mercoledì 17 agosto 2022

The Heart of Buddha's Teaching - Thich Nhat Hanh

"Anche oggi, voi e io possiamo tornare al nostro paradiso ogni volta che inspiriamo ed espiriamo con attenzione. La nostra vera casa non è solo nel passato. È presente adesso. La consapevolezza è l'energia che possiamo produrre nella nostra vita quotidiana per riportare il nostro paradiso".

 Questo testo The Heart of Buddha's teaching, Transforming Suffering into Peace, Joy, and Liberation di Thich Nhat Hanh , pubblicato nel 1999, è il perfetto manuale d’introduzione al buddhismo. Spiega in modo semplice e completo cosa è il buddhismo, utilizzando metafore e storielle, un testo da consigliare a chi si avvicina per la prima volta al buddhismo. Ci sono dei riferimenti ad una sostanziale rivoluzione nell’educazione e nell’atteggiamento da seguire di fronte alle ingiustizie nel mondo. Il Maestro Zen Thich Nhat Hanh è un leader spirituale globale, poeta e attivista per la pace, venerato in tutto il mondo per i suoi insegnamenti pionieristici sulla consapevolezza, l'etica globale e la pace.                              Per avere il testo completo in Pdf:   vedi link

Nel Il cuore dell'insegnamento del Buddha, Thich Nhat Hanh ci introduce agli insegnamenti fondamentali del Buddismo e ci mostra che gli insegnamenti del Buddha sono accessibili e applicabili alla nostra vita quotidiana. Con poesia e chiarezza, Nhat Hanh ci trasmette una confortante saggezza sulla natura della sofferenza e sul suo ruolo nel creare compassione, amore e gioia, tutte qualità dell'illuminazione. Coprendo insegnamenti significativi come le Quattro Nobili Verità, il Nobile Ottuplice Sentiero, le Tre Porte della Liberazione, i Tre Sigilli del Dharma e i Sette Fattori del Risveglio, Il Cuore dell'Insegnamento del Buddha è un faro luminoso sul pensiero buddista per gli iniziati e i non iniziati.

Thay è cresciuto in tempo di guerra, con distruzione e morte intorno a lui, da giovane ha sofferto molto, e le ferite della guerra non si sono mai completamente rimarginate; la notte si svegliava per abbracciare il suo popolo. Senza abbracciare la sofferenza non si può ottenere la pace e la gioia. Il Buddha ha detto che la nostra sofferenza ha il potere di mostrarci la via della liberazione. Occorre trasformare la sofferenza in compassione, piena coscienza, pace e liberazione.  
Non si deve scappare dalla vita, occorre trovare il modo per relazionarsi con noi stessi, gli altri, ed impegnarci nel mondo. “Se noi leggiamo o ascoltiamo con una mente aperta e un cuore aperto, la pioggia del Dharma penetrerà il suolo della nostra coscienza”. "Un maestro non può darvi la verità, la verità è già in voi".  La trasmissione degli insegnamenti del Buddha può essere suddivisa in tre correnti: Buddhismo delle fonti, Buddhismo delle molte scuole e Buddismo Mahayana. Il Buddismo delle fonti comprende tutti gli insegnamenti impartiti dal Buddha durante la sua vita. Centoquaranta anni dopo la morte del Buddha, il Sangha si divise in due gruppi: il gruppo dei Mahasanghika (letteralmente "maggioranza", riferendosi a coloro che volevano cambiamenti) e Sthaviravada (letteralmente "Scuola degli anziani", riferendosi a coloro che si opponevano ai cambiamenti)."
Cento anni dopo, lo Sthaviravada si divise in due rami: il Sarvastivada ("Scuola degli anziani", "la Scuola che proclama che tutto è") e Vibhajyavada ("la scuola che discrimina").
I Vibhajyavadin, sostenuti dal re Ashoka, fiorirono nella valle del Gange, mentre i Sarvastivadin si spinsero a nord, nel Kashmir.
Per quattrocento anni, durante e dopo la vita del Buddha, i suoi insegnamenti furono trasmessi solo
oralmente. In seguito, i monaci della scuola Tamrashatiya ("coloro che indossano vesti color rame") in Sri Lanka, un derivato della scuola Vibhajyavada, iniziarono a scrivere i discorsi del Buddha su foglie di palma.
Molti discorsi del Buddha furono trascritti in modo incorretto, a Sri Lanka i discorsi erano scritti in Pali e sono conosciuti come la Southern transmission o l’insegnamento degli anziani (Theravada), gli insegnamenti della Northern transmission erano un po’ più frammentati e erano scritti in Sanskrit o prakrit. La terza corrente degli insegnamenti del Buddha è il buddhismo Mahayana (primo e secondo secolo avanti Cristo) che introduce l’ideale del Boddhisatva per aiutare gli esseri viventi. Il Buddha ha detto molte volte: "Il mio insegnamento è come un dito che indica la luna. Non scambiate il dito per la luna". I sutra sono delle guide, delle indicazioni da mettere in pratica. Non bisogna essere presi però dalle nozioni o parole.
I tre tipi di sofferenza: La sofferenza di soffrire, la sofferenza della cose composite, la sofferenza associata al cambiamento.
I tre sigilli: impermanenza, non sé, sofferenza o nirvana. In molti sutra il Buddha insegnò che il nirvana, la gioia di estinguere completamente le nostre idee e concetti è uno dei tre sigilli piuttosto che la sofferenza. Anche Nagarjuna considerava il nirvana uno dei tre sigilli al posto della sofferenza.
Il desiderio improvviso è la prima delle afflizioni. E dire che è la causa di tutte le nostre sofferenze è troppo semplicistico.
Il buddhismo riporta Sei organi di senso: occhi, orecchie, naso, lingua, corpo e mente e I Cinque Aggregati (skanda) che sono gli elementi che costituiscono la persona: forma, sentimenti, percezioni, formazioni mentali e coscienza.
La meditazione buddista ha due aspetti: shamatha e vipashyana. Tendiamo a sottolineare l'importanza di vipashyana ("guardare in profondità") perché può portarci all'intuizione e liberarci dalle sofferenza e dalle afflizioni. Ma la pratica di shamatha ("fermarsi") è fondamentale. Se non riusciamo a fermarci, non possiamo avere l'intuizione.
Quando siamo consapevoli, toccando profondamente il momento presente, avremo come i frutti la comprensione, l'accettazione, l'amore, e il desiderio di alleviare la sofferenza e portare gioia.
La dimenticanza è l'opposto. Beviamo una tazza di tè, ma non sappiamo che stiamo bevendo una tazza di tè. Ci sediamo con la persona che amiamo, ma non sappiamo che è lì. Camminiamo, ma non camminiamo veramente. La prima funzione della meditazione shamatha - è fermarsi, calmarsi e riposare che sono i prerequisiti per la guarigione.
Se non riusciamo a fermarci, il corso della nostra auto-distruzione continuerà. Il mondo ha bisogno di guarigione. Gli individui, le comunità e le nazioni hanno bisogno di di guarigione.
Il Buddha ha insegnato molte tecniche per aiutarci a calmare il corpo e la mente e a guardarli in profondità. Possono essere riassunte in cinque fasi:
(1) Riconoscimento - Se siamo arrabbiati, diciamo: "So che la rabbia è in me".
(2) Accettazione - Quando siamo arrabbiati, non lo neghiamo. Accettiamo ciò che è presente.
(3) Accogliere - Teniamo la nostra rabbia tra le nostre due braccia come una madre che tiene il suo bambino che piange.
(4) Guardare in profondità - Quando siamo sufficientemente calmi, possiamo guardare in profondità per capire che cosa ha portato a questa rabbia,
(5) Intuizione - Il frutto del guardare in profondità è comprendere le numerose cause e condizioni
primarie e secondarie, che hanno generato la nostra rabbia.
La ruota del Dharma è stata messa in moto dodici volte, tre per ciascuna delle Quattro Nobili Verità.
La sofferenza.  Riconoscimento: Questa è sofferenza. Incoraggiamento: La sofferenza deve essere compresa. Realizzazione: La sofferenza è compresa.
Il Sorgere della sofferenza.  Riconoscimento: C'è un modo ignobile che ha portato alla sofferenza. Incoraggiamento: Questa via ignobile deve essere compresa. Realizzazione: Quella via ignobile è stata compresa.
La Cessazione della sofferenza (benessere).  Riconoscimento: Il benessere è possibile. Incoraggiamento: Il benessere deve essere ottenuto.  Realizzazione: Il benessere si ottiene.
Come nasce il benessere.  Riconoscimento: Esiste un nobile sentiero che conduce al benessere. Incoraggiamento: Questo nobile sentiero deve essere vissuto. Realizzazione: Questo nobile sentiero viene vissuto.
Noi ci nutriamo di cibo, di impressioni, pensieri, ecc. Siamo esposti a invasioni di ogni tipo - immagini, suoni, odori, tatto, idee - e molti di queste alimentano il desiderio, la violenza, la paura e la disperazione in noi.
Cerchiamo di accumulare sempre di più, e pensiamo che queste "mucche" siano essenziali per la nostra esistenza. A causa del cibo che la nostra coscienza consuma, noi siamo il nostro ambiente ed è quello che è.
Quando si agisce con consapevolezza, ci si rende conto che camminare sulla Terra è un miracolo, lavare i piatti è un miracolo e praticare con una comunità di amici è un miracolo. Il più grande miracolo è essere vivi. Possiamo porre fine alla nostra sofferenza solo rendendoci conto che non vale la pena di soffrire!
Quante persone si uccidono per rabbia o disperazione? In quel in quel momento non vedono l'immensa felicità che è disponibile.
Nel Sutra Ratnakuta "Allo stesso modo, una persona comune intrappolata in concezioni dualistiche pensa che i Cinque Aggregati siano la causa della sua sofferenza, ma in realtà la radice della sua sofferenza è la sua mancanza di comprensione della natura impermanente, non egoistica e interdipendente dei Cinque Aggregati". Quando non comprendiamo correttamente, ci attacchiamo alle cose e ne rimaniamo intrappolati. Nel Sutra Ratnakuta si usano i termini "aggregato" (skandha) e "aggregato dell'aggrapparsi" (upadana skandha). Gli skandha sono i Cinque Aggregati che danno origine alla vita. Gli upadana skandha sono gli stessi Cinque Aggregati che costituiscono gli oggetti del nostro afferrare. La radice della nostra sofferenza non è costituita dagli aggregati, ma dal nostro afferrare.
Poi parla dell’ottuplice sentiero. Secondo il Buddismo, esistono due tipi di verità: la verità relativa o mondana (samvriti satya) e la verità assoluta (paramartha satya). Entriamo nella porta della pratica attraverso la verità relativa. Riconosciamo la presenza della felicità e della sofferenza e cerchiamo di andare nella direzione di una maggiore felicità. Ogni giorno ci spingiamo un po' più avanti in quella direzione e un giorno ci rendiamo conto che la sofferenza e la felicità non sono "due". Nel Discorso sul giro della ruota del Dharma, il Buddha ha insegnato le Quattro Nobili Verità sulla sofferenza, la causa della sofferenza, la cessazione della sofferenza e il sentiero per arrivare ad estinguere la sofferenza. Ma nel Sutra del Cuore, il Bodhisattva Avalokiteshvara ci dice che non c'è sofferenza, né causa di sofferenza, né cessazione della sofferenza, né sentiero. È una contraddizione? No. Il Buddha parla in termini di verità relativa, mentre Avalokiteshvara insegna in termini di verità assoluta.
Il Buddha raccomanda di vivere la nostra vita quotidiana in questo modo, vedendo tutto alla luce dell'inter-essere. In questo modo non rimarremo intrappolati nel nostro piccolo io.
Nirvana significa estinzione: prima di tutto, l'estinzione di tutti i concetti e le nozioni. I nostri concetti sulle cose ci impediscono di toccarle davvero.

I tre sigilli del Dharma (Dharma mudra) sono l'impermanenza (anitya), il non sé (anatman) e il nirvana. Qualsiasi insegnamento che non rechi questi tre sigilli non può essere considerato un insegnamento del Buddha. Nella Trasmissione meridionale, i Tre Sigilli del Dharma sono spesso indicati come impermanenza, sofferenza {dukkha) e non sé. Ma nel Samyukta Agama, il Buddha insegnò l'impermanenza, il non sé e il nirvana come i Tre Sigilli del Dharma. Il secondo sigillo del Dharma è il non sé. Nulla ha un'esistenza separata o un sé separato. Ogni cosa deve interagire con tutte le altre. Non sé significa che siete fatti di elementi che non sono voi.
Nirvana significa estinzione, soprattutto estinzione delle idee - le idee di nascita e morte, esistenza e non esistenza, andare e venire, sé e altro, uno e molti. Tutte queste idee ci fanno soffrire.
Nel Buddismo si parla degli Otto Concetti: nascita, morte, permanenza, dissoluzione, andare e venire, uno e molti.
Qualsiasi insegnamento che non porti il marchio dei Tre Sigilli del Dharma, delle Quattro Sacre Verità e del Nobile Ottuplice Sentiero non è autenticamente buddista. Ma a volte vengono insegnati solo due sigilli del Dharma: la sofferenza e il nirvana. A volte vengono insegnati quattro sigilli del Dharma: impermanenza, non sé, nirvana e sofferenza. Ma la sofferenza non è un elemento fondamentale dell'esistenza. È una sensazione. Quando insistiamo sul fatto che qualcosa che è impermanente e senza sé sia permanente e abbia un sé, soffriamo. Il Buddha ha insegnato che quando la sofferenza è presente, dobbiamo identificarla e fare i passi necessari per trasformarla. Non ha insegnato che la sofferenza è sempre presente.
I Tre Sigilli del Dharma sono le chiavi che possiamo usare per entrare nelle Tre Porte della Liberazione: il vuoto (shunyata), l'assenza di significato (animitta) e l'assenza di scopo (apranihita). Tutte le scuole di buddismo accettano l'insegnamento delle Tre Porte della Liberazione. Queste Tre Porte sono talvolta chiamate le Tre Concentrazioni. Quando entriamo in queste porte, dimoriamo nella concentrazione e ci liberiamo dalla paura, dalla confusione e dalla tristezza.
Il Buddha è stato rappresentato come dotato di "tre corpi": Dharmakaya, la fonte dell'illuminazione e della felicità; Sambhogakaya, il corpo della beatitudine o del godimento; e Nirmanakaya, l'incarnazione storica del Buddha.
I Tre Gioielli: Prendo rifugio nel Buddha, colui che mi mostra la via in questa vita. Prendo rifugio nel Dharma, la via della comprensione e dell'amore. Prendo rifugio nel Sangha, la comunità che vive in armonia e consapevolezza. "Torno indietro e mi affido al Buddha in me stesso". L'aggiunta di "in me stesso" chiarisce che noi stessi siamo il Buddha. Il Buddha del XXI secolo - Maitreya, il Buddha dell'Amore - potrebbe essere una comunità piuttosto che un individuo. I sangha che praticano la gentilezza amorevole e la compassione sono il Buddha di cui abbiamo bisogno.

Devi praticare le 'Dimore di Brahma' (Brahmaviharas) o Quattro Menti incommensurabili - amore, compassione, gioia ed equanimità. L'amore in sanscrito è maitri; in pali è metta. La compassione è karuna in entrambe le lingue. La gioia è mudita. L'equanimità è upeksha in sanscrito e upekkha in pali. Un vihara è una dimora o un luogo di abitazione. I Quattro Brahmavihara sono le dimore del vero amore.
I Quattro Brahmavihara sono chiamati "incommensurabili", perché se li praticate, cresceranno in voi ogni giorno fino ad abbracciare il mondo intero. Diventerete più felici e lo saranno anche tutti coloro che vi circondano.
Il Buddha rispettava il desiderio delle persone di praticare la propria fede, ma di preservare le proprie radici ebraiche, cristiane o musulmane. Questo è il modo migliore per realizzare lo spirito del Buddha. Se si è tagliati fuori dalle proprie radici, non si può essere felici.
Buddha disse loro: "Chiunque pratichi le Quattro Menti Immensurabili insieme ai Sette Fattori del Risveglio, alle Quattro Nobili Verità e al Nobile Ottuplice Sentiero arriverà profondamente all'illuminazione".
Secondo il Buddismo, l'essere umano è composto da cinque aggregati (skandhas): forma (rupa), sentimenti (vedana), percezioni (samjña), formazioni mentali (samskara) e coscienza (vijñana). I cinque aggregati contengono tutto, sia dentro di noi che fuori di noi, nella natura e nella società. Così come ci sono cinquantuno categorie di formazioni mentali, ci sono cinquantuno tipi di semi sepolti in profondità nella nostra coscienza. La coscienza è, allo stesso tempo, collettiva e individuale. Il collettivo è fatto dall'individuo e l'individuo è fatto dal collettivo.
Anche oggi, voi e io possiamo tornare al nostro paradiso ogni volta che inspiriamo ed espiriamo con attenzione. La nostra vera casa non è solo nel passato. È presente adesso. La consapevolezza è l'energia che possiamo produrre nella nostra vita quotidiana per riportare il nostro paradiso.
Le Cinque Facoltà, o Basi (indriyani), sono le centrali elettriche che possono aiutarci a generare questa energia in noi stessi. I Cinque Poteri (balani) sono quell'energia in azione.
Le Cinque Facoltà e i Poteri sono: la fede (shaddha), l'energia (virva), la consapevolezza (smriti), la concentrazione (samadhi) e l'intuizione, o saggezza (prajña), la capacità di guardare in profondità e vedere chiaramente. Se praticate come basi, sono come fabbriche che producono elettricità. Se praticati come poteri, hanno la capacità di generare tutti gli elementi dell'Ottuplice Sentiero, proprio come l'elettricità si manifesta come luce o calore.
Il Sutra del Loto dice: "Tutti gli esseri senzienti hanno la natura di Buddha (Buddhata)". Con le giuste condizioni, il seme della natura di Buddha in noi crescerà. Potremmo anche chiamare questo seme il seme della retta consapevolezza o il seme dell'intuizione, della saggezza o della retta fede. In realtà si tratta di un unico seme.
Praticare significa aiutare quel meraviglioso seme a manifestarsi.
L'appellativo "Buddha" deriva dalla radice del verbo budh, che significa risvegliarsi, comprendere, sapere cosa sta accadendo in modo molto profondo. Nella conoscenza, nella comprensione e nel risveglio della realtà c'è la mindfulness, perché la mindfulness significa vedere e conoscere ciò che sta accadendo. Se il nostro vedere è profondo o superficiale dipende dal nostro grado di risveglio. In ognuno di noi, il seme di Buddha, la capacità di risvegliarsi e di comprendere, è chiamato natura di Buddha.
Come possiamo aiutare una persona che sente di non potersi amare? Come possiamo aiutarla a entrare in contatto con il seme dell'amore che è già in lei, affinché si manifesti come un fiore e possa sorridere? Come buoni amici, dobbiamo imparare a guardare in profondità nella nostra coscienza e in quella degli altri. Possiamo aiutare la nostra amica a coltivare quel seme e a realizzare la sua capacità di amare. Esiste un sesto potere chiamato "capacità" o "inclusività" (kshanti). La capacità di essere felici è molto preziosa. Chi riesce a essere felice anche di fronte alle difficoltà, ha la capacità di offrire luce e senso di gioia a se stesso e a chi lo circonda.
C'è un bodhisattva chiamato Kshitigarbha la cui pratica consiste nell'andare nei luoghi di sofferenza più profonda e portare luce e risate agli altri. Se il vostro Sangha ha una persona così, che sa sorridere, essere felice e avere fede in ogni circostanza, è un buon Sangha.
I tre tipi di orgoglio nel buddhismo sono: (1) pensare di essere migliore degli altri; (2) pensare di essere peggiore degli altri; e (3) pensare di essere altrettanto buono degli altri. Tutte le condizioni per la felicità sono qui. Dovete solo toccare i semi della felicità che sono già in voi. Non aveva più bisogno di correre. Il piacere di stare seduti nel momento presente si chiama "stare semplicemente seduti" o "non agire". 

Le Sei Paramita sono un insegnamento del Buddismo Mahayana. Paramita può essere tradotto come "perfezione" o "realizzazione perfetta".
(1) dana paramita - donazione, offerta, generosità. (2) shila paramita - precetti o allenamenti di consapevolezza. (3) kshanti paramita - l'inclusività, la capacità di ricevere, sopportare e trasformare il dolore inflittovi dai vostri nemici e anche da coloro che vi amano. (4) virya paramita - diligenza, energia, perseveranza. (5) dhyana paramita - meditazione. (6) prajña paramita - saggezza, intuizione, comprensione. La pratica delle Sei Paramita ci aiuta a raggiungere l'altra riva, quella della libertà, dell'armonia e delle buone relazioni.
I sette fattori del risveglio (saptabodhyanga) sono: la consapevolezza, l'indagine dei fenomeni, la diligenza, la gioia, la facilità, la concentrazione e il lasciar andare. Un Buddha è "colui che è risvegliato". Anga significa arto. Le potenzialità dei Sette Fattori del Risveglio sono già in noi, ma non lo sappiamo.       

Nel testo parla anche della Ruota della vita o Bhavacakra. La Ruota della vita o anche Ruota del divenire è la rappresentazione iconografica Buddista Tibetana del Samsara, ciclo delle esistenze, (nascita, vita, morte, rinascita) condizionato dal karma.  Usualmente viene dipinta sui muri esterni dei templi e serve come supporto visivo all'insegnamento di base. Si compone di vari anelli e raggi, in cui si esemplificano i meccanismi del Saṃsāra, che possono essere interpretati sia sul piano psicologico che fisico. I principî esposti sono quelli dei tre veleni (cupidigia - gallo, odio -  serpente, ignoranza - cinghiale), dei sei mondi (Deva o dei, Asura o demoni, Umani, Animali,  Preta o essere sensienti, Naraka o gli abitanti dei mondi sotterranei ) e dei dodici elementi della coproduzione condizionata 

  • ignoranza: una vecchia cieca con bastone che esce di casa e si dirige verso un burrone.
  • coefficienti karmici: un vasaio all'opera.
  • coscienza: una scimmia che salta da una casa all'altra.
  • nome e forma: rappresentati come due uomini su una barca in balia delle onde.
  • sei basi dei sensi: una casa con sei finestre, che mettono in contatto col mondo esterno.
  • contatto: una coppia che copula.
  • sensazione: un uomo che corre con una freccia infilata in un occhio.
  • brama: un uomo a tavola che alza un bicchiere di alcolico.
  • attaccamento: una scimmia che coglie frutta da un albero.
  • essere, divenire: una donna stesa che invita all'accoppiamento.
  • nascita: una partoriente.
  • vecchiaia e morte: un uomo porta sulle spalle un cadavere avvolto in un lenzuolo in un cimitero all'aperto tra cadaveri e animali.

Il termine Bhavacakra può essere anche tradotto come "ciclo degli stati mentali" e quindi letto come un diagramma di sintesi della psicologia buddhista, specificamente del buddhismo vajrayana.

Non presentiamo l'insegnamento del Buddha come un tentativo di fuggire dalla vita e di andare verso il nulla o il non essere. Sono modi di agire. Iniziamo la pratica cercando un significato per la nostra vita. Sappiamo che non vogliamo correre dietro alla fama, al denaro o al piacere sensuale, e così impariamo l'arte di vivere con consapevolezza. Col tempo, sviluppiamo comprensione e compassione e scopriamo che queste sono le energie che possiamo usare per alleviare la nostra sofferenza e quella degli altri. Questo dà già un senso alla nostra vita. Continuiamo la pratica, guardando in profondità i Cinque Aggregati che compongono il sé, e tocchiamo la realtà di non nascita e non morte che è in noi e in ogni cosa. Questo contatto ci dà il massimo sollievo. Elimina tutte le nostre paure, ci offre la vera libertà e dà un vero significato alla nostra vita.

INGIUSTIZIA nel mondo. Come possiamo lavare via questo tipo di ingiustizia? Come possiamo trasformare l'ingiustizia ricevuta da intere nazioni? Cambogiani, bosniaci, palestinesi, israeliani, tibetani, tutti noi soffriamo di ingiustizia e intolleranza. Invece di essere fratelli e sorelle gli uni degli altri, ci puntiamo le armi addosso. Quando siamo sopraffatti dalla rabbia, pensiamo che l'unica risposta sia punire l'altra persona. Il fuoco della rabbia continua a bruciare in noi e continua a bruciare i nostri fratelli e sorelle. Questa è la situazione del mondo ed è per questo che è necessario uno sguardo e un cambiamento profondo.
EDUCAZIONE. Quando guardiamo gli altri, vediamo come la loro felicità e la loro sofferenza siano legate alla nostra felicità e alla nostra sofferenza. "La pace inizia con me".
Mettiamo molti giovani in prigione. Ma se cominciamo a meditare scopriremo da dove viene la loro violenza. Com'è la nostra società? Come sono organizzate le nostre famiglie? Cosa viene insegnato nelle nostre scuole? Perché dobbiamo dare tutta la colpa ai giovani? Perché non possiamo riconoscere la nostra corresponsabilità? I giovani fanno del male a se stessi e agli altri perché la vita non ha senso per loro. Se continuiamo a vivere come facciamo e a organizzare la società come facciamo, continueremo a produrre migliaia di giovani che dovranno essere imprigionati.
A scuola i nostri figli imparano a leggere, a scrivere, a fare i conti, a studiare le scienze e altre materie che possono aiutarli a guadagnarsi da vivere. Ma pochissimi programmi scolastici insegnano ai giovani come vivere: come gestire la rabbia, come riconciliare i conflitti, come respirare, sorridere e trasformare le formazioni interne. C'è bisogno di una rivoluzione nell'educazione.
C'è tanta violenza nelle nostre scuole. Genitori, insegnanti e studenti devono lavorare insieme per trasformare la violenza. Le scuole non sono solo luoghi di trasmissione di conoscenze tecniche. Devono essere anche luoghi in cui i bambini possono imparare a essere felici, amorevoli e comprensivi, dove gli insegnanti nutrono i loro studenti con le loro intuizioni e la loro felicità. Anche negli ospedali abbiamo bisogno di luoghi in cui familiari, operatori sanitari, pazienti e altri possano sedersi, respirare e calmarsi. Abbiamo bisogno di municipi in cui le persone responsabili possano esaminare a fondo i problemi locali. Abbiamo bisogno che il Congresso sia un luogo in cui i nostri veri problemi vengano veramente affrontati. Se siete educatori, genitori, insegnanti, architetti, operatori sanitari, politici o scrittori, aiutateci a creare le istituzioni di cui abbiamo bisogno per il nostro risveglio collettivo. I nostri legislatori devono sapersi calmare e comunicare bene. Devono saper ascoltare e guardare in profondità e usare un linguaggio amorevole. Se eleggiamo persone infelici che non hanno la capacità di rendere felice la propria famiglia, come possiamo aspettarci che rendano felice la nostra città o la nostra nazione? Non votate per qualcuno solo perché è bello o ha una bella voce. Stiamo affidando il destino della nostra città, della nostra nazione e delle nostre vite a queste persone. Dobbiamo agire in modo responsabile. Dobbiamo creare comunità con uno sguardo profondo, una condivisione profonda e una vera armonia. Dobbiamo essere in grado di prendere insieme le decisioni migliori. Abbiamo bisogno di pace, dentro e fuori di noi. 

L' ultima parte del testo riporta anche i più importanti sutra o discorsi del Buddha:

  • Discorso sul girare la ruota del Dharma - Turning the Wheel of the Dharma - Dhamma Cakka Pavattana Sutta. Parla della via di mezzo.
  • Discourse on the Great Forty - Mahacattarisaka Sutta. Parla della nobile giusta concentrazione costituita da retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retta condotta di vita, retta diligenza e retta consapevolezza.
  • Discorso sulla giusta visione – on the Right View - Sammaditthi Sutta.  Il Venerable Sariputta spiega quando un discepolo ha la retta visione.

venerdì 12 agosto 2022

Blog della Meditazione trascendentale

 Blog sulla meditazione trascendentale.  link:  https://meditazione-trascendentale.it/blog

La meditazione trascendentale, a volte abbreviata in M.T., è una tecnica meditativa per lo sviluppo di potenzialità umane; la sua origine è da ricondursi alla tradizione vedica ed è stata introdotta in occidente nel 1958 da Maharishi Mahesh Yogi. Maharishi dichiarò che lo scopo di questa meditazione è daiutare la mente ad armonizzarsi con sé stessa e con l’esterno. Nonostante il suo effetto antistress, non si tratta di una tecnica di rilassamento o concentrazione e non richiede particolari posizioni o rituali. Il suo scopo finale è la diminuzione della confusione mentale dovuta al passaggio continuo di pensieri superflui e “rumorosi”. Mettere a tacere questa confusione permette di acuire la propria personalità e vivere meglio la quotidianità.

Link utile per saperne di più:   https://www.meditazionezen.it/meditazione-trascendentale/


La differenza tra il sé e la mente - con Antonella Ferrari

  La differenza tra il sé e la mente - con Antonella Ferrari e Raffaele Risoli

La felicità è il nutrimento più potente per la guarigione del cuore”. Antonella Ferrari è la Direttrice del Centro Brahma Kumaris, Bologna e pratica Raja Yoga da più di 25 anni.

Differenza tra la mente, la nostra identità, il nostro essere. L’essere, l’anima ha delle facoltà, dei supporti. La mente è una delle tre grandi facoltà dell’anima. Il cervello è una parte fisica che si può toccare, nessuno può toccare la mente. La mente è nell’anima. L’anima si avvale della mente, utilizza il cervello e controlla il corpo.  La mente determina come viviamo. Più penso male più comprometto la fluidità degli eventi e il loro buon sviluppo.

Le persone amorevoli che sviluppano qualità come benevolenza, tolleranza, accoglienza, ascolto vivono in un mondo amorevole. Le persone che sono arroccate in se stesse soffrono di vittimismo e soffrono. Il mondo dovete crearlo dentro. La domanda da porre a noi stessi è “in quale mondo vivo?” Perché non far diventare la mente un nostro amico? Altrimenti la renderemo nemica.

A volte partono pensieri che non sono positivi. Se capisco il meccanismo intervengo in modo più efficace. Abbiamo pensato che il Sé sia l’umano anziché l’essere. L’anima è l’essere. Devo fare qualcosa per me, l’essere ha bisogno di essere curato, accudito, soprattutto in questo tempo così incerto. Il sé ha bisogno di vitamine. Riscoprire il sé implica distinguere la mente, l’intelletto, sanskaras.  

La mente è la produzione dei pensieri, ed è attiva anche durante il sogno. Quando i nostri pensieri sono troppi, sono eccessivi, andiamo in perdita di energie e risorse, viviamo stati d’animo alterati, cerchiamo soluzioni in modo concitato. Intelletto è la grande capacità del sé, è il discernimento. Oggi l’intelletto non è molto efficiente. Sanskaras sono le impronte caratteriali che si formano con l’esperienza, con le mie reazioni agli eventi, quando è diventata abitudine è difficile invertire la tendenza. Questo meccanismo mente, intelletto, sanskara è costituito dalle facoltà dell’anima. Non conoscere il sé ci rende rigidi, instabili ed insicuri, egocentrici, affaticati, privi di creatività.

domenica 7 agosto 2022

Il significato di Ashram

 Ashram è un termine sanscrito che indica la via da seguire, è uno spazio dove il Maestro trasmette gli insegnamenti, la saggezza e la pace.  Il luogo ideale dove ritrovare se stessi e prendere contatto con la propria vera natura, e coltivare la ricerca interiore.

La vita nell'ashram è sadhana, la pratica spirituale effettuata nell'arco della giornata. Nell'ashram vengono applicate le seguenti regole o dharma: migliorare la qualità della vita, migliorare se stessi, rispettare gli altri. Per perseguire questo obiettivo occorre praticare servizio (karma yoga), silenzio, meditazione, amore e dono.

Nell'ashram si agisce dedicando l'azione al divino e si contempla rispettando la tradizione e la cultura vedica. Le attività quotidiane sono svolte con l'attitudine mentale di offrire seva, ossia donare il proprio lavoro senza attaccamento, nè aspettative secondo gli insegnamenti della Bhagavad Gita.  In questo modo le attività diventano una pratica yoga e si crea un'atmosfera elevante dove non c'è più distinzione tra insegnanti ed ospiti.  

La luce dell'Asia

 The Light of Asia, sottotitolato The Great Renunciation, è un libro di Edwin Arnold la cui prima edizione è stata pubblicata a Londra nel luglio 1879. Sotto forma di poema epico, il libro tenta di descrivere la vita e il periodo del principe Siddhartha Gautama che, dopo aver ottenuto l'illuminazione, divenne il Buddha, il Risvegliato. Il libro descrive la sua vita, la sua personalità e la sua filosofia in una serie di versi. È un adattamento gratuito del sutra Lalitavistara.  (Il Lalitavistara Sutra è un sutra della tradizione Mahayana che descrive la vita di Gautama Buddha. Il titolo etichetta l'esistenza mortale di Śakyamuni come lila, "gioco, passatempo", ad indicare l'ultima incarnazione del Buddha come una sorta di diletto, performance realizzata a beneficio del "pubblico" dei fedeli).

Il libro di Arnold è stato uno dei primi tentativi riusciti di rendere popolare il buddismo tra i lettori occidentali. Prima della pubblicazione dell'opera, al di fuori dell'Asia, si sapeva molto poco del Buddha e del Buddismo, la religione da lui fondata e che esisteva da circa venticinque secoli. Il libro è stato accolto molto bene dalla sua prima edizione ed è stato oggetto di numerose recensioni critiche. È stato tradotto in diverse lingue. 

lunedì 18 luglio 2022

Yoga as explained to my daughter

Agli inizi di giugno 2022 è stato pubblicato il testo Yoga as explained to my daughter. Questo libro è stato scritto da Cesare Maramici, Lissia Amach e Ana Giselle Kafie,  praticanti di Yoga provenienti da da diversi contesti, origini e lignaggi dello Yoga e impegnati a diffondere la conoscenza dello Yoga per contribuire in tutta umiltà a un mondo più sostenibile, inclusivo e attento.

Che cos'è lo Yoga? Come posso, come occidentale, far parte di questa tradizione e di questo lignaggio di 5.000 anni?  Come possono gli insegnamenti dello Yoga contribuire a far emergere il meglio delle persone e a farci affrontare le sfide globali e climatiche di oggi?
Questo breve ma esauriente testo, offre a tutti i praticanti di Yoga un modo per entrare in questa antica tradizione con piena consapevolezza e poter così apprezzare gli insegnamenti, le sue pratiche e i testi fondamentali.
Nonostante l'immagine fuorviante dello Yoga che si può trovare sui social media, lo Yoga è molto più che un semplice esercizio fisic. È accessibile a tutti. Non richiede attrezzature sofisticate, né abbigliamento speciale e può essere praticato ovunque, in qualsiasi momento e a qualsiasi età. Il libro dimostra come lo Yoga, sia un percorso per arrivare ad elevati stati di coscienza, di trasformazione del sé.
La prima sezione del libro spiega in termini semplici, sotto forma di dialogo, cos'è lo Yoga e fornisce gli elementi essenziali per iniziare questo viaggio interiore. Vengono, inoltre, forniti ampli approfondimenti per i lettori che desiderano esplorare argomenti complessi o aspetti storici.
La seconda sezione del libro offre una sintesi  di alcuni dei testi più importanti citati nel dialogo, tra cui i Veda, le Upanishad, la Bhagavad Gita, gli Yoga Sutra e i testi tantrici: Hatha-yoga pradipika, Gheranda samhita, Shiva samhita. 
 
Se qualcuno fosse interessato all'acquisto mi può mandare un'e-mail a questo indirizzo:
maramicicesare4@gmail.com e cercherò, in qualche modo,  di farglielo avere. 

Esperienze di meditazione - Roberto Fantini e Cesare Maramici

 Libro: Esperienze di meditazione: 54 praticanti di raccontano.  Autori:  Roberto Fantini, Cesare Maramici,   Efesto, 2016.  Roberto Fantini e Cesare Maramici presentano attraverso questo testo lo stato della meditazione in Italia come risultato di una ricerca durata tre anni.

Cosa può significare nel mondo d’oggi dedicarsi alla meditazione? E quanto questo potrebbe cambiare in meglio la nostra vita? E come fare a scegliere le giuste pratiche, i giusti maestri?

A queste e altre domande rispondono 54 praticanti molto diversi fra loro per orientamento e per natura e livello di competenze, donandoci una colorita gamma di esperienze vissute, di informazioni, di preziosi insegnamenti e suggerimenti. Per tutti coloro che conoscono e praticano una qualche forma di meditazione o che vorrebbero conoscerla e praticarla. Ma anche per tutti coloro che vorrebbero comprendere dal di dentro questo fenomeno socialmente e culturalmente in continua espansione. E anche per tutti coloro che desiderano semplicemente sostare in una piccola oasi di freschezza interiore e di luminosa serenità.

“Prendendo le mosse dalla constatazione del crescente interesse che oggigiorno viene rivolto alle pratiche meditative, che possono essere di diverse matrici spirituali o anche laiche, i due autori (più entusiasta e convinto il praticante Cesare Maramici, più prudente Roberto Fantini, non praticante – e la diversa impostazione mi sembra una delle ottime idee del libro!)  hanno compiuto un lungo viaggio tra “meditanti”: 54 incontri-intervista con persone che da tempo praticano convintamente la meditazione, le quali hanno raccontato le loro aspettative, le loro esperienze, le loro impressioni, i risultati ottenuti, le potenzialità insite nell’esercizio regolare e costante della meditazione. Esercizio riservato, in tempi non molto lontani, ai maestri orientali e ben poco conosciuto qui da noi.

Gli intervistati sono assai diversi tra loro: sacerdoti cattolici, responsabili di movimenti di matrice orientale, insegnanti di yoga, persone appartenenti a organizzazioni internazionali, maestri di Buddhismo e maestri induisti, sufi, psicologi di indirizzo transpersonale, atei, filosofi, ricercatori indipendenti e altri ancora. A tutti è stato chiesto quale sia per loro il valore e il significato della meditazione, quali tecniche mettono in atto, quali sentieri seguono, se abbiano avuto un maestro o se siano autodidatti, se la meditazione ha sortito l’effetto di cambiare in meglio la loro vita, perché hanno iniziato a meditare. In più tutti hanno fornito consigli a chi desidera avvicinarsi alla meditazione. Ne esce un quadro straordinario, e per molti aspetti sorprendente, che consente di rendersi conto che anche da noi in Italia la meditazione sta diventando una pratica nota e apprezzata, capace di far crescere le persone, di renderle più consapevoli e in grado di affrontare la vita in ogni suo aspetto, più aperte al trascendente.    Paola Giovetti.

Paola Giovetti è giornalista e scrittrice, autrice di una trentina di volumi nel campo del paranormale, dell'esoterismo, della mistica, della spiritualità e della psicologia; ha partecipato e partecipa a svariati programma radiofonici e televisivi.

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Condividendo in pieno le parole di Jiddu Krishnamurti, secondo cui il frutto più bello della meditazione dovrebbe essere costituito dalla “fioritura della bontà”, i due autori hanno deciso di destinare i loro diritti d’autore a sostegno delle associazioni Medici senza Frontiere e Ostia per l’Africa ONLUS.

domenica 17 luglio 2022

Il potere della visualizzazione per il risveglio: il potere del tantra - Seminario con Mingyur Rinpoche

Vi chiedete come sfruttare il potere dell'immaginazione nella vostra vita spirituale? Nel sentiero buddista Vajrayana si dice che la nostra vera natura è fondamentalmente pura e il sentiero è un processo di riconoscimento di questa verità. Durante questo webinar, Mingyur Rinpoche introdurrà le pratiche dell'immaginazione che possono aiutarci a sbloccare la nostra bontà fondamentale. Il seminario si svolgerà on line il 23 luglio prossimo.  Per contatti: EventSupport@tergar.org     L'associazione che organizza l'evento è la Tergar Meditation Community      Canale you tube: YouTube channel 

Yongey Mingyur Rimpoche (1975 - ), è l'incarnazione di Kangyour Rimpoché (il primo Maestro di Matthieu Ricard), ed è uno egli insegnanti più inspiranti del buddhismo tibetano. Ha partecipato ad una ricerca scientifica guidata da un team di scienziati dell’Università del Wisconsin-Madison che ha studiato per 14 anni lo sviluppo del cervello di Yongey Mingyur Rinpoche.

sabato 16 luglio 2022

Si può fare jazz - Casa del jazz (Roma)

Casa del Jazz gestita da Fondazione Musica per Roma è un bene confiscato alla mafia. Sede di concerti jazz, ha ospitato in questi primi 15 anni di attività i più grandi musicisti italiani e internazionali di jazz.


Estate 2021 - Concerti alla casa del Jazz  a cui ho assistito:

  • Enrico Pieranunzi /Piano solo        https://www.youtube.com/watch?v=dKeedVyXLrY
  • Gianluca Petrella / Pasquale Mirra + Nicola Conte   https://www.youtube.com/watch?v=fIVIumt4yoA
  • Rita Marcotulli, Chiara Civello / duo    https://www.youtube.com/watch?v=85-7FyQnU8o
  • Enrico Rava e Danilo Rea /duo    https://www.youtube.com/watch?v=IZXA6e0-cro
  • Javier Girotto trio / tango nuevo revisited         https://www.youtube.com/watch?v=p9JTOkU9n8Y
  • Orchestra nazionale giovani talenti diretta da Paolo Damiani   https://www.youtube.com/watch?v=CwBmS1q9K3U
  • Fred Hersh trio    https://www.youtube.com/watch?v=lqI-xayJRjc
  • Enrico Pieranunzi / Thomas Thomas Fonnesbaek / André Ceccarelli - Eurostars trio   https://www.youtube.com/watch?v=K-hfvBOaLTA
  • Franco D'Andrea /Dave Douglas quartet     https://www.youtube.com/watch?v=kkYI668VbyA
  • Bill Frisell   https://www.youtube.com/watch?v=ynA9C2LNgX8
  • Fabrizio Bosso quartet WE4         https://www.youtube.com/watch?v=Yzo5uSQFFmI
  • Enrico Rava / Baptiste Trotignon Quartet    https://www.youtube.com/watch?v=tOrLa-z65WA
  • John Patitutcci Feat Brian Blade & Chris Potter      https://www.youtube.com/watch?v=aBrNMbJxHZY

Estate 2022 - Concerti alla casa del Jazz a cui ho assistito:

  • Danilo Rea solo  - Presentato da Giuseppe De donno  (oncologo) https://www.youtube.com/watch?v=97z_nP5oxlg
  • Rosario Giuliani  https://www.youtube.com/watch?v=6C6qVzwTyrg
  • Franco D'Andrea orchestra   https://www.youtube.com/watch?v=uUEto6aw6LE
  • Giovanni Guidi e Furio di Castri    https://www.youtube.com/watch?v=DGzJ2tbKsTU
  • Rosario Giuliani  - Love in translation    https://www.youtube.com/watch?v=6C6qVzwTyrg
  • Roberto Gatto - Quartet    https://www.youtube.com/watch?v=7EjFNAjQyVI  e Imperfect Trio https://www.youtube.com/watch?v=pEMHxQ7Km7k
  • Fabrizio Bosso / Javier Girotto  https://www.youtube.com/watch?v=IhFATW1R6mU
  • Tommaso Vittorini (direttore d'orchestra)  - orchestra Grande elenco musicisti - Il Grande Elenco nacque nell’autunno del 1977 ed esplorava molte forme musicali, in cerca di un linguaggio autonomo tanto dagli stilemi del jazz americano, quanto dalle astrazioni della musica colta europea.        https://www.youtube.com/watch?v=EYxAZQhsWNw  https://www.youtube.com/watch?v=gn3G6SiptaA
  • Mauro Campobasso & Mauro Manzoni Ettore / Fioravanti sextet     https://www.youtube.com/watch?v=hiCj1tPdWXw
  • Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta da Paolo Damiani     https://www.youtube.com/watch?v=CwBmS1q9K3U
    seconda parte / ​Ambrose Akinmusire (tromba) + trio   https://www.youtube.com/watch?v=9n5oJbYppKM
  •  Tigran Hamasuan (piano)  trio "standard" -  https://www.youtube.com/watch?v=BU0g3O06HSQ
  • Omar Sosa (piano)  e Marialy Pacheco (piano) - musica cubana     https://www.youtube.com/watch?v=DESCWalpGhI
  • Nate Smith Kinfolk quintet + voce     https://www.youtube.com/watch?v=6yNtm3Kejcg
  • Fred Hersh trio + Enrico Rava   https://www.youtube.com/watch?v=lqI-xayJRjc ___________________________
  • Paolo Fresu  (tromba)  https://www.youtube.com/watch?v=PdxE3rZ-j3Q

mercoledì 6 luglio 2022

Temi fondanti dell'insegnamento del Buddha.

 La meditazione fa parte dell'ottuplice sentiero. Nel buddhismo, le due forme prevalenti di meditazione sono: la meditazione di raccoglimento, o calma concentrata chiamata samadhi, samatha e la meditazione di consapevolezza o chiara visione, satipatthana o vipassana

Nella prima la consegna è quella di focalizzare l'attenzione cosciente su un unico oggetto (per esempio il respiro, una parte del corpo, una parola, una frase). La seconda è coltivazione della prontezza e della pazienza nel ritornare all'oggetto prescelto. Nella seconda la consapevolezza non resta fissa su un oggetto ma resta sveglia ed attenta in modo equanime, in modo non giudicante, a tutto ciò che si presenta ai sensi e alla mente. Si diventa osservatori umili e silenziosi della mente, e si percepiscono i tre aspetti fondamentali dell'esistenza: 1- impermanezza (anicca), 2- sofferenza (dukkha) che include disagio esistenziale, attaccamento, avversione, ignoranza; 3- Non sè (anatta), non esiste un'entità solida e permanente. 

L'ottuplice sentiero è la quarta nobile verità, ossia il cammino che conduce al superamento della sofferenza.  1- Retta comprensione, 2- retta intenzione, 3- retta parola, 4- retta azione (ossia vivere secondo i cinque precetti: non uccidere, non rubare, non commettere adulterio - I monaci devono vivere in castità, non mentire, non assumere sostanze intossicanti)  5- retti mezzi di sussistenza ( vivere con occupazioni fondate sull'onestà), 6- Retta sforzo, Retta consapevolezza, 8- Retto raccoglimento.

Le altre tre verità sono: la verità della sofferenza, la verità dell'origine della sofferenza, la verità della cessazione della sofferenza. 

L'ottuplice sentiero è considerata in sintesi una sinergia di comprensione-saggezza, etica e meditazione. L'obiettivo del percorso spirituale è sviluppare le quattro qualità sconfinate del cuore che sono: 1-  mettà, o benevolenza, 2-  karuna o compassione, 3- mudità o gioia compartecipe,  4- upekkha o equanimità.

Benevolenza è coltivare la felicità per gli altri e per se stessi, Compassione è la coltivazione dello stesso sentimento nei confronti di chi soffre. La gioia compartecipe è la capacità di gioire del bene altrui, e equanimità nel rapportarsi agli eventi. La consapevolezza ha strutturalmente le radici dell'amore-saggezza-equanimità.

I Tre Rifugi o Gemme, ovvero le tre cose reputate più importanti nella tradizione buddhista sono: il Buddha, il Dharma, il Sangha. Oggi in Occidente per sangha si intende la comunità dei praticanti.  La presa di rifugio formale nelle tre Gemme si esprime ripetendo per tre volte la frase "Prendo rifugio" riferita a ciascuna di esse. Chi vuole formalmente aderire al buddhismo lo fa in presenza di un monaco e di altri praticanti.

Il silenzio tra due onde (2) - Corrado Pensa

  Nel testo Il silenzio tra due onde. Il Buddha, la meditazione, la fiducia - Corrado Pensa, autorevole esperto di buddhismo Therevada ci parla della pratica quotidiana di meditazione e della consapevolezza in azione. In modo particolare ci parla della lenta trasformazione del nostro quotidiano in virtù di una risposta ricettiva all'insegnamento del Dharma. Corrado Pensa è dal 1987 insegnante guida dell'A.ME.CO. (Associazione per la meditazione di consapevolezza) di Roma. E' stato per anni docente di Filosofia dell'India presso l'università la Sapienza di Roma, oltre che psicoterapeuta junghiano.  E' considerato un autorevole insegnante di meditazione buddhista e conduce ritiri intensivi.

L'apice del percorso meditativo è il conseguimento di stati di assorbimento profondo (jhana). Allo stesso tempo il Buddha non cessò mai di sottolineare l'importanza del raccoglimento, del samadhi, della calma concentrata. Comunque samatha o samadhi è un fondamento importante e deve servire alla vipassana, ossia a vedere ed acquisire una chiara visione.  Spesso ci si sofferma su stati di raccoglimento mentale, che sono piacevoli e danno un senso di forza e si lascia cadere la consapevolezza investigativa (caratteristica della vipassana). In molti sutta o insegnamenti del Buddha vengono descritti alcuni tipi di impedimento alla calma concentrata e i relativi antidoti.   Importante è dunque il raccoglimento (samatha), se non si possiedono basi di stabilità meditativa ci sarà il rischio che, ponendoci domande investigative, si andrà a rafforzare quella proliferazione mentale che si accompagna alla rabbia.

Un altro aspetto importante nel percorso meditativo, è quello di mantenere la pratica pura, ossia evitare che diventi meccanica, e come dice Suzuki Roshi occorre mantenere la "mente di principiante". Le relazioni interpersonali sono un momento fondamentale di occasione di pratica, soprattutto con i familiari. Essere presenti nelle relazioni è difficile ma nello stesso nutriente, sia per noi che per gli altri; un solo attimo di presenza è un raggio di luce. Il primo impedimento alle relazioni sono le aspettative sull'altra persona e il paragonarsi ad essa. Il secondo è il fare attenzione ai giudizi e ai risentimenti. Il terzo impedimento è l'essere spesso distratti nei confronti dell'altro. Il quarto impedimento è l'irrequietezza, ossia si cerca di andare da una relazione all'altra. Spesso non abbiamo una costanza di relazione ed è la sindrome "molte relazioni, nessuna relazione". L'avere molte relazione potrebbe apparire una grande apertura interpersonale, mentre in realtà, si tratta di una fuga dal rapporto. Ne abbiamo paura. Il quinto impedimento è il dubbio e la diffidenza, ossia la difficoltà a credere alla stima, all'amicia, all'affetto da parte di chi ci sta intorno.

O monaci, alcuni monaci male avvisati apprendono il Dhamma, ma avendo appreso il Dhamma, non esaminano il significato (attha) di quegli insegnamenti secondo saggezza (panna).  Molti utilizzano la conoscenza del Dhamma per vincere nei dibattiti e lo vedono come uno strumento per sentirsi superiori agli altri.  Il Dhamma deve servire ad attraversare il mare della sofferenza e non deve diventare oggetto di attaccamento. La costruzione della zattera corrisponde alla coltivazione della pratica, e alla  pratica bisogna dedicare il tempo di prima qualità (prime time) dove si conserva freschezza e qualità.

La pratica si divide in formale (meditazione e ritiri) e informale (i rapporti interpersonali) e sono entrambe importanti. La vita pratica diventa la palestra della pratica informale o pratica in azione che è molto più difficile da esercitare.  Nelle relazioni occorre utilizzare l'equanimità e il discernimento, che ci aiuta semplicemente ad esprimere con semplicità il nostro disaccordo o ad accettare critiche.  

Nelle relazioni le tre sfere (parola, azione e pensieri) sono intimamente connesse e interdipendenti. Nelle relazioni bisogna allenarsi ad allontanarsi dalla reattività ed avanzare verso la retta parola, la retta azione, verso l'equanimità.  Le relazioni sono un potente strumento di purificazione mentale e come dice Krishnamurti: "la relazione è un processo di autorivelazione, ci rivela a noi stessi".  Dovremmo scegliere a chi intendiamo riserbare la nostra ttenzione, e farlo in profondità. 

Dovremmo utilizzare e trasformare anche il più piccolo disagio in intenzione di pratica e lavoro diretto sulle difficoltà. Non alimentare la proliferazione mentale e l'identificazione con i pensieri negativi è un orogramma molto difficile.  Il lasciar andare è la risposta più efficace alla sofferenza (dukkha) e le sue cause.  Non dobbiamo però confondere il lasciar andare con passività e abulia.  Spesso ci trasciniamo dietro un peso e come dice Ajahn Chah se lo lasciamo andare, abbiamo paura che non ci resti più niente. Continuiamo così a portarcelo dietro.   Avversione, ignoranza ed attaccamento sono i tre veleni dai quali occorre liberarsi.

Lavorare alla ricerca del positivo, lottando contro la tendenza al negativo, è assolutamente cruciale nel cammino interiore.  Il Dalai Lama dice: "L'affetto e la compassione sono qualcosa di assolutamente indispensabile nella nostra vita di ogni giorno. Dobbiamo cercare di capire attraverso il discernimento se la nostra reazione negativa è dovuta all'attaccamento o al disagio".

I cinque elementi che rafforzano la pratica sono la perseveranza, stabilizzazione sia psicologica sia fisica, la chiara visione (consapevolezza di quello che facciamo).

Il silenzio tra due onde - Corrado Pensa

 Nel testo Il silenzio tra due onde. Il Buddha, la meditazione, la fiducia - Corrado Pensa, autorevole esperto di buddhismo Therevada ci parla della pratica quotidiana di meditazione e della consapevolezza in azione. In modo particolare ci parla della lenta trasformazione del nostro quotidiano in virtù di una risposta ricettiva all'insegnamento del Dharma.

Corrado Pensa è dal 1987 insegnante guida dell'A.ME.CO. (Associazione per la meditazione di consapevolezza) di Roma. E' stato per anni docente di Filosofia dell'India presso l'università la Sapienza di Roma, oltre che psicoterapeuta junghiano. E' considerato un autorevole insegnante di meditazione buddhista e conduce ritiri intensivi.

Oggi la via più usata per iniziare un cammino interiore è la pratica formale. La pratica va affrontata con distensione e lentezza, e si deve cercare di alimentare la motivazione, altrimenti diventerà una dei tanti impegni della giornata da depennare. La pratica formale rientra nella quarta verità dell'ottuplice sentiero che si prefigge la liberazione dalla sofferenza (retta comprensione, retta motivazione, retta azione, retta parola, retti mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta consapevolezza, retta calma concentrata).  (1- Verità della sofferenza, 2- verità dell'origine, 3- verità dell'estinzione, 4- verità del cammino).

E' necessario addestrare la nostra mente per comprendere quali aspetti provocano la sofferenza, e questo addestramento viene chiamato cittabhavana ossia coltivazione della mente, educazione della mente, meditazione. La pratica meditativa ci mette in contatto in maniera unica con la sofferenza (dukka) che noi stessi creiamo, e nello stesso modo ci fa vedere la capacità di trascendere la sofferenza.  Se durante la pratica non riusciamo a focalizzare gli aspetti che ci fanno soffrire, è meglio lasciare perdere temporaneamente altrimenti aggiungiamo sofferenza.

Il sutta recita: C'è una via di mezzo tra l'indulgere nella ricerca degli oggetti sensoriali (idee, emozioni, pensieri, immagini) e l'automortificazione (intesa anche come colpevolizzarsi e autosvalutarsi). La via di mezzo esposta non è niente altro che l'ottoplice sentiero dove viene usato sempre l'aggettivo retto.

Cosa provoca la sofferenza? La nascita è sofferenza, la malattia è sofferenza, l'associazione con lo spiacevole è sofferenza, la separazione da ciò che amiamo è sofferenza, non ottenere ciò che vogliamo è sofferenza.  I cinque aggregati di attaccamento sono sofferenza.  I cinque aggregati sono il corpo,  le percezioni, le sensazioni, le formazioni mentali, la coscienza. L'attaccamento, tanha, al corpo-mente provoca sofferenza.

La sofferenza va riconosciuta (esiste dukka, disagio) e compresa, se non si fa appello alla anukampa, la simpatia e la compassione difficilmente riusciremo a farlo.   Di fatto, ognuno di noi infligge a se stesso una lunga lista di sofferenze non necessarie che, non abbiamo né riconosciuto, né compreso.  Dovremmo ripetere più spesso frasi di benevolenza nei confronti di noi stessi.   La pratica in azione può diventare lo strumento di approfondimento per eccellenza di ciò che abbiamo intravisto nella pratica formale.

Si comincia nella quotidianità ad intravedere una stretta dipendenza io-altri, ad emergere una diversa visione di noi stessi, meno preoccupata di sè, meno incline alla negatività e all'attaccamento. Con la pratica, cominciamo ad apprezzare la vita ed ad attenuare la nostra inclinazione alla infelicità. Anche di fronte alla morte si cambia posizione, si passa dalla paura al rispetto e ciò contribuisce a cambiare la qualità della vita.   L'amore per la pratica porta l'aspirazione al risveglio, al desiderio del bene per tutti.

L'ottoplice sentiero prevede tre gruppi di fattori: saggezza (retta motivazione, retta comprensione) etica  e meditazione. E' importante gestire i pensieri. Come il Buddha diceva: "Monaci, qualunque cosa un monaco frequentemente pensa e sulla quale si sofferma, ciò diventerà l'inclinazione della sua mente".

Secondo un grande maestro contemporaneo Ajahn Maha Boowa il cammino meditativo si presenta come una saggia alternanza di fasi di investigazione e fasi di concentrazione. Nelle fasi di concentrazione la mente si riposa e solo quando la mente è riposata si può investigare su ciò che giova e su ciò che nuoce.

Non si dovrebbe differire la pratica della meditazione, più presto si inizia e si svilupperà la motivazione più presto la mente prenderà una direzione salutare.

Il cuore dell'orgoglio sta proprio nella compulsione a confrontarsi, ossia comparare il concetto che si ha di se stessi con il concetto che si ha degli altri. I grandi traguardi del cammino interiore presuppongono un progressivo lasciar andare frammenti di attaccamento e egoità. Il lasciar andare dona invece di togliere.  Un altro ostacolo al progresso in campo spirituale è il giudicare, In un passo il Buddha dichiara che il non giudicare è l'essenza stessa della virtù. La mente giudicante è di grande ostacolo alla mente discernente, che significa esprimere un giudizio giusto privo di avversione.

Un esempio evidente di coltivazione dell'infelicità è l'indulgere mentalmente (ossia dare priorità)  in negatività varie, riguardo a noi stessi, gli altri, situazioni passate, presenti e future.  Queste afflizioni mentali si superano non in virtù di azioni o parole, ma vedendole con chiarezza, vedendo con chiarezza i nostri circuiti negativi.  Anche l'attaccamento è uno di questi circuiti negativi ed è una risposta sbagliata la nostro desiderio di benessere. L'attaccamento si riferisce anche ai pensieri e giudizi, ed abbiamo paura che perdendoli, perderemo anche la nostra identità. Spesso questo genera paure ed ansie di essere sostanzialmente indefinibili. Occorre capire che ogni pensiero è autoreferenziale. Per la maggior parte del tempo è tutto un pensare-giudicare-reagire-immaginare-concettualizzare che nell'insegnamento di Buddha è chiamato proliferazione mentale. La proliferazione dei pensieri e l'attaccamento si rafforzano a vicenda. Il solo modo per uscire da questo tunnel è la pratica meditativa e la fiducia nella consapevolezza. La consapevolezza dovrebeb portare pace, saggezza e compassione.

Coltivare il rapporto con noi stessi ha un'inevitabile ricaduta sui nostri rapporti con gli altri, e non può che generare fiducia. Il Buddha sottolinea l'importanza cruciale delle buone relazioni, soprattutto per una persona con una mente ancora immatura. Nel buddhismo si parla di amico spirituale e di sangha (la comunità). L'affrontare relazioni difficili ci può aiutare a far appassire delle nostre negatività, come ad esempio lo spirito di rivalsa, quel voler colpire, ferire perché siamo stati colpiti e feriti, o il desiderio di far pagare a qualcuno il nostro sentirci esclusi, abbandonati, non amati. Dal sentimento di rivalsa al risentimento cronico il passo è breve.

Il Buddha dice: "Il nobile discepolo che ha udito che tutto brucia in virtù del fuoco dell'attaccamento, dell'avversione e dell'ignoranza, riesce a vedere che tutto brucia, allora concepisce nibbida."    Nibbida è un piccolo risveglio e significa non trovare più niente, quindi il discepolo percepisce un sereno disincanto e all'equanimità.  E da nibbida si passa al non-attaccamento, alla liberazione, alla conoscenza della liberazione.

Mano a mano che si procede nella pratica, si è meno in fiamme, si sviluppa gradualmente il non attaccamento, equanimità, l'essere spassionati.  Ma non è un diventare un essere disanimato, santo e morto nello stesso tempo.  L'equanimità è definita il tranquillo flusso della mente, e l'equilibrio si manifesta in una mente che non è né depressa, né eccitata. equanimità è definita anche come rispondere rapidamente nel modo giusto ad una circostanza, agire quindi con creatività e adeguatamente. Ritiri lunghi, brevi, individuali sono tutti dei piccoli incentivi per favorire quel piccolo risveglio che è nibbida.


lunedì 27 giugno 2022

La pandemia, la guerra, la crisi ecologica: la via della NonViolenza

Articolo scritto da Roberto Fantini    Conversazione con Linda Maggiori, autrice di Semi di Pace!*

Abbiamo conosciuto Linda Maggiori all’inizio di giugno, a Roma, alla presentazione del suo Semi di pace! (La nonviolenza per curare un mondo minacciato da crisi ecologica, pandemia e guerra, Centro Gandhi Edizioni), libro bellissimo, straordinariamente illuminante, capace di fornire preziose chiavi di lettura su quanto accaduto in questi ultimi anni terribili, e capace di suggerire, su basi anche sperimentali, possibili concrete ed efficaci alternative al disumano sistema dominante. Linda è veramente una persona ammirevole, per la fermezza, la coerenza e la forza gentile con cui cerca di portare  avanti non soltanto intelligenti discorsi controcorrente, ma anche e soprattutto per l’impegno da lei gioiosamente condotto nel praticare uno stile di vita ispirato con lucida sapienza a valori autenticamente ecopacifisti.   Con lei è nata la conversazione che segue.

 “Discriminare un essere umano, che magari era tuo amico, cacciarlo da un bar o dall’università o da un bus, dalla propria casa, accettare il fatto di dover presentare una tessera per lavorare o studiare, respingere un parente perché ha fatto una scelta diversa dalla tua. Come è potuto accadere, come è stato accettato?
Con queste parole, Linda, sei riuscita a mettere a fuoco, i due interrogativi cruciali relativi a quanto accaduto nel nostro Paese, nei mesi passati, con l’introduzione del green pass, nelle sue varie declinazioni.
Qualcosa di terribile è accaduto. Qualcosa che non avremmo mai, fino a poco tempo fa, potuto immaginare.  Ti ritieni soddisfatta delle risposte che sei riuscita a darti con la scrittura del tuo libro o ci sono ancora aspetti della vicenda che non riesci a spiegarti? 

Linda:  - Ancora adesso sono sconvolta dall'efficacia delle strategie di psicologia sociale di manipolazione del consenso. Terrorizzare, martellare con continui messaggi sempre uguali, trovare un capro espiatorio, mettere gli uni contro gli altri, aizzare la rabbia del popolo contro un ipotetico nemico interno, premiare gli zelanti, umiliare i riottosi... ha sempre funzionato e sempre funzionerà, anche nelle nostre "democrazie occidentali". Per me è davvero qualcosa di inedito, che fa crollare tanti punti di riferimento, e di difficile comprensione, ancora adesso. E' incredibile come si possa scatenare la guerra civile tra gente che fino a poco prima viveva senza problemi insieme. Ma la storia ce lo insegna da tempo, e non c'è forse niente di nuovo sotto al sole, come dice una musicista, che ha rilasciato una toccante testimonianza nel mio libro. Nel libro traccio la trama degli interessi che sono sotto a queste gestioni autoritarie e tecnocratiche delle crisi:  i grandi capitali finanziari traggono profitto da ogni crisi, come diceva Naomi Klein e lo abbiamo visto chi si è arricchito, chi è sprofondato.
Difficile davvero resta e resterà il comprendere fino in fondo come sia stato possibile scardinare, con tanta facilità, i valori fondativi della moderna civiltà democratica relativi a libertà, uguaglianza e solidarietà.

Roberto: - Tu esprimi stupore ed amarezza a proposito di come la sinistra italiana e i sindacati abbiano potuto tollerare e sostenere le misure governative liberticide e discriminatorie, anche le più severe.
 Ma, mi chiedo, non è ancora più sconcertante il silenzio o la complicità di buona parte del mondo cattolico, di quello del volontariato e dell’associazionismo (soprattutto quello relativo ai diritti umani)?

 Linda: -  Assolutamente sì, e aggiungo alla lista anche il mondo ambientalista dal quale io derivo. Ora che ne siamo fuori, o almeno siamo in mezzo ad una parentesi, è come se quel periodo di discriminazione sia un vuoto spazio temporale, un blackout di coscienza. Fino a qualche mese fa io (come tanti altri) ero trattata come un paria, esclusa dalle riunioni, respinta dai bus, o dalle biblioteche, e quasi nessuno degli amici attivisti si indignava, ma tollerava in silenzio o ne era un fiero sostenitore. Proprio coloro che da anni lottavano per le minoranze oppresse e per tutti gli emarginati, improvvisamente hanno accettato questa barriera invisibile, che separava umani da subumani, cittadini di serie A da cittadini di serie B. Hanno accettato la soppressione dei diritti di base. Qualcosa di pazzesco e surreale. Ora che siamo di nuovo tutti uguali, queste associazioni preferiscono glissare, non ricordare, non rivangare. C'è stato davvero un atteggiamento poco onesto da parte di tante associazioni. Uniche eccezioni: Amnesty, a gennaio, fece un timido comunicato contro le discriminazioni e anche Attac Roma lanciò pesanti e preoccupanti moniti, che ho prontamente citato nel libro, e ovviamente il mio gruppo Famiglie senza Auto. Per il resto il vuoto cosmico, a parte, come racconto, semi di pace che germogliavano qua e là, ma non da associazioni "storiche".

Roberto: - Ampio spazio hai giustamente dedicato al mondo della scuola, probabilmente quello più flagellato dai vari provvedimenti governativi. Sei arrivata a scrivere parole durissime come le seguenti: “In pratica il governo ammette di usare una logica fascista” (p. 44) Qualcuno, certamente, potrà dire che hai esagerato …

Linda: - Sicuramente lo diranno, ma la logica purtroppo è quella. La logica fascista è sempre stata "credere, obbedire combattere" e così gli insegnanti non vaccinati, pur non essendo pericolosi, sono stati puniti per non aver obbedito. Non facevano male a nessuno, ma sono stati prima sospesi, poi demansionati, come un mobbing di stato. Una scuola che privilegia l'obbedienza cieca e punisce e umilia chi dissente usa una logica e una modalità educativa fascista, una pedagogia nera. Esattamente il contrario dell'insegnamento di Don Milani che diceva che l'obbedienza non è più una virtù!

 Nonostante questa devastante pressione per schiacciare la scuola pubblica, io ancora ci credo. Tutti e quattro i nostri figli vanno nelle scuole pubbliche, sono consigliera nel consiglio di istituto, e resto a combattere per migliorarle. So che ci sono tante scuole parentali, ma non tutti possono permettersi di pagare 2-300 euro al mese per ogni figlio. Non mi sembra neppure giusto che si stia andando verso un modello americano, con una scuola pubblica rottame e fiorenti scuole private.

 Come diceva ancora Don Milani, uscire da un problema insieme è politica, uscirne da soli è egoismo.
 
 Roberto:  -   Il tuo libro parla veramente di tante cose. Una delle sezioni che ho trovato più interessanti e più originali è quella dedicata alle varie iniziative sorte per fronteggiare i disagi, le proibizioni e i problemi che si sono abbattuti su coloro (a volte intere famiglie) che non hanno accettato l’inoculazione forzata del cosiddetto “vaccino”.
Hai fatto veramente bene a raccontarci di tante esperienze e di tante iniziative belle, intelligenti e, soprattutto, utili! Non credi, però, che, nel complesso, la popolazione italiana abbia troppo subito e continui a troppo subire le strategie governative, senza esercitare nessuna forma di pensiero critico?

Linda: -    Sì, nonostante tanti semi di pace germogliati qua e là, la veduta complessiva è desolante. Una società spaccata, divisa e piegata, dove chi crea alternative lo fa in modo pressoché clandestino. Come spesso accade, invece che riflettere su ciò che è accaduto e cercare di comprendere, si preferisce dimenticare e non parlarne. Per questo ho voluto scrivere un libro, perché è successo qualcosa di così grosso, nella nostra società, che non possiamo dimenticare. Anche la libertà di stampa è crollata. Anch'io ne ho fatto le spese. Collaboravo con un quotidiano di sinistra, ma dopo aver criticato pubblicamente la gestione della pandemia e la linea editoriale filogovernativa, sono stata di fatto messa da parte.
 La vita da freelance e scrittrice indipendente è sempre più difficile, in questo paese.

https://www.flipnews.org/component/k2/semi-di-pace-la-nonviolenza-per-curare-un-mondo-minacciato-da-crisi-ecologica-pandemia-e-guerra.html

domenica 26 giugno 2022

Radio immaginaria - la radio degli adolescenti

Radioimmaginaria è la prima e unica radio realizzata e condotta da adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. È nata nel 2012 a Castel Guelfo di Bologna. Il progetto coinvolge circa 300 ragazzi in tutta Italia e in Europa, producendo contenuti in 5 lingue da 50 antenne, di cui 10 nelle province di Bologna e Ravenna.   Vedi link: https://radioimmaginaria.it/

Trasmette da novembre 2014 anche da Castel San Pietro Terme, via web sulla piattaforma Spreaker (www.spreaker.com) un programma settimanale che oggi vanta oltre 190.000 ascolti. La presenza social di Radioimmaginaria vanta una global reach su Facebook fino a 10.500.000 di contatti settimanali, oltre 26.000 fan di pagina, oltre 6.000 fan su Spreaker, un seguito in crescita su Twitter e gli altri social.  Nella  radio nessuno adulto si impiccia dei contenuti e tutti gli speaker possono dire quello che pensano. Gli articoli  per comodità sono stati divisi in 4 categorie: Detective, Eco, Nerd e Pop.

La Fondazione del Monte sostiene Radioimmaginaria sin dalla sua nascita, quando era un progetto extra-scolastico.  Dall’acquisto delle prime attrezzature, Radioimmaginaria ha fatto tanta strada. Sono trascorsi anni di podcast che spaziavano da educazione sessuale a temi ambientali, sono aumentate le redazioni e il numero di ragazzi che hanno trovato nella radio uno spazio di parola dove esprimersi. Grazie alla straordinaria crescita del progetto, sono nate attività complementari, dalla collaborazione con Rai 2 a Oltrape, un viaggio da Bologna a Stoccolma per parlare di ambiente, che presto sarà raccontato in un documentario edito da Fabrica.
Radioimmaginaria continua a proporsi come un medium di riferimento per i ragazzi, con l’obiettivo di sviluppare le potenzialità degli adolescenti in un ambiente inclusivo, senza distinzioni derivanti da estrazione sociale, lingua o diversa abilità.

Con le puntate e gli articoli gli adolescenti provano a raccontare il mondo dal loro punto di vista, cercando di collegare quanti più ragazzi possibili, perché nelle camerette delle città di tutto il mondo c'è un adolescente che ha qualcosa di importante da dire.
Radioimmaginaria è un'antenna pronta a trasmettere e ricevere i segnali del mondo che verrà.

La campagna globale Conscious Planet promossa dal Maestro di yoga Sadhguru,

Che cosa accomuna Londra, Amsterdam, Berlino, Praga, Vienna, Lubiana e Roma? Queste città sono diventate le prime tappe di un lungo viaggio per sensibilizzare pubblico e governi contro la desertificazione del suolo.  Si tratta di un’iniziativa promossa dalla campagna globale Conscious Planet che nel 2022 ha lanciato il movimento “Save Soil” per avviare un approccio consapevole al suolo e al pianeta.
Il progetto prevede un viaggio in moto per oltre 30mila km da Londra al Sud dell'India guidato dal fondatore di Conscious Planet, Sadhguru, il maestro di yoga più seguito al mondo con oltre 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube e più di 20 milioni di follower sui social.

Jaggi Vasudev, comunemente conosciuto come Sadhguru, è un mistico e yogi indiano premiato Padma Vibhushan, e autore di best seller per il New York Times. La sua fondazione Isha Foundation è una organizzazione no-profit che ha come obiettivo lo sviluppo umano e la rivilitazzione sociale. Vedi sito: https://isha.sadhguru.org/global/en


La risonanza mediatica, infatti, è una delle leve principali del movimento “Save Soil” che coinvolge moltissimi media e influencer per far sì che durante il viaggio di cento giorni, avviato il 21 marzo 2022, si parli su larga scala del suolo. L’obiettivo è attraversare 25 Paesi, organizzando 25 eventi con influencer internazionali, per raggiungere 3,5 miliardi di persone. Lo yogi Sadhguru lungo il suo percorso sta incontrando molti leader internazionali e rappresentanti dei governi nazionali per convincerli a stabilire politiche durature che rivitalizzino il suolo e l’ecologia.

La tappa romana e il contributo di artisti e del Wfp. Il 2 aprile il fondatore è arrivato a Roma e per l’occasione Conscious Planet ha organizzato un grande evento presso l’Auditorium Parco della Musica. La prima parte della manifestazione ha visto alternarsi sul palco celebri cantanti che, a seguito della propria performance, hanno espresso vicinanza alla campagna. Ad aprire l’evento Malika Ayane seguita poi da Giovanni Caccamo, Noemi.  Hanno partecipato anche Elisa, in veste sia di cantante che di intervistatrice dello yogi Sadhguru e Fabio Volo. Sadhguru ha posto all’attenzione del pubblico l’importanza dell’attività di fotosintesi che negli ultimi 100 anni si è ridotta dell’85%. Secondo lui, è bene preoccuparsi dell’anidride carbonica, ma è fondamentale porre l’accento soprattutto sull’ossigeno, alla base della vita sulla terra. L’ossigeno è prodotto da microorganismi tramite la fotosintesi che oggi, appunto, è sensibilmente diminuita: “No healthy soil no life” (no suolo sano, no vita) ha sottolineato il fondatore, aggiungendo anche che un suolo sano è il presupposto per persone sane. Lo yogi, di origini indiane, ha ricordato poi che il suolo dell’India è coltivabile da oltre 12mila anni, ma negli ultimi 45 anni la qualità del suolo coltivabile è scesa a tal punto che il terreno è prossimo alla desertificazione. Per questo ha deciso di creare un movimento di opinione che convinca i governi democratici a intervenire a favore del suolo: “Save Soil” crede che in ogni democrazia le persone siano il valore principale e l’obiettivo della campagna è mobilitare i cittadini affinché spingano i governi a promuovere politiche di lunga durata per il bene del pianeta. Sadhguru ha sottolineato un ulteriore aspetto importante della campagna “Save Soil” e cioè che il movimento non ha nemici e non è contro nessuno. La generazione attuale, evidenzia il fondatore della campagna, è l’ultima che può opporsi al disastro ambientale: ognuno di noi è direttamente o indirettamente responsabile del suolo, ma allo stesso tempo, ha ricordato Sadhguru, siamo anche tutti parte della soluzione e pertanto è nostro compito collaborare. 

Non un movimento di protesta, dunque, ma un modo di agire adesso per non pentirci quando non sarà più possibile farlo. Per ribadire l’importanza della rivitalizzazione del suolo e gli effetti devastanti degli ultimi decenni, lo yogi ha messo in luce il fatto che per assimilare le stesse sostanze nutritive che erano presenti in un’arancia vent’anni fa, oggigiorno occorre mangiare otto arance. Questo esempio offre un’immagine chiara dell’impoverimento del suolo per cui è necessario fare il possibile per invertire la tendenza. Per dirla con le parole dello yogi fondatore di “Save Soil”: “Dobbiamo essere consapevoli che se uccidiamo il suolo, uccidiamo il pianeta. Tutte le altre questioni sono rilevanti solo se abbiamo un pianeta”. Il viaggio di Conscious Planet continua.

È possibile rivedere l’evento di Roma a questo link. https://www.youtube.com/watch?v=pBpTT8otD6U

mercoledì 22 giugno 2022

venerdì 17 giugno 2022

Note sullo yoga - Dal testo Lo yoga spiegato a mia figlia

Quelle che seguono sono delle indicazioni per chi inizia a praticare yoga. Le note sono prese dal testo che ho scritto Lo yoga spiegato a mia figlia.  Vedi link

I libri da leggere per iniziare un percorso yoga, sono secondo me, i seguenti:“Yoga sutra” di Patanjali, “Bhagavad Gita”, “Hatha-yoga pradipika”, “Gheranda samhita”, “Shiva samhita”.  

La radice del termine “yoga”, ”yui” significa “unione”.  Yoga significa legame tra mente e corpo, legame tra individuo e universo. Lo Yoga è un cammino verso la liberazione dal condizionamento del corpo e della mente. In questo approccio lo Yoga è una psico-terapia molto vicino a una terapia Jungiana, che permette all’individuo di trovare il posto nel mondo e questo processo è fatto in modo inconsapevole. Lavorando sul corpo e sul respiro (questo è considerato il ponte tra corpo e mente) si cambia il modo di relazionarsi con l’altro e con l’ambiente.

Controllando il corpo con le asana e il prana (respiro, energia) con gli esercizi di pranayama si impara a controllare la mente e avere un atteggiamento positivo verso le cose e il mondo: la personalità rifletterà le conquiste fatte con il corpo e il respiro. Si acquisterà equilibrio, calma, serenità. Salvo casi eccezionali, i risultati in questo campo si raggiungono solo con lo sviluppo parallelo e interrelato degli otto aspetti o stadi dello Yoga: yama (etica), niyama (disciplina), asana (posture), pranayama (controllo del prana attraverso il respiro), pratyahara (controllo dei sensi), dharana (concentrazione), dhyana (meditazione), samadhi (raggiungimento dello stato di supercoscienza). (Non a caso Patanjali usa il termine ashtanga per esprimere il loro aspetto collettivo e indissolubile (ashta) membro (anga) pratica).

Importante è osservare il progresso spirituale nella quotidianità, quella che viene chiamata spiritualità in azione e solo quando saremo costantemente consapevoli dell’attimo presente potremo aspirare di assaporare le immense gioie di questo cammino.    "A che serve essere stati seduti sui talloni per ore a meditare se non si è con questo diventati migliori, un po' più distaccati dalle cose del mondo?” - Tiziano Terzani.

Le diverse scuole di yoga propongono percorsi diversi per arrivare a scoprire la natura divina dell'essere umano, e raggiungere il Samadhi. La maggior parte delle scuole di yoga hanno come base gli Yoga Sutra di Patanjali (tra il 1 secolo a.c al 5 secolo d.c) e la Bhagavad Gita - il canto del divino dove Krishna insegna lo yoga ad Arjuna. La Bhagavad Gita è un capitolo che è stato inserito all'interno del Marabattha (la storia epica indiana) nel 300 ac.     Ma lo yoga data 3000 anni prima di Cristo, un reperto archeologico con un uomo in una posizione di meditazione classica è stato scoperto nelle rovine di Mohenjo-Daro.

La stessa parola hatha non ha una origine ariana, Ha significa sole (parte maschile, destra, positiva, diurna), mentre in sanscrito sole è tradotto con Surya e Tha significa luna (parte femminile, sinistra, negativa, notturna, interiore,) mentre in sanscrito è tradotto con Chandras. La vera origine dello Yoga è la civiltà Dravida che scomparve con l'invasione ariana.

Lo yoga è una disciplina millenaria tramandata dagli antichi rishi (i saggi) da maestro ad allievo e Patanjali (II secolo a.c) decise di trascrivere questa tradizione orale. Il libro “gli Yoga Sutra” (sutra significa strofa) è diviso in 4 capitoli (pada), in cui l'autore spiega che la pratica (Sadana) è composta da 8 componenti (yama, niyama, asana, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana, samadhi,. Patanjali è considerato il più importante maestro del Raja Yoga (la via regale) che fa parte della tradizione Samkhya. Gli altri tre sentieri sono Bhakti Yoga, Jnana Yoga e Karma Yoga.

Per Patanjali “lo yoga è citta vrtti niroda”. (Lo yoga è la cancellazione delle modificazioni della mente). Le diverse scuole si concentrano sul lavoro sul corpo, sulla respirazione, sulla meditazione o sullo studio dei testi sacri (svadhyaya).  Altri termini importanti nello yoga sono ahimsa: la non violenza che costituisce la base del percorso e il dharma che significa dovere; il dharma di un indù è influenzato dall'età della persona, dalla classe di appartenenza, dalla professione e dal genere. Lo Yoga utilizza musica e suoni (mantra, kirtan, japa, bhajan) per riattivare l’energia e ripulire la mente (il 90% dei nostri pensieri sono inutili o dannosi).

I mantra e i kirtan consentono di fissare la  gente su qualcosa, guadagnare attimi di pace e tranquillità e pulire il subconscio in modo rapido. Il nostro corpo fisico (soma) è avvolto da energia (prana), che è possibile essere rilevare con vari strumenti: la persona in buona salute avrà l’involucro energetico che circonda il corpo fisico di forma regolare e colore brillante. Le tecniche di yoga hanno lo scopo di controllare e gestire questa energia.

Le asana non solo aiutano a mantenere un corpo sano, ma contribuiscono a risvegliare l'energia nei centri correlati (chakras). La malattia è una distribuzione irregolare di energia nel nostro corpo fisico, e ciò significa che alcuni canali energetici (nadi) sono chiusi. L’obiettivo dello yoga è agevolare lo sblocco di energia e contribuire a risvegliare con varie tecniche l'energia (kundalini) dalla base della colonna vertebrale e farla salire fino alla sommità della testa. Questi centri energetici sono riconosciuti da discipline orientali come ayurveda, agopuntura, e da molte discipline occidentali come l’iridologia.

La parola "pranayama" è formata da prana (fiato, respiro, vita, energia, forza) e da ayama (lunghezza, controllo, espansione). Il suo significato è quindi di controllo ed estensione del respiro che è sempre nasale tranne in casi eccezionali. Tale controllo si attua durante le classiche quattro fasi: inspirazione (puraka), pausa respiratoria dopo l'inspirazione (antara kumbhaka), espirazione (rechaka), pausa respiratoria dopo l'espirazione (bahya kumbhaka).  Al di là di asana e pranayana lo yoga raccomanda delle tecniche di purificazione chiamate kriya per mantenere un corpo sano, il punto di partenza per scoprire le altre sfere dell'essere umano. Tutti possono praticare lo yoga semplicemente seguendo nella vita quotidiana queste cinque indicazioni:    .

  • Esercizio fisico
  • Corretta respirazione
  • Corretto relax
  • Corretta alimentazione
  • Pensiero positivo e meditazione, (attitudine mentale appropriata).

Il significato della parola yoga

Dal sito della Federazione Italiana Yoga.  Uno dei termini più conosciuti nell’intera cultura indiana ed ora anche in Occidente è la parola “yoga”.
Deriva dalla radice sanscrita “yuj” che significa: giogo, soggiogare, mettere insieme per compiere una azione comune ma anche unire e integrare..

Yoga pertanto indica sia il sistema filosofico (uno dei sei darsana o “visione” del pensiero indiano),  sia la sua applicazione pratica, cioè una serie di metodologie la cui finalità sarà l’unione e integrazione nell’essere umano dei vari piani che lo costituiscono, ma anche la sua integrazione con gli altri esseri e con la natura che lo circonda.
Secondo una visione globale dell’uomo nella sua essenza ed esistenza, lo yoga sviluppa un  pensiero teorico ed una disciplina pratica che avranno attinenza con gli aspetti più materiali e concreti della vita ma anche con le più alte speculazioni esistenziali del pensiero e delle aspirazioni evolutive dell’essere umano..
Lo yoga è un complesso ed immenso corpus teorico-pratico che comprende una filosofia, una cosmogonia, una raffinata psicologia, una mistica, uno studio dettagliato degli stati di coscienza insieme ai mezzi e alle condizioni per realizzarli, un processo spirituale evolutivo senza essere necessariamente legato a nessuna religione specifica. Lo yoga è anche una scienza del benessere psicofisico, che denota una conoscenza precisa e sofisticata dei processi fisiologici, nonché dei processi psichici e della interazione e reciproca influenza tra mente e corpo, anticipando molte conoscenze della moderna psicosomatica. Lo yoga sviluppa anche norme etiche e comportamentali personali e sociali (Yama e Nyama) e pertanto può anche definirsi una antropologia, una sociologia e una epistemologia.

Lo Yoga (dalla radice sanscrita Yuj, “aggiogare, unire”) è un antichissimo e complesso sistema di conoscenze, frutto prezioso della plurimillenaria cultura indiana.
Servendosi di una vasta scelta di tecniche, lo Yoga promuove e rende possibile l’integrazione dei vari piani dell’esistenza umana   Corpo – Respiro – Energia – Mente

Con la pratica regolare e costante sentiamo affiorare in noi benessere, calma e lucidità mentale. Si sviluppa un atteggiamento di maggiore responsabilità e centratura, per affrontare al meglio le prove e le sfide della vita quotidiana.
Lavorando sul piano psico-emozionale, il praticante di Yoga riesce a definire meglio il proprio cammino esistenziale, servendosi di insegnamenti spirituali universali e divenuti nel tempo patrimonio comune dell’umanità.
Le tecniche dello Yoga servono ad armonizzare il sistema corpo-energia-mente, e lasciano scaturire nel praticante forza, determinazione, chiarezza di idee.

Asana.  Le posizioni dello Yoga (sanscrito: asana), concepite per aumentare la flessibilità del corpo e il tono muscolare, attivano il sistema cardio-circolatorio, tonificano il sistema nervoso e favoriscono conseguentemente il controllo delle proprie emozioni e la concentrazione.
Praticando gli asana si riducono le tensioni muscolari e mentali e si acquisisce una corretta statica posturale.
L’esecuzione di asana si accompagna a un senso di benessere e di stabilità non solo fisica: nell’assumerli si evita qualsiasi forzatura o atteggiamento competitivo.
Si sviluppa la capacità di focalizzare l’attenzione contemporaneamente su corpo, respiro emente, accrescendo la consapevolezza dei processi fisici e psichici.

Pranayama.  Le numerose tecniche di respirazione ci aiutano a contrastare l’eccesso di stress, ridurre i disturbi del sonno, aumentare la facoltà di controllo e gestione della sfera psico-emotiva.
Nel Pranayama ritroviamo tutte le tecniche di controllo cosciente dell’energia, tese a:
– aumentare la captazione dell’energia vitale (prana);
– migliorare l’assorbimento e la distribuzione del prana stesso nel corpo umano.
Rispettando il principio di progressione, si inizia dal “recupero” di una corretta respirazione di base che include la riattivazione del diaframma.
Si procede poi verso tecniche più complesse che utilizzano la ritenzione del respiro e i bandha (particolari contrazioni muscolari localizzate).

Concentrazione e Meditazione. Allo scopo di calmare l’iperattività e la dispersione della mente vengono insegnati metodi di rilassamento psico-fisico e, in seguito, specifiche tecniche di concentrazione e meditazione.

Con la pratica costante e regolare, la meditazione attiva la sfera intuitiva e aumenta la creatività personale: si rivelano le grandi potenzialità latenti in ognuno, capaci di direzionare il nostro cammino evolutivo.

Vita da yogi

Lo yoga è un'armonia tra corpo, mente, respiro ed energia. Non è solo esercizio fisico ma una combinazione tra emozioni, alimentazione, respiro e condivisione.  E' una disciplina che, al netto di mal di schiena e dolori vari, rende anche più felici, allontana definitivamente lo stress e lo spleen. La pratica yoga, può diventare una fantastica esplorazione che rende la vita un terreno di sperimentazione e scoperta. Non è importante arrivare alla meta, quanto non smettere mai di provarci..

Lo yoga facilita la connessione tra le nostre emozioni e tutto ciò che di positivo ci circonda: la natura, la comunità di riferimento, le persone più care, i maestri.  La parola chiave è una sola: “Shanti, pace”. E se yoga vuol dire “unire” ecco allora che la gioia arriva dall’entrare in relazione con se stessi e poi con gli altri. Lo yoga insegna a non reprimere le emozioni ma ad indirizzarle verso mete più costruttive, ci aiuta a sviluppare la consapevolezza della nostra natura intima attivando un processo di guarigione fisica e mentale.

Ogni posizione diventa la metafora dei passaggi e del cambiamento. Le posizioni segnano la disponibilità all’abbandono, al lasciarsi andare, la nostra capacità di accettazione e di apertura verso l'altro. Le posizioni di equilibrio rappresentano l’anti paura, esecuzione dopo esecuzione, sino ad ottenere la padronanza completa. Padronanza della postura ma soprattutto dei timori più profondi.

Nella vita di uno yogi l’alimentazione vegetariana non dipende da una scelta ideologica ma è piuttosto la base per la purificazione del corpo. Secondo gli yogi la digestione lenta, dovuta dalla carne, fa sprecare energie e produce scorie inutili.  La combinazione tra una pratica yogica e una dieta vegetariana ben equilibrata produce un effetto di purificazione su tutto il corpo. La pratica yoga dona equilibrio interiore e armonia.  – lasciando la mente immergersi in un’unica attività trascurando ogni altra attività che possa distrarla.  “Lo yoga è molto più che un insieme di tecniche posturali e di respiro: è una forma di scienza per l’illuminazione individuale”.

 L'idea di Yoga in occidente oscilla tra esercizi ginnici e respiratori che aiutano a combattere lo stress e l’idea opposta che esso sia una pratica magica. Yoga significa unione, ossia ricongiungere la natura umana con la vera Realtà, l’Essenza. Lo yoga non è né una filosofia, né una religione ma una pratica mistica. 

Patanjali, l'autore del testo gli Yoga Sutra, indica nella mente lo strumento per raggiungere la suprema conoscenza o samadhi. Teoria e pratica sono inscindibili, occorre una pratica costante e un maestro che conduce l’allievo su una strada che non si può apprendere dai libri. Per Patanjali, gli ostacoli sono prevalentemente psico-emotivi: malattia, apatia, indolenza, negligenza, inclinazioni mondane, illusione, distrazioni. E’ comprensibile che per arrivare al controllo della mente è necessario controllare il corpo.  Con il samadhi la mente penetra negli stati più sottili della realtà, fino a trascendere la materia ( prakiti) ed arrivare alla suprema conoscenza, purusha.

Con lo yoga diminuisce l’attività del sistema nervoso vegetativo, della frequenza respiratoria, il flusso sanguigno diventa stabile e omogeneo. nell’elettroencefalogramma aumentano le onde alfa, quelle presenti in fase di sonno.

Attraverso il controllo della respirazione si giunge al pranayama, che è il controllo delle correnti del prana nel corpo sottile. Farla salire fino alla sommità del capo. L'ideale è praticare alla mattina presto o sera a stomaco vuoto. La pausa respiratoria viene progressivamente allungata, oltrepassando i limiti normali insorgono delle modificazioni nella fisiologia cardiovascolare molto particolari, si arriva la controllo del respiro, del battito cardiaco e del metabolismo. Il pranayama eseguito senza il controllo di un maestro può essere pericoloso.   Il corpo sottile è un concetto molto sviluppato nello hatha yoga e tantra yoga. Le nadi, ossia i canali energetici sono 72.000. Lo scopo dello yoga è quello di indirizzare il prana nel canale principale e spingerlo verso l’alto e realizzare samadhi.

La respirazione è una funzione fondamentale nello yoga e nell’ayurveda, è il processo che immette nell’organismo l’energia vitale. "La corretta pratica del pranayama elimina tutte le malattie, se la pratica è errata può insorgere ogni sorta di disturbo". Dal libro Hatha Yoga Pradipika.

Esistono degli esercizi preliminari, che non vanno ad incidere sulle correnti del prana o lo fanno minimamente, e che possono essere praticati tranquillamente: si tratta del respiro profondo e del respiro a narici alternate. La tecnica del pranayama consiste nella sospensione del respiro: Kumbhaka, la sospensione prolungata scatena riflessi cardiovascolari e modificazioni fisiologiche profonde. Nella respirazione yogica la parete addominale deve essere tonica e non contratta, si può fare solo sviluppando l’appropriata muscolatura con le asana. Nadi sodhana si inizia ispirando da entrambe le narici, poi chiudi la narice destra ed inspiri con la sinistra, chiudi la sinistra ed espiri dalla narice destra, inspiri da destra, chiudi la destra ed espiri dalla sinistra,  e così via, si termina espirando dalla narice destra.

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...