venerdì 21 ottobre 2022

La spiritualità secondo Christophe André

 Dal testo Meditare, giorno dopo giorno – Méditer, jour après jour - di Christophe André

La piena consapevolezza ci aiuta a capire che i nostri momenti di felicità sono come fiori, belli e fragili, effimeri come le nostre vite. Queste felicità che abbiamo sperimentato rimangono con noi per l'eternità. [...] Siamo esseri di connessione e di amore. Senza nutrimento emotivo siamo in pericolo, non cresciamo. Senza amore, viviamo male.

La pratica spirituale può esistere fuori della pratica religiosa. La spiritualità è la parte più elevata della nostra vita psichica, quella dove siamo confrontati con l’assoluto e con quello che è al di là della nostra comprensione. E’ un andare al di là del nostro ego, restando aperti su tutto e dunque anche sul non conosciuto. E' un cercare di affrontare l’infinito, l’eternità e l’assoluto. La spiritualità presuppone un impegno fino al punto di lasciare andare tutto, sbarazzarsi dei nostri sforzi ed obiettivi ed abbandonarsi totalmente e aprirsi alla contemplazione. Contemplare è un guardare lungamente e con ammirazione che presuppone come base la calma e il non giudizio, ossia la piena coscienza.

André Compte-Sponville dice che “il mistico è colui che vede la realtà faccia a faccia”, non è più separato dal reale né dal discorso, né dal tempo, né dalla mancanza, né da lui stesso. Fa l’esperienza dell’assoluto qui e adesso.  Con la piena coscienza si prova l’abolizione delle frontiere inutili tra fuori e dentro di sé, un sentimento di fusione di sé con l’ambiente esterno. Non ci sono più limiti, ma solo legami.  Quando si vive pienamente l’istante presente, si prova l’eternità.

L’estasi è una uscita da se stessi e una fusione con qualcosa di più grande: una rivelazione divina, l’accesso ad un altro mondo, in uno stato di coscienza diverso dell’abituale. Una caduta in se stessi ed una specie di auto-appagamento. Christian Bobin dice: “Ho improvvisamente compreso che la vita mi offrirà una serie di problemi meravigliosamente insolubili. Con questo pensiero, è entrato nel mio cuore l’oceano di una pace profonda”.

Il Buddhismo affronta il tema dell’amore altruista attraverso quattro pratiche meditative: 1- L’amore benevolente che consiste a pensare alle persone che amiamo e ad amarle veramente, qui e adesso. 2- La meditazione di compassione, che consiste a portare il nostro pensiero sulle sofferenze dei nostri cari. 3-  La meditazione di gioia altruista che ha come obiettivo di riuscire a gioire sinceramente della felicità degli altri. 4- Infine, c’è la meditazione di equanimità, durante la quale si raccomanda di auspicare il bene di tutti gli esseri umani, anche sconosciuti. Più l’essere umano è felice, e soffre meno, meno farà soffrire gli altri.  Gli insegnamenti buddhisti, con la visione penetrante, ci aiutano ad accedere alla vera natura dei fenomeni, alla loro vacuità. Noi siamo come degli arcobaleni: esistiamo, ci dissolviamo, ci ricomponiamo.

La pratica della piena coscienza ha delle alternanze regolari di ritiro meditativo su sé stessi e di apertura al mondo. La meditazione, se praticata regolarmente, con umiltà e pazienza, serve a rompere i nostri vecchi automatismi di cui siamo vittime, serve a sviluppare le nostre capacità di riflessione e di concentrazione, e gestire le emozioni del quotidiano. Nonostante si riesca ad arrivare a risultati accettabili,  c’è sempre la ricaduta del praticante, e quei piccoli traguardi raggiunti vengono meno.

Ci sono tre livelli di esercizi: la pratica formale, la pratica breve, ossia durante la giornata bisogna cercare di trovare degli spazi di respirazione, e poi la vita in piena coscienza.   ___________________

Libri consigliati

  • Khyentsé Rinpoché D., Le trésor du couer des etres éveillés, Le Seuil, Paris, 1996
  • Thich Nhat Hanh, Le miracle de la pleine conscience. Manuel pratique de méditation, J’ai Lu, Paris, 2008
  • Vénérable Hénépola Gunaratana, Méditer au quotidien: Une pratique simple du bouddhisme, Marabou, Paris, 1995
  • Mingyour Rinpoché Y. Bonheur de la méditation, Paris, Fayard, 2007
  • Matthieu Ricard, Chemins spirituels. Petite anthologie des plus beaux textes tibètains, Paris, NiL, 2010,
  • Matthieu Ricard, L’Art de la mèditation, Paris, NiL, 2008
  • Hanson R. et Mendius R., Le cerveau du Bouddha. Bonheur, amour et sagesse au temp des neurosciences, Paris, Les Arènes, 2011
  • Rosenfeld F., Méditer, c’est se soigner, Paris, Les Arènes, 2007
  • John Kabat Zinn, Où tu vas, tues. Apprendre à méditer pour se libérer du stress e des tensions profondes, Paris, J’ai Lu, 1996
  • John Kabat Zinn, L’Eveil des sens. Vivre l’instant présent grace à la pleine conscience, Paris, Les Arènes, 2009
  • John Kabat Zinn, Mèditer, 108 lecons de pleine conscience, Paris, Les Arènes, 2010
  • William M. Mèditer pour ne plus déprimer. Paris, Odile Jacob, 2009
  • Maex E. Mindfulness: apprivoiser le stress par la pleine conscience, Bruxelles, De Boeck, 2007
  • John Kabat Zinn, Au coeur de la tournmente, la pleine conscience, Bruxelles, De Boeck, 2009
  • Fehmi L et Robbins J., La Plein conscience. Guérir le corps et l’esprit par l’éveil de tous les sens, Paris, Belfond, 2010.

Site: Association francophone - www.association-mindfulness.org/

Academia.edu - 200.000 testi scaricabili sullo yoga

 Ho scoperto questo sito che contiene circa 200.000 testi sullo yoga in Pdf e scaricabili

 Per chi fosse interessato vedi link:    https://www.academia.edu/search?q=yoga&utf8=%E2%9C%93 

 
Testi in Pdf possono trovarsi anche in questo sito:   https://it.scribd.com/document/427983020/Posizioni-del-Kamasutra-Italiano-pdf


Meditare giorno dopo giorno - Christophe André

Il libro Meditare giorno dopo giorno di Christophe André è dedicato a Jon Kabat-Zinn per la visione, a Zindel Segal per la scienza, a Matthieu Ricard per l'esempio, e a tutti e tre per il loro insegnamento e la loro amicizia.

  •  Jon Kabat-Zinn (1944 - ) è un biologo e fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine presso la University of Massachusetts Medical School. Jon Kabat-Zinn è stao il primo ad introdurre la Mindfulness in Occidente in contesti secolari come gli ospedali con il proposito di aiutare le persone a fronteggiare stress, ansia, sofferenza, malattia e a migliorare le proprie condizioni psico-fisiche.
  • Matthieu Ricard (1946 - ) è uno dei monaci buddhisti più conosciuti in Occidente ed è spesso l'interprete del Dalai Lama. E' autore di numerosi testi che hanno avuto uno straordinario successo di pubblico. Ha creato l'associazione Karuna Shechen che aiuta persone nel campo dell'educazione e sanità  in Buthan, Tibet, Nepal e India.
  • Zindel Segal (1956 - )è conosciuto perchè è stato tra i primi a combattere la depressione con la meditazione. Professore di psicologia cognitiva presso l'Università di Toronto e specialista in depressione, è uno dei fondatori della Mindfulness Based Cognitive Therapy insieme a Mark Williams e John Teasdale. E' un illustre professore di psicologia sui disturbi dell'umore. È autore di Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression.

Il testo Meditare giorno dopo giorno, pubblicato nel settembre 2011 è uno dei più conosciuti di Christophe André. In questo testo, sotto forma di 25 lezioni, presenta che cosa è la meditazione Mindfulness o plein conscience in francese (in italiano piena coscienza).  Vivere in piena coscienza è il portare regolarmente un'attenzione tranquilla all'istante presente, lasciando andare i pensieri, le parole e semplicemente vivere e assaporare questo istante. Questa attitudine può modificare il nostro rapporto con il mondo in maniera radicale, alleggerire le nostre sofferenze e trascendere le nostre gioie. Per arrivare a questo occorrono anni di pratica. Meditare è smettere di fare, di agitarsi, ritirarsi dal mondo, ed iniziare un viaggio interiore. Si intraprende questo viaggio con la speranza di trovare la calma e il vuoto, ma spesso ci troviamo di fronte a confusione, angoscia e sofferenza. La prima tappa del percorso meditativo è quella di apprendere a restare immobili e silenziosi per un tempo sufficientemente lungo per poter osservare con distacco la nostra mente. E solo per arrivare a questo spesso occorrono anni...
La Piena coscienza, non è fare il vuoto, ma è arrivare a prendere contatto con l'esperienza, sempre in movimento, che noi stiamo vivendo; e osservare quindi il nostro rapporto con questa esperienza, la natura della nostra esperienza in questo istante. La Piena Coscienza è questo: creare ogni tanto un piccolo spazio per osservarsi mentre facciamo.
L'istante presente. Per entrare nel momento presente dobbiamo, attraverso un atto deliberato, arrestare il flusso automatico dei nostri pensieri ed atti, che ci portano spesso nel passato e nel futuro, ed aprire la nostra mente a tutto quello che è là nel momento presente.
Meditare in piena coscienza è provare a sentire e connettersi al momento presente, senza pensare. Niente sostituisce l'esperienza del momento presente.
La respirazione. Da sempre la respirazione occupa un posto centrale nelle pratiche meditative ed è il mezzo più potente per connettersi all'istante presente.  Attraverso il respiro, senza controllarlo ma semplicemente connettendosi ad esso e accompagnandolo, possiamo riuscire a pacificarsi con noi stessi. Respirare non trasforma la realtà, ma trasforma l'esperienza che abbiamo della realtà. Se abbiamo dei problemi è meglio portare l'attenzione sul respiro che continuare a rimuginare.
Piano piano, col tempo, scopriamo che è tutto il nostro corpo che respira e noi siamo nella respirazione, siamo la respirazione stessa. La respirazione diventa la via privilegiata di comunicazione e scambio con tutto quello che è in noi e intorno a noi.
Meditare con il corpo. Il corpo e la mente sono indissociabili, ed è quindi importante prendere coscienza anche del nostro corpo, dolcemente, parte dopo parte. 
Importante è anche accogliere serenamente i suoni, in piena coscienza, una condizione che ci porterà verso un percezione unica e irripetibile. In questo stato di grazia si può tentare anche di assaporare e percepire il silenzio, magari non il silenzio completo o assoluto, ma il silenzio tra i momenti di rumori e suoni che oramai invadono tutta la nostra vita quotidiana.
Gli esseri umani sono più facilitati a ritenere la respirazione che astenersi di pensare. Non possiamo astenerci di pensare. Nella nostra mente c'è un flusso incessante di pensieri, che la meditazione può interrompere e controllare solo per qualche breve istante. L'obiettivo è quello di riuscire ad osservare i pensieri, diventarne osservatore. Per raggiungere questo obiettivo occorre molto, molto, molto allenamento, praticare con costanza e disciplina. Per arrivare a questo occorre focalizzarsi sull'istante presente e sulla respirazione, poi ci accorgeremo che ci siamo rimessi a pensare, che abbiamo colto il pensiero che sorge, e piano piano riusciamo a diventarne osservatori.
Nella piena coscienza, per tendere all'equilibrio emozionale, si devono sviluppare due competenze: si accolgono le emozioni e si accetta la loro presenza, anche di quelle negative e dolorose. Si cerca quindi di creare uno spazio per osservarle. 
Possiamo dire che esistono tre livelli di coscienza. 1- La coscienza primaria attraverso la quale percepiamo sensazioni ed impressioni, 2- la coscienza identitaria dal quale emerge la nozione del sé, 3- la coscienza riflessiva che è capace di osservare i meccanismi del sé. La piena coscienza integra questi tre tipi li livelli e permette alla nostra mente di dissociarsi e di liberarsi degli automatismi mentali.
L'attenzione è lo strumento della coscienza, sulla base dell'apertura ci sono due tipi di attenzione: focalizzata o aperta. Sulla base della qualità ci sono due tipi di attenzione: analitica o immersiva. Più la nostra attenzione è aperta o allargata e immersiva, più siamo vicini alla piena coscienza. La pratica di meditazione può essere considerata un'allenamento intenzionale.  Durante la giornata dovremmo trovare dei momenti di raccoglimento, per riprendere contatto con noi stessi.
Ci sono quattro attitudini mentali importanti nella piena coscienza: non giudicare, non filtrare, non attaccarsi, non aspettarsi niente. Applicando queste attitudini mentali la nostra coscienza diventa Piena coscienza, diventa vasta e senza oggetto, una pura presenza. Si prende coscienza che esistiamo qui e adesso.
Dovremmo cercare di aprire gli occhi su tutti gli oggetti ordinari che incontriamo, su tutte le ricchezze insondabili e inestimabili che incrociamo, e questa apertura ci aprirebbe all'unanimità.
Dovremmo preservare la coscienza dalle sollecitazioni della vita moderna, da questa corsa al consumismo sfrenato, al materialismo psicotossico a cui ci spingono la pubblicità,  i media e i social network. Più corriamo verso l'esterno, meno c'è coscienza. La piena coscienza può avvicinarci a quei bisogni fondamentali che sono la lentezza, la calma, il silenzio, la continuità, e a volte perché no, la non azione.  Prendere tempo  per reagire alle sollecitazioni e agli eventi della vita, ed essere consapevole delle emozioni che sorgono...
Ci sono due vie nella meditazione buddhista: shamatha la via della calma, e vipassana la via della visione penetrante. la prima è necessaria perché la seconda possa svilupparsi. I buddhisti ci ricordano i concetti fondamentali che sono l'interdipendenza, la vacuità e l'impermanenza.  Non c'è una esistenza assoluta in quanto entità fissa e isolata.  Tutte le cose e fenomeni hanno legami di interdipendenza. La vacuità di una cosa o di un fenomeno, non significa che non esiste, ma la sua natura è instabile, mobile, soggettiva, complessa. Il maestro buddhista Thich Nhat Hanh insegna: "La meditazione non è un'evasione ma un incontro sereno con la realtà".
L'accettazione è al cuore della piena coscienza, accettare non significa comunque dire che tutto è bene, ma dire semplicemente che tutto è là, tutto è già là.  Nell'accettazione c'è l'intenzione di restare nella lucidità e nella calma, lasciare il mondo entrare in noi per poi ritornare all'azione. 
I dolori fisici e mentali sono inevitabili, poi subentra la sofferenza che è l'impatto del dolore sulla coscienza. Per evitare le ruminazioni e le distorsioni mentali e fare fronte alla sofferenza si può fare riferimento al respiro che diventa come un rifugio.  Si comprende che siamo umani.  Il messaggio della piena coscienza è semplice: visto che è troppo difficile eliminare i pensieri dolorosi, dobbiamo allargare il campo della coscienza a tutto il resto dell'esperienza nell'istante presente. 
Tutti noi abbiamo delle fragilità, queste ferite e debolezze vengono spesso accantonate e dimenticate, ma ogni tanto escono dall'armadio. Soprattutto quando abbiamo sofferto di depressione o di ansietà. La meditazione della piena coscienza aiuta a prevenire le ricadute, a non farci intimidire da questi ordini che vengono dal fondo di noi stessi. E' stato appurato scientificamente che queste ricadute, quando si esercita la pratica della Piena coscienza sono meno violente e più diradate.  Quando queste crisi riprendono dobbiamo soprattutto non isolarci dal mondo, ma aprire le finestre del mentale su quello che ci circonda e restare sensibili alla bellezza del mondo.  E soprattutto agire, fare una passeggiata, giardinaggio, fare lavoretti, ricerche, ecc,  perché se si resta senza far niente, si affonda.  Dobbiamo apprendere a convivere con le incertezze, e soprattutto se nella nostra vita ci sono problemi insolubili, dobbiamo accettarli. Non ripiegarci su di loro e continuare a vivere ed avanzare nel mondo.   Per poter affrontare le grandi sfide della vita, dobbiamo prepararci e la Pratica della piena coscienza, se effettuata regolarmente, può aiutarci in questo.

Samyama

"Yoga è trattenere la mente dall'assumere varie forme. Nel tempo della concentrazione la mente riposa in se stessa. Negli altri momenti la mente si identifica con le modificazioni. la modificazione è controllata con la pratica ed il non-attaccamento. La pratica è la lotta continua per tenere la mente sotto controllo".                                                                                                                                          "Il non attaccamento è quell'effetto che raggiungono coloro che hanno abbandonato la sete per gli oggetti.   La mente dello Yogi che medita diviene libera sia dalle piccole che dalle grandi cose."              --- Patanjali.

La parola yoga deriva da una radice sanscrita che significa unione, il microcosmo dell'individuo si unisce con il macrocosmo. Lo yoga è un percorso di autocontrollo per ritrovare armonia con se stessi e il mondo che ci circonda; permette di migliorare anche la qualità della nostra vita. Lo scopo dello yoga è realizzare il vero Sè ed unire lo spirito individuale con lo spirito assoluto.

Nel capitolo III, 4 degli Yoga Sutra di Patanjali, si legge: ‘trayam ekatra samyamah’, samyama è una parola tecnica per indicare l'integrazione di concentrazione (dharana), meditazione (dhyana), e assorbimento su un unico oggetto, evolvendo da un'interrota attenzione al samadhi. 

In samyama il praticante viene sempre più vicino al conosciuto e, fondendosi in essso, perde la sua separazione.  Sam significa perfetto e yama significa controllo, perciò samyama è la completa padronanza della concentrazione mentale. Seguendo gli Yoga Sutra di Patanjali, uno yogin vittorioso nel samyama sconfigge tutti gli "oscuramenti cognitivi", i cinque ostacoli - klesha che sono i seguenti:

  •     Avidya: indica l’ignoranza o la falsa comprensione della vera natura delle cose.
  •     Asmita: si riferisce alla coscienza del proprio sé che provoca egoismo.
  •     Raga: è l’attaccamento nei confronti delle idee o degli oggetti.
  •     Dvesha: è l’avversione verso quei pensieri legati a esperienze dolorose vissute nel corso dell’esistenza.
  •    Abhinivesha: indica sia l’attaccamento istintivo alla vita, sia la paura della morte.

Quindi tale termine, ‘samyama’, riferito agli Yoga Sutra di Patanjali, indica le ultime tre tappe del percorso dello yogin: dharana, dyana e samadhi. Queste tre ultime tappe non è possibile disgiungerle, visto che sono passaggi mentali dalla contemplazione di un oggetto alla fusione totale con esso, cioè dal vedere l’oggetto ‘fuori da sè’ al divenire l’oggetto stesso. 

Alcuni testi traducono samyama come la ‘disciplina perfetta’, altri come ‘comunione’ o ‘costrizione’. Patanjali sostiene che praticare samyana su un qualunque oggetto ci porta a conoscere l’oggetto per quello che è; se si pratica sui pensieri di una persona si può scoprire cosa pensa; esercitando samyama sulla forma del corpo, il corpo dello yogin diventa invisibile, etc.( libro III, Yoga Sutra).

Quindi per Patanjali, in un certo stadio del cammino dello yogin, la contemplazione, la meditazione e il samadhi sono dei processi attivi di una mente che non si riconosce più con le percezioni dei cinque sensi, almeno come siamo abituati a conoscerli, e con i pensieri che la attraversano. Si potrebbe dire che lo yogin, che intraprende le ultime tre tappe, fa esperienza attingendo all’intelletto superiore, o Vijnanamayakosha – ‘involucro fatto di intelletto puro’. Parlando il linguaggio dello Yoga di Mère, "quando le porte dell’essere sono spalancate al Divino", che implica un cambio radicale nelle aspirazioni del praticante rispetto a quando ha iniziato il percorso. Patanjali parla di un intelletto (sattva) reso, dalla pratica yoga, puro come il Purusha stesso, o ‘pura coscienza’ o ‘il Sè’ (Yoga Sutra, III, 55).

Il fine ultimo della pratica Yoga, il cui significato è ‘unione’, è quello di divenire un’ unica cosa con la pura coscienza. Spesso lo Yoga è stato letto come una separazione dal mondo, un rifiuto della fisicità e della mente non ‘illuminata’, ma nella possibilità di divenire una coscienza pura come il Purusha, si sottintende una non-dualità tra ciò che è l’uomo e ciò che è il ‘divino’. Si tratterrebbe , attraverso la pratica costante (abhyasa) e la non identificazione con i pensieri e le sensazioni che ci attraversano (vairagya), di rendere pura la nostra coscienza, magari trasformando la nostra natura. (Vedi lo Yoga Integrale di Aurobindo, la tradizione dei Siddhi, i saggi dell’Himalaya; il pensiero di Gurdjieff, e il pensiero dello stesso Patanjali). Nel verso 2 del libro IV degli Yoga Sutra si legge : jaty antara parinamah prakrity apurat che può essere interpretato in questo modo: La trasformazione fisica genera l'evoluzione delle proprie potenzialità interiori.
Il risveglio dell'energia kundalini è un processo sia fisico che spirituale e, in questa accezione, prima fisico e poi spirituale. La fisiologia sottile, il viaggio del prana attraverso i sette chakra e l'illuminazione che ne consegue alla fine del percorso, sono un processo che riguarda il corpo, la mente e lo spirito.

venerdì 14 ottobre 2022

Carl Gustav Jung presenta il Kundalini Yoga

"La  saggezza  Indiana  è  la  più  profonda  che  esista  e   la  ricerca  della  psicologia  conferma  passo dopo passo le affermazioni in essa contenute. L'antica scienza dell'anima degli Indiani è espressa
dallo yoga che appare come il percorso verso l'auto perfezione
".

Carl  Gustav  Jung  ha  aperto,  grazie  alla  sua  esperienza  personale  ed  alla  sua  ricerca,  una possibilità  di  analisi  comparata  fra  psicoanalisi  e  kundalini  yoga  e  ha  dichiarato  che  il  suo simbolismo  arriva  ad  interpretare  la  sintomatologia  dei  pazienti  e  aiuta  a  localizzare  i  sintomi della  patologia:  "Non  parlo  del  significato  dello  yoga  per  l'India,  non  potendolo  sperimentare come  se  fossi  nato  in  India  e  possessore  della  cultura  Indiana.  Posso  comunque  parlare  del  suo significato per l'Occidente. La nostra mancanza di confini mentali ci porta all'anarchia psichica: per  ritrovare  un  ordine  mentale  possiamo  utilizzare  lo  yoga  che  era  in  origine  un  processo  di introversione  e  conduceva  a  processi  di  elaborazione  della  personalità.  Nel  corso  di  migliaia  di
anni questa ricerca si è gradualmente organizzata in un metodo e diffusa in vari modi
." Ciò  che  interessava  Jung  era  questo  processo.  Egli  vedeva  in  esso  il  processo  universale  e  ne deduceva che il kundalini yoga, poiché tantrico, ha un valore incalcolabile per l'interpretazione dell'inconscio  collettivo.   

Affermava  anche  che  ci  si  deve  avvicinare  con  cautela  a  questa disciplina perché gli occidentali non sono preparati alla profondità dello yoga. Inoltre,  lo  spirito  orientale  che  è fondato su una storia mentale fondamentalmente diversa da quella occidentale.
Egli  afferma  che:  "la  filosofia  indiana  richiede  la precisa  condizione  di  non  ego  che  influenza  la  nostra  psiche,  per  quanto  indipendente  questa possa essere e porta ad una luce di consapevolezza super personale. L'area psichica dei fenomeni è fondamentale per gli Indiani e questi fenomeni sono ritenuti molto più reali di quelli fisici."
Spiega  Jung  che  l'uomo  occidentale  oggi  non  proietta  più  le  immagini  interiori  all'esterno attraverso  simboli  o  feticci  come  faceva  l'inconscio  del  cosiddetto  'uomo  primitivo',  quindi l'oggetto  non  viene  "psicologizzato".  Quando  questo  avveniva  animali  e  piante  erano  pari  agli uomini,  e  tutto  era  animato  da  spiriti  e  divinità.  L'uomo civilizzato si crede mille miglia superiore a tutte queste cose: però spesso si identifica per tutta la vita con i suoi genitori, con i suoi affetti, pregiudizi e giudizi e accusa senza ritegno gli altri di ciò  che  non  vuole  riconoscere  in  se  stesso.  Conservando  però  una  parte  di  quella  coscienza primitiva  e  originaria  e  non  servendosi  più  di  amuleti  e  talismani,  utilizza  tranquillanti  per portare  in  quiescenza  nevrosi,  razionalismo,  culto della  volontà  e  così  via.    

Il  simbolismo  dei chakra permette a Jung di pensare ad un percorso degli archetipi della psiche e di intravedere una  procedura  universale individuazione.  Spiega anche come questo avviene: il  primo  passo  è afferrare, comprendere la realtà profonda; poi il simbolo è usato per cristallizzare questa realtà nella immaginazione e  poi arriva la pratica reale della meditazione sui chakra. Si medita su un simbolo  e  ci  si  appropria  dei  contenuti  in  parte  intellettualmente,  in  parte  psicologicamente  e soprattutto energeticamente e si avvia lentamente un certo processo della psiche. 

 Secondo  Jung  dunque  la  scoperta  dell'Oriente  rappresenta  un  punto  cruciale  per  il  concetto dell'inconscio  collettivo.  Alla base di tutto c'è  l'istinto  dell'individuazione.  Non  c' è  forma  di  vita  che  non  sia  individuale  perché ogni forma si manifesta in una differenziazione: diversamente non sarebbe vita. L'istinto innato alla  vita  ci  conduce  a  produrre  un  individuo  il  più   completo  possibile  e  ciò  che  noi  chiamiamo personalità  è  un  aspetto  dell'individuazione.  Anche   se  non  riusciremo  a  manifestare  la  nostra totalità,  ciò  che  apparirà  sarà  una  immagine  di  unità.  

Secondo  Jung  le  immagini  archetipiche  sono  l'equivalente  psichica  del  samskara (I samskara sono una serie di riti di passaggio che segnano i momenti significati della vita di una persona):  così  come  il nostro  inconscio  è  colmo  di  immagini,  così  la  nostra   energia  è  colma  di  precedenti  semi energetici.  Jung procede all'analisi  dei  simboli  posti  in  ciascun  chakra:  

Il primo chakra è quello che possiede le radici delle cose; è la terra, il fondamento del mondo. Tutti  noi  abbiamo  radici  e corriamo il rischio di rimane intrappolati nelle radici della fisicità della vita,  della pesantezza  della  materia,  della  presenza  costante  della  mente.  Questo  è  il  luogo energetico  in  cui  l'essere  umano  è  vittima  dell'istinto,  degli  impulsi,  della  non  consapevolezza. Questo  è  Muladhara  e  qui troviamo  kundalini.  Kundalini  è  la forza invisibile e vitale,  quel  bisogno, quella  necessità,  che ci porta ad affrontare la vita. Da un punto di vista psicologico è ciò che ci spinge in avanti: se ci fermiamo perdiamo il sapore della vita, ciò che la rende affascinante. Il  kundalini  yoga  è  stato  tenuto segreto per secoli non perché non se ne possa parlare, ma perché non è possibile capirlo: il suo segreto è la comprensione attraverso l'esperienza. In muladhara inizia il viaggio  verso  il  divino,  verso  l'anima  immortale. Il colore rosso associato a questo chakra è il colore del sangue, della passione oscura. La vita è qui.  Contiene  la  shakti,  una  delle  due  divinità  che si  uniranno  nel  settimo  chakra.  L'elefante, simbolo del chakra, sostiene il peso della terra e rappresenta il tremendo sforzo di sostenere la consapevolezza  umana,  il  potere  che  ci  spinge  a  costruire  il  mondo  cosciente.  

Il secondo chakra è il luogo energetico in cui è possibile fare tutto; ci tuffiamo nel flusso della vita  e  ci  lasciamo  trasportare,  galleggiando  su  tutto  ciò  che  accade.  Questo  chakra  possiede tutte  le  caratteristiche  dell'inconscio, Svadhisthana è un chakra legato al tattva acqua, in questo chakra c'è una mezzaluna simbolo del femminile; ogni mistero della vita  ha  inizio  nell'acqua,  elemento  dell'energia  femminile;  ogni  ricerca  di  crescita  ci  riporta all'acqua. Rappresenta una morte simbolica che porta ad una nuova vita, ad una rinascita. Abbiamo qui l'approccio ad un tipo di vita diverso da quella passionale del  primo  chakra:  l'inconscio.  Il  colore  arancio  associato  all'energia  di  svadhisthana  è  una sfumatura più chiara del rosso, contiene più luce, così come la rinascita ci conduce al giallo di nanipura. Il simbolo  di  questo  chakra  è makara (Un makara simile a un coccodrillo, è una leggendaria creatura marina nella Mitologia indù) ed  è negli  abissi  ciò  che  l'elefante  è  sulla  terra.  Rappresenta  ancora  una  forza  tremenda  e  qui troviamo il nostro peggiore nemico da affrontare: noi stessi. La  consapevolezza,  diviene  la  più  grande  sfida. Non  essere  coscienti  delle  proprie  pulsioni  è  molto  peggio  che soffrire  a  causa  loro. 

Nel  terzo  chakra  Manipura risiede  il  fuoco  della  vita,  della   passione:  un  essere  umano  senza  passione  è solo ridicolo. Quando però siamo  preda  della  passione  si possono creare  infiniti  problemi  di relazione. Il  simbolo  che troviamo è l'ariete, sacro ad Agni Dio del fuoco. Astrologicamente l'ariete è legato a Marte, pianeta  della  passione,  dell'impulsività,  della  violenza.  Dall'intestino  dove  tutto  è  fuoco,  sangue,  muscoli,  ossa, saliamo verso l'aria, il cuore, la superficie. In manipura è  avvenuta  la  combustione  e  sopra  il  diaframma,  in anahata l'aria  le  riporta  in  vita,  ridona  il respiro.   

Il quarto chakra, Anahata  è  il  centro  del  cuore,  dell'aria. Dopo essere stati nella spirale della passione, degli istinti dei desideri, cosa avviene?  Impariamo lentamente che non ci identifichiamo più con i desideri: nel cuore nasce il Purusha (Il primo, Purusha, rappresenta l'Energia Cosmica Spirituale, la coscienza cosmica impassibile ed immutabile)  e iniziamo a pensare, a divenire coscienti di qualcosa che non è più personale, non ci identifichiamo con le nostre emozioni e cerchiamo di superarle e osservarle.  In  anahata  risiede  Shiva  nella  forma  del  lingam  (l'aspetto  creativo)  e  una  piccola fiammella  simboleggia  il  SÈ  che  appare.  Si  compie  il  processo  di  identificazione  psicologica.  Quando  vediamo  la  differenza  fra  noi  e  l'esplosione delle  passioni  inizia  l'individuo:  l'ego  che risiede  in  muladhara  sale,  cresce  e  si  guarda,  si  distacca  e  diviene  il  SÈ.  Il  SÈ  è  qualcosa  di assolutamente  impersonale,  oggettivo.  La  nostra  vita  diviene  Purusha,  il  primo  legame  con  la nostra psiche;  Troviamo  qui  il mondo  dell'intangibile: sentimenti,  mente. Esiste qui qualcosa che unisce la mente, l'immaginazione, il prodotto dei sentimenti e del nostro intelletto e che li esprime.   Nel  genere  umano  il  quarto  chakra  è  ancora molto flebile e manipura molto presente; infatti dobbiamo essere sempre molto attenti e gentili gli uni con gli altri per evitare le esplosioni di manipura. Il colore è verde e il suo simbolo è la gazzella.  Ciò che  possiamo  conquistare  è  la  forza,  l'efficienza  e  la  leggerezza  della  sostanza  psichica,  del pensiero e del sentimento.  

In  Vishuddha  chakra  siamo  oltre  i  quattro  elementi necessari  alla  sopravvivenza  umana:  è  un nuovo  stato,  più  cosciente.  Siamo  nel  pensiero  astratto.  Il  quinto  chakra  è  l'idea  della trasformazione  della  materia  grossolana  nella  materia  sottile:  è  la  sublimazione  dell'uomo.   Ora  Purusha  è  il  centro delle  cose,  è  l'essenza psichica,  la  sostanza  delle   cose,  non  una  speculazione  mentale  ma un'esperienza. Il colore è  il  blu  e  il  simbolo  è  nuovamente  l'elefante. In  Vishuddha;  l'insormontabile  forza della  realtà  non  è  più  sostenuta  dall'esperienza  della  materia  ma  da  quella  psichica.  

Il chakra  Ajna non è rappresentato da nessun  animale  e  questo  significa  che comprendiamo  che ogni albero, ogni pietra, ogni respiro, ogni coda di topo è il nostro SÈ; non esiste niente che non sia  in  noi. Il  nostro  sesto  chakra  è  un  raggio  di  luce  catturato  e  imprigionato  nel  mondo.  Il distacco dalle passioni è la liberazione da tamas e  rajas, è un'esperienza psichica. Ciò che prima era  dolore  non  lo  è  più  e  si  osserva  la  tensione  degli  opposti  senza  agitazione.  Non  si  diventa apatici  ma  liberi. Ajna chakra è Dio; è espressione piena e manifesta del non-ego. In questo stato di energia riconosciamo di essere solo  psiche e il non-ego in cui ci annulliamo. Ajna chakra  è  oltre  ogni  soglia, in questo stadio un  essere  umano crea  una nuova forma di se stesso. 

In sahasrara chakra avviene l'unione di Shakti e Shiva, gli opposti si uniscono secondo la filosofia tantrica e si realizza il viaggio di kundalini. È una trascendenza ed è avvicinabile soltanto come concetto  filosofico  o come  esperienza  energetica  per  la  quale  non  esiste  modalità  di  approccio ed  è  oltre  ogni  immaginabile  descrizione  perché  comprendiamo  che  tra  il  SÈ  e  Dio  non  esiste alcuna differenza. Non c'è più nulla, neanche Dio: solo Brahman. È il samadhi, il nirvana. "I  chakra  sono  simboli  del  livello  della  coscienza umana  ed  io  credo  che  lo  studio  di  questi simboli  dello  yoga  tantrico  può  aiutarci  nello  studio  della  psiche  umana  se  lavoriamo  unendo differenti mondi. Lasciatemi dire che lo yoga arriva dall'alto."

Articolo preso dal sito https://www.yogajap.com/ 

Yoga e longevità

 La pratica dello yoga non farà sicuramente tornare indietro la lancetta del tempo, dedicandovi ad essa, però, potrete prolungare notevolmente il periodo attivo della vostra vita, rimanere forti e sani anche nell'età avanzata e invecchiare serenamente e con dignità. Le pratiche yoga, posizioni e esercizi di pranayama (il controllo dell'energia attraverso il respiro) agiscono positivamente anche sugli organi interni e sulle ghiandole endocrine mandenendole in salute. 

Le ghiandole endocrine sono organi secretori che servono alla liberazione di sostanze utili all'organismo e svolgono quindi una funzione importantissima. Da esse dipendono l'elasticità delle articolazioni e dei vasi sanguinei, nonchè lo svolgersi armonioso delle nostre funzioni organiche. Lo yoga vi mette nelle condizioni di non invecchiare male, vi permetterà di passare alle varie tappe della vita senza troppi dolori ed acciacchi. Le pratiche yoga sono segreti di giovinezza, per gli yogi il corpo è importantissimo, è il tempio, la base da cui partire per arrivare ad elevati stati di coscienza.  La meditazione, la concentrazione acquietano le nostre emozioni e conducono alla serenità e alla pace interiore. Gli esercizi di respirazione, le posizioni preservano da ogni alterazione l'armonia delle nostre funzioni vitali.  Le ghiandole endocrine svolgono una complessa funzione nell'economia del nostro organismo, e le posizioni contribuiscono al loro buon funzionamento. Vediamo quali sono questi ghiandole:

  • L'ipofisi, situata alla base del cervello, secerne degli ormoni che regolano la crescita e agiscono sul processo di disintossicazione e di riproduzione. Una carenza di questa ghiandola dà luogo all'apatia, all'atonia muscolare, all'obesità.
  • L'epifisi o ghiandola pineale è collocata al centro della scatola cranica, dove costituisce gran parte dell'epitalamo. Nota anche come ghiandola pineale (per via della forma che ricalca a grandi linee quella di una pigna), l'epifisi è preposta alla sintesi ed alla secrezione di un ormone, chiamato melatonina e presiede alle funzioni organiche. Secondo gli orientali essa sarebbe la sede di un sesto senso. 
  • La tiroide è situata alla base del collo. Dall'ormone prodotto, la tirossina, dipende il nostro metabolismo, ossia l'iniseme delle trasformazioni chimiche che si verificano nel nostro corpo. L'individuo ipotiroideo è inerte, indifferente, grasso. L'ipertiroideo è invece nervoso, agitato, iperteso. Lo squilibrio della tiroide porta anche alla cellulite.
  • La paratiroide controlla la ripartizione del fosforo e del calcio nel nostro organismo, da cui dipende anche il nostro equilibrio nervoso. 
  • I timo, collocagta nel torace davanti la trachea,  regola la formazione delle ossa e garantire la maturazione dei linfociti T, un tipo di globuli bianchi che svolgono un ruolo di fondamentale importanza all'interno del sistema immunitario.
  • Gli isolotti di Lanerhans, situati nel pancreas, producono l'insulina che regolarizza gli zuccheri. Il malfunzionamento di questa ghiandola deriva da choc emotivi e stati depressivi.
  • Le capsule surrenali, situate sopra i reni, producono l'adrenalina. la stimolazione di queste ghiandole in seguito ad una forte emozione, accellera la secrezione deell'adrenalina che affluisce nel sangue, Ciò provoca palpitazioni, sudori, nausee, ecc.

C'è quindi una relazione tra le caratteristiche della personalità e il funzionamente di queste ghiandole. La felicità dipende da un'infinità di condizioni interne ed esterne. Ma possiamo dire che l'equilibrio ghiandolare costituisce una potente risorsa per la ricerca della felicità.


 

Il giocatore di scacchi - Stefan Zweig

 Il giocatore di scacchi è tratto dalla raccolta  Romanzi e novelle  di  Stefan Zweig. 

Stefan Zweig, (nato nel 1881 a Vienna, morto nel 1942 presso Rio de Janeiro), era uno scrittore austriaco, storico e poeta. Stefan Zweig, mediatore fra le nazioni animato da sentimenti pacifisti e umanisti, è noto come autore fra l'altro di parecchie novelle e biografie.  Durante la Belle Époque, il periodo della sua formazione, vede con rimpianto la pace che regnava nella Mitteleuropa nel periodo precedente alla prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra fu un oppositore fermo dei totalitarismi nascenti, in particolare un convinto antifascista. Per le sue origini ebraiche fu costretto a lasciare l'Austria e l'Europa dopo l'avvento al potere del nazionalsocialismo e con la seconda guerra mondiale imminente: Si rifugiò prima negli Stati Uniti e poi in Brasile, qui si suicidò nel 1942 assieme alla sua seconda moglie..

Gli scacchi. Conosco per esperienza la misteriosa attrazione di questo “gioco regale”, il solo tra i giochi inventati dagli uomini, che esula dalla tirannia del caso, il solo dove si deve la vittoria alla propria intelligenza, o piuttosto ad una certa forma di intelligenza.   Non è già limitare ingiuriosamente gli scacchi chiamandoli un gioco? Non sono anche un’arte, una scienza o un gioco sospeso tra l’uno e l’altro, e che riuniscono un numero incredibile di contrari?  L’origine si perde nella notte dei tempi, e tuttavia è un gioco sempre nuovo; il suo sviluppo è meccanico ma ha dei risultati solo grazie all’immaginazione; è strettamente limitato in uno spazio geometrico fisso, e pertanto le sue combinazioni sono infinite.  

Come è possibile che un uomo dunque, un uomo dotato di intelligenza possa, senza diventare folle, e per dieci, venti, trenta, quaranta anni, tendere con tutta la forza possibile del suo pensiero verso questo scopo ridicolo: chiudere un re in legno nell’angolo di una scacchiera! L’attrazione del gioco degli scacchi risiede soltanto in questo: due cervelli che si affrontano, ognuno con la sua tattica. L’interesse di questa battaglia intellettuale viene dal fatto che i neri non sanno come manovreranno i bianchi, che cercano senza sosta di indovinare le loro intenzioni per controbattere, mentre i bianchi, a loro volta, cercano di mettere a fuoco le segrete intenzioni dei neri, e superarli.

 Questa breve novella, racconta la sfida a bordo di una nave tra il campione del mondo di scacchi e uno strano personaggio. Lo strano personaggio, un nobile austriaco, durante l’ascesa del nazismo era stato messo in isolamento totale per circa sei mesi in una stanza vuota dalle SS, nella speranza di costringerlo a confessare e rivelare dei dati importanti per il regime durante i sistematici interrogatori. Non  sentiva mai una voce umana. Giorno e notte, gli occhi, le orecchie, tutti i sensi non trovavano il minimo alimento, rimaneva solo, disperatamente solo di fronte a se stesso, con il corpo, e quattro o cinque oggetti inanimati: la tavola, la finestra, il letto. Viveva come qualcuno che è immerso sotto la sua campana di vetro, in questo oceano di silenzio, ma un qualcuno che sa che la corda che lo collega al mondo si è rotta, e che non lascerà mai più queste profondità silenziose.

Un giorno, durante un interrogatorio, mentre le guardie erano distratte, era riuscito a prendere un libricino in una tasca di un cappotto.  Era un manuale di scacchi che riproduceva le 150 partite più famose. Per riuscire a sopravvivere e non diventare folle, durante le lunghe giornate isolato dal mondo, memorizzava queste partite e le rigiocava su una scacchiera immaginaria.  Dopo una crisi in cui tenta di suicidarsi, viene liberato.

Quindi prima di quel giorno e di quella sfida sulla nave, non si era mai trovato di fronte ad una vera scacchiera, con dei veri pezzi da spostare. Tra i due giocatori era nata improvvisamente una pericolosa tensione, una rabbia passionale. Non erano più due partner che volevano provare la loro forza e divertirsi, erano due nemici che avevano giurato di annientarsi reciprocamente.  Vi invito a leggere il libro e scoprire il finale.

Film.

  • La Novella degli scacchi, diretto da Gerd Oswald nel 1960
  • SchachNovelle è il nuovo adattamento all’opera di Zweig, diretto da Philipp Stölzl e pubblicato nel 2021. 

Sequenze Yoga di Philippe De Meric

 De Meric  Philippe de Méric (1914-1991) è stato uno dei pionieri dello yoga in Francia. Allievo di Kerneiz, nel 1953 apre un corso di yoga per corrispondenza, il Dynam-Institut. Ebbe molto successo e rese famoso lo yoga. Il suo insegnamento, volto a combattere lo stress attraverso le posture e la respirazione, non è affatto invecchiato ed è sempre più attuale nel mondo di oggi..

 
 
 

mercoledì 5 ottobre 2022

Scenari attuali del pluralismo religioso in Italia

Scenari attuali del pluralismo religioso in Italia nell’epoca postmoderna. Dal sito https://www.academia.edu

Per decenni, la tesi prevalente fra gli studiosi occidentali è stata quella secondo cui il fatto religioso fosse in declino: per dirlo con le parole dell’antropologo Anthony Wallace (1923-2015), «il futuro evolutivo della religione è l’estinzione». Gli studiosi non hanno mai realmente concordato su cosa sia esattamente la modernità, ma negli anni '70-'80 molti credevano che essa determinasse ciò che Max Weber (1864-1920) chiamava «disincanto», cioè la scomparsa della fede nelle forze soprannaturali, sostituita da una generale fiducia nella scienza e nel materialismo. Invece, sembrerebbe che sia avvenuto l'esatto contrario.

In alcuni Paesi del mondo, i sociologi dubitano perfino che un processo quantitativo di secolarizzazione si sia mai verificato. In altri, vi è stata un’inversione di tendenza a partire dalla seconda metà degli anni '80. Le indagini sociologiche quantitative in tema di religione, nel 2000 mostrano ormai con evidenza che la tesi secondo cui «la religione deve inevitabilmente declinare quando la scienza e la tecnologia avanzano» è stata «dimostrata falsa», e che «a mano a mano che i sondaggi, le statistiche e i dati storici si sono accumulati, la continua vitalità della religione è diventata evidente».

In quasi tutti i Paesi del mondo il numero delle persone che si dichiarano atee e agnostiche non aumenta in modo significativo, con l’eccezione di alcuni Paesi europei a lungo sottoposti a propaganda antireligiosa da parte di regimi comunisti.  Il numero di coloro che dichiarano di credere in una qualche forma di potere superiore alla persona umana, o a una vita dopo la morte, o affermano di consacrare qualche tempo durante la settimana a forme di preghiera o di meditazione, si attesta intorno all’80% della popolazione, con punte in vari Paesi  come gli Stati Uniti compresi – oltre il 90%. 

Il fenomeno del «ritorno del religioso» è dunque così evidente da non poter essere ignorato. Si tratta però di determinare, con maggiore precisione, quale tipo di religioso «ritorni» nell’epoca postmoderna. Nel suo volume  Fire from Heaven, Cox metteva in evidenza l'accostamento al sacro con l’interesse per i segni, i miracoli, le guarigioni, la demonologia, l’escatologia, la fine del mondo. Sociologi sottolineano che a partire dalla fine degli anni '80, il consenso di massa nei confronti della scienza – particolarmente della medicina, non è più unanime (vedi i dati ricavati dall’indagine francese, di Daniel Boy e Guy Michélat).
Mentre, qualunque forma di cura medica che si presenti come «alternativa» rispetto alla medicina «ufficiale», o da questa disapprovata, incontra immediatamente un vasto consenso popolare. 

Le statistiche sul numero di persone che si dicono interessate alla religione o al sacro sono molto simili da Paese a Paese, mentre le statistiche sul numero dei praticanti sono molto diverse. Ad esempio, in Italia si registra  una certa tenuta dei praticanti cattolici. Prescindendo dai fenomeni complessi che avvengono all’interno dell’islam, dell’induismo e dell’ebraismo, si può notare che i movimenti di rinnovamento all’interno della Chiesa cattolica possono vantare ritmi di crescita superiori a quello dei mormoni o dei testimoni di Geova.  Una parte rilevante del ritorno del sacro va cercata al di fuori delle grandi religioni e delle Chiese storiche.
Oggi si assiste alla progressiva, e irreversibile  separazione fra Chiesa e Stato (in Occidente),– e ad un aumento sul piano delle credenze – che non accennano a venire meno anche nella società moderna e postmoderna.
 Un altro elemento importante è quello relativo alla cosiddetta «invasione delle sette». Secondo J. Gordon Melton – ne rubrica oltre 2.300 di una certa consistenza, negli Stati Uniti e in Canada, nella nona edizione della sua enciclopedia. In Italia, le sigle «nuove» sono comunque numerose ma il numero di aderenti a questi movimenti rimane piuttosto contenuto.
 Nell’ambito dei progetti di ricerca del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, c'è il tentativo di fare il punto sulle religioni – e sulle vie spirituali al sacro – presenti in Italia, nell’attuale contesto postmoderno, che si è concretizzato in una corposa  Enciclopedia delle religioni in Italia. Da questa ricerca risulta che le sette riuniscono meno dell’1% degli italiani. Molte sigle che hanno però un numero minuscolo di aderenti.  Complessivamente, sono state censite oltre 800 minoranze religiose e spirituali presenti in maniera organizzata nel nostro Paese. Nel dicembre 2017, sono circa 1.963.900 di italiani che manifestano un’identità religiosa diversa dalla cattolica, e di circa 5.861.700 unità se si aggiungono gli immigrati.  Questo è dovuto al mondo islamico, cristiano-ortodossa dall’Est europeo, l’induismo, il buddhismo, le religioni sikh, protestantesimo pentecostale e battista di origine cinese, coreana, filippina e africana, o l’immigrazione copta proveniente da diversi Paesi dell’Africa. Nel dettaglio la composizione del 3,5% di cittadini italiani che appartengono a minoranze religiose è la seguente.

Gli ortodossi in Italia si avvicinano al traguardo dei due milioni – particolarmente per l’immigrazione dalla Romania, che nel 2017 ha raggiunto la quota di 1.168.552 unità, ovvero il 23,1% dell’intera immigrazione in Italia. I protestanti cittadini italiani sono giunti alla cifra di 471.300.

I musulmani cittadini italiani sono 367.100. Nella loro grande maggioranza, i musulmani cittadini italiani non sono convertiti. Agli induisti sono stati aggiunti i seguaci dei numerosi movimenti neo-induisti presenti in Italia.

Circa 40.000 italiani sono iscritti a varie logge  massoniche. Si registrano in circa 30.000 i potenziali  iscritti nell’area del potenziale umano – molti dei quali frequentatori della Chiesa di Scientology, o del Paris Energy Method, e circa 20.000 nell’area del New Age e delle comunità «acquariane» o post-New Age. La «presenza straniera regolare complessiva» in Italia nel 2017 è di 5.359.000 persone, con un’incidenza in questo caso pari all’8,8%  della popolazione secondo il bilancio demografico 2017 dell’Istituto nazionale di statistica (un’incidenza superiore alla media dell’Unione europea, pari al 7,2%).

 Dal Dossier Statistico Immigrazione 2017 , Centro Studi e Ricerche IDOS, Roma.

Da molti anni diversi sociologi hanno concluso che in tutto l’Occidente la vera religione di maggioranza relativa è quella delle persone impegnate in un «credere senza appartenere»: believing without belonging, , secondo la formula proposta da Grace Davie.
Quella sul «credere senza appartenere» è stata una delle discussioni più importanti nella sociologia delle religioni tra la fine del secolo XX e il primo decennio del XXI, e ha coinvolto sociologi del calibro di Danièle Hervieu-Léger, Peter Berger ed Eileen Barker.  In qualche Paese si verifica anche un fenomeno opposto, l’«appartenere senza credere» – belonging without believing  –, nel senso che persone che talora non credono neppure in Dio si dichiarano religiose o anche frequentano riti religiosi per affermare un’appartenenza nazionale o etnica (Israele) o una protesta che è insieme culturale e politica (Polonia e Paesi baltici prima della caduta del comunismo, cattolici nell’Irlanda del Nord). 

Secondo l'indagine EVS (European Values Study), gli atei in Italia sono il 4,7% e le persone «non religiose» il 9,7%.  Comunque oltre il 40% degli italiani, dichiara di «credere», ma nello stesso tempo di fatto non «appartiene» a una comunità religiosa nel senso pieno del termine.  Al suo interno  ci sono coloro che credono in un potere superiore che non sanno però identificare, i «credenti a modo loro», i «cristiani a modo loro» e anche i «cattolici a modo loro»: «sono cattolico, ma non pratico»; «sono cattolico, ma non sono d’accordo con la Chiesa». Questo fenomeno, che la sociologa francese Danièle Her-vieu-Léger chiama «disistituzionalizzazione» della religione, appare come una delle caratteristiche salienti del sacro postmoderno. Un gruppo relativamente piccolo come gli Hare Krishna, ha distribuito milioni di copie dei suoi libri e opuscoli. Il testo sulla reincarnazione più diffuso dagli Hare Krishna  è diventato popolarissimo in numerosi Paesi dell’Occidente, ed è spesso citato anche in contesti insospettati.
Un altro indicatore – la cui importanza non può essere trascurata – è costituito dalla letteratura popolare, dalla musica, dal cinema, dalla televisione, dove emergono spesso temi «religiosi». Tuttavia, l’indicatore principale delle credenze diffuse nel popolo di coloro che «credono senza appartenere» è costituito, precisamente, dalle minoranze religiose. Anche per questo, lo studio delle minoranze religiose non è una semplice curiosità, ma costituisce un elemento essenziale per la comprensione dello scenario religioso contemporaneo. Le comunità di origine cristiana che crescono più rapidamente sembrano essere quelle che manifestano particolare interesse per l’escatologia, le profezie apocalittiche e la fine del mondo, da alcuni gruppi pentecostali ai testimoni di Geova. I movimenti di origine orientale rimandano spesso – anche se non mancano eccezioni – al grande interesse che circonda le teorie della reincarnazione. C'è anche un ritorno alle credenze nella magia, del ricorso a pratiche magiche, della consultazione di «professionisti dell’occulto». Senza presumere di proporre previsioni precise, gli interessi escatologici e apocalittici, il tema della reincarnazione, la «sacralizzazione del Sé» e il «sacro esoterico» sembrano essere i temi emergenti nel variegato pluralismo religioso che caratterizza l’Italia del secolo XXI.

Testi --------------------------------

  • Tra religione e spiritualità. Il rapporto con il sacro nell’epoca del pluralismo, FrancoAngeli, Milano 2006, 222-234.
  • I protestanti, l’economia religiosa e le «modernità multiple» in Sicilia By PierLuigi Zoccatelli.
  • Forme del pluralismo religioso nella Sicilia Centrale By PierLuigi Zoccatelli.
  • Enciclopedia delle religioni in Italia - Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli.
    Esorcismo e possessione nell'Italia contemporanea: un'analisi storico-antropologica di Tiago Pires
  • G. PACIFICI,  Ebreo chi? Sociologia degli ebrei italiani oggi , Jaca Book, Milano 2017. Cf. M.
    I NTROVIGNE –  P.L. ZOCCATELLI   (a cura di),   
  • Enciclopedia delle religioni in Italia, Elledici,  Torino 2013.
  • L.R. I  ANNACCONE  , «Introduction to the Economics of Religion», in  Journal of Economic Literature  1998
  • La pensée scientifique et les parasciences, Albin Michel-Cité des sciences et de l’industrie, Paris 1993. 
  •  Cf. P. HEELAS,  La New Age. Celebrazione del Sé e sacralizzazione della modernità , tr. it., Editori Riuniti, Roma 1999.
  •  Cf. G.D AVIE, Religion in Britain since 1945. Believing without Belonging, Blackwell, Oxford 1994.
  •  https://www.academia.edu/41498683/Scenari_attuali_del_pluralismo_religioso_in_Italia 
  •  Cf. G. GIORDAN  , «La costellazione delle Chiese ortodosse», in E. PACE
  •  Le religioni nell’Italia che cambia. Mappe e bussole, Carocci, Roma 2013, 13-29.
     Cf.   T.M. JOHNSON –  G.A. ZURLO –  A.W. HICKMAN –  P.F. CROSSING , «Christianity 2018: 
  •  Cf. C. NAPOLITANO, «Il pensiero di Giuseppe Petrelli. Per una storia del movimento pentecostale italiano», in D. MASELLI,  (a cura di),  Movimenti popolari evangelici nei secoli XIX e XX, Edizioni Fedeltà, Prato 1999, 94-153.
  • Cf. M.I NTROVIGNE,  I Testimoni di Geova. Chi sono, come cambiano, Cantagalli, Siena 2015.
  •  Cf. A.CUCINIELLO,  Luoghi di culto islamici in Italia: tipologie e dati , Fondazione ISMU, Milano 2017, disponibile  online all’indirizzo http://www.ismu.org/wp-content/uploads/2017/05/Cuciniello_paper_luoghi-di-culto_aprile-2017.pdf.
  • La reincarnazione: la scienza eterna della vita, Edizioni Bhaktivedanta, Firenze 1983.
  • PIERLUIGI ZOCCATELLI CESNUR – Centro Studi sulle Nuove Religioni Via Confienza, 1910121 Torino pierluigi.zoccatelli@gmail.com

Le couloir de la vie – Nazanin Afshin-Jam et Susan McClelland

 “Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno il male, ma a causa di quelli che guardano senza fare niente” -  Albert Einstein.

Le couloir de la vie – scritto da Nazanin Afshin-Jam et Susan McClelland e pubblicato nel 2013 è un libro che riporta una vicenda vera, la battaglia portata avanti dall’autrice per far liberare una giovane curda con il suo stesso nome Nazanin Fatehi (1988 - ).   Nel momento in cui questo libro è stato scritto, erano 160 i minorenni incarcerati nei corridoi della morte in Iran.  Un rapporto dettagliato dal titolo From Cradle to Coffin: A report on child execution in Iran del 2009 si può consultatare all’indirizzo: http://fpc.org.uk/fsblob/1063.pdf

Nazanin Afshin-Jam è nata in Iran ma ha vissuto sin da piccola in Canada. E’ presidente dell’organizzazione Stop Child Execution ed ha creato un organismo dal nome United People of Iran. E’ stata nominata Miss Canada e si è classificata seconda a Miss Mondo. Sito: www.nazanin.ca      Susan Mc Clelland è giornalista, ha scritto molti reportage umanitari, ha vinto due premi di giornalismo.

La storia. Una regina di bellezza, una iraniana con residenza in Canada salva una giovane curda dalla pena capitale in Iran. La giovane curda viveva in Iran (a Sanandaj) e voleva diventare insegnante. A 10 anni viene violentata da un uomo, e a 17 anni quando viene di nuovo minacciata di essere violentata insieme alla cugina più piccola, da un gruppo di ragazzi, reagisce uccidendo il suo aggressore. Dopo un processo farsa la giuria applicando la ghesas (la legge della retribuzione, occhio per occhio, dente per dente) la condannata a morte per impiccagione. Secondo la charia in vigore in Iran, la vita di una donna vale la metà di quella di un uomo, quindi la testimonianza di Nazanin al processo davanti al tribunale aveva avuto meno peso di quella dei testimoni maschi. A questo punto, Nazanin Afshin-Jam inizia una campagna mediatica ed una raccolta firme (Il sito è petitiononline.com) per salvare la giovane donna, tra l’altro minorenne e quindi secondo i trattati internazionali (Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e la Convenzione internazionale dei diritti per l’infanzia a cui l’Iran ha aderito) non passibile di pena capitale. Alla campagna aderiscono donne molto influenti come la regina Rania di Giordania, Banazir Bhutto, ecc. Il 10 gennaio 2007 ha luogo il processo di appello e Nazanin viene assolta, i giudici credono alla legittima difesa. Dovette comunque pagare 45000 dollari ossia il prezzo del sangue, per ricevere il perdono della famiglia del ragazzo che l’aveva aggredita. I 45000 dollari furono raccolti attraverso donazioni on line e il 31 gennaio 2007 Nazanin fù liberata.  

Il solo crimine di Nazanin è di essersi difesa, comunque se non si fosse difesa, sarebbe stata lo stesso condannata alla flagellazione o alla lapidazione per aver avuto una relazione sessuale fuori dal matrimonio, a meno che quattro uomini non avessero testimoniato a suo favore e confermato che era stata vittima di violenza.

Molte regine di bellezza ebbero una carriera importante, come ad esempio Oprah Winfrey, Diane Sawyer, Sophia Loren, Michelle Pfeiffer, Raquel Welch e Halle Berry (la prima afro-americana a partecipare al concorso di Miss mondo nel 1984 dove arrivò sesta). Shirin Ebadi ottenne addirittura il premio Nobel per la pace nel 2003.

Coordinate storiche e religiose. In Iran nel 1979 l’ayatollah Khomeini in Iran lanciava la guerra santa contro ogni forma di attivismo curdo. La rivoluzione del 1979 ha comportato l’esodo delle classi medie e agiate, milioni di iraniani lasciarono il Paese.  Nel 2001 l’attentato alle torri gemelle e nel 2002 George Bush dichiarava che l’asse del male composto da Corea del Nord, Iraq, e Iran minacciava la sicurezza dell’intera umanità.   I curdi avevano organizzato manifestazioni pacifiche per ottenere una autonomia in Iraq e ci fu una repressione violenta da parte di Saddam Hussein. Come nella città di Halabia dove furono uccisi cinquemila curdi con attacchi al gas. I curdi che si trovavano nelle regioni petrolifere furono sostituiti dalla comunità araba. Successivamente i curdi si organizzarono in guerriglia e si battono nelle montagne per liberare il popolo curdo dagli oppressori, i regimi dell’Iran, della Turchia, dell’Iraq e della Siria.  Tutti gli iraniani praticano la forma sciita dell’islam, mentre la maggior parte dei curdi pratica la forma sunnita dell’islam. La quasi totalità della popolazione di Sanandaj in Iran è curda.

Nella Persia la religione principale era lo zorastrismo (una delle prime religioni monoteiste) che si basa su tre principi: il pensiero giusto, la parola giusta, l’azione giusta. I persi avevano sviluppato un’altra disciplina teologica, quella dell’illuminazione, che aveva come nucleo il Dio che illuminava i pensieri dell’essere umano.  Iran: poesie di Rumi, Omar Khyyam poeta e astrologo, Ferdowsi- libro dei re persiani.   Cantanti celebri Shadmehr Aghili e Ali Tafreshi.

Persone citate nel libro.  - Mohamad Moustafei, uno degli avvocati che difesero Nazanin dovette lasciare l’Iran e in Norvegia, dove è emigrato, ha fondato L’organisation de la tolérance universelle.       - Shadi Sadr, l’altro avvocato, che ha lavorato sul dossier di Nazanin, è stata imprigionata diverse volte per il suo impegno in favore dei diritti della persona in Iran; Ha fondato l’organizzazione Justice for Iran.    - Mina Ahadi che si è battuta per i diritti degli iraniani, presiede il Comitato Internazionale contro la lapidazione.  - In Angola Selma Katia Carlos ha mostrata la bellezza africana al resto del mondo e si è servita della sua popolarità per promuovere i diritti e le libertà delle donne e dei bambini.   - Catherine Hamlin e suo marito si installano in Etiopia nel 1959 e fondano l’ospedale Fistula di Addis Abeba nel 1979 ed hanno consacrano le loro vite ad aiutare le donne etiopi.

Citazioni e frasi riportate nel libro.  

  • I grandi cambiamenti sono il risultato di gesti concertati e animati dallo spirito di grandi personalità come Gandhi, Nelson Mandela, San Suu Kyi, di Wangari Maathai, di Caterine Hamlin e di tutte quelle personalità, uomini e donne, che hanno agito o agiscono al fine di conferire onore e dignità all’umanità. Come Margaret Mead disse: “Non dubitate mai che un piccolo gruppo di individui cosciente e impegnati possano cambiare il mondo, Infatti, è stato sempre così e non diversamente”.
  • Aggrappati ai ricordi dei tuoi momenti felici, quando gustavi la bellezza della vita, anche se è durato un solo istante. Credi che potrai di nuovo vivere dei momenti felici, che potrai apprezzare e assaporare la bellezza del mondo”.
  • Il tuo compito non consiste nel cercare l’amore, ma a cercare in fondo a te stesso, che cosa copre l’amore e a togliere questo velo”. - il poeta Rumi
  • La musica è l’anima dell’esistenza, senza musica si sente il vuoto dell’esistenza”.
  • La sete di potere e l’egoismo, che sono la causa di pregiudizio verso i più vulnerabili e più poveri, costituiscono la radice di tutti i nostri problemi”.
  • Importante è seguire il cammino che il nostro cuore ci indica, poco importano gli ostacoli che si ergono sul nostro cammino”.
  • Nel mondo degli organismi di carità e dei gruppi di difesa dei diritti della persona, le persone si pugnalano alle spalle, come nel mondo delle imprese e del profitto.
  • Perchè la bellezza è mal percepita in Occidente? Non apprezziamo la bellezza di un fiore? Un quadro di un pittore del rinascimento? Da dove viene la percezione che una bella donna è necessariamente antifemminista e retrograda? Solo le femministe occidentali credono che portare un bikini equivale a essere stupide e non emancipate. Non potremmo sostenere l’idea che l’emancipazione della donna viene in parte dalla sua scelta di vestirsi come vuole, quando vuole? Condannando i concorsi di bellezza, le femministe non vedono nelle partecipanti che un oggetto. Non adottano la stessa attitudine che condannano negli uomini?
  • Mi sento come Scheherazade nelle Mille e una notte, la vergine che ogni notte raccontava una nuova storia senza finirla, la donna bella e intelligente che riusciva a scappare alla morte divertendo il suo sposo, il re, per mille e una notte.
  • Miguel un amico, una delle persone più intelligenti e spirituali che ho conosciuto è caduto in depressione, allora ho visto un uomo carismatico, pieno di vivacità trasformarsi in morto ambulante. Oltre che sentire una enorme tristezza, ho realizzato che nessuno è invincibile, e che la vita può trasformarsi radicalmente da un momento all’altro. Questo uomo che ammiravo si è poi suicidato.
  • Solo le persone tristi infliggono delle sofferenze agli altri. Ma non è in nessun caso una scusa, nessuno deve farvi portare il peso del suo dolore. 
  • La vostra famiglia non è maledetta, il destino non vi sorride perché voi siete nello stesso tempo poveri e curdi.

Critica alla ricerca estenuante del benessere - Luc Ferry

 Intervento di Luc Ferry a Radio Classique - Esprits Libres – condotta da Renaud Blanc  (01/08/2022) https://www.radioclassique.fr/emissions/matinale-de-radio-classique/esprits-libres/

Luc Ferry (1951- )  è un filosofo francese, è stato Ministro della gioventù, dell'educazione nazionale e della ricerca della Francia (2002–2004). E' stato coivolto in una grande  polemica  nel gennaio 2019, dove in un suo twitter esortava la polizia a difendersi e a sparare sui Gilets jaunes.

Ho ascoltato per caso questa intervista a Luc Ferry, di cui ho letto molti suoi libri che mi erano piaciuti, e l'ho trovato un po' aggressivo.  Non mi identifico molto nelle sue affermazioni sotto riportate, in quanto è vero che il nostro benessere e la nostra felicità dipendono dalle condizioni esterne, ma è anche vero che due persone possono rapportarsi allo stesso evento in modo totalmente differente. Ed è molto importante la preparazione all'evento.

Nel suo intervento Luc Ferry critica questa ricerca estenuante del benessere. Per secoli e secoli, l'idea che ha dominato è stata quella della felicità differita, per gli scolari dopo le lezioni, durante le vacanze; per gli operai al momento della pensione; per i comunisti dopo la rivoluzione e per i cattolici dopo la morte, in cielo.  Questa filosofia del vivere qui ed adesso, modifica il nostro rapporto con il benessere e si è affermata soprattutto dopo il crollo del cattolicesimo, che è seguito a quello del comunismo. Per confermare il crollo del cattolicesimo in Francia Luc Ferry cita alcuni dati:

  • Nel 1950 l' 85%  dei francesi erano battezzati  - oggi solo il 30 % battezzati.
  • Nel 1950 i sacerdoti in Francia erano 45000 -  oggi sono 5000.
Oggi non si crede più alla vita futura, si ha la consapevolezza di avere una sola vita, ed è giusto  approfittarne senza sacrificarla al lavoro, la carriera, ecc. Il rapporto con il benessere è cambiato: dal benessere differito si è passati alla ricerca del benessere immediato. Sono proliferate le offerte per ottenere il benessere: dalla psicologia positiva allo sviluppo personale. Tutti vogliono essere felici. Secondo Luc Ferry si afferma il paradosso del benessere: Asserire che il benessere dipende solo da noi, come asseriscono gli stoici e e il buddhismo, e  non dagli altri e dallo stato esterno è un’idea assurda, ed è un' illusione che rende malati. Secondo Luc Ferry, "se i nostri cari non stanno bene il nostro benessere è carbonizzato".

Cita anche un'inchiesta fatta negli Stati Uniti, le cui conclusioni sono che gli esercizi di saggezza su se stessi fanno diventare malati e tristi. La Psicanalisi asserisce che solo la lucidità può salvarci ed evitarci  le grandi patologie. Il solo modo di avere degli spazi di benessere e serenità, è quello di essere lucidi. La malattia è una mancanza di lucidità e queste attività di ricerca del benessere sono nocive per l'individuo.

La psicologia positiva inventata negli Stati Uniti da Martin Seligman (1942 - ) negli anni 80 è direttamente legata al crollo delle grandi ideologie e delle religioni che ci permettevano di proiettarci verso l’esterno. Adesso si va verso l’interno, verso se stessi con l’idea delirante, secondo Luc Ferry, che il benessere dipende solo da noi stessi e non dal mondo esterno e dagli altri.  Per Luc Ferry il benessere non esiste, possiamo avere solo dei momenti di gioia, che dipendono per 80% dal mondo esterno.

Yoga Nidra

Lo Yoga Nidra è un'antica pratica indiana, caratterizzata da una profonda concentrazione, e una grande auto-consapevolezza, così come da un grande rilassamento simile al sonno. La parola nidra in sanskrito significa sonno. Nidra comunque non è un sonno normale, ma indica la conoscenza della parte nascosta della coscienza umana, così come lo stato di pura coscienza.

Nella letteratura occidentale, lo stato di nidra è descritto come un Non ordinario stato di coscienza, uno stato simile a quello ipnotico, che non è uno stato di veglia, né di sonno. Nidra è anche l'abilità di acquisire consapevolezza degli stati di pre-sonno, durante il quale il meditante è vigile ma mantiene un'attitudine decentrata (senza attaccamento) verso i propri contenuti mentali, sostituendo una pura "coscienza osservante".

Sfortunatamente la letteratura scientifica sulle basi psico-fisiologiche di Nidra è limitata, e le pubblicazioni su questo tema non sono molto affidabili. Sono stati fatti degli esperimenti su persone in stato di Nidra con la tecnica EEG (High-density Electroncephalography). I risultati sono stati che lo Yoga Nidra è una pratica potente capace di indurre in uno stato di coscienza non-ordinario caratterizzato dalla percezione dell'espansione del corpo, l'incremento del significato del sacro dell'esperienza, riduce la razionalità e il controllo volontario dei pensieri.   

Lo Yoga Nidra può esercitare positivi effetti sulla salute mentale e il benessere (come i meccanismi della tecnica di meditazione mindfulness) che sono:-  la regolazione delle emozioni, - l'incremento della consapevolezza del corpo, - il cambio della prospettiva di percezione ed attenzione delle cose ed eventi.

Vedi le sedute guidate da  André Riehl      https://www.youtube.com/watch?v=869AlEmNtXY

      https://yoga.lu/teachers/8-andre-riehl

mercoledì 21 settembre 2022

Bouddhisme, la loi du silence

Dopo oltre dieci anni di indagini, le giornaliste Élodie Emery e Wandrille Lanos esaminano la faccia nascosta del buddismo tibetano in un libro (Bouddhisme, la loi du silence, edito da JC Lattès, in libreria il 14 settembre 2022) e in un documentario (trasmesso il 13 settembre alle 22.35 su Arte)..

 
Le autrici rivelano un sistema che autorizza e copre gli abusi, ben lontano dall'immagine benevola di questa religione. Dall'indagine risulta che in vari casi ci sono stati aggressioni sessuali, violenze fisiche, appropriazioni indebite...  I casi più conosciuti sono quelli di Robert Spatz che ha creato una comunità in Belgio nel 1970. Poi diventato Lama Kunzang, aprirà dei centri in Francia (OKC Ogyen Kunzang Choling) a Ixelles e Chateau-de-Soleils. Lama Kunzang è stato accusato da alcuni discepoli di rituali di prosternazione e di aver subito violenze fisiche.  L'altro caso conosciuto è quello del Lama Sogyal Rinpochè, l'autore di un best seller di letteratura spirituale venduto in milioni di esemplari Il libro tibetano della vita e della morte. Anche qui ci sono discepoli che l'accusano di violenze varie dal 2011. Solo nel 2017 gli è stato revocato l'incarico, per poi morire nel 2019.  Secondo le autrici di questo libro, questi episodi sono passati sotto silenzio e non sono stati condannati né dal Dalai Lama, né da Matthieu Ricard (uno dei buddhisti più conosciuti in Francia).

Ma queste accuse che fanno le due autrici sul silenzio su questa vicenda da parte del Dalai Lama e di Matthieu Ricard sono TOTALMENTE FALSE, basta vedere l'articolo di risposta sul Blog di Matthieu Ricard,   https://www.matthieuricard.org/blog/posts/au-sujet-du-film-bouddhisme-la-loi-du-silence-diffuse-sur-arte 

https://www.sudouest.fr/societe/religion/dordogne-matthieu-ricard-reagit-sur-les-scandales-sexuels-dans-le-bouddhisme-12289620.php

A proposito del documentario "Buddhismo: la legge del silenzio" Di Matthieu Ricard il 9 settembre 2022.     Il film "Buddhism: The Law of Silence" descrive in dettaglio i crimini commessi negli anni '80 e '90 dal cosiddetto maestro buddista Robert Spatz e gli abusi del sistema messo in atto da Sogyal Rinpoche, fino al 2017. L'entità degli abusi denunciati e la sofferenza delle vittime, spesso molto giovani, sono terrificanti. Ciò è ancora più rivoltante perché sono state inflitte da uomini che sostengono di far parte di una religione e di una filosofia basate sulla saggezza, sulla compassione e sullo sradicamento della sofferenza. L'immensa sofferenza delle vittime deve essere ascoltata e la loro voce deve essere incoraggiata per evitare che si aggiunga altra sofferenza.

 Il buddismo è una comunità umana e, come ogni comunità umana, può essere sede di perversioni e persino di crimini commessi da falsi maestri. Essendo cresciuto in Francia, ma avendo deciso all'età di 21 anni di lasciare tutto per vivere per quasi cinquant'anni in Asia con autentici maestri tibetani, questo è un argomento a cui sono sensibile e a cui ho dedicato molte pagine, interviste o post sul blog. Il rischio di imbattersi in un falso maestro è tanto più forte in Occidente, in quanto il processo di adesione a una comunità è spesso molto rapido, mentre tradizionalmente si raccomanda di verificare le qualifiche di un istruttore per diversi anni prima di riporre la propria fiducia in lui. 

La mia condanna delle azioni di Robert Spatz, Sogyal Rinpoche e dei falsi maestri è totale. È in questo senso che ho ricordato in due programmi di Sagesses bouddhistes su France 2 nel 2021 le qualità di un insegnante autentico e i difetti dei ciarlatani da evitare a tutti i costi. Ne ho parlato anche nel 2011 su France Inter e in altri programmi. Ho anche dedicato un intero capitolo a questo argomento nel mio libro di memorie Carnets d'un moine errant (Quaderni di un monaco errante) e ho pubblicato un blog su Sogyal Rinpoche nel 2017. Ho anche fatto riferimento ai crimini di Robert Spatz in un'intervista alla RTBF belga nel 2021. Ho espresso questa convinzione anche nel 2017 in una lettera alle vittime di Robert Spatz, dicendo loro che avrebbero potuto usare come prova nel processo del 2019, che gli autori del film sono in possesso. Ciò non impedisce loro di presentarmi come complice di questa "legge del silenzio".

Per non aggiungere confusione su un argomento così serio, vorrei precisare che non sono mai stato vicino a Robert Spatz, che l'ho incontrato solo in occasione di eventi pubblici e per l'ultima volta nel 1994, quando sono emerse le prime accuse nel 1997, che non sono mai stato in possesso di informazioni non pubbliche o che non siano già state trasmesse alla giustizia sugli abusi di Robert Spatz o di Sogyal Rinpoche e che non ho mai avuto alcun interesse materiale con alcun centro o monastero buddista. In realtà, non ho alcun interesse materiale, poiché devolvo il 100% delle royalties dei miei libri, delle mie fotografie e delle mie conferenze a enti di beneficenza e non possiedo alcun bene materiale, a parte il mio computer e la mia macchina fotografica.

Una intervista filmata è stata condotta da uno dei giornalisti del documentario. Per ottenerla, ha spiegato che stava preparando un film sulla storia del buddismo e sul suo rapporto con la ricerca sulle neuroscienze. Ho accettato in buona fede di partecipare. Quando, nel bel mezzo dell'intervista, il giornalista cambiò bruscamente argomento e lanciò false accuse su Robert Spatz, capii che il progetto cinematografico che mi aveva inviato era un falso. Il giorno dopo ho capito che il titolo del documentario sarebbe stato "Mad Wisdom: The Falsehood of Tibetan Buddhism". Come persona che ha dedicato la propria vita allo studio e alla conservazione del buddismo tibetano, non potevo partecipare a questo documentario, né potevo fidarmi di un giornalista che mi aveva illuso di offrire una redazione fedele delle mie parole. Ho quindi chiesto che la mia intervista non venisse utilizzata.

"L'ambizione di questo documentario è salutare, perché è difficile liberare le voci delle vittime. È un compito enorme e necessario. Quando ci troviamo di fronte alle peggiori manifestazioni della natura umana, possiamo ribadire il desiderio di dare un senso alla nostra esistenza e ricordarci dello straordinario potenziale che ognuno di noi ha per lavorare e agire concretamente per una società più giusta e solidale".   Matthieu Ricard.

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Il buddhismo in Occidente.   Da un lato, il grande pubblico conosce molto poco il buddhismo tibetano; si dice che questo ramo minoritario rappresenti solo il 6% dei 500-700 milioni di seguaci del buddismo nel mondo.  Il Dalai Lama, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1989 è il leader spirituale e politico di un Tibet oppresso dai cinesi, incarna la ricerca della felicità, una coscienza ecologica in anticipo sui tempi. 

L'ascesa del buddhismo negli anni Settanta in Europa  è dovuta innanzitutto al Dalai Lama, al suo talento nel comunicare la sua religione e il destino del suo popolo. I libri - le storie dell'esploratrice Alexandra David-Neel, hanno contribuito a costruire questa immagine di un Tibet "puro". Allo stesso tempo, sulla scia del movimento hippie e sullo sfondo del declino delle altre religioni, emergeva una ricerca di spiritualità. Negli anni 2000, questa ricerca della felicità è diventata mainstream, con il boom dello sviluppo personale e della meditazione, un'attrattiva formidabile. In quarant'anni, il numero di centri buddhisti è passato da 74 a 340 in Gran Bretagna, da 40 a 400 in Germania, un centinaio in Svizzera, 379 in Francia... Tuttavia, è difficile conoscere il numero di praticanti. È la religione che attira il maggior numero di simpatizzanti spirituali.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...