mercoledì 28 aprile 2021

Tiziano Terzani, Anam, il senza nome

Nel maggio 2004 Tiziano Terzani (1938-2004) rilascia nella residenza toscana di Orsigna la sua ultima intervista al regista Mario Zanot. Il risultato di quell'esperienza è nel film di 54 minuti Anam, il Senzanome, forse il ritratto più vero e toccante dello scrittore e giornalista che muore qualche mese dopo, il 28 luglio 2004.  Link al film  https://www.youtube.com/watch?v=0SC7domcY88

Come corrispondente dal Sud-Est asiatico, Terzani ha assistito come testimone privilegiato ai grandi eventi di questa regione: la guerra del Vietnam, la caduta di Saigon, i profondi mutamenti della Cina e del Giappone.

Di seguito riporto alcune frasi che mi hanno particolarmente colpito in questo lucido esame della realtà contemporanea. Se l’uomo non cambia, se l’uomo non riesce a rinunciare alla violenza, al profitto, tutto drammaticamente si ripete: miseria, guerre, distruzione dell'ambiente, ecc.  Oggi siamo completamente succubi del consumismo, dell’economia; siamo solo liberi di scegliere la marca di dentifricio. Purtroppo ci siamo abituati alle guerre, ma la violenza si combatte solo con l’amore. Basta vedere quello che è successo dopo il 2001, dopo il crollo delle torri gemelle. 

La sola rivoluzione possibile è quella interiore. Mettersi sul cammino spirituale significa anche rinunciare ai troppi desideri.

La meditazione è il mezzo per arrivare all'illuminazione, l'Illuminazione è lo spegnimento dell’io, è il riconoscere la propria perfezione; uno stato in cui tutto il resto sparisce e prendi consapevolezza che tu sei la grande totalità del cosmo. Prima mi vedevo come un io separato, adesso non vedo più quella separazione, mi vedo come il tutto, non c’è diversità tra me e il tutto. Nella quotidianità devi cercare di essere quello che vuoi, di vivere una vita in cui ti riconosci. 

La verità è una terra senza sentieri come asseriva Krishnamurti. A fianco del nostro misero e limitato io, la natura continua maestosamente il suo cammino.

L'universo è l'armonia degli opposti, perché non c'è acqua senza fuoco, non c'è femminile senza maschile, non c'è notte senza giorno, non c'è sole senza luna... non c'è bene senza male. Quindi l'idea occidentale della dicotomia è profondamente sbagliata.  La ruota cinese dello yin e dello yang, è il simbolo perfetto per per rappresentare la vita dove il bianco e il nero si abbracciano e all'interno del nero c'è un punto del bianco e all'interno del bianco c'è un punto del nero.

Non accettiamo che nella nostra vita ci sia sofferenza, cerchiamo di perseguire il piacere in ogni modo: ma purtroppo non c'è piacere senza sofferenza. Solo quando capisci questo godi del piacere e accetti la sofferenza!  Noi cerchiamo di curare questa sofferenza e allora pasticche contro questo, iniezioni contro quell'altro, droga, gioie effimere... per nascondere la verità che accanto al piacere c'è la sofferenza.

Quello che è importante è la guarigione, che è la ricostituzione dell'equilibrio e dell'armonia con il tutto. 

Karma - film

 Karma, un film del 2005 del regista Nepalese Tsering Rhitar Sherpa, si svolge sul confine tra Tibet e Nepal, precisamente nella regione montuosa del Mustang e la maggior parte degli interpreti sono attori non professionisti.  Link: https://www.youtube.com/watch?v=7_ISjugQr2Y

Il regista ci conduce all’interno di un monastero femminile e  ci mostra che spesso la scelta della vita monastica per una donna sia dettata dalle difficoltà economiche e dalla necessità di uscire da una condizione di vita insostenibile, piuttosto che da una scelta spirituale.

Da quando il film è uscito, molte cose sono cambiate nel Nepal: il potere è passato dal re a leader eletti dal popolo; è migliorata la condizione delle donne ed è aumentato l'accesso delle persone alla tecnologia. Il film è comunque ancora rilevante per illustrare le condizioni di vita nella regione del Mustang.

Il film ruota intorno a Karma, che è una giovane monaca in un gompa (monastero) nel Mustang. Nel gompa, la venerata badessa è appena morta.  Per poter  organizzare una grande cerimonia religiosa per commemorare la sua morte e per celebrare la sua rinascita (nel buddhismo si crede alla reincarnazione), occorre recuperare del denaro prestato dalla badessa ad un personaggio misterioso di nome Tashi.   Karma, insieme ad un'altra monaca, si metteranno in viaggio per ritrovare Tashi. Per la giovane monaca sarà un viaggio di formazione che la porterà fino ai bassifondi di una di quelle città di confine, dove giovani donne come lei vendono il proprio corpo in cambio della libertà dai vincoli familiari e di casta. Quest’incontro porterà Karma a prendere una decisione importante, a scegliere tra l’azione e la preghiera, tra ciò che le sembra giusto e ciò che le è stato incaricato. 

martedì 27 aprile 2021

I mudra

I mudra. Lo yoga delle mani.  Salute e benessere sono nelle nostre mani.

Mudrā è un termine sanscrito che significa letteralmente “sigillo”, “gesto” o “segno”. Nello yoga, i mudra sono gesti simbolici spesso praticati con le mani e le dita che facilitano il flusso di energia attraverso il corpo, aiutando e favorendo le pratiche meditative. La corretta posizione delle mani è estremamente importante nella meditazione: contrariamente a quanto molti principianti pensano, le mani non vanno mai trascurate o posizionate casualmente. 

Questi gesti sacri delle mani, tramandati da secoli dall'antica tradizione yoga, spesso accompagnati dalla recitazione di mantra (suoni) servono per ristabilire l’equilibrio tra mente, corpo e spirito e procurare il benessere dell’individuo. I mudra sono utilizzati anche in alcune espressioni artistiche come la danza indiana, dove il loro scopo è anche quello di accompagnare armoniosamente i moti del corpo. 

Questi semplici gesti permettono di riequilibrare e far circolare la nostra energia, eliminare  malesseri fisici, mentali ed emozionali, di rigenerarsi superando stress e stanchezza. Ogni posizione delle dita stimola la parte associata della struttura energetica dell’essere umano per ristabilire l’equilibrio; sia per il sistema nervoso, circolatorio, sanguigno, ghiandolare, endocrino, che per l’apparato scheletrico e muscolare. Ogni mudra stimola tutti i più importanti centri energetici (chakra).  Le dita delle mani sono in relazione con i 5 elementi che compongono l’universo: pollice = fuoco, sole, energia; indice = aria, energia in movimento; medio = etere, spazio, espansione; anulare = terra, solidità, radicamento; mignolo = acqua, liquidi, mobilità.  Se nella persona questi 5 elementi non sono equilibrati c'è uno squilibrio fisico - emotivo.

I mudra delle mani solitamente agiscono sulla metà opposta del corpo, perciò occorre eseguirli con entrambe le mani contemporaneamente. La posizione va mantenuta per il tempo che si ritiene più opportuno e soprattutto senza forzare troppo,  mantenendo la concentrazione sulle mani o sulla parte interessata che si intende riequilibrare. Aiuta molto anche il visualizzare un colore mentre si mantiene la posizione. I mudra vanno eseguiti seduti evitando di incrociare le gambe e le braccia, con la schiena eretta e libera. Se non si riesce a stare seduti per terra, si possono eseguire seduti su una sedia o sdraiati sul letto. Eseguire i mudra regolarmente al mattino appena svegli e al tramonto, incrementando progressivamente i tempi di applicazione per ogni mudra. Ogni giorno è possibile eseguire tutti i mudra per almeno due minuti cadauno, oppure eseguire una coppia di mudra a scelta per sei-sette minuti ciascuno. 

I 10 mudra più conosciuti sono i seguenti:

LING MUDRA (Mudra del calore, del fuoco):  Unire i palmi delle mani, intrecciare le dita (come nell’immagine), il pollice della mano sinistra è dritto, sollevato.  Questo mudra stimola tutti in particolare il primo e il settimo chakra.  Incrementando l’energia e la carica vitale aumenta il calore in tutte le parti del corpo. Ottimo in caso di raffreddore e influenza, tosse, asma e sinusite. Migliorando la circolazione arteriosa e protegge dal freddo.  Il colore suggerito da visualizzare durante questo mudra è il giallo, l’arancione o il rosso.  

PRANA MUDRA (Mudra dell’Energia-Vita): La punta del pollice, dell’anulare e del mignolo si toccano… le altre dita sono tese. Questo mudra stimola il sistema endocrino rinforzando il sistema immunitario e la vista. Energizza e ricarica l’organismo per ripartire dopo stress e stanchezza fisica; ottimo durante i digiuni sia per l’azione energizzante che per la riduzione della sensazione di fame. Utile per favorire il sonno in caso di insonnia se eseguito insieme al  Gyan Mudra.

GYAN MUDRA (Mudra della Conoscenza): unire la punta del pollice e dell’indice, mentre le altre 3 dita sono tese. Stimola l’energia della testa, agendo sui chakra superiori e le ghiandole endocrine. Favorisce la meditazione e la concentrazione, migliora la memoria. Utile per il mal di testa, riduce l’insonnia e l’ipertensione, tensioni e collera.

VAYU MUDRA (Mudra dell’Aria):  la punta dell’indice tocca la base del pollice, che ricopre l’indice con una leggera pressione, le altre dita sono tese. Questo mudra contribuisce ad alleviare vari disturbi collegati all’elemento Aria, come cervicale, artrite, gotta, mal di schiena e sciatica.

SOONYA MUDRA (Mudra dell’Etere):la punta del dito medio è posta alla base del pollice, che ricopre il medio con una leggera pressione, le altre dita sono tese. Riequilibra gli squilibri collegati alla tiroide,  migliora l’udito e cura il mal di gola, rinforza le ossa e le gengive.

APAN MUDRA (Mudra dei chakra inferiori): si uniscono le punte del pollice, del medio e dell’anulare… le altre dita sono tese. Stimola la diuresi, la depurazione dell’organismo aiutando ad espellere le tossine. Utile per mal di denti e per risolvere problemi digestivi e di stomaco, stitichezza ed emorroidi.

APAN VAYU MUDRA (Mudra del Cuore): Il dito indice tocca la base del pollice premendo leggermente. La punta del pollice, del medio e dell’anulare si toccano, il mignolo è teso. I benefici sono gli stessi di Vayu Mudra e Apan Mudra, oltre ad essere particolarmente utile per chi ha o ha avuto problemi legati al cuore, aumenta la resistenza a sforzi fisici. 

SURYA MUDRA (Mudra del Sole): la punta dell’anulare tocca la base del pollice, il pollice fa una leggera pressione sull’anulare… le altre dita sono tese.  Stimola i due chakra inferiori e il settimo, e tutti i punti di percezione della struttura energetica. Trasmette calore al corpo. Anche questo mudra stimola l’attività digerente, aiuta la riduzione di colesterolo e dei grassi in eccesso.

PRITHVI MUDRA (Mudra della Terra): la punta del pollice e dell’anulare si toccano… le altre dita sono tese. Ricarica ed energizza lo stato generale della persona eliminando spossatezza e sensazione di debolezza. Migliora l’attività digestiva, stimolando il secondo e terzo chakra, riequilibrando l’appetito. La pelle riacquista la naturale luminosità del corpo.

VARUN MUDRA (Mudra dell’Acqua): la punta del pollice e del mignolo si toccano… le altre dita tese. Questo mudra è utile per l’idratazione del corpo, favorisce le funzioni renali, aiuta a riportare equilibrio alla pelle in generale ed ai vari squilibri cutanei.

Oltre i mudra sopra descritti abbiamo un altro mudra che va eseguito in due fasi. La prima fase consiste nell’incanalare l’energia cosmica attraverso la fontanella posizionata alla sommità della testa. Seduti comodamente con le gambe incrociate a piedi nudi, la schiena eretta, le mani giunte tipo “preghiera” davanti al viso che poi si portano sopra la testa (senza appoggiarle alla testa),  formare con le mani un’apertura a forma di “cono” o “V”. Mantenere la posizione per 2 minuti circa con gli occhi chiusi, immaginando di visualizzare una luce bianca scendere dall’alto e passare tra le mani fino ad entrare nella testa dalla fontanella. Durante questa esecuzione emettere il suono: ”SO-AM“, ripetendolo lentamente più volte. Poi, nella seconda fase, portare le mani ai piedi, restando seduti con schiena eretta. La mano destra afferra la pianta del piede sinistro, e la mano sinistra afferra la pianta del piede destro, così da avere i palmi delle mani appoggiati alle piante dei piedi. Mantenere la posizione per qualche minuto. Durante questa esecuzione emettere il suono “LAM“, ripeterlo lentamente. Il tempo dell'esecuzione della fase due deve prendere i 3/4 del tempo dell'esercizio. Al termine dell'esercizio ci si riposa sdraiati con gli occhi chiusi.

Testo consigliato:  Mudra. Lo yoga delle mani di Gertrud Hirschi  che è una delle maggiori esperte di lingua tedesca nell’ambito dello yoga e della spiritualità asiatica. Insegna yoga a Zurigo.

Swami Vishnudevananda. I cinque pilastri della pratica yoga

Ho fatto i primi 10 anni di yoga seguendo gli insegnamenti di Swami Sivananda (1887-1963) che ha il suo ashram a Rishikesh che ho visitato durante uno dei miei viaggi in India.  (Swami significa maestro o guida spirituale). Swami Sivananda è considerato uno dei grandi Maestri indiani del ventesimo secolo e ha scritto più di 300 libri riguardanti lo yoga, la salute e la filosofia. In uno di questi trattati c'era una frase che mi ha particolarmente colpito: "un'oncia di di pratica vale più di una tonnellata di teoria".  

Swami Sivananda incaricò un suo discepolo Vishnudevananda Saraswati (1927 - 1993) di diffondere lo yoga in Occidente. Nell'ottobre del 1957 Vishnudevananda arrivò sulle coste della California con 10 rupie, vestito col suo doti, conoscendo poche parole di inglese in un clima da Guerra Fredda e capitalismo sfrenato,  ed iniziò ad insegnare lo yoga, la via spirituale alla pace interiore, seguendo la tradizione di Gandhi e Martin Luther King.  

 Vishnudevananda fu costretto a trovare un modo semplice per spiegare questa filosofia che vantava millenni di storia.  Si basò essenzialmente su questi tre concetti: Il benessere è ricchezza; La tranquillità della mente è felicità;  Lo yoga ti mostra il cammino.

Insegnò ad accademici interessati alle filosofie orientali, persone comuni e persone affascinate dalle dimostrazioni delle posizioni yoga  affermando che tutti potevano praticare lo yoga semplicemente seguendo delle semplici avvertenze nella vita quotidiana.  I cinque pilastri della pratica yoga sono: Esercizio fisico corretto; Respirazione corretta; Corretto rilassamento; Corretta alimentazione con una dieta vegetariana; Pensiero positivo e meditazione, per essere più precisi un'adeguata attitudine mentale.   

Tutte le pratiche yoga devono culminare con la meditazione, un'esperienza di unità con il proprio sé. 

Swami Vishnudevananda  è stato il fondatore dei Centri e degli Ashram International Vedanta Sivananda Yoga.  Nel 1969 Vishnudevananda pose le fondamenta per la diffusione dello yoga, istituendo e conducendo il primo Corso di Formazione Insegnanti di yoga Sivananda in Occidente. Questi insegnanti, a tutt'oggi, diffondono l'insegnamento dello yoga tradizionale in palestre, scuole, centri benessere, ospedali, università e  prigioni.  Oggi milioni di persone praticano gli esercizi di Vishnudevananda nei 70 centri e ashram Sivananda presenti nel mondo. Per citarne solo alcuni:  New York, Montreal, il quartier generale a Val Morin in Canada, San Francisco, Los Angeles, Chicago,  Londra, Parigi, Berlino, Monaco, Vienna, Ginevra, Madrid, Tel Aviv, Delhi, Madras, Uttarkashi (Himalaia), Neyyardam (Kerala), Buenos Aires, Montevideo. Anche a Roma è stato aperto un centro. vedi link:  https://www.sivananda-yoga-roma.it/

Lo Yoga è la scienza della vita, una scienza millenaria attraverso la quale impariamo a superare i nostri limiti fisici e mentali.  Lo yoga ci porta a scoprire la pace, la felicità, la libertà che sono in ognuno di noi, ma molto spesso le dimentichiamo.

Krishna Das

 Krishna Das, nome d'arte di Jeffrey Kagel (1947 - ), è un musicista e maestro di Nada Yoga e Mantra Yoga statunitense, cantante di kirtan e soprannominato la "Rockstar dello Yoga".

E' stato per molti anni in India ed ha seguito gli insegnamenti del guru Neem Karoli Baba, quando è ritornato in Occidente, dopo una lunga crisi, ha cominciato a recitare kirtan.  Ha vinto il Grammy Award nella New Age category,  ha cominciato a cantare nel 1994 Kirtan trasformandoli in Rock and Roll.

Come lui stesso ha dichiarato in una intervista: importante è il contenuto della mia musica, è come se avessi aggiunto zucchero ad una medicina, i kirtan che sono i nomi di Dio sono la medicina, lo zucchero è la musica trasformata e diventa più accessibile all'occidentale.

Uno dei suoi kirtan che io adoro è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=PTc8X37oJBE

Vedi anche https://www.youtube.com/watch?v=Ffcc30IPcms

Website: http://krishnadas.com/  

Film: One Track Heart: The Story of Krishna Das  https://www.youtube.com/watch?v=kp0BdG-K86A

lunedì 26 aprile 2021

L'Ayurveda

Lo yoga mira al benessere spirituale, ma è necessario un corpo in ottime condizioni per intraprendere la via del controllo della mente e dell’energia fisica. Chi pratica yoga ricorre spesso all'Ayurveda per mantenere  la salute  e prevenire malattie. L'Ayurveda, è uno stile  e una filosofia di vita, uno dei sistemi di medicina naturale più antichi tramandati dall'uomo, un grande dono dell’India al mondo, ed è basata essenzialmente sulla meditazione e sulla ricerca dell'equilibrio tra corpo e mente come prevenzione alle malattie, e sull'utilizzo di rimedi naturali (diete alimentari, massaggi, bagni di vapore, tecniche respiratorie). Il termine "Ayurveda" è composto dai termini "vita" (ayu) e "conoscenza" (veda), quindi il suo significato è "conoscenza della vita", o "l’arte del buon vivere". Oltre alla scienza medica, racchiude in sé elementi di filosofia, arte e disciplina, ed offre una visione completa dell’esistenza, insegnando a conoscere la vera natura dell'Essere Umano ed il suo ambiente, ed a mantenere l’equilibrio tra esso e l’Universo. 

Video: https://www.youtube.com/watch?v=VgJJlceH-vA    

Yoga e Ayurveda fanno riferimento alla filosofia Sankhya in cui, alla  base della vita, abbiamo l'incontro tra Prakiti (la sostanza primordiale) e Purusha (lo spirito o coscienza trascendente e immutabile).  Prakiti è costituita dai tre elementi o guna: Sattva - purezza, Rajas - attività,  Tamas - oscurità, distruzione, quando il loro equilibrio si rompe, il loro interagire dinamico da vita all’universo, dal sottile al grossolano. Sul piano del sottile si crea la mente (che appartiene a Prakiti). Nel piano grossolano i 5 elementi - i butha: etere, aria, fuoco, acqua e terra, sono i fattori che determinano il tipo di materia.

Questi 5 elementi sono presenti anche nell’uomo; costituiscono il substrato di ogni creatura che si differenzia nei tre dosha: Vayu (Vata) - il movimento, Pitta - il calore e Kapha - la sostanza imprescindibile alla vita. Quando l’uomo muore i 5 butha ritornano nell’ambiente.

La malattia si presenta sia nell’organismo fisico sia nei processi mentali. La mente è costituita da tre elementi: manas - la mente sensoriale, ahamka - la coscienza individuale che filtra le informazioni e buddhi - la sede dell’intelletto, della discriminazione, intelligenza e volontà. Lo yoga considera la mente come lo strumento per superare la natura, trascendere prakiti e le sue manifestazioni e realizzare l’unione mistica con lo spirito.

L'Ayurveda viene presentata nei Veda, infatti nell’Atharva Veda si parla di piante medicinali e rimedi contro le malattie.  Altri testi antichi che fanno riferimento all'Ayurveda sono quello di Sushruta Samhita (VIII a.c. ) e quello di Caraka Samhita ( II d.c.). L'Ayurveda conobbe un decadimento nel periodo del confronto con il Buddhismo, la cultura mussulmana ( XII secolo ) e la medicina Unani. Rinasce nell’800 e venne adatta alle nuove malattie e patologie ed usata come terapia preventiva.

I tre Dosha, citati sopra, permeano tutto il corpo umano: Vayu (Vata) corrisponde all' Aria e Etere; Pitta corrisponde al Fuoco identificato come calore o energia, Kapha corrisponde alla Terra e Acqua e identificato come la sostanza. Al momento della nascita la preponderanza di uno o due dei Dosha determina il tipo di costituzione dell’individuo. Non modificabile, il tipo di costituzione, determina le modalità di reazione dell’individuo alle stimolazioni ambientali, la tendenza a sviluppare certi processi patologici. Le variazioni stagionali, il clima, le abitudini, l’alimentazione influenzano i tre Dosha.  Vata è caratterizzata da leggerezza, secchezza, freddo. Gestisce i movimenti volontari e involontari, fluido nutritivo, sudore, comanda la respirazione, rafforza la mente e la memoria, la sua sede è il basso addome. Pitta influisce sulla la digestione e il metabolismo, sulla funzione dell’intelletto e della memoria e della vista, la sua sede è tra l’ombelico e il torace. Kapha determina la struttura del corpo, giunture, organi di senso, la sede è il torace.

Oltre ai tre Dosha ci sono sette costituenti corporei (Dhatu) e vari prodotti del metabolismo (Mala).  Uno squilibrio dei tre Dosha si traduce in alterazione dei Dhatu e dei Mala. I sette Dhatu sono: fluido nutritivo, sangue, muscoli, grasso, osso, midollo osseo e tessuto riproduttivo maschile e femminile.  I Mala sono i prodotti di scarto dell'organismo come urine, sudore, secrezioni dal naso e dalle  orecchie, dalla pelle, dai genitali, feci, unghie,  peli, e contribuiscono all’equilibrio del corpo.  Dosha e Mala circolano in tutto il corpo lungo i canali che arrivano ai nostri tessuti.

La Mente è la risultanza della combinazione dei tre modi di essere di Prakiti (sattva, rajas, tamas). Se predomina Sattva la mente è equilibrata, ferma serena, se predomina Rajas la mente è sempre in attività  e subentra l'inquietudine e l'ambizione; se predomina Tamas la mente è indolente, attaccata alle cose, e preda dei desideri. Il temperamento di un individuo dipende dal dosha dominante, come del resto avviene per la costituzione fisica. La malatia è uno squilibrio dei dosha è può investire sia il corpo, sia la mente. La salute è caratterizzata da uno stato di equilibrio dei tre dosha e dalla serenità di mente e spirito. 

Ad esempio un individuo con un deficit di Pitta presenta difficoltà digestive, freddo, se invece c'è un deficit di Kapha presenta secchezza di tessuti, e manifesta sete. In caso di aumento di Vayu si manifestano disturbi del respiro, disturbi agli organi di senso, dimagrimento, eruzioni cutanee. In caso di aumento di Kapha si manifesta sonnolenza, nausea, problemi alle articolazioni. La digestione avviene con il supporto di  Kapha nella bocca, di Pitta nello stomaco, di Vayu nell’intestino.

Gli individui con una costituzione Vayu hanno pelle e capelli secchi, poca sete, dormono poco, soffrono il freddo, iperattivi, loquaci, sempre in movimento, impazienti; entusiasti ma di scarso realismo, di umore labile. Gli individui con una costituzione Pitta hanno una  struttura corporea nella media, arti proporzionati, pelle morbida, nei e verruche, calvizie precoce, mangiano e bevono molto, sudano molto, sopportano male il caldo; personalità brillanti, intelligenti, curiosi, coraggiosi, amano la competizione, monopolizzatori dell’attenzione, collerici e irascibili.  Gli individui con una costituzione  Kapha hanno una struttura fisica solida, compatta, sovrappeso, occhi grandi, pelle untuosa, capelli soffici e abbondanti, dormono molto e pesantemente, bevono e mangiano poco; persone autocontrollate e pazienti, si muovono lentamente, parlano con voce lenta, riflessivi, stabili nei rapporti, difficilmente hanno crisi di collera.   Le otto branche della medicina ayurvedica sono: medicina generale, chirurgia, collo, testa, pediatria, ostetricia, psichiatria, tossicologia. 

Se cerchi un centro Ayurveda a Roma ti consiglio l'Associazione Ayurveda-Ma "Scienza di lunga vita", Roma, via Braccianense, 301  di Claudio Rucher,  vedi:  http://www.ayurvedama.altervista.org/Ayurveda_Ma/  https://www.facebook.com/AyurvedaMA/

oppure se hai più tempo a disposizione, ti consiglio l'ashram di Swami Joythimayananda a Corinaldo (vicino Ancona). vedi: https://joytinat.it/index.php/ayurveda/cosa-e-l-ayurveda

Altre medicine naturali:

  • Omeopatia: Samuel Hahnemann
  • Osteopatia: Andrew Taylor Sill
  • Chiropratica moderna: David Daniel Palmer
  • Medicina Antroposofica: Rudolf Steiner
  • Rimedi dai fiori: Edward Bach

domenica 25 aprile 2021

I tipi di yoga praticati oggi.

Ci sono delle tappe significative dello sviluppo dello yoga e sono le seguenti:

- La stesura degli “Yoga sutra” di Patanjali,  un’opera composta tra il II e V secolo a.c. che riassume tutti gli insegnamenti impartiti da Maestri a discepoli; attraverso dei sutra ( versi ) presentava la filosofia dello yoga, il cammino per arrivare al samadhi (alla liberazione) sintetizzato in questa frase:  “Lo yoga è la soppressione delle modificazioni della mente”.  In questo testo non c’è accenno a posizioni e ricerca di benessere e all'epoca della sua stesura lo yoga era un percorso spirituale – filosofico individuale.

- Lo yoga posturale è stato riportato nei testi tantrici che datano tra il  VI e XV secolo D.C. in cui sono rappresentate varie posizioni con illustrazione dei vantaggi e svantaggi di ognuna ma in un contesto più ampio in cui si descrivevano anche esercizi di purificazione, di controllo dell'energia, meditazione e samadhi.

- All’esposizione universale di Chicago del 1893, al Parlamento delle religioni, uno swami (un prete indù), Vivekananda, discepolo di Ramakhrisna, parla all’Occidente, e indica la filosofia yoga come  la via per salvare l’Occidente, ma non accenna assolutamente allo yoga posturale.       

- La sequenza di posture classiche, la sequenza delle sessioni e le lezioni di gruppo sono state sviluppate da Krishnamacharya, un Maestro yogi molto conosciuto in Occidente, che aprì una scuola di yoga nel 1924. Yogananda un altro Maestro si stabilì in Occidente in California nello stesso anno. Sono gli allievi di Krishnamasharya, Iyengar e K.Pattabhi Jois, che portarono queste sequenze in America e in Occidente semplificandole ed adattandole.

Il movimento hippie, la controcultura e le star del cinema americano permetteranno a questo tipo di  yoga di avere una dimensione globale.  Gli yogi cambieranno il loro vocabolario. Non si tratterà più di cercare la "liberazione", ma di guarire. Lo yoga si praticherà in rifugi di lusso, luoghi di benessere lontano dagli ashram. I Maestri yoga diventeranno insegnanti certificati.

I tipi di yoga attualmente praticati. Sotto la parola Tantra yoga rientrano le forme di yoga più conosciute in Occidente: il Kundalini yoga, l’Hatha yoga, il Raja yoga, il Laya yoga e il Mantra yoga. 

Hatha yoga classico, in questo tipo di yoga c'è un equilibrio tra posizioni, esercizi di controllo dell'energia, respirazioni, meditazione, esercizi di purificazione.

Kundalini yoga, lo scopo di questa pratica è di risvegliare l'energia dentro di noi, che si trova dormiente alla base della colonna vertebrale ed eliminare eventuali blocchi energetici. In questa pratica sono molto importanti le respirazioni, gli esercizi di pranayama molto dinamici, alternati alle posizioni. E' stato diffuso  in Occidente dal Maestro Yogi Bhajan.

Laya Yoga, La parola laya significa “fusione”, “riassorbimento”, “dissoluzione”, e come forma di yoga, indica un insieme di modalità e pratiche volte a creare una connessione con l'universo e riassorbire tutte quelle energie e forze che normalmente vengono dissipate durante il vivere quotidiano. Con la meditazione, queste energie vengono canalizzate, portando al risveglio interiore. Le quattro branche in cui è diviso il Laya yoga sono: Mantra yoga, la ripetizione di suoni sacri, Bhakti Yoga, o parte devozionale; Shakti Yoga, basato sull'energia cosmica e sul dominio delle forze della natura; Yantra Yoga, basato sull'utilizzazione dei simboli geometrici rappresentanti l'unione del mondo personale con il mondo impersonale.

Rāja Yoga, è il nome con cui è nota la dottrina dello Yoga classico, originariamente esposta negli Yoga Sūtra. 

Il Mantra Yoga, è basato sulle vibrazioni di suoni che apportano energia agli organi interni. La recitazione dei mantra è una pratica antichissima e serve per riequilibrare tutte le energie del corpo, inteso proprio come una cassa di risonanza che conduce il suono attraverso tutte le sue cavità.

Poi ci sono altri tipi di yoga che hanno fatto la loro comparsa in questi ultimi anni in Europa e negli Stati Uniti. Questi ultimi tipi di yoga moderni sono molto fisici, vicini alla ginnastica e alla competizione, dove è importante la prestazione e molto lontani dalla ricerca interiore e dal percorso spirituale. Molti centri propongono contemporaneamente diversi tipi di yoga: dai più tradizionali come l'hatha yoga, basato sul mantenimento delle posture con il controllo del respiro, ai più dinamici come il power yoga e l'ashtanga yoga, dove le posture sono collegate tra loro molto rapidamente. Rivisitato per soddisfare un nuovo pubblico, lo yoga si declina oggi in molteplici pratiche, più o meno rispettose dei principi fondamentali di questa disciplina millenaria di origine indiana.

Lo yoga  è un ottimo modo per mettersi in forma e per dare significato all'esercizio fisico. Siamo passati da uno yoga percepito come passivo ad uno yoga in movimento che, di conseguenza, attira persone provenienti dal mondo del fitness e un'elite che considera lo yoga un'attività più nobile del bodybuilding.  In una società dominata dallo stress, dove il benessere è un valore cardinale, lo yoga rappresenta uno sfogo ma anche un modo per dare un senso all'esercizio fisico. "Lo yoga intellettualizza un po' la pratica della palestra e dà significato all'esercizio fisico". 

Oggi sempre più giovani tra i 25 e i 30 anni iniziano una pratica di yoga  per rafforzate il corpo ma anche la  mente.  Lo yoga gioca sull'equilibrio del sistema neurovegetativo  rafforzando il sistema nervoso parasimpatico che assicura la conservazione della riserva energetica del corpo. Si sente, fin dalle prime sedute, un miglior benessere. Perché questo benessere duri occorre praticare quotidianamente. 

Resta il fatto che queste diverse variazioni rischiano di tradire lo spirito di questa nobile disciplina. Nel suo nucleo, lo yoga è un sistema filosofico che prende in considerazione gli aspetti fisici, psicologici e spirituali dell'uomo. Oggi molti centri hanno pensato di trasformare l'offerta di hatha yoga tradizionale a una pratica più moderna e dinamica.  Di seguito sono riportati i principali tipi di yoga praticati oggi:

Metodo lyengar, questo tipo di yoga deriva dallo yoga proposto da Krishnamacharya, e consiste nell'allineamento di poche posizioni ma studiate a fondo.

Asthanga yoga, di K.Pattabhi Jois, questo tipo di yoga deriva allo yoga proposto da Krishnamacharya ed è uno yoga molto impegnativo dal punto di vista fisico e molto dinamico. Il maestro ha creato varie serie composte da un numero di fisso di posizioni che vengono ripetute.

Vinyasa yoga deriva sempre dallo yoga proposto da Krishnamacharya, è uno stile di yoga dinamico, le posizioni variano, non c'è una serie definita.

Yin yoga, l'invenzione di questo metodo è da attribuire a Paulie Zink insegnante di Taoismo ed arti marziali, negli anni '70 decise di creare questa nuova attività combinando le posizioni yoga e i principi del Taoismo. 

Anusara Yoga, metodo molto recente creato da un insegnante americano, John Friend nel 1997, è un incontro tra la chiarezza dello stile di lyengar e la dinamicità del vinyasa o asthanga. Gli insegnanti spiegano in maniera precisa e approfondita quello che c'è dietro ogni posizione e come eseguire ogni singola posizione. A livello energetico gli esercizi non sono cosi forti come in una classe di asthanga, le sessioni di yoga sono più calme, ci si ferma a guardare l'insegnante, praticare questo tipo di yoga richiede un notevole sforzo fisico. 

Yoga Terapia. Sempre più medici consigliano questa disciplina ai loro pazienti. I sintomi che possono essere trattati o migliorati dallo yoga: sono i disturbi d'ansia e di stress, i disturbi del sonno, i comportamenti ostili come l'irritabilità, il nervosismo, la rabbia, l'intolleranza alla frustrazione, il mal di schiena, i disturbi intestinali funzionali, le infezioni ripetute, l'angina pectoris, l'ipertensione, l'asma, ecc.

Bikram yoga, metodo proposto dall'insegnante Bikram Choudhury, è praticato in una stanza riscaldata a 40 gradi per riprodurre la temperatura dell'India.  E' costituito da una serie fisse di posizioni, il calore aiuta i  muscoli a distendersi nelle varie posizioni ed evitare gli strappi. Può provocare problemi cardiovascolari.

Hot power yoga, è un metodo simile al Bikram yoga.

Power Yoga è una disciplina che associa le tradizionali tecniche Yoga con alcuni movimenti più tipicamente praticati all’interno della ginnastica occidentale. Rientra a tutti gli effetti tra quelle attività inserite nella definizione “fitness“, in quanto unisce al lavoro mentale e spirituale un maggiore impegno a livello fisico e nello specifico aerobico. 

Acro yoga, nato a San Francisco, è una pratica fisica che combina yoga e ginnastica acrobatica; Include acrobazie di partner ed attinge alle tradizioni circensi.

lo Strala yoga, lanciato dalla modella americana Tara Stiles. 

il metodo TIHHY ( in francese Très intense hip-hop yoga), un metodo molto fisico e vigoroso. 

il Warriors Yoga, un metodo molto fisico.

lo Yoga Bodysculpt, uno yoga prevalentemente per uomini, che potenzia cosce, glutei e  muscoli addominali. 

lo Yogalate, è una combinazione di yoga e pilates - che lavora sull'allineamento del corpo attraverso una serie di esercizi fisici eseguiti, il più delle volte, con l'aiuto di dispositivi meccanici.

lo Yogalosophy, adottato da Jennifer Aniston è un allenamento che scolpisce il corpo combinando posizioni yoga con altri esercizi di tonificazione. Questo tipo di yoga è stato messo a punto da  Mandy Ingber, un'istruttrice di yoga ed ex-attrice.  

sabato 24 aprile 2021

Esercizi di pranayama

 Se non hai ben capito come fare gli esercizi di pranayama che sono fondamentali nello yoga e devono essere fatti sotto il controllo di un Maestro, ti consiglio di vedere questi video:

per Kapalabhati  https://www.youtube.com/watch?v=xMzSP9vDits

per Bastrika https://www.youtube.com/watch?v=ZmkabUDLOS4

per potenziare il diaframma https://www.youtube.com/watch?v=XND3FAw9uss

giovedì 22 aprile 2021

Sri Nisargadatta Maharaj - Oltre la libertà

Dal testo Oltre la libertà  di Sri Nisargadatta Maharaj,  Altro testo consigliato  Io sono quello.

Video consigliato: https://www.youtube.com/watch?v=C4_Ls8PdALY Nisargadatta Maharaj: la testimonianza di Mauro Bergonzi che ha avuto la fortuna di incontrarlo.

Nisargadatta Maharaj (1897 - 1981) è un altra grande figura spirituale e fautore della Non-dualità. Cercherò di riassumere, in poche frasi significative, il suo pensiero sotto forma di domanda e risposte.. 

Il consiglio di Sri Nisargadatta Maharaj è il seguente: "dimentica tutti i libri e vai dentro di te". L’identità personale è sempre stata illusoria. Tu sei impersonale e nello stesso tempo includi ogni cosa. Sei la coscienza universale non manifesta. 

Cosa accadrebbe se tu cercassi questa coscienza? Chi cerca sparirebbe nella ricerca, perché l’io sono, è l’unica cosa che c’è. La realtà è che non so chi sono.

Ma cos'e' che stai cercando? Non c'e' niente, c'e' solo il processo della ricerca, la tua vita e' solo il tuo esistere, il mondo oggettivo e' fatto di dualità, nel mondo oggettivo c'e' soltanto dipendenza. Solo la coscienza e' indipendente, ed e' solo un minuscolo granello, ma tutto questo mondo illusorio nasce da essa. Il concetto di maya o illusione nasce dall’io sono. L’uomo si è intrappolato da sé. Tu sei il Sé trascendente. Quando otterrai quello stato di conoscenza del Sé, ci sarà pace e quiete e una spontanea consapevolezza del proprio essere. Quando scoprirai quel Sé che non ha colore, aspetto e scopo sarai oltre la libertà. Devi essere uno con il sé, sii solo consapevole della presenza senza pensarci.

Non puoi essere libero quando ti identifichi con il corpo e con l’io. Se ti senti separato dal tuo vero Sé e cerchi di ritrovare l’unità, questo è lo Yoga. Il metodo praticato dagli yogin è il controllo del respiro e dell'energia attraverso il pranayama, grazie al quale riescono ad entrare in uno stato di samadhi dove non c’è mente e non c’è desiderio.  Però chi va in samadhi trattenendo il respiro ha solo acquisito una competenza, non ha alcuna conoscenza, né ha trasceso la conoscenza. Questi yogi non hanno realizzato l’unione ultima con l’assoluto.

Una volta saputo chi sei, rimani stabile nell’esperienza del Sé. Sii come Arjuna che anche nel fitto della battaglia aveva una costante consapevolezza. Poiché era unito con Krishna,  poteva andare in battaglia sapendo che non c’era nessuno che uccideva o che veniva ucciso.

Ognuno crea il suo mondo. Avevo deciso che non avrei mai ricevuto alcuna iniziazione e che non mi sarei mai affidato completamente ad un’altra persona. Quando incontrai il guru, mi chiese di chiudere gli occhi e mi diede l’iniziazione. Dopo un po’ mi chiese di riaprirli: era come se fossi esploso, e da quel momento divenni un’altra persona, riuscivo a spiegare e commentare libri di filosofia che prima non riuscivo a capire. Ho ottenuto queste capacità dopo l’iniziazione,  semplicemente è accaduto, non ne sono responsabile. La consapevolezza del mio essere è avvenuta automaticamente, E' accaduto e basta.  Dire:  "io sono l’assolutoaham brahmasmi" ti trasformerà nell’assoluto, e neppure la nascita e la morte potranno toccarti. Qualunque cosa vedi non è altro che la manifestazione di Dio. E’ la sorgente, o la coscienza, che appare in tantissime forme diverse.

Dove sei senza la coscienza? Che si tratti dei tuoi sogni o delle tue visioni, qualunque cosa vedi non è altro che la manifestazione di Dio. E’ la sorgente, o la coscienza, che appare in tantissime forme diverse. Vai in profondità oltre i pensieri, recitando “io sono il Brahman, aham brahmasmi “ raggiungi uno stato sottile ed evita il senso di essere corpo-mente.

Con la conoscenza “io sono” abbracci ogni cosa. Accetta il fatto che tu sei quello, quello significa senza forma e senza scopo. La beatitudine Sat-cit-ananda è una qualità superiore della felicità, ma non è permanente. La realizzazione è uno stato di non mente, ossia privo di pensieri. La conoscenza “io sono” che è dentro di te contiene l’intero universo, non puoi trovare la verità ultima cercandola fuori di te, è dentro di te. Finché continui ad identificarti con il corpo non troverai pace.

Quale è il passo successivo dell’io sono? Non c’è passo successivo se non comprendi l’io sono, ma una volta compreso non c’è più niente da comprendere. La mente è ciò che mantiene quello stato di separazione che chiamiamo realtà. Prima dell’io sono, c’è l’io sono. La mente si manifesta dopo l’io sono. La parte attiva è chiamata illusione, (maya) ed è dovuta alla mente. La parte inattiva è chiamata io-sono o purusa e semplicemente osserva. Solo quando ti identifichi con ciò che è immobile ovvero il purusa, puoi diventare l’osservatore dell’io sono e di tutte le sue attività. Senza l’io sono l’assoluto non sa di essere.  

Enlightenment - L'illuminazione e i sentieri dello yoga

L'illuminazione per me è il prendere consapevolezza dell'unità e della mutua interrelazione di tutte le cose, di trascendere la nozione di un sé individuale isolato e di identificarsi con la Realtà ultima, di sentirsi parte del Tutto.  Non c'è bisogno di usare il concetto di Dio o il dramma della vita per descrive questo Tutto.  Dio può essere solo una creazione della mente.

Per descrivere cosa è per me l'illuminazione, si può fare riferimento alla prefazione del Tao della fisica scritto da Fritjof Capra.  "Ero seduto in riva all'oceano un pomeriggio di fine estate, guardando le onde che si infrangevano e ascoltando il ritmo del mio respiro, quando improvvisamente mi resi conto che tutto l'ambiente era impegnato in una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l'acqua e l'aria intorno a me erano fatte di molecole e atomi vibranti, e che questi consistevano di particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l'atmosfera terrestre era continuamente bombardata da piogge di "raggi cosmici", particelle di alta energia che subiscono collisioni multiple mentre penetrano nell'aria. Tutto questo mi era familiare grazie alla mia ricerca nella fisica, ma fino a quel momento l'avevo sperimentato solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche. Mentre sedevo su quella spiaggia,  "vidi" cascate di energia che scendevano dallo spazio esterno, in cui le particelle venivano create e distrutte in impulsi ritmici; "vidi" gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; sentii il suo ritmo e "sentii" il suo suono, e in quel momento seppi che questa era la Danza di Shiva, il Signore dei Danzatori adorato dagli indù".

L'illuminazione a volte, senza preavviso e senza preparazione, si intravede. Ho provato la stessa esperienza di Capra qualche tempo fa durante una passeggiata nella natura, ma tale sensazione è durata solo per pochissimi istanti.  Ma anche, se appena percepito, questo Tutto, diventa indelebile nella mente. 

Ci sono quattro percorsi di ricerca spirituale nello Yoga che sono: Karma Yoga, Bhakti Yoga, Raja Yoga e Jnana Yoga. Ognuno di questi sentieri è adatto a un diverso temperamento o approccio alla vita. In accordo con il temperamento e il gusto individuale si può enfatizzare la pratica di un certo tipo di Yoga rispetto ad altri.  Libro consigliato: I Quattro Percorsi dello Yoga: Jnana Yoga, Raja Yoga, Karma Yoga, Bhakti Yoga di Swami Vivekananda (1863- 1902, discepolo di Ramakrishna).

- Bakthi Yoga, o yoga della devozione: quando si pratica la Bhakti si cerca una relazione personale con Divino.  E' il vedere il Divino in ogni cosa. 

- Karma yoga è lo yoga dell'azione; nello specifico è il sentiero dell'altruismo, del lavoro dedicato,  il compiere il proprio dovere in maniera etica, rinunciando ai risultati delle nostre azioni, che sono considerate come una offerta spirituale.

- Jnana yoga o yoga della conoscenza - non la conoscenza in senso intellettuale - ma la conoscenza di Brahman e Atman e la realizzazione della loro unità.  Il Jnana usa i poteri della mente per discriminare tra il reale e l'irreale, il permanente e il transitorio.

- Il Raja Yoga sottolinea i benefici della meditazione per l'autorealizzazione spirituale e l'evoluzione della coscienza. Praticando il Raja Yoga si possono sperimentare cambiamenti positivi nella nostra vita che includono non solo una migliore salute, ma una maggiore consapevolezza, chiarezza mentale, fiducia in se stessi, In conclusione migliorare il rapporto con il mondo che ci circonda.

Il Bhakthi yoga non fa per me, grazie allo Jnana yoga ( e forse un po' anche con l'aiuto del Buddhismo)  sono consapevole dell'impermanenza, della  natura transitoria di tutte le cose,  della vacuità ultima dei fenomeni; con il Raja yoga ho migliorato il mio rapporto con l'ambiente esterno e con il mondo.  Penso che il Karma yoga sia il più adatto alla mia personalità, percorso che ho già sperimentato abbondantemente facendo il volontario in vari ambiti.

Penso in ogni caso che sia importante trovare delle persone con cui condividere i propri sentimenti e le proprie considerazioni sul percorso che si è intrapreso.

mercoledì 21 aprile 2021

Uno più una - film

Vi propongo questo film di Claude Lelouche del 2015, il cui titolo originario è Un plus Une, che è ambientato in India. Un musicista donnaiolo, interpretato da Jean Dujarden,  si trasferisce in India, dove compone la colonna sonora per un film di Bollywood. Lì, compie un viaggio iniziatico insieme alla moglie dell'ambasciatore francese, di cui finisce per innamorarsi alla fine del viaggio. Durante questo viaggio viene presentata la faccia spirituale dell'India passando da Benares per finire con l'incontro di Amma nell'ashram di Amritapuri in Kerala. Nel film Amma è una degli attori ed interpreta se stessa.

Leader spirituale e umanitaria, Sri Mata Amritanandamayi Devi (“Amma”) è conosciuta in tutto il mondo per il suo amore disinteressato e la sua compassione e per incontrare tutte le persone abbracciandole,  asserendo che il suo abbraccio, dia la pace che le persone cercano. La sua vita è interamente dedicata ad aiutare i poveri e ad alleviare il dolore di coloro che si trovano in condizioni di sofferenza fisica ed emotiva.

L’Ashram di Amritapuri è il quartier generale e il luogo di nascita di  Amma, ed è anche una comunità internazionale, residenza di più di 3000 ricercatori spirituali e volontari provenienti da tutto il mondo.  Amritapuri è anche  un luogo di pellegrinaggio per le persone di tutto il mondo che cercano sollievo, ispirazione e pace interiore.  https://www.amma-italia.it/amma/amma-nel-mondo/

Yoga - la pulizia dell'intestino

Come dice il vecchio proverbio, la malattia comincia nel colon. Ognuno di noi, anche se crede di essere in buona salute, ha accumulato fin dalla prima infanzia una certa quantità di tossine, soprattutto sulle pareti intestinali. 

Il cattivo funzionamento intestinale e l'autointossicazione permanente che provoca, possono avere un effetto disastroso sull'organismo e sul sistema nervoso; infatti una buona parte del sistema immunitario è collocato sulle pareti dell'intestino tenue, in quanto deve evitare che attraverso i cibi, non penetrino nel nostro organismo anche sostanze pericolose. Per questo è importante depurare periodicamente l'intestino dalle tossine. Un intestino pulito aiuta a mantenerci in salute ed alleggerisce il lavoro dei sistemi di difesa. Un intestino sporco, invece, diventa sede di varie sostanze tossiche che caricano il sistema immunitario con un lavoro pesante e continuo, e crea  intolleranze ed allergie. Queste tossine, nel tempo, penetrano nel circolo sanguigno e possono creare i presupposti per innumerevoli disfunzioni e malattie, tra cui: problemi della pelle, avvelenamento del sangue che nutre il cervello e il sistema nervoso con conseguente mal di testa frontale (cefalea), irritabilità, indebolimento, svogliatezza, ecc... I segnali di intossicazione sono: feci e sudore maleodoranti, cattivo funzionamento del sistema digerente, gonfiore addominale, flatulenze, alito cattivo, lingua ricoperta da una patina bianca, acne e pelle opaca e poco tonica. Il corpo invecchia prematuramente, le giunture si irrigidiscono, la mente si impigrisce e viene a mancare la gioia di vivere. 

Secondo la Medicina Ayurvedica l’intestino è un secondo cervello, l'organo che produce il 95% della serotonina, neurotrasmettitore del benessere. Dalla costante crescita che si sta registrando negli ultimi anni delle malattie infiammatorie croniche intestinali pare dunque che siamo sempre un po’ più tristi e sempre meno intuitivi. Molti ospedali tra cui il Policlinico San Matteo di Pavia hanno risposto a questi dati preoccupanti con  progetti pionieristico, associando yoga e meditazione alla medicina allopatica.

Molte malattie dipendano dal muco accumulato in qualche organo,  in quantità tale da alterarne il naturale funzionamento.  Tra di esse:  -Raffreddore: sforzo per eliminare i prodotti di rifiuto (muco) dalla testa, dalla gola e dai condotti bronchiali. -Polmonite: il raffreddore è sceso in profondità, è presente uno sforzo per eliminare il muco dagli organi più spugnosi: i polmoni. -Reumatismi e gotta: vi sono acidi urici e muco accumulati, la circolazione dell'energia vitale è pertanto carente. -Foruncoli: evidente eliminazione di sostanze indesiderate. -Sordità: accumulo di muco nei condotti uditivi. -Stitichezza: accumulo dei rifiuti nel tratto intestinale.

Lo yoga presta una particolare attenzione a questo aspetto. La vera pratica dello hatha yoga inizia proprio con lo shatkarma (i sei kriya o tecniche di purificazioni) aventi come obiettivo l’eliminazione delle tossine e del muco nel corpo e la rimozione dei blocchi del sistema nervoso.  In India non ti fanno nemmeno iniziare la pratica di yoga se non esegui preliminarmente degli esercizi di purificazione.  Oggi in Occidente questo aspetto è trascurato o abbandonato del tutto.  

Queste tecniche di purificazione, che sono presentate nei testi tantrici Hatha Yoga Pradipika e Gheranda Samhita, hanno come obiettivo immediato il controllo e la purificazione del corpo per arrivare ad un controllo successivo della mente e dell’energia. L’Hatha Yoga Pradipika  insiste molto sulla purificazione del corpo (stomaco, intestino, sistema nervoso, ecc), dei canali energetici e degli elementi sottili prima di iniziare la pratica dello hatha yoga. Le pratiche di purificazione sononeti, dhauti, basti, kapalabhati, trataka e nauli.

Per purificare l'intestino gli yogi effettuano la tecnica chiamata Shank Prakshalana, che attraverso l'utilizzo di acqua salata tiepida,  e asana (posizioni yoga) elimina totalmente le tossine dall'intestino.

martedì 20 aprile 2021

Come allentare dolori del nervo sciatico

 Per combattere i dolori al nervo sciatico vi propongo questo tutorial https://www.youtube.com/watch?v=4zOEucZrqSY

L'ho sperimentato e funziona.  Il tutorial è stato fatto da Claudio Fabris della  Ganapati scuola di Yoga di Vicenza.  https://ganapati.it/ganapati/

Kapotasana, la posizione del piccione.



lunedì 19 aprile 2021

Simposio online organizzato dalla European Yoga Federation

 Simposio online organizzato dalla European Yoga Federation nei giorni 23-24-25 Aprile 2021.

Per prenotarsi usare questo link  https://beyogabeyond.weebly.com/  e cliccare su Register Today

https://www.europeanyogafederation.net/

The hearth of yoga di Desikachar.

Nel leggere il testo Hearth of Yoga di T.K.V. Desikachar, una delle frasi che mi aveva colpito è la seguente: La pratica dello yoga deve essere adattata ad ogni persona. 

Intanto vediamo chi è T.K.V. Desikachar.  

T.K.V. Desikachar (1938 - 2016) è il figlio del grande yogi Tirumalai Khrishnamacharya (1888- 1989). Khrishnamacharya è stato uno dei più influenti insegnanti yoga, ha codificato le sequenze delle posizioni o asana usate oggi in Occidente  combinando i grandi insegnamenti del nord, appresi dal suo maestro in Himalaya, con i grandi insegnamenti del sud che provenienti dai maestri Tamil. Ha creato, inoltre, il Khrishnamacharya Yoga Mandiram a Chennai che ho visitato durante uno dei miei viaggi in India. 

Spesso questi ashram assomigliano a dei centri polivalenti: sono disponibili per chiunque cerchi aiuto, offrono istruzione a chiunque, lavorano in progetti di ricerca e studio. Mi aveva colpito, che le persone facevano la fila davanti all'ashram per avere un consulto e curarsi con pratiche yoga. A seconda del problema veniva assegnato loro una sequenza personalizzata di asana, e di pranyama o altre pratiche yoga. Anche io ho avuto il mio consulto e la relativa sequenza personalizzata di asana e pranyama da eseguire.

Per Desikachar avere un approccio intelligente alla pratica dello yoga significa ridurre o annullare qualsiasi effetto indesiderato. Lo yoga è principalmente una pratica destinata a rendere una persona più saggia, più capace di capire le cose di quanto non lo fosse prima. 

Desikachar cita due testi importanti: il conosciutissimo Yoga sutra di Patanjali e lo Yoga Rahasya di sri Nathamuni, uno dei grandi saggi dell'India de IX secolo. Questo trattato originale e poco conosciuto, apporta un chiarimento sulla pratica dello yoga, deve essere una pratica progressiva adattata all'età e al temperamento di ciascun allievo. Sottolinea il ruolo terapeutico dello yoga e l'importanza della respirazione nelle posizioni e si sofferma sullo yoga per la donna. È un testo che si occupa di come lo yoga può essere adattato ad ogni individuo, facendo dello yoga una via efficace e sicura.

Oggi,  in questi tempi di kaliyuga, la vita familiare è la parte più importante dell'esistenza, e il percorso del samnyasa è diventato impossibile. Mettersi nel percorso del sannyasin o rinunciante significa  rinunciare ai beni materiali e dedicarsi interamente al proprio cammino spirituale.

Per realizzare l'Advaita (non-dualismo), bisogna prima realizzare il dvaita, (dualismo), partendo dalla dualità della vita quotidiana, viverla in armonia e pace, per iniziare poi, se possibile, il cammino della ricerca. Non dobbiamo necessariamente vivere con un maestro,  ma avere un punto di riferimento nel percorso dello yoga, è assolutamente importante e necessario.

Oggi, esistono diversi tipi di Yoga con sfondo e prospettive diverse. Lo yoga sutra dice che ogni persona ottiene cose diverse dallo stesso insegnamento in base alle sue prospettive e priorità. Lo yoga è un rapporto intimo a due, tra l'insegnante e lo studente. Bisogna insegnare a persone diverse in modi diversi a seconda delle loro esigenze, della loro età, della loro salute e così via.

Chiunque voglia, può praticare lo yoga, ma nessuno può praticare ogni tipo di yoga. Deve essere lo yoga giusto per ogni specifica persona ed oggi uno dei compito di un guru è mostrare la strada giusta alla singola persona.

Nel capitolo 1 del testo si precisa che ogni cambiamento è yoga, lo yoga cerca di creare uno stato in cui siamo sempre coscienti e presenti. Praticare yoga significa essere un tutt'uno con il divino, quindi, capire che c'è un potere più alto e più grande di noi stessi.

Nel capitolo 2 si precisa che lo yoga è la capacità di controllare e dirigere la mente senza distrazioni o interruzioni.  Nella quotidianità la mente diventa sempre più dipendente dalle abitudini. Queste abitudini coprono la mente con avidya (comprensione errata)  è la comprensione corretta ci rimane nascosta (vidya è la comprensione corretta).  Praticando lo yoga, avremo meno confusione mentale e più chiarezza. Riconoscere questo cambiamento è anche un modo per misurare il nostro progresso nella pratica dello yoga.  Ci sono tre cose che sono raccomandate:  Tapas (pulizia) e ciò significa che mantenersi sani e puliti fisicamente e interiormente. Swashyaya significa impegnarsi nell'auto-studio e nella ricerca. Isvara pranidhana significa svolgere azioni di qualità anche facendo una vita normale.

Nel capitolo 3 si precisa che l'asana  deve avere due qualità importanti: sthira (fermezza e vigilanza) e sukha (capacità di rimanere a proprio agio in una postura).

Inoltre, la qualità del nostro respiro è estremamente importante, il respiro è il collegamento tra il corpo interno ed esterno. È solo portando corpo, respiro e mente all'unisono realizzeremo la vera qualità di un'asana. Uno dei principi fondamentali dello yoga è quello di essere completamente coinvolti nella pratica e  anche nelle azioni  quotidiane.

Il capitolo 4 parla della costruzione attenta di una pratica yoga.  Il momento migliore per la pratica è prima della colazione. Delicati esercizi di riscaldamento faciliteranno la preparazione del corpo. È sempre meglio praticare un'asana in modo dinamico prima di tentare di mantenerla a lungo.  La pratica dinamica delle asana dovrebbe costituire una parte essenziale di una sessione di yoga. Le contrapposizioni dovrebbero essere praticate dinamicamente ogni volta che è possibile, per diminuire (ridurre) il rischio di creare nuove aree di tensione nel corpo. Lo yoga ci insegna che ogni azione ha due effetti, uno positivo e uno negativo, abbiamo bisogno di usare posture per bilanciare gli effetti eventualmente negativi di alcuni asana avanzati.

Bisogna dare molta importanza al respiro. La ritenzione dopo l'inspirazione ha l'effetto di energizzare e riscaldare il corpo. La ritenzione dopo l'espirazione sostiene i processi di eliminazione delle tossine de ha un effetto di pulizia sul corpo ravvivando gli organi. C'è una regola da seguire: se trattenendo il respiro si riduce la durata della prossima inspirazione o espirazione, devi interrompere immediatamente la ritenzione. Un periodo di riposo (almeno cinque minuti) è necessario prima di praticare il pranayama. La pratica dello yoga è una pratica di autoconsapevolezza. Le asana e il pranayama possono aiutarci a scoprire aspetti nascosti su noi stessi. Il ruolo dell'insegnante yoga è aiutarci a conoscerci meglio e indicarci la strada verso una maggiore scoperta di noi stessi.

Nel capitolo 5 si parla di variazione delle asana. Le asana possono essere praticate in vari modi, le variazioni delle asana ci aiutano ad ottenere il massimo guadagno con il minimo sforzo, rispondendo in modo intelligente alle nostre esigenze fisiche. Un altro modo di alterare un'asana è quello di alterare la respirazione durante il mantenimento della posizione.  Le variazioni di asana sono appropriate NON solo per persone con problemi fisici specifici, ma possono aiutare tutti i praticanti di yoga a rimanere costantemente aperti alla scoperta.

I Bandha

 I bandha sono delle contrazioni che vengono eseguite quando si mantengono le posizioni dello yoga o asana. 

Nei bandha, una volta padroneggiata un'asana, vengono contratti diversi gruppi muscolari, posti in posizione strategica rispetto al flusso del prana. La completa padronanza dei principali bandha è assolutamente preliminare al pranayama. Quando si inizia a operare sui flussi del prana, i bandha lo convogliano nella giusta direzione.

I tre bandha principali sono Uddihyanabandha che controlla il diaframma, Mulabandha controlla il perineo, Jalandharabandha controlla collo e gola. 


Se pratichi yoga da qualche tempo, quando mantieni la posizione in modo stabile e confortevole, dovresti avvertire delle leggere contrazioni proprio in questi tre punti: gola, diaframma e perineo. I bandha devono essere praticati con molta attenzione e sotto il controllo di un Maestro yoga perchè il flusso del prana può risvegliare l'energia dormiente alla base della colonna che è chiamata kundalini.  All'inizio queste contrazioni devono essere mantenute per 10-15 secondi. Adesso vediamo questi tre bandha nel dettaglio.

Uddiyana bandha. Uddiyana = verso l'alto;  bandha = legare, unire, contrarre, combinare.
La pratica di Uddiyana bandha va eseguita solo a stomaco vuoto, e solo dopo un'espirazione, mai prima di un'inspirazione. Durante il tempo in cui tieni il bandha, esegui anche Jalandhara bandha. La maggior parte degli insegnanti raccomanda di imparare questo bandha in posizione eretta, e di passare alla posizione seduta solo dopo aver acquisito una certa esperienza.
Va eseguito in piedi, con i piedi leggermente divaricati, gli occhi aperti. Praticare con il busto in avanti, le ginocchia piegate, le mani appoggiate sulle ginocchia, oppure con il busto in avanti e con le mani sui fianchi. Oppure, sempre in posizione eretta, premi le basi dei palmi delle mani contro la parte superiore delle cosce (mano destra sulla coscia destra, mano sinistra sulla sinistra), questa pressione verso il basso sulle ossa del femore creerà un leggero avvallamento naturale del basso ventre. Inalare profondamente attraverso il naso, poi espirare rapidamente e forzatamente, anche attraverso il naso (o labbra chiuse). Contrarre completamente i muscoli addominali per spingere quanta più aria possibile fuori dai polmoni, poi rilassare gli addominali. Esegui quella che viene chiamata una "finta inspirazione"; cioè, espandi la tua gabbia toracica senza inalare veramente. L'espansione della gabbia toracica (senza l'inspirazione) risucchia i muscoli addominali e le viscere verso l'alto nel torace e incassa la pancia, e lentamente sollevare gli addominali. I benefici principali di questo bandha sono il rafforzamento dei muscoli addominali e del diaframma. Massaggia l'addome, aumenta il fuoco gastrico, migliora la digestione, elimina le tossine. Non va eseguito se si hanno ulcere allo stomaco o all'intestino, ernie, alta pressione sanguigna.

Mula bandha. Mula = radice, bandha = legame.
Durante le posizioni, si dovrebbero contrarre i muscoli (perineali) alla base del bacino. Si può iniziare ad imparare Mula bandha nella posizione dell'eroe. Si esegue contraendo la muscolatura che si trova nel pavimento pelvico, ovvero nella zona compresa tra ano e genitali.  Prendi contatto con il "treppiede" alla base del tuo pelvi che consiste di tre ossa: il coccige, la parte alta dei due femori. Dovresti immaginare che il tuo coccige si allunghi verso il basso, così come la parte alta dei femori. Con le mani, premere contemporaneamente le punte delle anche, restringendole l'una verso l'altra.
Le azioni combinate delle ossa rassoderanno il basso ventre e il perineo.
Applica Mula bandha alla fine della tua inspirazione, poi tienilo durante la ritenzione del respiro (kumbhaka). Rilascialo lentamente quando espiri, e ammorbidiscilo durante la pausa che segue l'espirazione.  Questo bandha rinforza l'intera colonna vertebrale per sostenere la posizione seduta.

Jalandhara bandha. Jala = rete , dhara = sopportare, sostenere, bandha = legame.
Jalandhara richiede che il mento riposi comodamente sullo sterno (flessione del collo). Bisogna abbassare il mento e contemporaneamente sollevare lo sterno, infatti il mento dovrebbe incontrarsi a metà strada dallo sterno sollevato. Non bisogna stringere il mento allo sterno. Comincia
l'inspirazione con la testa dritta. Applica Jalandhara mentre ti avvicini alla fine dell'inspirazione, mantieni durante la ritenzione e l'espirazione, poi solleva la testa in una posizione neutra! Bisogna lavorare sull'allungamento della parte posteriore del collo, rilasciando le spalle e aprendo il petto in pose come sarvangasana. Evitare di eseguire questo bandha se si hanno lesioni al collo.

domenica 18 aprile 2021

I chakra

Nelle tradizioni orientali, il corpo umano è composto da molti livelli di energia, sia fisici che “sottili”.  Nello yoga, ayurveda, tantrismo e anche nel buddhismo si parla, oltre che di corpo grossolano, di corpo sottile regolato da flussi di energia distribuiti lungo canali energetici (nadi) e dentro centri energetici (chakra). La parola chakra in sanscrito significa ruota, cerchio o anche vortice e sono considerati dei centri energetici che servono per assorbire l’energia vitale (il prana), distribuirla nell’individuo (nel corpo, nella mente e nello spirito) e rilasciarla verso l’esterno. L’energia  scorre nel corpo attraverso le nadi che sono migliaia e che possono essere in qualche modo paragonati ai meridiani della medicina cinese. Tutte le nadi vanno a finire nella colonna vertebrale che è il canale energetico per eccellenza. Qui l’energia scorre attraverso le 3 nadi principali: ida, pingala e sushumna. 

L'energia che si accumula nei chakra ci consente di avere un'attività intellettuale, emotiva e spirituale e quando un chakra è squilibrato influisce negativamente sulla vita quotidiana. A livello fisico i chakra corrispondo a gangli nervosi dove c’è un alto grado di attività nervosa, e a ghiandole del sistema endocrino. 

L'energia bloccata nei nostri chakra può spesso portare alla malattia, quindi è importante capire cosa rappresenta ogni chakra e cosa possiamo fare per mantenere questa energia e farla scorrere  liberamente.   Uno dei metodi proposti dallo yoga per riequilibrare l'energia dei chakra, è quello di recitare dei bija mantra che sono delle “sillabe suono” particolari, dalle frequenze particolari che hanno un effetto specifico sui chakra.  In particolare, durante la meditazione, recitando le sillabe dei bija ( bija in sanscrito significa seme) mantra si vibra in sintonia con i chakra e quindi, questi si purificano dalle vibrazioni disarmoniche che si sono sviluppate nelle esperienze di vita, si sboccano, si riequilibrano e l'energia ritorna a fluire correttamente nel corpo.  

I chakra più importanti sono sette ed ad ognuno è associato un colore e un simbolo.

Significato e Simbologia dei sette Chakra più importanti.

1° chakra, muladhara o “chakra della radice”. Questo centro composto da 4 petali è situato sotto l’osso sacro, nella parte inferiore del bacino, nel perineo tra coccige e pube.  Corrisponde fisicamente al plesso pelvico ed è di colore rosso. L'elemento associato è la terra. Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra.   Funzione principale: sopravvivenza. Disfunzioni fisiche: problemi alle gambe, artrite, sciatica, obesità, emorroidi e sciatica. Ghiandole: surrenali. Senso: olfatto. Bija mantra: Lam.

 2° chakra, svadhistana o “chakra splenico”.  Questo centro costituito da 6 petali è il solo chakra ad essere mobile ed è situato nel plesso sacrale, nella metà inferiore del ventre al livello del plesso aortico.  E' di colore arancio. L'elemento associato è l'acqua. Significato: è il piacere, la gioia di vivere. Funzione principale: procreazione, genitali, piacere, desiderio. Disfunzioni fisiche: rigidità nella zona lombare della schiena, problemi alla vescica, disfunzioni all’utero, disturbi renali, frigidità e impotenza. Ghiandole: testicoli e ovaie. Senso: gusto. Bija mantra: Vam.

3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”. Questo centro è composto da 10 petali e si trova nella metà superiore del ventre, all'altezza dell'ombelico nella regione corrispondente al plesso solare. È il fulcro del benessere individuale e collettivo ed è di colore giallo. L'elemento associato è il fuoco. Significato: rappresenta  la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. Funzione principale: volontà, potere, sicurezza. Disfunzioni fisiche: disturbi digestivi, diabete, ulcere. Ghiandole: pancreas, surrenali. Senso: vista. Bija mantra: Ram.

4° chakra, anahata o “chakra del cuore”. Questo centro dai 12 petali è posizionato all’altezza del cuore, nel centro del petto, nella regione cardiaca, nell'asse del midollo spinale. E' di colore verde. Elemento associato è l'aria. Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Funzione principale: amore e affetto, Disfunzioni fisiche: disturbi cardiaci e polmonari, problemi di pressione, Ghiandola: timo, Senso: tatto. Bija mantra: Yam

5° chakra, vishuddha o “chakra della gola”. Questo centro sottile dai 16 petali è posto, nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole, al livello della nuca, nel plesso cervicale.  E' di colore: azzurro. L'elemento associato è l'etere, lo spazio. Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. Funzione principale: creatività e comunicazione. Disfunzioni fisiche: mal di gola frequenti, disturbi della tiroide, problemi all’udito e collo spesso dolorante. Ghiandole: tiroide, paratiroide. Senso: udito. Bija mantra: Ham

6° chakra, ajna o “chakra del terzo occhio”. Questo centro sottile composto da 2 petali si situa al centro della fronte ed è di colore indaco. L'elemento associato è la luce. Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio e rappresenta le qualità della persona è la fiducia in se stessi. Funzione principale: vista, intuizione. Disfunzioni fisiche: problemi alla vista, mal di testa, problemi con il sonno. Ghiandole: pineale (epifisi). Senso: vista. Bija mantra: Om.

7° chakra, sahasrara o “chakra della corona”. E' il più importante di tutti. Possiede 1000 petali ed è  collocato sopra il cranio, nell’area limbica del cervello. E' di colore viola. L'elemento associato è il pensiero. Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione, è la comunicazione tra l'energia individuale e cosmica. Funzione principale: comprensione. Disfunzioni fisiche: difficoltà di apprendimento, confusione, depressione. Ghiandole: pituitaria (ipofisi). Bija mantra: Ah.

Tao della fisica di Fritjof Capra

Il Tao della fisica è un superclassico, tradotto in italiano nel 1982, che ebbi il piacere di leggere molti anni fa e che ancora oggi riesce a incantarmi. La profondità di pensiero dell'autore va al di là della fisica e della religione fondendo insieme conoscenza, consapevolezza e saggezza. Un testo indispensabile.

Fritjof Capra (1939 - ) è un fisico teorico austriaco, di fede buddhista, ed ha consacrato la sua attività al campo delle energie, è noto per i suoi studi sulle implicazioni filosofiche della scienza moderna.

Nel Tao della fisica, l'autore sostiene l’esistenza di un collegamento tra le tesi dei padri fondatori della fisica quantistica e gli assunti di alcune religioni orientali, tra cui soprattutto il taosimo e il buddismo. 

Dalla prefazione al libro: "Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me  prendeva parte  una gigantesca danza cosmica. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita;   vidi scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti;   vidi gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a quella danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne "sentii  la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù".

Con uno stile piacevole ma appassionato, vengono spiegati, da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, dalla meccanica quantistica e del mondo delle particelle; e, dall'altra si assapora il fascino profondo e sconcertante delle filosofie mistiche orientali. 

Il Tao della fisica riesce a trasmettere l'idea che l'universo sia molto più strano di quanto lo si possa immaginare e che, ciò che per la scienza ancora oggi è inesplicabile, dal punto di vista spirituale è semplicemente il normale stato delle cose.

Sono passati più di 40 anni dalla pubblicazione della prima edizione e la scienza ha fatto progressi ulteriori ma i concetti fondamentali affrontati nel libro sono ancora oggi validi e corretti. 

Il libro è inoltre una ottima introduzione alle religioni orientali, se è un argomento su cui sapete poco allora questa è già una ragione sufficiente per leggerlo.

Altro testo che vi consiglio di leggere è  The Systems View of Life scritto da Fritjof Capra, Pier Luigi Luisi

sabato 17 aprile 2021

Méditer, jour après jour, Christophe Andrè

Oggi vi propongo questo testo Méditer, jour après jour di  Christophe Andrè del 2011.

Per sapere chi è Cristophe Andrè vedi post precedente.

Questo testo contiene un Cd in cui l'autore spiega passo dopo passo, come cominciare a praticare la piena coscienza, che è una forma laica di meditazione. Fortunatamente adesso è possibile reperire questi esercizi (in francese) su Youtube, vedi link: https://www.youtube.com/watch?v=JaCxFK1ttYE     Quindi se volete avvicinarvi a questa forma di meditazione avete l'opportunità di farlo gratuitamente seguendo queste meditazioni guidate (in francese) che hanno una durata media di circa 15 minuti. Tutti gli esercizi proposti devono essere praticati seduti, gli occhi chiusi, è anche possibile esercitarsi in piedi o distesi. Si inizia dal prendere consapevolezza del respiro, del corpo, dall'accogliere i suoni, prendere consapevolezza dell'istante presente, staccandosi dai propri pensieri fino ad arrivare ad una coscienza aperta.   Queste sono alcune delle meditazioni che faccio regolarmente ...

Che cosa è la piena coscienza? E’ una forma di meditazione, un modo di lenire i nostri dolori, una maniera di vivere, dare più senso alla nostra esistenza. Praticare la piena coscienza ci aiuta semplicemente a sentirci vivi qui ed adesso, a prendere il tempo di sentire che esistiamo. Per questo la piena coscienza ci suggerisce di lasciare per un momento il futuro e il passato, spesso sorgenti di tormento e di rivolgerci dolcemente verso l’istante presente. 

La piena coscienza non è un’attività in più da aggiungere a tutte le altre nostre attività, ma è uno stato mentale, un’attitudine dell’anima e del corpo di attraversare la vita, senza giudicare, osservando ed accogliendo tutto in noi, lo sgradevole e il gradevole. Numerosi studi scientifici mostrano oggi, che la piena coscienza è benefica per la salute, la mente, l'equilibrio emozionale. E' un rifugio, sempre disponibile, dove potremo sempre ricaricarci.  

Quello che ci fa del bene è la pratica della piena coscienza, e non la conoscenza o il concetto della piena coscienza. Non é mai urgente di meditare, ma è importante trovare il tempo per farlo regolarmente perché si otterranno dei risultati, solo se si pratica regolarmente e non facendo giornate intense di meditazione ogni due mesi

Lo zen soto e i koan

Vi propongo di leggere il testo lo Zen soto e i koan di Dario Doshin Girolami.  Dario Doshin Girolami è il responsabile del centro zen "l’Arco" di Roma e l'ho incontrato durante varie conferenze.

L’augurio  è quello di riuscire a trovare il momento presente. Tutto questo mondo è il mio guru, cioè ogni momento della vita è il mio maestro.

Se riusciamo ad abbracciare l’impermanenza, allora vedremo la Vacuità, vedremo la verità e il vero significato del Buddhismo.

Cerchiamo di spiegare alcune parole del titolo del libro: lo Zen è una forma di buddhismo e in questo testo viene proposto lo zen nello spirito di Suzuki Roshi fondatore del San Francisco Zen Center.  Zen vuol dire meditazione.  I koan sono delle metafore che parlano di particolari aspetti della natura essenziale e ci rivelano cosa è la Verità. Il koan si chiarisce al chiarirsi della conoscenza di se stessi.  Un koan zen ha lo scopo di aiutare la persona a superare gli schemi di pensiero ordinari per arrivare quindi ad una comprensione profonda delle cose. 

L'essenza della pratica Zen è essere qui e ora, essere totalmente nel momento presente, completamente calati nella realtà dell’istante. Cogliere nell'istante presente l'istantanea compresenza di uguaglianza e differenza, di unità e molteplicità. Noi siamo una gamma di emozioni, ed ognuno di noi è unico e irripetibile e siamo tutti la natura di Buddha. 

L'educazione Zen consiste nell’accettare l’impermanenza della realtà, altrimenti vivremo in sofferenza. Quando siamo impegnati e sopraffatti dalle nostre attività, dobbiamo scendere in profondità, ricollegarci al momento presente, spazzare la mente da ogni idea di attaccamento e ottenimento, e da ogni idea dualistica.

La consapevolezza dell’interconnessione del tutto col tutto, non potrà che portare a una profonda e compassionevole responsabilità civile e sociale. Lo Zen non si esaurisce affatto nell’estasi contemplativa del momento presente, ma ha la sua naturale espressione nella vita quotidiana, fatta di relazioni ed impegni.   Le persone che praticano lo zen, sono persone anche laiche, che individualmente, ogni giorno si sforzano di portare la saggezza del Buddha nella vita quotidiana, fatta di lavoro, di affetti, di gioie e drammi. E senza abbandonare famiglia e lavoro, cercano se stessi in questo infinito universo. Usano la meditazione per ritrovare la pienezza dell’esistenza, la parte migliore di loro stessi, totalmente calati nella irripetibile bellezza del momento presente.

Noi, esseri umani, siamo fortunati perché abbiamo la natura del Buddha,  fatta di qualità positive, dobbiamo solo ritrovarla. 

In questo libricino sono presentati molti koan per spiegare vari aspetti della vita. Ho trovato particolarmente bello questo koan che spiega come affrontare i problemi che la vita pone continuamente. 

Un monaco va dal maestro zen e chiede "Come è quando gli alberi ingialliscono e le foglie cadono?" e il maestro zen risponde "Il corpo esposto al vento dorato".  

Il significato è il seguente: Non è possibile non esporsi al vento all’impermanenza. Occorre solo capire che è un vento dorato. Occorre accettare le avversità, trovare la bellezza nelle avversità e considerarle come opportunità.  Non è l’evento in se stesso che è doloroso ma sono le aspettative disattese e gli attaccamenti che diventano fonte di dolore. Quello che ci sta accedendo non è altro che  un’opportunità di crescita.

Se abbracciamo l’impermanenza allora scopriamo la vacuità, impariamo e ad essere vulnerabili di fronte all’impermanenza e di conseguenza: accettare la nostra condizione umana, è accettare la vita.

La pratica buddhista zen si divide in samata e vipassana. Ossia riuscire a calmare la mente  per  poi arrivare ad avere una visione profonda. In pratica, si tratta di riconoscere la realtà come dolorosa, impermanente e priva di un io sostanziale.  

Introduzione al Blog

Il Blog è nato nel marzo 2021, in tempo di pandemia, per comunicare e condividere le mie letture e i miei interessi personali.  Nel blog c...