sabato 29 gennaio 2022

Ritratto di un vero Maestro - dal Carnet d'un moine errant

Dal testo Carnet d'un moine errant di Matthieu Ricard..

 

L'essenza del buddhismo in una parola:  compassione.           

Tutto il benessere del mondo viene dal cuore altruista, e tutto il suo malessere, dall'amore per se stessi.  Shantideva, uno dei grandi saggi dell'India buddhista del VIII secolo.

Non dimenticate mai che la vostra vita passa così veloce come uno lampo nel cielo d'estate o come un segno della mano. Ora che avete la possibilità di praticare, non perdete un istante. Consacrate tutta la vostra  energia al cammino spirituale. Dilgo Khyentsé Rinpoché.

Alcuni sanno che, senza alcun dubbio, la più bella festa è quella della felicità immutabile, nata dalla meditazione e dalla trasformazione dello spirito. Matthieu Ricard.

Il vero Maestro.  In Oriente l'insegnamento spirituale è il fondamento dell'educazione dei più giovani, e la frequentazione dei testi, dei maestri e dei loro discepoli è quotidiana. La scelta di un Maestro si basa su una base di sapere e di esperienze  acquisite. In questi ambienti, i ciarlatani non hanno nessuna speranza. Un discepolo deve esaminare le qualifiche di un maestro per diversi anni.  Lo stesso maestro esaminerà le motivazioni e la sincerità del discepolo, prima di accettarlo. In Occidente le cose vanno troppo in fretta, le persone in cerca di spiritualità, presentano spesso una certa vulnerabilità, vanno in un centro spirituale buddhista o altro, e nella foga ricevono degli insegnamenti e anche delle iniziazioni, poi si impegnano in modo frettoloso, senza avere veramente avuto il tempo di maturare le loro decisioni. 

L'umiltà è una delle qualità distintive di un vero Maestro. Il viso di un Maestro esprime qualcosa di unico, il suo viso è una finestra sulle qualità del Risveglio. Altre qualità sono la sua libertà interiore, la sua compassione, la sua saggezza, e il suo disinteresse per le futilità mondane. In un vero maestro non si vedrà mai un pensiero, una parola, un atto che siano suscettibili di recare danno ad altri. Niente sembra turbare il vasto spazio della sua serenità, l'essere perfettamente presente con le persone che si presentano a lui, accordandogli una sollecitudine inesauribile.

Alla vista di un saggio, di un viso dove spende l'armonia della saggezza e dell'amore altruista, sappiamo intuitivamente che siamo in presenza di una persona suscettibile di condurci a manifestare il meglio della nostra natura che dimora sopita in ciascuno di noi.  La devozione non consiste a credere in qualche cosa, ma ad aprirsi all'immensità e alla profondità della realizzazione spirituale del maestro, e al suo amore senza limiti.   I grandi maestri tibetani, lo stesso Dalai Lama, sono così lontani dalle rivalità dell'ego, dall'amor proprio che regolano le relazioni umane, particolarmente quelle dei grandi di questo mondo. Questi maestri esprimono un'umiltà autentica, e un rispetto reciproco senza limiti. Ciascuno dei loro gesti e delle loro parole, è un potente appello ad essere autentici nel più profondo di noi stessi.  In un maestro ci deve essere perfetta coerenza tra le parole che pronuncia e il comportamento della persona.

La presenza di questi Maestri provoca nelle persone un cambiamento ineluttabile e decisivo. Incontrare un vero maestro è come incontrare un "liberato vivente", ossia un essere che è pervenuto alla più profonda realizzazione spirituale.  Le loro qualità,  mostrano che sono arrivati alla fine del cammino, un cammino di trasformazione che porta dallo sconcerto alla saggezza, dalla sofferenza alla liberazione, e dall'egocentrismo alla bontà incondizionata.  Un essere risvegliato ha una visione perfettamente pura degli esseri e dei fenomeni, vede la natura di Buddha in ciascun essere e percepisce la purezza primordiale dei fenomeni, al di là della dualità bello - brutto, piacevole - spiacevole, amico e nemico. Tutti i loro comportamenti sono  in se stessi, un insegnamento.  Un maestro non ordina, non cerca a sedurre, e ancora meno a manipolare. Si offre come guida e accoglie tutti senza attendersi niente in cambio. la fiducia che gli porta il discepolo è per lui una ricompensa sufficiente.   Uno dei tratti comuni dei veri maestri è che non hanno alcun problema della loro immagine, non cercano mai di apparire, e non hanno alcuna considerazione per le lodi o per le critiche, per il successo o per l'anonimato. Un essere spiritualmente realizzato contempla con inalterata leggerezza il teatro sempre mutevole delle peripezie dell'esistenza. Ride delle proprie disavventure, e quando ride di quelle degli altri, lo fa con gentilezza e complicità. Percependo il carattere illusorio di tute le cose, con la sua compassione, tenta di mostrarci affettuosamente che i successi e gli insuccessi mondani non hanno alcuna importanza.  Un vero maestro non si lamenta mai delle condizioni esterne,  io so apprezzare le buone cose, e ne gioisco con piacere, ma se mi vengono a mancare mi è del tutto indifferente.

 Il Buddha ha detto ai suoi discepoli "Vi ho mostrato il cammino, dipende solo da voi, il percorrerlo". Nel buddhismo Vajrayana, l'unione allo spirito di un maestro, il guru yoga, è il cuore di tutte le pratiche. Ci sono diversi tipi di maestri spirituali: l'amico spirituale, il kayanamitra, colui che ci incita alla virtù, ci consiglia e ci indica il cammino da seguire e ci insegna i rudimenti della pratica.  Poi c'è l'erudito, il professore, l'acharya, che spiega il contenuto, il senso e la struttura degli insegnamenti; può essere un maestro in filosofia, un khenpo. Il maestro del Grande veicolo, che espone gli insegnamenti fondati sulla saggezza e la compassione che portano allo stato di Buddha.  Poi c'è il maestro spirituale, che conferisce la trasmissione delle iniziazioni del veicolo adamantino. E' colui che ci introduce alla natura del nostro spirito e guida il nostro cammino verso il Risveglio. I testi descrivono le qualità di un maestro del Vajrayana: deve possedere una eccellente conoscenza degli insegnamenti, averli integrati nel suo flusso di coscienza e deve aver raggiunto un alto livello di realizzazione spirituale. E' qualcuno che esprime  compassione verso tutti gli esseri, senza eccezione. La più grande soddisfazione di un maestro spirituale è che il suo discepolo progressa verso la liberazione dalla sofferenza.  Ci aiuta a distruggere le abitudini e i meccanismi mentali che ci mantengono in uno stato di insoddisfazione cronica. Il discepolo che si impegna nel cammino spirituale deve essere cosciente dei suoi difetti e limitazioni e desidera diventare un migliore essere umano.  Un cammino spirituale è costituito da una moltitudine di tappe che approfondiscono la nostra comprensione, arricchiscono la nostra esperienza, si aggiungono e si completano di una maniera sottile.

Nella meditazione ci sono delle pratiche dette preliminari, ngondro in tibetano, che sono essenziali e che devono essere praticate tutti i giorni. Si inizia con una riflessione e una meditazione sui quattro temi, al fine di trasformare la visione delle cose e portare lo spirito sul cammino della liberazione: la preziosa opportunità offerta dall'esistenza umana, la sua fragilità e il carattere effimero di tutte le cose, quello che deve essere realizzato e quello che deve essere evitato se si vuole liberarsi dalla sofferenza, le carenze di una vita centrata sulle preoccupazioni ordinarie.        Ognuna di queste riflessioni devono essere meditate fino a che non fanno un tutt'uno con il nostro spirito.    L'obiettivo è quello di arrivare al risveglio per il bene di tutti gli esseri, associando un allenamento dello spirito, che permette di acquisire una vera attitudine altruista, e la messa in opera delle sei perfezioni: generosità, disciplina, pazienza, perseveranza, la concentrazione e la saggezza.    Il rimedio all'ignoranza è la comprensione della verità ultima, o la vacuità dell'esistenza propria a tutte le cose. Rifiutando sia il nichilismo, sia il realismo naif il buddhismo propone una via alternativa, riconoscendo la produzione interdipendente dei fenomeni, e dichiarando che i fenomeni sono privi di esistenza propria.   Tra gli insegnamenti del Buddha il più importante è quello dell'impermanenza, che si può paragonare all'orma dell'elefante nella foresta, la più grande di tutte. I fenomeni appaiono indiscutibilmente, quindi non si può parlare di nulla, ma quando si esamina la natura di questa esistenza, ci accorgiamo che è vuota d'esistenza propria, non essendo nè autonoma, nè permanente, Secondo la via di mezzo del buddhismo, non c'è nè niente, nè qualche cosa, e solo la visione unificante di vacuità e apparenza resiste all'analisi. Ciò coincide con l'analisi di Niels Bohr, che afferma: gli oggetti atomici e sub-atomici non possiedono alcun attributo che gli sia proprio.

E' facile essere un buon meditante seduto al sole e la pancia piena, ma solo quando ci si trova ad affrontare delle condizioni avverse, si può valutare il proprio grado di realizzazione. Si valuta la diminuzione del nostro egoismo e delle nostre emozioni perturbatrici nello stesso tempo dello sviluppo della nostra serenità, della nostra libertà interiore, della nostra resilienza di fronte ai rischi e alle perturbazioni dell'esistenza.  Ci sono due tipi di meditazione, una attiva centrata sulla concentrazione, l'altra sprovvista di oggetto di concentrazione, che purifica e chiarifica la mente al punto di sembrare un cielo immacolato. Le meditazioni profonde hanno lo scopo di distruggere l'attacamento alla realtà solida dei fenomeni.

Il mantra Om mani padme hung è dedicato al Buddha della compassione Avalokiteshvara, Om è una  sillaba di buon augurio, mani significa gioiello, e si riferisce al voto altruista di raggiungere il risveglio per il bene di tutti gli esseri, padme significa loto e indica la natura di buddha presente nel cuore della nostra coscienza, simile al fiore di loto che nasce immacolato dal fango dello stagno, infine la sillaba hung che conferisce al mantra tutta la sua efficienza. Nel momento, dove termina l'ultimo suono prolungato al massimo, il pensiero perde ogni forma di supporto e si assorbe nella vacuità. 

Per il Buddhismo, l'esistenza di un sè unitario, autonomo e durabile, che resiede nel cuore del nostro essere è un'illusione che porta a solidificare una divisione tra il sè, gli altri, il mondo. questa divisione generale delle pulsioni di attrazione e de repulsione per quello che è considerato favorire questo sé,  o minacciarlo, pulsioni che si diversificano in animosità, desiderio, orgoglio, gelosia e si traducono in molteplici sofferenze.  Si potrebbe definire il buddhismo una via di trasformazione che porta dalla confusione alla saggezza, dalla sofferenza alla libertà. Condivide con la scienza la volontà di esaminare lo spirito e la mente in modo empirico.

Il Buddhismo rifiuta la nozione di identità personale che si avvicinerebbe all'anima delle religioni teiste. Per il buddhismo una persona è definita per un flusso dinamico di coscienza in perpetua trasformazione, che non può ospitare un sè unitario e autonomo. La continuità di questo flusso da un modo di esistenza ad un altro non ha niente a che fare con la metempsicosi o altra forma di trasferimento da una entità personale di un corpo ad un altro, da una vita alla seguente. Più che un individuo in tanto tale  che ritornerà alla vita, quello che si designa con la parola ambigua "reincarnazione" si riferisce dunque alla continuità di questo flusso di coscienza.   Secondo il buddhismo, come per la fenomenologia, la coscienza è un fatto primario, che non è necessariamente legato al funzionamento del cervello, che non è evidentemente l'opinione di una vasta maggioranza di neuroscienziati.

Noi non dovremo mai perdere di vista il potenziale di bellezza interiore presente in ciascun essere. E' importante mantenere un giusto equilibrio per evitare di cadere nella sindrome del cattivo mondo che ci convince che l'essere umano è cattivo. In verità, noi abbiamo nel più profondo di noi, come una pepita d'oro, un formidabile potenziale di bontà, di saggezza e di risveglio.

Quando si prende l'ordinazione monastica, bisogna pronunciare i quattro voti principali che sono: non uccidere, non rubare, non mentire e non avere relazioni sessuali. Se si trasgredisce uno di questi voti l'ordinazione  è persa. Il Dalai Lama dice spesso: Non propagate troppo il buddhismo, ma incoraggiate le persone a diventare migliori esseri umani.

Nel cammino spirituale c'è anche il ritiro in un eremo. Se l'eremita sceglie di vivere da solo per un periodo, è per approfondire la pratica e consacrare gli anni necessari a generare le risorse interiori che gli permetteranno di contribuire, poi, in modo illuminato, al benessere degli altri. I testi indicano le caratteristiche dei luoghi propizi a specifiche pratiche. Il monastero ideale deve essere costruito a sud, aperto su una vista completamente aperta. I luoghi particolarmente adatti ad un ritiro sono quelli dove hanno vissuto o meditato santi del passato. Quando la meditazione è centrata sulal calma interiore, shamatha, si cercheranno delle foreste o luoghi riparati e isolati. Per praticare vipashyana, e apprendere la natura ultima delle cose, la presenza aperta, il risveglio della coscienza, una pratica fondata sull'aspetto luminoso dello spirito, si sceglieranno degli spazi elevati che si aprono su vasti paesaggi, con una vista aperta, sul cielo. Ritirati nella solitudine serena,  il silenzio esteriore apre le porte dell'interiorità. Pace esteriore e pace interiore si fondono. Si vive un sentimento di comunione con la natura e gli esseri, e la solitudine diventa un completamento.

"Non ho bisogno di niente! Non ho bisogno di niente! Non ho bisogno di niente! Viva la semplicità felice".

"Anche se la morte dovesse colpire oggi come un lampo, sii pronto a morire senza tristezza o rimpianto, senza il minimo attaccamento per quello che lasci dietro di te: Riposando nella riconoscenza della vista ultima, lascia questa vita come un'aquila che vola verso il cielo azzurro".

Annotazioni:

Per il Dalai Lama non è la meditazione, nè la preghiera che risolveranno i problemi del mondo, ma l'azione. Un Paese che vende delle armi, vende la sua anima, La violenza richiama la violenza. Una cosa inquietante è sapere che il 95% degli armamenti mondiali sono prodotti e venduti dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Occorrerebbe creare un consiglio internazionale composto da grandi saggi, premi Nobel per la pace, scienziati.

Nel sutra del grande Parinirvana, il Buddha afferma: mangiare della carne distrugge la grande compassione, l'adozione di un regime vegetriano è sempre esistito in Tibet, senza però diventare mai maggioritario a causa delle condizioni climatiche.

Francois Ravel  pubblica la Grande parade nel 2000, articolo nel quale denuncia la sottomissione degli intellettuali francesi ai regimi di Stalin e Mao.

Gene Smith, il tibetologo più erudito del XX secolo, e direttore dell'Ufficio indiano del Congresso Usa, ha lavorato per la preservazione dei testi tibetani. Ha fondato il Tibetan Buddhism Resources Center che è oggi la più grande biblioteca tibetana virtuale al mondo.

La meditazione su un mandala (visualizzazione) non è una passeggiata immaginaria in un paradiso incantato, si tratta di impegnarsi nella scoperta della natura stessa del nostro essere e del mondo fenomenico; tutte le forme sono percepite come manifestazione della purezza primordiale, tutti i suoni come l'eco della vacuità, tutti i pensieri come il gioco della conoscenza.

Il ritiro tradizionale buddhista tibetano è della durata di 3 anni 3 mesi e 3 giorni, nel corso del quale i meditanti si dedicano ad un insieme di pratiche che vanno gradualmente dalle pratiche preliminari (ngondro) fino alle meditazioni più profonde sulla natura dello spirito, la grande perfezione, passando per delle visualizzazioni e recitazione dei mantra.

Si gira intorno ad uno stupa nel senso di un orologio e lo si guarda dalla destra, In Nepal lo stupa di Jaroung Kashor è uno degli stupa più venerati insieme a quelli di Swayambunath e Namo Buddha.  

Il Buthan potrà diventare come un qualsiasi Paese del continente asiatico, ma nessun di questi Paesi  potrà, mai più, ridiventare come il Buthan. Un Paese con l'aria pura, le sue riviere limpide, il suo popolo semplice, devoto ed energico, con uno stile di vita inspirato ai valori buddhisti.  C'è un'assenza totale di manifestazione di violenza tra i novizi nei monasteri.  Nella tradizione buddhista, è importante partecipare alla vita degli eremiti, sovvenzionando i loro umili bisogni e ciò è un privilegio per i fedeli, che periodicamente vanno a trovarli portandogli del cibo.

Noi abbiamo bisogno di esempi capaci di ispirare le nostre vite, dei modelli che incarnano la bontà sotto la sua forma più essenziale. la qualità non è un affare di quantità. Alcuni esempi. Sanjit "Bunker" Roy è stato un attivista ed educatore sociale indiano che ha fondato il Barefoot College. È stato selezionato come una delle 100 personalità più influenti di Time 100 nel 2010 per il suo lavoro di educazione degli indiani rurali analfabeti e semi-letterati.  Il sikh Gurmit e i suoi fratelli aiutano le persone rifiutate dalla società. "Tutti quelli che ho conosciuto, per essere veramente felici, hanno appreso a servire gli altri". Sir Fazle Hasan Abed KCMG è stato il fondatore di BRAC, una delle più grandi organizzazioni non governative del mondo.

Bisogna distinguere il benessre palpabile, ma effimero, legato alel sensazioni, da un benessere più vasto e durabile, nato dall'eliminazione delle cause latenti delle frustrazioni e delle sofferenze  dell'esistenza. Se non si agisce alla radice della sofferenza, saremo presto in balia dell'nsoddisfazione e delle frustrazioni.

Sengdrak Rinpochè è la persona che il Dalai ammirava di più dal punto di vista spirituale. 

Il Monastero Shechen in Nepal, perpetua e preserva l'eredità spirituale del Tibet, vicino c'è il luogo di eremitaggio chiamato Namo Buddha,  Nel monastero si trovano anche il Shechen archivi e la Tsering Art School.

In Dordogna ci sono quattro centri di insegnamento buddhista, due appartengono alla tradizione Nyingma e due alla tradizione Kagyu, il centro di ritiri di Chanteloube si rifa alla tradizione Nyingma. Nel 1991 il Dalai Lama è andato al centro Chanteloube, e anche Dilgo Khyentsé Rimpoché una delle luci del buddhismo del XX secolo, un maestro tra i maestri, e maestro anche del Dalai Lama.

Paul Ekman, uno degli specialisti mondiali dello studio delle emozioni, ha incontrato il Dalai Lama diverse volte. la prima volta in occasione dei seminari di Mind and Life.

Matthieu Ricard ha partecipato alle ricerche di David Perlman e Antoine Lutz nel laboratorio di Richard Davidson all'università del Madison.  Ha partecipato anche alle ricerche di Tania Singer all'istituto Max Planck di Liepzig.  Ha instaurato anche un dialogo con Francisco Varela.
E' stato invitato alle Nazioni Unite per discutere sul Benessere nazionale lordo proposto dal Bhutan.
Francisco Varela ha organizzato un incontro sulle emozioni distruttrici con Matthieu Ricard, Richard Davidson, Paul Ekman, Daniel Goleman, Alan Wallace ed altri eminenti studiosi.
Antoine Lutz del centro di ricerca INSERM di Lione e Gael Chetelat del centro di ricerca Cyceron per la commisisone europea, nell'ambito dle progetto Silver Santé, studiano l'influenza del modo di vita e della pratica della meditazione sull'invecchiamento, il risultato è stato che il cervello dei meditanti presenta delle caratteristiche equivalenti a persone più giovani di 15 anni.
 
Considerazioni di Matthieu Ricard prima di impegnarsi sul cammino buddhista:
"Pertanto qualche cosa mi mancava, c'era un vuoto in me che né i valori  né gli obiettivi di vita che ci propone la cultura occidentale contemporanea potevano riempire. Mi mancava un modello di vita coerente e una orientazione chiara per dare un senso alla mia vita. L'incontro con persone eccezionali, mi ha lasciato perplesso, sembrava non esserci una correlazione tra la genialità di queste persone e il fatto di comportarsi come buoni esseri umani. L'intelligenza, la creatività e il sapere non avevano alcun legame diretto con la benevolenza, il benessere, ecc.  Quello che sentivo era una mancanza di coerenza tra le mie aspirazioni più profonde e il modo in cui conducevo la mia esistenza."
"Da quando ho scelto di mettermi sul cammino buddhista, non so se sono sempre in vacanza, oppure no, Vivo di giorno in giorno. Sia che mi consacro alla pratica spirituale o che lavoro ad un progetto qualsiasi, non c'è per me nèsabato nè domenica. Faccio quello che mi appassiona, mi sta a cuore, senza contare i miei sforzi, ma al mio ritmo".

 Risorse, libri, documentari:

  • Dict de Padma, un libro sulla vita di Padmasambhava, il secondo Buddha colui che portò il buddhismo in Tibet.
  • Viaggio di una parigina a Lhasa, Milarépa, le yogi-poète tibétain, Il Tibet sconosciuto. Magia d'amore e magia nera, Mistici e maghi del Tibet, libri di Alessandra David-Neel,  
  • Kangyour, sono 103 volume che contengono l'integrità dell'insegnamento del Buddha tradotto in tibetano nel IX secolo.  Tripitaka ( i tre canestri) in tibetano Kangyour sono i volumi del canone buddhista
  • Tengyour, i commenti dei discepoli indiani agli insegnamenti del Buddha.
  • Le chemin de la Grande Perfection di Patrul Rimpoché, è uno dei testi di riferimento per chi inizia il percorso spirituale buddhista.
  • Le vagabond de l'Eveil, biografia di Patrul Rimpoché,
  • Le Message des Tibetains, di Arnaud Desjardins,  documentario e libro 
  • Human, un  film di Yann Arthus-Bertrand, si compone di una raccolta di storie e immagini del nostro mondo,
  •  Il Dalai Lama consiglia i testi di Nagarjuna, Aryadeva, Asanga, Chandrakirti, Shantideva, che vissero in India tra il I e il VII secolo e che sono i più grandi pensatori della storia. In Tibet centinaia di commenti furono formulati per approfondire la visione filosofica formulata da questi testi. Questi studi sono un fondamento indispensabile alla pratica contemplativa,
  •  La vita di Milarepa di Chogyam Trungpa, nel testo sono descritte le grandi prove che Milarepa affrontò prima di ricevere la grande iniziazione maha-abhisheka del buddhismo Vajrayana, necessaria a percorrere rapidamente il cammino del Risveglio. L'iniziazione porta a maturità le potenzialità del discepolo e gli permette di attualizzare la natura di Buddha che è in lui.
  • Tenzin Norgay è lo sherpa che aveva conquistato l'Everest per la prima volta, insieme a Edmund Hillary ed era discepolo di Kangyour Rimpoché.
  • Henri Cartier-Bresson si impegna pienamente nel percorso buddhista all'eta di novant'anni.
  • Gourou Padmasambhava, il maestro che introdusse il buddhismo in Bhutan nel VIII secolo.
  • Monte Kailash (estremo Ovest del Tibet), la montagna venerata da indù, jainisti e buddhisti. Sulle pendici di questo monte ci sono le grotte dei più celebri eremiti: Milarepa,  Shakbar,
  • Pema Lingpa, lo scopritore di tesori spirituali nel XIV secolo.
  • Au Coeur de la compassion, il testo contiene le Trentasette stanze sulla pratica dei boddhisattva, L'essenza della saggezza primordiale. 
  • Il tesoro delle preziose qualità di Jigmé Lingpa espone la via graduale del buddhismo tibetano secondo la tradizione Nyingmapa. 
  • Yeshe Lama, l'insuperabile saggezza primordiale, il principale insegnamento del grande maestro Jigmé Lingpa sulla Grande perfezione, sulla natura dello spirito.
  • L'esprit du Tibet, documentario realizzato da Matthieu Ricard sulla vita di Khyentsé Rimpoché   https://www.youtube.com/watch?v=Jg2DM0vNqYo   https://www.youtube.com/watch?v=vlupv8YoG8A
  • Moines danseurs du Tibet. Libro di fotografie di Matthieu Ricard
  • Himalaya buddhista,  Libro di fotografie di Matthieu Ricard  
  • The life of  Shakbar. The autobiography of a tibetan yogi. La regione natale di Shakbar è l'Amdo.
  • Olivier e Danielle Follmi hanno creato HOPE (himalayan Organization for People & Education
  •  Andréé Fatras, è unao dei pionieri della fotografia degli animali.
  • A Damasco si trova la tomba del grande sufi Ibn Arabi.
  • Francois Jacob, ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 1965
  • Il Tibetan Institute of Higher Studies a Sarnath, è un ramo dell'università di sanskrito di Varanasi.
  • Il Tsering Art School, è la scuola d'arte al monastero Schchen in Nepal.
  • Cervello e meditazione, libro scritto da Matthieu Ricard e Wolf Singer direttore dell'istituto Max Planck di Francoforte.
  • Saggezze antiche, mondo moderno,   Al di là delle religioni, in questi testi il Dalai Lama propone una etica secolare o universale, benefica per tutta l'umanità. 
  • L'arte del benessere, libro scritto dal Dalai Lama e Howard Cutler, dove si afferma che il benessere è lo scopo dell'esistenza.  
  • Chemins spirituels, una piccola antologia dei testi tibetani più importanti, scritta da Matthieu Ricard.
  • Comment construire un mondo più altruiste, raccontato da Matthieu Ricard https://www.youtube.com/watch?v=Exgd5piE20w
  • Lumière, rire du ciel, un album con le opere e la biografie di Yahne Le Toumelin, la madre di Matthieu Ricard.
  • La citadelle des neiges, una piccola favola spirituale di Matthieu Ricard

Piccolo glossario:

  • Il nome tibetano di Matthieu Ricard è Konchog Tendzin,  ossia colui che detiene l'insegnamento dei tre gioielli.
  • Thoukdam, la meditazione del dopo vita, che dura circa cinque giorni, 
  • Mahasiddha, sono i saggi realizzati del passato, i grandi yogi realizzati
  • Gao piccola reliquia in argento,
  • Kata, la sciarpa bianca, 
  • Bardo il periodo della coscienza che transita tra la vita e la morte ed ha una durata di 49 giorni,
  • Kundum, appellativo del Dalai Lama che significa presenza,
  • Manjoushri, il buddha della conoscenza,
  • Termas sono tesori spirituali,
  • Tsa-tsa sono piccoli stupa in miniatura,
  • Dzong fortezze, di cui una parte ospita un monastero,
  • Terton scopritore di tesori spirituali,
  • Pong-dag puro abbandono di tutti i propri beni,
  • Dakini sono deità femminile,
  • Terma è un tesoro spirituale rivelato,
  • Tsaglis, sono miniature che rappresentano le deità del buddhismo tibetano
  • Tulkous considerati la reincarnazione di un maestro spirituale defunto
  • Khempos equivalente a dottore in filosofia.
  • Naga, un essere metà uomo e metà serpente.
  • Vajra, piccolo scettro a cinque punte che simbolizza la trasformazione dei cinque veleni mentali: rabbia, desiderio-attaccamento, ignoranza, orgoglio e gelosia in cinque saggezze tra cui la compassione,  campana simbolo della vacuità dei fenomeni,
  • Phurba, piccolo oggetto rituale a forma di spada a tripla lama simbolizzante il potere delle tre saggezze primordiali:  tagliare i tre principali veleni mentali che sono la rabbia, il desiderio-attaccamento, l'ignoranza.
  • I cinque dhyani buddha simbolizzano i cinque aspetti della saggezza primordiale: la saggezza della dimensione assoluta, la saggezza simile ad uno specchio, la saggezza dell'uguaglianza perfetta, la saggezza del discernimento di tutte le cose, la saggezza realizzata.

venerdì 28 gennaio 2022

Il significato del mantra AUM

 La sacra sillaba AUM e il suo significato.

Molti, per un motivo o per un'altro nel loro percorso spirituale si ritrovano a pronunciare la sacra sillaba 'AUM' o 'OM'.  In realtà essa non è altro che la trasposizione del suono originario dell’universo nel suo procedere e attuarsi, che permea il cosmo in tutte le sue manifestazioni.
La Mandukya Upanisad parla dell'identità tra Atman individuale e Brahman ed associa l'Assoluto con la sillaba sacra Om, nella quale tutto l'universo è compreso. L'Atman-Brahman ha quattro modi di essere, corrispondenti ai quattro stati della coscienza umana. Agli stati di veglia, di sonno con sogni, di sonno profondo, viene infatti aggiunto un quarto stato, turiya. 
 
La sillaba Om è tutto l'universo.  Il passato, il presente, il futuro: tutto ciò è compreso nella sillaba Om. E anche ciò che è al di là del tempo,  è compreso nella sillaba Om. 
Infatti ogni cosa è il Brahman; l'Atman (il Sé)  è il Brahman. Questo Atman ha quattro modi di essere.
- Vaisnavara che abita lo stato di veglia e si ha la conoscenza delle cose esteriori,  è la prima lettera, A: poiché è sempre presente ed è la prima. Colui che comprende questo precetto realizza ogni suo desiderio ed eccelle in tutto.
- Taijasa che abita il sogno e si ha la conoscenza delle cose interiori,  è la seconda lettera, U: poiché vicino al supremo è il punto intermedio. Colui che comprende questo precetto supera i limiti della sua conoscenza e acquista l’equanimità verso tutti gli esseri. Dalla sua famiglia nascono solo conoscitori del Brahman.
- Prajna che abita il sonno profondo è la lettera M, terza lettera della sillaba AUM, poiché è il limite dell’essere, dove tutto giunge al riassorbimento. Colui che comprende questo precetto segna il confine estremo di tutto e tutto assorbe in sé. E' quando si è raggiunta l'unità, si è costituiti soltanto di conoscenza, soltanto di gioia.
- Quello che è privo di suono o lettera è il quarto, Turiya, al di là della comprensione ordinaria, al di là del mondo fenomenico, il benevolo, il non-duale. 
Dunque l’Om è propriamente il Sé. Colui che comprende questo insegnamento consegue il Sé.  
Quando si trova in questa condizione, l'Atman è il signore di tutto, è l'onnisciente, è il reggitore interno, è il principio di tutte le cose, poiché è l'origine e la fine delle creature.
Si considera come quarto modo di essere quello che è privo di conoscenza delle cose interiori, privo di conoscenza delle cose esteriori, privo della conoscenza di entrambe. Esso non è costituito soltanto di conoscenza, non è conoscitore né non conoscitore. Esso è invisibile, inavvicinabile, inafferrabile, indefinibile, impensabile, indescrivibile, ha come caratteristica essenziale di dipendere soltanto da se stesso; in esso il mondo visibile si risolve, è serenità e benevolenza, è assolutamente non duale. Esso è l'Atman: esso deve essere conosciuto.
 
Così la sillaba Om è in verità l'Atman nei suoi quattro stati. Colui che così conosce penetra nel sé assoluto con il sé individuale.
Tutto è contenuto nella sillaba Om. La spiegazione che segue ne concerne l’esperienza diretta. Il passato, il presente e il futuro non sono altro che la sillaba Om. Quello che trascende la triade temporale, a sua volta, è l’Om.
OM! Chanti! Chanti! Chanti!

Annie Besant

 Annie Besant (1847-1933), nata Wood, è stata un'attivista, saggista, femminista, esoterista, socialista, libera pensatrice,  e teosofa britannica. 

Fu una sostenitrice dei diritti delle donne e prese parte alla lotta dei lavoratori prima di dirigere la Società Teosofica.  Si è battuta per la libertà e l'autodeterminazione dei popoli ed in modo particolare del popolo irlandese e indiano. Fu un'autrice prolifica con oltre trecento libri e opuscoli al suo attivo tra cui numerosi scritti esoterici. Come pedagogista, i suoi contributi includevano l'essere stata, uno dei fondatori della Banaras Hindu University. .

Nel 1889, scrisse una recensione sulla Dottrina Segreta di Helena Blavatsky, e ciò la avvicinò alla teosofia, da cui attinse per dare risposte alle sue aspirazioni metafisiche e spirituali. La Società Teosofica prese forma il 7 settembre 1875, sotto la spinta di Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) e il colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907). Gli obiettivi centrali della società furono stabiliti ed erano i seguenti:  1 - formare un nucleo di una fratellanza universale dell'umanità;  2 - studiare religioni, filosofie e scienze comparate;    3 - indagare le leggi inspiegabili della natura e i poteri psichici latenti nell'uomo. Il motto che caratterizzava la Società Teosofia era il seguente "Non c'è religione più alta della Verità".

Divenne una delle leader della Società Teosofica. Nel 1893, si trasferì in India, dove aveva sede la società. Lì, insieme a Charles Webster Leadbeater (1854 - 1934) preparò spiritualmente Krishnamurti, che era considerato dalla Società Teosofica il nuovo Messia. La Teosofia, credeva nella figura di un messia o maestro del mondo, corrispondente alla figura tradizionale hindu dell'avatar. Una persona deifica inviata nel mondo in certi momenti cruciali per vegliare sull'alba di una nuova era religiosa.  Krishnamurti, comunque, respinse queste affermazioni; nel 1929, lasciò la Società Teosofica e cominciò a girare il mondo facendo conferenze. Annie Besant assunse la direzione della Società Teosofica nel 1907 e rimase in carica fino alla sua morte .

Annie Besant ha sostenuto l'autodeterminazione e l'indipendenza dell'India attraverso articoli, discorsi e attività educative, pubblicò anche un giornale chiamato "Nuova India" e tenne alcune conferenze intitolate "Wake up India". Queste attività spinsero le autorità britanniche a metterla agli arresti domiciliari nel 1917. Nello stesso anno, Annie Besant fu eletta presidente del Partito del Congresso Indiano e questo fu probabilmente il più grande onore che ricevette nella sua vita.   Dopo la prima guerra mondiale Gandhi cominciò ad assumere la  leadership del movimento per l'indipendenza dell'India. La Besant si allontanò gradualmente da Gandhi e dedicò gli ultimi anni della sua vita alla teosofia.

lunedì 24 gennaio 2022

Geopolitica e storia dello yoga

Nel suo libro, Dal Bikram ai Beatles, dall'LSD alla ricerca del sé: storia di una conquista, la giornalista Marie Kock dipinge un ritratto di questa ricca disciplina che è in definitiva molto lontana dalla presunta tradizione indiana plurimillenaria. Lo yoga è altamente raccomandato dal primo ministro indiano, Narendra Modi. Il leader nazionalista indù, facendosi filmare nella posizione dell'albero o del cammello nel suo giardino, sta in realtà promuovendo uno yoga di posture, in voga in Occidente all'inizio del XX secolo, e reso popolare negli Stati Uniti. Uno yoga che alla fine è abbastanza lontano dalle sue origini indiane.
Lo yoga oggi, non è solo una spiritualità o una disciplina, è un prodotto della storia e della globalizzazione, che lo hanno trasformato nel corso dei secoli. Il libro di Marie Kock offre un approccio geopolitico e storico dello yoga.
Il primo mito è quello delle origini. La scoperta negli anni 1920 da parte del giovane archeologo britannico, John Marshall, di una pietra che mostra un uomo seduto a gambe incrociate circondato da tigri, elefanti e rinoceronti, ha fatto pensare a lungo che lo yoga esiste da tempo immemorabile. Si pensa che la pietra in questione risalga a circa 2.400-2.500 a.C. e che rappresenti Shiva, considerato il primo degli yogi.    Ma un lavoro recente, in particolare quello di Mark Singleton, mette in dubbio questa versione di uno yoga originale che è sopravvissuto nei secoli inalterato. Secondo questo accademico, spiega Marie Kock, "noi non pratichiamo uno yoga che ha diverse migliaia di anni, ma uno yoga che è mutato attraverso le epoche e secondo i contesti sociali, storici e geografici in cui si è sviluppato".
Nel più antico trattato di yoga conosciuto,  Yoga Sutra di Patanjali, scritto tra il 200 e il 500 a.C., si parla molto poco di posture. Fu solo molto più tardi, nei secoli XVIII e XIX, che apparvero le posture così frequentemente associate allo yoga.
Patanjali prevedeva questa disciplina soprattutto come una scuola filosofica. Lo yoga è definito come "l'arresto dei cambiamenti mentali", quelli che disturbano la conoscenza del sé o della realtà.
Lo yoga come si è diffuso in Occidente è nato in realtà nel 1924 in una scuola di Mysore (Stato di Karnataka) diretta da Tirumalai Krishnamacharya, che fu il primo a insegnare uno yoga composto da posture, esercizi di respirazione e meditazione. "Ha reso lo yoga accessibile a tutti, riproducibile e quindi esportabile", scrive Marie Kock.
Molti dei suoi discepoli lo esportarono in Occidente, liberandolo da ogni riferimento religioso o spirituale. È negli Stati Uniti, e in particolare a Los Angeles, che lo yoga è diventato globale. Così facendo, la scuola filosofica e la pratica spirituale dello yoga furono trasformate in una disciplina posturale e fisica.
L'ultimo passo di questa globalizzazione è la Giornata Mondiale dello Yoga, istituita il 21 giugno dall'ONU nel 2015 su iniziativa di Modi.  "Lo yoga è un contributo molto prezioso dato dal nostro paese, dalla nostra tradizione, al mondo. Lo yoga simboleggia l'unità di mente, corpo, spirito e azione. È un mezzo per entrare in comunione con il mondo e con la natura", ha spiegato il leader indiano davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2014. Con questa iniziativa, il leader indiano recupera un patrimonio che è sfuggito all'India e lo trasforma in uno strumento di "soft power" che proietta l'immagine di un paese in armonia con la natura, che promuove la pace e contribuisce al benessere degli abitanti del mondo.
Nella Giornata Mondiale dello Yoga, decine di migliaia di praticanti siedono effettivamente in file su tappetini, i loro corpi irreggimentati da questo progetto politico.
Questo è molto lontano dallo yoga come disciplina spirituale.
Ciò che è meno noto è che il signor Modi ha anche trasformato lo yoga, associato nel Paese a una pratica religiosa, in un progetto per stabilire l'egemonia indù in India.
L'estremista indù Yogi Adityanath, leader dello stato dell'Uttar Pradesh, ha detto ad alta voce ciò che pensano i nazionalisti indù, invitando coloro che rifiutano di praticare la posizione del "saluto al sole" a "lasciare l'India o annegare negli oceani".

In India, l'armonia dello yoga è quindi da mettere in prospettiva.
Patricia Sauthoff, un'accademica americana, lo sa bene. Nel libro di Marie Kock, racconta come il suo corso "sulla storia e la politica dello yoga" all'università di Nalanda, nel Bihar, sia stato bruscamente sospeso quando è subentrato un vice-cancelliere delle file estremiste indù. "Sono rimasto stupito nell'apprendere che un corso sulla 'politica dello yoga' fosse tenuto da uno straniero. (...) Il corso è stato abolito", ha twittato Ram Madhav, il segretario generale del partito di governo indiano BJP.  Gli yogi nazionalisti indù non hanno i chakra più aperti del mondo. La giornata internazionale dello yoga diventa globale.

Il primo ministro indiano Narendra Modi la sta trasformando in uno strumento di diplomazia culturale, trasmesso sui social network. Posture del loto, dell'albero, del guerriero o del cobra... il pianeta è  chiamato ad allungarsi il  21 giugno in occasione della  giornata internazionale dello yoga.
Nell'ultima giornata dello yoga più di 5.000 sessioni di gruppo sono state tenute nelle prime ore del mattino in India.  Nella capitale, Nuova Delhi, più di 10.000 persone si sono iscritte per sfidare i livelli nocivi di inquinamento e il forte calore.  "Esorto le persone di tutto il mondo ad abbracciare lo yoga. Esorto anche le persone a condividere le gioie dello yoga con gli altri insegnandolo, soprattutto ai giovani d'oggi. In questo modo, possiamo creare un pianeta più sano", ha detto Narendra Modi sul suo account.
Da quando è salito al potere nel 2014, il primo ministro ha fatto della promozione dello yoga uno dei punti principali della sua politica culturale. L'India, con una popolazione di 1,25 miliardi, ha ora un ministero di questo hobby rilassante e delle medicine tradizionali, come l'Ayurveda.
Questa disciplina tradizionale indiana, che è sia spirituale che fisica, è stata elencata come patrimonio mondiale dal 2016.   Un evento globale "Lo yoga viene dall'India e ora è celebrato in tutto il mondo. Così ora il mondo è consapevole del potere dello yoga", ha detto un impiegato che è venuto a partecipare a una sessione all'aperto a Nuova Delhi.
Da Parigi a Tokyo, la giornata è stata celebrata, in misura minore, dagli appassionati di yoga di tutto il mondo. In Birmania, dove la classe media emergente si sta facendo strada dopo decenni di isolamento sotto la giunta militare, circa 300 persone hanno posato su stuoie colorate sullo sfondo dell'iconica pagoda Shwedagon di Rangoon.  A Tokyo, un'ottantina di persone, per lo più sessantenni e settantenni, hanno partecipato a una sessione di yoga al tempio Zojoji, un edificio rosso a un piano all'ombra della Tokyo Tower. 
Lo Yoga nel 21° secolo è caratterizzato da relax, lusso e bellezza  e sta seducendo i ricchi abitanti delle città che aprono i loro chakra in studi di design e abiti chic. Oggi, si assiste ad una commercializzazione della disciplina, completamente agli antipodi della sua filosofia originale.

Questa intervista è stata originariamente pubblicata su Le Monde des religions, settembre 2019.

Libri.

  • Dal Bikram ai Beatles, dall'LSD alla ricerca del sé: storia di una conquista, di Marie Kock, 2019
  • Le corps retrouvé, quête moderne de l'homme occidental, video documentario
  •  La Yoga-thérapie, Lionel Coudron.

"No, lo yoga non è una tradizione che è rimasta immutata per migliaia di anni

Yoga, una storia mondiale. Da Bikram ai Beatles, dall'LSD alla ricerca di sé: la storia di una conquista.  Un libro scritto da Maria Kock e pubblicato nel 2019.
Lo yoga non è un'arte ancestrale ereditata dalle profondità del tempo, ma una disciplina (re-)inventata appena un secolo fa. Questa è la tesi iconoclasta sviluppata dagli storici anglosassoni e ripresa dalla giornalista Marie Kock.  

L'entusiasmo per lo yoga oggi viene definito come un "boom", un "fenomeno", un "picco". Due milioni e mezzo di persone praticano lo yoga in Francia. Trecento milioni nel mondo.
Maria Kock, è una giornalista e fa parte di questa massa in costante espansione e pratica yoga da dieci anni. Lo insegna da due anni. A Parigi, in India o in California, si pratica uno yoga che è un misto di filosofia indiana, posture a volte spettacolari e promesse di serenità e di una vita migliore ispirate da tecniche di sviluppo personale. Questo assemblaggio standard è presentato ovunque come yoga tradizionale, come la sopravvivenza di un'arte e di una saggezza che risale a migliaia di anni fa.
Eppure lo yoga che pratichiamo oggi è uno yoga moderno, vecchio di appena cento anni, concepito per soddisfare i bisogni dell'Occidente e per esservi esportato. I guru indiani portarono lo yoga in Occidente per rivalorizzare un sapere e una pratica che era in declino nel loro Paese.  L'autrice riporta, nel libro, la storia affascinante e poco conosciuta della conquista del mondo da parte dello yoga che include le operazioni di seduzione a Hollywood, il nazionalismo indiano e il rapporto con Dio e tutto  il business che gira intorno allo yoga.

Intervista di Jérémy André a Maria Kock pubblicata il 30 agosto 2020.

Perché la storia dello yoga è così poco conosciuta?   In primo luogo, perché è inquietante per molti praticanti, che preferiscono la versione semplificata di una pratica millenaria che è arrivata fino a noi immutata.  Molti yogi vogliono fondamentalmente far parte di una disciplina "magica" e quindi non hanno bisogno di guardare la storia. Poi ci sono tutti quelli che non praticano, come la maggior parte degli storici, e che spesso considerano lo yoga come qualcosa di futile, non degno di una storia critica. Anche se è una storia molto interessante, un esempio della globalizzazione di un oggetto culturale, come la pizza napoletana o il tango argentino. In ogni caso, si tratta di fenomeni che sono caduti in disuso e sono stati esportati negli Stati Uniti, semplificati, ai quali è stato costruito un mito delle origini, e che hanno conquistato il pianeta. 

In che modo l'immagine di autenticità dello yoga è spesso fuorviante?
Prima di tutto, dal termine stesso "yoga". Il boom dello yoga ha dato l'impressione che ci sia un solo yoga. Infatti, comprende molte realtà diverse, dalle pratiche meditative alla ginnastica tonica al canto dei mantra...   Gli studi e gli articoli che esaltano i suoi benefici e ne parlano sempre come un'entità omogenea, contribuiscono a questa confusione. Ci sono anche immagini stereotipate: quella di una bella donna sulla quarantina, nella posizione del loto, in mezzo a un prato, che trova la sua pace interiore. Lo yoga è così rappresentato come uno stato, non come una disciplina o principi morali.

 Qual è per lei il problema di questa pseudo-autenticità?  
  Ciò che mi ha spinto a scrivere questo libro sono questi centri che mettono in scena un folclore di saggezza orientale, per esempio con una statua di Buddha, e vendono succhi esotici e magliette con il logo del centro... Il tutto è talvolta accompagnato da un menu "best of" della spiritualità mondiale, dall'induismo, il buddhismo, gli acchiappasogni e il neo-sciamanesimo. L'ultimo è associare questa retorica dell'autenticità. È come se essere un "vero" epicureo si riducesse a indossare una toga e a bere del buon vino! Alcuni vendono lo yoga come uno stile di vita già pronto, la promessa immediata di trascendenza e di un corpo da sogno. Questo porta a dimenticare la dimensione della ricerca filosofica, a favore di un pensiero preconfezionato. Per esempio, la 'gratitudine', che è centrale nella pratica, diventa come certe parole negli affari, come 'dirompente': tutti la usano senza sapere cosa significa. Una tale ingiunzione alla "gratitudine" finisce per mettere un'enorme pressione sui praticanti, senza mai far loro raggiungere il vero obiettivo spirituale della pratica.

Lo yoga non esiste da migliaia di anni?  No, come lo conosciamo noi - la classe collettiva di yoga posturale, con il suo insegnamento da maestro ad allievo, non da maestro a discepolo - non ha più di un secolo. È vero, ci sono occorrenze della parola "yoga" in testi plurimillenari. Ma non aveva affatto lo stesso significato, designando qui un'etica di guerra, là un modo di imbrigliare i cavalli, altrove una forma di azione. Allo stesso modo, il famoso sigillo di Shiva, rappresentato seduto a gambe incrociate, che è stato trovato nella Valle dell'Indo e risale al terzo millennio a.C., non è la prova che altre posture fossero praticate in quel periodo.  Infine, gli Yoga Sutra di Patanjali, che risalgono a circa 2000 anni fa, sono diventati un classico solo nel XX secolo. All'epoca della loro scrittura, era solo una filosofia molto minoritaria, tra molte altre che cercavano la liberazione. Prende la forma dei sutra, i "fili" in sanscrito. Il testo si presenta come una serie di aforismi, che sono i fili principali dell'insegnamento, che consiste nel ricamarci intorno.  Lo 'yoga' di Patanjali si riferiva a un maestro che insegnava ai suoi discepoli seduti intorno a una discussione filosofica. Era una setta filosofica, con pochi seguaci, che mirava a 'strappare il velo di maya', dell'illusione. I sutra codificano un modo di comportarsi nella vita per ottenere questo, uno yoga morale che è quindi molto diverso dal nostro. L'unica "postura" è allora la postura seduta della meditazione. Le prime posture dinamiche risalgono solo al XV secolo. Per quanto riguarda il saluto al sole, la sequenza di posture per eccellenza, è apparso veramente solo nel XVIII secolo.

Perché il Parlamento delle Religioni alla Fiera Mondiale di Chicago del 1893 è una data chiave nella globalizzazione dello Yoga?  Il 1893 segnò la prima volta che l'Occidente ricevette un "monaco indù", Vivekananda, un discepolo di Ramakrishna, uno dei principali maestri spirituali dell'India del XIX secolo. Vivekananda fu invitato come rappresentante dell'induismo, come un "pari", anche se molti cristiani credevano ancora che lo scopo dell'evento fosse quello di convincere i colonizzati a convertirsi. Ha tenuto un discorso che è stato un grande successo. Fino ad allora, gli indiani tendevano a scusarsi di essere "pagani". Ha detto che era lì per salvare spiritualmente gli occidentali. Inverte il paradigma della colonizzazione. Rimarrà negli Stati Uniti per alcuni anni, per dare insegnamenti spirituali. In una delle sue lettere, lui stesso dice di voler "fabbricare degli yogi".

Dove ha preso l'idea che lo yoga possa "salvare l'Occidente"? Prima di tutto, bisogna ricordare che con questo termine egli intendeva uno 'yoga' della conoscenza, un corso di filosofia indiana, e non ancora lo yoga posturale. Come molti saggi indù che all'epoca espatriavano in Occidente, Vivekananda disse di aver risposto a una "chiamata", alle visioni nei suoi sogni. Era infatti a conoscenza dei dibattiti filosofici contemporanei sulla decadenza della civiltà europea? Il punto è che l'Occidente era pronto a sentire che era in crisi.

Quando è nato lo yoga posturale contemporaneo?  La sequenza classica delle posture, la sequenza della sessione e le lezioni di gruppo sono state sviluppate da Krishnamacharya, un maestro yogi che ha aperto una scuola a Mysore nel 1924, su richiesta del maharajah di questo regno dell'India del Sud. Anche se gli indiani non hanno sempre voluto riconoscerlo, preferendo presentare lo yoga come una disciplina puramente indiana, questa innovazione è influenzata dalla cultura fisica britannica e dalla ginnastica svedese. Prima, le posture che esistevano dal 18° secolo erano principalmente finalizzate a mantenere la postura di meditazione. Con Krishnamacharya, lo yoga divenne un'arte del corpo. Il maestro doveva addestrare la corte del maharajah, i principi, il che gli fece sviluppare uno yoga più bellicoso. C'è anche l'idea di rovesciare il dominio culturale occidentale, sviluppando la cultura fisica, corpi potenti, duttili, agili...   Infine, le sequenze renderanno lo yoga esportabile, democratico, traducibile, riproducibile, mentre prima era un insegnamento per iniziati, addirittura un sapere segreto.

Come si è radicato lo yoga in Occidente?    Dopo Vivekananda, molti maestri yogi vennero a stabilirsi in Occidente.  Il più importante fu senza dubbio Yogananda, che alla fine si stabilì in California nel 1924. Ha riconosciuto Los Angeles come la Benares [una città santa sulle rive del Gange spesso considerata la capitale spirituale dell'India] dell'America.  Los Angeles non era ancora la metropoli tentacolare che sarebbe diventata. Aveva una forte influenza "orientale", dato che i coolies che costruirono la ferrovia transcontinentale vi si stabilirono. Bisogna anche ricordare che negli Stati Uniti, Yogananda non era visto solo come un asiatico, ma anche come un nero. A Chicago, è stato anche vittima di copertine di riviste apertamente razziste. La California è più aperta. Il clima è migliore, la gente è interessata al corpo e alle filosofie alternative. Infine, Hollywood apre una sorta di avanguardia, un'alta società che non è conservatrice e che può permettersi di seguire gli insegnamenti dei guru. Sono il cinema e lo star system che permetteranno allo yoga di avere un'influenza mondiale. 

Lo yoga è stato inizialmente associato al movimento hippie, alla controcultura, e in particolare alle sostanze psichedeliche. Come ha fatto a staccarsi da questo e a diventare popolare?    Come per la meditazione, lo yoga si distingue con l'argomento della salute. Gli yogi cambieranno il loro vocabolario. Non si tratta più di cercare la "liberazione", ma la guarigione. Un passaggio di un documentario su Woodstock è particolarmente significativo. Un giovane intervistato spiega che con lo yoga ottiene gli stessi effetti degli psichedelici, LSD, DMT, psilocibina. E senza effetti collaterali! Lo yoga sta diventando uno strumento di "benessere", promosso dai club femminili. Il Kundalini yoga doveva essere coinvolto nella lotta contro la dipendenza.  Infine, lo yoga è sempre più presentato come una scienza. Più si esporta, più si cancella la sua dimensione religiosa. La rilettura della fisica quantistica da parte della New Age permette ad alcuni di rafforzare una garanzia scientifica. Se tutto è energia, lo yoga potrebbe agire a livelli che non comprendiamo.  A questo proposito, voi segnalate le stelle guru con discorsi pseudo-scientifici, o il "pensiero a vortice", talvolta tinto di cospirazione, di certi praticanti. Sì, ma non pensate che vi stia invitando a liberare lo yoga da tutto ciò che è religioso.  Lo yoga non è solo una filosofia o una religione. È un misticismo. Il suo successo è infatti parallelo alla messa in discussione della religione. Questo dimostra che per quanto vogliamo essere razionali, abbiamo bisogno di qualcosa che sia un po' al di là di noi. Dobbiamo riconoscere questa necessità. Nello yoga, continuiamo a mettere le mani in preghiera, a chiudere gli occhi, ad avere una forma di meditazione. Anche se in Francia, questo è ancora un po' più difficile. L'importante è far capire ai principianti che non c'è una sola verità sullo yoga. Ci sono diversi yoga. È un ambiente, con diverse cappelle. 

La globalizzazione dello yoga ha portato a diversi eccessi: eccessiva commercializzazione, proletarizzazione degli insegnanti, turismo di massa. Lo yoga non rischia di perdere la sua anima?
Non credo. Tutti questi esempi mostrano in primo luogo che, contrariamente a ciò che alcuni vogliono credere o far credere, lo yoga non è una tradizione che è rimasta immutata per migliaia di anni. In secondo luogo, lo yoga su Instagram racconta più Instagram che lo yoga.  Le classi da 35 euro nelle palestre alla moda dimostrano soprattutto che coloro che le frequentano non sono pronti per la rinuncia a cui lo yoga li invita..
Ciò che è più problematico è quando lo yoga è usato come un ripiego per evitare di mettere in discussione le istituzioni. Quando viene usato nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende... per far fronte allo 'stress' prodotto dalla violenza delle relazioni sociali o dalla distruzione dei servizi pubblici. Una lezione una volta alla settimana non compenserà mai uno spazio aperto dove le persone sono stipate come sardine.  Infine, ciò che preoccupa per il futuro è la proletarizzazione e la precarizzazione degli insegnanti. 
Con il successo attuale, c'è stata un'enorme ondata di insegnanti formati spesso troppo in fretta. La maggioranza ha tra i 25 e i 40 anni.  Cosa succederà quando saranno più grandi? Gli alunni spesso preferiscono un insegnante giovane, in forma e carino ad uno anziano. Questo probabilmente causerà molta disillusione.

L'onda #metoo ha riportato in auge i dibattiti sugli abusi sessuali di alcuni guru. Gli stupri e le aggressioni sono ancora un tabù nel business?  Gli scandali sessuali nel mondo dello yoga sono meno simili al caso Weinstein, che ai casi che coinvolgono i preti. C'è anche la questione del tradimento spirituale, che rende le cose particolarmente complicate. Inoltre, nel mondo dello yoga, la relazione con il desiderio è ambigua. Alcune pratiche possono eccitare l'appetito sessuale.     Tuttavia, bisogna capire che lo yoga dà spesso delle cose che bisogna imparare a lasciare andare. Uno dei passi prima del samadhi [assorbimento nell'assoluto, unione con Dio, l'ottavo e ultimo passo dello yoga secondo Patanjali] è normalmente il ritiro dei sensi.  Lo yoga tradizionale era più ascetico dello yoga di oggi. Dipende davvero dall'integrità degli insegnanti. Io stesso, se c'è uno studente che mi piace di più nella mia classe, sto attenta nell'aggiustare o correggere per non "approfittarne". Negli Stati Uniti, dove sono più avanti su queste questioni di consenso, ci sono diversi metodi che chiariscono quali confini gli studenti vogliono stabilire. Per esempio, l'insegnante chiede chi vuole essere regolato all'inizio. Oppure si mette un mattone sul tappeto per notificare discretamente che non si vuole essere toccati.

Ritiri di alto livello, lontano dagli ashram

Ritiri di altissimo livello, sempre più lontani dagli ashram,  combinano yoga, passeggiate, meditazione e filosofia in luoghi mozzafiato. Destinazioni soleggiate, hotel pieni di stelle e attività si mescolano in un gioioso miscuglio di yoga, escursioni, iniziazione alla meditazione, cucina sana e massaggi.  In questi mondi lussuosi, si esorta "a non negare le nostre emozioni, ma a lasciarle fluire attraverso di noi e ad osservarle". Lo yoga non è una bolla.  
 Questa versione glamour del buon vecchio ritiro di yoga in un ashram è in piena espansione. Le destinazioni sono soleggiate - Corsica, Sardegna, Baleari, Grecia, Provenza, Marocco, Costa basca e le associazioni offrono una pausa in luoghi sublimi agli abitanti della città che vogliono lasciarsi andare e fare un passo indietro..

In tutte le grandi città occidentali, gli studi di yoga e i centri di mindfulness stanno spuntando come Starbucks. A Parigi ci sono più di un centinaio di posti dove si può praticare yoga, un buon quarto dei quali ha aperto negli ultimi tre anni, a cui bisogna aggiungere le mense salutari, i centri di meditazione e i negozi che vendono prodotti come tappetini, vestiti e altri accessori per la pratica.   Un tempo rivolti a una clientela percepita come baba cool, questi luoghi ora si rivolgono ai trendy, ai borghesi snob, ai ricchi e si fanno pagare di conseguenza: 20 euro per mezz'ora di meditazione, da 25 a 30 euro per un'ora di lezioni di yoga di gruppo. A questi prezzi, lo yoga si pratica in studi eleganti dal design raffinato, luci soffuse, tappetini colorati, a volte famosi vicini di tappetino, un'atmosfera piena di oli essenziali, spogliatoi pieni di cosmetici biologici.    A questo movimento glamour dello yoga a Parigi, fa parte il Tigre Yoga Club, il tempio dello yoga chic che riunisce decine di pratiche, in luoghi sublimi che sono allo stesso tempo "un club del benessere, un centro di yoga e meditazione, uno studio di pilates, un istituto di massaggi, un bar biologico e vegano, e un accogliente e caldo salotto-biblioteca".  I responsabili di questi centri non credono che queste pratiche siano una moda, ma un "profondo cambiamento nello stile di vita" e concludono dicendo  "la pratica dello yoga non fa male a nessuno".  Il che non è sempre vero.

Un altro fenomeno è la straordinaria impennata di ritiri, studi e corsi di formazione per diventare insegnante di yoga. Adesso si ottiene un certificato e si diventa insegnante di yoga dopo un corso di un mese. Alcuni yoga dinamici sono diventati molto popolari, come l'Acroyoga, lo Strala Yoga, il Very Intense Hip-Hop Yoga.  In questa corrente troviamo anche yoga orientati alla performance, come il  Warriors Yoga. Gli allievi/e fanno contorsioni, i loro corpi sono modellati in leggings colorati con tagli sofisticati e sensuali. I loro vestiti alla moda costano svariate centinaia di euro.    E' questo il periodo dell'avvento di "instayogi", queste star dei social network trasformate in insegnanti di yoga (o il contrario) sono numerosi nel postare foto sublimate delle loro posture accompagnate dall'inevitabile gibberish (incomprensibili) messages new age ("prendi le tue occasioni", "cogli l'attimo", "tieni il tuo cuore" e hasthags #chakra #strongspirit #eatclean #selflove).

I video che si trovano sui social di questi "instayogi" sono pieni di grandi spaccate, testa all'indietro, gambe in avanti, acrobazie tanto sofisticate quanto sensuali. Così l'immagine del guru indiano si è dissolta in quella della giovane donna tonica che si contorce in bikini a bordo piscina.
Oggi, essere alla moda, significa prendersi cura di se stessi.  I marchi l'hanno capito e hanno scelto come ambasciatori per le loro gamme di abbigliamento yoga, non degli yogi in pantaloni informi, ma delle giovani donne belle e sportive. Nike ha scelto Clotilde Chaumet. Adidas sta lavorando con Aria Crescendo e l'ex modella e conduttrice televisiva Clio Pajczer (138.000 followers su Instagram), che si descrive come "100% influencer e insegnante di yoga".
Questa iperestetizzazione dei corpi dei praticanti di yoga porta alla confusione tra gli studenti e le persone vogliono fare yoga per perdere peso o costruire muscoli, dimenticando l'aspetto meditativo della pratica. La ginnastica è un dispendio di energia mentre lo yoga serve a guadagnare energia.
Si va in palestra, si pratica lo yoga come se si appartenesse a un club. Ci sono comunque, i puristi che  come me, rimangono fedeli agli ashram degli anni 70.

Lo yoga è diventato borghese

Articolo tratto da  "Le monde" - 2020.

All'interno degli studi di yoga di Parigi, c'è anche un po' di competizione tra il crescente numero di insegnanti. Ci sono quelli, le cui classi sono piene, non appena si aprono le prenotazioni <, e gli "altri", dice un giovane insegnante di un club importante. Non sono necessariamente i migliori, ma attirano la gente. Aggiunge che il posto dell'insegnante è centrale nello yoga - bisogna fidarsi dell'insegnante per lasciarsi andare, per essere guidati da una voce - ci si può affezionare a loro come se fossero dei guru.  Ciò rende gli insegnanti di yoga veterani ed attaccati alla tradizione molto nervosi: ci hanno formato, ma fanno fatica ad accettare questa follia intorno allo yoga. "Ci hanno insegnato l'umiltà e si stupiscono quando, dopo solo un breve anno di formazione, cominci a comportarti come un guru o vuoi iniziare a dare lezioni di yoga."  - Tatiana Burstein, insegnante di yoga.

"Lo yoga è diventato borghese" secondo Caroline Bénézet, un'altra insegnante di yoga. Lo yoga è soggetto agli effetti della moda. Ad esempio il Bikram yoga, che era molto popolare qualche anno fa, ora viene vituperato. Accanto al performance yoga, altre pratiche hanno attirato l'attenzione dei media negli ultimi mesi. Ad esempio il Kundalini Yoga, fondato negli anni '60 a Los Angeles dallo Yogi indiano Bhajan, non è mai stato così chiacchierato. Caroline Bénézet, 45 anni, lo insegna. Alta, bella e molto carismatica, fa tintinnare con grazia i braccialetti d'oro che porta intorno ai suoi polsi sottili mentre parla. "Le tecniche vengono dall'India, ma Yogi Bhajan l'ha cucito per noi", spiega. Lo ha descritto come lo yoga per le casalinghe. L'ha detto senza giudizio, per significare che era davvero adatto all'Occidente. Le sue lezioni al Tiger e al Rasa Yoga sono piene di gente. Allo Studio Keller, i suoi studenti, sempre più numerosi, fanno la fila nel cortile. Questa "atmosfera da tappeto" la rende felice. Dopo tutto, spiega, lo yoga riguarda la meraviglia.   La troviamo da Mona, un locale temporaneo aperto da My Little Paris, in rue de Turenne, nel Marais, dove dà i suoi corsi. Vestita con una camicia leggermente larga su jeans grigi, non è truccata. "È vero che la kundalini ti rende molto luminoso, molto vibrante. Smetti gradualmente di truccarti, non ne hai più bisogno. Il respiro ha un effetto sul viso. In sei mesi, vedo le ragazze cambiare. Hanno guance rosee, brillano, la loro postura cambia, emanano una nuova aura. Le rende carismatici". Ex modella, Caroline Bénézet ha iniziato a fare yoga a New York quasi vent'anni fa. A quel tempo, "i miei occhi erano annebbiati", dice. Lo yoga l'ha trasformata. Ha completato la sua formazione al suo ritorno in Francia, trascorrendo del tempo nel villaggio di Les Pruniers, fondato nel Lot-et-Garonne dal maestro buddista vietnamita Thich Nhat Hanh.   Si rallegra di questo movimento che riempie le stanze. "Penso che più il mondo è disturbato, più la gente ha bisogno di rigenerarsi. Cerchi dentro di te qualcosa per liberarti. Uno spazio spoglio che esiste nonostante il caos che ti circonda. È necessario, altrimenti si viene schiacciati".

"Tutti vogliono avviare un'attività, tutti vogliono essere amati. Tutti vogliono essere insegnanti di yoga per salvare il mondo, per salvare Willy". - Mika de Brito, un altro insegnante di yoga. Il mondo è impazzito? Per Mika de Brito, è "la gente che è un po' pazza. Parlano tutti di benessere", osserva. Cosa esprimono veramente? "Non sto bene". Siamo in uno stato di malessere e dobbiamo ammetterlo. Tutti vogliono creare il loro business, tutti vogliono essere amati, tutti gridano: "Ma per favore, amatemi, amatemi, sono una brava persona!" Insegnante di yoga e figura riconosciuta e rispettata nel settore, "una star" per alcuni, questo spumeggiante uomo dai capelli scuri e dal fisico atletico, sempre con braccia e piedi nudi, descrive questa "frenesia" con feroce ironia. "Lo yoga è diventato borghese, sì". È diventato un oggetto di consumo come qualsiasi altro. Lo yoga come lo pratichiamo oggi non è mai esistito. Lo yoga non è mai stato praticato tra mezzogiorno e l'una. La meditazione non è mai stata insegnata per 50 euro, tra le 18 e le 19 tre volte alla settimana. Dicendo: "ti libererò chiedendoti di chiudere gli occhi e fissare i tuoi pensieri su un fiore'.   Convive anche con la glamourisation dello yoga, ma si rammarica della sua mercificazione. Spiega che se offrisse "gratuitamente" alle persone di venire a passare una settimana o un mese con lui nella "sua grotta" o in una foresta, tutti andranno nel panico, dicendo: "Ma come ci organizzeremo? E se qualcosa va storto, non abbiamo un'assicurazione? Sei pazzo, Mika!"  Così rinuncia, e offre corsi a 3.000 euro per cinque giorni, dove tutto è curato, dove il cliente è coccolato: ecco, allora il corso è pieno. "Siamo meno pronti per l'esperienza diretta, il rischio, la noia e il silenzio", si lamenta. Ma lo yoga è proprio questo. Prima di migliorare, bisogna attraversare le aree di disagio e contemplarle. Aggiunge che questo tipo di yoga non è una cosa seria, che il trucco è non farsi ingannare. Altrimenti, c'è un'altra tecnica di benessere, provata da Isabelle Huppert. Ha sentito parlare bene dello yoga, ma preferisce dormire.

Rilassiamoci facendo yoga

Il mondo moderno, con i suoi schermi e il sovraccarico di informazioni, ci costringe a volte a staccare la spina per pensare almeno una volta a noi stessi, per rifocalizzarci...   Sempre più operatori turistici propongono quindi soggiorni con yoga o meditazione inclusi, a prezzi non sempre abbordabili.  Vediamo qualche proposta..

Ad esempio la proposta "In India, sulle orme dei Beatles" a Rishikesh. Questa città di 100.000 anime nel nord dell'India, nel cuore dell'Uttarakhand, è considerata la capitale mondiale dello yoga. Un titolo autoproclamato che compete con Mysore in Karnataka. Secondo la mitologia indù, questa città, una delle sette sacre del paese, sarebbe la "Porta della terra degli dei", il passaggio per raggiungere il Paradiso, con un avvertimento però, evitando gli pseudo guru. Ogni anno, dal 1999, organizza un Festival Internazionale di Yoga, ormai molto popolare, durante la prima settimana di marzo. Ma la sua fama risale alla fine degli anni '60, quando i Beatles soggiornarono nell'ashram Chaurasi Kutia, il luogo stesso dove scrissero il loro famoso White Album e forse anche alcune delle canzoni di Abbey Road.
Oggi il bellissimo hotel Ananda In The Himalayas (
Anandaspa.com)  offre lezioni di yoga tradizionale di gruppo e individuali con insegnanti solitamente formati alla Bihar School of Yoga di Rishikesh. Le p osizioni di yoga sono associate ad esercizi di pranayama (respirazione per controllare l'energia) e la meditazione.

Altro esempio è la proposta 
"Yoga nei Paesi Baschi, tra passeggiate e meditazione". Vincent Fontvieille, cofondatore con Gérard Caubet di La Balaguère (Labalaguere.com ), un tour operator specializzato in escursioni e viaggi a piedi, propone un'escursione yoga nei Paesi Baschi che, in sei giorni, porterà i partecipanti dalla cima Mondarrain a Saint-Jean-Pied-de-Port (Pyrénées-Atlantiques) attraverso il monte Ursuya, le creste di Iparla, Munhoa e i pendii erbosi delle Peñas de Itsusi. Prima sessione di yoga al mattino. L'ultima al tramonto. Chi lo desidera può meditare dopo cena. I percorsi sono davvero facili e non è nemmeno necessario essere esperti di yoga.

Un altro esempio è la proposta di fare "yoga in Sudafrica", nella Satyagraha House a
Johannesburg; che è sia una guest house, che un museo in memoria di Gandhi. Se l'associazione tra l'India e lo yoga sembra ovvia, lo yoga e il Sudafrica sembra più improbabile...  Comunque questa casa storica,  fu abitata dal giovane avvocato e futuro Mahatma dal 1908 al 1909. Fu qui che sviluppò il suo concetto di resistenza passiva, satyagraha in sanscrito. Appena entrati, il luogo emana serenità... un piccolo parco piantato con speci endemiche ospita otto stanze individuali, la casa principale e il museo.  
Va notato che questa casa, di proprietà di Voyageurs du monde, corrisponde alla filosofia del tour operator: qui, nessun profitto sui ritiri. Il denaro speso dai viaggiatori viene utilizzato per gestire la casa, pagare gli stipendi, e il resto viene donato a un'associazione. Voyageurs du monde offre anche un tour gandhiano più esteso che ti porta dal Waterberg a Città del Capo, con sessioni di yoga e safari.

Altra proposta è quella di "Meditare di fronte alla baia di Porto-Vecchio" in Corsica. Si tratta di una collaborazione tra l'hotel-ristorante La Plage-Casadelmar, nella baia di Porto-Vecchio, nel sud della Corsica, e Les Merveilles (Lesmerveilles.fr/), una "piattaforma di viaggio creativa", che organizza soggiorni vari. Lo slogan è il seguente: "Essere connessi al territorio attraverso lo yoga e la meditazione aiuta il corpo a viaggiare meglio".  In programma ci sono due meditazioni al giorno, due sessioni di yoga (quattro ore in tutto), una dinamica al mattino, una rilassante alla sera. Ogni sessione inizierà con il rilassamento e la meditazione. Poi massaggi ed escursioni nel cuore della macchia corsa per scoprire la flora e le sue fragranze. Si accettano yogi di tutti i livelli.

Un altra proposta, insolita è un "viaggio introspettivo in Israele", nel cuore del deserto.  Il turismo in Israele è spesso limitato a pochi siti importanti: Gerusalemme e i luoghi santi, Tel Aviv e le sue spiagge, Eilat e la Galilea... Il Negev rimane un luogo di passaggio per chi vuole andare al Mar Rosso.  Tuttavia, questo bel deserto si presta alla meditazione e all'introspezione.  Dogood Yoga offre un pacchetto di lezioni di yoga all'Ezuz Desert Lodge. Il pacchetto include un'ora e mezza di yoga quotidiano all'alba (paesaggio magico), lezioni di meditazione, workshop di musica e trekking sulle dune.

L'associazione Merveilles (https://www.lesmerveilles.fr/), una "piattaforma di viaggio di esplorazione interiore", organizza ritiri di "Yoga e trekking" nelle Alpilles, a Formentera e in Toscana.   Qui non si tratta di digiunare o di bere del brodo. Nel menu della cena c'è una delicata purea di piselli con lenticchie e fiori commestibili, seguita da scorfano con bietole. L'olio d'oliva è, naturalmente, ultra-locale: le olive vengono dal giardino.  Degustazioni di vini naturali, accompagnate da discussioni con Jonathan Nossiter, regista del film Mondovino e sostenitore della biodinamica. Ogni partecipante al soggiorno riceve un massaggio da Jimmy Jarnet, una star del massaggio e del benessere a Parigi.  "Durante i nostri ritiri, offriamo morbidezza, ricreiamo un bozzolo. Proponiamo di avvicinarci alla gioia interiore".

La Pensée sauvage (https://lapenseesauvage.com/), organizza "soggiorni per cure personalizzate e tonificanti";  Pioniera nel suo genere in Francia, è stata lanciata nel 2004 con un primo centro nel Vercors. Ora porta i suoi clienti anche a Ibiza e Madeira, in Corsica e Svizzera.

 

Il grande Maestro indiano Gyanander spiega che cosa è lo yoga

Gyanander è un grande Maestro yoga che vive da molti a Perugia nell'ashram Casa Yog.   vedi link: https://www.casayog.com/             Nel testo seguente spiega che cosa è lo Yoga.

Lo yoga si impara dal maestro e non dai libri. Non si può iniziare un percorso spirituale senza un maestro, Il maestro che Gyanander ha avuto è stato Ciarandass (colui che è senza ego), il libro scritto da questo maestro è la Bhakti Sagar, e questo libro è stato ed è la guida del percorso di Gyanander.

L’uomo è di fronte a due vie: quella di indagare il mondo esterno attraverso la scienza e indagare sulla propria interiorità attraverso lo yog. I due aspetti, scienza e vita spirituale sono inscindibili ed in ogni caso per iniziare un percorso occorre staccare la mente dal mondo.   Un antico testo di yoga chiamato Hatha yoga pradipika al capitolo 4 verso 144 dice: "Se il prana non sale lungo la susumna nadi (in mezzo alla spina dorsale), se il prana e il bindu non sono fermi e se la mente trascesa non entra in meditazione, quella persona che parla di Yoga e di conoscenza spirituale dice bugie e falsità".

Yog è l’unione di due energie pran e apan (pran l'energia positiva che rappresenta la forza vitale di cui ogni atomo è imbevuto; e apana l'energia negativa che rappresenta le funzioni eliminatorie del corpo. Yog è l’unione di raj, l'energia maschile  e viriya, l'energia femminile.

La brocca è nell’acqua, quando si rompe la brocca l’acqua si mischia all’acqua, Lo yogi quando si disconnette dal mondo esteriore si dissolve nel sé universale. Senza lo yog non si può giungere alla sapienza e alla liberazione. In Occidente non si registrano grandi successi spirituali perché le conoscenze degli occidentali derivano dai libri e non dai maestri. Anche le Upanishad sottolineano l’importanza del maestro: "sono arrivati Dio ed il maestro ed io mi sono inchinato ai piedi del maestro". Il Guru è colui che dissolve le tenebre. La presenza di un Sat guru, un maestro illuminato è un buon Karam e senza diksha, la cerimonia di iniziazione,  non si potrebbe nemmeno iniziare un percorso spirituale. Dopo la cerimonia dell’iniziazione il maestro assegna un mantra al discepolo che potrà usare solo quello, quindi l’accettazione di un mantra diventa un atto di fede. 

Non c’è cosa più difficile al mondo che controllare la mente, senza il filo la mente perde stabilità, il mantra è il filo che controlla l’aquilone (la mente). Il massimo spreco energetico si ha quando la mente è impegnata in pensieri. Il mantra è lo strumento che spazza via i semi (sanskar) dal subconscio (chit). Il subconscio è una zona oscura, rappresenta gli strati più profondi della coscienza, il cui accesso è quasi impossibile. Tu sei libero di compiere le tue azioni ma non di cambiarne il frutto, il nostro destino è il risultato di azioni compiute che si ripropongono quando il seme (sansa) dà il suo frutto (legge di causalità). Solo quando renderemo limpido il chit (zona oscura dell’inconscio) potremo riuscire a conoscere se stessi e cominciare il cammino verso Dio.  Per iniziare il percorso (Astang yog, lo yog degli otto scalini) bisogna trovare il posto adatto, seguire le regole sociali (yam) sottolineate e seguire una disciplina personale (niyam).

Così come prima di gettare un seme bisogna preparare la terra, così prima di recitare un mantra occorre fare asana e pranayama.  Inoltre, senza shat karam (le tecniche di purificazione) e quindi senza kriya yoga non si può iniziare a fare yoga. Queste pratiche portano buona salute, benefici sul corpo energetico/astrale e sulla mente aprendo la strada al samadhi.   Quando la mente è in pace non insorge nessuna malattia, l’ignoranza della mente porta due tipi di malattia: malattia del corpo (vyadhi) e malattia della mente (adhi).  La malattia è lo sforzo del corpo di mantenersi sano e le malattie non sono ineluttabili.

L’invecchiamento del corpo e la morte sono dovute alla rigidità del corpo sulla base della generazione delle cellule e la mancanza di energia il corpo.Malattia allopatica curando i sintomi uccide i germi saprofiti e le difese naturali.  Da qui l’importanza delle asana e di un cibo satvico e energetico. Patanjal Yog Darshan dà una completa definizione di asan, l’asan è quella posizione che si può mantenere senza dolore (stabile e confortevole) e ti porta velocemente al successo delle tue pratiche. Le asan danno salute al corpo e aiutano nella meditazione.

Praticare il pranayam è accumulare (ayam) energia (pran). Il respiro è alla base della vita, l’inspirazione dell’ossigeno penetra negli alveoli dei polmoni, poi nel sangue, viene ceduta anidride carbonica che viene espulsa con l’espirazione, l’ossigeno aiuta la digestione e i processi vitali.  Con l’inspirazione si prende ossigeno e pran che va a mutare la parte energetica e viene immagazzinato nel corpo astrale, nad significa movimento del ciakar (vortice di energia). Le pratiche fisiche sono preliminari a quelle meditative.

CasaYog - Che tipo di yoga fate?

CASAYOG - Strada San Marino, 21 Perugia  tel. 075 5899339.   www.casayog.com  -  info@casayog.com       Articolo preso dal sito CasaYog.  .

” Con tre proprietà (Sat, Raj, Tamas ) questo corpo nasce, resta e se ne va…
Il Sé invece né viene e né va!     Sapendo questo di che ti preoccupi? “

        “Kundalini è liberazione per gli Yoghi, prigionia per gli ignoranti.     
         Colui che la conosce, conosce lo Yog.“

Quando un Occidentale chiama Casa Yog chiede: che tipo di  yoga fate? Insegna anche meditazione? Insegna anche Tantar (che non è la via della sensualità)?  Perché siete vegetariani? Ecc.
La nostra voce rimane paralizzata perché non sappiamo cosa rispondere.
La prima cosa che noi non sappiamo, è che esistono più tipi di yoga, perché siccome Dio è uno anche lo yoga è uno. E stato insegnato da Krishan, e da Shiv a sua moglie Parvati all’inizio dell’universo 10 000 anni fa, durante la guerra di Maha-Bharat, Krishan racconta ad Arjun la disciplina Yoga in Ghita.  (cap.4 vers. 1-2-3-4-5-6):

  • Vers. no1- Il signore Krishan dice: “Ho raccontata lo Yog al sole, il sole l’ha raccontato a suo figlio Veisvat, Veisvat l’ha esposto a Manu (Adamo per gli Ariyani), Manu l’ha raccontato a Iswakus (imperatore della Terra, antenato degli Ariyani)”. 4:1.
  • Vers. no2- Oh Arjun questa disciplina (Yog) è stata tramandata da discepoli e discepoli e imparata dagli yoghi (Raj-Rishi). Dopo lo Yog è sparito dalla Terra per un lungo periodo di tempo. 4:2.
  • Vers. no3- Tu sei il mio devoto e caro amico, per questo ho raccontato questa antica disciplina a te. Questo è il segreto dei segreti e deve essere tenuto segreto. 4:3.
  • Vers. no4- Arjun chiede: “Come posso credere che tu abbia annunciato lo Yog all’inizio del Kalp ( creazione dell’Universo), se la tua nascita è recente e il Sole è stato creato all’inizio della creazione”. 4:4
  • Vers. no5- Krishan risponde: “Oh Arjun noi siamo nati numerose altre volte, tu non ricordi le tue nascite, io si”. 4:5.
  • Vers. no6- Sono senza nascita e senza morte e sono il Signore di tutti gli esseri, io ho sottomesso la natura e tramite essa (Yog-Maya) mi manifesto.

Questi versetti ci dicono che lo Yoga esiste da sempre.   

Shiv raccontò a sua moglie Parvati la disciplina Yoga sulla spiaggia di un oceano. Li stava ascoltando Matsy (un pesce). Shiv diede un corpo da essere umano a Matsy facendolo diventare Matsyndernath. Quest’ultimo insegnò al suo discepolo Gorakhnath, che a sua volta insegnò al suo discepolo Swatmaram (scrittore di Hath Yog Pardipika). Maestro Gherand insegnò al suo discepolo Cianda Kapali.
La parola Yog (che gli occidentali trasformano in Yoga, siccome mettono la a alla fine di ogni parola, per esempio Ram lo chiamano Rama, e così via) significa unione, l’unione dell’anima individuale con Dio, questa unione oltre ad essere chiamata Yog è chiamata anche Samadhi. Per noi la meditazione è prima del Samadhi (che è l’ultima cosa, cioè il quarto stato della mente). Possiamo dire dove la mente è trascesa, per gli occidentali è estasi. Si chiama beatitudine. Per Casa Yog, prima di fare meditazione dobbiamo espandere la consapevolezza. Questa espansione della consapevolezza è la sesta parte dello yoga, Dharana. Nei libri occidentali viene chiamata concentrazione della mente e un uomo raramente è costantemente consapevole, anche solo per cinque minuti su un pensiero.
Prima del Dharana, c’è il Pratyahar, cioè nella Ghita è scritto: uno yoghi tira dentro i suoi sensi, come la tartaruga quando è in pericolo ritira le quattro zampe e la coda nel suo guscio; ciò è quando i nostri occhi sono chiusi, i messaggi dei cinque sensi sono interrotti. Se vicino a noi c’è un suono forte o un profumo, noi non lo sentiamo. Questo è un lavoro interiore, quando entriamo dentro troviamo una barriera, come un muro che ci impedisce di entrare dall’altra parte. 

Il mezzo che ci conduce dall’altra parte si chiama Pranayam, che unisce il corpo fisico e il corpo astrale. Il Pranayam conduce come ad uno stato naturale, come quando andiamo a dormire che dallo stato di veglia si passa allo stato di sonno. E’ chiamato scienza del respiro. Nella Bhakti Sagar (scritto da Ciarandass) un terzo del libro parla solo di questo, cioè della scienza del respiro.
Parla di come, attraverso le tecniche del respiro, si possa conoscere già da un anno prima l’esatta data di quando si abbandonerà il corpo fisico.
Prima del Pranayam dobbiamo perfezionare le posizioni per stabilizzare il corpo fisico.  Invece gli occidentali fanno questi esercizi in movimento, e questo non si trova in nessun versetto né in nessun antico libro di yoga quale: 1 Bhakti Sagar,    2 Bhagwat Ghita,    3 Gherand Sanghita    4 Hath Yog Pardipika  5 Gorakh Sanghita     6 Shiv Sanghita    7 Hath Ratnawali.

Prima delle Asan dobbiamo imparare le pratiche di purificazione del corpo cioè degli organi interni chiamato Shat karam; per esempio, se il nostro intestino non è pulito (pulizia vuol dire svuotarlo completamente di ciò che abbiamo mangiato la sera prima), se non siamo puliti dentro, le Asan non daranno benefici e neanche vivrai bene la vita quotidiana, ci sarà frustrazione. 

Prima di tutto ciò, dobbiamo cercare un maestro che, a sua volta, abbia praticato sotto la guida di un maestro perché chi impara da un maestro improvvisato, dallo Yog non avrà alcun successo, ma solo malattie. Quali sono i maestri improvvisati ? Maestri diplomati (con diplomi) e quelli che danno diplomi nello Yoga. Chi è un maestro ? Il maestro non è quello che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Ved, il Vangelo, il Corano, il Sanscrito, il Latino, che ha una folla di discepoli e un centro spirituale (palestra). Maestro non è quello che ti da al posto del Sutar-Neti un catedero di gomma o un laccio di scarpa. Il maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace ed il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o che non abbia nemmeno un discepolo. Tutto ciò che abbiamo spiegato sopra, il maestro te lo insegnerà solo se praticherai le prime due parti dello yoga, cioè Yam e Niyam. Cioè la verità, non violenza, compassione, pietà, perdono, tenerezza, carità, austerità, celibato, ecc..  Yam e Niyam sono le prime due parti dello Yog, venti regole di condotta che lo yoghi deve osservare. Le prime dieci che compongono lo Yam, regolano il comportamento sociale dello yoghi, le seconde, quelle del Niyam, sono regole di condotta personale.

1.Yam : non violenza, verità, non rubare, Brahmcharyie (capacità di portare l’energia sessuale verso l’alto, verso i Ciakar superiori), perdono, forza d’animo, compassione, tenerezza, dieta moderata, purezza (Shat Karam). Shat Karam sono le pratiche di purificazione ( sono 29) di alcune parti interne del corpo: bocca, lingua, gola, naso, stomaco, tutto l’intestino, organi genitali, occhi, orecchie, denti, pancia, polmoni, pelle, ecc…( si possono vedere in Yog Album scritto dal Maestro Gyanander grazie al suo maestro Ciarandass).
2. Niyam: austerità, sapersi accontentare, fede in Dio, carità, devozione a Dio, pudore e rispetto, intelletto discriminante, Jap (Mantar), Havan (cerimonia del fuoco)
3. Asan : quelle posizioni che si possono mantenere a lungo immobili senza dolore che ti portano velocemente al successo nella tua pratica nella vita spirituale sono chiamate Asan;
4. Pranayam: scienza del respiro (respiriamo dall’inizio della vita fino alla morte ma non sappiamo come);
5. Pratyahar: ritirare i sensi dentro, all’interno;
6. Dharana: sviluppare la consapevolezza;
7. Dhyan: meditazione (gli occidentali conoscono molto bene)..
8. Samadhi: estasi o beatitudine; chiedono cosa c’è nel Samadhi?
In Samadhi  lo stato mentale non è nello stato di veglia né sonno né sogni, è oltre l’oltre (oltre i tre Guna).
In Samadhi non c'è nessuna forma, né oggetto, né soggetto, né carne, né sangue, né urina, né letame, nessuna malattia, nessuna purificazione, nessuna passione, nessuna collera, nessuna delusione, nessuna invidia, nessuna malattia, nessuna presunzione. Calmo è l’amato e l’indifferenziato.

Molte persone sul sentiero spirituale vogliono essere felici, ma non lo sono perché si arrabbiamo, si preoccupano, sono nervosi, depressi,  irrequieti, orgogliosi, hanno preconcetti, desideri, passioni, aspirazioni, frustrazioni, paura, e sono insicuri su ogni cosa.  Grandi guru indiani con vestiti arancioni o bianchi e lunghe barbe,  fanno fare a ventimila persone tutte insieme la meditazione, o un altro grande guru sta facendo fare a cinquantamila persone tutte insieme gli esercizi in movimento. Nel Bhagwat Ghita, Krishan dice: “ Tra migliaia di persone una mi cercherà, tra migliaia che mi cercheranno uno mi troverà”.
Per arrivare alla meditazione serve grande sacrificio e controllo sui sensi, Brahmcharyie e una vita austera, il tempo e il coraggio di capire maya (l’illusione), e rinunciarvi mentalmente, non fisicamente come dice la Ghita, il primo libro dello yoga.  Occorre trovare il Mantar giusto che rompe le barriere del conscio subconscio e inconscio; poi ripeterlo continuamente.
Attraverso il Kirtan si arriva alla purificazione delle Karam e Sanskar archetipi nel conscio e subconscio. 

Dobbiamo essere vegetariani, perché in Bhagwat Ghita si dice: chi ama tutti gli esseri viventi è l’unico che mi può conoscere. La prima parte dello Yoga si chiama Yam, e prima parte di Yam è la non violenza, quindi lo Yog comincia con la non violenza. Chi è stabile nella non violenza, non può ricevere male da nessuno, persino la morte ha paura di lui. Dicono che Gandhi abbia liberato l’India con la forza della non violenza, ma gli Yoghi dicono che non era completamente non violento, se fosse stato cosi la pistola di Nathu Godse non lo avrebbe ucciso, invece Budh (quello che gli occidentali chimano Buddha) era stabile nell’assoluta non violenza. Quando una volta passava nella foresta. un bandito volle derubarlo, il bandito alzando la spada per uccidere il Budh, che rimase immobile senza paura in pace come sempre, rimase bloccato fino a che non lasciò la spada che cadde all’indietro. Nella nostra cultura Vedica gli Yoghi vivevano negli YogAsharam nelle foreste, ad una certa distanza da questi luoghi gli animali feroci perdevano la loro violenza, perché gli Yoghi erano stabilizzati completamente nella non violenza. Bharat giocava con leopardi, ghepardi, tigri e leoni nell’Asharam di suo nonno Kav. 

Ogni giugno si celebra l’anniversario di Casa Yog, in quella occasione si svolge la Cerimonia del Fuoco dopo la quale viene offerto un dolce che si chiama Khir.  Finita la cerimonia si svolge il Kirtan.

Julian Assange potrà fare ricorso contro l’estradizione negli Usa: l’ok dell’Alta Corte di giustizia di Londra

Julian Assange potrà presentare ricorso contro la sentenza di estradizione negli Stati Uniti del 10/12/2021. I legali del fondatore di WikiLeaks hanno ora 14 giorni di tempo per presentare domanda alla Corte Suprema del Regno Unito dopo aver ricevuto il via libera dall’Alta Corte di giustizia di Londra. Il giornalista è accusato di spionaggio negli Usa per la diffusione di documenti coperti da segreto relativi alle attività militari in Afghanistan e Iraq. Rischia una condanna fino a 175 anni di carcere. 


 L'appello alla Corte Suprema si può avanzare soltanto quando si parla di un caso di rilevanza pubblica generale. Ad assistere il giornalista, Stella Moris, sua legale e compagna. Alla stampa aveva fatto sapere che se l'Alta Corte avesse respinto la richiesta di ricorso, lei si sarebbe rivolta direttamente alla ministra dell'Interno britannica Priti Patel.
A gennaio del 2021 il tribunale penale di Londra aveva respinto la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa sottolineando che il giornalista, clinicamente affetto da depressione, avrebbe potuto suicidarsi. Gli Stati Uniti avevano quindi fatto ricorso all'Alta Corte di Londra che aveva accolto la richiesta in tendenza contraria alla sentenza precedente. Assange era stato incriminato dagli Usa per aver violato la legge anti-spionaggio del 1917.  Sono 18 i capi d'accusa nei suoi confronti negli Stati Uniti. Ora a pronunciarsi sull'estradizione sarà la Corte Suprema del Regno Unito.

Per la vicenda vedi link: https://maramici.blogspot.com/search?q=Assange  

sabato 22 gennaio 2022

Addio a Thich Nhat Hanh, il padre della Mindfulness

Thich Nhat Hanh (1926-2022), uno dei leader spirituali più influenti della nostra epoca,  è stato il monaco buddhista zen più conosciuto al mondo,  il padre della Mindfulness.   Il maestro zen è stato anche scrittore e poeta. Candidato da Martin Luther King al Nobel per la Pace, visse in esilio a causa della guerra nel suo paese, il Vietnam. Creò diverse comunità in Europa.

"Tutto ciò che resta della pratica è una pace ben radicata."

Vedi articoli su Thich Nhat Hanh   https://maramici.blogspot.com/search?q=Thich+Nhat+Hanh

Dal Plum Village. Il Plum Village è la comunità creata da  Thich Nhat Hanh, in Francia

Cara amata Comunità,
con un profondo respiro consapevole, annunciamo la scomparsa all'età di 95 anni del nostro amato insegnante, Thay Nhat Hanh, alle 00:00 del 22 gennaio 2022 al Tempio Từ Hiếu a Huế, Vietnam,

Thay è stato l'insegnante più straordinario, la cui pace, tenera compassione e saggezza luminosa hanno toccato la vita di milioni di persone.
Sia che lo abbiamo incontrato nei ritiri, nei discorsi pubblici, o attraverso i suoi libri e insegnamenti online – o semplicemente attraverso la storia della sua incredibile vita – possiamo vedere che Thay è stato un vero bodhisattva, un'immensa forza per la pace e la guarigione nel mondo.
Thay è stato un rivoluzionario, un rinnovatore del buddismo, un maestro che ha sempre approfondito con i suoi abili mezzi le radici del buddismo onde far emergere il suo autentico splendore.

Thay ha aperto un bellissimo percorso di Buddismo Impegnato e Applicato per tutti noi: il percorso dei Cinque Addestramenti di Consapevolezza e dei Quattordici Addestramenti di Consapevolezza dell'Ordine dell'Interessere.
Come direbbe Thay, "Poiché abbiamo visto il sentiero, non abbiamo più nulla da temere". Conosciamo la nostra direzione nella vita, sappiamo cosa fare e cosa non fare per alleviare la sofferenza in noi stessi, negli altri e nel mondo; e conosciamo l'arte di fermarsi, guardare in profondità e generare vera gioia e felicità.
Ora è il momento di tornare al nostro respiro e al nostro camminare consapevoli, di generare l'energia di pace, compassione e gratitudine da offrire al nostro amato Maestro.
È un momento di unirci ai nostri amici spirituali, nei nostri Sangha e nelle comunità locali.
Ti invitiamo a unirti alla nostra comunità globale online, mentre commemoriamo la vita e l'eredità di Thay con cinque giorni di pratica e cerimonie trasmesse LIVE da Hue, Vietnam e da Plum Village, Francia, a partire da sabato 22 gennaio.

A breve sarà possibile consultare il nostro sito Web per maggiori dettagli al link: www.plumvillage.org/memorial

Ognuno di noi decida di fare del proprio meglio nei prossimi giorni per generare l'energia della consapevolezza, della pace e della compassione, da inviare al nostro amato Maestro.
Nelle prossime ore sul sito web del Plum Village, pubblicheremo alcuni canti ispiratori, testi e risorse di pratica della consapevolezza, per aiutarti a riunirti con il tuo Sangha locale per generare un'energia collettiva di consapevolezza e compassione e creare la tua cerimonia, o la tua sessione di pratica, in omaggio al nostro Maestro.
Come Thay ha sempre insegnato, nulla è più importante della fratellanza e della sorellanza, e tutti conosciamo il potere dell'energia collettiva.

Ti invitiamo a condividere i tuoi messaggi di gratitudine o trasformazione personale e guarigione sul nostro sito web: plumvillage.org/gratitude-for-thich-nhat-hanh

Con amore, fiducia e unione,
I monaci e le monache di Plum Village, Francia

 Un messaggio di Thich Nhat Hanh veramente adatto per questi tempi oscuri, dominati dalla follia, dalla paura e dalla divisione.

Qualcuno mi ha chiesto: "Non sei preoccupato per lo stato del mondo?" Mi sono permesso di respirare e poi ho detto: "La cosa più importante è non permettere alla tua ansia per ciò che accade nel mondo di riempire il tuo cuore. Se il tuo cuore è pieno di ansia, ti ammalerai e non sarai in grado di aiutare».
"Ci sono guerre - grandi e piccole - in molti posti, e questo può farci perdere la pace. L'ansia è la malattia della nostra epoca. Ci preoccupiamo per noi stessi, la nostra famiglia, i nostri amici, il nostro lavoro e lo stato del mondo. Se permettiamo alla preoccupazione di riempire i nostri cuori, prima o poi ci ammaleremo."

 Un viaggio nel mondo della Mindfulness alla scoperta della vita in un monastero Zen.  vedi https://uam.tv/informazioni/5e8b564398246/

La via della liberazione - Sua santità il Dalai Lama (1)

 Il motivo che spinse il Buddha a raggiungere l'illuminazione fu la compassione, il desiderio di aiutare gli altri. Dovremmo sforzarci di sradicare le cause della sofferenza..

Quando il buddhismo è arrivato in Tibet nell'VII secolo, convivevano due sistemi, sutra e tantra per intraprendere le pratiche del Dharma. Il sutra promosso dal maestro indiano Shantarakshita, che è il sentiero dello studio e della pratica tramite i quali dopo molte vite si raggiunge l'illuminazione, e il tantra, promosso dal grande yogi Padmasambhava, che permetteva attraverso pratiche segrete di raggiungere l'illuminazione nel corso di una sola vita. Il grande maestro Atisha scrisse il testo La lampada del sentiero dell'illuminazione, che condensa tutti i sentieri essenziali, in una forma adatta la popolo tibetano. Agli inizi del XV secolo, il maestro tibetano Tsong-kha-pa scrisse un libro intitolato Lam-rin, o gradi del sentiero verso l'illuminazione. In questo testo sviluppava e rendeva più accessibile l'insegnamento del maestro Atisha.   Questo testo, dimostra come tutti gli insegnamenti si integrino,  - come il Dharma  (che può essere tradotto come "Dovere", "Legge") includa sia il sutra, sentiero comune, sia il tantra, il sentiero segreto. Spiega anche che è impossibile intraprendere pratiche esoteriche senza comprendere gli insegnamenti buddhisti di base.  Nel buddhismo tibetano ci sono quattro scuole: Nyingma, Shakya, Geluk e Kagyu, tutte hanno fuso insieme i sistemi del sutra e del tantra, tutte sono sullo stesso piano, e seguono gli insegnamenti dello stesso maestro, il Buddha Shakyamuni. Il buddhismo è un tesoro destinato la mondo intero.  Per un individuo vivere il proprio dharma significa agire secondo  legge: nel buddismo si dice che seguire la via del dharma porti all’Illuminazione.

 Il Lam-rim è alla base degli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama.  I sutra della Perfetta saggezza dicono che la pratica della generosità, dell'etica, della pazienza, dell'energia, della concentrazione e della saggezza sono il solo sentiero, sia sutra, sia tantra, che tutti i Buddha del passato percorsero per giungere all'illuminazione.  Il suggerimento di Sua santità è quello di integrare la nostra vita quotidiana con un livello superiore di consapevolezza e accordarla con una motivazione compassionevole.  Le attività di questo mondo non cessano mai sino al momento della morte, dovremmo sforzarci di trovare il tempo nell'arco della nostra vita quotidiana di praticare il Dharma. Lo studio e la conoscenza ci aiutano ad andare in questa direzione. Importante è rispettare colui che sta impartendo gli insegnamenti e conservare come preziosi tesori gli insegnamenti dati da grandi Maestri spirituali. E' il maestro spirituale, o guru, la sola porta verso l'illuminazione, è colui che ci introduce a quei vasti  e profondi insegnamenti formulati dal Buddha stesso in maniera adatta alla nostra comprensione. La pratica di qualsiasi sentiero dovrebbe basarsi su istruzioni esaurienti ed autentiche.Tsong-kha-pa dice che un maestro dovrebbe avere la mente domata, ma anche la conoscenza degli insegnamenti, e la motivazione all'insegnamento dovrebbe essere pura. La fiducia nei maestri deve basarsi sull'esperienza vissuta e verificata. 

Immaginate un ampio oceano e un giogo dorato che vi galleggia sopra. Nelle profondità dell'oceano nuota un'unica tartaruga cieca, che riemerge per respirare ogni 100 anni. Quante sono le possibilità che al tartaruga riemerga con la testa infilata nel buco del giogo? Il Buddha diceva che raggiungere una preziosa rinascita umana è fatto ancora più raro. E Shatideva dice che, avendo ottenuto una simile preziona forma umana, non dobbiamo perdere questa opportunità per dedicarvi alla pratica del Dharma, meditare, accumulare virtù ed arrivare alla liberazione. Molti grandi maestri del passato, come Nagarjuna, Asanga e Milarepa, usarono questa opportunità.

Il Buddha ha detto che tra tutti i diversi tipi di consapevolezza, la consapevolezza dell'impermanenza e della morte è la migliore. L'atteggiamento più realistico che possiamo coltivare è sperare il meglio, ma essendo pronti al peggio.  Quando si troveranno ad affrontare la morte, i migliori praticanti saranno felici, i praticanti di medio livello vi saranno preparati, e anche i praticanti del livello inferiore non avranno rimpianti. E' molto importante che nell'ultimo giorno della nostra vita, non avere neanche una minima fitta di rimpianto. La pratica buddhista mira a raggiungere una pace eterna, qualcosa di inconcepibile per la mente umana. Come dice spesso il Dalai Lama "dovremmo dedicare il 50% del nostro tempo e della nostra energia alle preoccupazioni per la nostra vita futura e il 50% agli affari di questa vita attuale". Dopo la morte si entra nello stato intermedio, il bardo della durata di sette giorni, prima di rinascere nel regno d'esistenza appropriato. La morte non è nient'altro che al separazione della coscienza dal corpo fisico.

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Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel Blog ci sono ci...