensa che ad una cosa. "Vincere".  Ci sono poche attività o giochi dove si parte ad armi pari per affrontare l'avversario, senza l'incidenza della fortuna e di conseguenza non c'è nessuna giustificazione all'eventuale sconfitta. Di fronte ad una scacchiera si apprende la pazienza, la volontà e il controllo dei nervi, e piano piano l'impulsività sarà messa da parte. Gli eventuali successi nutriranno l'autostima.

Il russo Vladimir Kramnik, campione del mondo di scacchi, si sta impegnando perché il gioco degli scacchi entri nelle scuole elementari del pianeta per potenziare nei bambini la logica e il cervello.  Molte scuole nel mondo, in Venezuela, Islanda, Russia, ecc.  hanno già adottato questa misura. Da molti studi emerge, che gli allievi  giocando a scacchi migliorano il rendimento in matematica e scienze.

"La regina degli scacchi", la serie TV Netflix ha dato scacco matto alla concorrenza sul fronte dello streaming.  Stando quanto riportato dal colosso dello streaming, lo show con protagonista Anya Taylor-Joy nei panni della scacchista prodigio Beth Harmon, solo nel primo mese di “programmazione” ha raggiunto il numero di 62 milioni di visualizzazioni, diventando la miniserie più guardata di sempre su Netflix.  vedi Post:  https://maramici.blogspot.com/2021/03/la-regina-degli-scacchi.html

venerdì 20 agosto 2021

Matthieu Ricard. Il benessere autentico e la meditazione

Matthieu Ricard: il Il benessere autentico e la differenza tra benessere e piacere.

Il piacere è caratterizzato da sensazioni labili, temporanee come stare sotto la doccia calda o ascoltare un brano di musica classica. Non è caratterizzato da sensazioni durature, se rimanessimo sotto la doccia calda per ore o ascoltassimo un bel brano di musica per tutto il giorno, diventerebbe una tortura.

Il benessere, invece, è caratterizzato da sensazioni durature, è un modo di essere, una forza interiore, un'espressione di benevolenza, un sentimento di pienezza nel tempo. Il benessere può anche convivere con una tristezza temporanea dovuta, per esempio, dal fatto di aver avuto notizia di un massacro. Gli aspetti importanti del benessere da coltivare con la meditazione sono: benevolenza, forza d'animo (non essere vulnerabile agli eventi), equilibrio emozionale, altruismo. Non bisogna richiudersi nella sfera dell'Ego in quanto non siamo entità separate, ma siamo entità fondamentalmente interdipendenti.

Perché dedicare sforzi e tempo alla meditazione? È veramente necessario meditare?

Se siamo capaci di coltivare una pace interiore, un equilibrio emozionale, gestire gli alti e bassi della nostra esistenza, non è poi così male. Dovremmo cercare di trasformare gli elementi caratterizzanti il nostro "Io",  per vivere meglio con se stessi e con gli altri.

La parola tibetana "gom" significa meditazione e familiarizzare con, quindi meditare significa familiarizzare con un nuovo modo di vedere le cose, di vedere gli eventi esterni che possiamo difficilmente controllare. E' un modo di familiarizzare con la natura profonda del nostro essere, per arrivare ad avere una migliore comprensione della nostra mente, per trasformarci, per meglio rapportarci con gli altri e dare il nostro contributo alla società. Abbiamo tante qualità latenti, che senza allenamento, restano purtroppo nascoste. Con la meditazione dovremmo cercare di risvegliarle e cambiare il nostro approccio al mondo; ma ciò è possibile solo con un lungo allenamento.  Ci vogliono mesi per apprendere una capacità nuova come ad esempio giocare a scacchi, suonare il piano, o scrivere.  

Che cosa NON è la meditazione?  Fare il vuoto e rilassarsi. Rilassarsi ed essere più calmi non è male in se stesso, ma non è la meditazione, è un'oasi temporanea. D'altronde  è impossibile fare il vuoto della mente, i pensieri sorgono continuamente, importante è impedire la proliferazione dei pensieri, non dobbiamo far si che la nostra mente sia riempita completamente da pensieri. Bisogna calmare la mente e non essere schiavi dei nostri pensieri. 

La meditazione NON è qualcosa di egoista. Infatti, coltivare le qualità fondamentali dell'essere umano attraverso la meditazione e metterle al servizio della società, non è un'operazione egoistica, come non è egoista, il cercare di trasformarsi per meglio servire il prossimo.

La meditazione NON è un disconnettersi dalla realtà, creando una piccola oasi, sbarazzandosi di tutti i problemi del mondo. Infatti, spesso facciamo delle distorsioni della realtà, il modo in cui percepiamo le cose permanenti o impermanenti; la meditazione riempie il fossato tra il modo in cui noi percepiamo le cose e come sono veramente; In questo modo ci riavvicina alla realtà.

Come meditare.  Occorrono dei preliminari, e stabilire delle condizioni favorevoli se siamo debuttanti. Se vogliamo apprendere a condurre una barca, non inizieremo in un giorno di tempesta. Dobbiamo quindi trovare un luogo calmo, per consacrare del tempo alla seduta di meditazione. Nel processo meditativo possiamo evidenziare i seguenti punti:

  • Una postura fisica appropriata ed equilibrata. Se la colonna è dritta, la vostra mente è chiara ed equilibrata. Assumere la posizione del loto se possibile, in cui c'è un equilibrio tra destra e sinistra, oppure sedersi su una sedia,
  • Le mani posate sulle ginocchia, in grembo, mano sinistra sotto, i pollici si toccano, equilibrio tra destra e sinistra, tra caldo e freddo,
  • La colonna vertebrale ben dritta,
  • Il mento leggermente all'indietro,
  • Le spalle equilibrate, né avanti, né indietro,
  • La lingua deve toccare il palato,
  • Gli occhi chiusi portano al torpore, quindi occorre cercare di tenere gli occhi aperti o semi-aperti, guardare nella prolungazione del naso. I tibetani meditano con gli occhi aperti.
  • Se si tende al torpore, occorre raddrizzare la postura, se si è  agitati, occorre  rilasciare un po' la posizione e tendere a guardare in basso.
Lo scopo della meditazione è applicare la benevolenza verso se stesso e  gli altri. Un modo per alleviare la sofferenza è andare verso l'altro, trovare l'equilibrio tra la cura di se stesso e l'altruismo. L'apertura verso l'altro apre lo spirito ottenendo un miglioramento della qualità del benessere Questa tesi è  confermata da numerose ricerche sull'altruismo.

giovedì 19 agosto 2021

Servizio di video streaming bhutanese chiamato Samuh

BBS Samuh, è un servizio esclusivo di video streaming bhutanese lanciato ufficialmente nel luglio 2021. 
La piattaforma è simile al popolare servizio di streaming Netflix  e sarà reso accessibile anche alle persone nelle zone rurali del paese. Del personale, che si troverà nei 205 gewog del Paese,  è stato formato per assistere i  clienti rurali ed aiutarli a scaricare l'app, navigare nell'app e usare l'app. Lo gewog è il risultato della decentralizzazione dei poteri e della divisione amministrativa del Bhutan. I gewog sono gruppi di villaggi, con una superficie media di 200 km². 
La piattaforma trasmetterà contenuti originali e su licenza tra cui film, serie, animazione e documentari. 

"Quello che ho visto è che le industrie creative hanno un grande potenziale, ma non avevano una piattaforma per raggiungere la scala di produzione o in termini di portare una varietà di contenuti e in termini di rendere i contenuti accessibili alle persone. Quindi, questo è il motivo per cui ho sentito che qualcosa come Netflix funzionerà per il Bhutan", ha detto Nyema Zam, il fondatore e CEO di Samuh.

Samuh ha prodotto più di 26 produzioni originali e ha coinvolto più di 400 professionisti dell'industria creativa e cinematografica fino ad oggi. È accessibile in 60 paesi in tutto il mondo.

Qualche sito utile per conoscere il Bhutan:

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...