giovedì 22 aprile 2021

Enlightenment - L'illuminazione e i sentieri dello yoga

L'illuminazione per me è il prendere consapevolezza dell'unità e della mutua interrelazione di tutte le cose, di trascendere la nozione di un sé individuale isolato e di identificarsi con la Realtà ultima, di sentirsi parte del Tutto.  Non c'è bisogno di usare il concetto di Dio o il dramma della vita per descrive questo Tutto.  Dio può essere solo una creazione della mente.

Per descrivere cosa è per me l'illuminazione, si può fare riferimento alla prefazione del Tao della fisica scritto da Fritjof Capra.  "Ero seduto in riva all'oceano un pomeriggio di fine estate, guardando le onde che si infrangevano e ascoltando il ritmo del mio respiro, quando improvvisamente mi resi conto che tutto l'ambiente era impegnato in una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l'acqua e l'aria intorno a me erano fatte di molecole e atomi vibranti, e che questi consistevano di particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l'atmosfera terrestre era continuamente bombardata da piogge di "raggi cosmici", particelle di alta energia che subiscono collisioni multiple mentre penetrano nell'aria. Tutto questo mi era familiare grazie alla mia ricerca nella fisica, ma fino a quel momento l'avevo sperimentato solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche. Mentre sedevo su quella spiaggia,  "vidi" cascate di energia che scendevano dallo spazio esterno, in cui le particelle venivano create e distrutte in impulsi ritmici; "vidi" gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; sentii il suo ritmo e "sentii" il suo suono, e in quel momento seppi che questa era la Danza di Shiva, il Signore dei Danzatori adorato dagli indù".

L'illuminazione a volte, senza preavviso e senza preparazione, si intravede. Ho provato la stessa esperienza di Capra qualche tempo fa durante una passeggiata nella natura, ma tale sensazione è durata solo per pochissimi istanti.  Ma anche, se appena percepito, questo Tutto, diventa indelebile nella mente. 

Ci sono quattro percorsi di ricerca spirituale nello Yoga che sono: Karma Yoga, Bhakti Yoga, Raja Yoga e Jnana Yoga. Ognuno di questi sentieri è adatto a un diverso temperamento o approccio alla vita. In accordo con il temperamento e il gusto individuale si può enfatizzare la pratica di un certo tipo di Yoga rispetto ad altri.  Libro consigliato: I Quattro Percorsi dello Yoga: Jnana Yoga, Raja Yoga, Karma Yoga, Bhakti Yoga di Swami Vivekananda (1863- 1902, discepolo di Ramakrishna).

- Bakthi Yoga, o yoga della devozione: quando si pratica la Bhakti si cerca una relazione personale con Divino.  E' il vedere il Divino in ogni cosa. 

- Karma yoga è lo yoga dell'azione; nello specifico è il sentiero dell'altruismo, del lavoro dedicato,  il compiere il proprio dovere in maniera etica, rinunciando ai risultati delle nostre azioni, che sono considerate come una offerta spirituale.

- Jnana yoga o yoga della conoscenza - non la conoscenza in senso intellettuale - ma la conoscenza di Brahman e Atman e la realizzazione della loro unità.  Il Jnana usa i poteri della mente per discriminare tra il reale e l'irreale, il permanente e il transitorio.

- Il Raja Yoga sottolinea i benefici della meditazione per l'autorealizzazione spirituale e l'evoluzione della coscienza. Praticando il Raja Yoga si possono sperimentare cambiamenti positivi nella nostra vita che includono non solo una migliore salute, ma una maggiore consapevolezza, chiarezza mentale, fiducia in se stessi, In conclusione migliorare il rapporto con il mondo che ci circonda.

Il Bhakthi yoga non fa per me, grazie allo Jnana yoga ( e forse un po' anche con l'aiuto del Buddhismo)  sono consapevole dell'impermanenza, della  natura transitoria di tutte le cose,  della vacuità ultima dei fenomeni; con il Raja yoga ho migliorato il mio rapporto con l'ambiente esterno e con il mondo.  Penso che il Karma yoga sia il più adatto alla mia personalità, percorso che ho già sperimentato abbondantemente facendo il volontario in vari ambiti.

Penso in ogni caso che sia importante trovare delle persone con cui condividere i propri sentimenti e le proprie considerazioni sul percorso che si è intrapreso.

mercoledì 21 aprile 2021

Uno più una - film

Vi propongo questo film di Claude Lelouche del 2015, il cui titolo originario è Un plus Une, che è ambientato in India. Un musicista donnaiolo, interpretato da Jean Dujarden,  si trasferisce in India, dove compone la colonna sonora per un film di Bollywood. Lì, compie un viaggio iniziatico insieme alla moglie dell'ambasciatore francese, di cui finisce per innamorarsi alla fine del viaggio. Durante questo viaggio viene presentata la faccia spirituale dell'India passando da Benares per finire con l'incontro di Amma nell'ashram di Amritapuri in Kerala. Nel film Amma è una degli attori ed interpreta se stessa.

Leader spirituale e umanitaria, Sri Mata Amritanandamayi Devi (“Amma”) è conosciuta in tutto il mondo per il suo amore disinteressato e la sua compassione e per incontrare tutte le persone abbracciandole,  asserendo che il suo abbraccio, dia la pace che le persone cercano. La sua vita è interamente dedicata ad aiutare i poveri e ad alleviare il dolore di coloro che si trovano in condizioni di sofferenza fisica ed emotiva.

L’Ashram di Amritapuri è il quartier generale e il luogo di nascita di  Amma, ed è anche una comunità internazionale, residenza di più di 3000 ricercatori spirituali e volontari provenienti da tutto il mondo.  Amritapuri è anche  un luogo di pellegrinaggio per le persone di tutto il mondo che cercano sollievo, ispirazione e pace interiore.  https://www.amma-italia.it/amma/amma-nel-mondo/

Yoga - la pulizia dell'intestino

Come dice il vecchio proverbio, la malattia comincia nel colon. Ognuno di noi, anche se crede di essere in buona salute, ha accumulato fin dalla prima infanzia una certa quantità di tossine, soprattutto sulle pareti intestinali. 

Il cattivo funzionamento intestinale e l'autointossicazione permanente che provoca, possono avere un effetto disastroso sull'organismo e sul sistema nervoso; infatti una buona parte del sistema immunitario è collocato sulle pareti dell'intestino tenue, in quanto deve evitare che attraverso i cibi, non penetrino nel nostro organismo anche sostanze pericolose. Per questo è importante depurare periodicamente l'intestino dalle tossine. Un intestino pulito aiuta a mantenerci in salute ed alleggerisce il lavoro dei sistemi di difesa. Un intestino sporco, invece, diventa sede di varie sostanze tossiche che caricano il sistema immunitario con un lavoro pesante e continuo, e crea  intolleranze ed allergie. Queste tossine, nel tempo, penetrano nel circolo sanguigno e possono creare i presupposti per innumerevoli disfunzioni e malattie, tra cui: problemi della pelle, avvelenamento del sangue che nutre il cervello e il sistema nervoso con conseguente mal di testa frontale (cefalea), irritabilità, indebolimento, svogliatezza, ecc... I segnali di intossicazione sono: feci e sudore maleodoranti, cattivo funzionamento del sistema digerente, gonfiore addominale, flatulenze, alito cattivo, lingua ricoperta da una patina bianca, acne e pelle opaca e poco tonica. Il corpo invecchia prematuramente, le giunture si irrigidiscono, la mente si impigrisce e viene a mancare la gioia di vivere. 

Secondo la Medicina Ayurvedica l’intestino è un secondo cervello, l'organo che produce il 95% della serotonina, neurotrasmettitore del benessere. Dalla costante crescita che si sta registrando negli ultimi anni delle malattie infiammatorie croniche intestinali pare dunque che siamo sempre un po’ più tristi e sempre meno intuitivi. Molti ospedali tra cui il Policlinico San Matteo di Pavia hanno risposto a questi dati preoccupanti con  progetti pionieristico, associando yoga e meditazione alla medicina allopatica.

Molte malattie dipendano dal muco accumulato in qualche organo,  in quantità tale da alterarne il naturale funzionamento.  Tra di esse:  -Raffreddore: sforzo per eliminare i prodotti di rifiuto (muco) dalla testa, dalla gola e dai condotti bronchiali. -Polmonite: il raffreddore è sceso in profondità, è presente uno sforzo per eliminare il muco dagli organi più spugnosi: i polmoni. -Reumatismi e gotta: vi sono acidi urici e muco accumulati, la circolazione dell'energia vitale è pertanto carente. -Foruncoli: evidente eliminazione di sostanze indesiderate. -Sordità: accumulo di muco nei condotti uditivi. -Stitichezza: accumulo dei rifiuti nel tratto intestinale.

Lo yoga presta una particolare attenzione a questo aspetto. La vera pratica dello hatha yoga inizia proprio con lo shatkarma (i sei kriya o tecniche di purificazioni) aventi come obiettivo l’eliminazione delle tossine e del muco nel corpo e la rimozione dei blocchi del sistema nervoso.  In India non ti fanno nemmeno iniziare la pratica di yoga se non esegui preliminarmente degli esercizi di purificazione.  Oggi in Occidente questo aspetto è trascurato o abbandonato del tutto.  

Queste tecniche di purificazione, che sono presentate nei testi tantrici Hatha Yoga Pradipika e Gheranda Samhita, hanno come obiettivo immediato il controllo e la purificazione del corpo per arrivare ad un controllo successivo della mente e dell’energia. L’Hatha Yoga Pradipika  insiste molto sulla purificazione del corpo (stomaco, intestino, sistema nervoso, ecc), dei canali energetici e degli elementi sottili prima di iniziare la pratica dello hatha yoga. Le pratiche di purificazione sononeti, dhauti, basti, kapalabhati, trataka e nauli.

Per purificare l'intestino gli yogi effettuano la tecnica chiamata Shank Prakshalana, che attraverso l'utilizzo di acqua salata tiepida,  e asana (posizioni yoga) elimina totalmente le tossine dall'intestino.

martedì 20 aprile 2021

Come allentare dolori del nervo sciatico

 Per combattere i dolori al nervo sciatico vi propongo questo tutorial https://www.youtube.com/watch?v=4zOEucZrqSY

L'ho sperimentato e funziona.  Il tutorial è stato fatto da Claudio Fabris della  Ganapati scuola di Yoga di Vicenza.  https://ganapati.it/ganapati/

Kapotasana, la posizione del piccione.



lunedì 19 aprile 2021

Simposio online organizzato dalla European Yoga Federation

 Simposio online organizzato dalla European Yoga Federation nei giorni 23-24-25 Aprile 2021.

Per prenotarsi usare questo link  https://beyogabeyond.weebly.com/  e cliccare su Register Today

https://www.europeanyogafederation.net/

The hearth of yoga di Desikachar.

Nel leggere il testo Hearth of Yoga di T.K.V. Desikachar, una delle frasi che mi aveva colpito è la seguente: La pratica dello yoga deve essere adattata ad ogni persona. 

Intanto vediamo chi è T.K.V. Desikachar.  

T.K.V. Desikachar (1938 - 2016) è il figlio del grande yogi Tirumalai Khrishnamacharya (1888- 1989). Khrishnamacharya è stato uno dei più influenti insegnanti yoga, ha codificato le sequenze delle posizioni o asana usate oggi in Occidente  combinando i grandi insegnamenti del nord, appresi dal suo maestro in Himalaya, con i grandi insegnamenti del sud che provenienti dai maestri Tamil. Ha creato, inoltre, il Khrishnamacharya Yoga Mandiram a Chennai che ho visitato durante uno dei miei viaggi in India. 

Spesso questi ashram assomigliano a dei centri polivalenti: sono disponibili per chiunque cerchi aiuto, offrono istruzione a chiunque, lavorano in progetti di ricerca e studio. Mi aveva colpito, che le persone facevano la fila davanti all'ashram per avere un consulto e curarsi con pratiche yoga. A seconda del problema veniva assegnato loro una sequenza personalizzata di asana, e di pranyama o altre pratiche yoga. Anche io ho avuto il mio consulto e la relativa sequenza personalizzata di asana e pranyama da eseguire.

Per Desikachar avere un approccio intelligente alla pratica dello yoga significa ridurre o annullare qualsiasi effetto indesiderato. Lo yoga è principalmente una pratica destinata a rendere una persona più saggia, più capace di capire le cose di quanto non lo fosse prima. 

Desikachar cita due testi importanti: il conosciutissimo Yoga sutra di Patanjali e lo Yoga Rahasya di sri Nathamuni, uno dei grandi saggi dell'India de IX secolo. Questo trattato originale e poco conosciuto, apporta un chiarimento sulla pratica dello yoga, deve essere una pratica progressiva adattata all'età e al temperamento di ciascun allievo. Sottolinea il ruolo terapeutico dello yoga e l'importanza della respirazione nelle posizioni e si sofferma sullo yoga per la donna. È un testo che si occupa di come lo yoga può essere adattato ad ogni individuo, facendo dello yoga una via efficace e sicura.

Oggi,  in questi tempi di kaliyuga, la vita familiare è la parte più importante dell'esistenza, e il percorso del samnyasa è diventato impossibile. Mettersi nel percorso del sannyasin o rinunciante significa  rinunciare ai beni materiali e dedicarsi interamente al proprio cammino spirituale.

Per realizzare l'Advaita (non-dualismo), bisogna prima realizzare il dvaita, (dualismo), partendo dalla dualità della vita quotidiana, viverla in armonia e pace, per iniziare poi, se possibile, il cammino della ricerca. Non dobbiamo necessariamente vivere con un maestro,  ma avere un punto di riferimento nel percorso dello yoga, è assolutamente importante e necessario.

Oggi, esistono diversi tipi di Yoga con sfondo e prospettive diverse. Lo yoga sutra dice che ogni persona ottiene cose diverse dallo stesso insegnamento in base alle sue prospettive e priorità. Lo yoga è un rapporto intimo a due, tra l'insegnante e lo studente. Bisogna insegnare a persone diverse in modi diversi a seconda delle loro esigenze, della loro età, della loro salute e così via.

Chiunque voglia, può praticare lo yoga, ma nessuno può praticare ogni tipo di yoga. Deve essere lo yoga giusto per ogni specifica persona ed oggi uno dei compito di un guru è mostrare la strada giusta alla singola persona.

Nel capitolo 1 del testo si precisa che ogni cambiamento è yoga, lo yoga cerca di creare uno stato in cui siamo sempre coscienti e presenti. Praticare yoga significa essere un tutt'uno con il divino, quindi, capire che c'è un potere più alto e più grande di noi stessi.

Nel capitolo 2 si precisa che lo yoga è la capacità di controllare e dirigere la mente senza distrazioni o interruzioni.  Nella quotidianità la mente diventa sempre più dipendente dalle abitudini. Queste abitudini coprono la mente con avidya (comprensione errata)  è la comprensione corretta ci rimane nascosta (vidya è la comprensione corretta).  Praticando lo yoga, avremo meno confusione mentale e più chiarezza. Riconoscere questo cambiamento è anche un modo per misurare il nostro progresso nella pratica dello yoga.  Ci sono tre cose che sono raccomandate:  Tapas (pulizia) e ciò significa che mantenersi sani e puliti fisicamente e interiormente. Swashyaya significa impegnarsi nell'auto-studio e nella ricerca. Isvara pranidhana significa svolgere azioni di qualità anche facendo una vita normale.

Nel capitolo 3 si precisa che l'asana  deve avere due qualità importanti: sthira (fermezza e vigilanza) e sukha (capacità di rimanere a proprio agio in una postura).

Inoltre, la qualità del nostro respiro è estremamente importante, il respiro è il collegamento tra il corpo interno ed esterno. È solo portando corpo, respiro e mente all'unisono realizzeremo la vera qualità di un'asana. Uno dei principi fondamentali dello yoga è quello di essere completamente coinvolti nella pratica e  anche nelle azioni  quotidiane.

Il capitolo 4 parla della costruzione attenta di una pratica yoga.  Il momento migliore per la pratica è prima della colazione. Delicati esercizi di riscaldamento faciliteranno la preparazione del corpo. È sempre meglio praticare un'asana in modo dinamico prima di tentare di mantenerla a lungo.  La pratica dinamica delle asana dovrebbe costituire una parte essenziale di una sessione di yoga. Le contrapposizioni dovrebbero essere praticate dinamicamente ogni volta che è possibile, per diminuire (ridurre) il rischio di creare nuove aree di tensione nel corpo. Lo yoga ci insegna che ogni azione ha due effetti, uno positivo e uno negativo, abbiamo bisogno di usare posture per bilanciare gli effetti eventualmente negativi di alcuni asana avanzati.

Bisogna dare molta importanza al respiro. La ritenzione dopo l'inspirazione ha l'effetto di energizzare e riscaldare il corpo. La ritenzione dopo l'espirazione sostiene i processi di eliminazione delle tossine de ha un effetto di pulizia sul corpo ravvivando gli organi. C'è una regola da seguire: se trattenendo il respiro si riduce la durata della prossima inspirazione o espirazione, devi interrompere immediatamente la ritenzione. Un periodo di riposo (almeno cinque minuti) è necessario prima di praticare il pranayama. La pratica dello yoga è una pratica di autoconsapevolezza. Le asana e il pranayama possono aiutarci a scoprire aspetti nascosti su noi stessi. Il ruolo dell'insegnante yoga è aiutarci a conoscerci meglio e indicarci la strada verso una maggiore scoperta di noi stessi.

Nel capitolo 5 si parla di variazione delle asana. Le asana possono essere praticate in vari modi, le variazioni delle asana ci aiutano ad ottenere il massimo guadagno con il minimo sforzo, rispondendo in modo intelligente alle nostre esigenze fisiche. Un altro modo di alterare un'asana è quello di alterare la respirazione durante il mantenimento della posizione.  Le variazioni di asana sono appropriate NON solo per persone con problemi fisici specifici, ma possono aiutare tutti i praticanti di yoga a rimanere costantemente aperti alla scoperta.

I Bandha

 I bandha sono delle contrazioni che vengono eseguite quando si mantengono le posizioni dello yoga o asana. 

Nei bandha, una volta padroneggiata un'asana, vengono contratti diversi gruppi muscolari, posti in posizione strategica rispetto al flusso del prana. La completa padronanza dei principali bandha è assolutamente preliminare al pranayama. Quando si inizia a operare sui flussi del prana, i bandha lo convogliano nella giusta direzione.

I tre bandha principali sono Uddihyanabandha che controlla il diaframma, Mulabandha controlla il perineo, Jalandharabandha controlla collo e gola. 


Se pratichi yoga da qualche tempo, quando mantieni la posizione in modo stabile e confortevole, dovresti avvertire delle leggere contrazioni proprio in questi tre punti: gola, diaframma e perineo. I bandha devono essere praticati con molta attenzione e sotto il controllo di un Maestro yoga perchè il flusso del prana può risvegliare l'energia dormiente alla base della colonna che è chiamata kundalini.  All'inizio queste contrazioni devono essere mantenute per 10-15 secondi. Adesso vediamo questi tre bandha nel dettaglio.

Uddiyana bandha. Uddiyana = verso l'alto;  bandha = legare, unire, contrarre, combinare.
La pratica di Uddiyana bandha va eseguita solo a stomaco vuoto, e solo dopo un'espirazione, mai prima di un'inspirazione. Durante il tempo in cui tieni il bandha, esegui anche Jalandhara bandha. La maggior parte degli insegnanti raccomanda di imparare questo bandha in posizione eretta, e di passare alla posizione seduta solo dopo aver acquisito una certa esperienza.
Va eseguito in piedi, con i piedi leggermente divaricati, gli occhi aperti. Praticare con il busto in avanti, le ginocchia piegate, le mani appoggiate sulle ginocchia, oppure con il busto in avanti e con le mani sui fianchi. Oppure, sempre in posizione eretta, premi le basi dei palmi delle mani contro la parte superiore delle cosce (mano destra sulla coscia destra, mano sinistra sulla sinistra), questa pressione verso il basso sulle ossa del femore creerà un leggero avvallamento naturale del basso ventre. Inalare profondamente attraverso il naso, poi espirare rapidamente e forzatamente, anche attraverso il naso (o labbra chiuse). Contrarre completamente i muscoli addominali per spingere quanta più aria possibile fuori dai polmoni, poi rilassare gli addominali. Esegui quella che viene chiamata una "finta inspirazione"; cioè, espandi la tua gabbia toracica senza inalare veramente. L'espansione della gabbia toracica (senza l'inspirazione) risucchia i muscoli addominali e le viscere verso l'alto nel torace e incassa la pancia, e lentamente sollevare gli addominali. I benefici principali di questo bandha sono il rafforzamento dei muscoli addominali e del diaframma. Massaggia l'addome, aumenta il fuoco gastrico, migliora la digestione, elimina le tossine. Non va eseguito se si hanno ulcere allo stomaco o all'intestino, ernie, alta pressione sanguigna.

Mula bandha. Mula = radice, bandha = legame.
Durante le posizioni, si dovrebbero contrarre i muscoli (perineali) alla base del bacino. Si può iniziare ad imparare Mula bandha nella posizione dell'eroe. Si esegue contraendo la muscolatura che si trova nel pavimento pelvico, ovvero nella zona compresa tra ano e genitali.  Prendi contatto con il "treppiede" alla base del tuo pelvi che consiste di tre ossa: il coccige, la parte alta dei due femori. Dovresti immaginare che il tuo coccige si allunghi verso il basso, così come la parte alta dei femori. Con le mani, premere contemporaneamente le punte delle anche, restringendole l'una verso l'altra.
Le azioni combinate delle ossa rassoderanno il basso ventre e il perineo.
Applica Mula bandha alla fine della tua inspirazione, poi tienilo durante la ritenzione del respiro (kumbhaka). Rilascialo lentamente quando espiri, e ammorbidiscilo durante la pausa che segue l'espirazione.  Questo bandha rinforza l'intera colonna vertebrale per sostenere la posizione seduta.

Jalandhara bandha. Jala = rete , dhara = sopportare, sostenere, bandha = legame.
Jalandhara richiede che il mento riposi comodamente sullo sterno (flessione del collo). Bisogna abbassare il mento e contemporaneamente sollevare lo sterno, infatti il mento dovrebbe incontrarsi a metà strada dallo sterno sollevato. Non bisogna stringere il mento allo sterno. Comincia
l'inspirazione con la testa dritta. Applica Jalandhara mentre ti avvicini alla fine dell'inspirazione, mantieni durante la ritenzione e l'espirazione, poi solleva la testa in una posizione neutra! Bisogna lavorare sull'allungamento della parte posteriore del collo, rilasciando le spalle e aprendo il petto in pose come sarvangasana. Evitare di eseguire questo bandha se si hanno lesioni al collo.

domenica 18 aprile 2021

I chakra

Nelle tradizioni orientali, il corpo umano è composto da molti livelli di energia, sia fisici che “sottili”.  Nello yoga, ayurveda, tantrismo e anche nel buddhismo si parla, oltre che di corpo grossolano, di corpo sottile regolato da flussi di energia distribuiti lungo canali energetici (nadi) e dentro centri energetici (chakra). La parola chakra in sanscrito significa ruota, cerchio o anche vortice e sono considerati dei centri energetici che servono per assorbire l’energia vitale (il prana), distribuirla nell’individuo (nel corpo, nella mente e nello spirito) e rilasciarla verso l’esterno. L’energia  scorre nel corpo attraverso le nadi che sono migliaia e che possono essere in qualche modo paragonati ai meridiani della medicina cinese. Tutte le nadi vanno a finire nella colonna vertebrale che è il canale energetico per eccellenza. Qui l’energia scorre attraverso le 3 nadi principali: ida, pingala e sushumna. 

L'energia che si accumula nei chakra ci consente di avere un'attività intellettuale, emotiva e spirituale e quando un chakra è squilibrato influisce negativamente sulla vita quotidiana. A livello fisico i chakra corrispondo a gangli nervosi dove c’è un alto grado di attività nervosa, e a ghiandole del sistema endocrino. 

L'energia bloccata nei nostri chakra può spesso portare alla malattia, quindi è importante capire cosa rappresenta ogni chakra e cosa possiamo fare per mantenere questa energia e farla scorrere  liberamente.   Uno dei metodi proposti dallo yoga per riequilibrare l'energia dei chakra, è quello di recitare dei bija mantra che sono delle “sillabe suono” particolari, dalle frequenze particolari che hanno un effetto specifico sui chakra.  In particolare, durante la meditazione, recitando le sillabe dei bija ( bija in sanscrito significa seme) mantra si vibra in sintonia con i chakra e quindi, questi si purificano dalle vibrazioni disarmoniche che si sono sviluppate nelle esperienze di vita, si sboccano, si riequilibrano e l'energia ritorna a fluire correttamente nel corpo.  

I chakra più importanti sono sette ed ad ognuno è associato un colore e un simbolo.

Significato e Simbologia dei sette Chakra più importanti.

1° chakra, muladhara o “chakra della radice”. Questo centro composto da 4 petali è situato sotto l’osso sacro, nella parte inferiore del bacino, nel perineo tra coccige e pube.  Corrisponde fisicamente al plesso pelvico ed è di colore rosso. L'elemento associato è la terra. Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra.   Funzione principale: sopravvivenza. Disfunzioni fisiche: problemi alle gambe, artrite, sciatica, obesità, emorroidi e sciatica. Ghiandole: surrenali. Senso: olfatto. Bija mantra: Lam.

 2° chakra, svadhistana o “chakra splenico”.  Questo centro costituito da 6 petali è il solo chakra ad essere mobile ed è situato nel plesso sacrale, nella metà inferiore del ventre al livello del plesso aortico.  E' di colore arancio. L'elemento associato è l'acqua. Significato: è il piacere, la gioia di vivere. Funzione principale: procreazione, genitali, piacere, desiderio. Disfunzioni fisiche: rigidità nella zona lombare della schiena, problemi alla vescica, disfunzioni all’utero, disturbi renali, frigidità e impotenza. Ghiandole: testicoli e ovaie. Senso: gusto. Bija mantra: Vam.

3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”. Questo centro è composto da 10 petali e si trova nella metà superiore del ventre, all'altezza dell'ombelico nella regione corrispondente al plesso solare. È il fulcro del benessere individuale e collettivo ed è di colore giallo. L'elemento associato è il fuoco. Significato: rappresenta  la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. Funzione principale: volontà, potere, sicurezza. Disfunzioni fisiche: disturbi digestivi, diabete, ulcere. Ghiandole: pancreas, surrenali. Senso: vista. Bija mantra: Ram.

4° chakra, anahata o “chakra del cuore”. Questo centro dai 12 petali è posizionato all’altezza del cuore, nel centro del petto, nella regione cardiaca, nell'asse del midollo spinale. E' di colore verde. Elemento associato è l'aria. Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Funzione principale: amore e affetto, Disfunzioni fisiche: disturbi cardiaci e polmonari, problemi di pressione, Ghiandola: timo, Senso: tatto. Bija mantra: Yam

5° chakra, vishuddha o “chakra della gola”. Questo centro sottile dai 16 petali è posto, nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole, al livello della nuca, nel plesso cervicale.  E' di colore: azzurro. L'elemento associato è l'etere, lo spazio. Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. Funzione principale: creatività e comunicazione. Disfunzioni fisiche: mal di gola frequenti, disturbi della tiroide, problemi all’udito e collo spesso dolorante. Ghiandole: tiroide, paratiroide. Senso: udito. Bija mantra: Ham

6° chakra, ajna o “chakra del terzo occhio”. Questo centro sottile composto da 2 petali si situa al centro della fronte ed è di colore indaco. L'elemento associato è la luce. Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio e rappresenta le qualità della persona è la fiducia in se stessi. Funzione principale: vista, intuizione. Disfunzioni fisiche: problemi alla vista, mal di testa, problemi con il sonno. Ghiandole: pineale (epifisi). Senso: vista. Bija mantra: Om.

7° chakra, sahasrara o “chakra della corona”. E' il più importante di tutti. Possiede 1000 petali ed è  collocato sopra il cranio, nell’area limbica del cervello. E' di colore viola. L'elemento associato è il pensiero. Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione, è la comunicazione tra l'energia individuale e cosmica. Funzione principale: comprensione. Disfunzioni fisiche: difficoltà di apprendimento, confusione, depressione. Ghiandole: pituitaria (ipofisi). Bija mantra: Ah.

Tao della fisica di Fritjof Capra

Il Tao della fisica è un superclassico, tradotto in italiano nel 1982, che ebbi il piacere di leggere molti anni fa e che ancora oggi riesce a incantarmi. La profondità di pensiero dell'autore va al di là della fisica e della religione fondendo insieme conoscenza, consapevolezza e saggezza. Un testo indispensabile.

Fritjof Capra (1939 - ) è un fisico teorico austriaco, di fede buddhista, ed ha consacrato la sua attività al campo delle energie, è noto per i suoi studi sulle implicazioni filosofiche della scienza moderna.

Nel Tao della fisica, l'autore sostiene l’esistenza di un collegamento tra le tesi dei padri fondatori della fisica quantistica e gli assunti di alcune religioni orientali, tra cui soprattutto il taosimo e il buddismo. 

Dalla prefazione al libro: "Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me  prendeva parte  una gigantesca danza cosmica. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita;   vidi scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti;   vidi gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a quella danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne "sentii  la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù".

Con uno stile piacevole ma appassionato, vengono spiegati, da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, dalla meccanica quantistica e del mondo delle particelle; e, dall'altra si assapora il fascino profondo e sconcertante delle filosofie mistiche orientali. 

Il Tao della fisica riesce a trasmettere l'idea che l'universo sia molto più strano di quanto lo si possa immaginare e che, ciò che per la scienza ancora oggi è inesplicabile, dal punto di vista spirituale è semplicemente il normale stato delle cose.

Sono passati più di 40 anni dalla pubblicazione della prima edizione e la scienza ha fatto progressi ulteriori ma i concetti fondamentali affrontati nel libro sono ancora oggi validi e corretti. 

Il libro è inoltre una ottima introduzione alle religioni orientali, se è un argomento su cui sapete poco allora questa è già una ragione sufficiente per leggerlo.

Altro testo che vi consiglio di leggere è  The Systems View of Life scritto da Fritjof Capra, Pier Luigi Luisi

sabato 17 aprile 2021

Méditer, jour après jour, Christophe Andrè

Oggi vi propongo questo testo Méditer, jour après jour di  Christophe Andrè del 2011.

Per sapere chi è Cristophe Andrè vedi post precedente.

Questo testo contiene un Cd in cui l'autore spiega passo dopo passo, come cominciare a praticare la piena coscienza, che è una forma laica di meditazione. Fortunatamente adesso è possibile reperire questi esercizi (in francese) su Youtube, vedi link: https://www.youtube.com/watch?v=JaCxFK1ttYE     Quindi se volete avvicinarvi a questa forma di meditazione avete l'opportunità di farlo gratuitamente seguendo queste meditazioni guidate (in francese) che hanno una durata media di circa 15 minuti. Tutti gli esercizi proposti devono essere praticati seduti, gli occhi chiusi, è anche possibile esercitarsi in piedi o distesi. Si inizia dal prendere consapevolezza del respiro, del corpo, dall'accogliere i suoni, prendere consapevolezza dell'istante presente, staccandosi dai propri pensieri fino ad arrivare ad una coscienza aperta.   Queste sono alcune delle meditazioni che faccio regolarmente ...

Che cosa è la piena coscienza? E’ una forma di meditazione, un modo di lenire i nostri dolori, una maniera di vivere, dare più senso alla nostra esistenza. Praticare la piena coscienza ci aiuta semplicemente a sentirci vivi qui ed adesso, a prendere il tempo di sentire che esistiamo. Per questo la piena coscienza ci suggerisce di lasciare per un momento il futuro e il passato, spesso sorgenti di tormento e di rivolgerci dolcemente verso l’istante presente. 

La piena coscienza non è un’attività in più da aggiungere a tutte le altre nostre attività, ma è uno stato mentale, un’attitudine dell’anima e del corpo di attraversare la vita, senza giudicare, osservando ed accogliendo tutto in noi, lo sgradevole e il gradevole. Numerosi studi scientifici mostrano oggi, che la piena coscienza è benefica per la salute, la mente, l'equilibrio emozionale. E' un rifugio, sempre disponibile, dove potremo sempre ricaricarci.  

Quello che ci fa del bene è la pratica della piena coscienza, e non la conoscenza o il concetto della piena coscienza. Non é mai urgente di meditare, ma è importante trovare il tempo per farlo regolarmente perché si otterranno dei risultati, solo se si pratica regolarmente e non facendo giornate intense di meditazione ogni due mesi

Lo zen soto e i koan

Vi propongo di leggere il testo lo Zen soto e i koan di Dario Doshin Girolami.  Dario Doshin Girolami è il responsabile del centro zen "l’Arco" di Roma e l'ho incontrato durante varie conferenze.

L’augurio  è quello di riuscire a trovare il momento presente. Tutto questo mondo è il mio guru, cioè ogni momento della vita è il mio maestro.

Se riusciamo ad abbracciare l’impermanenza, allora vedremo la Vacuità, vedremo la verità e il vero significato del Buddhismo.

Cerchiamo di spiegare alcune parole del titolo del libro: lo Zen è una forma di buddhismo e in questo testo viene proposto lo zen nello spirito di Suzuki Roshi fondatore del San Francisco Zen Center.  Zen vuol dire meditazione.  I koan sono delle metafore che parlano di particolari aspetti della natura essenziale e ci rivelano cosa è la Verità. Il koan si chiarisce al chiarirsi della conoscenza di se stessi.  Un koan zen ha lo scopo di aiutare la persona a superare gli schemi di pensiero ordinari per arrivare quindi ad una comprensione profonda delle cose. 

L'essenza della pratica Zen è essere qui e ora, essere totalmente nel momento presente, completamente calati nella realtà dell’istante. Cogliere nell'istante presente l'istantanea compresenza di uguaglianza e differenza, di unità e molteplicità. Noi siamo una gamma di emozioni, ed ognuno di noi è unico e irripetibile e siamo tutti la natura di Buddha. 

L'educazione Zen consiste nell’accettare l’impermanenza della realtà, altrimenti vivremo in sofferenza. Quando siamo impegnati e sopraffatti dalle nostre attività, dobbiamo scendere in profondità, ricollegarci al momento presente, spazzare la mente da ogni idea di attaccamento e ottenimento, e da ogni idea dualistica.

La consapevolezza dell’interconnessione del tutto col tutto, non potrà che portare a una profonda e compassionevole responsabilità civile e sociale. Lo Zen non si esaurisce affatto nell’estasi contemplativa del momento presente, ma ha la sua naturale espressione nella vita quotidiana, fatta di relazioni ed impegni.   Le persone che praticano lo zen, sono persone anche laiche, che individualmente, ogni giorno si sforzano di portare la saggezza del Buddha nella vita quotidiana, fatta di lavoro, di affetti, di gioie e drammi. E senza abbandonare famiglia e lavoro, cercano se stessi in questo infinito universo. Usano la meditazione per ritrovare la pienezza dell’esistenza, la parte migliore di loro stessi, totalmente calati nella irripetibile bellezza del momento presente.

Noi, esseri umani, siamo fortunati perché abbiamo la natura del Buddha,  fatta di qualità positive, dobbiamo solo ritrovarla. 

In questo libricino sono presentati molti koan per spiegare vari aspetti della vita. Ho trovato particolarmente bello questo koan che spiega come affrontare i problemi che la vita pone continuamente. 

Un monaco va dal maestro zen e chiede "Come è quando gli alberi ingialliscono e le foglie cadono?" e il maestro zen risponde "Il corpo esposto al vento dorato".  

Il significato è il seguente: Non è possibile non esporsi al vento all’impermanenza. Occorre solo capire che è un vento dorato. Occorre accettare le avversità, trovare la bellezza nelle avversità e considerarle come opportunità.  Non è l’evento in se stesso che è doloroso ma sono le aspettative disattese e gli attaccamenti che diventano fonte di dolore. Quello che ci sta accedendo non è altro che  un’opportunità di crescita.

Se abbracciamo l’impermanenza allora scopriamo la vacuità, impariamo e ad essere vulnerabili di fronte all’impermanenza e di conseguenza: accettare la nostra condizione umana, è accettare la vita.

La pratica buddhista zen si divide in samata e vipassana. Ossia riuscire a calmare la mente  per  poi arrivare ad avere una visione profonda. In pratica, si tratta di riconoscere la realtà come dolorosa, impermanente e priva di un io sostanziale.  

venerdì 16 aprile 2021

Jayadev Jaerschky

Ho incontrato Jayadev Jaerschky seguendo dei seminari intensivi di yoga  presso la comunità Ananda di Assisi,  creata dal Maestro Swami Kriyananda, diretto discepolo di Paramhansa Yogananda, uno dei primi grandi Maestri indiani a venire in Occidente.

Quando gli ho chiesto perché non riuscivo ad aderire totalmente ad una scuola di yoga e riuscire finalmente a seguire un Maestro, lui mi ha sorriso e mi ha risposto "Non è importante, importante è essere felici ed essere nella fase della ricerca". 

Link all'intervista a Jayadev Jaerschky: https://anandaeuropa.org/it/video/intervista-a-jayadev-jaerschky-sullananda-yoga/

Jayadev Jaerschky è tedesco, ha iniziato a praticare yoga a partire da 14 anni, ha visitato in India ashram legati alla tradizione di Yogananda e vive da più di 30 anni presso la comunità.  E' il fondatore e direttore della Scuola Europea di Ananda Yoga ed è autore di diversi libri sullo yoga, tra cui Kriya Yoga, il manuale completo per la libertà interiore.

 Jayadev il suo nome, in sanscrito, significa “Angelo della Vittoria” insegna il Kriya Yoga ed ha avuto come maestro spirituale, Swami Kriyananda (1926-2013).

Il Kriya Yoga o Ananda Yoga è una pratica antichissima e molto avanzata per l’evoluzione spirituale che Yogananda chiamò ‘realizzazione del sé’. Fa parte dell’antica scienza del Raja Yoga, esposta da Patañjali negli Yoga Sutra e da Sri Krishna nella Bhagavad Gita. La tecnica vera e propria può essere rivelata solo per iniziazione a chi sceglie di dedicarsi a questo sentiero di ricerca spirituale.

Questo yoga lavora su tutti i livelli, corpo, mente e spirito con un’enfasi particolare a quest’ultimo aspetto, fino ad arrivare ad una consapevolezza sempre più elevata accompagnata da gioia e beatitudine (in sanscrito  ananda). La musica è fondamentale  nell’Ananda Yoga perché stimola energia positive; Ogni seduta inizia con un canto che apre il cuore e regala gioia. Una caratteristica particolare di questo stile di yoga è che durante le lezioni si propongono gli asana classici dell’Hatha Yoga accompagnandoli con affermazioni mentali e sintonizzandosi su qualità positive. Per esempio, praticando Vrksasana, la posizione dell’Albero, affermiamo mentalmente “Sono calmo, sono sereno”. L'altra particolarità di questo tipo di scuola è che non  esclude dalla pratica il concetto di Dio, Spirito, Coscienza, Sé superiore e si apre totalmente a questa dimensione. La lezione inizia con gli ‘Esercizi di Ricarica’, un'altra caratteristica di Ananda, per risvegliare le energie sottili. Si tratta di una sequenza dinamica di 39 esercizi, semplici da eseguire e per questo adatti a tutti, che insegnano a padroneggiare il prana, la forza vitale, e ad attingere energia dalla sorgente cosmica per distribuirla ai miliardi di cellule del nostro corpo. ricaricandole come una batteria. 

L’Accademia Europea di Ananda Yoga nata nel 2007, offre programmi di formazione e approfondimento per diventare insegnanti yoga certificati a livello internazionale. 

giovedì 15 aprile 2021

Prossimi cicli di prānāyāma e di āsana on line con il Maestro Antonio Nuzzo

 Il Maestro Antonio Nuzzo Inizia a praticare yoga nel 1963, a soli sedici anni. Segue il diretto insegnamento di André Van Lysebeth approfondendo tutte le tecniche di hatha e tantra yoga. Tra i suoi maestri, Swami Satyananda di Monghyr, Swami Satchidananda, Swami Gitananda di Lawspet e Vimala Thakar. Insegna al Centro Studi Yoga Roma dal 1986. Dal 1977 si dedica principalmente alla formazione di insegnanti di yoga. 

Per seguire i corsi ed iscriverti vedi link: https://www.centrostudiyogaroma.com

E' stato uno dei pionieri dello yoga in Italia insieme a Giorgio Furlan e Carlo Patrian (morto nel 2008),  che poi, insieme,  hanno contribuito alla fondazione della Federazione Italiana Yoga nata nel 1974. 

Link ad un'interessante intervista a Carlo Patrian http://web.tiscali.it/istitutoyoga/nuovo/intervista.html

Sono loro, Antonio Nuzzo, Giorgio Furlan e Vincenzo Russo, i grandi maestri Yoga che operano a Roma ed che ho avuto l'immensa fortuna di conoscere seguendo i loro corsi. 

Io definirei lo yoga con una bellissima frase del Maestro Antonio Nuzzo, che ho ascoltato durante i suoi corsi: “Lo yoga è il movimento del respiro nell’immobilità della posizione”. 

Cito un’altra bellissima frase di Patanjali che recita  così: “Le posizioni  nello yoga devono essere stabili e confortevoli”. Se la posizione non è confortevole e non è statica, quello che stiamo facendo non è yoga. 

Il movimento nello yoga può essere accettato e giustificato se ha come obiettivo la staticità. Non dimentichiamo che lo scopo dello yoga è quello di fermare le attività della mente ed arrivare ad una quiete profonda, solo in questa dimensione è possibile percepire il vero Sé. Come si fa ad arrivare ad una quiete profonda tenendo una posizione scomoda?

A volte ho assistito a delle lezioni di yoga in cui i partecipanti, spesso con tute attillatissime, cercavano di arrivare alla posizione perfetta ansimando e facendo molti sforzi. 

Bisogna trovare, secondo il Maestro Antonio Nuzzo, “l’equilibrio tra immanenza e trascendenza”, visto che oggi è difficile isolarci nella nostra caverna.

- Immanenza significa svolgere il nostro ruolo attivo (docente, genitore, coniuge, ecc...) in questa società in modo etico ed onesto.

- Trascendenza significa riuscire a trovare attimi di eternità sul tappetino, durante la pratica.

  
Vi consiglio di leggere il bellissimo libro del Maestro Antonio Nuzzo recentemente pubblicato (nel 2019).
Lo hatha yoga non è una pratica per il benessere, contro il mal di schiena o antistress, ma un sofisticato percorso di ricerca spirituale che ha come obiettivo ultimo l'eliminazione della sofferenza, il raggiungimento della beatitudine, della felicità più profonda, la ricongiunzione tra il sé e il Sé. 

Ramana Maharshi e la non dualità

Ramana Maharshi e la Tradizione della non dualità

"La mente proietta il mondo fuori di sé e lo risolve di nuovo nel Sé. Quando la mente esce dal Sé, appare il mondo. Pertanto, quando il mondo appare, il Sé non appare; e quando il Sé appare, il mondo non appare."   ...      "Per arrivare a sperimentare la felicità, il Sè superiore, si dovrebbe conoscere se stessi. Per raggiungere questo obiettivo, il mezzo principale è il sentiero della conoscenza, l'indagine nella forma di "Chi sono io?".     Non sono il corpo, non sono i cinque organi di senso, non sono i cinque organi di azione, non sono le cinque energie vitali. Non sono nemmeno la mente che pensa, né la memoria. Dopo aver negato tutto questo, rimane solo quella Consapevolezza: Quello sono io." Immortale coscienza.

Di Ramana Maharshi ho letto i seguenti testi: Chi sono Io?, Opere, The spiritual teaching of Ramana Maharshi.     E' uscito da poco un documentario sul grande saggio indiano (2018) e il link è il seguente:  https://www.youtube.com/watch?v=hVYv9ktilQw

Ramana Maharshi (1879 - 1950) è una delle più grandi figure spirituali dell'India, ed è il fautore dell'Advaita come verità, che significa "non dualità"; che sta al di là delle costruzioni del pensiero. Sebbene il pensiero sia utile, in quanto può dirci che cosa la realtà non è, la realtà stessa non può essere imprigionata entro i suoi confini. 

Dal punto di vista dell'Assoluto, non vi è dualità, non vi è nulla di finito, di non eterno. Solo l'Assoluto è; tutto il resto è apparenza illusoria e non reale. Considerare reale il mondo pluralistico è illusione. Le distinzioni empiriche tra soggetto e oggetto, mente e materia, ecc., sono il risultato di maya, il potere misterioso che vela il vero e proietta il falso. Non si può spiegare come sorgano le distinzioni. Ma ad una indagine si scoprirà che sono prive di realtà.  La dualità è soltanto un'illusione; la non dualità è la verità suprema. 

L'obiettivo del ricercatore è sperimentare questa esperienza plenaria, l'Io non duale dove non vi sono distinzioni.  Questa Realtà suprema, "l'Unico Essere" nelle Upanishad è designato come Brahman ed  è la base dell'universo. Quindi i tre aspetti della " dottrina " dell'Advaita sono: 1) la sola realtà del Brahman; 2) l'illusorietà del mondo; 3) la non differenza tra l'anima individuale (Atman) e il Brahman.

Poiché la natura di Brahman-Atman non può essere definita nei termini di nessuna categoria, le Upanishad lo chiamano "non questo, non questo" (neti, neti). Definire una cosa è limitarla, separarla da altre cose simili o dissimili. L'infinito e l'illimitato non possono essere caratterizzati in termini di categorie finite. Il Brahman è al di là della portata dei concetti e delle parole. Naturalmente, ciò non significa che il Brahman sia un vuoto. Persino dire che è uno non è vero,  ecco perché si preferisce l'espressione negativa " non duale "  o  " non due " (advaita). 

E' a causa della maya o avidya (ignoranza) che il Brahman non duale appare come il mondo della pluralità, che la realtà infinita e incondizionata appare come fosse finita e condizionata. Poiché l'ignoranza è la causa dell'illusione, ciò che occorre per conseguire la realizzazione del Brahman, che è la liberazione, è la conoscenza (jnana). Quando l'illuminato acquisisce l'intuizione finale del Brahman, comprende che il mondo non fu mai creato, che è un'apparenza illusoria. 

In effetti ci si trova in grande difficoltà nel comprendere il rapporto tra l’Uno e il  Tutto, tra atman e il corpo e come l’anima universale, che é una, si manifesti nei molti. Questo concetto dell’Uno/Tutto e del non dualismo sono riuscito veramente a capirlo seguendo dei gruppi di ‘condivisione dell’essere’ (sat-sang) proposti da Mauro Bergonzi1  che riesce in modo “divino” a esprimere l’inesprimibile  con le parole.

mercoledì 14 aprile 2021

Hatha yoga classico proposto da Sri Sri Sri Satchidananda Yogi

Questa sequenza di hatha yoga tradizionale composta da 10 posizioni e proposta da Sri Sri Sri Satchidananda Yogi, il Maestro Silente di Madras, crea le condizioni ideali per risvegliare le energie potenziali, le energie sottili, e per restare bene attivi per tutta la giornata, sia a livello fisico sia a livello mentale.  

Vi consiglio, se siete nelle condizioni fisiche idonee, di eseguire questa sequenza seguendo le indicazioni del Maestro Claudio Fabris che dirige “GANAPATI” Scuola di Yoga di Vicenza.

La prima lezione la potete trovare al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=VgB81RQnYBo

Il sito dell'associazione è al seguente link: https://ganapati.it/ganapati/

martedì 13 aprile 2021

Le considerazioni di un grande Maestro yoga sulla pandemia

 Avatar.  Queste sono le considerazioni di Gyanander, un grande Maestro yoga, sulla pandemia. Ho avuto la sua autorizzazione per condividerle.    

© 2012, Associazione Yog® - PERUGIA, Strada di San Marino 21, 06125 Perugia
Proprietà letteraria riservata: 
Ai sensi della legge sui diritti d’autore e del codice civile,
sono vietati l’uso delle idee, la copia, la riproduzione di questa email o di parte di essa
con qualsiasi mezzo: elettronico, meccanico, fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.

Avatar.    Ogni qualvolta c’è un declino della rettitudine, oh Arjun, e un risollevarsi dell’ingiustizia, allora Io manifesto Me stesso.    (Bhagavad Gita - IV n.7)

In questo momento il mondo è arrivato al massimo livello di caos: fisicamente, mentalmente e spiritualmente è arrivato al più infimo livello, credendo di stare progredendo. Materialmente parlando continua a distruggere il pianeta in cui vive: pensa di piantare alberi su Marte, mentre distrugge tutti quelli presenti sulla terra e continua a procurare sofferenza ad ogni essere vivente. Vediamo in India talvolta branchi di leoni che attraversano le superstrade, perché non ci sono altri passaggi naturali, gli uccelli non sanno più dove nidificare, le fabbriche scaricano residui inquinati nei fiumi uccidendo tutta la popolazione acquatica, le piante sono avvelenate e la stessa aria è ormai inquinata al punto da rendere difficile la respirazione, per non parlare degli inquinamenti che non si vedono, come quello elettromagnetico, quello provocato dalle radiazioni atomiche e via dicendo.

In questo modo il corpo dell’uomo manifesta sempre nuovi tipi di malattie fisiche e anche la mente umana è malata, mentre l’uomo continua  a tenerla impegnata su cose innaturali, come smart phone, computer e simili, tramite i quali è sempre alla ricerca i nuovi argomenti. 

Spiritualmente mezzo mondo è pieno di maestri e guru che sono malati quanto i loro discepoli, se non di più. E se un uomo dice di aver avuto progresso, o una crescita in ogni campo, dovrebbe almeno dimostrare di essere in salute, in pace, felice e in armonia, mentre invece tutti questi guru non parlano più e stanno con la coda fra le gambe .

Narro a tal proposito una storia.
In un paese nel quale non pioveva da tempo c’era una grave carestia e la gente, sapendo che c’era uno yoghi capace di provocare la pioggia, andò a cercarlo e lo portò al villaggio, nel quale lui preferì rimanere in una semplice capanna con le sue poche e semplici cose. Qualche giorno dopo il suo arrivo, piovve e gli abitanti del villaggio gli chiesero cosa avesse fatto. “Io non ho fatto niente” rispose lo yoghi. “Come mai ha piovuto”, risposero gli abitanti del villaggio? Lo yoghi rispose: “la gente non stava in armonia e così anche la natura era diventata disarmonica e, quando tutto è squilibrato, se serve la pioggia, essa non arriva mentre se non serve essa arriva. Io sto semplicemente in armonia con me stesso cosicché, per effetto della legge di risonanza (come ormai dice anche la scienza) provoco armonia nelle persone che mi stanno accanto e le stesse persone a loro volta provocano armonia con la natura e alla fine la pioggia arriva! ”

Nel mondo di oggi, invece, la popolazione è così aumentata che in alcuni paesi, come ad esempio l’India e la Cina, è difficile anche prendere il metrò e una volta preso, devi lottare anche per scendere alla tua fermata, e quando vai a dormire non riesci ad addormentarti a causa dell' l’inquinamento acustico. L’uomo non è consapevole di dove sia arrivato il suo disequilibrio, e continua a procurare sofferenza a se stesso e ad ogni altro essere vivente, e la natura s’è ribellata a questa situazione e, come dice la Gita, c’è bisogno di un Avatar, una reincarnazione del Signore, che può avvenire in molti modi.

In passato, dicono i testi antichi: il Signore s’è reincarnato in un pesce, un cinghiale, una tartaruga, in una forma di mezzo leone e mezzo uomo (Narsingh) e via dicendo: l’Avatar di questo momento si chiama Covid. Per combattere con questo Avatar, l’uomo ha fatto diversi Lock-down e ha cominciato a portare una maschera, pensando di risolvere così il problema, ma l’Avatar continua a lavorare. L’uomo ha creato dei vaccini, ma l’Avatar è diventato più potente del vaccino. Adesso gli scienziati cercheranno altri vaccini più potenti, ma l’Avatar diventerà più forte anche di quelli, finché il vaccino stesso non si trasformerà a sua volta in Avatar e comincerà ad uccidere direttamente la gente, al posto del virus. L’uomo pensa di risolvere così il problema, ma non è questa la strada. La soluzione sta nel superare la sua crudeltà.

Racconto in proposito un’altra storia del Maestro Ciarandass.
Un re senza erede stava morendo e chiamò uno yoghi per farsi dare una soluzione al problema. Lo Yoghi fece una meditazione e vide (visualizzò) la persona giusta alla quale lasciare il regno e il re, seguendo il suo consiglio, adottò il ragazzo indicato consacrandolo re e dopo qualche giorno il vecchio re muorì.

Nei successivi dieci anni il popolo vide crescere rapidamente il suo benessere, ma l’eccesso di progresso, senza aver superato le emozioni negative, causò ulteriori problemi: aumento del desiderio, della libidine, della rabbia, dell’avidità, dell’attaccamento e dell’ego. Nel paese si sviluppò così un grande caos, un’enorme crudeltà e tanto egoismo.
Una notte il nuovo re venne svegliato improvvisamente, prima dell’alba, da una voce dal cielo che gli disse: ammazza tutta la popolazione, uomini, donne e bambini inclusi. Brucia le case e distruggi i villaggi. La mattina dopo il re ordinò al suo esercito di fare tutto quello che il Signore gli aveva ordinato e l’esercito cominciò a bruciare le case e ad uccidere le persone. Il popolo, spaventato, corse verso la fortezza reale chiedendo di poter parlare al re. Il re accettò la richiesta a condizione che si fosse presentata una persona che avesse ottenuto il riconoscimento da parte di tutto il popolo. Il prescelto si presentò davanti al re e gli chiese: prima hai procurato tanto benessere al tuo popolo e ora ordini di uccidere tutti quanti ? Quando avrai ucciso tutti i tuoi sudditi, su chi regnerai? Il re rispose che non era stata una sua decisione ma una precisa richiesta del creatore, che era molto  arrabbiato a causa del comportamento del popolo e propose al suo interlocutore di riunire tutto il popolo per chiedere al Signore quale fosse la causa della Sua rabbia. Il popolo, assieme al re, si mise quindi in meditazione finché non si fece risentire di nuovo la voce del Signore che diceva al re: cosa aspetti ad uccidere immediatamente tutta questa gente crudele. Il rappresentante del popolo e tutta la gente presente sentì le parole del Signore e corse a dire al resto del popolo: non è colpa del re, abbiamo sentito anche noi il signore ordinare di ucciderci tutti per la nostra crudeltà.
Il popolo disse al suo rappresentante di ritornare dal re pregandolo di chiedere al Signore di rinviare la condanna di sei mesi. Il re e le persone presenti si riunirono di nuovo in meditazione e, prima dell’alba, venne udita di nuovo una voce dal cielo che diceva: “re, su tua richiesta, visto che sei un anima pura, io concedo questa proroga di sei mesi. Lascia che godano quanto vogliono per questo ulteriore tempo, ma alla scadenza della proroga nessuno dovrà rimanere in vita. Il rappresentante del popolo e i suoi assistenti andarono fuori dalle mura della città e cominciarono a dire: abbiamo ottenuto una proroga di sei mesi, siamo stati salvati per sei mesi …”
Il popolo chiese al suo rappresentante quale avrebbe potuto essere la cosa migliore da fare durante quei sei mesi di proroga ? Il rappresentante rispose: Dio ha detto di godere quanto più possibile, ma io vi consiglio di fare buon karma. “E quale sarebbe un buon karma che potremmo fare in questi sei mesi, chiese il popolo ?” Il rappresentante rispose: kirtan, satsang, mantar, compassione, carità, pietà, distacco, uscire dall’ego, pregare ecc.”.
Il popolo tornò a casa e, con la paura della morte, solo rinviata di sei mesi, abbandonò l’idea di godere e cominciò a praticare Kirtan e tutto quello che il suo rappresentante gli aveva consigliato, e chi aveva proprietà le vendette per fare elemosine e così via. Nessuno più si arrabbiò, ebbe attaccamento né avidità. In sei mesi tutto il popolo raggiunse un alto livello di sviluppo spirituale e superò la paura della morte.

Ora io, Gyanander, chiedo: la morte deve essere considerata una cosa cattiva? Se si chiedesse a qualcuno che sta morendo: quando rinascerai, vorrai fare la stessa vita di nuovo? Non credo che ci sarebbe qualcuno che risponderebbe di sì.

Nascere è la cosa più brutta che esista, mentre la morte è la cosa più bella. Per me la morte è una cosa senza significato: quella che l’uomo chiama morte, è un semplice trasferimento: la Gita dice è come un cambio di vestiti: praticamente come io sono venuto in Italia dall’India, con la morte la mia anima (essenza) si trasferirà da un’altra parte, secondo il mio karma. Se tu credi che la mote annulli la vita, il karma che hai accumulato, chi dovrebbe pagarlo, secondo te: tuo bisnonno?

Riprendendo la parabola di Ciarandass, il popolo a quel punto non aveva più paura della morte e ritornò dopo sei mesi dal re, che prima di chiamare l’esercito per eseguire l’ordine di uccidere tutti, decise di risentire il punto di vista del Signore. Si mise di nuovo in meditazione, assieme ai rappresentanti del popolo, che intanto diceva: “quello che vuoi tu, oh signore, quello che vuoi tu”. E dopo un po’ di tempo la stessa voce celeste disse: Grazie a te, oh re, il tuo popolo è salvo, perché il suo cuore è stato purificato!”

E il re lasciò andare tutti dicendo: “avete sentito la voce del Signore, andate e continuate a comportarvi correttamente!”

Il mondo pensa che, senza cambiare, risolverà tutti i suoi problemi, ma i problemi continueranno ad aumentare fino a quando il mondo non ritornerà in armonia. Nella sacra  India violentano le donne e poi le bruciano, e alcuni dicono di essere resistenti al virus, ma l’Avatar diventerà più potente di loro.

In bocca al lupo.

Cari amici,
Questo gioco di alternanza di bianco, giallo, arancione e rosso continuerà. È il gioco del karma, equivalente alle tenaglie con le quali il fabbro tiene il ferro per  metterle continuamente sul fuoco e poi nell' acqua... la vita è come la tenaglia del fabbro e a secondo del karma continua a dare piaceri e dispiaceri, felicità  e infelicità , gioia e dolore,
Casayog è sempre vicino a voi!!!

 Jay Ciarandass, Jay Suk Dev              Ram Ram

La degenerazione della scuola - Umberto Galimberti

 Intervento di  Umberto Galimberti sulla scuola:      https://www.youtube.com/watch?v=zlqzghmfqq0   Umberto Galimberti (1942 - ) è un filosofo, psicoanalista e accademico italiano e  giornalista.

sito: http://umbertogalimberti.feltrinellieditore.it/

Nel suo intervento, Galimberti sottolinea, che oggi la scuola esalta le competenze e purtroppo non educa più. Bisogna dirlo con forza. Abbiamo una struttura sociale che non guarda più in faccia alle persone ma alle loro prestazioni, e questo ha invaso anche la scuola.  

 “Quanti professori assolvono i compiti ministeriali e poi neppure conoscono i propri studenti?" Ne consegue che la responsabilità personale sparisce. La scuola non educa più. 

Se un professore volesse educare dovrebbe avere classi con non più di quindici alunni.  Se ha classi con trenta alunni ha già deciso che non vuole educare. A volte succede, anche che un docente ha 9 - 10 classi con circa 250 allievi,  in questo caso il docente nemmeno ci prova ad educare.

"Poi occorre chiamare insegnanti carismatici, non dei funzionari”. Una scuola, è convinto Galimberti, deve puntare sul valore delle singole soggettività dei ragazzi, “deve saper portare gli alunni – questo lo ripete da tempo – dallo stato delle pulsioni a un livello più alto, cioè al livello delle emozioni. Emozione vuol dire scoprire che risonanza emotiva hanno dentro di me gli eventi del mondo. 

Purtroppo oggi non si registra più la differenza tra bene e male. La psiche non registra più la differenza tra ciò che è grave e ciò che non lo è”.  Inoltre, la soggettività non conta proprio niente in questa società”.

Petite poucette , il nuovo studente

 Petite poucette – un testo di Michel Serres  del 2012.  Michel Serres (1930 - 2019) è stato uno scrittore e filosofo francese, e con i suoi scritti  uno dei miei punti di riferimento.

Voglio presentarvi questo bel testo che ho letto qualche tempo fa, ma che trovo ancora particolarmente attuale ed utile per gli insegnanti. Petite poucette significa piccolo pollice, con il quale la nuova generazione digita dati a velocità vertiginosa sulla tastiera dello smartphone.

Il testo presenta un quadro della situazione odierna del nuovo studente: questo nuovo studente abita un mondo popolato (7 miliardi di persone), in cui l’età media è di 80 anni, da 70 non ci sono state guerre, la metà dei genitori sono divorziati, la nascita del primo figlio è programmata, l’età della madre è aumentata di 15 anni, il multi-culturalismo è la regola. 

Il mondo dei media, ha meticolosamente ridotto la loro facoltà di attenzione, riducendola la durata delle immagini a 7 secondi e il tempo di risposta alle domande a 15 secondi, la parola più ripetuta è morte. Gli  studenti sono formattati dalla pubblicità ed abitano nel virtuale, i professori sono screditati.

Wikipedia e Facebook non eccitano gli stessi neuroni, né le zone corticali di un libro, e gli studenti possono manipolare diverse informazioni contemporaneamente.  Oggi gli studenti non conoscono, non integrano , non sintetizzano come la generazione precedente. Non hanno più la stessa testa.

Con il cellulare accedono a qualsiasi persona, con il GPS a qualsiasi luogo, con la rete a tutto il sapere e non abitano nello stesso nostro spazio. Un nuovo essere umano è nato rispetto agli anni ’70.

Non parlano più la stessa lingua, il dizionario viene aggiornato di 35.000 nuove parole ad ogni nuova edizione. Tutte le appartenenze di una volta, partito, nazione, religione, comunità rurale o urbana, di genere sono esplose grazie alla rete, ai viaggi, alle immagini del mondo e delle guerre abominabili. L’individuo non sa più vivere in coppia, non sa più tenersi in classe ( si muove e parla continuamente durante le lezioni), non prega più nelle parrocchie, i politici non sanno più costruire un partito credibile, le ideologie sono morte. C’è il problema di creare nuove forme di aggregazione ( il successo di Facebook e dei vari social testimonia questa esigenza).

Noi pretendiamo di insegnare a questi giovani in contesti in cui non si riconoscono più: aule, laboratori, biblioteche e laboratori.

Dobbiamo porci una serie di domande, la prima e la più importante è la seguente: 

Cosa trasmettere? Il sapere?  Eccolo, pronto sulla rete, disponibile, oggettivizzato.  

Trasmetterlo a tutti? Ormai tutto il sapere è accessibile a tutti. 

Come trasmetterlo?  Con la rete Internet e il GPS il sapere è già trasmesso.

Il vecchio spazio di concentrazione, dove io parlo e voi ascoltate, si diluisce e si espande in uno spazio distribuito. Da qualche decennio stiamo vivendo in una nuova era comparabile a quella del rinascimento e della comparsa del libro.  Tutto é da rifare e da re-inventare, le persone che gestiscono il cambiamento non sono in grado di farlo, forse non sono ancora andati in pensione.     

Abbiamo tra le nostre mani questo potente strumento, il computer che contiene e fa funzionare quelle che noi chiamiamo le nostre facoltà : una memoria mille volte più potente della nostra, un’immaginazione composta da milioni di icone, una capacità di ragionamento più efficace in quanto può risolvere in pochi secondi problemi complessi.

Visto che non dobbiamo più lavorare duro per apprendere a memoria qualcosa in quanto basta usare Google e l’argomento che stiamo trattando compare magicamente davanti ai nostri occhi, si aprono altre prospettive. L’apprendere ci lascia la gioia d’inventare e prende così piede l’intelligenza inventiva. Siamo però ancora attaccati al formato pagina e lo schermo del computer si apre come un libro, e su queste pagine ancora scriviamo.  Le nuove tecnologie ci obbligano ad uscire dal formato del libro e della pagina. Ma come ?

Un insegnante impartiva nella classe un sapere che stava nei libri, lo scritto prendeva voce. Per questo compito domandava il silenzio. Ma adesso non lo ottiene più.  Si instaura nelle classi un brusio permanente che rende penoso e inudibile la voce del libro. Petite poussette, questo nuovo studente, non desidera più ascoltare la voce dello scritto perché questo sapere annunciato è già a disposizione di tutti tramite il web, wikipedia, ecc.  Inoltre, è spiegato, documentato, illustrato senza più di errori come nelle migliori enciclopedie. Non c’è più bisogno di un portavoce del sapere che è l'attuale docente tradizionale.

E’ finita l’era del SAPERE.  Prima ci si doveva spostare per scoprire un sapere raro e segreto adesso questo sapere è accessibile e sovrabbondante. Come ridisegnare questa pagina del libro?  Attraverso il gioco forse si può innestare un nuovo processo e inventare un nuovo modo di trasmettere il sapere, la riflessione critica, e la valutazione delle informazioni.

Oggi si diffonde la mania della valutazione: quelli che assistono ad un corso valutano sempre il professore, la società civile è invasa dalla valutazione; si valutano i ristoranti, le banche, le università, gli Stati e la rete Internet ha dato un'enorme impulso a questo fenomeno.  Le nuove tecnologie faranno crollare i colletti bianchi, non c’è un assembramento di adulti dove non c’è questo chiacchiericcio e attualmente gli iscritti ai social media corrispondono a più della metà della popolazione del pianeta. 

Per la prima volta della storia, Tutti possono esprimere la loro opinione, tutti vogliono parlare, tutti comunicano con tutti in questi social, creando un enorme rumore di fondo. Attraverso la rete ci si avvicina agli altri solo in maniera virtuale, forse per paura di ferirli? Si dovrà forse ricorrere all’anonimato, un codice, accessibile e secreto, per quello studente, paziente, operaio ecc. , che resterà anonimo ma individuabile.

Gli spazi e le distanze si riducono. Nel 2006 le compagnie aeree avevano trasportato un terzo dell’umanità, le frontiere scompaiono, le distanze tra centro e periferia si riducono. Le riunioni si fanno con interpreti, nelle strade sentiamo parlare molte lingue, all’università a e al lavoro abbiamo colleghi di altre nazioni. Si mescolano culture, conoscenze  e sapere.  

Siamo in presenza di un quinto potere, quello dei dati e dei Big data, indipendente dagli altri quattro : legislativo, esecutivo, giudiziario e mediatico.  Oggi questi dati diventano una fonte di ricchezza immensa. 

Petite poussette, in quanto, individuo, studente, cliente, cittadino lascerà indefinitamente che lo Stato, le banche, le grandi imprese commerciali, Facebook, Google si approprino dei suoi dati ? 

Vedi il rapporto di Amnesty International Privacy online: Facebook e Google sono un pericolo per i diritti umani.  https://www.amnesty.it/privacy-online-facebook-e-google-sono-un-pericolo-per-i-diritti-umani/

lunedì 12 aprile 2021

Jiddu Krishnamurti

 "Ci è stato detto che tutti i sentieri portano alla verità - tu hai il tuo sentiero come indù e qualcun altro ha il suo sentiero come cristiano e un altro come musulmano, e si incontrano tutti alla stessa porta - il che è, quando lo si guarda, così ovviamente assurdo. La verità non ha un percorso, e questa è la bellezza della verità, è viva.
Frase presa dal libro Freedom from the known  - Libertà dal conosciuto di Jiddu Krishnamurti.

Jiddu Krishnamurti (1895- 1986) è uno dei ricercatori spirituali che preferisco. Maestro di vita, come lo furono Gandhi o Gurdjeeff, sottolinea che il  processo di conoscenza e realizzazione di sé è  indipendente da qualsiasi dogmatismo, sia esso pratico o spirituale.
Non ho usato il termine Maestro spirituale proprio perché la via perseguita da Krishnamurti va oltre le barriere del tempo e dello spazio, non prevede la presenza di un guru o maestro e si fonda esclusivamente sulla ricerca individuale.

Krishnamurti venne definito l' "anti‑guru" per il costante rifiuto di ogni connotazione carismatica e per l'insistenza con cui proclamò che non esistono maestri, insegnanti che possano dire quel che per ciascuno è o non è esatto fare. 
Proprio all'opposto di molti maestri indiani che oggi, in tempo di New Age,  fanno proseliti in Occidente sbandierando una più o meno esoterica sapienza, egli allontana da sé ogni immagine di verità rivelata perché può diventare asservimento della coscienza individuale a una dottrina, rinuncia alla propria originale ricerca di sé che ciascuno deve compiere. 

Krishnamurti manifesta un totale disinteresse per chiunque non ponga la ricerca della propria libertà interiore come obiettivo fondamentale dell'esistenza, indipendentemente dalla via intrapresa, quella orientale o occidentale. 
Fondamentale, dunque, è la ricerca individuale verso la libertà interiore, sperimentata e conquistata da Krishnamurti, che ci rende autonomi da qualsiasi influsso esterno. 
L'avversario più temibile di questa ricerca è la mente razionale che etichetta, organizza, classifica: il sapere nei due aspetti dell'erudizione e dell'intellettualismo senza centro spirituale e morale.  La nostra schiavitù nasce così dai pensieri già confezionati e conformati che orientano la nostra vita producendo in noi ambizioni, aspirazioni, paure, desideri, che ci relegano nell'idea di un io separato e autodifeso. 
Per Krishnamurti non esistono i due stati del conscio e dell'inconscio ma c'è un solo modo di essere: esercitare pienamente la coscienza.

Krishnamurti, era stato scelto dalla società Teosofica come il nuovo profeta, il nuovo Messia, poi lui il predestinato, il preparato, l'osannato, (a 34 anni) dopo una serie di crisi mistiche e tanta sofferenza, constatato che viveva nella falsità e nell'irrealtà, scoprì la libertà interiore, abbandonò l'organizzazione e cominciò a viaggiare nel mondo esprimendo il suo pensiero, basato su coerenza interiore e indipendenza totale da qualunque organizzazione.

Volle scoprire quella realtà che si nasconde dietro tutte le filosofie, tutte le religioni, tutte le sette, tutte le organizzazioni, superando tutte le limitazione e certezze che imbrigliano la ricerca.

Gayatra mantra

 Il gayatra mantra è il mantra più famoso dei Veda, è un'invocazione rivolta al divino donatore di vita come Dio supremo, simbolizzato in Savitr, il Sole.

E' sicuramente uno tra i Mantra più utilizzati e conosciuti nella pratica dello Yoga.

Il mantra recita così:

Om,  Bhur Bhuva Svaha

Tat Savitur Varenyam

Bhargo Devasya Dhimahi

Dhi Yo Yo Nah Prachodayat


Il significato è il seguente:

Om, Meditiamo sullo splendore glorioso

del divino Vivificatore

Possa Egli illuminare le nostre menti!

Lunedì sera lettura della Gita

  Il Maestro Yoga Amadio Bianchi (Swami Suryananda Sarasvati)  a partire da Lunedì 29 Marzo, dalle 20.30 alle 21.00 leggerá e commenterà in diretta facebook la Gīta.  

Per poterlo seguire basterà collegarsi alla pagina Facebook del Maestro e seguire la diretta.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi.  Nel blog ci sono ci...